L’Inconscio si può modificare e migliorare con l’Allenamento

Ci vuole un fisico bestiale per resistere agli urti della vita… – ve la ricordate questa canzone di Luca Carboni dei primi anni ’90?

Un messaggio che racconta, valido ancora oggi, come per riuscire a vivere in questo mondo, bisogna essere forti, saper stare in guardia e non farsi abbattere dalle vicende negative che cercano di buttarci giù. E per avere un “fisico bestiale”, seguendo la metafora, bisogna allenarsi ogni giorno.

Anche senza dover pensare alle brutture della nostra esistenza, se si vuole avere quel che viene definito un “bel fisico”, dinamico e possente o sensuale e tonico, serve allenarsi quotidianamente per ottenere tali risultati. C’è chi va in palestra per modellarsi o chi preferisce farlo all’aria aperta cimentandosi in attività fisiche e curando l’alimentazione.

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Tutto viene osservato nei minimi particolari: i cibi, così come i muscoli, persino le più insignificanti grinze della pelle ma… ciò che non si vede? Anche lui viene allenato? No.

E mi riferisco al nostro inconscio.

Vedete, purtroppo, e questo accade perché nessuno ce l’ha mai insegnato, tendiamo a migliorare appunto solo quello che i nostri occhi vedono o le nostre orecchie sentono, forse vittime del giudizio o per guadagnarci in salute ma, in realtà, dovremmo pensare anche a quello che non è tangibile però comunque di fondamentale importanza.

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Il nostro inconscio per l’appunto può essere allenato! Anzi, è l’unico modo per trasformarlo perché si, andrebbe un po’ modificato, almeno per la maggior parte di noi.

Purtroppo è anche la parte più grande del famoso “iceberg”, come viene definito, ossia: la punta fuori dall’acqua, molto più piccola a confronto di tutto il resto, è il nostro conscio, cioè il 5% circa della nostra mente, quello che noi riconosciamo, mentre ben il 95% sott’acqua, una porzione enorme, equivale a ciò che noi abbiamo dentro (siamo) ma non riusciamo a capire.

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A volte noi crediamo di essere felici, di essere sereni, di non avere paure perché nel nostro 5% che possiamo osservare le cose in effetti stanno così. Ma in un luogo di noi molto più recondito e profondo, in realtà di paure ne esistono eccome ed essendoci, non ci fanno vivere così sereni come crediamo di essere.

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Quando un sintomo ci reca un messaggio che noi riusciamo ad interpretare (mal di gola = non riuscire a dire “no”/faticare ad ingoiare le cose che ci danno fastidio/voler esprimere tante cose ma invece si trattiene tutto) e cerchiamo di fare come lui ci suggerisce, ci aspettiamo che il mal di gola non torni più invece, spesso, capita che si ripresenti puntuale come sempre e dolorosissimo. Perché?

Perché abbiamo lavorato solo con quel 5% che pare si possa avere a disposizione. Ce lo siamo solo detto, abbiamo provato a farlo ma non lo abbiamo vissuto. Magari avevamo paura mentre facevamo le nostre prove, magari non eravamo troppo convinti, magari non abbiamo messo l’anima come si suol dire. In realtà va tutto bene. Abbiamo fatto del nostro meglio ma il segreto è quello di non fermarsi.

Capite bene che la prima volta c’è ancora tutto un 95% che, enorme, riesce ancora a comandare e ad avere la supremazia ma voi dovete continuare e continuare e continuare. Pian pianino quel 95% diventerà 90% e poi 80% e poi 50% finchè ecco che tutto il vostro inconscio sarà abituato a non vivere più il disagio che vi procura il mal di gola.

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Il nostro inconscio non ha sue orecchie, non ha suoi occhi, vive attraverso i nostri e non è in grado di capire il vero dalla finzione. Ecco su cosa dobbiamo fare leva, questo è il suo punto debole. Parlo come se fosse un nemico del quale abbiamo trovato il tallone d’Achille. Non è così, quell’incoscio siamo noi stessi, egli non ci vuole male, ma sono contro la nostra natura tutte quelle cose che l’hanno riempito da quando siamo venuti al mondo. In lui risiedono: i nostri traumi rimossi, gli eventi dimenticati, le paure non elaborate, gli istinti, gli archetipi e molto altro, perciò se un disturbo non riusciamo a riconoscerlo possiamo credere mille volte che non c’è mentre invece sta vivendo dentro di noi in un luogo assai arcano.

Ad esempio, tutti noi vorremmo diventare ricchi e ogni giorno lo desideriamo. Con il nostro conscio riconosciamo questo sogno, lo proponiamo anche con frasi come – Quanto mi piacerebbe avere quella bella macchina! – il problema però è che, nel momento stesso in cui recitiamo citazioni come questa, nel nostro inconscio immediatamente si sveglia quest’altro tipo di frase – Ma non ce l’ho perché costa troppo cara per me! Non me la posso permettere, non ho i soldi sufficienti -. Qual è il risultato di tutto questo? Che sono povero. Mi riconosco come povero e, per questo, vivo da povero. Alimento in me la situazione della povertà.

Avete allenato negli anni il vostro inconscio a credere che siete senza soldi e basta. Non potrete mai diventare ricchi quindi perché al di là di quello che potete sperare, cercare, volere e credere con quel 5% che governate, ne avete un 95% che rema completamente contro.

Ma la soluzione c’è anche se dura e lunga. Come dicevo prima è solo questione di allenamento. Si, proprio come l’andare in palestra. Un allenamento quindi condito di concentrazione, decisione, voglia e dedizione.

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Lavorando con il vostro corpo, il primo giorno non farete più di due flessioni e il vostro fisico sarà esattamente quello che era quando siete entrati nel locale del fitness. Non avrete perso nemmeno un grammo di ciccia e per di più vi ritrovate con più fiatone di prima e più stanchezza addosso. Ma qualcosa che neanche voi sapete decifrare vi fa stare bene. E allora continuate. Dopo qualche mese ecco i primi cambiamenti. Siete un po’ più magri, i vostri muscoli sono più sviluppati e di flessioni ora ne fate addirittura quindici! Stessa prassi per l’inconscio. Provate a dire:

– Io sono ricco, ho tutti i soldi che mi servono! – convincendovene.

Lo farete solo una volta al giorno all’inizio e poi sempre di più fino ad arrivare al momento che questo pensiero diventerà parte di voi, in ogni momento della giornata, e le frasi volte al negativo non esisteranno più. Ci vorrà molto, molto tempo ma quando riuscirete, e davvero non avrete più nessun tipo di inquinamento, in un modo o nell’altro la ricchezza inizierà ad arrivare a voi. Nella quantità necessaria. Alcune dottrine affermano che questa ricchezza esteriore sarà pari alla vostra ricchezza interiore e spirituale.

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Dovete volerlo però, farlo davvero, e non desiderarlo. Quando siete in palestra le flessioni le fate realmente mica solo fantasticando. Allenando il vostro inconscio quotidianamente e nel migliore dei modi non potete capire quante soddisfazioni vi arriveranno al di là dei soldi. Il benessere prima di tutto.

Vi auguro con il cuore di riuscirci e vi consiglio di aiutare i vostri bambini ad iniziare, fin da piccoli, a riempire il loro inconscio di positività. Insegnateli che possono ottenere ciò che vogliono non abbiate paura dell’illusione. Impareranno comunque cosa vuol dire avere un 95% di meraviglia dentro di loro.

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– Qualsiasi cosa instilliamo nel nostro subconscio e nutriamo con ripetizione ed emozione diventerà un giorno realtà – (Earl Nightingale)

Prosit!

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Anastase Tabaro – La Buona Notizia è… Elettrizzante

Questa mattina mi sono alzata e (non lo faccio mai ma volendo scrivere questo articolo sono andata a colpo sicuro) apro, in un sito qualsiasi, la pagina delle notizie. Il “buongiorno” che ho ricevuto è stato questo, in ordine di apparenza:

ATTUALITA’ (“attualità” l’hanno chiamata…, vabbè)

– Arrestata infermiera killer ha ucciso 13 pazienti (e pronti via una toccatina ce la diamo -‘un se sa mai- )

– Bruxelles choc dopo gli attentati terroristici – stati di ebbrezza e la strage (di bene in meglio)

– Trifone e Teresa, spunta un’altra persona dietro il duplice delitto (dispiaciutissima ma è la terza volta che appare la parola OMICIDIO –pam! pam! pam!-)

– Stipendi (sempre in attualità ovviamente perché, in fondo, anche questa notizia è un po’ una tragedia) gli stipendi aumenteranno fino a 2.000,00 euro al mese ma…. (attenzione) solo in Parlamento.

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Molto bene, vado avanti.

