I Sogni sono Desideri oppure Obiettivi?

Tante volte ho parlato di azione piuttosto che del rimanere fermi a sperare. Azione, da agire, vuol dire fare, eseguire e, dall’altro canto, ottenere. Sperare invece significa desiderare ma non attiva nessun tipo di prospetto al muoversi. Rimanere in attesa che la data cosa avvenga. Ha un che di meraviglioso l’attesa, come spesso ho detto, ha un fascino tutto suo che bisognerebbe assaporare molto, molto più di quello che facciamo, in questa vita che viviamo, dove, di attendere, non se ne ha il tempo. Oggi però ho sentito una bella frase. Parlava di sogni.

blog.libero.it

Parlava della base dei sogni, del loro inizio, del loro concepimento. E si, perché si fa presto a dire sognare ma sognare che? Sognare cosa? Una bella donna? Una famiglia? Una vincita al Superenalotto? No, non in quel senso. La frase era la seguente – sognare è una premessa intelligente -. Sembra una citazione semplicissima, se vogliamo anche puerile, insomma, chi l’ha detta non ha certo scoperto l’acqua calda. Però no, fermiamoci un attimo a pensare seriamente. Guardiamoci intorno. Tutto quello che vediamo, tutto quello che conosciamo, è nato da un sogno. Tutto ciò che adesso è materiale, è innovativo, è concreto, è nato prima sotto forma di sogno. Persino la sedia dove sei seduto ora. O forse è un letto, oppure il sedile di un treno.

tuttogratis.it

Se non fosse stato per un sogno non ci sarebbe. Avresti continuato a sederti su dei massi o sopra a dei tronchi. O per terra. Sognare infatti non vuol dire sperare anche se i due termini possono sembrare simili e nonostante non ci sia, in ambedue i casi, azioni in movimenti fruttiferi. Ma, al contrario della speranza, la quale par sobbarcare di lavoro gli altri (chi non si sa), il sogno, realizza. Sognare è un verbo che rappresenta un’ampiezza indefinita di argomenti.

crisgraficalab.altervista.org

Possiamo sognare qualsiasi cosa davvero, persino di andare a giocare, volando con le nostre stesse braccia, su un altro pianeta con un dinosauro. Ovviamente impossibile. Ma forse, forse anche pensare di comunicare con qualcun altro senza averlo vicino era ritenuto impossibile fino al 1850 poi, grazie ad Alexander Bell o Meucci o Manzetti (che se ne litigano l’invenzione ma poco importa, sempre di essere umano con una mente e delle emozioni si tratta) che ha realizzato il telefono, si è potuto fare. E cos’ha spinto questo individuo ad inventare il telefono? Un’ambizione, la voglia di creare qualcosa di grande… cioè, un sogno. Un’idea che è diventata realtà. E non c’è alcuna differenza tra lui e te. Non ci sono differenze tra Bill Gates e te. O tra Alessandro Volta e te. O John Pemberton e te. L’unica differenza risiede nell’istruzione. Loro potevano o possono essere medici, scienziati, fisici, matematici, archeologi. Ma non tutti i sogni richiedono istruzione o cultura in una determinata materia. E non tutti i sogni richiedono denaro per essere realizzati se è a questo che stai pensando. Io penso che i sogni richiedano prevalentemente coraggio.

aforisticamente.com

Più di ogni altra cosa. Bisogna mettersi in gioco per rendere concreto un sogno. Bisogna permettersi di sbagliare (che sul termine “sbagliare” ci sarebbe da fare tutto un discorso). L’apatia, il rimanere fermi, immobili, non crea assolutamente nulla. La vita stessa funziona grazie ad un continuo e perpetuo movimento di elettroni. Metamorfosi della materia. L’immobilità è prodotta dalla morte. Dalla morte di qualcosa. Il movimento genera la vita. Genera energia. Il coraggio induce a muoversi. A fare. E lo stesso coraggio ci vuole anche per iniziare a sognare ancor prima di dare concretezza al determinato sogno.

