Dolore alle Spalle – quale peso porti nella tua Vita?

Le spalle sono una zona del nostro corpo molto importante perché è grazie ad esse che riusciamo a portare i pesi.

“Portare i pesi”, in questo senso, non ha solo un significato pratico come lo zaino di scuola o la borsetta da passeggio, ma ha anche un significato teorico e spirituale.

Portare ad esempio il peso dentro di se’ del non sentirsi adatto può provocare un problema alle spalle. Cercare di piacere, fare di tutto per essere stimati dagli altri e circondati dall’affetto di amici e parenti è un peso davvero grande da portarsi dentro e, oltre a far “male” al cuore, può provocare alle nostre spalle seri problemi.

peso sulle spalle

Quella sensazione di non farcela che ci tiene sempre attivi nell’arrancare e nell’essere più risoluti ossia – drizzare quelle spalle – inclinate verso il basso quasi a voler dire – in realtà non valgo nulla -.

I dolori alle spalle sono naturalmente collegati a tutta la nostra schiena ma, come spesso vi ho mostrato, ogni zona della colonna vertebrale indica una sfaccettatura ben precisa del nostro “condurre la vita” (il sostegno).

Per quanto riguarda quello che vi ho spiegato finora, e sotto sotto trattasi anche di una paura nei confronti della solitudine e il sentire una mancanza da appagare, le spalle rispondono prontamente come bravi soldatini.

Una spalla infiammata, per qualsiasi ragione, è bene non toccarla e metterla in mano a degli specialisti ma, dal canto vostro, potete anche voi aiutare la medicina senza rimanere con le mani in mano. Come? Bhè innanzi tutto dovete sapere che per quel che riguarda la riflessologia plantare, le spalle vengono indirettamente sollecitate dalla parte che contorna il nostro quinto dito del piede come potete vedere nell’immagine (zona n° 5).

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Massaggiando questa zona quindi (senza esagerare in quanto è davvero significativo come atto) potete dare alle vostre spalle un sollievo. Il massaggio deve essere leggero ma mentre lo effettuate concentratevi su quello che state facendo e con energia pronunciate verso voi stessi parole di approvazione e lusinghe verso la persona che siete. Non potete capire quanto è potente questa pratica del “volersi bene” se effettuata correttamente.

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Avete paura delle esperienze della vita sia quelle passate che quelle che ancora devono avvenire. Tranquillizzatevi. Non dovete sempre dimostrare a qualcuno, ogni ora del giorno, che valete. Dovete solo dimostrarlo a voi stessi. In realtà non avete bisogno di nulla, andate bene così come siete, chi può dire il contrario? Può dirlo solo colui al quale voi lo permettete ma è una vostra decisione questa. Se preferite così vi dovrete però tenere il male alle spalle. E poi, siete davvero sicuri di non essere amati?

Con il vostro atteggiamento, la vita diventa un peso eccome, ma siete certi che sia davvero così? Vi considerate brutti? Grassi? Soli? Incapaci? Ok. Ma davvero anche gli altri, tutti gli altri, vi vedono come voi vi ritenete?

Provate ad aprire il vostro cuore e azionare i vostri sentimenti anziché far lavorare sempre le vostre spalle per – fare, fare e fare… – e convincetevi che andate bene così come siete. Provate a pensare che quello che avete ottenuto nella vita, con tanto sacrificio, non è detto che vi debba sparire da un momento all’altro! La vita non è solo fatta di tiri mancini ma è anche composta da bellissime sorprese. Dovete voi sorriderle e sorridere a voi stessi se volete che, come han sempre detto, anch’essa vi guardi sorridendo.

Le spalle sono delle articolazioni davvero complesse composte da nervi, muscoli, tendini, ossa, cartilagine… guardate quante cose potreste andare a colpire con il vostro modo di vivere.