Passiamo a POLITICA….. no, no, scusate…. Andiamo avanti, andiamo avanti

ITALIA (il nuovo paragrafo si chiama così, completamente dedicato al nostro Bel Paese)

– Azzannato da rottweiler bimbo resta in prognosi riservata (mi sembra di sentire il suo stesso dolore, prima ero come schifata da tutte quelle brutali uccisioni ora sono anche leggermente inclinata da una parte come a volermi proteggere dalla belva feroce)

– Ricoverata per un malore muore a 18 anni in ospedale (oh ma ve lo giuro! Andiamo avanti)

– Napoli, aggrediti due clochard, sono in gravi condizioni (dovrei farvi la foto del mio viso arrivata a questo punto)

– Migranti 2.370 minori a rischio di sfruttamento (rendiamoci conto che qui non si parla di assassinio, pestaggio, morte, etc… ma naturalmente non si può esultare comunque)

Cambiamo sezione, giunge quella dedicata alla CRONACA (no, cioè… evito, abbiate pazienza… si chiama “cronaca”, ho già detto tutto)

A questo punto penso che forse sia quel portale ad avere qualche problema. Forse è un po’ triste ultimamente, è negativo, e così decido di voltare pagina. Oh! Ecco, questo è famoso, lo leggono tutti. Ricominciamo:

ATTUALITA’

– Pesta a sangue giovane donna conosciuta su Facebook (questa la diceva anche l’altro ma… vabbè, sarà un caso)

– Uccise brutalmente la compagna e la nascose nel freezer: condannato a 30 anni (…azz…)

– Il carrello di un SUV travolge un’auto, muore bimba di 8 anni

– Roma, travolti da auto pirata, muore un ciclista

… vedete che non ho più commentato. Sono affranta.

Insomma, non potendone più, vado alla ricerca di quelle più gioiose, insomma, dovranno pur esserci! Spulcio bene e, alla fine, eccole! Evviva! Finalmente ora mi faccio due risate, vi riporto anche queste poi giuro che la smetto. Le ho beccate qua e là in vari paragrafi eh!

– Vive in una tenda: Equitalia gli chiede di pagare la Tares (uaaaahaaahaaa!!! Che ridere!!!)

– George Clooney afferma: posso svelarvi i segreti di un matrimonio felice (ri-uaaahaaahaaa!!! E io che sto da otto anni con mio marito chi sono? Sandra Mondaini? Finalmente un po’ di sano umorismo)

– Stefano De Martino piange in TV ma Belen non c’entra (questo ci solleva del tutto il morale che era andato a finire sotto alla sedia)

– Canone Rai: chi lo evade rischia davvero grosso (si rischia??? Ma perché? L’hanno legalizzato? Ecco che partono puntuali come orologi con il mobbing psicologico ovviamente dopo averti dato il falso cioccolatino che la luce e il gas verranno ribassati, come a dire “non ti lamentare, vedi che ti vogliamo bene”, quindi anche qui, diciamolo nasce il sorriso spontaneo)

– Egyptair, la resa del dirottatore: voleva parlare con l’ex moglie (eeeh… oh, voleva solo colloquiare amorevolmente con la gentil donzella che non se lo fila più)

Insomma, adesso basta scherzare sulle tragedie, ma davvero di buone notizie non ce ne sono? Di notizie che non siano manipolatrici, alienanti, angoscianti, deprimenti, terrificanti, amare, etc… etc…

Ogni santo giorno.

Poi mi chiedono dove vivo? Si, io non guardo la televisione, ne’ leggo i giornali e nemmeno le notizie on-line. Ma, abbiate pazienza, a me è passato il sorriso. Il mio non è menefreghismo sia chiaro è conservazione della mia persona. Sicuro! (Che poi, anche fossi menefreghista…. Voglio dire…). Ma vi pare possibile? Finito di leggere tutto quel popò di roba ero stanca, i miei addominali contorti, il mio cuore spossato ed ero pervasa da una tristezza infinita.

Quella tristezza che fa dire a tutti – Ma dove andremo a finire? -, – Si stava meglio quando si stava peggio! -, – Il mondo è ammalato -, e chi più ne ha più ne metta! Inquietudine su inquietudine e non se ne esce.

Allora io sapete cosa faccio? Vado sui miei siti preferiti che si chiamano “solobuonenotizie”, “buonenotizieebasta”, nomi così, che potete, e ve lo consiglio, cercare anche voi.

Poi mi dicono – Ma come non hai saputo? Ma dove vivi? -. E vivo qui! Mangio, dormo, pago le bollette, mi lavo, cammino, lavoro, ho marito, figli, genitori, amici, giuro… vivo anch’io! Vivo lo stesso eh!

Sembra quasi che l’informazione voglia tenerci sotto ad una coltre di sconforto… sembra solo eh, ci mancherebbe. Ma un pò di responsabilità ce l’abbiamo anche noi a mio parere che l’andiamo a prendere tutti i giorni come se fosse un medicinale, che diamine!

Cavoli! A questo mondo c’è gente che compie grandi imprese! Che crea cose bellissime! Ma peste che se ne legga una volta la notizia su uno di questi… come si chiamano? Portali?

Ogni giorno accadono e senza neanche andar troppo lontano nonostante quella che vi riporto oggi è accaduta in Africa. E ve la riporto per un motivo.

Jacopo Fo afferma che è scientificamente dimostrato che una buona notizia fa bene alla salute ma leggete cosa scrive qui, in una delle sue “belle notizie” su ilfattoquotidiano nella sezione delle news positive; ponete attenzione a ciò che sottolineo:

“…Un’altra storia diversa, ma anche molto simile per certi versi, arriva invece dal distretto di Ngororero, in Ruanda. Qui Anastase Tabaro ha portato la luce (l’energia elettrica!). Cinquantanovenne, ingegnere autodidatta, cioè non ha studiato, costruisce mini-impianti idroelettrici artigianali con materiali di recupero. Su di lui in rete non c’è molto ma abbiamo trovato un interessante articolo in inglese…”.

epa03428416 (06/16) Anastase Tabaro, a self-taught Rwandan engineer, stands next to a barrage he constructed to control the amount of water passing the dam, in Rutare, 45km north of the capital Kigali, Rwanda, 15 May 2012. Tabaro, aged 59, who only had six years of primary level education as a child, has built hydroelectric systems in several villages, providing electricity to some 700 households. He started his research in 1990 to build an electrical generation system with the aim to sell it to the villagers around his home where nobody had electricity. He built a turbine and constructed a barrage dam where he channels water from to power the generator. EPA/DAI KUROKAWA PLEASE REFER TO ADVISORY NOTICE epa03428410 FOR FULL FEATURE TEXT +++(c) dpa - Bildfunk+++

Ecco, lo dice anche Jacopo Fo.

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Nella scheda dedicata ad Anastase, del quale vi posto le immagini che vedete si legge, sempre grazie allo scrittore, questo: “Disoccupato, ma impegnato a non morire di fame, questo inventore, che è sulla cinquantina, ha trascorso molto tempo a fare ricerca su come generare elettricità da rivendere agli abitanti del villaggio (che vanno a ricaricare batterie e telefoni)”.

Un’impresa eccezionale!

Un comunicato che fa dire – Wow! -. Che apre il cuore anzichè chiuderlo, che fa immaginare di poter fare anche noi qualcosa di bello, che stupisce positivamente. Che rilassa il diaframma e non lo rende duro come il marmo, che fa esultare, ben sperare, sognare, essere lieti per quel popolo.

Perciò, cari Prositiani, datemi retta, ogni giorno, se potete, andatevi a cercare una bella notizia. Perché questo fa bene alla vostra salute. Rimanete pure informati se lo desiderate ma equilibrate al vostro interno gli ingredienti. Come con il cibo. Mangereste solo roba che vi fa del male?

Non credo. La notizia negativa ha lo stesso effetto di un alimento tossico. Uguale. Fa ammalare le vostre cellule. E se per caso siete un po’ depressi fate la prova, eliminate per qualche giorno i mass-media e noterete in voi un cambiamento. Invece il mondo, ahimè, non cambia se voi state ad assorbirvi tutte queste brutture. Il mondo cambia se volete cambiarlo. Dico questo perchè tante persone ascoltano le brutte notizie come a voler prendersi un pò di male anche loro e si sentono così appagati di aver fatto un’opera di bene. “Non posso fare altro, almeno dimostro di non essermene lavato le mani”. No, non serve a nulla, mi spiace. Ci sono tante opere di bene che potete fare ma non è questo interessamento che modificherà la situazione. Vi fate solo violenza in questo modo. Il mondo, volendo, potete cambiarlo ma con l’azione, fosse anche solo quella di sognare. Sognare davvero.

