Ti spiego perché fai del bene ma ricevi del male

L’INTENTO NASCOSTO

Quello che leggi nel titolo l’ho già spiegato molte volte ma forse in modo troppo generico e senza dare alcuni suggerimenti importanti da prendere e mettere in pratica come se fossero esercizi. Un allenamento vero e proprio per te che fai sempre del bene ma ricevi dagli altri il male, un male che indossa diversi abiti: lo sfruttamento, l’approfittamento, la presa in giro, il tradimento, l’assenza di ringraziamento, etc…

Vedi, tutto risiede in un punto ben preciso del tuo essere. Sì, hai capito bene, anche la reazione “sbagliata” degli altri nei tuoi confronti, risiede proprio lì, in quel punto assolutamente fondamentale ma nascosto. Forse, non è proprio così nascosto ma passa inosservato.

In pratica, tutto sta nel tuo INTENTO.

Ora ti spiego. Sai cos’è l’intento? L’intento è il movente che ci fa compiere tutto ciò che intendiamo compiere. Prendere una decisione, fare una cosa, dire una parola… Arriva persino prima del pensiero, pensa. A volte, magari, preferiamo agire diversamente dal nostro intento ma, il nostro intento, comunque, risiede in noi. Se io volessi mandarti a quel paese, ad esempio, ma per il quieto vivere lascio perdere e sto zitta, quel “vaffanculo” (mi si perdoni ma rende l’idea) dentro di me continua ad esistere. E rimane lì. Scusa se cambio un attimo discorso ma mi preme dirti che, al centesimo “vaffanculo” non detto, potrebbe venirti un mal di gola tremendo eh!

Ma torniamo all’intento, quel punto massimo, quello che può, quello che decide, hai capito quindi cos’è? Quella forza che ti fa muovere. Quella intrinseca. E può effettuare scelte sia positive che negative.

SII SINCERO

Bene, ora, per andare avanti ho bisogno di tutta la tua sincerità. Per favore, togli un attimo tutte le maschere che a volte sei costretto ad indossare e leggi con il cuore le mie parole. Tanto non ti sta vedendo nessuno. Spogliati di ogni imbarazzo e guardati dentro con occhi sinceri perché dovrai rispondere la verità alla domanda che sto per farti.

La domanda è: nel tuo più profondo, perché hai sempre così tanta premura nei confronti degli altri? Cosa si muove davvero dentro di te?

Se risponderai a te stesso, in modo ben ponderato, potrai osservare che un mondo nuovo si sta aprendo dentro di te. È un mondo che è sempre esistito ma che celavi inconsciamente perché lì risiedevano cose che non ti andava di guardare. Guardale adesso, in tutta tranquillità, tanto ci sono io e ti potrò dare un valido aiuto per modificare in meglio questo lato della tua vita.

In questo mondo, rispondendo onestamente alla domanda, noterai che esistono tanti motivi. Io te ne elenchero’ qualcuno, ma sarai tu che dovrai fare lo sforzo di sentire quale ti risuona dentro o cercarne dei nuovi. Solitamente, mi duole dirtelo, ma in realtà è un bene, quello che più ti infastidisce o rifiuti, è proprio il motivo che più ti appartiene. Eccone diversi:

– perché i miei genitori mi hanno insegnato a fare così e se facevo così ero apprezzato da loro.

– perché facendo così dimostro di essere una bella persona e piacero’ agli altri. Ho bisogno di piacere agli altri.

– perché facendo così mi assicuro una ricompensa, una sorta di premio.

– perché facendo così distruggo la sofferenza degli altri. Io odio la sofferenza, la tristezza e tutte le emozioni negative.

– perché facendo così mi metto nella posizione del brav’uomo e nessuno farebbe mai del male ad un brav’uomo.

– perché facendo così ho più possibilità di essere amato, visto. Le persone pendono sempre dalle labbra di chi le salva.

– perché facendo così dimostro la mia rettitudine, la mia onestà e mi sento pulito davanti alla mia coscienza.

– perché facendo così vengo giudicato bene e non male dalla gente.

Questi, come dicevo, sono solo alcuni esempi. Ora dovresti rispondere. So bene che certi possono sembrarti biechi, subdoli e sporchi ma così è, o potrebbe essere, e non devi sentirti in colpa. Sei semplicemente un essere umano che, come tutti, ha dei bisogni. Ognuno diverso, ma che discendono sempre dalla mancanza d’amore. Quindi, sii corretto con te stesso e ammetti il perché ti prodighi tanto per gli altri. Non nasconderti dietro al – Mi piace vederli felici! – perché tu puoi mentire a te ma non all’Universo e, se ricevi del male dagli altri, vuol dire che un motivo c’è e che ora ti spiego.

SE NON E’ AMORE CHE AMORE E’?

Tutti gli esempi che hai letto, per belli che possono essere, non contengono amore incondizionato. Nessuno di quelli che ho scritto. Non contengono generosità pura (figlia dell’amore) e non contengono entusiasmo. Ora ti dirò una cosa che forse ti lascerà interdetto. Lo sai che a volte nemmeno per un figlio si fanno cose piene soltanto di amore incondizionato?

Lo sai che la maggior parte delle volte che si dona una moneta ad un mendicante, in realtà, la si dà più per il giudizio della gente (mendicante compreso) attorno a noi, che per il nostro cuore traboccante di amore puro?

Ma veniamo al sodo. Tutti questi motivi, che possono anche contenere della generosità ma è una generosità appannata, sono gli intenti di cui parlavo prima. E sono sinceri e senza orpelli. Nessuno li vede, stanno dentro di te e tu hai imparato, negli anni, per sopravvivenza, a camuffarli bene. Il problema però è che la risposta da parte degli altri (del mondo) riguarda proprio il tuo intento, pertanto, se nel tuo intento non c’è stato puro amore non riceverai puro amore bensì ciò che hai mandato come messaggio intenzionale, raddoppiato, affinché tu possa vederlo bene. Perché ricevi inganni? Perché tu per primo hai ingannato. Magari hai ingannato te stesso. Perché ricevi dei – No -? Perché tu per primo hai detto – No – al rispetto verso di te, quando hai dovuto abdicare davanti a un bisogno che ti pareva più appagante. Perché neanche un – Grazie -? Perché non sei stato generoso, hai solo risposto a un dovere.

Tu vali quello che dai non quello che ricevi. Il valore sta nel tuo gesto, quello che ricevi è solo una conseguenza di quello che hai dato, o meglio dell’emozione che permeava ciò che stavi dando in quel momento. Capisci?

Inoltre, se ti aspetti dagli altri un – Grazie – o un – – è come se attendessi in cambio un qualcosa, pertanto, è come se il tuo interesse fosse focalizzato lì, su quel qualcosa, nulla a che vedere con il puro amore!

LA VOGLIA DI CAMBIARE

Ma come fare a diventare veramente generosi e ricevere così generosità vera, gratitudine sacra, regali, favori e molto altro? Ti sembrerà strano ma, come per tutte le cose, occorre allenarsi.

Inizia con cosine piccole. Dalle o falle, al prossimo, anche se non ti vengono chieste. Inventa dei modi per far del bene, per far nascere un sorriso. Fai della beneficenza, a piccole dosi, senza farlo sapere in giro. Prova, più avanti, a donare uno sguardo dolce e sincero proprio a chi detesti.

All’inizio, tutto questo, prima di passare dal cuore sarà solo mentale e potrà sembrarti strano se non addirittura fastidioso ma, col tempo, ti abituerai.

La regola numero 1° è quella di mettersi nei panni di chi riceve. Ossia, tu cosa proveresti se ricevessi quella determinata cosa? Ecco, devi creare la stessa situazione. Ipotesi: se arriva una persona da te che hai un ristorante e ti chiede un panino ma ti dice che non può pagare, dovresti fargli il panino più buono e più grande del mondo. Lo stesso sandwich che vorresti mangiare tu affamato. Dona quindi ciò che ti renderebbe molto gioioso. Cerca di provare le stesse sensazioni. Fai finta di essere tu quello che sta ricevendo e invece sei il donatore. Naturalmente, un domani, saprai valutare. Non ti sto dicendo che devi andare in malora per aiutare gli altri. Ti sto suggerendo alcuni metodi e le sensazioni che devi imparare a provare nel tuo cuore.

Tutto ti tornerà indietro e moltiplicato, così funziona. Non aver paura.

I primi tempi, lo scombussolamento delle tue frequenze, potrebbe creare un po’ di confusione e potresti vivere situazioni peggiori di quelle antecedenti ma continua, non demordere. Pian piano tutto si stabilirà a tuo favore. Vedrai che presto, quando sarai tu a chiedere un piacere, ne riceverai il doppio e di bellissimi. E, soprattutto, dati con gioia senza nessuna pesantezza.

Buon allenamento e preparati a ricevere il meglio. Sta arrivando!

