Il Maestro Spazzino – non tutto è come sembra

MICHELE LO SPAZZINO

C’era una volta un uomo che si chiamava Michele e faceva lo spazzino in un piccolo paese di provincia. Aveva cinquantacinque anni e strani poteri che si potrebbero definire magici.

Michele era in grado di prevedere avvenimenti, di percepire lo stato d’animo delle persone, di immedesimarsi in un insetto, aveva un’istruzione da premio Nobel, sapeva salvare gli altri dai pericoli, leggere nella mente della gente, trasformare la realtà, fare prodezze con il proprio corpo… insomma era un uomo davvero speciale. Era un Mago.

Era assurdo vedere un Mago pulire le strade di un paese. Un lavoro rispettabilissimo, ma definito umile dalla società e soprattutto faticoso e poco piacevole. Michele, infatti, aveva a che fare con la maleducazione degli abitanti, ogni giorno, e i suoi occhi vedevano cose anche raccapriccianti. Vagabondi che facevano i loro bisogni nel parco, tossicodipendenti che lasciavano i loro strumenti per strada, ubriachi che vomitavano dove gli capitava, rifiuti ovunque, sporchi, puzzolenti, pericolosi. Sotto al sole cocente, o sotto alla pioggia, o al freddo intenso, Michele, ogni dì, doveva svegliarsi prima del sole e iniziare a pulire le vie di quel borgo.

MA PERCHÉ?

E Michele non era triste per questo e nemmeno particolarmente euforico. Nessun picco emozionale lo rapiva e sapete perché? Perché quello, per lui, era semplicemente l’ovvio. Quel determinato lavoro, in quel determinato tempo e in quel determinato posto era ciò che di perfetto stava esistendo. Michele sapeva di essere nel posto giusto, nel giusto momento e nel giusto luogo. Scusate queste ripetizioni da cantilena ma è proprio ciò che è, e vorrei le assaporaste così. In quel momento, quello era lo scopo di Michele.

Ma perché? Cosa doveva realmente fare Michele? Un uomo con le sue capacità, il quale avrebbe potuto tranquillamente essere il Presidente di uno Stato…

Michele non si poneva queste domande dalle risposte spesso incomprensibili. Sapeva e accettava soltanto l’ovvio. Se era lì, era lì per un motivo, per uno scopo, per un suo passaggio e per il passaggio di chi aveva a che fare con lui nella piena consapevolezza del – tutto è perfetto -.

IL VELO SULLO SGUARDO

C’è una cosa alla quale non pensiamo mai, soprattutto quando svolgiamo un lavoro che poco ci piace o ci sentiamo obbligati a stare in un luogo che detestiamo, con persone che ci infastidiscono. Non pensiamo al fatto che forse potremmo essere lì perché lì c’è bisogno di noi. Per quello che siamo. Fosse anche perché in quel posto noi dobbiamo portare la gioia. Perché le caratteristiche che ci formano sono quelle perfette per “aiutare” chi vive quel luogo ma non ce ne rendiamo nemmeno conto. Non ci pensiamo nemmeno. Non ci poniamo neanche attenzione e quindi non lo sappiamo. Non osserviamo che ogni nostro gesto, ogni nostra parola, ogni nostro sorriso a quella determinata persona potrebbe aver fatto del bene o del male al fine di portarla a evolvere, e che solo noi siamo i più adatti in quel contesto perché, per una vibrazione energetica di frequenze, le nostre qualità si sposano perfettamente con quelle di un altro. La realtà esterna rispecchia il nostro interno e se io ho le perfette caratteristiche per rispecchiare un qualcosa in qualcun altro io allora mi troverò lì. Devo svolgere il ruolo del Maestro.

La nostra mente però, piena di immondizia, non ci permette di vedere questi piccoli miracoli. Quante volte durante la giornata ci viene da dire che intorno a noi non sta succedendo nulla? Invece attorno a noi c’è la vita, la vita vera e noi non la percepiamo neppure.

Perché ho incontrato quella persona lì?

Perché mi è successo questo?

Perché ho visto quello?

Non ci poniamo queste domande galleggiando nel fluido dell’esistenza come burattini.

FORSE C’È QUALCOS’ALTRO 

Non guardiamo con gli occhi dell’anima e non ci accorgiamo che siamo qui anche per essere “al servizio dell’umanità”. Non spazzando strade, ma rispondendo con le nostre frequenze.

