La maestosa e affascinante potenza dell’Odio

EPPURE SO CHI SEI

Avendo studiato per anni la Psicosomatica e la Metamedicina riesco facilmente a farmi un’idea sulla personalità di un individuo in base alle malattie delle quali soffre o ha sofferto.

Mi faccio un quadro, non assoluto ovviamente, in quanto l’Essere Umano è un insieme di mondi stratosferici e sempre da scoprire ma, grosso modo, capisco chi ho di fronte.

Nonostante tutto, molto spesso, le manifestazioni di ciò che già conosco riescono ugualmente a stupirmi.

Supponiamo io mi renda conto che quella persone soffre di invidia, nutre rancore costantemente a causa di questo e reagisce, di norma, alle situazioni della vita, con aggressività. Non ama essere messa da parte, ha continuamente bisogno di percepire stima nei suoi confronti, deve apparire uscendo dal gregge e patisce l’autorità di chi ne sa più di lei. Ottimo.

Per quanto riguarda questo suo ramo, mi sembra di avere compreso. Le malattie che conosco, e che le appartengono, mi suggeriscono tutto ciò e molto altro quindi posso sapere come comportarmi al fine di recarle meno danno possibile e cercando, naturalmente, di salvaguardare il mio benessere dinnanzi a lei.

SCONQUASSANTI MANIFESTAZIONI

I meccanismi non hanno segreti ai miei occhi, noto il suo demone “madre” costantemente, in parecchie sue frasi o azioni ma, va bene, lo accetto, so che c’è. Capita però, a volte, che succede un qualcosa il quale sveglia del tutto quel demone e lo fa agire in tutta la sua incredibile potenza. Ogni volta che questo accade rimango sbigottita. Voglio dire, lo so, lo sapevo, eppure…

Avete presente un’enorme tromba d’aria che effetto fa? Sappiamo bene che spaventa, è distruttiva, non vorremmo vederla mai. Si lascia dietro morte e caos ma, da vedere, è uno spettacolo della natura stupefacente.

Quell’aria di vari colori che prende forma attraverso nuvole impetuose. Giravolte potenti che manifestano la loro solenne forza. Giganteschi ammassi di vapore che ammaliano con la loro sovranità, che tutto possono e niente può fermarli. La loro dominanza lascia senza fiato. Quasi la si “invidia” una tromba d’aria. Vorrei anch’io essere bella e onnipotente come lei, senza far del male a nessuno, ma togliendomi di dosso tutto ciò che è inutile, lagnoso, non degno di starmi appresso…

Tornate a casa nani, levatevi davanti, per la mia rabbia enorme mi servono giganti… – (F. Guccini – Cirano)

Non lo vorreste anche voi? Ma torniamo allo stupore.

E MI TROVA MERAVIGLIATA

Lo stupore che mi coglie proprio perché mi vedo stupita. Mi spiego? A sbalordirmi è il fatto che mi rendo conto quanto queste manifestazioni dell’Uomo mi stupiscono ancora. E lo fanno perché sono sempre molto originali, molto severe, molto di carattere, molto influenti, intense…

In quel momento la magnificenza del demone è dominante sopra ogni cosa, proprio come la tromba d’aria che descrivevo prima. È prestante, possente, vigorosa, ricca. Ricca di sfumature, di memorie, di tutte le bellezze raccolte e rinchiuse lì in una o più vite.

Davanti a me si mostra tutta la sofferenza che urla sguaiatamente e che da anni cerca di essere ascoltata. Mi si pone davanti, a un palmo dal naso. Sento il suo fetore nelle mie narici, il suo sfiorarmi mi fa quasi rabbrividire e i suoi occhi, nei miei occhi, svelano cosmi.

Il suo grido riesce a far tremare persino le ossa e non può che scuotere.

Quanta meraviglia c’è lì. Che occasione splendida per riuscire a vedere Dio (che non ripeto cosa intendo) o quantomeno provare a cercarlo. Ostico assai. L’imprevedibilità di questa violenza turba. Preoccupa. Pensi di non esserne all’altezza. E hai un’unica soluzione: riconoscerti amore. Essere amore.

T’APPARTENGO MI APPARTIENI

Ma perché tali manifestazioni riescono a colpire così tanto? Perché ci appartengono. Perché ne trasportiamo le stesse frequenze.

Perché se una persona riesce a mostrarmi, ad esempio, la sua invidia, significa che io, l’invidia, la conosco o l’ho conosciuta. Oppure ancora la giudico. Giudicarla significa comunque conoscerla. Un qualcosa, insomma, con il quale ho avuto a che fare.

Significa che probabilmente invidio te che sei amato mentre io mi sento emarginata da tutti e vorrei essere amata e apprezzata quanto te, per non sentirmi sola. Scrivo questa ipotesi perché la trovo sottile.

L’invidia non si ferma alla borsetta più bella, alla moglie più sexy, al ruolo in fabbrica di maggior pregio. L’invidia, come tutti gli altri demoni, tocca ogni riga e ogni spazio del nostro pentagramma ma ricordati che questo discorso vale per qualsiasi mostro: fastidio, lamentela, rabbia, paura, pigrizia, codardia, menzogna, avarizia… e sono sempre mostri divini, non  dimenticarlo.

E allora, ad ogni demone che vedo dico – Grazie -. Grazie per questa roboante manifestazione …che altrimenti non ti avrei visto! Grazie per questa tua onda travolgente che mi ha presa per le spalle e strattonandomi mi ha urlato – Guarda! Guaaa rdaaa miii!!!! -.

La manifestazione di un odio che cresce non può passare inosservata. Non andartene. Resta davanti a lei. Osservala in tutto il suo splendore. Vai oltre, cerca ciò che cela e scoprirai un mondo magnifico. Il tuo.

Prosit!

photo freepik.com – the-bestiary.fandom.com – wattpad.com – 123rf.com – pantalonesdemoda.net – torino.repubblica.it – pinterest.com

Quella volta in cui Polpaccio mi prese da parte

DOLOR TREMENDO DOLOR

Si si. Mi prese da parte e… mi mise da parte. Il mio caro Polpaccio… quando si impunta su una cosa non gli fai cambiare idea neanche pregandolo. Ora ti racconto bene cos’è successo perché potrebbe interessarti.

Una splendida e soleggiata mattina di luglio decisi di darci dentro con le pulizie indoor e outdoor, cioè quelle pulizie che quando hai finito occorre rifare l’attestazione di agibilità dell’edificio.

Fu mentre trascinai un peso che, all’improvviso, sentii una specie di rottura nel muscolo del mio Polpaccio. Dolor tremendo dolor! Attuai immediatamente le mie tecniche di consapevolezza nei confronti di quel dolore ma il male fisico, comunque, si sentiva eccome.

Considerando che una delle mie più grandi passioni è l’escursionismo puoi ben capire quanto mi “giravano” ma, farsele girare, è la cosa peggiore da fare se conosci il comportamento da attuare nei confronti del malessere che ho spesso consigliato.

Il dolore continuò a esistere per giorni e giorni, sotto forma di fitta pungente e invalidante. Avevo già capito cosa voleva suggerirmi ma essendo per me un tasto dolente quanto lui, ho preferito non ascoltare facendo finta di niente.

Lui però non fece finta di niente e, vedendo che volevo fare la furbetta, ci andò giù secco.

PINOCCHIOOOO MA DOVE VAI?

Mi vien da ridere se penso a quanta resistenza opponiamo spesso nei confronti della vita e verso i consigli della nostra Anima. La paura riesce sempre a farla franca e il cambiamento, che ci intimorisce molto, lo viviamo come un turbinio di timori e preoccupazioni.

Pensando di farla in barba a Polpaccio (io so che è impossibile ma la mente no) andai avanti per la mia strada… zoppicando ovviamente.

Bene, per farla breve, immagina che furbona, mi portai dentro quel dolore per ben tre mesi. Oh si!

Vabbè, ma sai… fa molto caldo, si va in vacanza, si sospendono le gite e il procrastinare diventa la culla prediletta soprattutto per una come me. Fu un peccato che l’autunno giunse veloce e con lui altre nuove escursioni fantastiche, in cima ai monti, da organizzare! E… Yeppa! Eeee… Ehm…

Meg? – disse la mia Coscienza

Siiiiiiiii?????? – risposi

Hai un Polpaccio inutilizzabile ricordi?

Tananana’… Tanananaaaaa’…!

L’urlo, prettamente mentale, che spingeva con forza per uscire dal mio osso frontale lo sentirono riecheggiare anche nelle valli limitrofe.

Porcaccia di quella porcaccia zozza porcaccia, stai a vedere che l’aveva vinta lui!

ROCKY BALBOA VS IVAN DRAGO

Facendo man bassa di tutta la diplomazia e la pazienza che mi competono decisi di prepararmi così per il primo round con Polpaccio. Tra l’altro, già che ci sono, avviso amici e parenti che come sanno tali due qualità in me scarseggiano e le ho completamente esaurite a causa del muscolo irriverente.