Proprio come ha fatto Anastase, che ha fatto notizia, quantomeno nella sua terra, e l’ha fatta dopo aver sognato. Per l’informazione queste non sono notizie meritevoli di fare il giro del mondo. Per me si. Capisco che sono tantissime, troppe, ma bisognerebbe privilegiarle davanti a molte altre.

epa03428411 (01/16) Anastase Tabaro, a self-taught Rwandan engineer, smiles as he talks to his friends at his friend's home in Rutare, 45km north of the capital Kigali, Rwanda, 15 May 2012. Tabaro, aged 59, who only had six years of primary level education as a child, has built hydroelectric systems in several villages, providing electricity to some 700 households. He started his research in 1990 to build an electrical generation system with the aim to sell it to the villagers around his home where nobody had electricity. He built a turbine and constructed a barrage dam where he channels water from to power the generator. EPA/DAI KUROKAWA PLEASE REFER TO ADVISORY NOTICE epa03428410 FOR FULL FEATURE TEXT

P.S. = Questo articolo l’ho preparato qualche giorno fa per cui certe notizie non corrisponderanno con quelle odierne ma… mi sa che tanta differenza non ci sarà con gli annunci di oggi. Non oso andare a controllare…

Prosit!

photo photoblog.nbcnews.com – spiegel.de –ansa.it

Che cosa sei? Io sono questo Momento.

– Dove sei? –

– Sono qui –

– Che ora è? –

– E’ adesso –

– Che cosa sei? –

– Io sono questo momento –

Questo brevissimo dialogo è tratto dal film “La Forza del Campione” (Peaceful Warrior – Guerriero di Pace) di Victor Salva con Nick Nolte e Scott Mechlowicz. Si tratta di una storia realmente accaduta e scritta proprio dal protagonista Dan Millman, illuminato da giovane, da quello che potremmo definire, un maestro spirituale. Ovviamente, vi consiglio di guardarlo. E’ un film moderno, molto carino, anche divertente sotto certi punti di vista e adatto a tutti. Potete trovarlo anche su Youtube, diviso in due tempi, ma completo e in italiano. Mi è stato consigliato da mia mamma, autrice del blog “L’Universo nel mio Silenzio” nel quale, in un suo post, ha condiviso questo spezzone:

Oggi non racconterò la trama di questa pellicola ma vorrei spiegarvi il famoso – Qui e Ora – che sicuramente avete già sentito nominare e che è anche il discorso clou del film in questione.

Leggiamo di questo – Qui e Ora -, parliamo di questo – Qui e Ora – ma, realmente, che cos’è? Cosa vuol dire?

Come spiega lo stesso Nick Nolte, soprannominato ironicamente “Socrate” dal ragazzo coprotagonista, nonostante il – Qui e Ora – sia comunemente un Lasso di Tempo, significa buttare via la spazzatura. Molte persone lo hanno già spiegato prima di me e probabilmente anche meglio ma, nonostante tutto, c’è chi ancora non lo capisce. Ed è ovvio, perché è praticamente quasi inconcepibile. Inconcepibile per le nostre menti.

Letteralmente significa vivere solo ed esclusivamente il momento Presente.

Stai cucinando un piatto di spaghetti? Tu sei solo ed unicamente lì. Tu sei gli spaghetti, l’acqua che bolle e che evapora via in una nuvola impalpabile, sei quella trasformazione chimica, sei quella pasta ancora dura color paglierino, sei la veemenza di quel fuoco e le sue tinte, sei quel rumore di energia che cuoce, sei il fluttuare in aria di quell’odore, sei il luccicare della pentola che rispecchia buffe e distorte immagini della stanza che ti circonda. Concentrati li. Non è vero che intorno a te non accade nulla. Sta accadendo tutto quello che ti ho appena elencato. Non pensare più a ciò che è accaduto prima, nemmeno ad un attimo prima o ad un giorno prima. Non pensare al dopo, al tuo futuro, sia prossimo che no. Non pensare che ora dovrai apparecchiare la tavola, lo farai a momento debito e, quando lo farai, tu allora sarai la tavola, la tua tovaglia, la posizione dei tuoi cari.

Non pensare che ieri tuo figlio ha preso un brutto voto a scuola. E’ ieri. E’ passato. E’ andato. E’ accaduto. E’ finito! Non esiste più! Ha avuto una fine.

Non pensare che dovrai andare dal dentista domani. E’ domani. E’ futuro. Non esiste ancora. Non c’è. E’ irreale! Esiste solo nella tua mente.

Ora, è irreale. E tu ti stai già facendo invece avvolgere da emozioni reali. Vere.

Oppure, ti stai ancora facendo avvolgere da emozioni tangibili ed esistenti, quando ormai la cosa non esiste più.

Riuscendo invece a vivere unicamente il Presente, cosa accade? Accade che tutte le nostre energie, senza dispersione alcuna, vengono concentrate in quella sola cosa. L’Essere Umano è un costruttore e divulgatore di Energie. Queste energie, sotto la forma di microscopiche molecole, vengono emanate da lui e vanno dove vengono mandate. Nel caso dell’esempio di poc’anzi, il 20% di queste energie, andrà nel brutto voto preso dal figlio il giorno prima con tutte le conseguenze del caso, un altro 20% andrà al dentista con tutte le preoccupazioni del caso, un 20% andrà nel dover preparare la tavola con l’emozione di veder rincasare gli altri componenti della famiglia, un altro 20% andrà alla tua amica che non vedi da tanto, alla bolletta che devi pagare, al ricordarti di fare la lavatrice, al libro che non vedi l’ora di leggere, a quel sugo nuovo che hai scoperto ma che oggi non hai tempo di preparare….

L’ultimo 20%, quando va bene, va agli spaghetti che stai cucinando. Un’azione semplice in questo caso che, secondo noi, non richiede concentrazione ma in realtà, quegli spaghetti, sono il tuo Presente, sono Te. Sei tu.

Al di là del fatto che non hai donato a questo momento tutto il tuo 100% di energia, e quindi potresti scuocerli, scottarti, salarli troppo, etc, etc… quegli spaghetti non conterranno una parte della tua anima ma, soprattutto, hai permesso alla tua mente di riempirsi di spazzatura. Spazzatura perché erano tutte cose che, “in quel momento”, ripeto: in quel momento, non servivano. Anche se belle.

L’immondizia non è schifo. L’immondizia è roba che eliminiamo perché non serve più.

Riuscire a fare questo è difficilissimo. Non per essere drastici e pessimisti, io sono l’esatto contrario, ma mi sento di dire che è davvero d-i-f-f-i-c-i-le. Anche per la sottoscritta.

Pensiamo solo al momento in cui mi devo lavare i denti, alla sera, prima di andare a dormire. So già che mi recherò in bagno, che prenderò il mio spazzolino scegliendolo tra gli altri, che su di esso metterò il dentifricio. Lo so bene, prima ancora di compiere l’azione. Vivo perciò automaticamente nel futuro in quegli istanti. E’ dura concentrarsi sul fatto che “in bagno non ci sono ancora, ci sto andando e sto attraversando la cucina e l’anticamera e ora vedo la mia toilette così bella proprio come piace a me”. E’ quasi come vivere in un continuo stato di nirvana. Ma se si riesce: si libera la mente. Per lo meno il più possibile. Questo è lo scopo. Ci si alleggerisce l’animo. Si vive meglio. Più serenamente e più in salute. Meno malattie o malesseri. Perché si è qui. Solo qui. E Qui, non c’è nient’altro.

A volte ci riesco. E quando ci riesco sento davvero tutta la mia potenza, tutta la mia concentrazione in quella data cosa. E quella cosa diventa magnifica. Letteralmente magnifica. Magnifica non nel senso di bella, nel senso di perfetta, che meglio non poteva venire. E, a sua volta, essa diventa forte e, se caso mai fosse dovuta servire a qualcosa, quel qualcosa arriva, giunge a me perfetto proprio come lo volevo. E’ una sensazione meravigliosa. Si sentono le farfalle nello stomaco come quando ci si innamora di qualcuno. I brividi sulla pelle.

A volte ovviamente non accade. Basta il rientro di mio figlio che ha bisogno della divisa pulita per poter andare a giocare a calcio che… puff! Tutto diventa evanescente e se ne va, e la mia mente inizia a pensare che quando avrò finito di lavorare dovrò preparare quella roba, e che c’è brutto tempo forse non si asciugherà preventivamente e che poteva metterla nel bidone degli indumenti sporchi così l’avrei vista subito invece… non ci ho pensato, e che però ok, vuole andare a giocare a calcio ma non ha ancora fatto i compiti e vuole la roba pulita da me, però ieri, quando gli ho detto di mettere a posto camera sua non l’ha fatto…. E quante volte accade così vero?

Riguardo all’educazione che ho dato a mio figlio non mi dilungo perché la reputo alquanto particolare perciò, tutte queste elucubrazioni in realtà non esistono, ma fanno parte della maggioranza delle persone come hanno fatto anche parte di me, se non in questa, in mille altre circostanze. Ed è comunque vero che a me succede di perdere quell’occasione, quell’occasione per poter vivere solo ed esclusivamente il Presente.

