Melanzane – buone e divertenti

Oggi voglio proporvi un’altra ricetta del benessere ottima per la bella stagione e davvero veloce da preparare.

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Ringrazio per il consiglio il proprietario del mio negozio di fiducia, una di quelle botteghe di alimentari a conduzione familiare come non ce ne sono quasi più ormai, nella quale entri e scambi volentieri anche due parole.

Di solito non devo chiedere ad altri – Cosa posso fare per cena? – perché ho abbastanza fantasia ma, quel giorno, giravo per il negozio senza alcuna meta. Feci quindi la fatidica domanda dopo aver messo nel cestino, chissà perché, una bella Melanzana. L’intenzione era di farla alla griglia con aglio e prezzemolo ma mi sarebbe piaciuto cambiare un po’.

Te la dico io una buona ricetta, facile e gustosa. Una di quelle ricette che non ti fanno nemmeno sporcare la cucina! – mi disse lui col sorriso. Ascoltai e decisi di proporla a figlio e marito. Piacque molto e la trovarono anche divertente da come potete vedere nelle immagini.

Si tratta infatti di una Melanzana, tagliata in stile “gioco del Tris” e riempita semplicemente con pomodoro, basilico e origano.

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Buonissima. Ora, non per fare la Chiara Maci della situazione ma è una ricettina davvero niente male.

Dentro agli intagli, mettete le fette di Pomodoro e le foglie di basilico, spolverate poi con dell’origano, del sale e infine inumidite con del buon olio extra vergine d’oliva.

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Mettete in forno. Io, avendo il forno ventilato ed elettrico, ho calcolato una mezz’ora abbondante a 180°.

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E’ una ricetta che riempie ma lascia leggeri e sa di fresco. Tutti gli aromi e i sapori degli ingredienti si riconoscono bene in bocca, amalgamandosi in un gusto unico davvero delizioso. Io personalmente l’ho accompagnata con degli Asparagi fatti in tegame arricchiti solo da un po’ di soffritto ma voi ovviamente potrete preparare ciò che più vi piace, si abbina a qualsiasi pietanza.

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E’ una ricetta anche sana in quanto sia il Pomodoro che la Melanzana, pur essendo tutte e due appartenenti alla famiglia delle Solanaceae e quindi contenenti solanina*, fanno molto bene al nostro organismo perché svolgono il ruolo di antiossidanti e proteggono le nostre cellule dal deperimento.

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La Melanzana, ortaggio dal colore particolare che ha persin dato il nome a questa tinta, è originario dell’Asia e di quasi tutto il Sud di questo continente mentre il Pomodoro, di un bel rosso vivace, arriva a noi dall’America Centrale ed essendo sempre stato ritenuto anche afrodisiaco e dello stesso colore della passione, lo si è sempre ritenuto simbolo dell’Amore.

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Questa volta, volendo fare una prova, ho cucinato una sola Melanzana ma alla prossima occasione dovrò farne un po’ di più. Ora andate a prepararla, io vi auguro il Buon Appetito!

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Prosit!

*la solanina è un prodotto tossico utilizzato da queste piante contro i parassiti (non bisognerebbe abusarne ma ne racchiudono quantità davvero minime).

Brufoli e Acne – piccole e grandi manifestazioni di Rabbia

E parliamo ancora di brufoli, argomento che interessa a molti.

Tempo fa, in questo post QUI (che vi consiglio di leggere per comprendere meglio questo articolo) vi parlai in modo generico di quello che significa la presenza di un brufolo su una parte ben precisa del nostro viso. Abbiamo visto come esso ci vuole indicare che, nell’organo corrispondente alla zona del volto, ci sia qualcosa che non va.

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Niente di grave magari probabilmente, lo ripeto, dal momento che il nostro organo presenta scompensi sia dal punto di vista fisico che emozionale, un po’ di stress, un po’ di ansia, o di tristezza, lo stanno semplicemente rendendo inquieto. Si, inquieto, perché il nostro organo è vivo, proprio come noi.

Oggi andiamo un po’ più a fondo per imparare, anche se vi sembrerà strano, a ringraziare quel brufolo che vi sta portando un messaggio, bisogna semplicemente imparare a decodificarlo.

Partiamo dal punto di vista che si tratta di infiammazione innanzi tutto. Una piccola infiammazione che ha trovato sfogo sul nostro viso. L’infiammazione, per piccola o grande che sia, è sempre inerente ad uno stato di rabbia che fuoriesce. Infatti, anche se quella pustola pare indicare, come dicevo prima, ansia o tristezza, o paura, o ancora angoscia, dobbiamo capire che, anche se non ce ne accorgiamo, queste sono tutte emozioni che ci fanno arrabbiare.

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E’ una rabbia che probabilmente non riconosciamo, non sappiamo di avere, ma c’è. E’ normale. Mica possiamo essere felici pienamente se qualcosa ci rende tristi o agitati.

I brufoli quindi, che notoriamente vengono anche definiti “sfogo” hanno la stessa equivalenza di uno “sfogo” a livello psicologico (pianto, urla, aggressività…).

Come accennavo l’altra volta, parlando di Acne, per quello che riguarda i giovani o le persone più mature, soprattutto le donne durante la menopausa, capiamo bene come sia più che comprensibile uno sfogo e una sorta di rabbia nei confronti della vita.

L’adolescenza, è per un giovane un periodo abbastanza difficile da vivere anche se molto bello per molti altri punti di vista. E’ il periodo in cui deve farsi riconoscere in questo mondo, deve poter imparare “a dire la sua”, deve iniziare a rendersi una persona a se’, con un suo carattere, un suo cervello e una sua personalità. Quante volte abbiamo sentito di un adolescente che non si sente ascoltato o capito? Quante volte lo abbiamo sentito reagire nei confronti dei genitori o magari dei professori? Quante volte ha pianto, o ha sfogato la sua rabbia in altri modi? Molte. E’ l’età definita – della ribellione – per eccellenza e, guarda caso, è anche l’età che riempie di brufoli quei visi che ancora si stanno definendo.

Non ripeterò pertanto in questo post la responsabilità genetica e fisiologica, e ormonale, e ereditaria, mi limiterò a parlare dal punto di vista psicosomatico perciò, non si avrà appunto un foruncolo soltanto in una determinata zona del viso ma una comparsa generale ovunque. C’è infatti uno stato di inquietudine e irrequietezza che tocca ogni organo interno: la paura di crescere (reni), la tristezza di non essere compresi (polmoni), l’ansia di non riuscire (stomaco) e così via.

La stessa cosa vale per la donna di una certa età. Una donna che sta per perdere la possibilità di procreare, che sta invecchiando, che è arrivata ad una certa fase della sua vita e forse ha dei rimpianti. Pensate che tutto questo non faccia arrabbiare? Certo. Rende tristi anche e impauriti e, proprio perché non ci si può fare nulla contro il processo naturale biologico, ci si arrabbia.

Ecco quindi l’eventuale comparsa di un altro tipo di acne, l’acne rosacea, un acne un po’ particolare che non vi starò a definire dal punto di vista medico ma sappiate che, “rosacea” appunto, perché si manifesta con chiazze rosse (rosso=rabbia) e può avere a che fare anche con gonfiore e calore nonché con teleangectasie (piccoli vasi sanguigni dilatati) e couperose (altro stadio di dilatazione dei vasi sanguigni).