Una sera, dopo essermi schiarita la gola, chiamai a me la sua attenzione come la povera Clara chiamava Heidi.

Polpy… possiamo parlare un attimo? – gli chiesi.

Oh ciao Meg! Finalmente! Qual buon vento?

Dopo questa sua risposta, l’80% della mia umiltà era andata già a farsi benedire e avrei voluto stritolare i Gemelli (muscolo conosciuto anche con il nome di Gastrocnemio) nel palmo della mia mano ma mi trattenni.

Eh, ho bisogno di dirti una cosa

Dimmi pure – fece con quel fare solenne che mi stava assai sul groppone.

Ascolta, volevo dirti che ho capito. Ho capito il tuo messaggio, quello che hai cercato di dirmi con il tuo dolore. Ho capito e ti prometto che farò quello che mi consigli…

La sua grassa risata la sentirono anche i vicini di casa – FARAI? Ahahha! Sei troppo forte Meg! Farai… certo! Sono quarant’anni che “farai”, come no?! Non FAI ma farai… sesese…

Mi stava irritando come pochi e se ne accorse – Lo so che ti sto dando fastidio, da mesi ormai, ma vedi, ti sei messa in una bruttissima posizione Meg! Posso capire chi non comprende certi linguaggi ma… tu? Mi prendi in giro? Sai benissimo cosa significa avere un dolore a un Polpaccio eppure fai finta di niente e poi mi vieni a dire “lo farò”? Sai benissimo anche che, se sono arrivato, è proprio perché quel “lo farò” lo hai già detto mille volte ma non sei mai stata di parola

Senti Polpy hai ragione ma è difficile! Santa Madre, potrai capire che ho anch’io paure e preoccupazioni?

Meg, io capisco tutto ma tu dimentichi che le scelte da effettuare sono grandi quanto te e la tua evoluzione. Io penso che tu possa farcela ma non vuoi. E mi dispiace, su questo, sarò irremovibile. Ho sopportato fin troppo

Ti prego…

No!

OK, MA QUINDI COSA SIGNIFICA?

Avrei voluto pestare i piedi e fare i capricci come i bambini e mi sentivo proprio un po’ bambina. Quello che Polpaccio mi stava chiedendo mi sembrava enorme, gigantesco.

Il Polpaccio, o meglio i Polpacci, sono letteralmente i motori delle gambe, la parte sulla quale più grava il movimento dei nostri arti inferiori. Come ti ho sempre detto, le gambe rappresentano il nostro avanzare nella vita e questo avanzamento avviene prettamente grazie ai Polpacci. Non solo, i Polpacci ti permettono anche di andare più veloce, o più lentamente, seguendo obbedienti la velocità che tu decidi con i piedi. Quindi anche un andare avanti rapido o lento è da osservare.

Ad esempio, nella tua vita, qualcosa sta andando troppo veloce per te e non riesci a stargli dietro? Vorresti mettere dei freni, degli stop, ma non riesci? Ecco che il Polpaccio traduce il tuo volere. Oppure, all’incontrario, ti trovi in una situazione che vorresti cambiare ma non riesci a smuoverti da lì? Ti senti la vita scorrere di fianco ma tu ti trovi sempre nello stesso punto? Anche in questo caso il Polpaccio ti parla, ti fa sentire come lo stai irrigidendo a causa della tua paura a muoverti assieme a quella vita e fluire con l’esistenza tutta. Solitamente sono le scelte da prendere e che coviamo dentro, con le preoccupazioni, a renderci i Polpacci doloranti.

Quando si vorrebbe vedere tutto già finito e invece non si è neanche ancora iniziato, quando le cose vanno all’incontrario di come vorremmo, quando vorresti andare da una parte e invece qualcuno o qualcosa ti costringe ad andare in un’altra direzione, quando hai paura di non avere più tempo, quando vorresti tornare indietro ma non puoi, quando ti mettono fretta… queste sono tutte situazioni che possono provocarti tremendi dolori ai Polpacci. O anche un fastidioso prurito.

TROVARE UNA SOLUZIONE

Parlavo tra me e me: “Cosa c’è Meg che vorresti vedere diverso nella tua vita e non hai più voglia di sopportare? Da dove vorresti andartene? Cosa vorresti modificare? Dove vorresti andare? (Attenzione, non si intende per forza un luogo, alle volte te ne vuoi andare da una persona o da una situazione)”. La risposta arrivò immediata. Il mio cuore, in fondo, lo sapeva da anni.

Il problema era che non AGIVO a tal proposito. Agivo con la mente, con l’immaginazione… Oh! Ero bravissima con l’immaginazione, laddove nulla di male poteva capitarmi e io continuavo fondamentalmente a vivere nella mia zona di comfort. Troppo facile.

Basta. Tutta quella roba doveva finire. Stavo opprimendo la mia vera natura. La parte intrinseca, La “Bambina” che era in me.

Composi il numero di telefono in un miscuglio emotivo di trepidazione e ansia.

Buongiorno, mi scusi, volevo sapere, per caso è ancora libero quel…? Bene, e potrei prendere un appuntamento?… […] … ok, la ringrazio molto, a domani allora!

Le porte iniziarono ad aprirsi. Sentivo di essere sulla strada giusta nonostante tutti gli ostacoli che avrei potuto incontrare. Sentivo la voce della mente che mi diceva – Sei pazza? Cosa stai facendo? Te lo impedirò sappilo! Non puoi fare quello che vuoi, non sei libera! – e sentivo quella dell’Anima – Vai così Meg! Grande! Sei speciale! Ti lovvo!!! – (si, la mia anima è molto hippie)…

Accadrà? Non accadrà? Poco importa. Mi sono tolta dalla comfort zone dimostrando alla paura che son più forte di lei. Solo questo serviva.

Il dolore al Polpaccio è scomparso del tutto.

Prosit!

photo ordinacjia.vecernji.hr – la-forza.it – corriere.it – bellezzasalute.it – sentres.com – cimentoapodi.com.br – kashlynnebirmingham.com – freepik.com

La Natura cura ma il Potere è tuo

AMBARABACICCICOCCO’

Avrai letto spesso un concetto che mi piace tirar fuori in diversi argomenti quando parlo della Paura, Madre indiscussa di tutte le emozioni negative. A volte suggerisco che la Paura può essere una grande amica ma non è lei che deve governare le tue scelte o amministrare il tuo vivere. In pratica non dovresti dargli più potere di quello che merita.

Siamo troppo abituati a dare potere e, di conseguenza, RESPONSABILITÀ al resto del mondo ma quasi mai a noi stessi. Lo diamo agli altri, lo diamo alle emozioni che ci guidano, lo diamo alla società in cui viviamo e oggi, a causa di nuove discipline e tendenze nate da qualche anno, lo diamo alla natura.

Lo abbiamo dato per molto tempo alla natura quando non ci piacevano, e non ci piacciono, i suoi comportamenti. Quando diciamo – Che brutto tempo oggi! Oggi, a causa della pioggia, non posso fare questo o l’altro -. Quando ce la prendiamo verso quelli che consideriamo per noi disastri o quando animali a noi poco simpatici si permettono di invadere il nostro territorio. Adesso, però, diamo alla natura anche il potere di guarirci.

Ebbene, premetto fin da subito che questo è vero. La natura è un dottore unico e supremo capace di curare ogni malanno, ha qualità e potenze incredibili ma non ragioniamo quasi mai sul fatto che anche noi siamo natura. Che le sue stesse forze energetiche le custodiamo dentro di noi e che non c’è alcuna divisione tra noi e lei. Nessuna. Noi siamo sicuramente più “inquinati” sia nel nostro Corpo Mentale che in quello Emozionale. Siamo pieni di pensieri e sensazioni – spazzatura – che ci offuscano altri sensi ma la scintilla della vita, comunque, esiste in noi. Serve solo rispolverarla.

COME DEVO ESSERE?

Quando leggo su diversi testi, o in molti articoli, “Guarire attraverso il Potere delle Piante” (vedi ad esempio il libro di Clemens G. Arvay) mi chiedo se quell’autore, al quale non voglio togliere nulla, conosca invece il suo di potere. Anche in questo caso si dà responsabilità (potere) ad alberi e arbusti cosicché, quando abbracciamo un tronco come fossimo vampiri energetici, convinti di succhiargli un po’ di buona energia che ci spazzi via lo stress, ci rimaniamo poi assai male se questa sorta di terapia non funziona o funziona per poco tempo.

Ora, è vero che se mi faccio una tisana alla Lavanda dormo meglio ma è anche vero che se se la prepara Tizio non ottiene alcun risultato. Come mai? Io e Tizio siamo fisiologicamente diversi? Bene. Quindi le piante funzionano solo con chi ha avuto la fortuna di nascere con un organismo preposto alla loro funzione curativa? Nella Pet Therapy quale organismo dovrei avere, quindi, per essere in accordo con un cucciolo e armonizzare il mio essere?… No, non è così.