In ambito lavorativo pensiamo che la nostra missione sia solo quella di guadagnare, di avere un posto sicuro, ore di riposo, ferie, mansioni di pregio ma le leggi dell’Universo non funzionano così e, volenti o nolenti, in mezzo a queste leggi, noi ci viviamo. Dobbiamo certamente stare il meglio possibile e pensare al nostro benessere ma, come prima cosa, dovremmo proprio osservare anche queste sfumature se vogliamo sentirci più sereni e appagati.

Con questo articolo non intendo dire che non bisogna avere ambizioni o non bisogna auspicare ad altro. Il mio vuole solo essere uno spunto di riflessione per poter guardare anche oltre, anziché soffermarsi alla rabbia e al fastidio di svolgere ogni giorno mansioni che non amiamo.

Provate a guardarvi attorno. Come mai oggi quel vostro collega vi ha fatto disperare? Cosa dovevate imparare? La pazienza forse…

Perché davanti al capo vi ha prevaricato? Avete per caso prevaricato qualcuno nella vostra vita?

Perché quella vostra collega ha chiesto aiuto a voi? Perché é stata felice di quel vostro sorriso?

Questi sono solo esempi. Potete farvi mille domande per imparare (se non riuscite ad accettare con fede totale come ha fatto Michele) ma sappiate che potreste essere davvero anchenel posto perfetto al momento perfetto -.

Prosit!

photo primopianomolise.it – erewhonians.com – txwes.edu – cure-naturali.it – oobe.it

Gli uomini sono tutti Stronzi! …E le Donne?

Eeeeh…. zitti un attimo e fatemi spiegare.

Allora, innanzi tutto mi tolgo subito la patata bollente dalle mani e vi dico che, ciò che riporta il titolo non l’ho detto io ma l’amica mia, quindi, prendetevela con lei… ollà! In secondo luogo, e mi rivolgo prettamente agli uomini, sappiate che io vi ho anche difeso ma… non accusando le donne!

Vi spiego. La mia amica appunto, è vero che con gli uomini ha sempre avuto una certa difficoltà, non tanto legata al rapportarsi ad essi, ma quanto all’essere tradita con donne o più belle, o più giovani, o più simpatiche di lei. Ora, il tradimento appartiene a tutti, maschi e femmine, anche se è vero che l’uomo è cacciatore e, nella sua natura, è tentato ad avere rapporti sessuali con più esemplari dell’altro sesso ma, a causa della nostra cultura, questa cosa ci fa arrabbiare e soprattutto soffrire.

Ebbene, la mia amica, che si chiama M., pur cambiando compagno, doveva affrontare, dopo un po’, la stessa situazione comunemente chiamata in gergo popolare: “le corna”. Alla fine, ne aveva più lei di un cesto di lumache.

Vagava nel tentativo di trovare il Santo Monogamo che sarebbe rimasto unicamente con lei per l’eternità e, ogni volta, alla fine della relazione, erano lacrime amare, giornate intere tappata in casa, finchè un giorno, stufa di vederla conciata così, decisi di parlarle.

Le spiegai che quello che stava vivendo era semplicemente dentro di lei e finchè portava dentro si sé questo “demone” non se ne sarebbe mai liberata. Ma di quale demone stiamo parlando? Ossia, il mio partner mi tradisce e io ho un demone dentro? Ebbene si. E occorre anche scoprire quale.

E’ forse il demone dell’abbandono? O dell’attaccamento? O dell’auto-svalutazione? O della gelosia? O del (pre)timore stesso di essere traditi? O dell’inganno (avete ingannato qualcuno a vostra volta nella vita)? Solo voi potete saperlo, ma fintanto che porterete dentro una di queste sensazioni, vi troverete a viverla. E la troverete perché deve esservi mostrata in qualche modo. Serve capire, per crescere e vivere meglio.

Dissi a M. che avrebbe potuto cambiare mille ragazzi ma sarebbe sempre finita allo stesso modo se lei non fosse guarita dalla sua insicurezza. Le dissi che doveva finirla di responsabilizzare gli altri ma di guardarsi dentro perché gli altri sono un riflesso, un prolungamento di quello che nutriamo in noi. Fondamentalmente, ci stanno dando un messaggio anche se in modo disgustoso e doloroso.

E’ come se l’anima stesse dicendo – Prima o poi lo capirai. Ti stancherai di vivere sempre le stesse situazioni. Prima o poi comprenderai che NON E’ LA CAUSA A CREARE L’EMOZIONE MA E’ L’EMOZIONE A CREARE LA CAUSA! -. Questo è importante.

E’ inutile voler essere amati se non ci amiamo per primi. E’ inutile voler essere considerati se non ci consideriamo per primi. E’ inutile pretendere di essere la “prima scelta” per qualcuno quando siamo noi stessi a metterci in fondo, a credere di non valere abbastanza, a permettere ad un altro di sorpassarci mentre siamo in fila, alle Poste, senza dire nulla.