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L’acne, nella psicosomatica, sia giovanile, che rosacea, che conglobata, etc… è sinonimo di : non accettazione di se stessi, avversione e rabbia verso se stessi. Ed è proprio così, sia per chi in questo mondo ci sta entrando, sia per chi da questo mondo sta andando via.

Bisogna anche osservare come l’acne, colpisce di solito anche il petto e la schiena, la zona alta della schiena e sapete il significato di queste due zone del corpo qual è?

Petto – pesantezza della tristezza, mancanza di fluidità con la vita. Intoppi.

Schiena (parte alta) – paura, rabbia, frustrazione.

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Ricordatevi anche che, come vi spiegai in un post sulla pelle, essa è: madre dei reni e figlia dei polmoni. Propone quindi sempre un inestetismo quando sensazioni come paura e tristezza si provano a lungo. Sensazioni che, ripeto, fanno arrabbiare. Ma questo discorso lo approfondiremo in un altro momento.

E’ un bene che questa collera sopita e nascosta esca, ma ovviamente provoca sulla nostra pelle un disturbo non indifferente quanto questo avviene e, molto spesso, creme, lozioni e pomate non regalano risultati soddisfacenti.

Cosa fare quindi?

Allora, la rabbia ha innanzi tutto sede nel fegato.

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Il fegato è una grossa ghiandola che ci permette di digerire (notare come il termine “digerire” equivale anche ad indicare quando una cosa o una situazione, non riusciamo a “mandarla giù”) prevalentemente i grassi. In realtà svolge diversi ruoli ma questo è sicuramente uno dei più importanti così come quello di poter eliminare dal sangue le sostanze tossiche ossia quelle che ci “sporcano”, ci “inquinano”, proprio come i pensieri negativi.

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Da notare come il nome – fegato – derivi dal latino ficatum (iecur ficatum) e pare abbia a che fare con il dare, in antichità agli animali, dei fichi da mangiare affinchè diventassero belli grassi e pasciuti. – Aver fegato – inoltre, sta a significare avere coraggio ma essere anche persone abbastanza sanguigne per così dire.

Se osserviamo questi grassi scomposti dal nostro fegato, o le proteine ch’esso sintetizza, o ancora il glucosio che immagazzina, notiamo che, a livello normale, sono tutti elementi utilissimi per il nostro organismo (soprattutto in fase di crescita in quanto sono risorse energetiche) ma se abbondano, possono creare scompensi.

Grassi, proteine, zuccheri… insomma, cosa mangiano maggiormente i ragazzi d’oggi? Cosa c’è per lo più nelle macchinette degli istituti scolastici? E non avete mai sentito di quelle donne che, durante la menopausa, hanno attacchi incredibili di voglia di dolce o “schifezze” in generale? Oh si!

Questo per spiegarvi come l’alimentazione e le nostre emozioni, se ben equilibrate e sane entrambe, possono venirci molto in aiuto e possono renderci molto più felici. E’ stato constatato che un’alimentazione adeguata regala un benessere psicofisico totale mentre, pensieri positivi ed emozioni buone, non possono che farci del bene.

Piccoli e grandi rimedi per evitare che un brufolo spunti all’improvviso per dirci che c’è qualcosa che non va!

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La dermatologia, che tutti ringraziamo, non può compiere miracoli anche se spesso ci riesce, vi consiglio pertanto di risanare la vostra persona anche con questi mezzi e ponendovi delle domande sul perché quel brufolo o quella miriade di brufoli sono comparsi.

Prosit!

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Chi ha detto che “Sano” significa “Poco Gustoso”?

Quando tempo fa ho detto a mio figlio che mi avrebbe fatto piacere continuare ad assaggiare le sue ricette ma gradivo anche qualcosa di un po’ più delicato per non assumere 50 kg di botto con le sue gradevoli squisitezze, si è subito cimentato in questa delizia che mi ha particolarmente colpito e ho deciso di parlarvene. Oggi vi presento infatti una ricettina davvero niente male. Molto gustosa, sana e nutriente.

Si tratta di una particolarissima Omelette sotto ad un fantastico mix di verdure e tante altre cosine sfiziose che, assieme, appagheranno il vostro gusto e il vostro palato. Gli ingredienti sono parecchi ma il piatto è davvero facile da preparare. Eccoli qua nella quantità adatta a 4 persone:

– 120 gr di Spinaci freschi

– 6 Cipollotti tritati

– 120 gr di Germogli di Soia

– 2 cucchiai di Salsa di Soia

– 30 gr di Maizena

– 1 cucchiaio di Vino bianco secco

– 120 gr di Tofu tritato grossolanamente

– 6 cucchiai di Olio di Sesamo

– 60 gr di Spaghetti di Soia

– 60 gr di Erba Cipollina

– 2,5 dl di Brodo Vegetale

– 3 Uova sbattute

– Sale

– Acqua

Come prima cosa dovete preparare del buon brodo di verdura, normalissimo e come l’avete sempre fatto.

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Quando sarà quasi pronto inizierete partendo dal tofu che, già tritato, metterete in una terrina a marinare per una quindicina di minuti con 1 cucchiaio d’acqua, 1 cucchiaio d’olio, 1 cucchiaio di salsa di soia, 1 cucchiaino di maizena e il vino bianco.

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Intanto che il tofu riposa facciamo ammorbidire gli spaghetti di soia, precedentemente spezzettati dentro a dell’acqua calda, basteranno 10 minuti circa.

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Sciacquiamo bene gli spinaci e l’erba cipollina dopodichè taglieremo questi due vegetali a pezzetti.

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In una padella capiente, scaldata a fuoco vivace, mettiamo 3 cucchiai d’olio e saltiamo il tofu che avrà preso il sapore della marinatura. 3 minuti basteranno. Lo togliamo e lo mettiamo da parte. Posizioneremo ora, all’interno della nostra padella, l’erba cipollina e gli spinaci, anch’essi li facciamo andare per 3 minuti finchè non saranno un po’ appassiti. Anche quelli possiamo poi metterli da parte. Ora aggiungiamo un altro cucchiaio d’olio e saltiamo i cipollotti finchè non diventano belli dorati.

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Una volta raggiunta la colorazione adatta mettiamo anche gli spaghetti ammorbiditi, 1 altro cucchiaio di salsa di soia e mezzo cucchiaino di sale, mescoliamo il mix con anche il brodo vegetale che abbiamo preparato all’inizio. Quando il brodo avrà un po’ consumato aggiungiamo i germogli di soia, facciamo cuocere il tutto per 3 minuti ancora e uniamo il tofu e le verdure che avevamo messo da parte.

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Mescoliamo il tutto e spegniamo il fuoco.

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In un piatto fondo sbattiamo le uova, intere, con un cucchiaio d’acqua, la maizena rimasta e 1 pizzico di sale

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fino a che non saranno ben schiumose e, in un’altra padella unta d’olio, creiamo le omelettes; da cuocere finchè non saranno ben dorate ai bordi da ambedue le parti.

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Adagiamo l’omelette su un piatto piano e sopra mettiamo il mix di verdure e altro che abbiamo realizzato.

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Serviamo il tutto subito, bello caldo.