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Qui ci vuole parecchio amore per se stessi, molto di più di quello che si può provare per gli altri. Se avete male alle spalle siete sicuramente persone che per il prossimo fanno l’impossibile ma molto poco per se stesse. Ammirevole. Il fatto è che se voi vi amaste di più, anche agli altri potreste dare di più e con molta meno fatica! Lo so che può sembrarvi assurdo ma è davvero così. L’autosvalutazione, che ogni giorno concimate dentro di voi, non potrà che portarvi energia negativa intorno. Questo non significa che debbano per forza accadervi brutte esperienze ma semplicemente che non otterrete mai ciò che davvero vorreste. Forse vi sembra di avere già fin troppo – Dio sia lodato se per lo meno ho questo e quest’altro… – ma in realtà nell’Universo c’è molto, molto di più. Non prefiggetevi limiti! Così facendo limiterete anche il movimento delle vostre spalle doloranti.

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Siate meno giudici nei confronti di quello che siete. Siete perfetti, unici e irripetibili; vi sembra poco? In tutto il pianeta nessuno, e dico nessuno, nonostante si parli di sette sosia per ognuno, è come voi! Nessuno ha quella caratteristica negativa che avete, ma nemmeno nessuno ha quel meraviglioso pregio che vi contraddistingue!

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Liberatevi da questi pesi che solo voi, per alcune vostre paure, avete creato. Li avete fatti diventare concreti e ora è come se davvero portaste ogni giorno addosso chili e chili di roba inutile. Alleggeritevi. Non imitate Gesù portando anche voi la vostra croce, imitatelo per altri esempi al massimo. Le vostre spalle vi stanno dicendo che non ce la fanno più, e hanno ragione poverine. In fondo, lo dicono solo per il vostro bene! Utilizzate questa fatica per migliorare l’amore e la stima per voi, d’altronde, questi macigni, come li avete creati potete distruggerli: sono vostri, ne’ potete fare ciò che volete.

Se non ho visto lontano come altri è perché portavo dei giganti sulle spalle – (Harold Abelson).

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Ricordate inoltre che schiacciare le spalle comporta anche l’infossamento della gabbia toracica (anche se non lo vedete) vale a dire Diaframma e Polmoni compressi. I Polmoni, vi dissi in passato, sono la sede della Tristezza e ovviamente, vivendo con pesi così grandi addosso, non si può essere completamente felici. Perciò: allergie, riniti, crisi d’asma, etc, etc… tutti i malesseri inerenti all’apparato respiratorio possono così trovare una spiegazione.

Prosit!

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Ecco a voi Louise Hay!

Oggi desidero presentarvi una persona davvero speciale. Tanti di voi forse la conoscono già ma per chi non la conoscesse eccomi pronta a raccontar di lei. Si chiama Louise L. Hay ed è un’arzilla signora di 89 anni.

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Lo direste? Ma perchè voglio parlarvene? Vedete, questa donna, altri non è che la Madre del Pensiero Positivo. E’ considerata tale da quando ha iniziato a divulgare una sua nuova forma di pensiero che a preso sempre più piede fino a renderla famosa in tutto il mondo. Louise crede così tanto nella forza del pensiero da essere convinta che con esso, se positivo, buono e felice, si possono addirittura curare le malattie più gravi. Essa stessa dice di essersi liberata di un tumore all’utero lavorando non tanto su di esso ma sul valore che questo brutto male gli stava insegnando. Ebbene si. Essendo lei convinta, al mille per mille, che un sintomo è in realtà per noi una sorta d’insegnamento, ossia, se arriva è perchè noi lo abbiamo cercato come risposta ai nostri pensieri, basterà da quel momento, prenderne atto, ringraziarlo e iniziare a pensare esattamente nella maniera opposta. Nel suo caso, parlando di cancro, l’esempio è questo (anche se può avere diverse sfaccettature): Tumore = Accumulo di rimorso/Nutrire vecchie ferite e traumi. Risoluzione = Poichè io mi approvo e mi amo, creo un mondo pacifico e gioioso nel quale vivere. In effetti, la cara Louise, è stata vittima di questa malattia quando aveva circa 50 anni e prima di allora, non aveva avuto certo una vita facile e idilliaca. Si parla di diversi tipi di violenza subiti quando era solo una bambina e un’adolescente e si parla di violenze gravi. Il dolore, la frustrazione, la rabbia, il rancore se vogliamo, che essa ha coltivato umanamente e forse anche inconsciamente dentro di se, è scaturito in tumore. Ha fatto ossia del “male” a se stessa. Il male che lei teneva dentro, è rimasto lì, trasformandosi in qualcosa di fisico. Ammalando determinate cellule. E guarda caso, nell’utero, nella sua parte più femminile, quella più intima. Ma anche quella che era stata violata. Come far e allora? Bisognava eliminare quella parte, ma come? Abbandonandola. E come si può abbandonare un risentimento alias malattia? Perdonando. Ossia lasciando andare. Perdonare infatti non significa “condonare” ma semplicemente far si che la cosa vada via, nell’aria, con amore. Nessun medico ha testimoniato o testimonierà che Louise Hay si è auto-curata con questa forza di pensiero. Alla quale ha aggiunto anche altre tecniche alternative come la Reflessologia. Ma lei afferma che le cose sono andate proprio così. In fondo, i pensieri fanno parte di noi come un organo, come un dente, come un osso, come un’emozione.