Grazie infinite a tutti coloro che cercano di sensibilizzarci nei confronti del cordone ombelicale che ancora abbiamo e ci connette a Madre Terra ma io vorrei andare un goccio oltre.

SEI UN GENERATORE DI VITA

Come ho detto, quel potere, è dentro di noi. A tal proposito e per capire meglio questo articolo, ti consiglio di leggere questo mio post https://prositvita.wordpress.com/2018/06/20/abbracciare-un-albero-dubbi-e-perplessita/

Se lo hai già letto avrai capito che non ti servirà a nulla, o quasi, abbracciare un albero se rilasci scorie di fastidio, tristezza, rabbia, etc… lui non può che rispecchiare ciò che sei, in quanto lui è solamente e unicamente – Vita -. (Sorridi e la Vita ti sorriderà).

Solo se riesci a dare Amore a quell’albero noterai che il tuo Amore con il suo (il miracolo della vita che comprende l’Universo) connettendosi assieme moltiplicheranno quella forza e tu ti sentirai pieno di gioia e benessere. Magari, ovviamente, non la prima volta ma continuando non potrai che riempirti di “onde vibrazionali di Amore”.

Amore è un termine convenzionale che l’uomo ha creato per descrivere l’Energia Universale e Divina che, come forza creatrice, realizza movimento – cioè energia – cioè vita. Noi stessi ne siamo stracolmi.

Aristotele descrive il nostro infinito potere con il termine “Entelechia” ad intendere, tra altre cose, l’evoluzione totale con scopo finale dell’Uomo (natura) come essere perfetto. A partire da quello che gli alchimisti indicano come “monade”. Ma torniamo a discorsi meno strambi.

IL MIO AMORE E’ IL TUO AMORE

Sappiamo bene che un gatto, ad esempio, è in grado di assorbire da noi le emozioni negative e allontanarle, scacciarle via, se non trasmutarle addirittura quasi distruggendole. Ma cosa accade se, a quel gatto, noi invece regaliamo amore puro e incondizionato che non è assolutamente quello del “bisogno d’amare”? Accade un miracolo e cioè che il gatto, così come tutti gli altri animali che lo ricevono, lo rimandano raddoppiato proprio come accade con le onde elettromagnetiche perché noi siamo in continuazione propulsori di onde elettromagnetiche. Scienze come la biofisica indicano ogni corpo naturale come un’antenna in grado di ricevere ed emanare radiazioni e non solo come composti chimici regolati da reazioni chimiche.

Mandare amore ad un animale che si ha in casa o si incontra selvatico in un bosco non significa dire o pensare di amarlo. Significa essere amore e, di conseguenza, lui si impregnerà delle nostre frequenze. Attorno a noi, non potrà che esserci Amore, ossia bellezza. Bellezza d’animo. Questa è fisica non una semplice tecnica inventata dai Puffi.

Tutto questo per dirti che sei tu il vero padrone di te stesso e della tua guarigione. Tu decidi se stare bene.

In parole poverissime… se tu emani vibrazioni gialle esse andranno a collegarsi alle vibrazioni gialle che trovano in un determinato raggio attorno a te. Tristezza = Tristezza. Rabbia = Rabbia. Pace = Pace. Come se fossimo delle radio.

LO SAPEVANO GIA’ GLI ANTICHI

La sensazione di benessere che provo abbracciando una pianta o accarezzando un cane mi permette di evadere dalla mia stressante quotidianità, mi fa sentire più serena, mi tranquillizza ma è solo una parvenza (regalata dalla mente e sembra vera) se non coltivo tutto questo. Soprattutto se non lo coltivo dentro di me e se non imparo a nutrirlo – sempre – dentro di me, a prescindere dal luogo in cui mi trovo.

Se emani amore nei confronti di una pianta, se sei tu ad abbracciare lei anziché allucinare un suo abbraccio, se sei tu a dare anziché chiedere sarai ancora più potente di lei e, automaticamente, nutrirai le frequenze guaritrici. Le tue!

Suvvia! Lei è “solo” una pianta, tu sei un Essere speciale, divino, umano. È attraverso te che l’Universo svolge le sue più grandi manifestazioni, sei co-creatore, è a te che ha dato certi poteri che altri esseri non hanno. Tu hai una forza creatrice che nessun altro ha. Tu sei l’Essere superiore tra tutti, anche se oggi usi questo potere solo per arricchirti o danneggiare il creato.

Non essere un micragnoso, sei tu che puoi curare una pianta e non viceversa, senza nulla togliere alla pianta che attraverso le sue essenze fisiche e biochimiche e la sua energia, pura e vitale, ti aiuta di sicuro.

Alcuni testi dei quali la religione si è appropriata dicono chiaramente nei confronti dell’Uomo – Fatto a sua immagine e somiglianza – e tu sai che per me Dio non è assolutamente un vecchio giudicante su una nuvoletta. Noè, San Francesco e molti altri forse non sono mai esistiti realmente, ma è il messaggio che si nasconde dietro al loro operato ad essere importante e Maestro. E, in alcuni casi, persino alchemico. Cioè, non è stata una famiglia di armadilli a salvare l’umanità capisci? E’ accaduto l’inverso.

È l’Uomo, in tutta la sua infinita grandezza il vero salvatore. Sei proprietario di doti che nessuna pianta, nessun animale, nessun minerale possiede. Sei la perfezione della natura tutta e, in te, è contenuto l’intero cosmo “così dentro e così fuori“.

Fatti aiutare dalla natura che è come un ventre materno. Che ha qualità incredibili. Affidale i tuoi strazi e i tuoi dolori ma ricordati che nulla può passare se non sei tu ad aprire la porta. Ricorda che tutto va a morire se non sei tu a nutrirlo. Ricorda le voci dei tuoi antenati che gridavano: – Ciò che io manifesto il mondo mostra e vive! -. Perché ciò che tu sei, quella pianta non può far altro che rifletterlo. Nonostante i suoi oli essenziali, particelle e terpeni.

La biofilia è l’amore per la vita e deve partire da te.

Il bosco ha un suo potere, il mare ha un suo potere, la campagna ha un suo potere ma poco otterrai se non riconosci il potere che è in te.

P.S. – Per alcune immagini ringrazio Gian Panti e Andrea Biondo andreabiondo.wordpress.com

Prosit!

A te che osanni il Lupo dico: fai attenzione!

Sei pronto?

Sei pronto ad aspettarti un complimento dopo tutta la fatica che hai fatto e a ricevere solo un misero accenno col capo, senza fronzoli? E… senza offenderti?

Sei pronto a smetterla di lamentarti per tutte le mancanze che i tuoi genitori ti hanno fatto provare?

Sei pronto a non aver più bisogno di nessuno?

Sei pronto a non pretendere più che il tuo partner ti renda felice?

Sei pronto a non dover più badare al quieto vivere? Alla morale? Alla cultura che ti è stata imposta e ti ha plasmato?

Hai mai pensato a come davvero sarebbe un Lupo trasformato in Uomo?

Sei pronto a gridare in piazza come davvero la pensi senza preoccuparti del giudizio altrui? A ululare forte, riecheggiando tra boschi e montagne, zittendo tutti gli altri animali attraverso il tuo potere?

Sei pronto a vivere anche SENZA la stima da parte degli altri? A non farti intaccare dalle loro azioni? Dalle loro bugie? Ad essere costantemente centrato?

Sei pronto a non avere aspettativa alcuna?

E ad amare te stesso SOPRA OGNI COSA?

Io ho conosciuto i miei Lupi e non me ne vanto. Io ho conosciuto i miei Lupi e mi hanno fatto un male della Madonna. L’unica cosa della quale vado fiera è aver avuto la forza e l’impegno di diventare come loro. Perché attraverso il loro essere taglienti, il loro calpestarmi senza pietà, il loro essere tutto ciò che io credevo essere ma ciò non era, profumavano indiscutibilmente di libertà. Una libertà non solo fisica. Una libertà mentale ed emozionale anche. Un qualcosa che ti permette di andare oltre, senza essere schiavo. Nel momento stesso in cui affidi la tua felicità nelle mani in un altro sei un dipendente. Significa che il giorno in cui quell’altro batte le sue mani schiaccia te e la tua gioia come due fichi maturi.

Un Lupo, questo, neanche lontanamente lo immagina.

Non intendo insegnarti nulla, voglio solo darti un consiglio nato come riflessione dentro me dopo aver vissuto, ascoltato e osservato diverse persone. Persone sofferenti, sono sincera. Per questo, se solo avessero saputo, si sarebbero forse preparate prima.

Cerco di non farti illudere, vorrei tu comprendessi la conseguenza di quello che cerchi. Perché lo so che non vuoi più pecore attorno a te ma… sei davvero pronto ad essere circondato da un branco di Lupi? Immagina la vera e intrinseca indole di un Lupo nell’Uomo. Nonostante la ragione di mezzo.