Anche in questo caso le varianti possono essere molte. Si possono aggiungere alghe o altre verdure, il risultato sarà comunque ottimo e vi aiuterà ad eliminare gli avanzi del frigorifero per non sprecare cibo. Naturalmente è quasi un obbligo insaporire con spezie varie per rendere la pietanza ancora più buona: pepe, curry, curcuma, timo apporteranno un sapore speciale. Datemi retta, provatela, vi leccherete i baffi. Ho deciso di promuovere il figlio “Chef”. Che bellezza! Almeno non devo ogni giorno cucinare io!

In questa pietanza potete trovare i carboidrati e le fibre dati dalle verdure, i grassi buoni e vegetali dell’olio di sesamo e le proteine vegetali della soia come per quello che riguarda il tofu. Aggiungendo l’omelette avrete invece anche grassi e proteine animali. Inoltre, arricchirete il vostro organismo di sali minerali e vitamine. Ogni ingrediente è ricco di proprietà nutritive che sono vere e proprie virtù. Un pasto completo e perfetto dal punto di vista del nostro fabbisogno.

Molto spesso, il termine “sano” viene confuso con “poco gustoso” e questo accade perchè non si ha magari fantasia o non si conoscono le varie possibilità che la Natura, soprattutto, ci offre. Riscontro questo problemino in molte persone ed è per questo che è nata la mia nuova “categoria” – Ricette del Benessere – all’interno della quale potrete trovare tante golosità che vi piaceranno e faranno un gran bene alla vostra mente e al vostro corpo. Perchè, anche mangiare in modo salutare apporta Felicità!

Prosit!

Che sia chiaro, l’Appendice non serve a nulla

Quante volte avete sentito dire quello che cita il titolo di questo articolo?

Immagino tante. E sicuramente persino da medici o lo avete letto su qualche importante rivista scientifica. Le varie filosofie dibattono alla grande e quello che poteva sembrare chiaro fino a poco tempo fa, viene oggi ripreso in causa e rivalutato. Per alcuni, questa benedetta Appendice, dev’essere comunque lì per caso o per qualche strana mutazione genetica che non deve riguardarci. Anzi, un fastidio che bisognerebbe eliminare subito. Un qualcosa che sta nel nostro corpo di completamente inutile. Come le tonsille ad esempio (è chiamata infatti anche tonsilla addominale). Come i virus. Non servono a niente, ci fanno solo star male. Eliminiamo tutti questi scomodi orpelli. Così almeno non si ammaleranno più e noi ci siamo tolti un problema.

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Oh, ecco bene, è proprio questo il punto che non mi trova d’accordo.

Certo che si ammalano. Sono vivi anche loro. Sono parti del nostro corpo. E si ammalano sovente molto prima di tante altre parti. Ma perché? Perché sono una specie di campanelli d’allarme o forse potrebbero chiamarsi meglio “scudi”.

Immaginate un accampamento di soldati. E’ notte. Tutti i militari sono in camerata a dormire. Fuori dal momentaneo alloggiamento, sotto alla garitta e col suo fedele fucile in spalla, ci sta un giovane soldato semplice che, attento, osserva il buio territorio che lo circonda. Il suo nome è: Appendice. L’aria fredda gli taglia il viso, l’oscurità lo spaventa, il cuore gli batte forte nonostante la rigidità.

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E’ lì da solo e deve accettare tutto quello che arriva. Un soffio di vento gelido, un animale feroce, il nemico. E qualora il nemico arrivasse davvero, aggressivo, ben equipaggiato e forte, sarebbe naturalmente Appendice a perir per primo non trovate?

Molto spesso, è proprio chi fa la guardia a rimetterci. La stessa cosa accade alla nostra Appendice ma questo non significa ch’essa non serve a nulla anzi, il lavoro della sentinella è importantissimo, è fondamentale e, anche se non è proprio idoneo definirla “sentinella” bisognerebbe vederla in questo modo per aver cura di lei.

Ma che cos’è precisamente l’Appendice?

L’ Appendice, chiamata anche Vermiforme o Cecale, è una specie di protuberanza molle dalla forma tubulare, lunga dai 5 ai 10 cm circa, del nostro Intestino Crasso.

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Si trova precisamente nella parte del Cieco e può dirigersi verso diverse posizioni. Premettiamo che la scienza assicura (la maggior parte delle volte), ch’essa sia un elemento che ha perduto completamente le sue funzionalità in quanto ritenuto semplicemente un residuo intestinale erbivoro e fin qui, nulla in contrario. Forse tra millenni sparirà del tutto, come è sparita la coda o come tante altre nostre parti fisiche si sono, con i secoli, trasformate. Dicono addirittura che prima o poi andrà via anche il quinto dito del piede, il Mellino, perchè tanto non lo utilizziamo. Sarà vero? Il fatto è ch’essa, l’Appendice, c’è ancora e, a mio umile parere, è da trattare al meglio.

Come dicevo prima infatti ha la funzione di segnale in caso di problemi all’apparato digerente, o meglio, in caso di malnutrizione. Si, si, lo so che molti di voi non mi crederanno, lo so che molti di voi staranno pensando che stò dicendo delle stupidaggini ma posso assicurarvi che, al di là di altri casi specifici, con una sana alimentazione, difficilmente si subisce un intervento di Appendicite. La Medicina Orientale afferma che questo elemento sia un sacchetto pieno di batteri utilissimi per il nostro organismo come i colibacilli e i lattobacilli (Gram- i primi e Gram+ i secondi) che, come bravi soldatini, mantengono un equilibrio per noi ottimo alla presenza di agenti patogeni quali germi o quant’altro. Una dieta squilibrata può provocare un aumento di batteri nocivi che, quelli buoni, non riescono più a contrastare e da qui, si arriva ad avere la famosa Appendicite. Allora, proviamo a guardare l’Appendice da un altro punto di vista. Quello psicosomatico. Lo sapete che la psicosomatica è una filosofia che seguo, perciò la prendo in considerazione. Sempre.

Innanzi tutto vediamo che altre filosofie, e non solo la psicosomatica, tengono invece molto da conto l’Appendice, al contrario della nostra Medicina, almeno da come sembra. In secondo luogo, bisogna saper che essa rappresenta la collera verso qualcosa o qualcuno che ci impone (magari con autorità) determinate cose che noi non tolleriamo. Si ottiene perciò anche una sorta di paura, una paura inerente al non aver il determinato controllo della situazione. Il non riuscirsi a sentire completamente autonomi quando invece lo si desidererebbe tanto per poter sottostare di meno a ordini non accettati e fare ciò che meglio si gradisce. Questo ci fa arrabbiare. Dobbiamo capire che qualsiasi tipo di infiammazione, all’interno del nostro corpo, equivale a: RABBIA.

Ossia “vedere rosso”, proprio come rossa e calda è una zona infiammata.

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Il sentirsi sottomessi, o dominati, può causare quindi l’infiammazione all’Appendice. Che in realtà può divenire anche una vera e propria infezione.

Ora, se voi provate davvero questa ira, anche se magari apparentemente potete sembrare le persone più docili di questo mondo e ne siete convinti persino voi stessi, nel momento in cui subite un’appendicectomia, automaticamente vi passa anche la rabbia? No.