E quando quegli spaghetti sono cotti e pronti, e sono nel nostro piatto, quante volte chiudiamo gli occhi e, lentamente, assaporiamo con immensa gratitudine ciò che stiamo per mettere nella nostra bocca e ci nutrirà? Ci permetterà di vivere. Quasi mai se non… proprio mai. Quegli spaghetti sono un nostro prodotto. Una nostra – creazione -. Ora entreranno nel nostro organismo e permetteranno alle loro sostanze nutritive di appagare il nostro corpo, di renderlo forte, vitale. Di spegnere il nostro senso di fame, una richiesta del nostro fisico che stavamo sentendo. Quegli spaghetti appartengono alla nostra vita. Ma noi li ingoiamo senza nemmeno masticarli, oppure li trituriamo sotto ai denti per ore nella piena svogliatezza. Addirittura magari guardiamo il cellulare o continuamente l’orologio mentre ci nutriamo, quando invece dovremmo ringraziare quel cibo che contiene un po’ di noi e tutte le sue virtù.

– Che ora è? –

– E’ adesso! –

– Che ora è?! –

– E’ ADESSO!! –

Devo fermarmi. Ho già scritto troppo. Rischierei di tediarvi e confondervi soltanto. In fondo, come inizio basta e avanza direi. Concentratevi su ciò che siete in quel momento. Provate. Iniziate così e noterete già grandi cambiamenti nella vostra vita.

Concentratevi.

In futuro approfondirò sicuramente.

Grandi appassionati e professionisti di questa dottrina non troveranno esatte alcune mie spiegazioni (sto vivendo nel futuro) ma ho cercato di rendere semplice un concetto complesso e ostico come primo impatto. Nel momento in cui decidete di analizzare maggiormente l’argomento io ci sono e ci sono anche tanti scritti e tante esaurienti esposizioni in rete o su libri inerenti.

Prosit!

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Brufoli e Acne – piccole e grandi manifestazioni di Rabbia

E parliamo ancora di brufoli, argomento che interessa a molti.

Tempo fa, in questo post QUI (che vi consiglio di leggere per comprendere meglio questo articolo) vi parlai in modo generico di quello che significa la presenza di un brufolo su una parte ben precisa del nostro viso. Abbiamo visto come esso ci vuole indicare che, nell’organo corrispondente alla zona del volto, ci sia qualcosa che non va.

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Niente di grave magari probabilmente, lo ripeto, dal momento che il nostro organo presenta scompensi sia dal punto di vista fisico che emozionale, un po’ di stress, un po’ di ansia, o di tristezza, lo stanno semplicemente rendendo inquieto. Si, inquieto, perché il nostro organo è vivo, proprio come noi.

Oggi andiamo un po’ più a fondo per imparare, anche se vi sembrerà strano, a ringraziare quel brufolo che vi sta portando un messaggio, bisogna semplicemente imparare a decodificarlo.

Partiamo dal punto di vista che si tratta di infiammazione innanzi tutto. Una piccola infiammazione che ha trovato sfogo sul nostro viso. L’infiammazione, per piccola o grande che sia, è sempre inerente ad uno stato di rabbia che fuoriesce. Infatti, anche se quella pustola pare indicare, come dicevo prima, ansia o tristezza, o paura, o ancora angoscia, dobbiamo capire che, anche se non ce ne accorgiamo, queste sono tutte emozioni che ci fanno arrabbiare.

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E’ una rabbia che probabilmente non riconosciamo, non sappiamo di avere, ma c’è. E’ normale. Mica possiamo essere felici pienamente se qualcosa ci rende tristi o agitati.

I brufoli quindi, che notoriamente vengono anche definiti “sfogo” hanno la stessa equivalenza di uno “sfogo” a livello psicologico (pianto, urla, aggressività…).

Come accennavo l’altra volta, parlando di Acne, per quello che riguarda i giovani o le persone più mature, soprattutto le donne durante la menopausa, capiamo bene come sia più che comprensibile uno sfogo e una sorta di rabbia nei confronti della vita.

L’adolescenza, è per un giovane un periodo abbastanza difficile da vivere anche se molto bello per molti altri punti di vista. E’ il periodo in cui deve farsi riconoscere in questo mondo, deve poter imparare “a dire la sua”, deve iniziare a rendersi una persona a se’, con un suo carattere, un suo cervello e una sua personalità. Quante volte abbiamo sentito di un adolescente che non si sente ascoltato o capito? Quante volte lo abbiamo sentito reagire nei confronti dei genitori o magari dei professori? Quante volte ha pianto, o ha sfogato la sua rabbia in altri modi? Molte. E’ l’età definita – della ribellione – per eccellenza e, guarda caso, è anche l’età che riempie di brufoli quei visi che ancora si stanno definendo.

Non ripeterò pertanto in questo post la responsabilità genetica e fisiologica, e ormonale, e ereditaria, mi limiterò a parlare dal punto di vista psicosomatico perciò, non si avrà appunto un foruncolo soltanto in una determinata zona del viso ma una comparsa generale ovunque. C’è infatti uno stato di inquietudine e irrequietezza che tocca ogni organo interno: la paura di crescere (reni), la tristezza di non essere compresi (polmoni), l’ansia di non riuscire (stomaco) e così via.

La stessa cosa vale per la donna di una certa età. Una donna che sta per perdere la possibilità di procreare, che sta invecchiando, che è arrivata ad una certa fase della sua vita e forse ha dei rimpianti. Pensate che tutto questo non faccia arrabbiare? Certo. Rende tristi anche e impauriti e, proprio perché non ci si può fare nulla contro il processo naturale biologico, ci si arrabbia.

Ecco quindi l’eventuale comparsa di un altro tipo di acne, l’acne rosacea, un acne un po’ particolare che non vi starò a definire dal punto di vista medico ma sappiate che, “rosacea” appunto, perché si manifesta con chiazze rosse (rosso=rabbia) e può avere a che fare anche con gonfiore e calore nonché con teleangectasie (piccoli vasi sanguigni dilatati) e couperose (altro stadio di dilatazione dei vasi sanguigni).

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L’acne, nella psicosomatica, sia giovanile, che rosacea, che conglobata, etc… è sinonimo di : non accettazione di se stessi, avversione e rabbia verso se stessi. Ed è proprio così, sia per chi in questo mondo ci sta entrando, sia per chi da questo mondo sta andando via.

Bisogna anche osservare come l’acne, colpisce di solito anche il petto e la schiena, la zona alta della schiena e sapete il significato di queste due zone del corpo qual è?

Petto – pesantezza della tristezza, mancanza di fluidità con la vita. Intoppi.

Schiena (parte alta) – paura, rabbia, frustrazione.

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Ricordatevi anche che, come vi spiegai in un post sulla pelle, essa è: madre dei reni e figlia dei polmoni. Propone quindi sempre un inestetismo quando sensazioni come paura e tristezza si provano a lungo. Sensazioni che, ripeto, fanno arrabbiare. Ma questo discorso lo approfondiremo in un altro momento.

E’ un bene che questa collera sopita e nascosta esca, ma ovviamente provoca sulla nostra pelle un disturbo non indifferente quanto questo avviene e, molto spesso, creme, lozioni e pomate non regalano risultati soddisfacenti.

Cosa fare quindi?

Allora, la rabbia ha innanzi tutto sede nel fegato.

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Il fegato è una grossa ghiandola che ci permette di digerire (notare come il termine “digerire” equivale anche ad indicare quando una cosa o una situazione, non riusciamo a “mandarla giù”) prevalentemente i grassi. In realtà svolge diversi ruoli ma questo è sicuramente uno dei più importanti così come quello di poter eliminare dal sangue le sostanze tossiche ossia quelle che ci “sporcano”, ci “inquinano”, proprio come i pensieri negativi.

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Da notare come il nome – fegato – derivi dal latino ficatum (iecur ficatum) e pare abbia a che fare con il dare, in antichità agli animali, dei fichi da mangiare affinchè diventassero belli grassi e pasciuti. – Aver fegato – inoltre, sta a significare avere coraggio ma essere anche persone abbastanza sanguigne per così dire.

Se osserviamo questi grassi scomposti dal nostro fegato, o le proteine ch’esso sintetizza, o ancora il glucosio che immagazzina, notiamo che, a livello normale, sono tutti elementi utilissimi per il nostro organismo (soprattutto in fase di crescita in quanto sono risorse energetiche) ma se abbondano, possono creare scompensi.

Grassi, proteine, zuccheri… insomma, cosa mangiano maggiormente i ragazzi d’oggi? Cosa c’è per lo più nelle macchinette degli istituti scolastici? E non avete mai sentito di quelle donne che, durante la menopausa, hanno attacchi incredibili di voglia di dolce o “schifezze” in generale? Oh si!