Quello che ti chiedo è di domandarti questo e se ti rendi conto di non esserne capace puoi provare a diventarlo. Sarà una tua scelta ma non sarai vittima di un desiderio esposto a metà, divenuto ora un problema e che descrivi come – esserti piombato addosso all’improvviso – solo perché, ohibò, immaginavi tutt’altro.

Leggo sempre molte citazioni che vengono postate e che elogiano il Lupo condannando le pecore.

Io per la prima ne pubblico molte.

Quello che mi lascia perplessa è vederle sui profili di chi un Lupo non lo accetterebbe mai.

Perché un Lupo è un animale libero ed essere liberi, per alcune menti, significa essere supponenti, arroganti, presuntuosi.

Significa saper star da soli e questo viene visto come menefreghismo.

Un Lupo non segue la morale, non gliene frega niente di quello che sei diventato a causa dei tuoi demoni.

Se gli ostacoli il cammino, ti sbrana.

Un Lupo accoglie ma non ha pietà. Se non gli tieni testa, giustificandoti dietro le tue maschere, ti sbrana.

Ad un Lupo del quieto vivere non frega nulla, come non frega nulla dei ritardi perché vive senza tempo, come non frega nulla del tuo – Ma io son fatto così -. Se a un Lupo non vai bene, ti sbrana.

Non puoi tarpare le ali a un Lupo, non puoi usare il tono che vuoi con un Lupo, non puoi manipolare un Lupo, non puoi sgridare, ne’ giudicare, ne’ forzare un Lupo.

Un Lupo è senza filtri (quelle cosine che a noi piacciono tanto e non lesionano la nostra corazza) il suo modo potrebbe offendere, raramente segue i tuoi consigli e non ama vivere in gabbia. In nessun tipo di gabbia.

A un Lupo non ordini di amare una sola volta, di raccontare una bugia, di far buon viso a cattivo gioco, di educare i suoi cuccioli come vuoi tu. Non lo tieni legato a causa della tua sofferenza.

Un Lupo non abbassa la testa perché tu urli o piangi. Fai il vocione o ti disperi. Un Lupo non abbassa lo sguardo perché tu gli fai crollare l’autostima. Un Lupo non abbassa la coda perché tu gli fai paura.

Se ti reputa inferiore, ti sbrana.

Se ti reputa anche solo lontanamente ed energeticamente negativo per la sua esistenza, ti sbrana.

Un Lupo non farà mai ciò che a te farebbe piacere. E tu non sei in grado di vivere senza aspettative.

Ora, prima di osannare un Lupo perché fa figo, sappi almeno chi stai idolatrando.

Un Lupo sa accettare il suo ruolo a differenza tua che vorresti farla in barba al tuo collega e diventare un prescelto dal datore di lavoro.

A differenza tua che vorresti essere al posto del tuo amico per avere la sua donna.

A differenza tua che cresci i tuoi figli con una spada di Damocle sulla testa perché sappiano sempre che facendo certe scelte ti faranno soffrire.

A differenza tua che invidi la tua amica per la bella casa che ha.

A differenza tua che devi dimostrare a tutti quanti soldi possiedi.

A differenza tua che aggredisci gli altri solo per intimorire e non essere contraddetto.

A differenza tua che usi la tua istruzione come arma e non come strumento di creazione.

A differenza tua che studi, ti sposi, metti al mondo dei figli, li fai battezzare, hai un buon lavoro e fai tutto quello che la società ti chiede.

A differenza tua che muori ogni giorno davanti alla televisione, cibo in scatola, problemi, fretta, stress, malattie.

A differenza tua che possiedi il senso della vendetta.

A differenza tua che ti lamenti.

Come puoi essere un Lupo se neanche riesci a percepire l’impetuoso battito del cuore in un minuscolo fiorellino?

A te che dici che non ti sfugge nulla mentre ti sta sfuggendo la vita stessa.

Che non godi pienamente di quel nuovo giorno espandendo ogni tuo senso.

Come puoi essere un Lupo se sei un dormiente che sale sulla propria auto la quale va da sé, conoscendo il tragitto a memoria, perché tu in realtà sei tra le bollette che devi pagare, gli impegni che devi affrontare, le paure che devi superare?

Un Lupo non è da amare, è da Essere.

Quando stai male preghi affinché il dolore o il malessere vada via il più presto possibile. Questo un Lupo non lo fa. Un Lupo si rintana nel buio e nel silenzio, si lecca le ferite e, senza lagnarsi, attende. Conosce i tempi del suo corpo e li rispetta. Se non li conosce non si pone il dramma e aspetta comunque. Non mette fretta a nulla. Accetta quella situazione. Si autoguarisce.

Non crea fastidi, non prova fastidi, non si lamenta per i fastidi. Semplicemente, li elimina. O non da a loro vita.

E non guarda in faccia nessuno. Per la bellezza della legge del bosco. Qui, in questo luogo, o io o te. Senza però la vanagloria che nutre il tuo essere.

Ma un Lupo sa anche condividere, così come la natura tutta. Tu puoi condividere quella che chiami la “tua” terra e alla quale infissi un bel cartello con su scritto: proprietà privata? Preoccupandoti di scacciare immediatamente chi per disgrazia ci sosta?

Un Lupo che ti manda via dal suo territorio non prova boria ne’ senso del possesso e sa chi scacciare.

È in grado di selezionare senza giudicare, non immagini neanche la grandezza che risiede dietro questo concetto.

Un Lupo non si strugge nel comprendere se suo figlio vuole più bene a sua madre o a suo padre. A un cucciolo di Lupo non manca assolutamente niente, neanche l’ammirazione.

Non approfitta del prossimo.

Non è un parassita.

Potrei andare avanti ore ad elencare cos’è e cosa non è un Lupo ma nemmeno io so cosa sia, là, davvero, fino in fondo, quello che chiamiamo Lupo.

Quello che alcuni chiamano Sacro Graal.

Altri Pietra Filosofale.

Altri ancora Cristo.

So soltanto che un suo sinonimo è libertà, indipendenza assoluta – da tutto e da tutti -, da schemi mentali e credenze.

E la libertà spaventa. Spaventa anche lei, più di quello che credi.

Non acclamare il Lupo, non desiderare il Lupo, non invidiare il Lupo. Cerca solo di far qualsiasi cosa per diventarlo. Solo allora potrai accettare dei Lupi attorno a te. Solo allora non sentirai più dolore.

Perché un Lupo può far male, ma in quella sofferenza, c’è un rispetto che ti cura se sei pronto ad accoglierlo.

Prosit!

Photo notiziaoggi.it – parconazionaledellamajella.it – siluriabaptist.com – scienze-naturali.it – wiwolvesandwildlife.org – rivoluzioneromantica.com – webstagram.com – focusjunior.it – pinterest.com – saturniatellus.com

Onore a te, nemico mio!

MESSAGGI SCRITTI

Qualche giorno fa, mentre stavo guidando, mi sono resa conto di essere dietro ad un camion frigo, con il cassone bianco, che riportava una scritta davvero particolare. Le lettere erano incollate con una carta strana che sotto ai raggi del sole sparivano e soltanto all’ombra si potevano leggere.

Percorrendo una strada a picco sul mare e illuminata dal sole, con solamente qualche albero qua e là a rendere l’ambiente più scuro, feci fatica a decifrarla chiedendomi anche se avevo allucinazioni visive o se invece avevo visto bene. Riuscii a leggere dopo un bel po’, ogni albero mi regalava una parola in più e rimasi molto colpita da quello che lessi.

La frase recitava più o meno così – Ti onoro e ti benedico, mio nemico, affinché tu possa assistere al mio successo -. Un augurio di lunga vita a chi ci vuol male con lo scopo di sbattergli sul muso la nostra gioia.

Essendo che sono sempre molto attenta ai messaggi che l’Universo mi sparpaglia qua e là durante il giorno, presi anche quello come un avvertimento.

RIFETTENDO…

In effetti, anziché farsi tanta rabbia o lasciarsi rodere dalla voglia di vendetta verso qualcuno, questa soluzione sembra la migliore per il nostro benessere ma, riflettendo, non avevo nessun nemico al quale dover dedicare quel comportamento. Inoltre, sono una persona che tende a lasciar perdere. Non m’interessa dimostrare il mio successo ad un altro; quando sto bene, mi basta. L’eventuale “nemico” non viene da me preso in considerazione. Può farsi la sua vita come io mi faccio la mia.

Però, se mi ero data l’opportunità di leggere quella frase così importante e ben scandita un motivo doveva pur esserci. Considerando anche la fatica che ho dovuto fare per riuscire a leggerla! Una fatica che, però, fece si che mi rimase impressa quella dicitura.

