Anche nella Morte esiste la meraviglia – Grazie Mamma

IL POSTULATO DI LAVOISIER  

La morte ha tanti profili, tante facce, tanti atteggiamenti… è, di per sé una trasformazione, per chi, come me, crede che “nulla si crea, nulla si distrugge ma tutto si trasforma”. Che poi, non è neanche tanto un “credere” se di scienza si vuole parlare. Ho appena citato infatti un postulato di Lavoisier – la Legge della Conservazione della Massa. Sul “nulla si crea…” ci si riferisce, ovviamente, alla dimensione materiale.

La morte ha tanti profili, tante facce, tanti atteggiamenti… sta a noi decidere quale guardare. Tutti i suoi volti sono nitidi e si mostrano a noi divampando, ognuno nella sua espressione, senza chiedere permesso, come bombe infuocate. Ma, a parte il primo momento in cui restiamo inermi davanti al viso più apparente, pian piano possiamo iniziare a scorgere altri suoi lati, vederla come una figura dalle molteplici teste e guardare, negli occhi, lo sguardo per noi più rigenerante. Perché abbiamo bisogno di rigenerarci dalla morte e perché esiste rigenerazione nella morte.

ALL’IMPROVVISO

Non si può mai definire una giornata come “una giornata qualunque”. Ogni giornata è colma dei suoi avvenimenti, delle emozioni che regala, delle situazioni che ci fa vivere e non esiste un giorno uguale all’altro ma, quella sera, mi sembrava proprio una sera qualunque, come tante altre.

Non fu così. Quella sera, mia mamma, decise di abbandonare il suo percorso terreno per inoltrarsi verso altre dimensioni. Fui io a scoprire il sonno eterno del suo corpo e tutto ciò fu per me destabilizzante e traumatico all’inizio, anche perché non era malata ed era giovane.

Gli strumenti e le conoscenze che possiedo, i quali mi permettono probabilmente di soffrire meno rispetto alla maggior parte delle persone colpite da avvenimenti così tragici, non si sono manifestati nell’immediatezza e quindi, la sofferenza, i primi giorni, è stata forte. Non vedevo e non provavo altro che quello. Sofferenza. Quello che ho potuto fare di buono è stato: ACCETTARLA. Mi sono lasciata coinvolgere e abbracciare da lei totalmente.

Perdizione, destabilizzazione, malinconia, stanchezza, tristezza, angoscia, beh… penso che tu possa capire. E trovo giusto vivere il dolore fino in fondo, lasciandoci attraversare da esso, nonostante possa sembrare una lama impietosa. Poi, lentamente, si sono fatti strada tutti i miei saperi, le mie forze, le mie doti, le mie competenze… tutto quello che poteva farmi del bene.

Ho iniziato a percepire più chiaramente tutto. Quel tutto.

Nonostante la vista costantemente appannata dal ricordo quotidiano di mamma dormiente, il mio cuore si è rilassato, ho deciso di aprirlo e, grazie a questo, ho potuto “vedere”. Ho potuto vedere qualcosa di meraviglioso.

APRIRE IL CUORE

Aprire il cuore significa – abbandonarsi – permettendo a tutto di entrare e di uscire. Permettendo alla parte più profonda di noi di fluire assieme all’armonia universale, la quale regna costantemente, al di là di quello che può succedere a noi nella materia. Significa, nella completa accettazione – Sia fatta la tua volontà – e, chi mi conosce sa cosa intendo non appartenendo a nessuna religione. Sì. Accettare che la Sorgente Madre sappia meglio di noi cosa occorre fare e cosa no. Lei conosce meglio di noi il cammino di un’Anima.

Ho visto un volto della morte che mai avevo osservato, o meglio, mai così limpido. Sono rimasta di stucco quando mi sono resa conto che gli altri non lo vedevano, lasciandosi sopraffare dal dolore della mancanza di mamma. Parlo di cari amici e parenti. Non tutti ma parecchi. Per questo ho deciso di scrivere queste parole. Quando ho provato a far vedere loro, lo stesso viso che vedevo io, si sono sentiti un po’ più sereni. Era come se mamma non fosse morta invano…

Focalizzandosi su quella parte così luminosa ci si distoglieva dall’angoscia di quell’assenza.