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Non c’è nessuna differenza. Ma oggi io non sono qui a scrivere di lei per chiedervi o per sapere se credete o meno alla sua testimonianza, quasi come se fosse una leggenda metropolitana. Assolutamente non è questo il mio scopo. Non voglio neanche saperlo! Volevo semplicemente presentarvela perchè, al di là di quello che pensate sia vero, questa donna ha scritto diversi libri, primo fra tutti – Puoi Guarire la tua Vita – (Edizioni Armenia) e vi consiglio, calorosamente, di andarvelo a comprare e poi, non solo di leggerlo, ma tenerlo caro come un piccolo vademecum, in casa, sempre pronto all’uso.

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Qui non c’entra credere. Qui si tratta di imparare ad amare se stessi, perchè secondo Louise Hay, è la cosa più importante per far star bene noi e anche gli altri che ci sono vicini. Non conta che l’accaduto sia vero o falso in questo caso. Conta cosa ha scaturito in questa signora affinchè provasse ad insegnare a tutti noi come poter star meglio. Vedrete quante sorprese troverete tra queste pagine. Quante volte leggendo direte – Cavoli! Però è vero! – e fidatevi se vi dico che diventerà uno dei vostri migliori amici, se lo volete, se siete pronti, come usa dire lei. Potrete avere da questo scritto una sferzata di buona energia ogni giorno, ve lo assicuro. Non mi resta che augurarvi buona lettura e vi garantisco che parlerò ancora di questa straordinaria donna. Perchè mette gioia, dona allegria, fiducia, forza. Una positività incredibile. Solo questo, basta e avanza.

Prosit!

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Il Migliore di tutto il Mondo!

sveglia

E’ mattina. Voi siete ancora nel letto che state dormendo. La vostra sveglia non ha ancora suonato. I minuti passano, tra poco trillerà. E infatti, ecco che la vostra melodia preferita, dal momento che in parecchi ormai la sveglia la programmano attraverso il cellulare, vi fa smuovere dalla vostra dormita.

Iniziate a far traballare le palpebre, il vostro cervello inizia a riflettere più approfonditamente, vi spostate con le spalle, allungate una mano e “click!”, fate smettere quel suono, la maggior parte delle volte poco amato.

E’ ora di alzarsi. Di scendere dal letto. C’è chi lo fa di scatto perché dopo la sveglia si è nuovamente appisolato, chi lo fa sereno dopo essersi stiracchiato un po’, chi lo fa arrabbiato, chi da felice ma, tutti quanti, appena svegli avete un pensiero.

E qual’ è il vostro? Al di là di ricordare tutte le cose che dovrete fare quel giorno, al di la di ascoltare se va tutto bene in voi, al di la di scegliere se far prima colazione o lavarsi, al di la del cercar di capire se fuori piove o c’è il sole. Prima. Prima ancora. Pensateci.