Voi continuerete a provare questo sentimento ma non ci sarà più l’Appendice ad assorbirlo e a farsene carico per cui, a questo punto, l’emozione negativa andrà ad intaccare un altro organo. La stessa cosa avviene con un’alimentazione errata. Una volta tolta l’Appendice, sarà l’intestino a subirne le conseguenze. Non avete più il campanello d’allarme. Colui che, anche sacrificandosi, vi ha permesso di mantenere altri organi sani.

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Non vi è mai capitato di sentire l’Appendice dolorante e dopo un periodo di dieta tutto si risistema? Essa si disinfiamma appunto con una sana alimentazione. Ovviamente non funziona sempre così, ci sono persone con problemi gravi all’intestino senza mai aver infiammato l’Appendice. Ma non arrivate a tanto. Vogliate bene alla vostra Appendice. Non è vero che non serve a niente.

Certo che si può vivere anche senza! Si vive bene anche senza altre cose.

Ma è come se un jolly ce lo fossimo già giocato. Infine, le ultime ricerche scientifiche ammettono che l’Appendice così inutile non è, soprattutto poi per lo sviluppo del feto. Lo considerano addirittura un importante organo linfopoietico ed immunopoietico utile all’origine di tante cellule immunocompetenti che costituiscono il sistema difensivo delle mucose. Le mucose sono come dei tessuti dalla fondamentale importanza per il benessere del nostro organismo e ne abbiamo in tutto il corpo di diversi tipi. Lo proteggono e lo rivestono.

Insomma, le teorie sono diverse e potrete scoprirlo voi stessi facendo delle semplici ricerche. Chi dice che serve, chi dice di no, chi dice che occorreva all’uomo quando si cibava prevalentemente di vegetali, chi dice l’inverso. Forse nessuno può davvero spiegare con massima precisione la realtà, perciò penso che ognuno potrebbe credere a quello che vuole. Probabilmente nessuna dottrina può essere completamente vera o completamente falsa. Io, rimango dell’opinione che un corpo sano e completo, sia l’optimum. Che ne pensate?

Prosit!

photo unadonna.it – spettacoli.tiscali.it – qnm.it – lundici.it – bloglibero.it

Quanta ciccia hai?

Obeso o sovrappeso? C’è differenza, e non solo dal punto di vista salutare e visivo: il fatto è che si dimagrisce in modo diverso!

La maggior parte della gente è convinta che per perdere peso basta NON mangiare.

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Sbagliato! In questo modo non si eliminerà il grasso, esso verrà stoccato come una piccola catasta di legna e dopo parecchi giorni otterrete al massimo un deperimento e non un dimagrimento. Che è ben diverso. E’ la cosa più deleteria, credete a me. Non è una scelta da fare. Non è salutare, non è positiva, non è utile.

Ci sarebbe da fare tutto un lunghissimo discorso a riguardo in quanto i fattori da tirare in ballo sono davvero molti come ad esempio il momento in cui il nostro organismo va in riserva. Certo. Il nostro corpo è intelligente e se vede che di cibo non gliene arriva più, finchè può, cerca di non consumare energia se non prettamente per le basilari funzioni vitali.

Comunque, non è questo il discorso che intendo affrontare oggi, molto complesso seppur affascinante. Concludo dicendo che il digiuno (utile eventualmente e momentaneamente in determinate, brevi situazioni) non è quindi la soluzione migliore per perdere chili. Perciò, non fate i pigri, se volete togliervi la ciccia di dosso. Ebbene si perché vedete, c’è molta differenza dall’obeso al cicciottello.

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Senza andare a toccare il tasto delle disfunzioni patologiche, parliamo di semplice quantità di grasso.

Ad una persona molto grassa basterà in effetti mangiare di meno per vedere già ottimi risultati.

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Si arriva a perdere anche cinque chili in una sola settimana o di più e no, non è una situazione drastica, si tratta di liquidi e di aria. Il grasso edematoso, quello molto morbido e spugnoso, è impregnato di acqua e tossine ovviamente. Senza accumularne di ulteriori ed ingerendo quindi pochi cibi e sani ecco che automaticamente il corpo tende a pulirsi e noterete subito il risultato sulla bilancia.

Il problema però è che non vale la stessa cosa per quelle persone che di tessuto adiposo intorno a sè ne hanno fondamentalmente poco.

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Così come non varrà più la stessa cosa nel momento in cui la persona molto grassa arriva ad un livello di solo sovrappeso.

A questo punto infatti si avrà un grasso puro, uno strato più sottile di prima ma ben aggrappato a noi. Sicuramente bisogna continuare a seguire una giusta dieta, è naturale, ma quello che occorre è muoversi. Lo stomaco a poco a poco si abituerà a ricevere meno cibo e non soffrirete più la fame, ma tutto ciò non basta ad ottenere il peso forma.

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Con il movimento e l’attività fisica ecco che allora “trasformeremo” il nostro grasso in muscolo e perderemo quella ciccia superflua che ci dà davvero fastidio.

Quello che si dice “bruciare i grassi”.

Dico questo (e traducendolo anche malamente me ne rendo conto, ma se usassi termini più idonei e spiegassi le precise funzioni del nostro metabolismo, probabilmente non tutti capirebbero) perché spesso le persone mi dicono – Ma come mai ho perso tanto e ora che mi mancano solo più una decina di chili non riesco a eliminarli? – oppure – Sono a dieta da mesi ma non perdo neanche un grammo! -.

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Innanzi tutto bisognerebbe tenere d’occhio queste diete dato che in molti credono che la famosa “pasta in bianco” non faccia ingrassare (ahinoi), comunque, al di là di questo, il problema sta proprio nella mancanza di movimento. E credetemi, vi farà anche arrabbiare! E’ come se a volte non gli bastasse mai alla nostra ciccetta per andarsene via!

Ricordo io stessa che quando trovavo soddisfazione nel fare sport per mezz’ora al giorno, dopo un dato periodo, per ottenere gli stessi risultati, dovevo prolungare quel tempo ad un’ora. Che fatica! Contando poi, che ad essere importante è il funzionamento del metabolismo basale (dispendio energetico a riposo) e non tanto l’attività fisica, che comunque fa un gran bene, la situazione si complicava parecchio.

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Dal momento che si ha un buon funzionamento del metabolismo in un corpo sano e l’attività fisica aiuta il nostro corpo ad essere sano, occorre farla. L’attività fisica inoltre produce e accelera la funzione del metabolismo anche molte ore dopo averla praticata perciò è davvero fondamentale.

Una delle tante altre cose che costituisce un’accelerazione del metabolismo basale è la temperatura alla quale siamo soggetti. Uscendo all’aria aperta a fare sport oppure semplicemente aumentando la nostra temperatura interna nel momento stesso in cui iniziamo a muoverci, ecco che potremmo avere il risultato sperato.

Se si tiene conto infatti che 1 kg di grasso è costituito da circa 7.500/8.000 calorie (!) vi rendete conto quanto dovreste muovervi per consumarlo? Dovreste camminare per 600 km! Incredibile. Perciò, in realtà, è tutto un lavoro interno che avviene, e ad innescarlo può anche essere appunto l’attività.

Se non capite la quantità di calorie vi faccio questo esempio: una donna di 60 kg cammina per 5 km consumando circa 300 cal. Ebbene, questa donna avrà consumato 16,6 grammi di grasso. Ok? Pochissimo… sigh!

