Gotta? Consiglia di meno e rasserenati di più.

Chiamata un tempo la “malattia dei ricchi”, in quanto si colpevolizzava per la sua manifestazione un eccessivo consumo di carne, la Gotta è un disturbo molto fastidioso e doloroso.

Oggi sono parecchie le persone che ne soffrono e infatti l’alimentazione è differente rispetto a diversi anni fa. Mio padre stesso, poco più che sessantenne, mi racconta che quand’era bambino mangiava carne solo una volta alla settimana, quando andava bene, oppure ogni quindici giorni, mentre oggi tra pollo, bistecche, sughi, ripieni e salumi vari, il consumo di questo alimento, è quasi quotidiano per alcune persone.

le-proteine_diaporama_550

In realtà la colpevole non è solo la carne in sé ma l’eccessivo consumo di derivati animali quindi anche formaggi, latte, uova… prodotti che, se ingeriti troppo spesso, provocano diversi disturbi nel nostro organismo tra i quali appunto la Gotta. Un insieme esagerato di grassi e proteine che da utile diventa pericoloso.

17513

Fisiologicamente questa è un’infiammazione chiamata anche Artrite Gottosa dovuta da un sovraccarico degli acidi urici nel sangue e nei tessuti. I Reni non riescono ad espellerli del tutto, attraverso le urine, ed essi si depositano all’interno del nostro corpo. Solitamente la Gotta colpisce in principio l’alluce che simboleggia la nostra testa e la nostra mente ma è comunque un disturbo che, dal punto di vista psicosomatico rappresenta la Rabbia (infiammazione, dolore, rossore, calore), la Preoccupazione – Ansia (depositi che rimangono lì senza fluire come quando si rimugina troppo sulle cose, gonfiore) e il credere di essere gli unici a poter risolvere le situazioni… anche degli altri.

ecco-come-smettere-di-preoccuparsi-e-dormire-bene

Chi soffre di Gotta è infatti solitamente una persona che elargisce consigli a tutto andare con anche un modo di fare abbastanza imperativo. No, non è un dittatore ma qualsiasi motivo è un’ottima occasione per dire la propria e consigliare al meglio senza riflettere che chi sta davanti a lui ha già una sua vita e sicuramente anche un’età per poter decidere. Anche quando il consiglio non viene chiesto viene comunque offerto come se fosse la strada migliore da percorrere.

728px-give-advice-step-2-version-3

Fondamentalmente tale parere lo si dice perché si cerca di evitare il male a quella persona, lo scopo è buono, ma non ci si accorge di essere sovente un po’ eccessivi. In qualsiasi discorso troverà modo di insegnare al meglio.

Esempio:

Oggi vado in quel negozio là a comprare quella cosa lì

La risposta da parte di una di queste persone sarà – Mi raccomando passa da sotto perché se passi dalla strada di sopra ci metti due ore! -.

280_0_4170402_340215

Vi torna? Conoscete per caso qualcuno che soffre di questa malattia?

Sono tutte risposte dovute da un’insicurezza personale di fondo. E’ la persona stessa ad essere insicura e a ponderare bene che tutto vada per il meglio perché – …se non fai così chissà cosa potrebbe accadere e io poi mi preoccupo… -. Questo è il costante messaggio celato dalle loro parole. Il vivere in questo modo, inconsciamente, fa nascere e crescere la Rabbia (collegata al Fegato). Qualcosa dentro suggerisce che non si sta vivendo bene, non si sta vivendo appieno la vita godendo di serenità e libertà. Si è schiavi dei propri timori e questo fa arrabbiare perché ci si sente impotenti. Inoltre, visto che ho citato i Reni, i quali devono espellere tali urati, c’è di mezzo proprio la Paura che trova sede appunto in questi organi.

capire-gli-esami-del-sangue-profilo-renale

Chi soffre di Gotta dovrebbe quindi tranquillizzarsi e prendere la vita un po’ più come viene senza tanti problemi e tante paranoie. Questo non è più altruismo, è quasi uno schiavismo nel quale ci si infila senza nemmeno rendersene conto.

io

Bisognerebbe imparare a capire che non esiste solo il male ma soprattutto che gli altri non sono sempre sciocchi e sanno fare anch’essi le scelte migliori per il loro bene. Bisognerebbe tagliare un po’ con i moralismi e quei sermoni noiosi che durano ore e si ripetono in continuazione sullo stesso argomento.

Sciò…! Sciò…! – lasciamo spazio al “come viene, viene” e si vivrà decisamente meglio.

Prosit!

photo cure-naturali.it –  avisemiliaromagna.it – it.wikihow.com – salute-e-benessere.org – terapiaeconsulenza.it – forzasorridi.blogspot.com  – fotogallery.doctissimo.it

Io non mi piaccio ma lui mi ama da impazzire

Sono tantissime le persone che si autosvalutano, che si credono sbagliate, tremendamente sbagliate e non all’altezza. Si considerano brutte, fuori luogo, non si amano e non si accettano.

A dimostrare questo, seguendo le leggi della psicosomatica, insorgono durante la vita malattie e disturbi fastidiosi come: l’Acne, le Verruche, l’Osteoporosi, vari dolori alla Schiena e moltissimi altri sintomi.

mal-di-schiena-t-shirt-postura-corretaa

Si vive in una costante paura di non piacere, di non essere adeguati e raramente ci si accorge che invece, là fuori, c’è qualcuno che ci ammira moltissimo, che ci desidera e vive per noi. Un qualcuno che non cambierebbe della nostra persona nemmeno un pelucco.

Raramente proviamo a riflettere sul processo inverso ossia, a quelli tra voi, privi di autostima e che si svalutano in continuazione, chiedo: – Siete per caso follemente innamorati di una persona? -. Se la vostra risposta è – -, la domanda a seguire è – E questa persona si ama e si accetta così com’è? -. La maggior parte delle volte la risposta a questa seconda domanda è – No -.

Eppure voi l’amate. Secondo voi è la donna più bella del mondo o l’uomo più perfetto del pianeta. Non fate altro che pensare a questa persona, ne siete quasi ossessionati, ricordate il suo bel viso, il suo modo di gesticolare, la sua splendida voce e le sue espressioni che vi strizzano lo stomaco dall’emozione. Ma lei, ogni mattina, quando si guarda allo specchio vorrebbe strapparsi via quel viso, vorrebbe tagliarsi gran parte di cosce o di pancia, vorrebbe avere una pelle diversa, più capelli, più barba, oppure preme il suo seno con rabbia. E mentre voi la sognate, circondata da fiori e farfalle, e vorreste condividere con lei l’eternità, lei si strugge nel tormento di una propria considerazione pari allo zero.

specchio

La stessa cosa accade a voi.

Voi che vi reputate così brutti, così grassi, così spiacevoli, così imbranati, potreste avere qualcuno, intorno, che invece vi reputa meravigliosi.

uid_15360e64230-650-340

Tempo fa conobbi una persona che sembrava la perfezione fatta ad essere umano. Sapeva molte cose, era molto istruita, aveva un bel modo di fare, intelligentissima. Sembrava inoltre anche molto sicura di sé. Una di quelle persone alle quali puoi affidarti ciecamente. Dava l’idea di non aver paura di niente e di nessuno e ragionava in un modo inusuale ma che affascinava tantissimo e prospettava nuove visuali di vita. Sportiva, con un buon lavoro, un buon stipendio e anche molto, molto carina. Insomma, non le mancava davvero nulla. Man mano però che la confidenza tra noi aumentava, mi raccontava, direttamente o indirettamente attraverso i suoi discorsi, di vari disturbi, dei quali aveva sofferto in passato, e malattie o inestetismi che ancora oggi spesso la obbligavano a prendere provvedimenti.

tumblr_nnxqovluau1uup5qko1_500

Ogni malessere che palesava mi dava come chiave di lettura appunto l’autosvalutazione.