Qualsiasi sia il vostro pensiero sono sicura che per il 90% di voi è quello “errato”, passatemi il termine. E’ tanto il 90%, tantissimo, infatti spero di sbagliare. Ma non credo purtroppo. E non lo credo, non perché son convinta di essere superiore, ma per il semplice fatto che non ci hanno educato al pensiero che mi piace definire “esatto”.

Siamo figli dell’educazione che abbiamo ricevuto. Un’educazione dataci non solo dai genitori ma dalla società stessa. Siamo figli della nostra cultura, di ciò che ascoltiamo, di ciò che viviamo. Delle nostre esperienze. E dubito fortemente che per la maggior parte di noi, l’educazione abbia insegnato alcuni valori. Ebbene, vediamo quindi se mi sbaglio. Vi domando: vi hanno mai insegnato per caso a dirvi, e a dirlo come primo pensiero della giornata e poi ancora, più e più volte al giorno, “SONO IL/LA MIGLIORE!”? No vero? Ossia, ditemi di si. Ne sarei felice. Ma invece è no. E’ no perché in realtà vi hanno insegnato che:

– Chi si loda s’imbroda
– Che più cadi dall’alto più ti fai male
– Che devi “volare basso”

Tutti questi modi di dire che pensate… ci hanno educato!

Vanno bene nel momento stesso in cui si manca di rispetto al prossimo. Quando attraverso il mio vanto personale, trasformato in spocchia o alterigia, denigro chi mi sta davanti. Quando considero inferiore a me quell’altra persona. Questo è sbagliato. Ma nella frase, e ora userò il femminile in quanto donna, “SONO LA MIGLIORE!” detta tra me e me, o me e lo specchio, chi posso offendere? A chi faccio del male? A nessuno. Anzi, faccio del male a me stessa quando non la dico.

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Perché io sono la migliore. Tu, tu sei il migliore. All’inizio non ci penserete neanche lontanamente di dire appena svegli queste parole. Dovrete scrivervelo da qualche parte. Sul soffitto a lettere cubitali, fidatevi. Poi vi ci abituerete.

Ma prima, un altro step dovrete affrontare. Quello del ridicolo. Oh si! Vi accadrà così: direte la frase e subito dopo esclamerete “Chi è che sono? Oh Signore! Che vergogna, no, no, non volevo, c’è chi è migliore di me in mille cose”. E inizierete a vedere sfocati e lontani nella vostra mente, i visi di vostra mamma o del vostro maestro che vi guardano corrucciati. E sarà proprio in questo momento che romperete quella magia. Quella magia impalpabile che vi pervade, senza che neanche ve ne possiate accorgere. Quella magia che fa si che possiate essere davvero i migliori. Perché siete i migliori come persone. Sempre nello svolgersi del bene. Perché io sono il padre migliore, la madre migliore, l’amico migliore, il miglior muratore, il miglior elettricista, medico, bidello… La migliore professoressa, la migliore scrittrice, e così via.

Avete fatto un centrino all’uncinetto? E quel centrino è il più bel centrino tra i centrini. Avete scritto un post? E quel post è il post più bello di tutta la rete. Avete lucidato una scarpa? Nessuno avrebbe saputo farlo meglio.

Tutto quello che potete fare che non nuoce ad altri è: il meglio. Ma perché questo? Perché questo porta in voi gioia. E la gioia attrae altrettanta gioia. Perché l’amore per voi stessi deve crescere ogni giorno di più. Perché se esso cresce, cresce anche la felicità che vi risiede dentro. La felicità. La cosa più importante. Perché la felicità ha una potenza incalcolabile. Così grande da tener lontane persino le sofferenze, di qualsiasi tipo. Siate i migliori e sarete felici. E’ dura eh? Lo so. Ma… chi lo sa? Forse se state leggendo questo articolo, per un motivo o per l’altro, è perché volete iniziare a provare. Prego quindi. Quando volete.

Prosit!

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