Non dovrete perciò ammazzarvi, non è questo quello che conta.

Walkers pace themselves along the boardwalk that lines the north side of the Manayunk Canal in Manayunk PA. 2008-01-13.

Vi basterà ad esempio camminare, sovente, anche tutti i giorni e, possibilmente, per non meno di mezz’ora. Mentre lo fate, concentratevi sulla lavorazione di tutti i vostri muscoli e cercate di usare anche i muscoli superiori delle braccia, della schiena e dell’addome. Questo è da fare sempre, probabilmente non vi rendete conto di quanto sia fondamentale l’ordine che parte dal nostro cervello. Se pensate ad un vostro muscolo e gli chiedete di lavorare egli lavorerà il doppio rispetto al semplice muoversi senza la vostra concentrazione su di esso.

forum.termometropolitico.it

Contraeteli, muoveteli, consumerete più energia e modellerete ancor di più il vostro corpo.

Non dimentichiamoci poi che il grasso è un insieme di tossine all’interno del nostro corpo. Purificando l’organismo, automaticamente elimineremo il grasso superfluo e, per farlo, occorre avere un sangue pulito. Per pulire e ossigenare il sangue la camminata è l’ideale e vi parlo di lei in quanto la può eseguire chiunque, non ha controindicazioni e lavorando in concomitanza con l’apparato respiratorio aiuta ad ottenere proprio quello che stiamo cercando! Continuate pure a mangiare (poco e bene) quindi ma alzate il fondoschiena dalla poltrona, il movimento vi aspetta!

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Non denutrite o disidratate il vostro corpo, sarà peggio. Brucerà di meno trattenendo tutto quello che può.

Occorre capire che perdere peso è un conto ma perdere grasso è differente! Non sono la stessa cosa.

Quando perdi peso, sai che cosa stai perdendo? Stai forse sfibrando i tuoi muscoli? Stai perdendo liquidi cellulari? O addirittura massa magra? Non fare questi errori. Mantieni sempre alto il metabolismo basale con una vita sana:

Mediterranean Salad

dieta, attività fisica, una buona colazione, la giusta quantità di acqua da assumere, una buona e concentrata respirazione.

Prosit!

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La Crema dolce ai Mandarini

La pianta di Mandarini (Citrus reticulata), dietro casa di zia, che nonno con devozione curava così come tutto l’orto, in questo periodo, è piegata dal peso dei frutti accesi da quell’arancio vivo che li contraddistingue.

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Il loro profumo si mescola all’aria e allappa le narici per divenire ogni giorno sempre più dolce e più intenso come il loro sapore. Alcuni, davvero troppi, cadono a terra scoppiando nel loro liquido appiccicoso e rimangono lì, ad aspettare di essere beccati dalle galline che il nonno, e oggi la zia, ogni giorno faceva uscire dal pollaio. E’ davvero un peccato sprecare questo ben di Dio, voglio dire, i pennuti hanno tutto il cibo che desiderano anche se qualche Mandarino glielo lascio volentieri, ma nemmeno si può noi mangiare ogni giorno Mandarini su Mandarini tralasciando Mele e Cachi.

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E si, ci sono anche loro. E allora ci si inventa torte, marmellate, macedonie anche se, con il freddo inverno, probabilmente sono meno gradite. La mia idea, è stata quella di creare una crema al Mandarino, chiamato in realtà Esperidio, buona da gustare anche calda che, premetto, richiederebbe all’ultimo l’aggiunta di un liquore agli agrumi per renderla più “seria”. Io non l’ho messo, proponendola così più adatta anche ai piccini. E non ho nemmeno messo lo zucchero bianco usando, al suo posto, zucchero biologico di canna in quantità un pò più abbondante e miele. Anche la farina, che la ricetta voleva bianca e di tipo 00, è stata sostituita con un mix di semi-integrale e biologica. Questi ovviamente sono solo consigli personali lanciando un’occhiata ad un’alimentazione sana, ognuno poi la trasforma come meglio crede, aggiungendo o eliminando ingredienti e quindi inventando ricette sempre nuove. Le dosi e le spiegazioni che vi riporto qui appartengono alla ricetta originale, starà a voi modificarla eventualmente. Ve ne verrà una quantità tale (immaginate un piatto fondo pieno) adatta a farcire una torta ma è squisita da assaporare assieme a biscotti, crustoli o paste secche, frutta, oppure, tenetelo a mente per il prossimo anno, con il Pandoro.

Ingredienti:

  • 350 ml di succo di Mandarini biologici
  • 120 ml di acqua
  • la buccia grattugiata di 3 Mandarini (i miei non erano enormi ma nemmeno piccolissimi)
  • 120 gr. di zucchero (se di canna 150 più un cucchiaio abbondante di miele)
  • 35 gr di farina (o 40 più ne mettete e più diventerà densa, non consiglio quella completamente integrale ma va a gusti)
  • 3 tuorli d’uovo (io ne ho messi 4 in quanto le galline di nonno stavolta si son sprecate)
  • e come dicevo, per chi vuole, un bicchierino di liquore tipo Mandarinetto o all’Arancia.

Nell’acqua, in un pentolino, ho messo le scorze grattugiate (senza grattate la parte bianca) e l’ho portata ad ebollizione per poi spegnere il fuoco e lasciarla riposare.

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Vedrete che diventerà arancione impregnandosi bene dell’aroma delle bucce. Nel mentre ho spremuto i mandarini fino ad ottenere la quantità di succo desiderata.

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In una terrina ho mescolato i tuorli con lo zucchero e, una volta ottenuto un impasto omogeneo e spumoso, ho aggiunto la farina poco per volta.

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Ho mescolato bene con la frusta e ho aggiunto il composto all’acqua che, intanto, si era raffreddata. Continuando a girare con un cucchiaio di legno ho riacceso il fuoco, basso, e ho iniziato a versare lentamente il succo. Una volta aggiunto completamente ho continuato a mescolare fino all’ebollizione. Ho fatto quindi cuocere per due minuti… et voilà. La crema era bella e pronta. Ancora calda, l’ho versata in un piatto fondo e guarnita.

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Avrò impiegato mezz’ora in tutto per realizzare una ricetta sana, colorata e davvero buona! Pensate che il Mandarino è un dono davvero eccezionale. Ricco di vit. C che previene raffreddori e malanni invernali, contiene anche tanti sali minerali e tante fibre che aiutano l’intestino. Inoltre favorisce il sonno e disintossica il sangue. Ha davvero tantissime proprietà benefiche! E lo sapevano bene in Cina, paese che si pensa essere la terra madre di questo frutto, fin dai tempi più antichi. Un frutto che infatti, nel 1828, quando per la prima volta giunse in Europa, lo si chiamò Mandarino in segno di elogio dei più importanti capi cinesi, i “Mandarini” appunto, che vestivano con abiti arancioni. Con un pò di fantasia e l’aiuto di Madre Natura, si possono creare sempre tantissimi piatti differenti senza sprecare nulla ne’ annoiarci. E facendoci del bene.

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Nel mio personale caso inoltre, ho ricordato parecchio mio nonno ed è stato emozionante realizzare qualcosa di goloso grazie ai frutti di una pianta che, per anni, lui ha mantenuto sana e robusta. A questo punto non mi rimane altro che augurarvi, buon appetito e…. come sempre

Prosit!