“Ma che stranezza” pensavo tra me e me. Pareva davvero inconsueto che una persona come lei, che oltretutto mostrava grande autostima, potesse avere sintomi di quel genere. Eppure, i messaggi che le trasmetteva il suo corpo erano quelli.

“Evidentemente si crede brutta ma allora perché riempire sfacciatamente i social di proprie foto?”, “Forse allora si sente sola? Ma allora perché voler staccare con il mondo intero per diversi giorni?” (pratica che ogni tanto si concedeva). “Forse ha paura a dimostrare quello che pensa ritenendosi superficiale, ma allora da dove nasce tanta schiettezza nel parlare da confondere, a volte, con presunzione?”. Era un vero enigma ma le famose “maschere” le conosciamo un po’ tutti ormai.

Ebbene si, questa persona stava indossando una maschera che le era praticamente appiccicata alla pelle con l’Attak. Non perdeva un solo colpo, non abbassava mai la guardia, non la coglievi mai in fallo. Qualsiasi frase dicesse o qualsiasi gesto facesse mostrava sempre grande sicurezza e padronanza di sé. Addirittura cercava di insegnare agli altri ad amarsi e rispettarsi.

14547592_1199041296819675_3468969940231389184_n

Fu un lavoro abbastanza duro quello che decisi di compiere su di lei. Un lavoro anche parecchio lungo. Avevo sempre e solo poche briciole sulle quali riflettere e costruire i veri tratti di quella personalità. Potevo basarmi prevalentemente sui suoi problemi fisici, loro si che non tradivano.

La morale è che questa persona, in realtà, aveva un gran bisogno di essere costantemente appoggiata e rassicurata. Aveva paura di buttarsi nella vita, paura di sbagliare, ma soprattutto aveva paura di non essere apprezzata. Faceva di tutto quindi, come arma o come scudo, per mostrarsi esattamente all’inverso. Ma se solo avesse saputo quanti individui impazzivano per lei! Sia uomini che donne. Colleghi di lavoro, amici, famigliari. Era veramente un “mito”.

hqdefault

Io per prima, non avrei cambiato di lei nulla, nemmeno un neo.

Machissenefrega -, direte voi – se piaccio a cento persone, il problema è che non piaccio a me stesso – e avreste ragione a dire così. Il problema è proprio questo infatti ma volevo porre l’attenzione sulle sensazioni che voi provate per chi si sente imperfetto quando lo amate. Mentre voi, e mi ci metto dentro anch’io, state/stiamo facendo la stessa cosa. Da una parte mi vien da ridere…

Cosa direste a chi apprezzate così tanto? Cosa direste persino dei suoi difetti?

Si… quante parole meravigliose… ma a voi stessi che dite?

Per noi, solo cacchette… allora forse è meglio far parlare gli altri.

Prosit!

photo riza.it – skysinfinity06.tumblr.com – ask.fm – naturopatia.org – youtube.com – imgrum.net

Calcoli Renali – la Paura si è concretizzata

Se si soffre di Calcoli ai Reni il motivo potrebbe essere che nella vita si ha paura di qualcosa e precisamente di perdere qualcosa: soldi, incarichi importanti, persone care…

ansia-nella-bibbia-post

Solitamente è un disturbo correlato anche alla responsabilità che l’individuo sente di avere, vista in diversi ambiti, e quando questo status, per un motivo o per l’altro viene meno, possono appunto iniziare a formarsi queste cristallizzazioni all’interno dei Reni o nelle vie urinarie.

colica-renale

I Calcoli Renali, o meglio la Calcolosi Renale chiamata anche Nefrolitiasi (da Nefrone la parte che governa la funzionalità del Rene) giunge affinchè ci si possa porre la domanda: di cosa ho paura? Cosa ho paura di perdere?

13384

Per chi sta strabuzzando gli occhi mi affretto a spiegare che, anche questa volta, si parla di psicosomatica e filosofie che osservano altri punti di vista rispetto alla Medicina Tradizionale.

Come ho già detto tante volte i Reni sono proprio la sede dell’emozione “Paura” e anche della “vitalità” e di conseguenza dell’”attività sessuale”, entrambe funzioni che possono essere bloccate, o diminuiscono notevolmente in noi, a causa della Paura così come molte altre. Inoltre, questi importanti organi del nostro sistema urinario sono in forte correlazione con il Cuore (se ci tenete al vostro Cuore mantenete sani i Reni) che a sua volta è la sede della Passione.

La Paura purtroppo riesce a spegnere anche quella.

preoccupazione-1

I Reni sono organi davvero affascinanti che fanno molto nel nostro corpo, eseguono tante funzioni, e bisognerebbe mantenerli vivi e sani, nel migliore dei modi innanzi tutto con l’alimentazione.

Collegando il cibo a quello che pensiamo si può notare come una dieta prevalentemente proteica, poco idratata e parecchio saporita possa causare la Calcolosi Renale come pensieri troppo “spessi”, troppo “asciutti” e poco fluidi… bloccati appunto dai timori. Stagnanti e non liberati a causa delle nostre stesse preoccupazioni. Rendo l’idea? Non esiste serenità.

la-serenita-2014-acr-70hx50l

E’ per tanto sbagliato dare sempre la colpa all’ereditarietà. Ho già detto anche questo, lo so, ma voglio ripeterlo. Se nella vostra famiglia si mangia prevalentemente in modo proteico o vi vengono inculcate paure belle toste da vostro padre e da vostro nonno sarà normale che anche voi, come vostro padre o vostro nonno, potreste soffrire di problemi ai Reni.

In questo caso si tratta di grumi di Paura e di Rabbia non dissolti. Certo, forse non ve ne accorgete nemmeno, ma provare paura fa provare anche Rabbia; la Rabbia del non vivere bene in piena serenità. Ma la Rabbia ha principalmente sede nel Fegato (attenzione ai Calcoli Biliari) quindi di lei ho già parlato. Non dimentichiamoci però che i Reni hanno un rapporto molto stretto con il Fegato, sono filtri, entrambi si occupano della rimozione delle tossine dal nostro corpo e, anche se si tratta di sostanze nocive diverse, provengono sempre da ciò che mangiamo e da ciò che sintetizziamo con i nostri pensieri. Elementi di scarto che vanno poi nel sangue e nelle urine.

tipo-di-calcoli-renali

Se le sostanze di rifiuto sono troppe i Reni non riescono a filtrare tutto e quindi possono appunto formarsi i Calcoli.

La cosa migliore da fare, dopo aver ascoltato il vostro medico di fiducia (ciò devo dirlo) sarebbe quella di ridurre la quantità di cibo che si ingerisce (potreste concedervi anche un giorno di digiuno, che non farebbe male, salute permettendo) e scegliere meno cibi animali e più vegetali. Più idratanti, meno salati e il più naturale e biologico possibile.

vapore_pesce___fotolib_-_fotolia-com

Allo stesso modo dovreste permettervi di “non pensare” o provare a costruire pensieri belli, cercare di prendervi una pausa proprio per svuotare la mente da tutte le vostre preoccupazioni. Fatele uscire, liberatevene e concentratevi sul fatto che, fondamentalmente, sono solo illusioni.

215188

Non sono reali, sono vostre pre-occupazioni, esistono solo nella vostra mente ma non nella realtà.

preoccupazione

E’ vero che – prevenire è meglio di curare – ma è anche vero che – fasciarsi la testa prima di rompersela – non è certo il metodo migliore per affrontare la vita.

Prosit!

photo cure-naturali.it – meteoweb.eu – aforismario.net – evangelo.it – aredin.it – coppadicitazioni.it – ilsole24ore – fisioterapiarubiera.com

La Psoriasi – uno scudo che protegge

Sulla Psoriasi penso di averne sentite di tutti i colori perciò penso anche di poter dire la mia… dal punto di vista psicosomatico s’intende.