Prosit!

photo associazionekayla.org – chiesadiroma.it – geoitalia2013.it – sullastradadiemmaus.it – blueplanetheart.it – lavocedegliangeli.it – mangiareasiena.it

Ho 40 anni e sono un pulcino

IN FONDO MICA MI DISPIACE

Guardando con gli occhi dell’amore niente appare brutto – (Meg)

Quando qualcuno prova a stabilire la mia età anagrafica sbaglia sempre, nel senso che nessuno mi da 40 anni dicendo che non li dimostro.

È vero che i caratteri fisiognomici o tratti somatici, i geni, la cura del proprio corpo (che mi trova pigra), etc… hanno la loro importanza ma, a parer mio, è vero anche (e forse molto più di tutto il resto) che conta come ci si sente dentro. Però…. cosa determina questo?

Io per prima rimango sbigottita quando penso di avere 40 anni e provo a ricontare per vedere se i calcoli sono giusti. Davvero! Dico sempre – 40?! Ma possibile? Allora ’78… ’88… ’98… perbacco! A momenti 41! Altroché! -.

Non è tanto questione del sentirseli o meno. Cioè, anche chi dimostra l’età che ha può sentirsi bene. Felice. Secondo me è più un fattore emozionale.

Un Maestro spirituale vi direbbe che: bisogna lasciare andare il passato, bisogna pensare positivo, bisogna fare respirazioni ogni giorno… tutte cose sacrosante e che condivido, ma continuo a dire che non è tutto.

VECCHI RICORDI

Ricordo che a 20 anni avevo coetanee che vestivano e si sentivano o si atteggiavano a quarantenni. Le scarpe da ginnastica, ad esempio, mi dicevano che una “signora” avrebbe dovuto riporle e usarle solo in casi eccezionali come durante un’ora di attività fisica. Ehm… io devo riporle ancora adesso…

Ma un grazie secondo me va anche a mamma e papà.

MAMMA E PAPA’

I miei genitori mi hanno responsabilizzata velocemente.

Ricordo che mamma mi mandava in Posta a compiere missioni impossibili alla tenera età di 10 anni. Non arrivavo nemmeno allo sportello per parlare con l’impiegata, la quale doveva sporgersi in avanti per vedermi. A 6 anni mi faceva lavare i piatti facendomi salire su uno sgabello dicendomi solo – Per togliere l’unto l’acqua deve essere calda -.

Papà invece mi addestrava in stile Bear Grylls. A 10 anni oltre a saper fare un telegramma ero anche in grado di uscire da un bosco dopo essermi persa, sapevo arrampicarmi ovunque come un gatto e iniziavo a riconoscere in cielo alcune costellazioni.

Allo stesso tempo però, mangiavo pane e coccole. Oh beh, anche qualche scapaccione, è ovvio! Ma, dopo 40 anni, ancora non mi chiamano con il mio nome. Per Madre sono “Pulce” e per Padre “Passerotto“. E mentre mia mamma ancora mi accarezza e struscia il suo naso contro il mio viso, mio padre, quando mi faccio male, mi dice porgendomi la mano – Passalo a me – intendendo il dolore. E poi finge che inizi a far male a lui quella parte. Beh sì, insomma, avete presente quella citazione:

I bambini credono che un piccolo bacio su un graffio possa farlo guarire. E ci credono perché si fidano di chi si prende cura di loro. Non è ingenuità, è fiducia incondizionata -. (Anonimo)

Ecco… devo essermi fermata a quella fase lì.

GLI OCCHI GIOVANI, ANCORA DA RIEMPIRE, DEL BAMBINO

Quello che sto per dire potrà sembrare retorico ma, a volte, mi trovo davvero a guardare il mondo con gli occhi di un bambino.

Mi stupisco per un fiore, potrei passare un’ora intera a giocare con un insetto, rido come un’abelinata (tipico termine ligure che indica simpaticamente una deficiente) e mi faccio le trecce.

Lo so, non sono normale, ma mi chiedo “Forse è anche per questo che sembro più giovane”. Non penso sia solo questione di genetica, capite cosa intendo dire? E nemmeno intendo dire di essere meglio di un altro. Soltanto osservare il perché, alcune persone dimostrano meno anni e altre di più.

È assolutamente vero che il lavoro, le preoccupazioni, la paura, la lamentela, la rabbia e molte altre situazioni negative rendono l’invecchiamento precoce, ma posso assicurarvi che non sono stata immune da tutto questo. Quindi sono arrivata alla conclusione che, forse, una delle questioni fondamentali, risiede nel fatto di come si prendono certe cose.

Ossia aspettarsi il bello, pensare al bello, immaginare il bello… che arriva. Ma dietro al termine “aspettarsi” c’è molto di più e ve lo spiego tra poco.

Spesso mi rendo conto che molte persone hanno davanti due strade ma scelgono sempre quella negativa. Sempre il pensiero più ostile, come a dire – Almeno non rimarrò deluso quando accadrà -. Però non è detto che accada e, soprattutto, ciò che fa invecchiare è l’attesa non sana di quella risposta. Se poi davvero non accade forse è perché deve accadere qualcosa di più bello ancora. Non sono una farfallina ingenua. So bene valutare le preoccupazioni ma sono anche convinta che la vita non ci voglia male e che abbia in serbo per noi il meglio. Occorre solo non remarle contro e permettere a quel meglio di entrare in noi. Che ne dite? Non potrebbe essere un buon metodo questo per rimanere giovani più a lungo? Secondo me si. Ma non è solo questo. L’attesa di cui parlo è qualcosa che va oltre e più in profondità e che ora proverò a dirvi.

LA BELLEZZA DELL’ATTESA

L’Universo è pigro – (Cit.) …forse perché sa che tanto è immortale, penso io. Ha tutto il tempo che vuole, là dove il tempo non esiste. Tsè!

Ciccio Pasticcio… se ci riesci tu che sei l’Universo posso benissimo riuscirci anch’io!

E allora cosa mi ha aiutata in tutti questi anni? Eh sì. La parola è questa: l’attesa.

La pazza corsa all’oro che la maggior parte delle persone effettua, “per arrivare prima”, non lo trovo un buon mezzo. L’arrivare per primo. Mi laureo subito, prendo immediatamente la patente, faccio 3 anni in uno, voglio quel modello che ancora nessuno ha, voglia fare quella cosa che per adesso solo in America…. Il bisogno dell’originalità che stressa. A volte si può aspettare. Non siamo sempre presi dall’acqua alla gola. E una volta passata l’ondata, resti più originale tu, che ancora non sei, rispetto a tutti quelli che già sono stati.

Ad aspettare non si diventa vecchi. Saper aspettare significa dire – Tanto non devo morire domani, ho tutto il tempo che voglio. Sono giovane -. Questo messaggio, col tempo, si manifesta. Diventa concreto permeando, di questo percepire, ogni cellula. Inoltre si collega alla “leggerezza”. E ve lo dice una che ha iniziato a lavorare a 13 anni e alla quale non è stato regalato niente (ci fossero malpensanti con la scusa pronta, eh).

Vi siete mai accorti che gli anziani fanno tutto di corsa se non sono persone “spirituali”? Come se, appunto, dovessero morire da lì a poco. E infatti, inconsciamente, questo pensiero incombe su di loro. In fila devono passare per primi, si alzano alle cinque dicendo di avere mille cose da fare, quello che puoi fare oggi non aspettare a farlo domani, si buttano in mezzo alla strada per attraversare cercando di bloccare le auto con la sola imposizione delle mani… io dico, sei in pensione, santa persona, magari quella giovane mamma che ha lasciato il bambino in macchina per far veloce e deve andare a lavorare ha più fretta di te, falla passare! E invece no. Ma è normale, li capisco. Perché questo è alla fine: convincersi che il tempo non solo non esiste ma soprattutto non è il nostro padrone.

Prosit!

photo pinterest.com – besti.it

Storia di un pilota d’aerei… “dirottato”

DONARSI AL MONDO

Questa è la storia di una persona che stimo molto. Un uomo che, generosamente, ha messo il suo sapere e le sue intuizioni al servizio dell’umanità in modo semplice, garbato, umile e senza pretese. Una conoscenza molto utile a mio parere.

Si chiama Pier Giorgio Caselli e chi mi segue avrà letto il suo nome già diverse volte nei miei articoli.

Spesso racconto le sue illuminazioni o il suo modo di vedere le cose e, oggi, intendo narrarvi una storia che lo riguarda personalmente e che lui stesso ha svelato in una conferenza della quale vi mettero’ il video a fine articolo.

Pier Giorgio non è solo una persona spirituale e non si definisce un guru come molti invece credono. È sicuramente un maestro, una buona guida a mio avviso, ha fondato una scuola di meditazione e arti marziali ma è anche un fisico e ama molto la fisica.

QUEL MESTIERE NON S’HA DA FARE 

Quando era un ragazzo, come lui stesso dice, amava studiare, amava la scienza, l’astrofisica ed era anche molto bravo a scuola. Anche lui, come molti ragazzi, aveva un sogno che era quello di diventare pilota d’aerei caccia. Si impegnava moltissimo per avverare il suo desiderio ma, nonostante la sua intelligenza, la sua bravura e i suoi ottimi voti non riusciva mai a superare i test che lo avrebbero fatto diventare un vero pilota. Lui si arrabbiava moltissimo. Non capiva il perché e soprattutto non capiva come fosse possibile che altri ragazzi, assai meno capaci di lui, riuscivano invece a passare promossi quegli esami… che lui, mai superò.