Non è forse l’educare le sinapsi che ci rende tristi o felici? Non serve cancellare determinate arcaiche memorie. Serve affiancare a loro il lato più bello.

E’ proprio vero che nella morte c’è tanta vita…. D’altronde, è anche vero che una cosa viva non può morire.

E’ bastata una telefonata soltanto. Una sola. Poi, a domino, si è svolto tutto il resto. In men che non si dica avevo accanto tutte le persone a me più care ma ancora non sapevo che non se ne sarebbero più andate e sarebbero restate con me fino all’ultimo, fino in fondo, facendosi carico di tutto, al mio posto, e facendosi carico anche del mio dolore.

I miracoli avvenivano uno dopo l’altro. Persone che non erano in grado di friggere un uovo ora sono diventati semi cuochi e hanno scoperto che far da mangiare gli piace anche. Persone che avevano paura di guidare hanno guardato in faccia il loro demone dicendogli – Fatti da parte, Meg è più importante adesso -. Persone che sento raramente mi scrivevano o mi chiamavano di continuo, senza mai dimenticarsi di me. E stanno continuando a farlo.

Ricevere un pacco di biscotti è stato come ricevere un diamante. Perché così “mangiavo”, che altrimenti “deperivo” e non volevano. Quelle piccole e umili cose che diventano così preziose. Chi lavorava tutto il giorno e alla sera veniva da me. Si davano il cambio, come a fare dei turni. Finchè il secondo non arrivava, il primo non se ne andava. In rispettoso silenzio senza ch’io neanche me ne accorgessi.

Quando mamma la portarono via avevo chi mi teneva i capelli, chi le mani, chi era inginocchiato davanti a me col suo viso sulle mie gambe, tutti pronti a cogliermi, a dimezzarmi il male.

Persone con le quali avevo discusso e da tempo non parlavo, hanno messo via il loro orgoglio pur di farmi sentire la loro vicinanza. C’è stato chi mi ha accompagnato in montagna, per portarmi nei luoghi che più amo, pur avendo male ad un ginocchio. Chi mi ha accompagnato a svolgere le mansioni noiose e burocratiche post mortem. Chi mi ha fatto trovare il luogo di lavoro tutto in ordine, nuovo, perfetto.

Persone che neanche conoscevo mi scrivevano messaggi che non erano i classici messaggi di circostanza, erano strani… profondi, sentiti, pieni d’amore, dettati da parole meravigliose. Alcuni si sono presentati, ho conosciuto gente nuova pronta a darmi una mano, come se l’Universo mi avesse messo a disposizione Tizio che svolgeva quella determinata professione e Caio che “guarda caso” era uno storico e da tempo mi servivano informazioni su alcune mie ricerche.

Persone con le quali per strada ci salutiamo appena hanno mostrato una dolcezza infinita nei miei confronti. Altri hanno imparato a usare gli elettrodomestici di mamma pur di lasciarmi stare e fare tutto loro.

Mio padre le ha fatto la notte, nonostante fossero separati da trent’anni e il suo volto era carico di con-passione, mio figlio che non ha pianto davanti a me per non farmi tornare le lacrime…. i miei amatissimi allievi hanno fatto una colletta perché, neanche nella materia doveva pesarmi, nel caso, come spesa, la morte di mamma.

Ma riesci a vedere quanta fulgida bellezza c’è in tutto questo? Quanto amore è uscito?

OSSERVA LA BELLEZZA NON BANALE

La mia amica sempre molto timida, introversa e silenziosa, si è trasformata in una fraulein e dava disposizioni a tutto andare, ancora oggi mi dice – Ma perché non mi sono svegliata prima? E’ una figata essere così! -. Un lupo travestito d’agnello e quel lupo è uscito. Io la guardo e sorrido. Se un tempo dovevo chiederle un favore tre volte, ora è arrivata a fare cose che se mai me l’avessero detto avrei risposto – Ok, ma non contate su di lei! Non lo farà mai! -.

Io sono meno pigra, amo fare cose che prima detestavo. Mio zio vuole credere che mamma probabilmente “serviva” ad altri e non dobbiamo essere egoisti di volerla sempre con noi. Se credi che questo sia banale è perché non conosci mio zio. Quando l’ho sentito pronunciare queste parole mi son chiesta se fosse lui davvero o stavo sognando.