ingannevolecomelamore.it

Io credo proprio di si perché, fin dal momento stesso in cui s’inizia a visualizzare il nostro miraggio, ecco che alcune emozioni s’impossessano di noi. Sono emozioni che parlano che si mostrano in maniera tangibile. Alcune ci gridano – Ma tanto è impossibile! -, altre ci consigliano – Ma come fai? Dovresti rinunciare a questo, questo e questo… – altre ancora invece, senza dire assolutamente nulla, ci stringono lo stomaco in una morsa veramente poco simpatica nonostante la visione, che stiamo ammirando con gli occhi lucidi, ci piaccia parecchio. Il cuore scalpita fremente ma lo stomaco, gonfiandosi fisiologicamente, cerca di bloccarlo e come se non bastasse, ci si mettono anche i polmoni che, trattenendo l’aria senza più far fluire la vita serenamente, sopprimono il nostro entusiasmo. Sensazioni che durano pochi attimi ma danno fastidio. Che spalancano le porte e ci mostrano senza pietà tutti i sensi di colpa ai quali andremmo incontro. All’improvviso potremmo vedere tutte le persone che amiamo soffrire per la nostra scelta, soffrire perché noi abbiamo avverato il nostro sogno e allora, sospiriamo, chiudiamo gli occhi, scacciamo quel pensiero, caliamo il sipario sulla visione e…. Ah! Che bello, come si sta bene ora che non dobbiamo più pensare a tutte queste tragedie alle quali stavamo dando vita! Ieri ho incontrato due donne. Una è una mia carissima amica, l’altra è per me solo una conoscente. Tra loro hanno un rapporto molto stretto, sono come due sorelle. Hanno tutte e due una cinquantina d’anni.

rossettoluigi.it

La prima, la mia amica G., che viveva in tutt’altra provincia, da quattro anni si è trasferita vicino a casa mia. Lo ha fatto per seguire il grande amore. Ha lasciato i figli (ormai adulti, i quali hanno preferito non seguirla ma che lei vede con regolarità e sente tutte le sere), ha lasciato il lavoro (e ora ne ha trovato uno peggiore confronto al precedente ma che importa), ha lasciato una casa nella quale aveva un ottimo rapporto con il proprietario, a lasciato gli amici con i quali era cresciuta e ha mollato praticamente tutto. A 46 anni. Ha fatto tutto questo per un uomo, un uomo che ogni giorno la rende felice, che non le fa mancare nulla e oggi, dice che rifarebbe la stessa cosa. Il tutto dopo aver vissuto due lunghe storie sentimentali che di sentimentale avevano davvero ben poco. Giochi d’azzardo, alcool, abbandoni, malattie, insomma, non erano certo buoni propositi che potevano concedere spazio a nuovi sogni. Si è rimessa in gioco, ha preso il coraggio a due mani. Sei mesi fa si è sposata e ora, ha sempre il sorriso stampato in faccia. La sua amica M. invece, non ci crederete, ma fa l’amante da ben 12 anni con lo stesso uomo. Non voglio giudicare e nemmeno considerare l’attività di amante, bensì la sua condizione perché non è un’amante felice. E’ una donna che piange tutte le sere, è una donna che passa le giornate a sperare, che sta rinunciando a quello che davvero vorrebbe, che sogna ma, dopo pochi secondi, come dicevo prima, lascia cadere su quei sogni il triste sipario. Perché ha paura di rimanere da sola, ha paura di lasciare il suo paese, ha paura di rimettersi in gioco, ha paura, paura, paura. L’antagonista della paura è appunto il coraggio. E persone come lei ce ne sono tantissime purtroppo. La prima, G., sognava un uomo che la facesse sentire come tutte le donne/compagne dovrebbero sentirsi e l’ha trovato, la seconda M., sogna un uomo che la faccia sentire come tutte le donne/compagne dovrebbero sentirsi e non l’ha trovato. G. ha sognato e poi si è messa in azione. M. ha sognato e poi si è messa a sperare. Quando G. pensava ai suoi figli si diceva: “Bhè, son grandi ora, hanno un lavoro, una loro famiglia, potrebbero anche venir con me volendo o comunque potremmo vederci, esistono le strade, i veicoli!”. Quando M. pensa ai suoi figli dice: “E come faccio? E se poi hanno bisogno? E chissà quando li vedo…”. Una era propositiva e costruttiva, l’altra l’esatto contrario. Non c’è quella meglio o quella peggio. Non c’è egoismo o vittimismo. Sono pensieri propri, valutati e ponderati entrambi. Si potrebbero dire mille cose a riguardo ma, il tema di oggi, è la realizzazione dei nostri sogni. E’ la felicità che potremmo costruirci, anche solo in parte, ma non lo facciamo per una serie di doveri morali o quant’altro. Per una serie di paure. C’è gente che nemmeno si concede di sognare mentre, già solo questo atto permetterebbe di aprire la via ad un futuro migliore, permetterebbe al fluido della serenità di passare in modo scorrevole dentro l’anima. Sognare ha un potere grandissimo. E non bisogna arrendersi a causa di nemici, doveri, pressioni, ostacoli. Altrimenti, che sogno sarebbe? Si sogna proprio quello che sembra impossibile ottenere!