17351

Innanzi tutto la Psoriasi è una malattia della pelle e compare presentandosi con chiazze rossastre ricoperte da squame bianche o grigie. Colpisce prevalentemente alcune zone del corpo ma può sopraggiungere ovunque, in qualsiasi parte, persino sulle unghie, a qualsiasi età e in entrambi i sessi. La comparsa della Psoriasi può avvenire per diversi fattori a livello fisiologico e scientifico ma, dietro la sua apparizione, secondo alcune filosofie, c’è sempre, nell’inconscio, una vissuta situazione di abbandono o di separazione che ha fatto male e che ancora non si è dimenticata pur non rendendosene conto.

labbandono

Secondo i meccanismi mentali di un individuo, anche la semplice disattenzione di un genitore nei propri confronti, o del proprio partner, può essere vista come distacco e può far soffrire molto.

La Psoriasi infatti, riguardando la pelle (che sappiamo essere strettamente collegata ai Reni e ai Polmoni), è l’insieme di due grandi emozioni negative: la Paura (che ha sede nei Reni) e la Tristezza (che ha sede nei Polmoni).

Non per niente provare Paura, con l’andar del tempo, rende tristi.

Nei Polmoni s’introduce l’aria nuova, l’ossigeno fonte di vita, mentre dai Reni si espelle tutto ciò che non serve più, gli scarti, le tossine e, ad avvolgere questo ciclo vitale e quotidiano, c’è appunto la nostra cute che si nutre delle emozioni provate nei due determinati organi e se ne fa carico.

pelle-sana

Come i Polmoni e come i Reni la pelle infatti è in grado di assorbire sostanze dall’esterno o eliminare sostanze interne e aiuta questi organi, quando sono troppi gli elementi da annullare, rovinandosi o ammalandosi essa stessa.

c_4_articolo_2154083_upiimagepp

Da bambini, l’essere messi da parte e presi in giro dai compagni è una situazione bruttissima da vivere, così come spiacevole è assistere alle continue e violente litigate dei genitori alle quali non si prende parte ma si vivono assumendosi una sorta di colpa che allontana. Memorie che rimangono purtroppo indelebili e questi sono solo banali esempi.

Quando da adulti, un qualsiasi fattore risveglia quel ricordo, ecco che in noi si rivive la stessa medesima situazione e questa volta ancora più insopportabile sempre, ovviamente, senza mai rendersene conto.

Molte persone, affette da Psoriasi, quando iniziano a ragionare su questi avvenimenti, non ricordano di aver vissuto vicende del genere anzi, si sono sempre sentiti amati da mamma e papà, sempre cercati dagli amici e sempre gioiosi nelle loro attività sociali.

bambino-cellulare

E’ naturale, un padre che parte per lavoro ma chiama ogni giorno facendo sentire il proprio figlio importante per lui e ogni volta che torna a casa non dimentica mai una sorpresa, lascia ovviamente un bel ricordo, amorevole e affettuoso ma, seduto a tavola, durante il pasto serale, non c’è o non c’è più. Quella sedia è vuota e gli occhi del bambino la osservano, la notano fredda, inanime, lontana, distaccata dal dolce focolare domestico che ora condivide solo con la madre.

Il fratello maggiore che si sposa e va a vivere in un’altra casa, la sorellina più piccola che può restare con la mamma mentre noi invece si va a scuola… potrei continuare con mille esempi ma la cosa più giusta da fare è lavorare sulla propria frustrazione al di là del motivo.

La comparsa della Psoriasi, come tutti gli altri malesseri e disturbi che ci colpiscono, è un messaggio. Un messaggio che il nostro corpo ci offre per elevarci, guarire e stare meglio nel nostro più profondo. Il suo consiglio è proprio questo: liberati dalla delusione di essere stato in qualche modo respinto, abbandonato, messo da parte. Ragiona sul fatto che chiunque ti abbia fatto vivere quest’esperienza è, o è stato, vittima anch’essa della vita quanto te. Non deve interessarti chi ti ha regalato queste brutte sensazioni, la cosa principale è liberarti dall’attaccamento e rilassarti accettando che qualsiasi episodio, avvenuto nella tua vita, è accaduto per una motivazione. Prova a sentirti amato e accettato, impara ad amarti e accettarti tu per primo, nutri il tuo organismo d’amore e dalla tua pelle traboccherà solo amore. Approvati!

hqdefault

La Psoriasi subentra come scudo. L’ispessimento della pelle che si denota è proprio una forte barriera (anche se in realtà forte non è) che la nostra cute prova ad attuare per difenderci, per farci sentire protetti. Questo accade perché inconsciamente abbiamo paura di soffrire di nuovo nella vita ed è proprio su questa paura che si deve lavorare. Il nostro corpo non ha mai intenzione di farci del male, prova ad attuare sempre meccanismi di risoluzione.

riduttivismo

Ogni giorno si disegna la propria esistenza in base agli avvenimenti subiti o goduti in passato e, dove c’è stata una falla, si cerca in tutti i modi di porre rimedio. La prima sensazione che nasce, anche se non si avverte, è quella della preoccupazione per non rivivere certi momenti e per non far riaprire determinate ferite. Obblighiamo la nostra pelle, un organo meraviglioso che abbiamo e prezioso rivestimento che collega il nostro mondo interiore a quello esterno, a vivere in uno stato di attenzione perenne come una sentinella in accampamento che, concentrata e sempre vigile, si aspetta l’arrivo del nemico da un momento all’altro.

Rilassati e anche la tua pelle si rilasserà.

Prosit!

Photo cure-naturali.it – biomagazine – psicologamilano – tgcom24-mediaset.it – vitadamamma.com – gli psicologi.info – youtube

Un pò di curiosità sui Capelli Bianchi

Se hai i capelli bianchi stai invecchiando -. Così si dice e così, in effetti, per la maggior parte della gente è.

La canizie, ossia appunto la perdita del colore di capelli e peli, indica proprio l’approssimarsi della vecchiaia ma rappresenta anche l’avvicinarsi alla maturità dal momento che alcuni soggetti presentano una capigliatura canuta, o quasi, già in giovane età. Una maturità che non è soltanto data dagli anni ma da ciò che si prova dentro. Avere tante responsabilità, ad esempio, porta di conseguenza all’essere più maturi. Avere tante responsabilità però, toglie anche un po’ di gioia di vivere.

incanutimento-capelli-grigi1

Nel mio dialetto, in Liguria, un simpatico proverbio recita – Quandu i cavei i se fan gianchin mola e done e atacate au vin – ossia – Quando i capelli iniziano a farsi bianchini molla le donne e attaccati al vino – un po’ come dire “non c’è più speranza ormai… sei vecchio”.

In effetti, la canizie rappresenta proprio una perdita della vitalità che si ha appunto invecchiando. Si può invecchiare in diversi modi, non solo fisicamente. Conosco diverse persone che a soli quarant’anni conducono lo stesso stile di vita di un ottantenne dove la pigrizia, la svogliatezza e la lentezza condiscono una vita che invece potrebbe ancora regalare molto.

pigrizia

Non si sente più la voglia di “creare”. Creare cose, situazioni, nuove conoscenze, viaggi, nuovi attimi, giorno dopo giorno. C’è uno spegnimento.

Il colore bianco nei capelli può subentrare anche improvvisamente a causa di traumi o stress prolungato proprio perché sia l’ansia che l’angoscia, emozioni provate in quei momenti, soffocano l’entusiasmo e l’energia vitale. Si possono scolorire anche solo determinate ciocche lasciando gli altri capelli del colore naturale.

La misura della nostra energia vitale è correlata alla paura e ha quindi, come quest’ultima, sede nei Reni. L’abbassamento della vitalità è infatti dato dalla paura.

Non basta ridere, essere allegri, fare battute divertenti. Bisogna osservare cosa risiede nel profondo.