Chi aveva paura del Covid si è tolto la mascherina e ha mischiato le sue lacrime alle mie. In quel momento, la comunione era più forte di tutto, anche del timore, e la comunione è una delle figlie dell’Amore. La vicina di casa che non è in grado di sopportare neanche la vista di un animale ferito, figuriamoci un morto, mi ha accarezzato la schiena per tutto il tempo mentre io restavo abbarbicata a mamma.

Hanno rinunciato alle loro abitudini, ai loro mostri, ai loro schemi, alle loro fissazioni, alle loro paure…. per me. Hanno inventato, creato, eseguito cose che mai avevano fatto e l’hanno fatto per me. Hanno modificato la loro vita e oggi c’è chi non vuole tornare indietro e l’hanno fatto per me. Come si può non vedere tanta bellezza?

Mi hanno protetta, difesa, coccolata, aiutata in tutti i modi possibili, ognuno alla sua maniera. Hanno tirato fuori doti che neanche sapevano di avere, sono stati dei Guaritori eccezionali. E lo sono ancora.

E questo è il bello. Tutto ciò non è durato solo tre giorni. Questi semi sono stati nutriti e hanno germogliato e da quei germogli sono nate piante grandi, robuste, meravigliose che ora è difficile far morire. Da cosa nasce cosa e… spargendo l’Amore, questo non può che moltiplicarsi.

Sono stati la mia luce, hanno illuminato il momento più buio della mia vita e lo hanno fatto davvero, la mia non è retorica. Lo sento costante quell’abbraccio caldo che mi avvolge a tutte le ore del giorno e della notte.

Sconosciuti che mi dicevano – Ti voglio bene Meg – o addirittura – Grazie per i tuoi insegnamenti -… Insegnamenti? Non ho fatto nulla! Eppure loro hanno percepito, evidentemente, la ricchezza che ho colto io e che volevo vedessero.

Il giorno che la bara è uscita da casa gliel’ho detto. Eravamo in diversi. Anche chi non voleva esserci c’è stato. E’ stato emozionante vedere alcuni andare via, convinti di non poter resistere a quella scena, e poi invece tornare perché “dovevano” essere lì. Ho chiesto loro – Vi state rendendo conto della meraviglia che c’è in questo momento? -. Era vero. Un profondo affetto, una compassione comune ci stava unendo in un qualcosa di indescrivibile.

Mentre mamma ci salutava stava anche aprendo la porta dell’Amore e questo stava entrando con tutta la sua sana prepotenza.

IL RIUSCIRE

Mamma è riuscita dove nessun’altra situazione nella mia vita ce l’aveva fatta. E siamo riusciti a sorridere, a provare anche gioia, proprio come lei avrebbe voluto. Dovrei forse non osservare tutto questo e pensare soltanto “Ah si ok è morta” e giù a piangere? Dovrei davvero reagire in questo banale e squallido modo davanti a tutta questa ricchezza? Portare dentro di me il dolore del lutto per mesi e anni? Senza da questo far germogliare nulla di buono?

Era lì con me anche chi vive a parecchi chilometri di distanza. Il mio cellulare era infuocato. Ogni via di comunicazione (di questi tempi) disponibile era intasata: FaceBook, Messenger, Instagram, Whatsapp… qualsiasi…

Mamma mi ha lasciato il suo lavoro. Un lavoro che forse mai mi sarei decisa a proseguire. Il timore mi bloccava, l’accidia mi faceva procrastinare. Se non fosse accaduto questo, io e la mia socia saremo ancora lì a girarci i pollici piene di punti interrogativi senza mai sbocciare.

Il più bel regalo che poteva farmi me lo ha lasciato lì, da cogliere con rispetto e devozione.