Pensai e ripensai senza arrovellarmi il cervello. Stancarsi e far lavorare troppo la mente non è mai salutare, inoltre, le risposte di cui abbiamo bisogno, prima o poi arrivano, quindi non serve sprecare energia inutilmente ma, prendendolo come un gioco, una specie di quiz, provai a indovinare il risultato.

In effetti non è detto che come “nemico” si debba per forza intendere una persona in carne e ossa.

AND THE WINNER IS…?!

Anche se è un approccio sbagliato siamo abituati a considerare nemici persino i nostri demoni oppure alcuni eventi della vita. E allora, a questo punto, si aprono nuovi varchi. Qui si che si possono trovare tanti “nemici”. E io trovai il mio.

Il mio nemico non apparteneva a nessuno, soltanto a me stessa, in quanto io ho dato a lui l’opportunità di esistere.

Proprio in quei giorni stavo decidendo per un cambio abbastanza significativo della mia vita in un determinato argomento. Questo perché avevo bisogno di libertà e di mostrare a me stessa e al mondo chi ero davvero senza dover più nascondermi nella mia zona di comfort permettendo agli altri di tarparmi le ali. La preoccupazione del riuscire, il timore di non farcela, la paura del giudizio degli altri, del castigo divino (che vi assicuro non esiste). Tutte cose alle quali IO ho permesso di diventare mie carnifici. Nessuno ha colpe.

Nonostante comunque la mia unica responsabilità, eccolo qui il mio nemico, dal momento che tutte queste sensazioni si possono raggruppare assieme in un solo stato d’animo. Nemico di me stessa. Io era la nemica di me.

Una parte di me era ostile all’altra parte. Una parte che ora, però, avrebbe dovuto restare inerme ad osservare che invece ce la stavo facendo e ce l’avrei fatta.

Ma che bellissimo messaggio quindi mi aveva mostrato l’Universo! Grazie! In sostanza mi stava dicendo che ne sarei uscita vincitrice dal momento che il “mostro” avrebbe dovuto assistere al mio successo. Era come se le potenti forze universali mi stessero dicendo – Meg, non badare a lui. Non stancarti nel cercar di eliminare il tuo avversario. Amalo. Amalo e basta. E preoccupati di te stessa. Amalo affinché possa resistere ad osservare il momento in cui capirà di essere stato sconfitto senza che tu non gli abbia nemmeno torto un capello. Pensa a te. Guarda te. Ama lui e te -. Una meraviglia.

Decisi di seguire quell’angelico consiglio e mi misi in moto per dimostrare a quella mia parte antagonista che viveva attraverso i miei schemi mentali, la mia educazione, la mia cultura, etc… che mi governavano come un burattino, che c’era in me un qualcosa di più forte di lei.

Ecco, in questo caso era ovvio che non potevo fare come mio solito, ossia, non badare al nemico e andare avanti per la mia strada. Come potevo non badare ad una me?

E allora, in questo caso, è proprio opportuno dirlo: onore a te, o mio nemico! Vivi e… guarda!

Prosit!

photo furgonefrigo.it – eroicafenice.com – viverepiusani.it – borderlinez.com – wattpad.com – blog.pianetadonna.it

Ecco perché l’entusiasmo è nell’andare e non nell’arrivare

Una delle mie più grandi passioni, oltre a quella di scrivere, è scoprire le bellezze della montagna. Amo l’escursionismo e amo conoscere la lingua che la montagna parla attraverso le sue manifestazioni: piante, fiori, situazioni, animali selvatici, i loro versi, mutamenti del clima e del paesaggio…

Ho sempre sentito grandi maestri spirituali pronunciare la frase – Non è importante la meta ma il cammino – e sono d’accordo con loro ma vi posso assicurare che se non si vive questa sensazione anche in modo pratico e tangibile, sentendola sulla propria pelle, non se ne percepisce la profondità.

Come percorso si intende l’elevazione della propria persona, l’avvicinamento al divino, laddove, “essere divino” significa possedere in sé la potenzialità della totale gioia anche se la mente, con i suoi schemi e i suoi inganni, tende ad impedircelo. Possedere il seme dell’Entusiasmo ( en thèos dal greco – con Dio dentro).

Questo percorso alchemico, però, lo si può paragonare anche ad un qualsiasi cammino che, fisicamente, intraprendiamo e forse ne possiamo comprendere meglio il senso.

In un percorso spirituale verso la propria illuminazione si vivono gioie e dolori ma, sopra ogni cosa, si vive tanta fatica e tanta tenacia scoprendosi a volte più forti e più determinati di quello che si credeva essere (questo è già un argomento principale che l’arrivo non regala).

Si è più propensi a dire che l’arrivo, la meta, sia il vero punto magico, quello dell’estasi, quello del riposo, quello del – Sono arrivato, ho ottenuto ciò che volevo e ora non devo fare più nulla -. Non è così. È sicuramente una tappa fondamentale, sacra e da onorare.

Ora i daimon sono angelus e tu propaghi magia. Vivi nella luce ma se ti soffermi un attimo a pensare a dove realmente eri vivo e a quanto amore c’era è stato sicuramente nel viaggio. Innanzi tutto non si “arriva” mai ma non è solo questo.

Camminando per un sentiero non ci sono solo eventi meravigliosi, così come non ci sono eventi meravigliosi nel vivere una trasmutazione alchemica verso il Sé Superior. Il tutto è intriso di emozioni ma non soltanto positive.

Secondo l’escursione, o il trekking che si effettua, possono esserci: stanchezza, piedi dolenti, vesciche, spaventi, rischi, cadute, tutte cose che sottolineano il sacrificio.

Al contrario, però, ci sono anche tante cose stupende come: l’attesa, la sorpresa, il paesaggio, i colori, il mutamento della natura, gli spazi senza fine, il senso di libertà, i suoni, l’avvenimento creato da quel determinato animale, etc…

Metti la maglia che fa freddo, togli la maglia che fa caldo, indossa l’impermeabile che piove, metti il cappello che è uscito i sole! Continua a paragonare tutto questo ad un lavoro di trasmutazione alchemica.

Guarda quante cose ti trovi nel tuo bagaglio! Tutte cose vissute durante il viaggio. Quando arriverai sarà il viaggio a persistere nel tuo cuore. Sarà lui il tuo ricordo più forte. Sarà lui che racconterai. L’arrivo è lo “stop”. La fine. Il viaggio è tutto un susseguirsi di – Chissà cosa accade ora? Cosa vivrò? Oh! Guarda! E lasciati raccontare quanta fatica sto facendo -.

Hai presente quando hai tanta voglia di ottenere un qualcosa? Quando poi la ottieni, l’hai ottenuta e basta. Ahimè, succede anche con le persone questo. Non è sbagliato volere una cosa e ottenerla, ci mancherebbe, ma il tafferuglio interno, della voglia e della speranza verso di lei, esiste solo quando la si brama.

Quando mi capita di raccontare a qualcuno quella mia particolare escursione domenicale racconto sempre il viaggio. Il punto d’arrivo è solo un dettaglio per spiegare dove mi sono recata ma le paure, le risa, lo stupore, l’emozione, la gioia, la preoccupazione… tutto questo si vive percorrendo.

L’arrivo ti dona soddisfazione. Che bello poter dire – Ce l’ho fatta! Sono stata brava! – ma perché ce l’ho fatta? Perché sono stata brava? Perché ho vissuto e, di conseguenza, superato: il viaggio.

Il cammino ti riempie. E non dimenticherai mai quei passi.

Con questo articolo mi preme anche farti capire che il viaggio, con tutte le sue difficoltà, non deve impedirti di andare avanti. Cerca se puoi di non lasciarti abbattere dalle angosce, dai timori e dai fastidi. Vai avanti.

L’arrivo, anche se è la meta finale, ti sta aspettando e credimi se ti dico che è bello.

Alcune immagini di questo articolo sono di Andrea Biondo appassionato fotografo di natura andreabiondo.wordpress.com

Prosit!

Animale Guida – Come si usa? E se è disgustoso? – parte 2°

Bene, partiamo da dove eravamo rimasti. Occorre “diventare” il nostro Super Animale.

DIVENTARE LUI 

Devi innanzi tutto prendere confidenza con lui. Un po’ come fare amicizia con un nuovo cane.

Le prime volte ti dovrai dedicare a lui con un po’ più di dedizione poi tutto verrà veloce e spontaneo.

Chiudi gli occhi. Pensa intensamente ad un Topo. Nel primo articolo si parlava di lui. Osservane i più piccoli dettagli. Il pelo, i baffi, le piccole unghie, gli occhi lucidi. Prova, nella tua immaginazione, ad accarezzarlo, a farlo tuo. Quando senti di provare armonia verso di lui e ne inizi a percepire una sorta di connessione, dopo diversi giorni, prova a diventare lui. Non serve che ti trasformi, ti basta sentire lui dentro di te e tu in lui, divenendo il Tutto. Ora cerca di esistere come Topo. Il tuo cuore batte più veloce. Sei piccolo. Il mondo cambia prospettiva. Come senti? Come vedi? Dove vivi?