I capelli bianchi sono anche simbolo di saggezza e la saggezza si ottiene proprio dimostrandosi maturi o avendo vissuto molti anni e molte esperienze. Per quanto riguarda le persone giovani, e come dicevo prima molto responsabili, o tristi e pensierose, e quindi poco vitali, si parla di paura nel condurre la vita, tant’è che inconsciamente si desidera diventare presto maturi per potersi difendere meglio da eventuali pericoli, mentre per le persone più anziane può subentrare la paura della morte o della solitudine così come una stanchezza “del vivere” soprattutto quando si è condotta una vita faticosa e poco appagante.

capelli-bianchi

I nostri capelli, rappresentano la nostra bellezza ma anche una connessione con il divino (…come in cielo così in terra…) tra il Pianeta Madre e il cielo, o meglio l’infinito. Perdendo il loro colore perdono anche la loro forza ed è come se il filo che ci collega all’energia cosmica s’indebolisse. In effetti è proprio così. Nel momento in cui l’entusiasmo viene meno significa che ci focalizziamo di più sui problemi e i bisogni piuttosto che affidarci alla vita e vivere liberamente senza oppressioni anche se questo può accadere in modo completamente inconscio. Come spesso vi ho detto, la parola “Entusiasmo” significa “Con Dio dentro di sé – in totale collegamento con il divino” dal greco enthusiasmòs, formato da en (in) e theos (Dio).

shutterstock_83261746

I capelli sono la nostra corona e la corona risiede sulla testa di un Re. Un Re che depone il proprio scettro, come a voler abdicare, è un Re stanco che non riesce più a governare al meglio nel suo Regno.

I troppi pensieri e le troppe preoccupazioni scoloriscono i nostri capelli.

I capelli e i peli sono fisiologicamente colorati dalla melanina un pigmento dato dai melanociti, cellule dell’epidermide, che serve a proteggere e difendere la nostra pelle così come questi annessi cutanei. Ho sottolineato i verbi “proteggere” e “difendere” proprio perché con l’innalzamento della paura vengono meno i sensi di protezione e difesa anche a livello psicosomatico.

illu_skin02

Naturalmente tutto quello che ho scritto non è l’assoluto. Anche un’alimentazione sbagliata e povera dei principi nutritivi basilari può provocare una canizie precoce così come non dobbiamo dimenticarci i fattori genetici ma, proprio su questo punto, vorrei precisare una cosa.

thinkstockphotos-450853983

Se nostro padre o nostra madre, prematuramente colpiti da canizie e quindi persone prevalentemente paurose ci hanno educato in un certo modo, sarà ovvio che noi, di conseguenza, vivremmo la vita con le emozioni da loro dimostrate. Se ci hanno insegnato a preoccuparci per qualsiasi cosa, o noi ci siamo per anni abbeverati delle loro preoccupazioni, sarà normale preoccuparsi a nostra volta per ogni situazione che siamo costretti a vivere. Fa parte delle nostre memorie. Pertanto, come potete vedere, c’è sempre un collegamento tra la nostra parte fisica e biologica e quella emozionale ed energetica.

Prosit!

photo istitutosvizzerodermes – medicinalive – bodyspring – klikkapromonews – wikipedia – italiaatavola

Orzaiolo – cosa ti fa Arrabbiare?

L’Orzaiolo è un’infiammazione delle ghiandole sebacee delle palpebre. Potrebbe sembrare, a prima vista, una specie di foruncolo e può presentarsi sia nella zona esterna della palpebra che interna. Solitamente scompare nel giro di qualche giorno o persino l’indomani, raramente invece può anche trasformarsi in una ciste (definita calazio) perciò è sempre bene non irritarlo, non toccarlo con mani sporche e non applicare cosmetici. E’ parecchio fastidioso. A volte sembra di avere un corpo estraneo nell’occhio oppure questa zona può prudere e addirittura fare male.

orzaiolo

Chi segue il mio blog sa già che quando parlo di infiammazione, o in alcuni casi anche di infezione, c’è sempre alla base l’emozione della rabbia. Rossore, calore, sostanze purulenti all’interno di quel preciso punto… sono tutte caratteristiche che si collegano all’ira che si presenta simile all’infiammazione stessa: calda, rossa (se vogliamo darle un colore) e dolorosa. Che “brucia”.

2wriu0y

Nel caso dell’Orzaiolo, parlando quindi esclusivamente degli occhi, bisogna associare a tutto questo l’azione del “guardare” ed è facile quindi capire che probabilmente è un qualcosa che vediamo quotidianamente ciò che ci fa arrabbiare. Una persona? Una situazione? Un oggetto che ci ricorda un brutto momento? Ovviamente è tutto un lavoro dell’inconscio ed è come se in questo inconscio si accendesse una lampadina ogni volta che i nostri occhi guardano ciò che gli fa male; alla fine il risultato è la comparsa di uno o più Orzaioli.

rabbia-462x200

Non per niente, anche se non ce ne accorgiamo, ogni volta che ci arrabbiamo tendiamo a pressare leggermente le labbra e a tendere le palpebre sia inferiori che superiori obbligandole ad una impercettibile posizione per loro innaturale. A volte anche le sopracciglia si abbassano verso l’occhio, aggrottando la fronte, quasi come in un atto di difesa nei confronti del nostro sguardo.

E’ una questione inconscia ma suggerendovela è possibile pensarci e ragionarci su e spesso può capitare che si arrivi a capire cosa ci provoca rabbia e quindi eliminare l’elemento dal nostro campo visivo ove è possibile.

Oppure ancora, si può cercare di osservarlo con “occhi diversi”. Senza provare rabbia. Ne va del nostro benessere.

Ricordiamoci anche sempre di considerare in quale occhio è comparso l’Orzaiolo. Destro o Sinistro? Sapete che la parte destra è la parte relativa al maschile perciò indica il padre, il figlio, il fratello, il collega, l’amico o oggetti collegati a queste persone. Mentre la parte sinistra, femminile quindi, è correlata alla madre, alla figlia e così via. Per chi vuole saperne di più su questo argomento consiglio di leggere anche questo mio articolo https://prositvita.wordpress.com/2015/08/20/la-destra-e-la-sinistra-il-padre-e-la-madre/

emisferi

Tali settori possono essere volti anche al nostro stesso sesso, maschio o femmina, e allora, sempre in riferimento alla comparsa di un Orzaiolo, possiamo porci la domanda di quanto sopportiamo la vista del nostro corpo che probabilmente non ci piace, oppure di quanto ci fa arrabbiare vedere il nostro partner, ogni giorno, che sinceramente non sopportiamo più.

guardarsi-allo-specchio-e-non-piacersi

Noi stiamo magari soffrendo e lui/lei lo/la vediamo dormire beato/a e menefreghista… che rabbia!

O vediamo che fa una cosa che proprio non dovrebbe fare e magari gliel’abbiamo già detto mille volte!

Bisogna eliminare la rabbia da dentro di noi se vogliamo stare bene.

Raramente, e in questo caso ci colleghiamo anche alla congiuntivite, infiammazione dell’occhio che in futuro spiegherò meglio, può anche capitare che ci faccia arrabbiare quello che NON vediamo più. All’incontrario quindi. Ossia, noi vorremmo vedere una cosa, una persona che ci manca, un luogo che ci provoca belle emozioni, un ricordo… ma ci viene impedito, oppure non ci riusciamo. Questo può comunque provocare in noi rabbia.

Si, purtroppo sono tanti i motivi e non è semplice azzeccare quello giusto ma la motivazione principale sulla quale bisogna focalizzarsi è l’emozione sentita. Sarebbe curioso e appagante capire la fonte ma per il nostro organismo e per la nostra psiche non è così importante. L’importante è l’eliminazione della rabbia perché è quella che fa male indipendentemente da cosa la provoca. E’ difficile da accettare questo discorso ma è così che ragiona la nostra parte intrinseca, in modo completamente diverso dalla nostra mente.