Forse tutto quello che ho scritto può sembrare sciocco e ovvio ma ho voluto sottolinearlo perché molto spesso non lo si guarda e invece aiuta, devi credermi. Aiuta se lo si vive intensamente, se fai di tutto per diventare tu quella bellezza. Si pensa soltanto al malessere. Ci si lascia prendere dallo sconforto senza notare nient’altro, attendendo che il tempo faccia il suo corso e diventi taumaturgico. E’ umano, ci mancherebbe, ma io voglio pensare che la Grande Energia, dalla quale discendiamo, ci dia sempre i mezzi per affrontare ogni cosa. Il problema è che parla un’altra lingua e i suoi messaggi a noi risultano difficili da tradurre. Nulla arriva invano. Noi, con la nostra mente ristretta, ci crucciamo nel male ma non capiamo che, a volte, abbiamo tra le mani un tesoro. Un tesoro che abbiamo pagato a caro prezzo ma deve per forza valere qualcosa.

Non voglio offenderti ma finchè continuerai a considerare quello che ho scritto – roba di poco conto – purtroppo, sarà – roba di poco – conto che riceverai. Finchè non imparerai a nutrire questi semi, essi non potranno mai fiorire.

Da quel giorno si è aperta una nuova vita per me. Una ruota che continua a girare nel bene e nel benessere. Che continua a raccogliere sempre più acqua, acqua sacra, e mi rende felice.

NESSUNA MORTE E’ VANA

Mi rende felice perché ho fatto di tutto per proiettarmi nella gioia. Ho arrancato dapprima, con le unghie e con i denti. Ho cucito il cuore, mi sono scorticata ma lì volevo andare. E quel tesoro oggi lo abbraccio. Non permetterò che mamma sia andata via per il nulla, anche se solo con il corpo. Guai. Già la sento che mi urla – Cosa???!!! Ho fatto tutto ‘sto popo’ di roba e tu non vedi niente???!!! -. Proprio così. Queste sarebbero state le sue parole.

Mamma mi manca. Mi manca vederla ridere. Mi mancano le sue carezze. Mi manca il suo risolvere prontamente ogni mio problema. Mi manca prenderla in giro. Mi manca il suo odore. Il suo pigiama lo sniffo come una cocainomane, ancora oggi, a tre mesi dalla sua scomparsa. Ma per il grande amore che provo per lei la lascio andare e le prometto che sarà terra fertile per nuove bellezze. Perché le bellezze di quei giorni dovranno persistere.

Ancora oggi mi trovo a piangere con il suo ricordo in mano. Ancora oggi la malinconia a volte bussa alla mia porta. Le apro, verso due bicchieri di vino, l’ascolto e le dico che può tornare quando vuole. Perché tanto è sempre e comunque con la gioia che l’accolgo.

Mamma se n’è andata lasciandomi uno scopo. Sarà il mio obiettivo e lo porterò a termine. In quello scopo c’è il mio Talento e, il Talento, che ognuno di noi ha, è – La Parola di Dio -. Della Divinità che ci nutre.

Mamma, andandosene, mi ha insegnato che posso cavarmela da sola, che non devo dipendere da nessuno, mi ha donato il coraggio e la fiducia in me stessa. Mi ha regalato un nuovo modo di guardare le cose. Per questo e per molto altro, gliene sarò grata in eterno.

Noi esseri umani siamo belli. Dio quanto siamo belli! E non lo sappiamo, non lo crediamo, non ce ne accorgiamo ma siamo davvero divini. Voglio che questa divinità fuoriesca sempre da noi. Farò il possibile perché questo accada.

Che questa morte sia l’alba di una nuova vita. Meravigliosa.

Grazie Mamma.

Prosit.

Ti spiego perché fai del bene ma ricevi del male

L’INTENTO NASCOSTO

Quello che leggi nel titolo l’ho già spiegato molte volte ma forse in modo troppo generico e senza dare alcuni suggerimenti importanti da prendere e mettere in pratica come se fossero esercizi. Un allenamento vero e proprio per te che fai sempre del bene ma ricevi dagli altri il male, un male che indossa diversi abiti: lo sfruttamento, l’approfittamento, la presa in giro, il tradimento, l’assenza di ringraziamento, etc…

Vedi, tutto risiede in un punto ben preciso del tuo essere. Sì, hai capito bene, anche la reazione “sbagliata” degli altri nei tuoi confronti, risiede proprio lì, in quel punto assolutamente fondamentale ma nascosto. Forse, non è proprio così nascosto ma passa inosservato.

In pratica, tutto sta nel tuo INTENTO.