So che con certi animali questo può farti ridere se pensi a dove va a posarsi una Mosca e immagini di essere tu, ma è l’unico modo per diventare un tutt’uno con lei. In fondo, le Mosche, si posano ovunque, sui cadaver… ehm, no, scherzavo… sul formaggio! Va bene il formaggio?

Bene, ora che hai imparato a diventare lui salutalo, ringrazialo e amalo. Fallo di cuore. Adesso ordina in modo imperativo, ma non presuntuoso, al Topo, di concederti la o le forze che ti servono. Attento perché ogni animale ha anche caratteristiche negative come ti ho detto prima. Sii preciso. Devi conoscere molto bene il tuo. Se non ti trovi in una situazione allarmante, nella quale ti occorre velocemente diventare lui in tutto e per tutto per salvarti, cerca di valutare bene quello che ti serve. Il Topo infatti è anche troppo pignolo, rimugina in continuazione, ha paura, non si lascia mai andare… quindi scegli bene.

IL SUO MODO DI PARLARE

Se invece, diversi Topi, compaiono fisicamente nella tua vita e in modo significativo, può voler dire che non hai il coraggio di uscire dai tuoi schemi. Continui a crogiolarti nelle tue idee e nella tua zona di comfort, nonostante questa ti stia facendo soffrire e ti stia tarpando le ali solo perché hai paura dei cambiamenti. Ecco… i Topi possono prevalere, diventare una piaga, rosicchiare tutto (che equivale alle emozioni che ci corrodono dentro di quando vorremmo vivere diversamente ma non lo facciamo). Sono impertinenti, astuti, tradizionalisti.

Come farai, quindi, ad usare il Topo in tuo aiuto?

Se hai il Topo come Animale Spirituale e lo hai scoperto dopo una ricerca seria (e non tirando i dadi a FaceBook) è perché è il Topo che ti serve. Pertanto, studiane bene la natura. Conoscendolo a menadito saprai immediatamente invocare ciò di cui hai bisogno. Fallo. Fallo concentrandoti. Respira profondamente ma non respirare solo aria, respira quell’energia. Domanda e continua a domandare. Se non sei ancora un Mago non ti basterà schioccare le dita una sola volta. Continua anche il giorno dopo e quello dopo ancora. Una o due volte al dì. Non diventare assillante. Insistere significa non aver fiducia di ottenere quello che si desidera tu invece dovrai darlo per scontato. Quel domandare dovrà, come ti ho spiegato prima, essere un ordine gentile, accompagnato da ringraziamento sincero. Gentile, non umile.

LA METAMORFOSI

A furia di fare questo diventerai lui. Stessa cosa vale con Puma, Leone, Gatto, Orso, Cervo e via discorrendo.

Non dimenticare di ringraziarlo anche dopo aver ottenuto il successo. Non aspettarti un successo fatto e finito fin dalla prima volta ma anche un impercettibile, minuscolo passo avanti è da considerare meraviglioso.

Durante le tue giornate, ogni tanto, pensa al tuo Animale Guida. Accarezzalo, parlagli, ricordati di lui. Non permettere al cordone ombelicale che vi lega di avvizzirsi.

Penso di averti detto tutto. Non ti elencherò gli animali e il loro significato in quanto, in rete, su siti seri, puoi trovarne quanti ne vuoi. Mi preme di più prometterti che puoi riuscire. Puoi riuscire davvero. Molti lottatori, soprattutto orientali, sentivano crescere in loro l’Animale Totem in grado di aiutarli in quel combattimento e ne usufruivano tutte le potenzialità. Lo fanno ancora.

Prima di concludere questo lungo discorso, mi sembra però doveroso consigliarti anche come puoi trovare il tuo Animale Guida. Innanzi tutto lascia perdere (secondo me) quei gioco-test che trovi su riviste o in rete. Conoscere il proprio Animale Guida indica uno stile di vita particolare. È un qualcosa di spirituale e soprannaturale.

CONNESSIONE TOTALE

Innanzi tutto devi imparare a connetterti maggiormente alla natura tutta. Se sei una persona che solitamente non considera il creato che la circonda dovresti imparare a farlo. Il vento, le foglie, i fiori, la pioggia, gli animaletti, i tramonti, le atmosfere, gli alimenti e gli elementi naturali… sono tutte cose che devi cercare di vivere diversamente da come hai fatto finora.

È l’Animale a venire da te, non devi decidere tu. Attraverso la meditazione, o comunque il silenzio interiore, e l’intenzione di farlo giungere ce la farai. Impara l’arte della contemplazione delle piccole cose. Impara ad osservare e percepire la tanta vita che c’è attorno a te.

Inspira i profumi del mondo, soffermati su quei colori, sul volo degli uccelli, gli scatti degli insetti, il brillio delle pietre, la quiete della montagna, la tenacia delle onde del mare. Spiega a te stesso e al cielo di cosa hai bisogno. Pensa agli animali che conosci. Prova a passare le tue ore riflettendo sul mondo animale. Questo è utile anche per eliminare il chiacchiericcio mentale deleterio che ti accompagna. In qualche modo, il più adatto, si presenterà. Inchinati a lui e lascialo entrare dentro di te.

Non preoccuparti se le prime volte ti senti imbranato e maldestro. Lascia fare a lui. Fidati di lui. Chiedi-ordinando. Chiedi e ti sarà dato.

Prosit!

photo valdifiemme-hotel.it – aforismi.meglio.it – ilibricalzelunghe.it – brucelee.com – naturopataonline.org

Animale Guida – Come si usa? E se è disgustoso? – parte 1°

BLEAH! CHE SCHIFO!

Perbacco quante cose che ho da dire in questo periodo! Anche stavolta dovrò dividere l’articolo in due o diventerebbe troppo lungo. E poi, vuoi mettere la suspense dell’attesa nell’aspettare la seconda parte? Vabbè… scherzavo, veniamo a noi. Il titolo del post è chiaro soprattutto verso la sua parte finale: il tuo Animale Guida non è per forza il tuo animale preferito. Partiamo da lì.

Può capitare che lo sia, che sia il tuo prediletto, e poi ti spiegherò perché, ma non sempre questa “coincidenza” accade e, spesso, quando si scopre che il proprio Animale Guida è il Topo, o il Maiale, o lo Stercoraro… si storce il naso con fastidio e disapprovazione auto-impedendosi così di ricevere, qualora servissero, i flussi energetici del determinato animale. Si pensa ad un “errore di calcolo”, quindi non lo si considera e ci si distacca da lui.

Questo lo reputo un male, in quanto, sottolinea la schiavitù di cui si è vittime nei confronti della nostra mente (uno dei temi basilari dell’articolo). Con questo post vorrei farti riflettere sulle tante cose che neghiamo a noi stessi perché non intendiamo guardare oltre, soffermandoci sull’estetica/simpatia/gradevolezza della vetrina che la società ci propone.

Ma andiamo con ordine; innanzi tutto cos’è, realmente, un Animale Totem? Se ne fa un gran parlare e un tanto scrivere, là, dove si vuole restare affascinati da un alone di esoterismo e sciamanesimo senza però prendersi la briga di addentrarsi profondamente nel discorso cogliendone ogni lato. Positivo o negativo che sia. Oggi, tutti, o quasi, hanno un Animale Guida come se fosse un brand  o una tendenza ma senza sapere cosa farne di tanta ricchezza.

INNANZI TUTTO, TU, COSA SEI?

Tutti gli animali, tutte le piante, tutti i minerali, ogni creazione e ogni manifestazione della natura ha delle caratteristiche che le appartengono. L’Essere Umano, la più grande manifestazione di Dio (inteso come ormai sapete ch’io intendo) essendo egli stesso Dio, possiede al suo interno tutte queste caratteristiche. Ogni Essere Umano compreso in Sé Superior, Coscienza Cristica, Spirito e Corpo ha in sé contenute tutte le qualità della natura in quanto lui È la natura.

Per moda, o maggior conoscenza, gli animali sono stati maggiormente presi come possibili scrigni di virtù in grado di servirci. Ovviamente anche perché risiedono un una dimensione superiore rispetto ai vegetali o ai minerali o agli elementi.

Per completare la bellezza infinita del creato, ogni animale possiede alcune doti e, l’animale definito Animale Guida, è quello caratterizzato dalle qualità che ti servono in quel momento. È infatti normale che questo animale può cambiare con l’andar del tuo tempo. Se oggi hai bisogno delle peculiarità della Tigre, dopo un po’ potrebbero servirti quelle del Lupo, o del Delfino, o del Cane, o del Corvo. Già a questo punto può nascere una sorta di tragedia, laddove ci si affeziona con attaccamento all’animale che ci conduce e non si accetta il prossimo. Anche questo è un limite della mente ed è pertanto sbagliato.