Guardate la collera dentro di voi. Osservatela. Amatela se vi è possibile (è una vostra creazione) e concentratevi sul lasciarle fare il suo mestiere prima di andare via. Solo così vi abbandonerà. Solo permettendole di lavorare la potrete riconoscere in futuro e cercare di evitarla. Cercare di modificare i vostri sentimenti prima che arrivi (senza mai reprimere!). Questo è il metodo migliore per non essere colpiti da Orzaioli e nemmeno da qualsiasi altro tipo di infiammazione.

Prosit!

photo my-personaltrainer.it – benessere4u.it – supernatural-legend.forumcommunity.net – centrosangiorgio.com – fare coppia.it

ERNIA DISCALE: unica soluzione – intervento chirurgico -, ma forse ci sono altri rimedi – parte 4°

Continuazione…

albofisioterapisti.com

Tutta la parte della psicosomatica e anche spirituale, se vogliamo, ve l’ho detta ma, visto che non bisogna mai essere assolutisti dobbiamo osservare anche la parte prettamente fisica. E’ giusta la teoria della svalutazione del Sé, i tasti riguardanti i soldi e i vari organi e apparati di cui abbiamo discusso, ma ci sono anche fattori fisici che aiutano di molto un’Ernia a formarsi.

Nel mio caso ad esempio è successo questo: per anni, da quando ero una bambina, ho sempre fatto tantissima ginnastica. Ginnastica Ritmica a livello Agonistico, palestra, pesi, pump, step. Il mio corpo ha sempre lavorato alacremente finchè poi, un bel giorno, a causa di impegni diversi, ho praticamente smesso del tutto di praticare attività fisica. I muscoli della mia schiena hanno iniziato ad indebolirsi ma il problema è stato che la mia colonna era abituata a svolgere solo il 50% del lavoro, perché il resto lo facevano i muscoli turgidi e sodi, e si è trovata all’improvviso a dover sostenere invece tutte le fatiche da sola. E non ha retto.

Perciò, anche se la vostra Ernia v’invalida, una volta passato il periodo di malattia, cercate con la ginnastica, con esercizi adatti (che diversi professionisti possono suggerirvi), con la fisioterapia e il movimento di rendere i vostri muscoli più forti in modo che la vostra colonna vertebrale potrà contare su di loro. Anche se non avete fatto sport in passate dovrete iniziare. E’ fondamentale. Oggi infatti cammino parecchio, vivendo al mare in estate nuoto (non tutti gli stili di nuoto sono adatti), pratico la camminata nordica, gioco a bocce durante il periodo estivo e faccio in casa qualche peso leggero ma costante, più altri esercizi.

E’ importante la postura ed è importante anche sollevare i pesi nella giusta maniera ossia, lo saprete già, piegando le gambe in modo da far lavorare loro e non solo la colonna.

Se fate un lavoro sedentario obbligatevi a cambiare posizione; è deleteria la stessa posizione per troppe ore al giorno. Coricatevi un po’, poi sedetevi di nuovo, e poi muovetevi, e poi tornate a sedervi. Convicetevi anche di staccare ogni tanto e pensare alla salute della vostra schiena. Muovete le braccia, sollevate due bottigliette d’acqua da mezzo litro, dedicate quella pausa a lei.

Cercate di portare sempre calzature che abbiano almeno 1 o 2 centimetri di tacco, le famose “ballerine” sono deleterie ma, allo stesso tempo, sappiate che vi fa bene camminare scalzi soprattutto sulla sabbia che ha la consistenza adatta per avvolgervi il piede e massaggiarlo, dando beneficio così a tutto il vostro corpo.

Inoltre mettetevi in testa che il contatto con la Natura è importantissimo e sapete perché? Perché vi regala le sensazioni di cui avete bisogno come la pace; in più la natura non vi giudica e vi fa capire come ogni cosa, anche quella più piccola, sia in realtà una meraviglia. La giusta medicina per quelli come noi che si sono sempre definiti “piccoli e inferiori”.

Adesso vi voglio anche suggerire delle audio guide da ascoltare quando si va a dormire (l’ideale sarebbe con le cuffie) e che il cervello riesce comunque a registrare anche durante il sonno. Io le ho trovate per me molto utili e ho sentito che mi hanno fatto bene. Mi davano la carica, mi facevano sentire importante e di valore. Sentivo la guarigione crescere in me, percepivo la serenità di cui avevo bisogno e la tensione piano piano mi abbandonava. Come vi ho detto molte volte, la paura genera tensione e la tensione genera dolore. Ce ne sono tantissime e potrete cercarvele da voi purchè siano propositive, positive e costruttive, io vi consiglio queste di Louise L. Hay alla quale sono molto affezionata:

https://www.youtube.com/watch?v=Jovg6y09NkI

https://www.youtube.com/watch?v=mHZ5-U042QY

https://www.youtube.com/watch?v=x5TnGHpq6B0

Rivolgetele a voi

Per finire, vorrei fosse chiaro che non ho assolutamente nulla contro l’egregio lavoro dei medici e l’operato della Medicina Occidentale. In alcuni casi gli interventi chirurgici sono davvero le uniche soluzioni e siamo circondati da professionisti che meriterebbero molto di più del riconoscimento che percepiscono mensilmente grazie a quello che fanno e la passione con la quale svolgono il loro lavoro. Il concetto che vorrei si comprendesse però, è quello che la sala operatoria è il luogo in cui si corre ai ripari, la stanza che ci permette di tornare a vivere e ci fa stare meglio ma non cura sempre alla sorgente nonostante ci siano oggi grandi mezzi di prevenzione. Alcune filosofie invece, che potrebbero correre parallele a quelle del nostro mondo, insegnano, o per lo meno ci provano, a non ammalarsi. E’ un po’ come se stessimo per annegare incapaci di stare a galla e arriva il bagnino a salvarci. Meriterebbe un monumento, ma se noi imparassimo a nuotare sarebbe meglio. Quel bagnino potrebbe entrare all’azione solo in casi particolari e quindi meno volte nella nostra vita. Tutto qui.

Se all’inizio di questo percorso, doveste notare che qualcosa in voi non va, che vi sentite più tristi, più arrabbiati, più stanchi, non preoccupatevi, è normale, mentre il “bello” inizia ad entrare in noi, il “brutto” deve uscire e, per farlo, può scegliere qualsiasi mezzo.

Questo era l’ultimo articolo su questo tema.

Vi auguro con tutto il cuore una buona guarigione.

Prosit!

ERNIA DISCALE: unica soluzione – intervento chirurgico -, ma forse ci sono altri rimedi – parte 3°

Continuazione…

meteoweb.eu

I SOLDI E L’APPARATO GENITALE

Molto bene, i trattamenti principali da effettuare li abbiamo visti nel precedente articolo ma, come dicevo, non è finita qui. Non è finita qui perché il messaggio della nostra Ernia è davvero molto complesso perché altrettanto complesso è il nostro Inconscio.

Ho parlato la volta scorsa della svalutazione di sè, della mancanza di potere personale, del sottostare e di tutta la parte inerente alla nostra bassa autostima ma, questa zona della schiena, nasconde anche altri temi che si collegano comunque sempre all’autosvalutazione e questi argomenti s’intitolano: I SOLDI e L’APPARATO GENITALE.

Il primo = I SOLDI

Tasto dolente. Attenzione però, non limitiamoci a pensare che chi soffre di questo problema è perché vuole più soldi e basta o soldi non ne ha. Può anche essere questo ma non è detto.