La Crema morbida di Zucca e tante curiosità su questo magico ortaggio

Il tempo delle Zucche è arrivato, ormai già da un pò, e si vede arancione ovunque nonostante ce ne siano di diverse specie: verdi, bianche, gialle, grigie. Tonde, lunghe, contorte, a volontà. Le Zucche non mancano di certo e, considerando il periodo “Halloweeniano” che le richiede per tradizione e il loro prezzo sinceramente basso, non possiamo non utilizzarle al meglio e per diversi scopi.

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Quello che desidero insegnarvi oggi è creare con la Zucca una crema molto gustosa che vi metterà allegria e vi farà fare una gran bella figura davanti ai vostri invitati. Essa sarà molto sfiziosa e soprattutto salutare se mettiamo in conto le varie e potenti proprietà nutrizionali e benefiche di questo ortaggio. E’ infatti ricco di Vit. A, Vit. C, betacarotene e antiossidanti risultando così, un ottimo aiuto per tutto il nostro organismo, in particolare per i tessuti come anche quello epiteliale. Nonostante tutte queste virtù terapeutiche però, so già che in molti storceranno il naso a sentir parlare di Zucca in quanto c’è chi la adora e c’è invece chi la detesta. Ebbene, potete credermi, anche chi non l’apprezza, avendo assaggiato questa crema, ha pulito il piatto e si è leccato i baffi. Pure i bimbi. In questa ricetta infatti, la protagonista è accompagnata da altri ingredienti gustosi, primi fra tutti, le Patate e i Fagioli. Io uso i Fagioli Cannellini o i Fagioli dell’Angelo ma, ovviamente, voi potete aggiungere quelli che più gradite.

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Iniziamo preparando un buon soffritto nel quale, in una pentola capiente, assieme alla Cipolla tagliata a dadini, metteremo delle Carote e del Sedano, anch’essi spezzettati, dell’Aglio, del Prezzemolo, del Timo, della Noce Moscata, del Curry, dell’Erba Cipollina e della Curcuma. Un filo d’Olio Extra Vergine d’Oliva e facciamo dorare il tutto.

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Una volta pronto, aggiungiamo le Patate tagliate a tocchi, un’altra Cipolla divisa in quattro parti e i Fagioli e infine la Zucca, che dovrà essere in quantità maggiore. Mettiamo acqua fino a ricoprire del tutto le verdure. Più acqua mettete e più la crema diventerà liquida nonostante l’evaporazione. A me personalmente piace abbastanza consistente. Aggiungo ancora un goccio d’Olio, metto il Sale (non siate parsimoniosi con il Sale in quanto la Zucca è molto dolce) e spolvero appena con un pò di Zenzero che userò in polvere così risulterà meno pungente. A chi piace, anche un pò di Pepe saprà fare la sua parte. Faccio cuocere come una semplice minestra e quando tutto è ben cotto, non mi rimane altro che mixare con il frullatore a immersione.

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Ecco pronta la crema sulla quale lascerò cadere qualche foglietta di Prezzemolo tritata in uscita e sistemerò un rametto di Basilico per renderla ancora più vivace. Come potete vedere questa pietanza è davvero semplice da preparare ma otterrete un ottimo risultato. La Zucca, chiamata anche Cucurbita, che nelle lingue ispaniche significa appunto “testa”, ha grandi poteri come quello lassativo, antifungino e vermifugo. Inoltre rinfresca e lenisce l’intestino. I suoi semi, veri e propri toccasana ricchi di sostanze benefiche, erano considerati già in antichità, una potenza della natura e venivano paragonati alle qualità migliori dell’uomo che vivono solitamente nascoste nella parte più intrinseca dell’essere umano così come essi risiedono al centro dell’ortaggio. Il punto d’unione tra l’anima e il fisico. Grazie alla sua potente corazza, a protezione proprio di questo cuore così prezioso, la Zucca divenne presto simbolo indiscusso delle cose care, le cose da difendere con tutte le forze. Tra queste, il ricordo sacro e inviolabile delle persone che amiamo ma che non sono più fisicamente con noi. Fu così che, per la festa di Samhain, il Capodanno celtico conosciuto da noi come – Festa di Halloween -, la Zucca prese presto posto nei riti sacri dei druidi e, assieme ai vivi fuochi, animava la notte propiziatoria per il nuovo anno, quella appunto del 31 ottobre. La notte in cui i morti, i cari defunti, tornavano nelle loro case per scaldarsi e comunicare con i vivi.

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Come racconta anche la mia amica Milly Miriam Grimm nel suo blog “I Colori del Vento“, di tutto questo, se ne riscontra testimonianza in alcune tombe ritrovate in Germania, dentro le quali, erano state collocate, oltre che ai preziosi semi di Zucca, essenza di vita, anche noci e nocciole, che erano considerate un viatico per la rinascita e l’ascesa al cielo. Un ortaggio davvero pregiato in tutti i sensi che riporta in sè un passato ricco di storie, avventure ed emozionanti leggende. La forma panciuta oltretutto, di molte Zucche, come la Cucurbita Maxima, la classica usata come simbolo di Halloween per capirci, ricorda la prosperità e il grembo materno divenendo così anche allusione della fecondità e dell’abbondanza. La Luna Arancione, non deve davvero mancare in questo periodo nelle vostre case, per un sacco di buoni motivi. Tuffatevi nella sua dolce polpa e lasciatevi trasportare dai misteri della più tipica delle tradizioni. Pieni di salute ovviamente.

Prosit!

Tutto quello che volevi sapere sulla tua… Pipì

La pipì, o per meglio dire l’urina, è un liquido lavorato ed eliminato dai reni che fuoriuscendo dal nostro corpo, attraverso la minzione, porta via con sé le tossine e le sostanze di scarto del nostro organismo. Essa inoltre è formata da acqua, ammoniaca, urea, acidi e sali minerali. Un individuo adulto e in salute dovrebbe avere un’urina color giallo dorato, paglierino,  simile alla birra, ossia contenente la giusta quantità di tossine e soprattutto, queste tossine, riescono ad essere espulse. In certi casi infatti, ci capita di sentire di persone che urinano il liquido trasparente come l’acqua. Questo non è un bene se la cosa si prolunga, in quanto potrebbe essere indice di un’assunzione troppo alta di zuccheri oppure non si stanno espellendo le sostanze di rifiuto nella giusta quantità che rimangono così nel nostro corpo intasando l’organismo. Al contrario, avere una pipì troppo scura, per molto tempo, non è positivo comunque. Significa che probabilmente si hanno troppe tossine da espellere, si fa forse uso di troppe proteine e di troppo sale. Il colore della pipì, determina anche l’idratazione (importantissima) o la disidratazione del nostro organismo. bellearti.net

Solitamente più è chiara e più c’è quantità maggiore di liquidi mentre, all’inverso, c’è scarsità di acqua. Oltre ad essere chiara o scura però, la pipì, può anche tendere ad altre tonalità: sul verde, sul rosa, sul blu… ognuna di queste sfumature ha il suo significato e può spiegare che sostanza in eccesso ci sta disturbando. Un dato importante da osservare è anche la quantità di urina espulsa durante l’arco di una giornata tipo.