Oggi, Pier Giorgio, insegna a moltissime persone, parla, racconta, illumina ed è luce per una buona parte di umanità. Oggi, infatti, lui stesso comprende come non sarebbe mai potuto diventare pilota perché il mondo aveva bisogno di lui in un altro modo.

Soprattutto lui non sarebbe stato felice, come invece è ora, andando ad appartenere all’Aereonautica.

Oggi, guardandosi indietro, e sentendosi completamente e totalmente realizzato, capisce che non avrebbe avuto nulla a che fare con gli aerei, per come è, e chi lo conosce non può che confermare.

Ho voluto raccontarvi questo perché, molte volte, ci fissiamo su un qualcosa pensando che sia l’unica cosa da fare o che vogliamo fare o che siamo in grado di fare e quando questa cosa non si avvera ci arrabbiamo, ci rattristiamo o consumiamo tutte le nostre energie sgomitando a destra e a manca pur di ottenerla. Non capiamo il linguaggio dell’Universo che magari ci sta dicendo – Ehi! Non è lì che devi andare! Ho progetti per te molto più ambiziosi lo capisci? Fidati di me non crucciarti! Abbi fede! -. Proprio come ha detto a Pier Giorgio.

IL LINGUAGGIO CHE NON COMPRENDIAMO

La vita non ci vuole male e se noi non le mettiamo il bastone tra le ruote essa provvede sempre a farci ottenere il meglio. Nasciamo tutti con una missione nobile che, se con fede l’accogliessimo, ci accorgeremmo come appartiene sempre al nostro talento e quindi non puo’ che essere meravigliosa e idonea per noi.

Purtroppo la società che viviamo ci impedisce di lasciarci andare fluendo nell’energia cosmica coopartecipando al disegno universale perché: ci servono i soldi, perché non dobbiamo passare per degli scansafatiche, perché dobbiamo avere delle responsabilità e tutto ci intralcia. Forzare, però, non porta a nulla di buono. Diverse persone, a causa della grandissima preoccupazione che in loro si è trasformata in una piovra nera, si sono suicidate quando hanno perso il lavoro. Forse, però, dovevano perdere quel lavoro per poter giungere ad altro ma il loro cuore si è chiuso nella morsa dell’angoscia e della paura.

Dobbiamo provare. Dobbiamo aspettare a dire che è finita. A dire che non ci sono altre possibilità. A dire che “se non faccio quello non sarò mai felice”. Non possiamo saperlo. Rimaniamo attaccati a degli schemi e il nuovo ci spaventa perché non lo conosciamo ma potrebbe davvero essere migliore.

IL TALENTO PRIMA DI TUTTO

Pier Giorgio non tornerebbe mai indietro (e meno male!). Non c’entra nulla l’essere laureati, o ricchi, o famosi. L’Universo non guarda queste cose appartenenti alla materia. Lui osserva il talento. Ha bisogno di qualità, di determinate caratteristiche che si preoccupa si intersecare le une con le altre. E se quelle caratteristiche le hai tu, anche se sei povero, o senza titoli di studio, l’Universo vuole te perché tu sei perfetto per il suo disegno divino. Rifletti: se hai una missione da compiere non puoi continuare a fare quello che stai facendo e che, sono certa, neanche ti piace. Cerca solo di tenere la tua luce accesa. L’Universo vuole la semplicità dei bambini. Tutto in lui è meravigliosamente semplice.

Molte volte Pier Giorgio, mentre parla, incespica, o sbaglia un termine, o un verbo (mai quanto me!) eppure le sue parole sono armonia pura. Sono connesse direttamente con l’energia cosmica che non può che aprire i cuori. E, per i nostri cuori, sono un balsamo. Quindi non pensare mai di non essere adatto o di non essere in grado di fare altro rispetto a quello che stavi facendo. Stai giudicando con il tuo metro che è appunto un insieme di giudizi dato da un mucchio di schemi mentali di altre persone. Lascia valutare chi ne sa più di te, come la tua anima ad esempio, lei si che può scegliere al posto tuo. Perché lei non giudica, lei percepisce.

Prosit!

photo sphair.ch – youtube.com – giornalemetropolitano.it – it.freepik.com

Cos’è la Legge dello Specchio e cosa ci impedisce di metterla in pratica – 2° parte

Continua dalla 1° parte con stesso titolo

NO! IO NON SONO COSI’

E, attraverso l’umiltà, giungo a parlare di che cosa ci impedisce di credere e accettare la meravigliosa Legge dello Specchio.

Vedete, finché si tratta di cose belle e piacevoli è molto facile, e anche gratificante, affermare con un sorriso – Oh! Mi appartengono! Le ho dentro! – con gli occhi sberluccicosi. Quando invece bisogna iniziare ad ammettere di avere dentro l’invidia, la collera, la menzogna, la superbia, l’avarizia, l’egoismo, etc… il gioco si fa duro. Ma è qui che i duri iniziano a giocare.

Ebbene sì. Accettare la Legge dello Specchio significa essere degli eroi ma la ricompensa sarà enorme. Ve la spiegherò dopo però. Prima continuiamo su questo punto.

Dover dire – Dentro di me c’è superbia – significa sentirci sporchi. Ci hanno insegnato che alcuni aggettivi si riferiscono alle BRUTTE persone e noi non vogliamo essere brutte persone! Da quando siamo nati abbiamo fatto di tutto per essere accettati, visti… amati! E ora, in un attimo, devo ammettere di essere una brutta persona e quindi non amata??? No, no e no!

Questo ragionevole pensiero ci obbliga a creare un muro tra noi e la Legge dello Specchio, ma stiamo soltanto sbagliando approccio. Dobbiamo capire che tutte le caratteristiche definite – negative – e che ci appartengono, in realtà sono STRATEGIE COMPORTAMENTALI DI DIFESA/AZIONE CHE ABBIAMO CREATO IN NOI PER SOPRAVVIVVERE!

CHE PICCOLI ERAVAMO!

Eravamo assai piccini e innocenti quando queste strutture hanno iniziato a prendere vita dentro di noi che, come bravi muratori, abbiamo innalzato e ispessito sempre di più perché le abbiamo credute valide. NON ABBIAMO COLPE, dovevamo affrontare il mondo esterno sentendo il meno male possibile. Man mano che i mesi e gli anni passavano, da quando siamo stati concepiti, abbiamo iniziato quasi a recitare: – Una goccia di dolore qui per quando mamma non vuole tenermi in braccio, un po’ di egoismo qui per quando mi fanno mancare le cose, un pizzico di possessivita’ qui per quando mi dicono che ci sono cose che non sono mie e non posso toccarle, una cucchiaino di invidia qui per quando a me tarpano le ali ma a quell’altro no…-.

Insomma, lo capite che semplicemente non volevamo soffrire? Volevamo solo stare bene, seguendo quello che è un diritto naturale, in un luogo che ci apparteneva a fatica. Forse ancora oggi ci appartiene a fatica.

Peccato però che abbiamo utilizzato questi strumenti, i quali abbiamo conosciuto nel mondo della materia ovviamente, e nel mondo della materia, circondati soprattutto da persone inconsapevoli (vittime anch’esse, figlie di altre vittime) questi erano i mezzi a disposizione. Mezzi che oggi dobbiamo trasmutare perché, purtroppo, adesso sono loro che governano noi e questo non va bene. Sono cresciuti esageratamente. Siamo dipendenti delle azioni degli altri e quindi schiavi del loro umore.

AL VOSTRO SERVIZIO

Se qualcuno ci fa arrabbiare, ci arrabbiamo. Se qualcuno ci offende, ci offendiamo. Se qualcuno ci tratta male, ci rattristiamo. So che questo può sembrarvi normale nel mondo delle forme, ma non vi pare il comportamento di un cagnolino obbediente? O di uno zerbino? Non sarebbe più bello arrabbiarsi quando noi lo decidiamo e non gli altri? Io penso di sì. Perché mai dovrei dare ad una persona il potere in mano di rendere me triste o felice? Ma scherziamo?

E quindi, tornando a bomba, quello che voglio spiegare e che si collega anche con la splendida ricompensa di cui vi parlavo prima, è che noi diventiamo UNICI PADRONI della nostra vita (libertà totale e assoluta) ma non solo… tenetevi forte… possiamo modificare la nostra realtà! Proprio così.