Ad esempio, la mia amica M. che ha avuto il mio stesso problema e non capiva la correlazione con il denaro, raccontandomi la sua vita adolescenziale mi ha portata a comprendere un lato della sua esistenza al quale lei nemmeno aveva fatto caso. M. non era nata in una famiglia agiata e ha dovuto iniziare a lavorare finito le Scuole Medie per aiutare economicamente i familiari. Ai tempi ci si poteva fermare di studiare. Il nervosismo e la rabbia che la mancanza di soldi portava all’interno della sua famiglia, facevano si che M. vivesse sempre in uno stato di latente angoscia. Sua mamma era sempre infastidita e suo padre arrabbiato, suo fratello inquieto. Le uniche volte in cui vedeva un lampo di gioia nei loro sguardi, e la mamma le cucinava il suo piatto preferito festeggiando, era quando M. portava a casa dei soldi. In quei momenti M. era importante, M. regalava serenità ai suoi genitori, M. si sentiva di aver fatto qualcosa di buono, si sentiva utile. Vale a dire che quando non portava i soldi a casa…. non valeva niente. L’inconscio ragiona così.

Vi faccio altri esempi.

– Se sei un uomo, ma a lavorare e a mantenere la baracca è tua moglie, cioè una donna, ti potrà capitare di soffrire di Ernia al disco. A causa delle etichette che la nostra società ci ha inculcato, automaticamente diventi per te stesso un essere spregevole, che poco vale, dovendosi far mantenere dalla propria compagna che invece dovrebbe stare a casa a preoccuparsi della famiglia.

– Fai lo stesso lavoro del tuo collega, conduci una vita simile alla sua, le differenze sono minime, ma lui ha una bella casa e una bella auto e tu no.

– Ti sei sposata con un uomo ricco che ti permette di non lavorare ma, nel tuo inconscio, questa cosa ti fa sentire inutile perché i tuoi genitori ti hanno in qualche modo convinto, con la loro educazione, che solo chi porta a casa uno stipendio può considerarsi utile per la famiglia.

– Hai un’invalidità che non ti permette di svolgere quel lavoro che tanto ami e che sicuramente ti avrebbe fatto diventare molto più ricco di quello che sei perciò ti consideri inferiore ed è colpa del tuo handicap se non hai grandi possibilità economiche.

Ora, da qui si capisce che non significa solo non avere soldi e volerne di più. Le motivazioni correlate al denaro possono essere molte di più e diverse, e soprattutto soggettive. Ognuno ha la sua, ma m’interessava farvi capire che, tale motivo, è da guardare da diversi punti. Naturalmente chi non si preoccupa di tali circostanze non avrà un’Ernia, avrà altri punti deboli, ma il fattore principale è come viene vissuta quella situazione.

Rapporto vissuto con i soldi sotto l’insegna della = SVALUTAZIONE.

Il secondo = L’APPARATO GENITALE

La nostra colonna vertebrale è composta da vertebre tra le quali passano dei nervi che si diramano poi in tutto il corpo. La colonna vertebrale è un punto importantissimo per il nostro fisico e anche molto affascinante. E’ come una specie di linea guida in grado di governare, sostenere e avvisare. Cosa significa? Significa che, molto spesso, il dolore che sentiamo alla schiena in realtà vuole indicare un problema o un affaticamento dell’organo, dell’apparato o del muscolo, che si trova di fronte. Calmi, niente paura, se avete un dolore nella zona dorsale non significa che il vostro cuore è ammalato. Il vostro cuore potrebbe semplicemente avere voglia di vivere in modo diverso, un po’ più passionale e un po’ più folle! Libero!

Vi farò questo esempio: se farete attenzione, potrete notare come le persone che soffrono di Cervicale, sono persone che ingoiano nella vita anche quello che non gli piace (per paura ad esempio) e poche volte dicono – No! -. Hanno troppi pensieri, ragionano molto, si preoccupano in modo eccessivo, sono rigide, non si sentono amate, ostacolano l’amore, non si fidano, non si lasciano andare, non riescono a vedere altre opportunità o non le accettano, si fanno carico di un’infinità di cose pur di ottenere l’amore, o la fama, o la tranquillità. Accettano e non dicono mai la loro, ossia, possono così soffrire di Mal di Gola e… dov’è la Gola? Davanti alle vertebre Cervicali. E’ chiaro?

Torniamo ora alla zona invece lombo-sacrale che stiamo descrivendo in questi articoli. La zona lombo-sacrale della colonna vertebrale, rimane dietro all’apparato genitale. Non solo. C’è anche l’intestino, l’appendice, i reni e altre parti del corpo ma, solitamente il fulcro è quello della zona sessuale. Quindi:

– Pensi forse di non essere una buona madre? Le tue ovaie si atrofizzeranno e invecchieranno prima del tempo. Tu probabilmente nemmeno te ne accorgerai ma la tua colonna vertebrale si.

– Sei una donna che a causa del modo in cui affronta la vita tira troppo fuori la sua parte maschile? Le tue ovaie penseranno di non servire a nulla e soffriranno nel non essere testicoli.

– Sei un uomo ma in casa non riesci a far valere il tuo essere maschile? I tuoi testicoli ne patiranno.

– Mestruazioni abbondanti? Perdita di gioia.

– Ti senti inferiore a causa delle dimensioni del tuo pene? Ti stai sottovalutando. Forse hai paura di diventare papà, paura di certe responsabilità, o uno dei tuoi genitori ti ha schiacciato, oppresso.

Ti stai sempre sottovalutando in qualsiasi di questi frangenti e, come abbiamo visto, l’autosvalutazione, lo ripeto, fa si che arrivi un’Ernia (o un altro problema comunque nella zona lombare e/o sacrale) prima o poi, a spiegarti che invece sei un essere perfetto e magnifico.

Utero, gonadi, pene, tube, qualsiasi problema che risiede in loro, sia energetico che fisico ovviamente (varicocele, endometriosi, infezione, cisti ovariche, etc…) può riportare un dolore alla schiena ma dovete “curare” anche quello e non solo la vostra Ernia.

Nel mio caso, avevo una piccola emorragia capillare all’ovaia, un qualcosa di assolutamente innocuo ma, per il mio corpo, è stato naturalmente riscontrato come un’anomalia. Cosicché ho dovuto lavorare anche su quello ma non intendo ora spiegarvi come e perché in quanto desidero rimanere focalizzata sul problema alla schiena. Sappiate solo che anche quella micro emorragia era dovuta ad una autosvalutazione del mio Essere.

Rapporto vissuto con la vostra parte sessuale sotto l’insegna della = SVALUTAZIONE.

Tenete conto che, purtroppo, non potendo scrivere un poema, sono obbligata a dirvi tante cose tutte insieme e spiegate in modo un po’ asciutto (potete però sempre contattarmi in caso di chiarificazioni) ma credetemi che non è così difficile come può sembrare. Capisco che questo possa apparirvi come un’insalata mista dalla quale non si sa da che parte partire ma basta la pazienza. Fatevi degli schemi su un foglio di carta, prendete ogni punto che ho scritto in questi articoli e valutatelo, datevi delle risposte, come se doveste svolgere un problema di matematica. Una volta fatto questo, potrete iniziare a vivere meglio.

Tenete anche conto che uno degli argomenti da me toccati potrebbe non riguardarvi ma, per spiegare a più gente possibile, ho dovuto parlare di tutti i temi che possono causare questo malessere.

Arrivederci al prossimo articolo con il quale probabilmente concluderò questo discorso.

Prosit!

photo meteoweb.eu

ERNIA DISCALE: unica soluzione – intervento chirurgico -, ma forse ci sono altri rimedi – parte 2°

Continuazione…

fitnessisland.it

Come PRIMA COSA dovevo ringraziare quel dolore giunto a me per insegnarmi a vivere meglio. Lo so che può sembrarvi assurdo ma, a suo modo, quell’Ernia mi voleva far capire che dovevo valutarmi di più, farmi rispettare di più e amarmi molto di più, sopra ogni cosa, perché sono un essere perfetto e divino, figlia dell’Universo, e nessuno ha il diritto di farmi credere il contrario. (Questo vale per tutti ovviamente).

Sapete bene, come vi dico sempre, che: ogni sintomo e’ un messaggio.