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Ovviamente mi riferisco sempre ad una persona adulta in quanto i bimbi orinano più spesso avendo una vescica poco capiente. La vescica di un individuo ormai cresciuto invece, può arrivare, grazie alla sua dilatazione e la sua elasticità, a contenere fino a 2lt. di urina. Quindi, anche nel caso delle volte in cui si va in bagno, non bisognerebbe eccedere ne’ da una parte ne’ dall’altra. 4/5 volte al giorno sono più che sufficienti! Evacuando solo 2 volte significherebbe trattenere troppo le sostanze di scarto oppure che i reni, contratti, non riescono ad eseguire bene il loro filtraggio ma, chi invece ne produce una quantità eccessiva sta probabilmente assumendo troppi liquidi e, se andrete a leggere questo mio post QUI  capirete che il troppo stroppia sempre. Fare tanta pipì significa anche che il corpo sta – piangendo -. Potrebbe esserci una tristezza di fondo data da una paura della quale ci si vorrebbe liberare. Gli animali urinano sovente (anche se in realtà hanno la capacità di suddividere in diverse scariche la stessa minzione) per segnare il territorio. Più urinano e più è come se avessero bisogno di affermare – Questo posto è mio! Chi ha osato usurparlo? -. Accade più o meno la stessa cosa in noi. Chi urina in modo esagerato è come se non fosse tranquillo nel territorio/ambiente/circostanza che sta vivendo. Forse ha paura che qualcuno possa appropriarsi di ciò che è suo, oppure teme di essere allontanato da quel che gli è caro. Ha magari paura dell’ignoto che lo intimorisce e che potrebbe entrare nei suoi spazi, oppure ancora c’è qualcuno che, quel suo territorio, non lo sta rispettando. I motivi possono essere molteplici naturalmente. Secondo le leggi della salute, un essere umano non dovrebbe mangiare troppo. Perciò non dovrebbe nemmeno urinare troppo. Purtroppo, spesso è come se vivessimo per mangiare più che mangiare per vivere! Come vi ho spiegato prima, parlando di reni troppi contratti e quindi poco agili nel lavorare, ho praticamente indicato i reni di una persona nervosa, iperattiva e che potrebbe essere irascibile. Nel caso contrario invece, spiegando di reni dilatati, s’intenderà una persona con poca vitalità, pigra e probabilmente ansiosa ammorbata da un’insoddisfazione generale. In casi un po’ più particolari inoltre, si potranno notare nell’urina, tracce di sangue o di sabbia. Anche per questi due elementi c’è una spiegazione. Perdere del sangue dove non si dovrebbe, come vi ho già spiegato più volte, significa perdere un po’ di felicità. Il sangue, simboleggia la gioia della vita che scorre dentro di noi mentre, la sabbia, alias renella, non comporta la presenza di veri e propri calcoli ma trattasi di cristallizzazioni più piccole, espulse dai reni nelle vie urinarie. La renella, appartiene comunque alla famiglia dei dolorosi calcoli e sta a significare il provare dell’amarezza. Subire una condanna, magari persino autoinflitta. Significa essere anche un po’ troppo orgogliosi e non volersi smuovere dalle proprie idee. Quando si dice che si è un pò granitici… ecco lì. Non resta che parlare dell’odore di questo liquido ricco di segreti. In realtà, tolti alcuni alimenti che emettono un odore particolare come gli asparagi (che contengono sostanze che a contatto della nostra urina, per via di un processo metabolico, rilasciano la loro essenza), la pipì non dovrebbe avere un odore parecchio sgradevole. Certo, come ripeto, è carica di scorie per cui non potrà profumare, ovvio. Ma queste scorie, se eliminate nella giusta quantità, sono scorie nuove, non ancora giunte alla degradazione totale. L’urina infatti è un ottimo elemento che ci permette un’analisi giornaliera e del presente. Il nostro stato di salute com’è ora, al contrario delle feci che invece possono riportare ad un passato di qualche giorno. Se sentite quindi, quello che si può definire un “odoraccio”, state, anche in questo caso, scaricando troppe tossine. Il che significa che ne avete tante, che rimangono nel vostro corpo per diverso tempo ed escono poco per volta ormai putrefatte; questo è un termine bruttino ma rende bene l’idea. style.it

Quante cose insomma ci dice la nostra pipì! Sarà un argomento di cui parlerò ancora sicuramente. E’ davvero uno strumento fantastico per fare subito un esamino di conoscenza verso il nostro organismo. Basta conoscerla. Basta pensare che, se esce dal nostro corpo, nonostante la naturalezza del meccanismo, è stata creata da noi e, porta in sè, un piccolo pezzettino da leggere di ciò che siamo.

Prosit!

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E tu che Voce hai?

Anche la voce rivela molto di noi, lo sapevate? La voce è un suono, da noi creato, che emettiamo dal nostro interno e lo facciamo fuoriuscire verso il mondo che ci circonda. voce

Fisiologicamente la voce viene emessa da dei tendini molto elastici chiamati corde vocali che vibrando emettono appunto il suono e, a questo suono sono state configurate quattro caratteristiche:

l’Estensione – ossia la variabilità del tono da più acuto a più grave

l’Intensità – ossia la potenza di questo suono

l’Altezza – ossia la definizione della frequenza della voce

il Timbro – ossia la qualità della voce percepita dall’udito

Ovvio è che la voce, è stabilita da determinati fattori fisici: ampiezza della cassa toracica, forma del collo, gola, sesso, età ma, come sapete, in questo blog, si cerca sempre di andare oltre e di scoprire qualcosa di più. Si perchè secondo diverse filosofie, anche la voce, come tutto il resto del nostro corpo e della nostra anima, può essere influenzato e modificato da altri autori. Vi verrà difficile crederlo ma persino l’alimentazione collegata alla psicosomatica è un fattore determinante. Come ci insegna Naboru Muramoto, seguace del famoso medico orientale Ohsawa, divulgatore di antiche teorie cinesi, il tono della voce indica anche le condizioni totali di chi sta parlando dal punto di vista fisico e psichico.

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Molte persone hanno una voce molto acuta o molto grave, a seconda di come consiste generalmente il loro regime alimentare. Secondo questo maestro quindi, chi “sporca” il suo organismo con alimenti “inquinanti” non avrà una voce armonica, piacevole da ascoltare bensì potrebbe invece addirittura nascondere qualche disturbo agli organi interni. Ma non solo. E’ stato stabilito, secondo queste teorie che, chi ad esempio parla in fretta, senza quasi prendere respiro ha un cuore troppo attivo e quasi sicuramente da piccolo non era sufficientemente ascoltato o meglio, in famiglia, i suoi discorsi non avevano ampio spazio. Chi invece parla ad alta voce può avere i reni intasati, può pensare in modo disordinato e grida per dare peso e valore a dei concetti ch’egli stesso fatica a ritrovare in quel caos mentale che ha. Urlare serve a espellere gli scarti metabolici e psichici; è come sudare, urinare e defecare. Come anche i sordi fanno. La sordità può nascere da un non voler più ascoltare quelle che vengono definite “le brutture che ci vengono dette”, quelle che noi non sopportiamo. quelli-da-cui-non-ascoltare-consigli-su-denaro-e-investimenti-liberta-finanziaria1-620x330