Se il mondo riflette soltanto cosa ho dentro, nel momento in cui io modifico quello che si trova nella mia zona più intima (e sconosciuta) ecco che riesco a trasformare ciò che mi appare nella realtà. In pratica, se io al mattino mi specchio e vedo che ho i capelli scompigliati non servirà a nulla pettinare lo specchio del bagno. Saranno i miei capelli che dovranno essere sistemati con la spazzola. Ma potrò così avere la pettinatura che più desidero e vedermi più bella. Magari soffriro’ perché ci saranno tanti nodi, o mi innervosiro’ perché quel ciuffo proprio non vuole stare dove lo metto io, magari mi deprimero’ perché non riesco affatto a piacermi ma, prima o poi, continuando con determinazione, ce la farò a creare la pettinatura che più mi soddisfa e… la vita che più prediligo.

Trovo che la Legge dello Specchio sia uno strumento fondamentale verso la propria crescita interiore e la propria evoluzione. Uno strumento che ci permette l’autosservazione e, solo osservandoci, possiamo diventare sempre più Maghi della nostra vita. Siamo gia’ esseri divini e di luce, dobbiamo solo farci largo tra le nostre ombre, assottigliarle un po’ e splendere.

Prosit!

photo pianetamamma.it – lavoriincasa.it – youtube.com – drittoallameta.it

Cos’è la Legge dello Specchio e cosa ci impedisce di metterla in pratica – 1° parte

Ehm… caro lettore, confido nel tuo buon cuore mentre guardi i miei disegnini (…di alto valore artistico!)

IL MONDO E’ LA’… DENTRO

Il mondo che ci circonda e tutto quello che viviamo (persone, cose, avvenimenti…) altro non è che il riflesso di quello che siamo dentro. Tutto ci mostra, apertamente e costantemente, quello che siamo nel nostro più profondo.

Ripeto: quello che siamo. Quindi, non quello che vogliamo, che desideriamo o che crediamo di essere.

Il mondo, che comprende ogni cosa, si mostra a noi in base alle emozioni che proviamo e in base alle frequenze che emaniamo. È come se al nostro cospetto non potesse comportarsi differentemente perché riflette soltanto.

Ipotesi: anche apparendo come Madre Teresa verso gli altri, e quindi molto generosa, se in realtà il mio altruismo è dato solo dal bisogno di un tornaconto, come il sentirmi importante per qualcuno, ecco che lo Specchio mi mostrerà il mio non sentirmi importante e quindi vivrò sempre situazioni in cui, ad esempio, non sarò rispettata. Occorre leggersi dentro in profondità.

Ciò che come esterno m’appare, è in realtà il succo del mio cuore – (Conte di Cagliostro)

Per spiegare meglio la Legge dello Specchio, a chi è profano e digiuno, la divido in due sezioni anche se non è proprio esatto farlo ma aiuta chi vuole addentrarsi in questa nuova magnifica e personale realtà.

La divido in “Legge dello Specchio quotidiana – non emozionale” e “Legge dello Specchio eclatante – emozionale”.

LA GIUSTA OSSERVAZIONE

Faccio questo perché, all’inizio, è bene comprendere al meglio e non “impazzire”. Ci sono individui che volendo vivere la Legge dello Specchio consapevolmente e impegnandosi parecchio, rischiano di andare fuori di testa. Mi spiego meglio. Stare a guardare tutto, ma proprio tutto, da quando ti alzi al mattino fino al mattino dopo, dando ad ogni minima cosa un significato, non aiuta. Pensiamo alla miriade di cose che viviamo in un solo giorno. A quante cose il mondo attorno a noi compie in un solo giorno. In un solo minuto! Si diventerebbe matti osservandole tutte, e questo non porta a niente di buono.

Quindi, la “Legge dello Specchio quotidiana – non emozionale” la metterei da parte, osservandola in un altro modo, più complessivo e di tanto in tanto. Cosa significa? Significa guardare che vita stiamo conducendo complessivamente. Anche laddove non c’è l’emozione, io sto comunque emanando delle vibrazioni alle quali l’esterno risponde. Per cui osservero’ il tutto e mi chiedero’, ad esempio, – Che tipo di casa ho? Una nobile villa o una catapecchia? Se potessi dare un valore, da 1 a 10 alla mia casa, che voto darei? 6. È bella ma potrebbe essere ancora più dignitosa. Dovrei rifare le finestre, ho un rubinetto che perde, è un po’ umida…

La stessa domanda la farò per tutto il resto:

°Che auto ho? È scassata, è nuova di pacca, è sporca, è piena di borli…

°Che lavoro ho? Mi appaga, lo detesto ma devo farlo, è stancante, non mi permette di spiccare il volo…

°Che partner ho? Mi manca di rispetto, è molto gentile, amorevole, sempre arrabbiato…

°Che amici ho? Sinceri, approfittatori, lontani, molto divertenti…

°Che luogo vivo? Splendido, trafficato, pieno di smog, lugubre…

Se a tutte queste cose, per la maggior parte e grosso modo, continuo a dare un valore di 6, o giù di lì (5 o 7), significa che il valore che do a me stessa è all’incirca pari a 6. Ossia non mi amo molto. Non mi considero una reietta, e ho una certa dignità personale, ma sono ancora lontana dall’amarmi arrivando a 10.

Ecco perché la “Legge dello Specchio quotidiana – non emozionale” la si può osservare in modo generale.

Quella invece “eclatante – emozionale” è diversa. Riguarda le cose che ci capitano, che vediamo, che sentiamo, che viviamo e che ci regalano un’emozione e che durano un tot di tempo. Possono essere emozioni negative o positive, ma ci mostrano quello che abbiamo dentro in modo specifico e non generico: rabbia, gioia, tristezza, fastidio, aggressività, delusione, determinazione, etc… Ognuna è uno spicchio di quello che siamo. Un frammento dello Specchio.

Se ad esempio vedo due ragazzi che si baciano appassionatamente, ciò significa che dentro di me c’è l’amore, la passione, l’energia sessuale. Se invece assisto ad un atto di bullismo significa che dentro di me nascondo la prevaricazione, o la svalutazione, o la tristezza. Cosa mi sta facendo vedere quel determinato atteggiamento che guardo, o quella situazione che vivo in prima persona, o quell’individuo che mi offende, o mi sussurra cose piacevoli? Per saperlo mi basta dare un nome all’emozione che provo. Con sincerità.

Specchio Specchio delle mie brame, chi è la più bella del reame? – (Strega di Biancaneve)

AD OGNUNO LA SUA REALTA’

Proprio perché tutto è dentro di noi, e da nessun’altra parte, se un cane inizierà a latrare senza smettere, dopo un po’ ci sarà chi proverà fastidio, chi invece tenerezza, chi giudicherà i padroni, chi diventera’ nervoso e chi, invece, non lo sentirà nemmeno quell’abbaiare incessante. Ecco perché è inutile dire – Beh… sfido chiunque a non arrabbiarsi…! -. Ebbene, ti darò una news, esiste anche chi non si arrabbia! Mentre tu invece, probabilmente, ti stai arrabbiando.

Quindi, quale emozione “protagonista” ti suscita questo cane? Supponiamo tristezza. Bene, significa che dentro di te c’è della tristezza e lui te la sta solo mostrando, affinché tu possa vederla.

Questo esempio può sembrarti banale, laddove ognuno di noi può avere tristezza dentro, ma se tu, per una settimana, ti senti come un leone in gabbia a causa di determinati motivi, sarà assolutamente fantastico notare come i tuoi figli saranno più agitati, o sarà incredibile scoprire che nel tuo paese sta arrivando il Circo! O sarà curioso notare come molte cose ti parleranno, in qualche strambo modo, di: prigione, sbarre, ansie, fastidi, oppressione, impedimenti… l’Universo conosce mille lingue! È un abile poliglotta. Può mostrarti la tua belva feroce, chiusa in un carcere, in tantissime modalità. Sta a te saperle tradurre.

Ci vuole tempo, allenamento, dedizione e pazienza perché tutte queste cose appartengono al nostro inconscio e non le conosciamo assolutamente! Appartengono cioè a quel 95% di iceberg che rimane sott’acqua, completamente invisibile a chi naviga. Sono nostre ma non sappiamo di averle, non le vediamo proprio! Ecco perché, con la Legge dello Specchio, possiamo leggere le pagine della nostra vita. Non è bellissimo? Secondo me, e per chi la pensa come me, sì.

Ci vuole pero’ anche un’altra cosa oltre a quelle che ho elencato prima. Un ingrediente basilare: l’umiltà.

Ma qui mi fermo, dividendo in due parti questo articolo che è molto lungo e anche molto difficile da comprendere e accettare per alcuni. L’argomento trattato non è semplice da far proprio, per lo meno questo è quello che mi dicono molte persone, e non hanno torto. Per questo mi blocco. Vi lascio assaporare queste parole e tra pochi giorni vi posterò la seconda parte (Cos’è la Legge dello Specchio e cosa ci impedisce di metterla in pratica – 2° parte) che riprende il discorso raccontando anche il perché, spesso, mettiamo barriere tra noi e la Legge dello Specchio. Mettiamo così barriere alla nostra evoluzione, senza permetterci di crescere, mentre invece meritiamo di innalzarci sopra ogni cosa e scoprirci divini.

Uomo, conosci te stesso e conoscerai l’Universo e gli Dei – (Oracolo di Delfi)

Prosit!