Mi venne quasi da ridere. Ringraziare e amare quella dolorosissima Ernia? Mi aveva quasi ammazzato e dovevo dirle – Oh grazie! Grazie! Ti amo tanto! -. Si. Assolutamente. A lei non importa che mi crediate, tanto lei mica soffre. E bisogna anche farlo seriamente, dal più profondo del nostro cuore, perché non siamo ciò che diciamo ma siamo ciò che realmente proviamo. Quindi, se non modifichiamo seriamente la nostra parte intrinseca (e di conseguenza quella molecolare) è inutile che raccontiamo delle bugie a noi stessi.

SECONDA TAPPA – ripercorrere la mia vita dall’infanzia.

Ogni malattia che ci colpisce, ogni dolore, ogni patologia che arriva a noi, secondo le teorie che studio, giungono come risultato di ricordi e memorie che riportiamo dall’infanzia. Cosa vuol dire? Vuol dire che un trauma subito, oppure anche solo un’abitudine contrastante il nostro benessere olistico, vissuti durante i nostri primi anni di vita, non ci abbandonano e crescono con noi divenendo sempre più grandi, fagocitando la nostra esistenza per poi manifestarsi insopportabili e di grandi dimensioni quando meno ce lo aspettiamo. Accade questo perché li alimentiamo convinti di essere nel giusto mentre invece stiamo facendo del male a noi stessi a causa di mille fattori: paura, giudizio degli altri, pregiudizi, rivendicazioni, rabbia, timori, moralismi, etc…

Attenzione, quello che noi definiamo come trauma non è uguale per il nostro inconscio. Il termine “trauma” significa, nella nostra lingua, un qualcosa di molto negativo che viviamo, un fenomeno che incide sulla persona dall’ampio volume. In realtà, anche ciò che consideriamo di piccolo valore, per la nostra parte intrinseca può essere un trauma. Ad es. Una presa in giro da parte dei compagni a scuola, cosa solita alla quale tutti siamo abituati e tutti abbiamo vissuto, può essere considerato un trauma per il nostro inconscio e tale choc inizierà a vivere in noi prendendo le sue forme e gestendo le nostre azioni future. Senza che noi ce ne accorgiamo.

Detto questo: perché allora io non mi valutavo abbastanza? Non mi facevo abbastanza rispettare? Non ponevo con determinazione il mio volere?

Da piccola ero forse stata educata ad abbassare sempre la testa in segno di rispetto a chi era più grande di me? Ero stata picchiata e sgridata in modo troppo violento essendo solo una bambina? Mi era forse stato impedito di dire la mia perché essendo la più piccola della casa dovevo stare zitta?

Badate bene, molto spesso, i nostri traumi sono infidi e maliziosi ossia molto più complessi di quello che possiamo pensare tant’è che, non solo lavorano nell’ombra ma anche all’incontrario e vi spiego come.

Sei stato maltrattato da bambino? No. Però…… Però magari sei stato apprezzato e stimato e amato da tua madre e tuo padre solo se facevi QUELLA COSA GIUSTA (per loro). Vale a dire che quando QUELLA COSA non la facevi non ERI AMATO – CIOE’ NON VALEVI NIENTE – CIOE’ ERI SOTTOVALUTATO – CIOE’ ERI QUASI IL NULLA.

Ci siete? Ora, al di là del mio personale motivo che mi obbligherebbe a scrivere venti pagine di articolo che vi evito, il discorso comunque non cambia, dovete imparare a ragionare da ogni punto di vista senza soffermarvi a quello che può sembrarvi più ovvio.

TERZA TAPPA – perdonare.

Una volta identificato il trauma, o i traumi, e il meccanismo malsano nel quale avete vissuto, ecco che viene spontaneo dare delle colpe a chi ve l’ha fatto subire. Il dolore dell’Ernia che provate vi fa maledire quelle persone, quelle situazioni, ed è la cosa più sbagliata che potete fare.

Andiamo con ordine.

A questo punto avete capito che la causa del vostro malessere sono (stati) i genitori, o la famiglia in generale, o gli amici di scuola, o i maestri, o la società, o un individuo qualsiasi che vi ha fatto del male. Che vi hanno calpestato l’orgoglio, che non vi hanno rispettato, etc… La prima cosa da fare è PERDONARE. Chiunque sia stato.

Ricordatevi che chiunque sia stato, è stato prima di voi vittima di altrettanti traumi e, al 90% non l’ha sicuramente fatto apposta a farvi vivere quelle condizioni.

Immaginatevi una madre che esige che il proprio figlio sia il primo della classe. Secondo voi la sua è cattiveria? No. E’ paura. Paura che quel figlio un domani non trovi lavoro, paura che quel figlio non sia abbastanza stimato, paura che quel figlio un domani muoia di fame… non si rende conto di essere la prima a non stimare quel suo benedetto figlio, il quale vorrebbe vivere anziché essere sempre il N°1, ma non lo fa apposta anzi, è convinta di fargli del bene, di indirizzarlo verso la strada della felicità! Perché questo le hanno insegnato a sua volta i genitori e la società che ha vissuto nella sua epoca. Non ci sono colpe! Se date delle colpe a qualcuno, il vostro dolore non andrà via perché vuol dire che non avrete capito un tubo.

Al dolore non interessa il motivo del perché oggi vivete così, interessa che capiate che siete figli del grande disegno divino e vuole che stiate bene al di là dei bastoni tra le vostre ruote. Di inceppi potrete trovarne altri nella vita, ne eliminate uno e ve ne arriva un altro, se invece iniziate a pensare che la responsabilità (bella o brutta) è vostra, e siete esseri magnifici a prescindere, e avete un grande potere dentro di voi, ogni ostacolo che incontrerete non potrà più farvi del male, non si tramuterà più in dolore.

Allora ripercorsi la mia infanzia e perdonai chi dovevo perdonare e perdonai soprattutto me stessa per aver fatto vivere la mia ME in quel modo per 35 anni senza aver capito niente dalle avvisaglie che la mia schiena, già da una decina d’anni, mi dava.

QUARTA TAPPA – elogiarsi

Inizia la cura. Elogiarsi non significa solo dirsi – Brava Meg! – è un discorso più profondo.

Vuoi scrivere un messaggio a qualcuno ma non ti osi? Fallo. Tu sei onnipotente puoi fare ciò che vuoi.

Vuoi cantare in pubblico e ti vergogni? Canta. Chi può impedirtelo? Nessuno. Se lo impedisci, te lo impedisci da solo e la tua Ernia ti farà un applauso dicendoti – Bene! Visto che non capisci e continui a temere il giudizio degli altri è ovvio che andiamo in sala operatoria e poi… tornerò di nuovo, in un altro punto della schiena, tra qualche anno -.

Tuo marito ti maltratta? Mandalo a quel paese. Se hai paura di rimanere sola vuol dire che ti SOTTOVALUTI e alimenterai l’Ernia, oppure hai paura di rovinare la tua famiglia, di quello che dirà la gente, della sofferenza dei tuoi bambini. Parliamone. Paura, paura, paura. Hai fallito nella vita – Non vali niente…. e così pensando, non eliminerai la tua Ernia.

Comunque, il fatto è che quando fai qualcosa devi congratularti con te stesso/a. Sei stato bravo! Il migliore!

Chiedi aiuto ai tuoi parenti e amici, dovranno complimentarsi con te, senza fingere, altrimenti peggioreranno la situazione e tu dovrai credere a loro, convincitene.

Guardati allo specchio e pensa a quanto sei bello, perfetto, unico e irripetibile anche se hai un gemello.

TU VALI, ripetiti questa frase nella testa e focalizzati su quello che di bello hai fatto nella vita e sulle tue caratteristiche positive.

E aspetta che posterò il terzo articolo perché…. Non è finita qui. Il lavoro è lungo come d’altronde è stato lungo il tempo in cui ti sei fatto logorare dalle cose che non ti hanno portato giovamento.