nickydreams.blogspot

Individua la tua meta e osservala come scopo. Senza mancare di rispetto a nessuno ma non guardare altro, punta fisso quel traguardo. E raggiungilo. Mettici impegno e voglia. Spesso si hanno sogni verso i quali bisogna studiare, o fare, affinchè si avverino. Ma la pigrizia ci lega mani e stimoli allorché rimandiamo. Rimandiamo o rinunciamo. Siamo noi stessi a limitarci. Questo è un altro importante punto a causa del quale non si avverano i nostri sogni. Chiunque può dimagrire ad esempio (senza toccare il tasto delle patologie) ma questo comporta lavorare sodo. Io sono sicura che di dieci sogni nel cassetto, aggiungendo a loro il coraggio, l’impegno e la voglia, almeno otto si realizzerebbero. Perché sognare non è sperare, è progettare. Per non contare che, nell’esatto momento in cui azioniamo un sogno, l’Universo ci viene subito in aiuto facendo il possibile affinchè si realizzi. Ma per questa particolare attività delle forze energetiche universali c’è già pronto un articolo a parte.

Prosit!

photo aforisticamente.com – blog.libero.it – crisgraficalab.altervista.org – ingannevolecomelamore.it – nickydreams.blogspot – rossettoluigi.it – tuttogratis.it

Sii per te Stesso un Genitore Amorevole

Immagina di essere tranquillamente seduto a guardare la televisione. Di fianco a te, in una splendida culla bianca, c’è tuo figlio che dorme. E’ davvero piccolo. E’ appena nato. Ha pochi giorni di vita. E’ da poco uscito dall’ospedale.

Ti sei assicurato che fosse ben coperto, ogni tanto lo controlli per vedere se respira, se tutto va bene, gli accarezzi una manina, lievemente, per non svegliarlo e quel contatto breve ti emoziona. Ti risiedi attento verso il programma televisivo ma, ad un certo punto, senti un lamento. Un tenue gemito proviene da quel lettino.

teresitaforlano_padriefigli-1

Ti alzi di corsa e vai a vedere che succede. Il piccolo si è svegliato e inizia a piagnucolare. Lo sollevi, lo prendi in braccio e provi a capire cosa lo disturba.

Dovrà essere cambiato? Avrà fame? Si è svegliato ma vuole dormire ancora? Ha male alla pancia? Qualcosa lo ha spaventato? Alla fine, per uno strano e misterioso senso della vita, riesci a capire che vuole il latte. Non basterà proporgli il seno materno, il pediatra ha stabilito che per lui ci vuole del latte artificiale e, questo latte, andrà messo nel biberon, mescolato all’acqua e fatto riscaldare. Tutti minuti che passano e che, in quel momento, mentre il bimbo inizia a piangere con sempre maggiore veemenza, appaiono eterni.

Noterai che, in quel mentre, ti sarà venuto spontaneo appoggiarlo al tuo petto, accarezzarlo, ninnarlo e fare buffi versi con la bocca nel tentativo di rassicurarlo.

Guardi le sue gote tenere, la sua pelle è delicata, morbida e grinzosa allo stesso tempo. E’ così piccolo che persino le sue unghie sono ancora morbide. Quelle lacrime che escono da quegli occhietti strizzati e quelle palpebre stropicciate ti fanno male e quella boccuccia spalancata, senza denti, che ora urla a più non posso ti agita. In quel momento, stai cercando di infondere in quell’esserino tutto il tuo amore, tutta la tua pace, tutta la tua attenzione, tutta la tua protezione.

12327

Lo avvolgi con le tue braccia e il corpo, lo baci, lo sfiori. E’ un essere innocente, vulnerabile, puro, che in quel momento ha “un problema”.

Ora, dimmi, quando tu hai un problema, probabilmente molto più serio dell’avere fame, ti comporti nei confronti di te stesso allo stesso modo in cui tratti quel neonato? Ti coccoli? Ti culli? Ti accarezzi? Ti baci? No. Sii sincero.

E perché no? Perché è da stupidi vero? Immagina di vedere una persona adulta che si abbraccia con le sue stesse mani, con braccia quasi conserte che arrivano fin dietro alla schiena e con il viso un po’ inclinato verso una spalla si dondola. Poi si accarezza il viso, si bacia quella mano che passa delicatamente sotto al mento e sopra la testa ripetutamente… ti sembra ridicolo ammettilo.