Quella Tuta che chiamiamo Corpo

IO E IL CORPO – UNA COSA SOLA

Siamo abituati a pensare di essere un semplice corpo. Crediamo di essere un semplice corpo e viviamo come tale. Ci vediamo fisicamente, muoverci nel mondo, con i nostri limiti segnati dalla pelle che ci riveste e, oltre lei, inizia immediatamente la realtà esterna. Non ci siamo più noi, c’è “il fuori”. Siamo abituati e convinti di questo. Persino la mente la definiamo come una specie di parte del corpo.

Fin da quando eravamo piccoli siamo stati educati a dire – Sto male -, – Ho male -, – Mi fa male – ogni volta che provavamo un qualsiasi tipo di sofferenza fisica. Non abbiamo mai detto – Il mio corpo sta male – o – Il mio corpo si è fatto male – come se fosse un qualcosa di distaccato da noi. Questo avrebbe potuto aiutarci molto anche nei confronti delle angosce emotive che ci impiegano un secondo a diventare fisiche: respirazione affannata, pianto, attacchi di panico, senso di oppressione sul petto, mal di testa, nausea…

Questo non significa non essere sensibili al dolore, al caldo, al solletico, etc… siamo dotati di neuroni, di corpuscoli (Ruffini, Krause…) di cellule apposite atte a proteggerci, ad avvisarci, ma viviamo queste situazioni come se fossero nostre e non di un corpo che dovrebbe essere visto, semplicemente, come una tuta apposita che dobbiamo indossare per trascorrere questo tempo terrestre. Sulla luna abbiamo bisogno di un apposito abbigliamento. Se andiamo sott’acqua abbiamo bisogno di un apposito abbigliamento. Se andiamo sui ghiacciai abbiamo bisogno di un apposito abbigliamento. Ebbene, non ci rendiamo conto che anche per vivere i nostri giorni su questo pianeta abbiamo bisogno di un apposito abbigliamento. Il corpo.

Non ci osserviamo, come se fossimo (anche) un’entità esterna, guardandoci. Guardando quel corpo e dicendo – E’ mio ma non sono io. Io non sono lì -.

PALOMBARI TERRESTRI

Perché noi non siamo il corpo. Per la precisione il corpo è soltanto una parte di noi. Importantissima, ma è solo un equipaggiamento.

In effetti non è separato da noi, siamo un tutt’uno, e con esso compiamo la nostra trasmutazione ma quello che intendo dire è che, all’occorrenza, possiamo uscire da esso. Non mi riferisco a viaggi astrali o cose simili ma semplicemente che se riuscissimo di più ad identificarci con l’anima anziché con il nostro fisico e vivessimo come anima la nostra vita, comprese le emozioni subite, esse apparirebbero nettamente differenti. Innanzi tutto perché “subite” non lo sarebbero più. Saremo noi a governare loro e non loro a governare noi.

A farci soffrire è infatti l’attrito che la mente ci obbliga a compiere davanti agli avvenimenti che ci accadono. L’anima va oltre. Vede con altri occhi e soprattutto riconosce la bellezza dell’insegnamento. A lei, gli schemi mentali non interessano. Non sa nemmeno della loro esistenza.

Non avete occhi per vedere (avete occhi e non vedete, avete orecchi e non udite?) – (Gesù)

Il problema sta nel fatto che ci riconosciamo come corpo ma nei confronti dell’anima pensiamo invece essere una parte in più che abbiamo. Come un accessorio. Il portafoglio. Chi non ha un portafoglio? Tutti ne abbiamo uno. Un qualcosa che un domani ci permette, in qualche modo, di giungere nel tanto ambito Paradiso visto che il corpo andrà sotto terra. Oh! Bene. Ora che sappiamo che un accessorio nostro andrà in cielo siamo molto più sereni. …E se tu sei cattivo e un’anima non ce l’hai, ti consiglio di andare a comprartene una altrimenti non ci vai, lassù, tra le nuvole...

Quello che si sente dire infatti non è – Sono anima – bensì – Ho un’anima – ed è sbagliato.

Pensiamo l’esatto contrario di quello che è, dando posizioni e meriti a cose che dovrebbero stare un passo indietro. Questo accade perché l’essere umano ha sempre e costantemente bisogno di vedere, di toccare, di constatare. La paura della quale è intriso non gli permette di abbandonarsi alla fede/all’amore. L’immagine che abbiamo di noi è quella di una testa, due braccia, due gambe e stop. Non consideriamo minimamente di essere luce, di essere energia, di essere in realtà una nuvola fluttuante e informe, molto grande, che si sposta per il mondo e agisce attraverso un continuo movimento vibrazionale delle molecole. E cos’è l’energia? L’energia è movimento.

Non consideriamo di essere grandi quanto la stanza nella quale siamo, e qui mi fermo per non essere mal compresa, ma… altro che stanza! Un passo alla volta però. Provate ad immaginare quindi come potrebbe essere una vita passata sotto a quest’ottica. Se solo potessimo vederci come l’Universo ci vede, una volta scoperto ciò che realmente siamo, ce ne daremo tante ma tante che Suor Nausicaa a confronto toglieva la polvere dai petali di rosa.

FATTO A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA

Il corpo è lo strumento principale che possediamo per trasmutarci, ossia per riconoscere che cosa realmente siamo e per mostrarci che, alla fine, ben poco abbiamo a che fare con lui. E’ proprio nel corpo, e attraverso il corpo, che modifichiamo le nostre vibrazioni fino a compiere una vera e propria trasformazione del movimento molecolare potendo così mandare frequenze diverse da quelle che emaniamo e in grado di agganciarsi o incontrarsi con quelle universali.

E’ grazie al corpo che passiamo da uno stato di “sonno permanente” ad un risveglio totale che ci permette una connessione completa con l’energia cosmica, in quanto già siamo energia cosmica ma non lo riconosciamo. E’ ottenere la potenza dell’Universo laddove, l’Universo, vedendo come invece ci comportiamo, si martella esso stesso i gioielli di famiglia gridando nell’atmosfera – Dove ho sbagliatooo???!!! -.

Serve percepire e non capire. La logica e la razionalità appartengono al Tutto ma non sono il Tutto. Serve mettere da parte la mente (che mente) schiava della nostra situazione terrestre e agire d’intenti. Serve non confondere, usare il nostro “sentire”. Comprendere (prendere con – prendere in sé) e quindi accogliere, sentire dentro.

Non finiamo là, dove il nostro strato corneo epiteliale smette d’esistere. Immaginatevi un alone ampio, grande, che ci avvolge e si muove attorno a noi. Immaginate di contenere al vostro interno le altre persone, gli alberi, i luoghi, le sensazioni, le gioie. Questo siete. Scintille luminose. Piccole parti di un’intelligenza senza fine che vi ha portato sin qui dotandovi di un corpo, cioè di qualche atomo, perché in questo particolare ambiente, la condizione obbliga ad averlo.

Prosit!

photo pinterest.com – blog libero.it – ilmondoallarovescia.it – pinterest.com – universo.it – ufoforum.it

Non capisci che mentre desideri ti convinci del contrario

CHI VIVE SPERANDO…

È stato spiegato molte volte come funziona il meccanismo vibrazionale nei confronti di ciò che siamo dentro, emozionalmente, e le risposte dell’Universo. In pratica, non otteniamo ciò che chiediamo ma ciò che proviamo. Ciò che siamo.

Questo fenomeno viene chiamato Legge di Attrazione ed è scientificamente provato che funziona, sempre, ma tante persone non vedono i risultati sperati.

Già sulla parola “sperare” ci sarebbe da scrivere un intero articolo, in quanto, come spesso ho detto: “sperare” significa mettersi in attesa di ricevere qualcosa solo se si è degni di riceverla. Non ha niente a che vedere con l’agire, il credere fermamente, o il dare come già avvenuto quello che abbiamo ordinato. Ordinare, sì. Chiedere non va bene, bisogna ordinare. Cioè non bisogna desiderare (de-sidera al di fuori del disegno stellare – cosmico -) ma considerare (con-sidera dentro al disegno stellare – cosmico -). Hai mai sentito un Mago chiedere – Per favore -?

Ordinare è uguale a Comandare e il termine – comandare – sai cosa significa? Con + mandare cioè mandare con… con il pensiero, con la parola, con l’emozione, etc.

Ma torniamo all’inquinamento emotivo che non ci permette di ottenere neanche quello che ordiniamo.

MENTRE PENSI AD UNA COSA SEI UN’ALTRA

Ebbene, non ci rendiamo conto che mentre vogliamo più soldi è perché sappiamo/pensiamo/crediamo di NON AVERNE. Mentre vogliamo stare bene è perché sappiamo/pensiamo/crediamo di STARE MALE. Mentre vorremmo combattere la nostra solitudine è perché sentiamo/pensiamo/crediamo di ESSERE SOLI. Mentre proviamo a sognare un mondo migliore è perché CONSIDERIAMO BRUTTO quello in cui viviamo.