Prosit!

p. s. = ti consiglio di aspettare prima di iniziare a “curarti”, è bene che leggi tutti gli articoli dedicati a questo argomento che posterò.

photo fitnessisland.it

ERNIA DISCALE: unica soluzione – intervento chirurgico -, ma forse ci sono altri rimedi – parte 1°

Dividerò questo articolo in 4 post, pubblicandoli di seguito, in quanto è un discorso lungo e complesso

donnaallamoda.it

Luglio 2016 – la mia Ernia Discale avrebbe compiuto due anni.

Avrebbe, ma non essendoci più non li compie.

In realtà, non è che non c’è più del tutto, ossia, fisiologicamente è sparita, i medici dicono che un’Ernia dopo un po’ di tempo si riassorbe, ed è vero, ma è come se rimanesse asciutta e sottile, sempre lì, tra le due vertebre, affacciata alla finestra come una donzella che aspetta il suo amato pronta a sporgersi dal davanzale appena lo vede arrivare da lontano.

Ah! Sembra una splendida storia d’amore, e un po’ lo è, ma credetemi che porta tanta di quella sofferenza che “Uccelli di Rovo”, a confronto, gli fa un baffo.

Insomma, parliamo seriamente. Come già vi avevo spiegato qui https://prositvita.wordpress.com/2016/01/28/il-mio-mal-di-schiena-e-la-mia-camminata-nordica/ , una bella mattina di due anni fa, mi svegliai per andare a lavorare. Ai tempi facevo l’Estetista in un mio centro, professione che ora ho abbandonato per dedicarmi alle tecniche che studio e mi affascinano e poter aiutare chi soffre più da un punto di vista intrinseco che estetico.

Come misi il piede giù dal letto sentii come un pugnale conficcarsi nelle vertebre della schiena (zona L4 – L5 – S1) senza pietà. Inutile dire che ho sentito un dolore che non auguro nemmeno al mio peggior nemico. Per farla breve, alcuni di voi già lo sanno: due mesi immobile nel letto, lesione del nervo che percorre la gamba dx, mancanza di sensibilità nella zona tibiale della gamba, crampi e dolore continuo sul dorso del piede dx, per non parlare del male alla zona lombare, ovviamente, che non mi permetteva neanche di respirare.

Non so dirvi quanto cortisone feci ma posso assicurarvi che il mio sedere è ancora oggi abbattuto dalle innumerevoli penetrazioni degli aghi. Mi gonfiai come un pallone a causa dei medicinali tra i quali, oltre al cortisone, antidolorifici, distensori muscolari, dei nervi, etc… che mi procuravano un tremore generale soprattutto alle mani.

Quando riuscii a muovermi, cioè a settembre, inizia la fisioterapia in palestra, e andai a fare l’ennesima visita medica, quella che avrebbe stabilito com’ero conciata dopo aver subito ciò che avevo subito.

Il medico che mi visitò, in un ospedale molto rinomato della mia regione, mi disse che dovevo assolutamente farmi operare. Non c’erano altre soluzioni e mi diede della sciocca quando mi rifiutai. Lo compresi. Fu allora che gli chiesi di darmi solo un po’ di tempo e lui accettò dicendomi che ci saremmo rivisti in sala operatoria in breve tempo. Stava facendo il suo lavoro, e per questo lo ringrazio, ma andai a casa e dissi tra me e me che – No, la mia schiena non sarebbe stata aperta da un bisturi -. Fu la paura a farmi parlare così non la medicina o l’egregio lavoro di un chirurgo. Avevo il terrore dell’intervento e dovevo assolutamente evitarlo nonostante sia un’operazione di routine che esce sempre bene e dura poco tempo, voglio tranquillizzarvi. Sono io che sono bisturi-fobica.

Andai a casa e, quella notte, mentre mio figlio e mio marito dormivano, inizia a piangere sconsolata, impaurita e maledicendo quel dolore che comunque, nonostante fossero passati due mesi, ancora si faceva sentire, ancora non mi aveva lasciata del tutto.

Gliene dissi di tutti i colori, lo maledii, maledii quell’Ernia che mi stava invalidando e stava per condurmi su un freddo tavolo d’acciaio per farmi tagliare la schiena…, il mio corpo…. no…. no….

Mi alzai, non riuscivo a trattenere le lacrime ma non volevo svegliare mio marito con i miei lamenti che, poveretto, aveva anche lui passato due mesi d’inferno a causa della mia immobilità. Non gli avrebbe fatto bene vedermi ora, dopo quel tempo, ora che stavo meglio, piangere come una bambina.

Mi diressi in sala, davanti alla mia amata libreria, lo feci automaticamente, senza volerlo, penso che qualcosa mi ci condusse e, con lo sguardo appannato dalle lacrime, guardai tutti i miei libri come un automa continuando a piangere. Ho una sezione dedicata ai temi che tratto, pratiche alternative, crescita personale, etc, etc, tutti ordinati e pronti all’occorrenza. Ne ho tanti, e alcuni persino non letti, che mio marito mi regala a Natale o al mio compleanno (in gran quantità) ma che non riesco a leggere o, per mancanza di tempo, o perché in quel momento non trovo interessanti.

Notai come uno di questi libri sporgeva molto più degli altri. Era quasi sul bordo della mensola, veniva in fuori di parecchio e stonava tra tutti i suoi simili posizionati ordinatamente sullo scaffale. Allungai una mano per spingerlo in dentro, allineandolo con gli altri, e fu in quel mentre che qualcosa di inspiegabile mi obbligò ad osservare bene quel libro e leggerne il titolo “LA GUARIGIONE E’ DEI PAZIENTI” di Maria Gabriella Bardelli – con la mappa di Hamer e l’ascolto di Claudia Rainville -*.

Hamer? Claudia Rainville? Santo cielo! Li conoscevo più che bene!

– Ma da quando ho questo libro? – mi chiesi. Quel titolo mi fece trasalire, nel mio cervello e nel mio cuore fu come un boom assordante “….la guarigione è nei pazienti…”. Smisi di piangere e andai a coricarmi con quel tesoro tra le mani. Lessi tutta la notte fino ad arrivare alla storia di una donna, una certa Elena, di anni 35, con un forte dolore nella zona lombo-sacrale. – Sono io! – esclamai.

Lessi con attenzione ma non capii subito, rilessi, studiai, m’immedesimai e…. ma certo, ecco la conclusione! Era difficile da mettere in pratica ora, ma teoricamente l’avevo capita.

Tutto nasceva prevalentemente da un problema di svalutazione e dal non sapersi imporre nella vita. Inoltre, la mia Ernia, era fuoriuscita dal lato sx della schiena e poteva aver a che vedere con mia madre, con la mia femminilità, con parenti o amiche femmine nonostante mi avesse poi compromesso la gamba dx: padre, figlio, marito, amico… mmhmm… avrei dovuto lavorare davvero molto, il tutto si stava dimostrando complesso ma iniziai immediatamente. Se non capite di cosa sto parlando leggete anche quest’altro mio articolo https://prositvita.wordpress.com/2015/08/20/la-destra-e-la-sinistra-il-padre-e-la-madre/

Mi fermo qui ma pubblicherò presto il secondo post nel quale spiegherò dettagliatamente quello che ho fatto per guarire non dall’Ernia, che è solo una conseguenza, ma da tutto quello che mi aveva causato l’Ernia. Ossia andrò alla sorgente del mio dolore affinchè non venga più a trovarmi. Ho imparato la lezione! Grazie!

Prosit!

* Se non si conoscono prima le tecniche del Dott. Hamer e della Dott.ssa Rainville questo libro purtroppo è difficile da comprendere ma può condurre ad una nuova filosofia che porta a conclusioni inaspettate e incredibili nonché può incuriosire sul l’istruirsi in nuove materie.

photo donnallamoda.it