OGNI ANIMALE HA DOTI MERAVIGLIOSE

L’errore che si compie, come dicevo prima, è quello di non accettare come accompagnatore un animale che a noi non piace o consideriamo addirittura repellente. Non per essere banale ma, ogni animale, ha doti meravigliose. Sono quelle che occorre guardare e non il suo aspetto esteriore o il suo modo di vivere. Se in questo momento della tua vita (momento, o mese, o anno) hai bisogno di fare un salto quantico, probabilmente sarà la Cavalletta ad ispirarti. Se invece hai bisogno di scavare tra le macerie del tuo Io e trasmutare quell’immondizia in oro, allora potrà esserti d’aiuto la Mosca. Non soffermarti a quello che la società indica. Vai oltre. Ogni creazione è sacra e ogni animale ha delle abilità incredibili. Non dimenticarti, inoltre, che ti potrà capitare di averne due, di animali, contemporaneamente. Oppure, quello prediletto per il periodo della vita che stai vivendo, può, a sua volta, affiancarti o mostrarti un altro animale. Potrebbe infatti accadere che con uno sei particolarmente connesso a livello spirituale, la tua natura è simile alla sua, e può restare ad essere una parte di te, mentre un altro, o altri, ti “servono” come un fido braccio destro.

Spesso ti appaiono davanti nella vita reale, a volte insistentemente, fisicamente, disegnati, sognati, ma tu non badi a loro convinto che il tuo Animale Guida sia quello che più ti piace perché ci sei affezionato fin da bambino. Ma questo non vuol dire nulla anche se è vero che può nascere con esso un forte legame e, intrinsecamente, può nascere tra voi due una comunione che nessuno può slegare. Dovresti però comunque “usarlo” come va usato (che non vuol dire sfruttare).

NON E’ UN ANGELO CUSTODE

In pochi conoscono il metodo di come si possono utilizzare le forze di un Animale Guida e, in tanti, non ne conoscono le caratteristiche negative. L’Animale Guida diventa una specie di angelo, un essere magico che ci protegge con le sue virtù. Non è così. Non è lui a proteggerti. Sei tu che sarai in grado di proteggerti connettendoti a lui e usufruendo della sua capacità. L’Animale Guida, che io preferisco definire Animale Spirituale, non è da idolatrare. Abbiamo sempre ‘sto vizio di chiedere e pregare e idolatrare come facciamo con la statua della Madonna. L’Animale Guida è da onorare non idolatrare. È da usare! È pronto a concedersi a te. È lì per te. Come se fosse uno strumento.

Prendiamo ad esempio il Topo. Come Guida, il Topo, è anch’esso meraviglioso. È veloce, furbo, sa adattarsi ad ogni situazione, vuole osservare le cose da vicino e da ogni lato, è prudente, meticoloso, ordinato… hai forse bisogno di essere anche tu così per superare una fase della tua vita o per modificare un lato del tuo carattere che ti sta rovinando l’esistenza da quando sei nato? Forse devi mettere ordine nella tua confusione mentale, o devi essere meno istintivo e più cauto? Ok. Ecco cosa devi fare.

Ma… dovrai aspettare il secondo articolo altrimenti esce fuori un libro anziché un post.

Ti aspetto per la parte 2°

Prosit!

photo giardinodellefate.cloud – tempodivivere.it – spreafotografia.it – essereilcambiamento.it – petpassion.tv – gliavventistirispondono.it – youtube.com

Sono l’Erede di una malattia e quindi uno sfigato – parte 2°

CREA LA TUA MALATTIA

Per molti queste sono solo storiacce, forse perché non si documentano sull’epigenetica (che è una scienza non un movimento hippie) della quale non si è mai sentito parlare. Chissà come mai??? Ah! Sì! Forse perché è più giovane delle altre… però, che strano, alcuni virus appena nati vengono proposti subito al pubblico su tutti i rotocalchi! Vabbè… torniamo alle vittime impotenti. Se ne stanno lì, impassibili e sfigate, in balia di onde dannose date dagli avi senza poter far nulla. Una spada di Damocle. “Mio padre aveva il diabete, io avrò il diabete. Mio padre aveva un tumore, io avrò un tumore. Mia padre aveva la psoriasi, io avrò la psoriasi”. È fatto. Et voilà. E, naturalmente, a furia di pensarlo, accadrà proprio così. Ci hanno e ci siamo già messi una croce sulla schiena. A furia di difendersi da un nemico inesistente lo si realizza davvero.

Nel momento stesso in cui mi preoccupo del mio PROBABILE diabete, che ancora non esiste ma mio padre lo ha avuto, ecco che sto creando il diabete dentro di me. Beh, mi sembra ovvio. Quello che io ordino al mio cervello egli lo esegue alla perfezione. Su questo mi sembra non si possa discutere viste tutte le conferme che ci sono state date. Il pancreas, quindi, diligentemente, inizierà a secernere in modo diverso Insulina e Glucagone, il disequilibrio giungerà e di conseguenza il diabete che diventa cosa ovvia (è più lungo l’ambaradan ma la faccio breve).

Se non ci credete potete provare. Provare a vivere, per un periodo, cercando di difendervi dal diabete e pensando di essere vittime del diabete. Arriverà il diabete. Non lo farete, perché avete paura. Non ci credete, non volete crederci ma intanto evitate di provare. Se le mie sono solo fandonie potete farlo, non accadrà mai. Provate a nutrire il diabete dentro di voi, tanto non arriverà.

Il fatto più grave è che non riuscirete a difendervi dal diabete nemmeno prevenendolo con una sana dieta, in quanto, nessuno ha mai spiegato quali davvero siano gli alimenti sani e quasi nessuno ha voglia di documentarsi. Nessuno ci ha mai educato che possiamo curarci anche con il cibo e la natura tutta e che i farmaci possono sicuramente essere risolutivi e utili ma non l’unica cosa. Quindi… quando un medico nella dieta di un diabetico elimina i dolci ma lascia glucosio elaborato, tanto chissenecapisce, mi chiedo dove sia il cibo sano. Che poi… vabbè, il glucosio è un discorso a sé perché è ovunque ed è un tema assai complesso (molto moltissimo) ma magari limitiamolo. Mi sembra davvero senza senso non mangiare un cioccolatino ma mangiare la pastasciutta, se ho il diabete, ecco.

TRADUCENDO IL MESSAGGIO SI CAPISCE MEGLIO

Non serve essere immune a quella malattia, occorre essere immuni a quelle emozioni, a quelle reazioni, a quelle sensazioni, a quei pensieri, a quel messaggio.

Ma non usciamo dal discorso precedente. Il fatto è molto semplice, le cose sono queste qui:

– Cresco e vivo una vita, o gran parte di essa, conoscendo il diabete di mio padre. Il mio pensiero sarà sempre lì anche se cerco di tutelarmi (creo il mio diabete). La medicina stessa mi dice che sono “portata” ad avere il diabete quindi… ciao Pippo! Mi hanno segnata ormai.

– Se mio padre ha o aveva il diabete significa che mio padre era una persona che provava ben poca gioia nel suo vivere, aveva in sé una sorta di rancore e tristezza verso la società o chi l’ha messo al mondo, aveva poca voglia e grinta di combattere verso i problemi della vita e questo è quello che può avermi insegnato inconsciamente, ossia, una sorta di “arresa” che permea la mia esistenza. Messaggi continui, captati dal mio cervello che, in qualche modo, dicevano: la vita è dura, è difficile essere felici, questo non va bene, questo non mi piace, bisogna fare sacrifici… e lamentele e sospiri e sbuffate (creo il mio diabete).

– Se mio padre ha o ha avuto il diabete è perché si è nutrito con determinati alimenti che anch’io ho mangiato, seduta a quella tavola (creo il mio diabete).

– Se la gente (amici, parenti, medici) continua a dirmi di fare attenzione al diabete perché mio padre… (creo il mio diabete).

E’ chiaro?

Il fatto importante però è un altro. Ho il diabete? Oppure ho una qualsiasi altra malattia? Molto bene. Qualcosa dentro di me ha fatto sì che questa malattia nascesse in me proprio come è accaduto a mio padre e a mio nonno… ma, adesso, – sei MIA malattia, non sei ne’ di mio padre, ne’ di mio nonno e ce la vediamo io e te -.

TU E LA MALATTIA

E ora inizia una piccola storia vera, la mia.

Sono nata da un padre che ha sempre avuto problemi all’apparato respiratorio soprattutto in giovane età. Mio nonno, suo papà, ha sempre avuto, per 95 anni, gravi e fastidiosi problemi all’apparato respiratorio. Bronchiti, asma, sinusiti, etc… erano all’ordine del giorno.