Questo per spiegarvi come l’alimentazione e le nostre emozioni, se ben equilibrate e sane entrambe, possono venirci molto in aiuto e possono renderci molto più felici. E’ stato constatato che un’alimentazione adeguata regala un benessere psicofisico totale mentre, pensieri positivi ed emozioni buone, non possono che farci del bene.

Piccoli e grandi rimedi per evitare che un brufolo spunti all’improvviso per dirci che c’è qualcosa che non va!

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La dermatologia, che tutti ringraziamo, non può compiere miracoli anche se spesso ci riesce, vi consiglio pertanto di risanare la vostra persona anche con questi mezzi e ponendovi delle domande sul perché quel brufolo o quella miriade di brufoli sono comparsi.

Prosit!

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Anche il Mare è Strafelice!

Il Mare impetuoso al tramonto salì sulla luna e… (Zucchero)

Perché quando è impetuoso non ha bisogno di chiedere nulla.

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Vi siete mai accorti che quando vediamo il mare agitato, spaventoso a volte e minaccioso usiamo dire di lui – Il mare è arrabbiato oggi -. Bhè si, sicuramente ve ne siete resi conto ma ho sempre riflettuto su una visione un po’ diversa dal solito e mi piaceva esporla.

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E se questo mare fosse invece strafelice?

E’ difficile vederla così. Quella sua tinta color del fango, quelle onde violente che si scagliano contro i massi. Contro le balaustre. Quella sua irruenza.

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Ma non potrebbe essere gioia pura?

Non potrebbero quegli schizzi innalzarsi verso il cielo per entusiasmo? Per vita?

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Le nostre imbarcazioni però si sfracellano, i nostri uomini possono affogare in quelle acque burrascose, oppure non possono compiere il loro lavoro. Quella veemenza, quella furia che tutto distrugge senza pietà.

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Che bagna dove per noi non dovrebbe. Dove noi vediamo il limite. Dove noi vediamo la devastazione.

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Ma il mare può avere limiti nella sua incredibile energia? In quelle gocce argentate che si presentano al sole e giocano con il vento. In quei balzi virtuosi che si espandono nell’aria.

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Che a noi intimoriscono. In quelle stalagmiti schiumose ce ci obbligano ad alzare gli occhi al cielo.

E’ bello il mare calmo, colui che non disturba. Che si fa descrivere con liriche e poesie. Che sta fermo a luccicare e brilla, che è quasi difficile ammirare nel suo metallico color acciaio. Rapisce gli sguardi e gli animi quando invece è blu intenso. E anche il cielo attorno a lui è solitamente più celeste. Ci permette di sognare, di immaginare i suoi nobili abissi e cosa può nascondere al di là del suo orizzonte. Allora, e solo allora, lo apprezziamo un po’ di più.

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Ma un bambino, così come la nostra anima, come la nostra parte più intrinseca, quando piange non lo fa con discrezione, quando ride, quando gioca emana tutta la sua passione più forte che può.

Quando piove diciamo che – C’è “brutto” tempo – o chiamiamo quel giorno – …di “maltempo” -. Perché? L’acqua è energia. La pioggia feconda la Terra, senza di essa non ci sarebbe la vita. Ma quello scrosciare contro i nostri vetri, quei fiumi che s’ingrandiscono a dismisura, quei… quei disastri, no, non è certo piacevole…

Ma a tutto c’è un limite, esistono le sfumature.

E uscire dancing in the rain e aprire la bocca rivolta al cielo lasciando che le gocce ci bagnino il viso.

Possiamo quindi cambiare il nostro modo di pensare? Avere altre vedute oltre a quelle ovvie e che sempre ci hanno insegnato? Provare a vedere il bello anche dove ci pare impossibile? Penso di si e penso che questi possono essere esempi per un buon allenamento. Anche se forse un po’ difficoltosi.

Queste belle immagini parlano da sole.

Questo ci insegna a capire come siano radicate in noi alcune diagnosi fatte da chi ci ha preceduto e ci ha esposto. Spesso, nemmeno ci soffermiamo a pensare se sono vere. Se sono proprio così.

E se ciò che davano per impossibile fosse invece possibile?

I nostri genitori, vittime anch’essi, e forse vittime è anche un termine un po’ esagerato, ma possono averci inculcato analisi errate? Dove forse è stato irrealizzabile per loro o per i genitori di essi a loro volta.

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Forse si, forse potrebbe essere accaduto. E noi tastiamo, proviamo ad esaminare se è reale. Lasciandoci cullare da quelli che sono sempre stati definiti miraggi…

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Perché anche il mare può essere pazzo di felicità.

E penso possa essere un buon allenamento questo, anche se duro, per imparare a vedere in un’ottica diversa, volta al positivo.

Prosit!

P.S = Ringrazio di cuore Andrea Casalino ma soprattutto il mio caro amico, fotografo per passione, Ppm (Pietro Mario Pala) per le splendide immagini, da loro realizzate, che mi hanno imprestato per arricchire questo articolo. Alcuni dei borghi più belli della mia Liguria accettano l’impeto del mare.

Il Creatore è Vivo

Ieri sera una persona a me vicina ha deciso di affidarmi un lavoro da fare. E’ un lavoro molto bello, si tratta di scrivere (anche) e a me scrivere piace parecchio.

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Questa persona ha affidato a me il compito perché, in questo momento, è impegnato nella realizzazione di diversi progetti e non vuole venir meno a nessuno dei suoi impegni. Quando mi ha consegnato il lavoro da fare, correlato di tutta la documentazione necessaria, lo ha fatto con un certo senso liberatorio non perché quel lavoro gli desse fastidio ma perché fortunatamente aveva trovato quello di cui aveva bisogno; un cooperatore. Aveva si la serenità, ma cosa trapelava da lui era quel sospiro come chi corre a cercare riparo e, finalmente, lo trova dietro ad un angolo. Il tanto sperato nascondiglio. Aveva si la tranquillità, di aver trovato qualcuno di cui fidarsi, ben disposto a fare le sue veci ma, ciò che stava emanando nell’Universo, se potessimo tradurlo sotto forma di frasi, potrebbe essere – Ah! Meno male! Finalmente ti ho trovata! -, – Oh! Che fortuna, grazie al cielo! Così almeno riesco… -.

Sono frasi gentili queste, piene di gratitudine e speranza ma… sono sbagliate. No, non dico che sono sbagliate la gratitudine e la speranza come emozioni provate ma, queste possiamo dedicarle, a chi merita, in altri modi. E’ sbagliato il messaggio che viene tirato fuori. E’ come dire “sono stato fortunato, dal cielo mi è capitata questa grazia!”. No, non è così.

Colui che mi ha assegnato questo lavoro è (pur non sapendolo) un Creatore. E’ un Creatore perché crea.

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E’ partito da dei sogni e oggi è un realizzatore di questi sogni. Naturalmente, essendo che nell’Universo c’è in realtà ricchezza e abbondanza per tutti, questo dicono le filosofie alle quali io credo, è ovvio che le sue creazioni si moltiplicano sempre di più. Ora, dobbiamo imparare a vedere questo Creatore come una pianta. La Pianta Madre.

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Essa può dare dei frutti e può dare anche delle talee. Da esse si svilupperanno i suoi figli. E’ una cosa ovvia. Normale.

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Il Creatore è come una pianta e non deve ritenersi fortunato perché grazie a chissacchè, ha trovato chi prende il suo posto, e fa ciò che dovrebbe fare lui. Deve trasformare questo input in – Bello! Io creo, realizzo sogni, realizzo aiutanti che mi stanno vicino, che a loro volta realizzeranno altri aiutanti e così via! -, – Sono stato bravo! Grazie alla mia creazione, al mio edificare, ho permesso ad altri di creare a loro volta! -.

Vedete, chi non crea, e chi ancor prima non sogna, è un po’ come se fosse destinato ad essere un servo. Non vedete il termine come offensivo. Servo, vale a dire servire (ed è il più nobile dei mestieri ma, in questo caso, si decodifica in modo diverso). Serve altri perché non ha progetti suoi da realizzare nemmeno metaforicamente. Il sogno tiene vivi. Attraverso esso si possono pianificare mille e ancora mille cose e plasmarle poi, fosse anche solo con la mente.

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Il mio Creatore è riuscito a farlo anche dal punto di vista fisico e concreto e oggi, sta dando vita ad altri lavori e quindi ad altri figli che un domani saranno come lui. Perché la Creatività è il sale della vita. Senza di essa non si può vivere. E non è retorica.

Creare permette di creare! Permette un movimento e il movimento è vita! Sempre!

Mandando nell’Universo le prime frasi che ho scritto come esempio, si manda un messaggio o un’emozione come di umile risorsa. Il ringraziamento di illusione che illusione più non è. E’ buono, sono sentimenti validi, lo ripeto, ma li completeremo più decisivi in un secondo momento. Nelle frasi successive invece, quello che si emana è un sentimento di piena soddisfazione, di complimento nei propri confronti, di ammirazione verso se stessi ed essendo ciò che trapelerà da noi, automaticamente ce ne circonderemo.