Lasciamo stare la parte umana e morale. Il tradimento non si deve effettuare in realtà, perché è un inganno, fa male soprattutto a chi lo esegue (credetemi), si rompe la fiducia, si fa soffrire l’altro, è un atto di egoismo, ma questo è un altro discorso che si potrebbe affrontare in un altro articolo. Oggi voglio parlare della nostra parte energetica e spirituale. Ed emozionale.

Il discorso è che bisogna fare un lavoro interiore su di sé. Facendosi aiutare magari da un professionista, ma il lavoro va fatto su di sé non sull’altro. Lavorare su cosa ci causa il dolore che non è il partner, il partner è solo un mezzo. Il dolore che proviamo invece da cosa deriva? Ragioniamo… siamo stati traditi… quindi? Perché soffriamo? Cosa realmente ci affligge? Forse perché ci siamo sentiti esclusi (abbandonati… magari proprio come ha fatto un nostro genitore molti anni prima)? O perché è stata preferita un’altra donna o un altro uomo a noi facendoci cogliere il senso dell’inferiorità? O perché per possessività non riusciamo a immaginare il corpo del/la nostro/a amato/a nelle braccia di un altro/a? Anche la possessività è un demone.

Il ribaltamento della visione, come dice sempre anche l’alchimista Salvatore Brizzi, è la cosa basilare. Siamo abituati a dare la responsabilità agli altri mentre essa è in noi. In che modo invece, il fatto esterno, rappresenta il problema per noi? Spostando così l’attenzione dal fuori al dentro, perché fintanto che ci focalizziamo sugli altri, non potremmo mai cambiare la situazione perché non possiamo cambiare e modificare gli altri e perchè non è sul ramo che bisogna lavorare ma alla radice.

Gli uomini che tradivano sempre M. le stavano dando tutti la stessa informazione. Non si tratta di sfiga. Lei concretizzava l’avvenimento dentro sé immaginandolo prima. Nel suo caso specifico, essendo che si svalutava molto come persona, senza considerare invece di essere una bellissima e perfetta creazione di Madre Natura e del Creato, riceveva il messaggio che le diceva – Sì, ho preferito un’altra donna a te perché tu vali meno, tu vali poco, tu non sei bella, tu non sei giovane, tu non mi basti… – ma queste cose, in realtà, era lei a pensarle e di conseguenza a crearle. Lei per prima si sentiva poco attraente, lei per prima invidiava altre donne, lei per prima viveva col timore di essere tradita con una più carina di lei. Et voilà.

Perciò, gli uomini sono tutti stronzi? No. Nessuno è stronzo là fuori. Se si vibra di frequenze positive non si ricevono frequenze negative. Se impariamo a auto-valutarci al meglio, anche gli altri lo faranno. Se in noi creiamo solo amore puro, per noi stessi e per il Cosmo, e viviamo solo nelle note dell’amore e dell’entusiasmo, amore ed entusiasmo saranno ciò che riceveremo.

Questo non vuol dire che il nostro compagno non frequenterà altre donne, ma ciò su cui occorre basare l’attenzione è il dolore provato del raggiro, della menzogna ricevuta, perchè sarà questa che non si riceverà più, non in quel modo per lo meno.

La trappola più grande nella quale si cade è la paura della recidiva. Cioè, se si viene traditi la prima volta si ha paura o ci si aspetta che accada anche la seconda, e questo farà si che così sarà.

Il lavoro su di sè, che occorre effettuare, è lungo, difficile e faticoso. Non è per niente semplice. Ma, nel momento stesso in cui, anziché colpevolizzare gli altri, riconosciamo che la nube nera è in noi, abbiamo già fatto metà del lavoro.

Per quanto riguarda tutto il contorno, se il vostro partner vi tradisce, merita sicuramente una sonora padellata in testa, offerta con parecchia grinta, ma lavorate su di voi! Fatelo. Guardatevi dentro. Altrimenti vi tradirà anche il collega, anche la migliore amica, persino vostro figlio potrebbe tradire la vostra fiducia. Perché bisogna tradurre l’avviso al di là del mittente.

E ogni volta sarà sempre peggio, se non lo capite, sarà sempre più grave, farà sempre più male.

Liberatevi dall’essere schiavi del vostro demone e delle situazioni che lui vi fa vivere.

E che sia chiaro, questo vale anche per gli uomini che vengono traditi dalle proprie donne.

Prosit!

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