Sono nata da un padre che mi ha insegnato a stare lontana l’aggressività e che l’aggressività – è una cosa brutta -. Mio nonno mi ha educata a non essere aggressiva, mi ha inculcato nella testa, senza neanche rendersene conto, che l’aggressività la si deve usare solo in determinati momenti della vita e, quei momenti, non sono bei momenti se devi diventare aggressiva. Mi hanno insegnato a mandare giù, sopportare e trattenere. A non dire la mia per il “quieto vivere” e perché “chi più ne ha, più ne metta”.

E guarda caso… volete sapere che significato hanno la bronchite e la sinusite (tanto per prendere le principali) come messaggio?

Bronchite – aver paura dell’aggressività, giudicarla come una cosa orribile.

Sinusite – sopportare senza accettare una situazione, o una persona, o un evento.

Ma-che-coincidenza!

Ok. Fu così che decisi di liberarmi da tutto ciò come vi ho già scritto in passato su altri post.

Ho 41 anni e, da quando sono nata, mia madre ha invano combattuto contro le mie bronchiti che ogni anno si presentavano rovinandomi per un mese la salute e l’anno scolastico. Crescendo, la situazione si è aggravata. La bronchite non solo si presentava una volta all’anno, bensì due, e si complicava aggiungendo a sé poi la sinusite. O meglio, sopraggiungeva anche lei e non avevo solo più problemi di catarro e muco nei bronchi ma anche in testa. Piena completamente.

Decisi di dire basta. Potete non credermi ma oggi sono tre anni che non ho più la bronchite e, da due anni, la sinusite è nettamente più lieve, dura pochissimi giorni e non è dolorante. Eliminerò anche lei col tempo.

COME MARIONETTE

Quello che intendo dire è che finché continuiamo a comportarci come schiavi, o succubi, o sfortunati, questo sarà ciò che saremo ma se decidiamo di diventare realmente padroni della nostra vita, per tanto difficile che sia, possiamo crearci un’esistenza diversa anche dal punto di vista della salute.

Non ho niente contro la medicina ma quando la medicina parla dovremmo evitare di pendere totalmente dalle sue labbra, dovremmo accogliere i suoi consigli ma pensare di essere noi stessi e che c’è pieno di uomini e donne morti per una determinata malattia ma i loro figli non soffrono dello stesso disturbo. Sta a noi non coltivare e non nutrire certe paure e sta a noi cambiare strada rispetto agli “errori” dei nostri genitori.

Il nostro DNA è una cosa viva e come vi ho detto a inizio post ogni forma di vita è in continuo movimento. Come già avevo scritto quando siamo sotto stress esso si contrae mentre in fase di serenità esso di distende. Il DNA è composto da una struttura chimica, non sono pezzi di vetro, sono basi azotate. E’ un qualcosa di energetico oltre che biologico ed è meraviglioso. Il mondo che viviamo è meraviglioso. Noi tutti siamo meravigliosi e possiamo avere una vita sana e meravigliosa. Ma forse ve lo spiega meglio lo scienziato Bruce Lipton:

Noi siamo i padroni del nostro futuro e non vittime del passato.

Prosit!

photo regionetoscana.it – meditazione-guidata.it – viveremeglio.it – scienceinschool.org – tecnomedicina.it – milleunadonna.it – madreclelia.org

Sono l’Erede di una malattia e quindi uno sfigato – parte 1°

Dividerò questo post in due articoli perché è un discorso abbastanza lungo e vorrei riuscire a spiegare bene tutto quello che esiste oltre a ciò che crediamo essere scontato. La vita è un continuo movimento energetico, un continuo mutamento perpetuo, nulla è scontato. Tutto cambia e tutto può cambiare.

CHE SFIGA!

Dire che l’ereditarietà nella malattia non esiste è estremo e assoluto quindi non mi piace; non mi piace e non lo dirò. Non dirò neanche, però, che credo di essere l’erede delle malattie/patologie dei miei familiari. È una cosa alla quale io non credo e, nonostante tutte le prove che la medicina ha voluto dare in base a questo argomento, non mi trova personalmente d’accordo. L’ho anche potuto constatare di persona. Questo non significa che dovete essere d’accordo con me, vorrei solo esporre il mio pensiero, e non significa nemmeno che non avrò gli stessi disturbi dei miei predecessori ma, qualora giungessero, la penserò diversamente e, tra un attimo, vi spiego come.

Se questa teoria me l’hanno voluta vendere come fondamenta basilare del mio stato di salute, andando a citare geni e cromosomi, io non ho voluto comprarla. Non ho voluto comprarla perché dietro alla parola – predisposizione – si nasconde un meccanismo ben più profondo rispetto a ciò che si sfoggia in vetrina. È troppo comodo e troppo semplice dare una specie di colpa al DNA che, di conseguenza, include la conclusione – Non puoi farci nulla -, ma soprattutto è deleterio in quanto mi rende schiava della sfiga, cioè di un qualcosa che non esiste. Schiava di un qualcosa che non esiste…

Schiava di una sfortuna… sono nata in quella famiglia lì, con quelle malattie lì… Ebbene, ho scelto di non dipendere il più possibile da niente e da nessuno, pertanto, non dipenderò neanche dai malesseri di genitori e nonni.

Ieri ho letto il commento di una donna, permettetemi di descrivere come dura e volgare, che dopo aver letto un post su FaceBook, inerente a questo discorso, ha proclamato – Io ho l’ipertensione come mia madre e un sangue molto denso, mangio bene eppure ho questa patologia. Il problema quindi è della mia mente? Ma non dite più ca@@@@e! -. Ovviamente il commento diceva altro, di più feroce, ma non serve ch’io lo riporti. Il nesso è questo.

Ora, io comprendo questa donna che in poche parole ha tradotto il pensiero di molte persone ma vorrei scrivere due cose a riguardo.

UN PO’ DI ANALISI

La prima è inerente proprio alla sua risposta. A quel suo tono. A quel suo impeto. Signora cara, si faccia due domande e si dia due risposte se ha l’ipertensione… però è anche vero che non si può mica valutare una persona da un solo commento visto che, magari, in quel momento, il gatto le aveva appena fatto pipì sulle ciabatte. Andiamo alla seconda questione, quel: “io mangio bene”.

Perdonatemi ora se divento tagliente ma l’ultimo che mi ha detto “io mangio bene” era convinto che la cucina di sua nonna calabrese (che adoro) era una cucina sana. Orsù! Il buono e il genuino sono una cosa. Il sano è un’altra. Un’antica riflessione orientale, appartenente alla Mecidina Tradizionale Cinese, afferma – Ciò che sporca il tuo piatto sporca anche i tuoi organismi. Osserva il piatto finita la pietanza e saprai regolarti -. Un conto è mangiare di gusto, un altro è mangiare i prodotti così come natura crea, forse meno golosi per le papille gustative ma sicuramente meno dannosi per il corpo. E non sono qui a fare quella delle “due carotine scondite”. Io non mi faccio mancare niente ma dobbiamo saper valutare. Inoltre, proclamare: – io mangio bene – ingurgitando, nel mentre: coloranti, conservanti, pesticidi, edulcoranti, etc… stona assai. Di questo non abbiamo colpe ma possiamo evitarne molti volendo. Detto questo, vorrei vedere come mangia la signora, figlia di una donna che avrà ben cucinato in un determinato modo nella sua vita e le avrà insegnato una determinata arte culinaria, la quale, probabilmente, tende a rendere il sangue un po’ poco fluido ma soprattutto un pompare del cuore veloce e sofferente.

Dopo l’aver appreso la cucina di mamma occorre anche vedere come mamma (o papà) ci hanno educato e modellato. Cioè plasmato a loro immagine e somiglianza. Mi spiego. Come dico sempre, ogni malattia arriva a noi per portarci un messaggio. In questo caso l’ipertensione significa, in ambito psicosomatico, reprimere le emozioni, avere un eccesso di emozioni dentro che si surriscaldano, trattenere ricordi/segreti che dopo molto tempo riescono ancora a emozionarci in male o in bene. Non sarà difficile quindi capire che anch’io, come mia madre, vivo in questo stato d’animo.

Facciamo un esempio: se in famiglia io, dal temperamento sanguigno, non ho mai potuto sfoderare le mie emozioni come volevo, perché me lo hanno impedito dal momento che loro anche lo facevano ed era giusto così, forse oggi ho qualche problemino. Identico al loro.

Vale anche, ahimè, se si decide di intraprendere la strada del tutto contraria ai genitori. Il punto di partenza è lo stesso se l’emozione è la medesima.

Non dimentichiamoci nemmeno che i genitori, quando ci mettono al mondo, non ci danno solo il loro DNA e neanche solo tratti del loro carattere. Ci danno anche le loro emozioni e la loro ENERGIA. I loro flussi energetici.

Devo fermarmi per dividere questo articolo, aspettate quindi la seconda parte, nel mentre, potete provare a riflettere.

Prosit!

photo farmacista-vincente.it – viverepiusani.it – aforismi-meglio.it – sanasanitas.it – staibene.it – fruitbookmagazine.it