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Questo significa che riceveremo nei momenti futuri altrettanta soddisfazione, altri complimenti e tanta ammirazione per molte cose diverse.

Ritornando al discorso della gratitudine che non deve mai mancare e della speranza, la situazione è molto più comprensibile di quello che crediamo. Basterà semplicemente ringraziare. Ringraziare, ringraziare, ringraziare.

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Quante volte ringraziate durante la vostra giornata? No, non dico persone. Quante volte ringraziate la vita, le forze universali, le energie che ci circondano e persino voi stessi? Io non posso saperlo ma sono quasi certa che la maggior parte di voi lo fa poche volte. Fatelo sempre, fatelo di più, non sapete che potenza che ha la parola – Grazie! – e l’emozione che da lei ne scaturisce.

E la speranza. Ve l’ho già detto in passato. E’ bellissima. E’ un sentimento peraltro così poetico. Ma la speranza dev’essere condita! Non potete emanare solo speranza altrimenti riceverete solo… speranza! Cioè il nulla. Un miraggio. Arricchitela di certezza. E’ un controsenso non vi pare? Il fatto è che, la speranza, si sposa bene con l’educazione ma non ha nulla a che vedere con le famosi, ormai così si chiamano – Leggi dell’Attrazione – che esigono “pretese”. Chiedi e ti sarà dato… diceva qualcuno…

E’ difficile da rendere concreto ma è molto semplice dal punto di vista teorico. L’importante è che s’impari a capire che non è solo fortuna quella che ci gira attorno. Noi siamo gli artefici del nostro vivere. E quando ci capita qualcosa di bello e appagante come nel caso del mio Creatore, non resta che complimentarsi tra sé e sé. Questo significa amarsi. E amare se stessi è alla base del nostro benessere.

Prosit!

p.s.= Ringrazio per lo spunto di questo articolo Salvatore Brizzi esperto di Alchimia Trasformativa e il suo libro – Alchimia Contemporanea -, mia mamma e naturalmente il mio Creatore che si è sentito decisamente bene quando abbiamo affrontato questo discorso, gli si è persino stappato il naso e ora non ha più il raffreddore.

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Ma Tu, chi ti credi di Essere?

Cercando il termine – Onnipotenza – e andando nelle immagini dei risultati inerenti ad esso, ci si imbatte in citazioni come questa che trascrivo in quanto come foto ha una risoluzione bassissima e non riuscireste a vederla:

Definizione

” L’Onnipotenza è una difesa con la quale il soggetto risponde a un conflitto emotivo o a fonti di stress interne o esterne comportandosi come se fosse superiore ad altri, come se possedesse speciali poteri o capacità “. (Cit.)

E’ giusto. Questa conclusione, se vista da un lato, mi permetto di dire clinico e psicologico, è assolutamente esatta. C’è un problema però, ossia che ci hanno insegnato a vederla solamente da questa prospettiva. O per lo meno, al 90%.

Quasi mai ci hanno spiegato che, Onnipotente, equivale a NON sentirsi Impotenti e, per questo, sentire in noi di possedere tutte le capacità per arrivare dove vogliamo e per essere ciò che vogliamo.

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Quando vi dico e vi consiglio di sentirvi tali – Onnipotenti -, e oggi forse annoierò chi ha già capito questo concetto ma, ahimè, c’è ancora qualcuno che non l’ha compreso, intendo semplicemente tradurre quello che in realtà è un essere perfetto e divino come l’Essere Umano. Un essere perfetto e divino come qualsiasi cosa sulla faccia della Terra, così come anche ciò che non possiamo nè vedere, nè toccare. Mi riferisco in principal modo alle opere della Natura ma anche quelle dell’Uomo possono essere tali.

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Non auto-limitatevi, non auto-offendetevi, non auto-amputate le ali che possono condurvi ovunque vogliate.

Siamo figli dell’Universo costituiti dalle stesse sue molecole. Siamo prolungamenti di esso. Della nostra Terra, dell’energia che ci circonda. L’Universo è Onnipotente, la Terra è Onnipotente, il più piccolo insetto del pianeta è Onnipotente, Tu sei Onnipotente.

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Ricordo col sorriso l’avventura e l’entusiasmante iniziativa di un ragazzo danese che girava per le strade di varie città con un cartello in mano sul quale sopra c’era scritto – TU SEI MERAVIGLIOSO! RICORDATELO! – .

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Un messaggio che restituisce la fede nell’essere umano perché qualcosa di più grande di noi, dentro alle nostre viscere, capisce che è vero! Che è proprio così! Si, certo, io sono meravigliosa!

La Tua meraviglia è Onnipotente. E’ intaccabile! Non permettere che venga scalfitta!

Urlalo a squarciagola!

E, senza imbarazzo, evitiamo di pensare “Cavoli… speriamo che nessuno mi abbia sentito”. Siamo alle solite. – Soffochiamo l’esaltazione e l’ambizione delle menti e degli spiriti. Teniamoli bassi per governarli al meglio! -.

Scuole, società, governi, religioni a schiacciarci giù. – Onnipotente? Tu? Di Onnipotente c’è solo un Dio che nessuno però ha mai visto -.

etimo.it

 

L’Onnipotenza invece c’è, esiste, è ogni giorno attorno a noi. Siamo noi. Essa si può toccare, si può vedere, si può sentire e percepire. Siamo l’Immensità. I quotidiani miracoli della vita, il nostro corpo che si trasforma ogni giorno in processi biologici perfetti. Le nostre emozioni che arrivano e vanno. Questa è Onnipotenza. Chi l’ha detto che ci è sconosciuta? Colui che si fa chiamare “potente”, dopo aver tolto l’onni per falsa umiltà. Per essere più creduto. Per avere labbra più grandi alle quali tutti ci si sarebbero appesi.

E allora amati per questo Dio che credi esistere. Non umiliare colui che ti ha creato, non offendere la sua più grande realizzazione. Ma in quale controsenso vivi? E se non hai Dio a cui credere forse è perché riconosci che ogni più piccolo atomo esistente è già Divino. E’ già così minuscolo e grande.

E non starò più a ripetere le solite frasi che sentirsi Onnipotente non significa mancare di rispetto agli altri e comportarsi con arroganza e bla, bla, bla…. Spero che questa volta sia chiaro il concetto.

Viviamo in un corpo nato perfetto, dotato di una mente nata perfetta, su un pianeta nato perfetto.

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Perciò, tu chi ti credi di essere? Impariamo a dirlo anche con un altro tono. Più lentamente. E trasformiamolo in – Ma tu, chi sei? -. Traduciamo bene le parole del Vangelo che tanto hanno da insegnarci ma purtroppo sono state riportate in modo un pò… ambiguo… per così dire.

– Ma tu chi sei? -, – Io sono il Figlio di Dio -.

E Dio creò l’uomo a sua immagine e somiglianza.

Questo è il mio concetto di Onnipotenza.

Prosit!

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Non-Immagini shock sui pacchetti di sigarette

Il mio umile pensiero su questa trovata… scioccante. Potrei anche dire: “elucubrazioni di una mente insana” così almeno, alle mie parole, non ci darete peso.

Innanzi tutto ho intitolato questo articolo “Non – Immagini…” in quanto mi rifiuto categoricamente di postare nel mio angolino così sereno tali visioni e poi, come accennato, vorrei dire la mia riguardo al fatto che ora si sono inventati l’apporre foto tragiche e devastanti, terribilmente devastanti, sui pacchetti di sigarette per far notare i danni della nicotina.

Io fumo. Lo dico subito così darò modo a qualcuno di poter proferire la classica frase – Eeeh… certo, certo, visto che fumi non accetti certe cose… – bene, ora che questo “qualcuno” ha pensato quello che doveva pensare tocca a me.

Non le accetto no! Ma scherziamo? Ma voi vi rendete anche solo minimamente conto di quanto sia deleteria una visione di questo tipo per il vostro inconscio se niente niente entrate in un tabaccaio anche solo per acquistare un biglietto del bus? Non parlo di me. Cosa cavolo me ne frega a me se vengono impressi drammi su un pacchetto di sigarette, sono un chirurgo, ho visto di peggio (potrei dire), se voglio fumo lo stesso, se non voglio, oggi, i mezzi per smettere ci sono tutti, ma mi riferisco a quelli che di fumo non ne vogliono sapere, bambini compresi, costretti a immagazzinare nel loro cervello illustrazioni di questo tipo. Ma le avete almeno viste?