Le parole che leggi scritte in stampatello sono quelle che appartengono alla nostra parte più intima e vera. Sono quelle appartenenti alle vibrazioni che emani e quindi sono quelle che l’Universo legge e alle quali risponde.

Che delusione vero? Passiamo tutta la vita a sperare di avere più soldi, a chiedere di riuscire a pagare tutto, a comandarci di mettere via un gruzzoletto cospicuo e, ogni volta, ci ritroviamo con l’acqua alla gola. Purtroppo, se mentre proferiamo il nostro decreto o il nostro pensiero intenzionale, stiamo in realtà arrancando, la risposta delle frequenze universali sarà – ARRANCARE -. E possiamo dire tutto quello che vogliamo ma continueremo ad ARRANCARE.

OK, QUINDI?

Quindi cosa bisogna fare? Il metodo per ottenere la realizzazione di quello che pensiamo/vogliamo/immaginiamo esiste, ma a noi esseri umani ci piace “vincere facile” e fare poca fatica. “Butto un desiderio là ed esso si deve avverare”. Poi non si avvera e pensiamo alla sfiga ma iniziare un duro allenamento non fa certo per noi.

Il duro allenamento invece sarebbe davvero ideale per iniziare a vivere la realtà che tanto ambiamo. Per cui, prima di chiedere soldi, cerca di trasmutare le tue emozioni interne che riflettono il famoso ARRANCARE.

Tu puoi anche far finta di essere giallo ma se continui a emanare il grigio sarà il grigio ad essere visto dall’Universo. Allora prima trasforma quel grigio. Aggiungi dei colori. Metti prima del bianco in modo da schiarire cosicché, poi, le altre tinte potranno sembrare ancora più accese e predominanti.

Ma come si fa? È difficile. Ci vuole impegno, coraggio, pazienza e determinazione. E anche un po’ di fantasia.

Riguardo all’esempio dei soldi, inizia scacciando via il pensiero di essere povero. Ogni volta che ti viene in mente che:

– quella cosa non puoi permettertela

– quella cosa è troppo cara

– non riuscirai a pagare la bolletta

– il tuo vicino di casa è più ricco di te

– la tua auto non ne può più

– etc…

Anche se tutte queste cose sono vere, devi distogliere il pensiero. Pensa alla torta che ti faceva tua nonna, al tuo compagno di scuola che da anni non vedi, a chissà cosa sta facendo tuo figlio in questo momento, a chissà se in Cina c’è il sole o sta piovendo. Pensa a quello che vuoi, ma togliti da dov’eri. Non devi ALIMENTARE i pensieri che ti portano verso la povertà. Più ci pensi e più, senza accorgertene, li nutri. Nutrendoli essi si ingrandiscono. Lo so che a te sembrano sempre uguali, gli stessi di ogni giorno, ma non è così. Dentro di te diventano sempre più grandi e soprattutto sempre più consolidati e convincenti. Togli la tua mente da lì. Dribbla questi ostacoli. Crea dei pensieri funzionali.

PER ASPERA AD ASTRA

Dopo che ti sei allenato a fare questo, che è molto difficile, arrivi alla parte ancora più ostica. Esatto. Non sono qui a coccolarti, comportati da Guerriero e affronta le prove con gli strumenti che ti ho elencato prima: impegno, coraggio, pazienza e determinazione. E fantasia.

Ora dovrai fingere. Fingere nel modo più efficace e credibile che ti riesce. Dovrai mentire a te stesso e credere seriamente a quello che stai “facendo finta” di provare. Ossia: dovrai crederti ricco.

Devi convincerti di poter possedere ogni cosa (solo che ora non ne hai voglia), di poter pagare ogni cosa (solo che per scelta procrastini), di avere una bellissima casa, un’auto stupenda. Cerca di sentirti ricco dentro.

Cammina come camminerebbe un ricco, parla come parlerebbe un ricco, pensa come penserebbe un ricco. Ogni tanto permettiti un caffè in un luogo da ricchi. Non dire a tuo figlio – Non possiamo permettercelo – prova a rispondere – Ok, vediamo di fare il possibile, magari ci riusciamo, se non ci riusciamo questa volta sarà per la prossima -.

Sentiti ricco.

MA CHE ME NE FACCIO DI TUTTI QUESTI SOLDI?

Dopo che ti sarai allenato anche in questa prova, devi iniziare a dare un po’ di fiducia a ‘sto benedetto Universo che ti circonda. Inizia con cose piccole. Devi pagare la bolletta e ti sale la paura di non avere i soldi? Bene, prova a dire – Quando sarà il momento, in un modo o nell’altro, avrò il denaro per pagare, ne sono sicuro! Anzi, già ce l’ho! E me ne avanza persino! -.

Molto bene: eccolo qui il vero “desiderio” che devi (e ora puoi) mandare nell’Universo. Il quale, come vedi, è più una considerazione che un desiderio. Noterai la differenza nel dire questa frase al posto di – Io vorrei tanto avere i soldi per pagare la bolletta, per piacere, ti prego, fa ch’io li abbia (visto che NON LI HO) -.

Tu i soldi li hai. Credici. Funziona. All’inizio ti sembrerà tutto assurdo. Ti sentirai un deficiente ma se continuerai funzionerà. Cerca di non sporcare il messaggio con emozioni negative. Cerca di dare per scontato che quella bolletta l’hai già pagata, sei riuscito. VISUALIZZALA già pagata e visualizza te che sorridi.

In base a questo esempio dei soldi ti consiglio di leggere anche questo mio articolo “magia e denaro”  https://prositvita.wordpress.com/2018/03/16/magia-e-denaro/

Tutto ciò che ho scritto, però, come ho detto a inizio post, si deve applicare a qualsiasi tipo di “desiderio”: salute, amore, lavoro, amicizia, oggetti. La prassi è la stessa.

Poni attenzione quindi quando domandi, impara a volere e impara a modificare il tuo interno.

Prosit!

photo anagilemind.net – corriere.it – tpi.it – m.dagospia.com – life-strategies.it – boaterexam.com

Oh no! Non è vero che l’Esterno è il tuo Interno!

I PICCOLI MACIGNI CHE SCHIACCIANO

Oggi sono stata assieme ad una persona, un amico, e ho proprio voglia di raccontarvi questa giornata. Voglio raccontarvela soprattutto sotto un particolare punto di vista e cioè attraverso uno scambio di opinioni avvenute tra me e lui.

Parlando del più e del meno, siamo finiti a discorrere su come, secondo me, l’esterno che viviamo è in realtà ciò che c’è al nostro interno, cioè quello che siamo, quello che proviamo, ma lui non era assolutamente d’accordo con questa mia filosofia. Cercava persino di farmi cambiare idea. Ovviamente non si discuteva solo di quello, anche se era argomento protagonista, e nel chiacchierare siamo giunti a parlare di lui e di come si sentiva in quel momento. Mi raccontò che stava vivendo un periodo di pesantezza. Si sentiva oppresso. Percepiva un’oppressione però non particolarmente forte ma persistente e continua. La sentiva sul petto e sullo stomaco, nella parte centrale del torace. Evidentemente non era nel massimo della gioia anche se non stava vivendo grossi traumi. Probabilmente una routine lo stava stancando, non riuscendo a cambiare alcune cose della sua vita. Da quello che mi raccontò capii questo ma una sua frase, ben scandita, mi risuona ancora nelle orecchie – Mi sento come se più volte al giorno io ingoiassi delle pietre e, dopo un po’, ovviamente, iniziano a pesare -. Mi dispiaceva sentirlo così ma mi rincuorai quando venni a sapere che, nella sua vita, non stava accadendo nulla di grave. Sono comunque brutti periodi perché possono diventare deleteri, come quando si è aggrediti dalla famosa “goccia cinese”, anche se non sono irruenti ed eclatanti.

LE PRIME PIETRE

Nonostante tutto però si stava bene assieme, ci si divertiva e lui si stava estraniando. Andammo, in tarda mattinata, a prendere le uova fresche da suo zio in vallata. Il mio amico si accorse subito che Rocky, il cane, non ci venne incontro per farci le feste e quando chiese il perché suo zio gli rispose – Sto stupido! Una pietra grossa come un’arancia si è ingoiato! Stava male… stava male… alla fine il veterinario gli ha fatto i raggi e… -. Provai immediatamente un brivido nella pancia, il mio amico invece non bado’ a nulla, si preoccupò soltanto di chiedere informazioni sul cane. So che voi avete già capito ma dovete tener presente che da quando il mio amico mi parlò, a quando venne a sapere del cane, passarono un po’ di ore e quelle ore le vivemmo di varie cose quindi è plausibile il suo – non accorgersi -.

Non dissi niente e, dopo aver salutato quel gentile anziano, decidemmo di salire verso le vette della valle. Con l’auto percorremmo un sentiero panoramico e sterrato a noi noto e caro ma, quel giorno, era davvero quasi impercorribile nonostante la macchina adatta. – Che ca@@@ è successo qui? Sembra sia franato tutto! – esclamò mentre cercava con il volante di scansare i massi per la strada. Tum… tum… ogni due metri, nonostante l’attenzione, non si potevano evitare le pietre che colpivano le gomme dell’auto. Un rallentamento ogni secondo.