– State zitti! Parlo io! Voi mi fate male! Non ne ho più voglia di ascoltarvi! – direbbe il sordo, che ci nasca o che lo diventi in tarda età. – Urlo più di voi, così almeno tacete! -. Alcune persone inoltre, si esprimono in modo strano. Le loro frasi sono molto lunghe con poche pause e, mentre parlano, emettono addirittura strani rumori nasali o lari-faringei. Ebbene, pare che’essi non abbiano trovato un buon equilibrio interiore. Nella nostra vita bisognerebbe mangiare per vivere e non vivere per mangiare. Si deduce quindi che in realtà il nostro organismo abbia bisogno di poco cibo e non di abbondanza. Perciò, chi mangia tanto, parlerà anche tanto in quanto ha molte tossine e sostanze di scarto da eliminare. Ovviamente, si sposano con la voce tutti i vari malesseri di cui possiamo essere vittime durante l’anno come l’afonia che ci lascia – senza parole -… per paura? Per collera? O perchè semplicemente non riusciamo a formulare le nostre idee? Una forte emozione che ci ha “chiuso il becco”. La raucedine, che si manifesta quando il nostro cervello collega un evento  a questa equazione “parlare = pericolo”. Claudia Rainville, psicoterapeuta, inoltre, esamina la balbuzie che è un disturbo più dell’elocuzione che della voce in sè ma di esso, come stato d’ansia, dice che può nascere nell’età infantile solitamente nel timore di perdere un genitore o nella paura di donare del dispiacere a qualcuno con il risultato dell’essere sgridato, o minacciato, o respinto. La nostra splendida voce indica tanto di noi per chi sa ascoltare in modo particolare. Per chi si sofferma a soppesarla. Fondamentalmente non ci sono segreti, siamo dei libri aperti. Un argomento interessante a mio parere sul quale ritorneremo, grazie al quale possiamo migliorarci sempre più.

Prosit!

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L’Importanza del PH Sanguigno – Troppo Sottovalutato

MANTENERE IL SUO GIUSTO VALORE CON L’ALIMENTAZIONE

In fisiologia, il sangue, è considerato un tessuto (tra i connettivi per la precisione) anche se allo stato liquido. Sappiamo tutti che, passando nel nostro organismo, ha la capacità di trasportare le sostanze trasformate utili e riportare via quelle di scarto attraverso un movimento perpetuo che è la circolazione sanguigna. purificare-il-sangueIn pratica nutre e pulisce il nostro corpo. Da qui diventa ovvio capire che più un sangue è pulito e mantenuto nei suoi giusti valori più potrà eseguire un ottimo lavoro, al contrario, se è sporco perché intossicato da diversi fattori, automaticamente tutto il nostro organismo ne subirà le conseguenze. Un valore molto importante del sangue, purtroppo poche volte considerato, è il suo PH. Il pH è la misurazione di acidità o di basicità di un liquido o meglio di una soluzione acquosa. Tutto in natura ha un suo pH e se questa misurazione è sballata in riferimento al soggetto, nello stesso soggetto vengono a causarsi seri problemi. Anche la televisione, parlando di detergenti, ci spiega che se la nostra pelle ha un pH di 5.5 (in realtà varia da individuo a individuo da circa 4.5 a 5.6), è bene utilizzare prodotti adatti a questo pH e quindi non troppo più acidi, non troppo più basici o alcalini. ph-scaslePossiamo dire che la scala di misurazione del ph va da 0 a 14, per cui, la sua metà è 7. Da 0 a 7 sarà considerata l’acidità mentre da 7 a 14 la basicità. Noterete già come la nostra pelle è quindi leggermente acida. Scusate quest’introduzione noiosa ma era per definire bene di cosa stavo parlando. Ora, mentre il pH della nostra pelle è appunto intorno al 5.5 (manteniamo questo valore) dovete sapere che quello del sangue è invece all’incirca di 7.41. Più o meno. Leggermente basico. Tenendo conto della differenza tra sangue arterioso “pulito” e sangue venoso “che trasporta sostanze di rifiuto”. Mantenendo il valore del sangue intorno a 7.41 ecco che ci ritroveremo con un sangue ottimo che nutrirà e pulirà tutti gli altri tessuti del nostro corpo. Al di sotto del 7.35 o al di sopra del 7.45 inizieranno ad esserci problemi perché un sangue troppo acido inacidisce il corpo mentre quello troppo basico avrà un’azione caustica nei confronti dei nostri tessuti. Teniamo conto che molto spesso, se non stiamo bene, se siamo sotto stress o se dobbiamo prendere medicinali è normale che i nostri valori si alzeranno o si abbasseranno ma nessun problema, possono tornare normali senza allarmismo. Come fare a tenere un valore del pH adeguato però? E’ semplice. Un grande aiuto ci può arrivare dall’alimentazione. alimenti-bio11Come vi dicevo prima, tutto in natura ha un suo pH per cui anche gli alimenti. Naturali ovviamente. Potrete anche parlarne con il vostro medico ed eventualmente richiedere la voce pH nelle analisi del sangue (che è un vostro diritto!). Un pH sballato, a lungo andare, può degenerare le cellule e causare seri disturbi. L’iperacidità ad esempio porta a malesseri gastrointestinali come bruciori di stomaco o gastrite o calcoli. Sulla pelle possono apparire eczemi, seborrea, iperidrosi. Persino l’irritabilità, l’ansia o le cefalee sono riconducibili a un sangue troppo acido. Altri disturbi invece li avremo in caso di troppa basicità sanguigna. E quindi quali sono gli alimenti più acidificanti e che perciò rendono il nostro sangue più acido o più alcalinizzanti che invece lo rendono più alcalino? Scopriamoli.

ALIMENTI ACIDIFICANTI: carne, pesce, formaggi, cereali, grassi animali, tuorlo d’uovo, frutti di mare, aceto, zucchero bianco, caffè, tè, arachidi, bevande gassate, etc, etc… per non parlare degli additivi acidificanti per conservare gli alimenti. Persino alcuni frutti sono acidificanti come le fragole, i mirtilli e le prugne.

ALIMENTI ALCALINIZZANTI: legumi tranne lenticchie e fagioli, patate, alcuni tipi di latte, mandorle, carote, albicocche, insalata, uva e persino gli agrumi come il limone che pur essendo acido, la sua acidità, a contatto della nostra saliva diventa basica anzi, alcalinizzante.

Nessuno dei due tipi è “bravo” o “cattivo” bisogna solo cercare di mangiare in modo vario e soprattutto cercare di scegliere all’occorrenza l’alimento più adatto. Diciamo che, nella norma, la maggior parte della popolazione, soprattutto occidentale, soffre più di disturbi causati dall’acidità anche perché sono più i cibi acidificanti e questi cibi sono per noi all’ordine del giorno ma questo non vuol dire che non debbano essere mangiati. Ci sono poi anche dei cibi che sono definiti NEUTRI come gli oli, lo zucchero di canna e il miele grezzo che non vanno a intaccare alcun valore. Forse questo post vi sarà risultato noioso ma so che è molto utile conoscere queste cose e mi faceva piacere dirvele. Una dieta un po’ diversa dal solito. Un regime alimentare. Di seguito vi riporto a una tabella molto completa se volete saperne di più.

http://www.vitadidonna.it/alimentazione/alimenti/alimenti-alcalinizzanti-tabelle-cibi-acidi-e-alcalini.html

Prosit!

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