Certo, se fumo in compagnia di un bambino farò respirare anche a lui il mio fumo passivo e mostrerò lui un gesto che non dovrebbe vedere, sta a me educatamente e nel suo rispetto, evitare che ciò accada ma, evitare che un giovane non veda quel pacchetto in un bidone dell’immondizia o buttato per strada, non veda quel pacchetto in casa, non veda quel pacchetto dal Sali&Tabacchi, non veda quel pacchetto nelle mani di mille altre persone… è dura. E a me sembra di infierire vivamente su di lui.

Ma lo Stato ha detto che questo “contro-marketing” risulterà utile e così tutti quelli contrari al fumo urlano vittoria. E vi siete chiesti come mai lo Stato ha deciso questo? Esso ci guadagna dal nostro acquistare sigarette, perché allora cerca di tutelarci? E’ davvero così premuroso nei confronti della nostra salute? Se così fosse, le stesse immagini dovrebbe metterle anche sulla Coca-Cola (se avete stomaci forti andate a vedere anche quelle) somministrata a bambini di tutte le età (!), dovrebbe metterle sull’acido muriatico acquistato da donne che ogni giorno sgobbano a pulire la sporcizia degli altri per due soldi, dovrebbero metterle sull’alcool che causa incidenti stradali fuori misura, dovrebbero metterle su tutte le porcate che ci fanno mangiare e ci fanno respirare ogni giorno, non siete d’accordo? O sui detersivi che uccidono milioni di pesci ogni anno ma… se vengono rovinate le opere dell’uomo è vandalismo, se vengono distrutte quelle della Natura è progresso.

Sarò io che penso male. Al nostro Stato probabilmente costa di più guarire un tumore che guadagnare dalle sigarette acquistate ma sono sicura che non rinuncerà a questo introito. Da dove li prenderà quei soldi quindi? Aumenterà la bolletta della luce? Del gas? O del caro, tenero e divertente canone RAI? (Vi ricordo di guardate la data di quando ho scritto questo post e di controllare poi quando è stato obbligatorio per legge pagare il canone RAI tramite bolletta della luce).

Vedete, quello che mi fa rabbia è questa esigenza da parte del Governo di doverci sempre tenere sotto ad una campana di tristezza e depressione, soffocati da un peso di angoscia da qualsiasi parte guardiamo. Televisione, internet, immagini, istituzioni, potere, ignoranza…. Vogliono da ogni lato ammorbarci con avvilimento, inquietudine e soprattutto PAURA.

Le uniche immagine – BELLE – in stile FAMIGLIA DEL MULINO BIANCO le trovi sai dove?….. In Banca! Ma tu pensa! Con loro sì che non ti accadrà mai nulla di male, e infatti, non si deve curare nessuna grave patologia a causa di esse, ci si suicida e si fa prima, si pesa poco sulla spesa pubblica.

Questo mi fa arrabbiare. Fumare fa male. Ok? Ed è vero. Penso lo sappiano anche i neonati perché immagino che, al giorno d’oggi, sia la prima cosa che si sentono dire una volta usciti dalla pancia della loro madre. Ed è così. Ma porca miseria perché non riusciamo anche a vedere che non è tutto? Che la nostra vita non dipende solo dalle sigarette? Ma lo sapete quanta gente c’è, e c’è stata a questo mondo, che ha fumato e ha vissuto per più di cent’anni? E secondo voi sono solo casi? Sono solo coincidenze? Allora scusate, ma è anche una coincidenza il fatto ch’io muoia di tumore per il fumo no? Volete sapere quanti casi di tumore all’intestino vengono curati, spesso senza riuscita, ogni anno in Italia? Non posso dirvelo perché nessuno può saperlo, le statistiche ce le fanno credere come vogliono loro a seconda dell’annata ma posso dirvi che con i miei occhi e con le mie orecchie ho visto e ho sentito medici stravolti operare in un solo giorno in interventi intestinali e, a detta loro, negli ultimi anni, davvero eccessivi. Su NON fumatori. (Nei commenti di questo articolo però potete trovare dati interessanti).

Ma il fumo, in effetti, non provoca solo cancri. Ictus, ipertensione, malattie cardiovascolari, etc… perché va nel sangue… il cibo spazzatura no invece, va solo nello stomaco, rimane lì qualche ora, poi si fa un giro nell’intestino e poi esce. Siamo nutriti dall’aria o da chissà cosa. Ma dai… Il discorso è semplicemente che, a mio avviso, nella vita, ci si può permettere di avere un vizio senza eccessi oltre misura. Il danno avviene quando tutto il nostro organismo è maltrattato. Ovviamente dopo un po’ non ce la fa più e perisce in quello che può essere il punto più debole. I centenari che hanno fumato una vita intera conducevano un’esistenza diversa. Dal punto di vista alimentare, lavorativo, morale. Noi non ci vogliamo più bene, non ci vogliono bene. E nei polmoni risiede l’emozione della tristezza e anche lei può uccidere. Siamo schiavi e non ce ne rendiamo conto. Non abbiamo più dignità. Non lavoriamo più per metterci via qualche soldo o per costruire qualcosa di bello, lavoriamo per sopravvivere o per essere i migliori. Non mangiamo più per alimentarci, per nutrirci. Mangiamo perchè dobbiamo arrivare fino a sera e non abbiamo più possibilità di toccare cibo durante la giornata. Beviamo multivitaminici senza neanche sapere cosa stiamo ingurgitando perché sentiamo di non farcela più, ma diamo colpa ai cambiamenti climatici. Come se l’essere umano non fosse stato programmato per poterli superare brillantemente. Un’offesa per la macchina perfetta quale siamo.

Se qualcuno, da tutto ciò, ha capito che sono favorevole al fumo e la mia intenzione è quella di incentivare il tabacco mi lasci dire che non ha capito nulla di questo mio discorso o forse sono io che mi sono spiegata veramente male ma non era questa la mia intenzione. Penso solo che dietro ci sia una manipolazione che induce alla negatività e questo mi dà fastidio. Penso solo che sia una brutta presa in giro. E penso che stiamo un po’ esagerando. Sigarette e gay. Non si parla d’altro. (E non è mia intenzione paragonare le due cose. A mio avviso tra un eterosessuale e un omosessuale non c’è alcuna differenza, così almeno sapete anche come la penso in questo altro tema). Come se non ci fossero altre questioni nella vita. Ai nostri “potenti” fategli vedere l’immagine di un bambino che muore di fame mentre loro si lavano i denti col dentifricio al caviale, anziché far vedere a noi immagini di devastazione. Le sigarette e i gay ci son sempre stati e mai abbiamo vissuto male come ora, tolte le guerre che oggi, miseramente, ci rendiamo conto che non sono servite a nulla nonostante il sacrificio dei nostri vecchi. E di guerre ne stiamo combattendo altre, forse persino più infime. Sigarette e gay come se fossero demoni. E tra dieci anni magari lo saranno i vini e i biondi, come lo sono stati i cani e gli ebrei. Negli anni ’80 c’era l’HIV, poi i tumori, adesso stiamo entrando nell’epoca dei virus. E’ così. Prima ci vietano di vivere, ci conducono allo stress più estremo poi ci aboliscono la sigaretta, il bicchiere di vino e mille altre cose nelle quali si cerca l’illusione della soddisfazione. Solo l’illusione che sia chiaro. Hanno tolto i fumatori dai film lasciando violenza, prostituzione, sesso spregevole, alcool, droghe, incidenti mortali, armi, omicidi, morte, e quindi dov’è il senso? Scusatemi ma proprio non lo capisco.

Obesi, diabetici, evasori, tossicodipendenti, disabili siamo tutti zavorre delle spese pubbliche mentre c’è chi ha esami gratis e cliniche che gli harem a confronto sono il nulla. Non è così che si aggiustano le cose ma, questo, ripeto è il mio umile punto di vista.

Come in tutte le cose la parsimonia mi sembra la cosa più coerente. Datemi retta, non guardate quelle immagini se potete, rimarranno impresse nella vostra memoria e creeranno in voi sofferenza. Lavoreranno sulla vostra fiducia e sulla vostra autostima, abbassandole. I neuroni assorbono come spugne.

E tu fumatore, se proprio il vizio non riesci a togliertelo, abbi per lo meno cura di te in altri argomenti. Dona al tuo fisico la possibilità di farcela e se ti fumi una sigaretta fa ch’essa sia il piccolo idillio di un piacevole momento, o possa essere per te il misero aiuto in uno stato d’ansia. Non fumare per noia, o perché non sai cosa fare, o per abitudine, o perché sei davanti a un pc. Inspira anche gioia ed energia positiva in quel mentre oltre che nicotina e catrame. Sii solo mentre lo fai, abbi rispetto per gli altri e per l’ambiente che ti circonda.

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Questo che vedete in foto è un piccolo e praticissimo posacenere da passeggio. Per non inquinare. Il mio piccolo e praticissimo posacenere da passeggio.

Prosit!

Buon Compleanno Prosit!