Iniziai a ridere mentre il mio amico si stava seriamente arrabbiando ma, allo stesso tempo, era divertito vedendo me che sorridevo. – Che ti ridi?! – mi diceva, ma io non riuscivo a smettere. Dopo aver fatto qualche chilometro, come su una di quelle poltrone che ti massaggiano tremolando, un po’ scombussolati, decidemmo di fermarci e mangiare qualcosa in una radura davvero spettacolare dove tavole e panche in ardesia accolgono gli amanti della montagna che vogliono sostare per pranzare e la pace è assoluta.

LA “PIETRA” FILOSOFALE – LAPIS PHILOSOPHORUM

Avevamo parecchia fame, ormai era pomeriggio, e tirammo fuori dalla sacca due panini che la mamma di lui aveva preparato la sera prima. Iniziammo a mangiare e a parlare della splendida flora di quel luogo, sempre ricca indipendentemente dalla stagione. Entrambi conosciamo bene quella zona e sappiamo cosa offre in ogni periodo dell’anno.

Fu proprio mentre, con la bocca piena, cercava di parlarmi del cardo selvatico che lo vidi bloccarsi all’improvviso in una smorfia di disgusto. Esclamò qualcosa in modo volgare ma non capivo cosa fosse successo. – Ti sei morsicato la lingua? – gli chiesi. Continuava a fare cenno di – No – con la testa e continuava a masticare, anche se molto lentamente, e storcendo gli occhi cercava di guardarsi la bocca. Poi lo vidi muovere guance e lingua in modo strano, alla fine, sputo’ in una mano un qualcosa di grigio e molto piccolo.

Ohmmmadre! Un dente?! – feci io preoccupata.

Non penso – rispose lui mentre con la lingua investigava su tutti i suoi denti osservando che ci fossero ancora. Col dito mosse quel cosino che aveva sputacchiato e che ora stava lì sulla lastra di lavagna. Lo analizzammo attentamente e con gioia scoprimmo che si trattava di un minuscolo sassolino e non di un molare.

Io scoppiai in una fragorosa risata e lui, guardandomi perplesso, mi disse – Ma sei scema? Cosa ridi? Potevo spaccarmi un dente! -. Fu in quel momento che gli dissi con voce da gatta morta – Continua ad “ingoiare pietre” e prima o poi ti spaccherai anche qualcos’altro oltre che i denti! -.

I suoi occhi si spalancarono. Smise di masticare e ingoio’ come ad ingoiare un pollo intero. Aveva capito! Eureka! – Finalmente! – gli dissi. – Non scherzare… – fece lui balbettando. – Non sono mai stata così seria! – risi. Lui aveva un’espressione da tontolone sul viso che è impossibile da descrivere ma, a ricordarla, sorrido ancora. Tentenno’, tartaglio’, esclamo’ qualcosa di incomprensibile poi, facendosi serio, mi chiese – Ma dai… vuoi dire che… -. Io annuii. – Ora comprendi cosa volevo dirti questa mattina? E per te è stato semplice. Di solito queste cose avvengono senza che si dica come ci si sente. Ossia, la maggior parte delle persone non sanno bene come si sentono… non si osservano. Tu sei stato bravo, hai chiaramente definito il tuo malessere collegandolo alle pietre e l’Universo ha prontamente risposto. E sono certa che non è la prima volta -.

Devo essere sincera, in realtà, una risposta così, una Legge dello Specchio (chiamiamola così) funzionare a questa maniera, non l’ho mai vista nemmeno io!

Ecco che infatti il mio amico iniziò a ricordare che il giorno prima, al mare, suo nipote gli tirava dei sassetti sulla pancia mentre lui prendeva il sole ed era infastidito. Dovette spaccare, inaspettatamente, un grosso masso, il giorno prima ancora, a causa di un lavoro che stava facendo in campagna e altri avvenimenti simili. I messaggi gli stavano arrivando da un po’ ma, naturalmente, non ne sapeva leggere il significato. Iniziò così a valutare anche altre situazioni della sua vita.

Il suo viso, a tratti, si illuminava e poi poneva domande su domande… insomma… è stata una giornata esilarante. Rare volte ho visto l’Universo palesarsi in modo così ovvio, solitamente utilizza mezzi più difficili da tradurre per chi è digiuno di certe tematiche. È stata davvero una bella giornata e, alla fine, ho lasciato il mio amico ad arrovellarsi il cervello che stava iniziando a fumargli… so già che in futuro mi tartassera’ di domande quindi è bene che, per il momento, io vi saluti e vada a riposare.

Ciò che come esterno m’appare, è in realtà il succo del mio Cuore – (prima delle sette leggi del Conte di Cagliostro)

Prosit!

photo alexyna.centerblog.net – quantisticamente.it – emadion.it – sten.video – blog.giallozafferano.it – tourisotck.eu

Il Significato delle Punture d’Insetto

ZZZZZZZZZZZ……… ZZZZZZZZZ……..

Quando veniamo punti da un insetto siamo soliti pensare di averlo infastidito o spaventato e lui, per reazione, ci ha punto. C’è poi chi considera quell’esserino un “maledetto disgraziato” e gliene dice di ogni e c’è anche chi invece non se la prende e perdona.

Tutto giusto e ovvio ma, andando oltre, aggiungendo una ulteriore riflessione a questo comportamento degli animali si può notare come il “pungere”, in se’, ci voglia mostrare il nostro “impuntarsi e pungere”, a nostra volta, su determinati fatti della vita che però, in realtà, sono INEZIE.

La puntura d’insetto indica proprio il senso di colpa, la condanna, il fastidio, la preoccupazione che ci infliggiamo per cose fondamentalmente irrisorie.

Vedete… l’Universo guarda la vita in un’altra ottica e quello che per noi è fondamentale e quasi alla base della vita, per lui sono soltanto frivolezze delle quali puoi farne a meno. Litighi con un collega? Tu te ne fai un cruccio, non lo sopporti, non vuoi che sia così ma, l’Universo, ti risponde – Bof! E che sarà mai?! Non dargli peso! Tu sei luce! Di che ti preoccupi! -. Ecco, più o meno funziona così. Molte volte, davvero, ci facciamo il sangue marcio per cose che sono sinceramente poco importanti, se ci riflettiamo sopra, non trovate anche voi?

ESSERINI DI OGNI TIPO

Quando non si tratta di puntura ma di morso (come nel caso di zecche o pulci) significa che, a condire tutto ciò, c’è anche una buona dose di rabbia, magari celata. La cosa curiosa, da notare in quest’ultima tipologia di animali, è il loro essere parassiti e anche dipendenti. Ciò potrebbe mostrarci la nostra dipendenza verso quella determinata cosa che ci infastidisce ossia essere dipendenti e non riuscire ad accettare che quell’evento possa esistere. Si è anche parassiti perché senza agire si è schiavi degli eventi succhiando magari l’energia da altri affinché si trovi la serenità.

Mi spiego meglio. Se io sono dipendente dell’ordine cioè non sopporto lo sporco e il disordine, e me ne faccio un cruccio che mi fa stare male, ne sono schiava. Se inoltre pretendo che gli altri mantengano l’ordine che piace a me, affinché io possa vivere nel pulito oppure semplicemente regalo energia negativa agli altri a causa del caos che vivo, divento una parassita arrabbiata e succhio positività, senza rendermene conto, a chi invece vibra in alte frequenze o può aiutarmi. È tutta una questione emozionale ovviamente. Non vi sto dicendo che non dovete essere ordinati ma è come vivete il fatto che conta. Quale emozione scaturisce.

Mi rendo conto che, a questo punto, dopo aver parlato di pungere e succhiare devo fare un accenno anche alle zanzare che sono un fenomeno, in estate, assai presente. Come dico sempre non bisogna mai essere assolutisti ed estremisti ed è ben ovvio che la natura faccia il suo corso. Com’è ovvio che l’immondizia, l’umido, il territorio, il caldo, etc… attirano più zanzare, ma è anche vero che ci sono persone che vengono punte maggiormente da questi fastidiosi insetti rispetto ad altre e non è solo una questione di sangue “buono” o meno. Non hanno il palato così fine, devono sopravvivere. Oppure ancora, ci sono momenti della nostra vita in cui veniamo punti di più e altri meno. Potrebbero naturalmente esserci meno zanzare, come potrebbe anche essere che abbiamo permesso a meno seghe mentali di ristagnare in noi, sono abitudini inconsce che nemmeno vediamo.

MA PER QUALE MOTIVO?

Detto questo occorre osservare il motivo del perché quell’insetto ci ha punto. La zanzara infatti lo fa a prescindere, per sfamarsi, così come altri e, come dicevo prima, altri ancora invece, molte volte siamo noi, anche involontariamente, a spaventarli e a infastidirli.