Eppure, se immagini quella stessa persona catapultata indietro nel tempo, durante la sua infanzia, noterai che voleva proprio queste cose da sua mamma e da suo papà. Che le cercava smaniosa. Che, ancora più piccola, in fasce, le reclamava a gran voce come il più sano dei suoi diritti.

Quel bambino, eri tu. Quel bambino… sei tu! E rimani sempre tu anche se gli anni passano. Da adulto avrai comunque bisogno di quelle coccole e le cercherai nei figli, nella moglie, nel marito, nell’amico, persino dopo i contrasti con gli altri ma… puoi e devi dartele anche da solo.

Se pensi che questa sia una magra consolazione ti stai sbagliando di grosso. Nel momento stesso in cui ti coccoli, tutto il tuo stato fisico e soprattutto psichico ed emotivo inizia a giovarne e a stare bene realmente.

Se hai un dolore al corpo esso si quieterà, se hai un malessere mentale, esso apparirà meno devastante. Credimi. Cullati, infonditi pace, armonia. Rassicurati. Come faresti con il tuo piccolo figlio che appoggi al tuo petto. Anche tu in quel momento di avvilimento sei come lui, vulnerabile, innocente, puro e soprattutto bisognoso d’amore. Il gesto fisico e concreto della carezza, vale a dire tangibile, aiuta ad avvallare il pensiero positivo che spesso, non basta. Tante volte si prova a scacciare il male con la mente, a vedere il lato bello della medaglia, a considerarsi nonostante tutto, perfetti. A perdonarsi… proprio come le filosofie che insegno ci spiegano ma, tante volte, tutto questo è difficile.

Grazie al contatto delle tue stesse braccia, delle labbra e delle mani sul tuo corpo, sulla tua pelle, sulle tue cellule nervose, questo apparirà più semplice. Chiamati per nome o utilizza un vezzeggiativo proprio come avrebbe fatto la tua mamma, o avresti voluto che facesse. Parlati con tono dolce a rassicurante. Prova a dirti che tutto andrà bene, che passerà, che sta già passando. Potrai anche emozionarti, commuoverti.

Quando diciamo di un animale che “si lecca le ferite” intendiamo proprio questo ma non lo facciamo mai. Non è solo una questione di anticorpi e di virtù della saliva in grado di disinfettare la lesione e uccidere i batteri. E’ molto di più.

Canis-lupus

Il cane, o il lupo, o il gatto, o il leone, etc… così facendo, si auto-donano dei benefici incredibili per prepararsi ad affrontare i giorni successivi stando nel miglior modo possibile.

L’animale non ha medici in quel momento, non ha consulenti e, molto spesso, neanche amici, perchè sovente, sono proprio gli altri componenti del branco a fargli male. Non ha che se stesso. Il suo contatto. Il suo angolino silenzioso e nascosto per usufruire di tutta la tranquillità necessaria.

Si è abituati a cercare il conforto in qualcuno, o si spera persino che gli altri evitino proprio di recarci dolore. Magari ci arrabbiamo anche, lamentandoci di essere soli e di non trovare nessuno disposto a consolarci… (quando noi invece, per gli altri, ci siamo sempre stati). Ebbene, impara a consolarti da solo per prima cosa. Devi avere uno strumento, uno scudo. Non puoi confidare sul fatto che nessuno mai ti faccia mai del male. Se accade, devi saper affrontare il momento… volendoti bene.

neonato-culla

Immagina di prendere un esserino appena venuto al mondo, tenero, delicato e impaurito, come sei tu adesso e fagli capire, con tutti i tuoi mezzi, che non deve avere paura di nulla, e che la sofferenza, TU gliela porterai via.

Prosit!

p. s. = ho provato a cercare in internet immagini di persone che si “auto-coccolavano” ma… non ce ne sono! O per lo meno non sono così evidenti visto che non le ho trovate. Dev’essere una situazione, ahimè, non contemplata. Purtroppo! Quello che esce fuori è solo qualche trattamento di bellezza che ci si concede ogni tanto ma non ha nulla a che vedere con il mio argomento. Digitando invece – i benefici della coccola – Google ha trovato – i benefici della…. Coca Cola! …. Ahi! Andiamo bene!

Prosit!

photo alessiodileo.it – haisentito.it – medicitalia.it – amando.it