Ebbene si amici, il 14 di Febbraio non è solo la festa degli Innamorati ma è anche il compleanno di questo mio blog. Bhè, in un modo o nell’altro, sempre di amore si parla anche se in diverse forme. Il mio blog compie un anno.

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Il suo primo anno di vita. Il tempo è passato velocemente. Ricordo come se fosse ieri che cercavo le immagini migliori, il giusto nome che mi ha involontariamente suggerito un caro amico, le frasi più significative per realizzare quello che è il mio angolino virtuale che, permettetemi di dire, trovo sia meraviglioso. No, non voglio vantarmi, semplicemente riferire che qui ci sto bene ed è anche merito vostro. Voglio infatti cogliere l’occasione per ringraziarvi. Ho conosciuto gente nuova che ha mondi stupendi da svelare e altre persone invece, che sono cari vecchi amici “di penna”, o meglio di tasti, che sempre sono state nel mio cuore e ancora oggi rimangono gelosamente. Grazie. Grazie per il vostro seguirmi e il vostro interagire. A volte osservo le visualizzazioni e sono davvero tante. La mia pagina di FaceBook ha già raggiunto, in un anno, i 600 fans grazie all’amico, dell’amico, dell’amico in un fantastico e piacevole passaparola. E quindi grazie davvero. Come grazie a chi ogni giorno mi fa capire di esserci in un modo o nell’altro. E’ straordinario ricevere al mattino messaggi di gente mai vista che ti augura il buongiorno e ti regala un abbraccio, è emozionante, incredibilmente emozionante. Per quest’anno, posso ritenermi più che soddisfatta del lavoro svolto e posso dirmi – brava! – per l’impegno che ho messo. Ma, al di là della fatica che a volte comporta scrivere qualche post dal tema arduo, che soddisfazione! Ne scriverei altri 10! Altri 100! 1.000! E lo farò. Cercando di regalarvi sempre momenti lieti. Cercando di approfondire al meglio tematiche che spesso voi stessi mi date come spunto. Sono argomenti che amo profondamente e oggi, ponendoli qui, alla vista di tutti, li ho potuti ampliare e comprendere ulteriormente. Un conto è conoscerli. Un conto è doverli tradurre in modo comprensibile a tutti. A me stessa per prima. Questo mi ha fatto crescere. Mi ha fatto andare ancora più a fondo e capire meglio alcuni concetti che a volte, sbagliando, davo quasi per scontati. Grazie ancora e non è retorica. E allora, tanti auguri PROSIT, per me sei speciale e voglio augurarti un dolcissimo e felice Buon Compleanno!

Tua Meg.

Il mio Senso della Vita

lauracarpi.wordpress.com

– Questo testo viene quasi sempre presentato come “Manoscritto del 1692 trovato a Baltimora nell’antica chiesa di San Paolo”.

baltimora.it

Invece nel 1959, il reverendo Frederick Kates, rettore della chiesa di St. Paul, a Baltimore, nel Maryland, incluse questo pensiero in una raccolta di materiale devozionale. In cima alla raccolta, c’era l’annotazione “Old St. Paul’s Church, Baltimore, A.C. 1692”, che è l’anno di fondazione della chiesa… da qui l’equivoco. In realtà, l’autore di questi versi è Max Ehrmann, un poeta di Terre Haute, Indiana, vissuto dal 1872 al 1945, e scrisse “Desiderata” intorno al 1927. Narra la leggenda che ci sono nel mondo nove “Desiderata”. Al momento ne sono state ritrovate tre: la prima (la più antica) scritta in sanscrito ritrovata in India, la seconda ritrovata nella vecchia chiesa di Saint Paul a Baltimora nel 1962, la terza ritrovata in Bretagna nel 1998, sull’isola di Groix, in una casupola in pietra di pescatori a picco su un promontorio chiamato “Trou de L’enfer” -.

Queste parole sono state scritte da Laura Carpi nel suo blog lauracarpi.wordpress.com e le ho prese in prestito, grazie al suo gentile permesso, perché le ho trovate capaci di spiegare bene cosa si cela dietro ad un particolare ritrovamento che ho avuto il piacere di scoprire e conoscere qualche anno fa. Mi aveva colpito così tanto che non l’ho più dimenticato e oggi, rispolverandolo da dei file nei quali l’avevo salvato, ve lo propongo. Questa è la traduzione del famoso Manoscritto di cui si parla:

Procedi con calma tra il frastuono e la fretta e ricorda quale pace possa esservi nel silenzio. Per quanto puoi, senza cedimenti, mantieniti in buoni rapporti con tutti. Esponi la tua opinione con tranquilla chiarezza e ascolta gli altri: pur se noiosi e incolti, hanno anch’essi una loro storia. Evita le persone volgari e prepotenti: costituiscono un tormento per lo spirito. Se insisti nel confrontarti con gli altri rischi di diventare borioso e amaro, perchè sempre esisteranno individui migliori e peggiori di te. Godi dei tuoi successi e anche dei tuoi progetti. Mantieni interesse per la tua professione, per quanto umile: essa costituisce un vero patrimonio nella mutevole fortuna del tempo. Usa prudenza nei tuoi affari, perchè il mondo è pieno d’inganno. Ma questo non ti renda cieco a quanto vi è di virtù: molti sono coloro che perseguono alti ideali ed ovunque la vita è colma di eroismo. Sii te stesso. Soprattutto non fingere negli affetti. Non ostentare cinismo verso l’amore, perchè, pur di fronte a qualsiasi delusione, e aridità, esso non resta perenne come il sempreverde. Accetta docile la saggezza dell’età, lasciando con serenità le cose della giovinezza. Coltiva la forza d’animo, per difenderti nelle calamità improvvise. Ma non tormentarti con delle fantasie: molte paure nascono da stanchezza e solitudine. Al di là d’una sana disciplina, sii tollerante con te stesso. Tu sei figlio dell’universo non meno degli alberi e delle stelle, ed hai pieno diritto d’esistere. E, convinto o non convinto che tu ne sia, non v’è dubbio che l’universo si stia evolvendo a dovere. Perciò stai in pace con Dio, qualunque sia il concetto che hai di lui. E quali che siano i tuoi affanni e aspirazioni, nella chiassosa confusione dell’esistenza, mantieniti in pace con il tuo spirito. Nonostante i suoi inganni, travagli e sogni infranti, questo è pur sempre un mondo meraviglioso. Sii prudente. Sforzati d’essere felice”.

Può essere quindi questo il senso di una vita? Della nostra vita? Ho sempre creduto di sì e mi faceva piacere condividere con voi questo pensiero.

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Questo scritto rasserena ma, allo stesso tempo, rincuora e permette d’indossare voglia di vivere. Ogni sua singola frase porta in sé un meraviglioso messaggio. Un messaggio adatto a tutti. Porta un’emozione che non dovrebbe mai venir meno. Bisognerebbe trascriverlo su un foglio di carta e appenderlo in camera da letto, sopra al comodino, così da poterlo notare ogni mattina nel momento stesso in cui apriamo gli occhi, non trovate? …Tu sei figlio dell’Universo non meno degli alberi e delle stelle…. E chi mi conosce sa quante volte ho ripetuto questa frase. E poco importano i vari misteri, seppur affascinanti, che si nascondono intorno alla sua esistenza. Queste parole sono ricchezza pura e vale la pena trascriverle. In ogni lingua del mondo.

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Forse, dovrebbero esserci insegnate dal momento stesso in cui veniamo al mondo, anche se quando veniamo al mondo già lo sappiamo di nostro senza essere ancora edulcorati dalla vita alla quale poi partecipiamo. Perchè dopo, non si salta più nelle pozzanghere come bambini.

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Non si rimane un solo giorno senza pre-occuparci. Poi, basta un semplice orologio a distoglierci dal nostro senso della vita. E in questa nostra vita non si riesce ad attendere di essere prima boccioli, per poi dischiudersi e infine fiorire.

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No. Perchè saremo boccioli guardando chi ci ha fatto nascere, ci dischiuderemo notando solo noi stessi e fioriremo osservando gli altri e chi lo fa meglio di noi. Può essere questo un senso di vita? No. Ritorno alle parole del Manoscritto e le faccio mie. Perchè questo è ciò che voglio. Perchè nonostante i suoi inganni, travagli e sogni infranti, questo è pur sempre un mondo meraviglioso. Perchè è il nostro mondo. Il nostro momentoPerchè quanto ci sforziamo e tanto ci proviamo ad esser tristi e trovare la magagna, tanto dovremmo sforzarci, si, d’essere felici.  Con amore. Cantando un inno alla vita. Potendo scegliere in che direzione andare.

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Albert Einstein diceva – Ci sono due modi di vivere la vita. Uno è pensare che niente è un miracolo. L’altro è pensare che ogni cosa è un miracolo -. Noi stessi siamo un miracolo. Condividete? E per voi, ditemi, qual è il vostro senso della vita?

Prosit!

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