Ora ti spiego. Sai cos’è l’intento? L’intento è il movente che ci fa compiere tutto ciò che intendiamo compiere. Prendere una decisione, fare una cosa, dire una parola… Arriva persino prima del pensiero, pensa. A volte, magari, preferiamo agire diversamente dal nostro intento ma, il nostro intento, comunque, risiede in noi. Se io volessi mandarti a quel paese, ad esempio, ma per il quieto vivere lascio perdere e sto zitta, quel “vaffanculo” (mi si perdoni ma rende l’idea) dentro di me continua ad esistere. E rimane lì. Scusa se cambio un attimo discorso ma mi preme dirti che, al centesimo “vaffanculo” non detto, potrebbe venirti un mal di gola tremendo eh!

Ma torniamo all’intento, quel punto massimo, quello che può, quello che decide, hai capito quindi cos’è? Quella forza che ti fa muovere. Quella intrinseca. E può effettuare scelte sia positive che negative.

SII SINCERO

Bene, ora, per andare avanti ho bisogno di tutta la tua sincerità. Per favore, togli un attimo tutte le maschere che a volte sei costretto ad indossare e leggi con il cuore le mie parole. Tanto non ti sta vedendo nessuno. Spogliati di ogni imbarazzo e guardati dentro con occhi sinceri perché dovrai rispondere la verità alla domanda che sto per farti.

La domanda è: nel tuo più profondo, perché hai sempre così tanta premura nei confronti degli altri? Cosa si muove davvero dentro di te?

Se risponderai a te stesso, in modo ben ponderato, potrai osservare che un mondo nuovo si sta aprendo dentro di te. È un mondo che è sempre esistito ma che celavi inconsciamente perché lì risiedevano cose che non ti andava di guardare. Guardale adesso, in tutta tranquillità, tanto ci sono io e ti potrò dare un valido aiuto per modificare in meglio questo lato della tua vita.

In questo mondo, rispondendo onestamente alla domanda, noterai che esistono tanti motivi. Io te ne elenchero’ qualcuno, ma sarai tu che dovrai fare lo sforzo di sentire quale ti risuona dentro o cercarne dei nuovi. Solitamente, mi duole dirtelo, ma in realtà è un bene, quello che più ti infastidisce o rifiuti, è proprio il motivo che più ti appartiene. Eccone diversi:

– perché i miei genitori mi hanno insegnato a fare così e se facevo così ero apprezzato da loro.

– perché facendo così dimostro di essere una bella persona e piacero’ agli altri. Ho bisogno di piacere agli altri.

– perché facendo così mi assicuro una ricompensa, una sorta di premio.

– perché facendo così distruggo la sofferenza degli altri. Io odio la sofferenza, la tristezza e tutte le emozioni negative.

– perché facendo così mi metto nella posizione del brav’uomo e nessuno farebbe mai del male ad un brav’uomo.

– perché facendo così ho più possibilità di essere amato, visto. Le persone pendono sempre dalle labbra di chi le salva.

– perché facendo così dimostro la mia rettitudine, la mia onestà e mi sento pulito davanti alla mia coscienza.

– perché facendo così vengo giudicato bene e non male dalla gente.

Questi, come dicevo, sono solo alcuni esempi. Ora dovresti rispondere. So bene che certi possono sembrarti biechi, subdoli e sporchi ma così è, o potrebbe essere, e non devi sentirti in colpa. Sei semplicemente un essere umano che, come tutti, ha dei bisogni. Ognuno diverso, ma che discendono sempre dalla mancanza d’amore. Quindi, sii corretto con te stesso e ammetti il perché ti prodighi tanto per gli altri. Non nasconderti dietro al – Mi piace vederli felici! – perché tu puoi mentire a te ma non all’Universo e, se ricevi del male dagli altri, vuol dire che un motivo c’è e che ora ti spiego.

SE NON E’ AMORE CHE AMORE E’?

Tutti gli esempi che hai letto, per belli che possono essere, non contengono amore incondizionato. Nessuno di quelli che ho scritto. Non contengono generosità pura (figlia dell’amore) e non contengono entusiasmo. Ora ti dirò una cosa che forse ti lascerà interdetto. Lo sai che a volte nemmeno per un figlio si fanno cose piene soltanto di amore incondizionato?