Capita però che veniamo punti in modo strano e del tutto inaspettato pur non avendo magari fatto gesti poco simpatici agli animaletti in questione e senza la minima intenzione di recare loro un danno. Eppure, nonostante tutto, ecco che dobbiamo subire una bella e dolorosa puntura. Ma perché? Il perché risiede, oltre a tutte le altre varie motivazioni naturali, proprio in quello che vi ho scritto, quindi, dopo esserci lamentati, disinfettati e arrabbiati proviamo anche a ragionare su cosa, quella creatura, a voluto farci focalizzare l’attenzione. Dove stiamo “battendo” in continuazione? Cosa, in noi, è come una specie di “goccia cinese”?

Il discorso è complicato e non finisce qui. Le cose da osservare sono diverse, ad esempio è utile notare anche dove ci ha punto l’insetto. In testa? Troppi pensieri e rimuginii… In una gamba? Paura del futuro e dell’avanzare… Su un braccio? Non essere sicuri di farcela… Su una mano? Temere che quella situazione ci scappi di mano… È curioso non trovate?

ELENCO CREATURINE

E poi, gli insetti, non sono tutti uguali! Oh no! Che significato portano con sé?

APE: Ti dice che devi avere cura di te, che non stai dando valore alla divinità che risiede in te e che non ascolti la voce della tua anima.

VESPA: Ti mostra la paura che hai nell’essere danneggiato e che non stai facendo divampare il tuo fuoco interiore troppo trattenuto e soffocato.

ZECCA: Ti dice che hai paura che qualcuno possa rovinare i tuoi sogni e i tuoi obiettivi, sei arrabbiato nei confronti di qualcuno o qualcosa che, seconde te, si sta approfittando di te.

PULCE: Ti dice che non hai un buon rapporto con il denaro e ti preoccupi troppo, sei esageratamente guardingo e diffidente, temi la manipolazione.

ZANZARA: Ti mostra il fastidio che serbi al tuo interno e anche un’eventuale inquietudine di fondo. Troppe cose non tolleri dentro di te. Temi gli attacchi improvvisi.

TAFANO: Ti senti minacciato e sei convinto che anche chi ti vuol bene possa farti del male. Non ti fidi mai del tutto degli altri.

Ecco qui, spero possa esservi utile!

Prosit!

photo  hampton.it – pixabay.com – montagnenostre.net – binomania.it – foxlife.it – bouty.it

Missione Alchemica – Al Servizio degli Altri

EVOLUZIONE E INVOLUZIONE

Verso la strada della spiritualità, della consapevolezza e delle emozioni, gli individui si possono suddividere in due categorie: gli involuti e gli evoluti. Con questi due termini non si vuole intendere uno più bello o più cattivo dell’altro, o più intelligente o meno, ma semplicemente descrivere, con una sola parola, chi ancora è vittima delle proprie sensazioni/pulsioni/emozioni e chi invece è un essere libero. Libero anche da schemi mentali, libero dallo stato di sonno permanente nel quale si esiste, libero dalle reazioni automatiche e dalle catene che ci opprimono. Entrambi i tipi però, anche se in modo diverso, sono al servizio dell’umanità volenti o nolenti e ora vi spiego che cosa intendo.

La missione di ciascuno di noi, su questo pianeta e in questa vita, è quella di rendersi utile per l’altro in un perpetuo e meraviglioso scambio di dare e avere che mantiene l’equilibrio del creato. Possiamo offrire il nostro talento, la nostra conoscenza, la nostra manodopera, il nostro appoggio ma possiamo donare anche qualcosa di molto più importante.

LUCI E RIFLESSI

Chi è involuto si dona all’altro divenendo il suo specchio ossia mostrando ad esso ciò che si nasconde in lui. Non si riesce a vedere cosa abbiamo dentro ma, la realtà che ci circonda, e quindi anche le persone, è il nostro riflesso perciò possiamo notare attraverso il comportamento degli altri cosa c’è dentro di noi. Cosa significa? Significa che se una persona si mostra nei miei confronti aggressiva e arrabbiata mi sta mostrando la rabbia e la collera che io serbo in cuor mio ma che forse neanche riconosco. Con questo non vuol dire ch’io debba sentirmi in colpa o lasciare che quell’individuo mi maltratti, semplicemente mi basta prendere cognizione di quello che celo affinché, vedendolo, posso liberarmene. In un certo modo si potrebbe affermare che dovrei “ringraziare” colui che mi ha mostrato cosa mi sta facendo male nella mia parte intrinseca ma… prima che vi si scaldino gli animi verso queste parole e mostrate a me la mia probabile collera, mi premuro di spiegarvi che non intendo dirvi di andare da tizio e ringraziare e osannare e prostrarvi ai suoi piedi.

Come più volte ho raccontato dovete farvi sempre rispettare ma, in cuor vostro, cercate di osservare e capire. Cercate di comprendere che, quella persona, vi ha mostrato un qualcosa che non sapevate di avere e che dentro vi rosicchiava distruggendovi mentre, ora, l’avete veduta e solo adesso potete sbarazzarvene ripulendovi il corpo e l’anima. Divenendo LIBERI.

È quindi anche questo un servizio in quanto, nel momento in cui si riflette come specchi, si è obbligati a perdere il libero arbitrio per mostrare all’altro le pagine più nascoste della sua vita. Così come gli altri fanno con noi naturalmente.

FREQUENZE POSITIVE E FREQUENZE NEGATIVE

Nell’involuzione ci sono i demoni a regnare dentro, emozioni negative che ci governano come marionette, le quali, ricche di frequenze negative, non potranno che agganciarsi ad altre frequenze negative, loro simili, pertanto, ciò che poi ne esce e si palesa non sarà simpaticissimo. Ma provate ad andare oltre, a non soffermarvi sul fatto in sé. Provate a prendere questo avvenimento come una lezione di crescita personale. Senza abbassare la testa ma riconoscendo con umiltà privata e solo vostra di avere, nel cuore, anche quelle vibrazioni lì. Facendo questo si è già compiuto un grandissimo passo in avanti verso l’ascesa e verso il benessere, un luogo nel quale le frequenze saranno sempre più positive e gli scontri antipatici sempre più rari.

Nell’evoluzione invece (pur essendo anche qui lo specchio dell’altro ma vibrando in frequenze positive) si dona la propria luce interiore che, credetemi, è un grande regalo. Si spande attorno a noi la nostra armonia. A quel punto, non solo proviamo amore ma siamo amore ed emaniamo amore. Diventiamo quindi un toccasana, un elisir, un medicinale molto potente che regala, a chi ci sta vicino e a tutto il pianeta, una grande quantità di energia positiva.

Vi renderete conto infatti che, arrivati a tale livello, pieni di agape (amore puro e incondizionato) molte persone tendono a venirvi accanto. Vi toccano, vi parlano, vi baciano, vi abbracciano, vi si avvicinano, a volte sconfinando persino nell’intimo spazio vitale di ognuno di noi. Ciò accade perché queste persone hanno estremo bisogno della vostra luce. Hanno bisogno di essere nutriti dalla vostra energia. Diventano come dei vampiri energetici, senza farlo apposta ovviamente, come un nomade che dopo aver camminato a lungo nel deserto trova acqua con la quale ristorarsi. Voi siete, per quell’individuo l’acqua, pertanto siete anche in questo caso al servizio degli altri. Non fatevi però succhiare tutta la linfa vitale! Proteggetevi ma soprattutto siate coscienti di ciò che sta accadendo. Essere presenti emozionalmente a tale fatto permette di non “dormire” e non farsi succhiare via tutto ma se siete evoluti questo già sicuramente lo fate e sapete anche come, non serve ch’io lo dica.

VOCE DEL VERBO: AIUTARE

Come dicevo prima, a questo, poi si aggiunge tutto il resto anche le azioni e le parole che possiamo esprimere quotidianamente per essere d’aiuto agli altri ma queste non saranno più reazioni automatiche bensì metodi ben ponderati in totale coscienza e senza ombra di aspettativa. Di nessun genere. Fare del bene senza aspettarsi nulla in cambio, promulgare il proprio sapere al solo ed unico scopo di aiutare, offrire senza l’obiettivo di ricevere denaro, etc… e sapete perché? Perché quando si è in agape e non si attendono o si pretendono riscontri essi arrivano invece moltiplicati. Davvero! Arriveranno soldi, fama, gloria, complimenti, ringraziamenti, aiuti da ogni dove, sentimenti, ne sarete sommersi perché è un’ovvia risposta di frequenze universali. Proprio come un magnete.

Detto questo comunque, che siate involuti o meno, date. Date sempre. Preoccupatevi di essere generosi e non solo in ambito materiale. Non intendo dare voi stessi esageratamente ma intendo suggerirvi di dare al solo scopo di vedere sull’altro un sorriso spuntare. E questo dovrà rendervi profondamente felici. Focalizzatevi su quell’espressione gioiosa di chi vi sta di fronte che è venuta a crearsi sul suo viso grazie a voi.
Prosit!

photo essenzasardegna.com – youtube.com – fanpop.com – lavidalucida.com