Lo sai che la maggior parte delle volte che si dona una moneta ad un mendicante, in realtà, la si dà più per il giudizio della gente (mendicante compreso) attorno a noi, che per il nostro cuore traboccante di amore puro?

Ma veniamo al sodo. Tutti questi motivi, che possono anche contenere della generosità ma è una generosità appannata, sono gli intenti di cui parlavo prima. E sono sinceri e senza orpelli. Nessuno li vede, stanno dentro di te e tu hai imparato, negli anni, per sopravvivenza, a camuffarli bene. Il problema però è che la risposta da parte degli altri (del mondo) riguarda proprio il tuo intento, pertanto, se nel tuo intento non c’è stato puro amore non riceverai puro amore bensì ciò che hai mandato come messaggio intenzionale, raddoppiato, affinché tu possa vederlo bene. Perché ricevi inganni? Perché tu per primo hai ingannato. Magari hai ingannato te stesso. Perché ricevi dei – No -? Perché tu per primo hai detto – No – al rispetto verso di te, quando hai dovuto abdicare davanti a un bisogno che ti pareva più appagante. Perché neanche un – Grazie -? Perché non sei stato generoso, hai solo risposto a un dovere.

Tu vali quello che dai non quello che ricevi. Il valore sta nel tuo gesto, quello che ricevi è solo una conseguenza di quello che hai dato, o meglio dell’emozione che permeava ciò che stavi dando in quel momento. Capisci?

Inoltre, se ti aspetti dagli altri un – Grazie – o un – – è come se attendessi in cambio un qualcosa, pertanto, è come se il tuo interesse fosse focalizzato lì, su quel qualcosa, nulla a che vedere con il puro amore!

LA VOGLIA DI CAMBIARE

Ma come fare a diventare veramente generosi e ricevere così generosità vera, gratitudine sacra, regali, favori e molto altro? Ti sembrerà strano ma, come per tutte le cose, occorre allenarsi.

Inizia con cosine piccole. Dalle o falle, al prossimo, anche se non ti vengono chieste. Inventa dei modi per far del bene, per far nascere un sorriso. Fai della beneficenza, a piccole dosi, senza farlo sapere in giro. Prova, più avanti, a donare uno sguardo dolce e sincero proprio a chi detesti.

All’inizio, tutto questo, prima di passare dal cuore sarà solo mentale e potrà sembrarti strano se non addirittura fastidioso ma, col tempo, ti abituerai.

La regola numero 1° è quella di mettersi nei panni di chi riceve. Ossia, tu cosa proveresti se ricevessi quella determinata cosa? Ecco, devi creare la stessa situazione. Ipotesi: se arriva una persona da te che hai un ristorante e ti chiede un panino ma ti dice che non può pagare, dovresti fargli il panino più buono e più grande del mondo. Lo stesso sandwich che vorresti mangiare tu affamato. Dona quindi ciò che ti renderebbe molto gioioso. Cerca di provare le stesse sensazioni. Fai finta di essere tu quello che sta ricevendo e invece sei il donatore. Naturalmente, un domani, saprai valutare. Non ti sto dicendo che devi andare in malora per aiutare gli altri. Ti sto suggerendo alcuni metodi e le sensazioni che devi imparare a provare nel tuo cuore.

Tutto ti tornerà indietro e moltiplicato, così funziona. Non aver paura.

I primi tempi, lo scombussolamento delle tue frequenze, potrebbe creare un po’ di confusione e potresti vivere situazioni peggiori di quelle antecedenti ma continua, non demordere. Pian piano tutto si stabilirà a tuo favore. Vedrai che presto, quando sarai tu a chiedere un piacere, ne riceverai il doppio e di bellissimi. E, soprattutto, dati con gioia senza nessuna pesantezza.

Buon allenamento e preparati a ricevere il meglio. Sta arrivando!

Prosit!

photo associazionekayla.org – chiesadiroma.it – geoitalia2013.it – sullastradadiemmaus.it – blueplanetheart.it – lavocedegliangeli.it – mangiareasiena.it

Quello che del buon Ladrone non ci hanno detto

Dal Vangelo secondo Meg – niente di religioso ma di molto curioso

DUE CHIACCHIERE IN CROCE

Se sia esistito davvero il buon ladrone, crocifisso assieme a Gesù sul Monte Golgota, nessuno di noi può dirlo ma poco ci importa in questo momento. Chi ha scritto di lui, ha voluto, attraverso questo personaggio, recarci un messaggio che, a mio avviso, occorre comprendere. Il Vangelo potrebbe essere un libro storico, ricco di testimonianze, oppure un libro di fiabe ricco di morali ma comunque, in entrambi i casi, riporta, attraverso una lingua che bisogna tradurre, delle soluzioni adatte alla nostra crescita personale, alla nostra elevazione e alla nostra illuminazione. Vere o non vere, queste storie ci raccontano come fare per diventare persone realmente felici, felici dentro, tramutando la realtà che ci circonda e dandoci i mezzi per acquisire la saggezza giusta al fine di raggiungere una beatitudine totale e continua, attraverso la quale, ogni cosa che può accaderci durante l’esistenza, possiamo viverla in modo differente, con più resilienza, più benessere, più gioia. Ma, soprattutto, ci spiegano come fare a diventare padroni di noi stessi, della nostra realtà e persone libere. Ottimo non trovate?

Ma torniamo al buon ladrone, il malfattore pentito. A questa figura che, da molto tempo, ci viene presentata semplicemente come il ladro redento almeno secondo la maggior parte dei testi. Da un lato di Gesù in croce, infatti, abbiamo un ladrone, un altro, che sarcastico chiede al Cristo di salvare se stesso e loro, se era vero ch’egli era il figlio del Padre Eterno, dall’altra invece abbiamo il protagonista di questo post che, umilmente, dice queste parole al suo compare – Neanche tu hai timore di Dio e sei dannato alla stessa pena? Noi giustamente, perché riceviamo il giusto per le nostre azioni, egli invece non ha fatto nulla di male – e poi aggiunge, rivolto al Cristo – Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo Regno -. Gesù gli risponde – In verità ti dico, oggi sarai con me nel Paradiso -.

I GIUDICI CATTOLICI

A questo punto, dopo questo brevissimo dialogo tra il buon ladrone e Gesù, a noi non rimane altro che giudicare il buono e il cattivo. Giudicare i due malfattori: quello che scherna Gesù e quello che invece chiede perdono. Come ci hanno sempre insegnato, fin dai tempi del catechismo, ci ritroviamo con due figure opposte, una che andrà senz’altro all’Inferno e l’altra che, pentendosi, andrà in Paradiso. Dio è buono ma giudica e chi non chiede perdono verrà punito. E va bene, tralasciamo la storia della punizione per un altro articolo.

Il fatto è che ci fermiamo qui. Il male e il bene. Punto. Non andiamo oltre. Non ragioniamo con la nostra testa, lasciando la parola solo a chi la professione del religioso la svolge. Ma certe illuminazioni, con la religione, hanno ben poco a che vedere.

Rileggiamo con attenzione alcune parole del ladro che si pente – …Noi giustamente, perché riceviamo il giusto per le nostre azioni… –

IL MIRACOLO DENTRO DI NOI

Con questa frase, il ladrone non si sta solo pentendo ma sta compiendo un qualcosa di grandioso che ora provo a spiegarvi.

Noi siamo giudici di noi stessi

Dovete anche cercare di mettervi nei suoi panni per assaporare al meglio questa sua frase. Come racconta bene Piergiorgio Caselli nel suo video “il Potere Alchemico dell’Accettazione: i Vangeli Esoterici – Pier Giorgio Caselli” (YouTube) in quel momento quell’uomo è appeso ad una croce, nudo, con i corvi che lo beccano, con delle guardie che lo feriscono, lo umiliano e pronuncia quelle parole. Insomma, c’è ovviamente della sofferenza, non sta certo giocando a briscola con gli amici…

Il fatto è che a noi, le sue parole, appaiono semplicemente come il riconoscere la giusta pena per i reati commessi e stop. Invece…

…egli sta compiendo esattamente l’atto dell’ACCETTAZIONE.

L’Accettazione – il lasciarsi andare accettando. Il lasciarsi andare nel flusso vitale abbandonandosi completamente verso la “resurrezione” (lo stare bene, il vivere una vita migliore). Il lasciarsi andare verso quello che è perché, quello che è, è il giusto.

Accettare totalmente quel dolore perché solo attraverso quella strada si potrà trovare la pace.

M’inchino come ancella obbediente. Sia fatta dentro di me la volontà del Signore – (Maria di Nazareth). Dio è dentro di noi. Il Signore è dentro di noi. Nostra, in realtà, è quella volontà.

L’ACCETTAZIONE – QUEL LUOGO INTIMO IN CUI IL MALE DIVENTA BENE

Ora, nel caso di questo ladro, la pace è data dalla morte e la salvezza è data dall’entrare nel Regno di Dio ma è ovviamente simbolico. La metafora vuole farci intendere come, durante la nostra vita, siamo spesso chiamati a subire un dolore e cerchiamo sempre di scansarlo o di nasconderlo senza capire che entrandoci dentro, vivendolo e comprendendolo pienamente possiamo trovare la risoluzione vera ai nostri mali. Possiamo trovare una vita migliore. Significa non aver paura del cambiamento. Significa vivere quello che dobbiamo vivere senza resistenza perché qualcosa di più bello ci sta aspettando ed è già pronto per noi. Accogliere completamente quella situazione. Questo è il punto. Sta accadendo? Bene, la accolgo. Lo accetto del tutto perché è il giusto per me, è ciò che di perfetto per me poteva compiersi al fine di guarire dai miei demoni. I miei stessi demoni mi hanno portato a vivere questo avvenimento quindi, questo avvenimento, è la risoluzione. Questo non significa non dover trovare rimedi. Siamo umani e abbiamo un intelletto da poter usare ma ora siamo ad un passo prima. Quella del rimedio è una considerazione che viene dopo e che difficilmente potrà esistere senza prima l’accoglienza e quindi la comprensione (con-prendere cioè accogliere in noi) di quello che ci sta succedendo.

Accade quindi che il buon ladrone, così facendo, “si salva” e qui vorrei aggiungere qualcosa di mio oltre alle straordinarie parole di Caselli. Perché, vedete, dobbiamo notare che non è Gesù a salvare il malfattore. Nonostante la frase – …sarai con me in Paradiso… -. Questa è una conseguenza ma, a salvarsi, a trovare la pace, a trovare la chiave verso la pace, è il ladrone stesso.

Nella nostra vita, noi stessi dobbiamo trovare la serenità e dobbiamo capire che solo noi stessi possiamo salvarci non gli altri. Accettando. Gli altri possono essere validi mezzi, ottimi aiuti, grandi accompagnatori, Maestri formidabili ma solo noi possiamo raggiungere la salvezza pura del nostro cuore. Nel nostro buio, nella parte più profonda di noi, solo noi ci siamo.

Gesù non è la salvezza. Gesù rappresenta la salvezza.

QUESTA E’ LA VITTORIA DEL GUERRIERO

Tutto questo non ha nulla a che vedere con il Cristianesimo. Tutto questo è un lavoro estremamente difficile da compiere che appartiene ad una trasmutazione di noi stessi. Vuol dire uscire dalla schiavitù. Essere Maghi della propria vita.

– Se semplicemente si riuscisse a lasciar andare le cose, ci si accorgerebbe che il male si esaurisce, e si afferma il bene – (Carl Gustav Jung)

Siamo convinti di essere supremi e che le cose debbano adattarsi a noi. Gesù direbbe – Non avete occhi per vedere -. Non abbiamo capito invece che siamo noi a doverci adattare alle cose ma non come tronchi spezzati in balia della corrente, bensì per conoscere quelle cose. Per carpirne ogni senso, per sentirle dentro e scoprire di loro ogni segreto anche se doloroso. Solo allora possiamo trasformarci in Guerrieri e trasmutare noi e loro. Solo allora potremmo modificare davvero ciò che ci appartiene e divenire ESSERI LIBERI.

Accogli con gioia e vedrai miracoli.

Prosit!

photo  giobbeling.eu – infocristiana.it – libreriagruppoanima.it – blogpositivo.it – slideplayer.it – camminidifede.wordpress.com – iltaodelguerriero.blogspot.com – kristalytanc.hu