L’Insofferenza si vede sulla pelle

Sulla pelle e non solo…

L’insofferenza è provocata da quei fastidi che spesso mandiamo giù senza renderci conto del male che ci stiamo facendo.

Venite con me, oggi entreremo (letteralmente) nel mondo di questi fastidi che sopportiamo di continuo e che da qualche parte devono poi ben uscire.

Si tratta di entrare davvero in un mondo, in quanto entreremo dentro di noi, attraverso una storia vera che voglio raccontarvi.

C. e D. sono una coppia di miei amici sulla cinquantina che da quasi un anno convivono. Sono andati a convivere praticamente subito dopo essersi messi insieme. Sappiamo tutti che, all’inizio, una storia è “rosa e fiori” mentre, col tempo, può nascere qualche problemino. Problemini che, nel loro caso, si sono rivelati veri e propri drammi per il loro rapporto.

Alcuni meccanismi malsani, non aggiustati in precedenza, sono divenuti seri problemi. Tralasciando quelle che all’inizio erano piccole “pietruzze” si sono ritrovati con delle enormi montagne davanti da dover affrontare, ed era per entrambi un lavoro troppo faticoso… non sapevano nemmeno da che parte cominciare.

Ok, ma non sono qui a parlare della loro “crisi matrimoniale” bensì di eventi curiosi accaduti fuori e dentro al corpo soprattutto di C.

C. è un uomo buono, paziente, farebbe qualsiasi cosa per D. che, dal canto suo, è una donna fantastica e vuole molto bene a C. Entrambi però hanno, per così dire, problemi di – comunicazione -.

Inoltre, la pazienza di C., non è la pazienza sacra e alchemica dell’accettazione ma è una insofferenza mista a rassegnazione. Per niente sana.

C. pur di non perdere D. (demone dell’attaccamento) ha sempre sopportato la qualunque da parte della sua partner (oddio… non che lei facesse cose gravi ma magari fastidiose per l’altro, è umano, capita…) fino ad arrivare a sopportare persino le sfuriate dell’ultimo periodo che lei, totalmente incollerita da un’ira repressa (demone della rabbia) aveva deciso ora di riversare su di lui. Gli buttava addosso tutto quello che, in un anno, non gli aveva mai detto.

D., invece, dal canto suo, avrebbe preferito che C. parlasse quando qualcosa andava risolto ma non c’era verso di fargli aprir bocca a quell’uomo.

Va bene, sono cose che possono accadere in un rapporto di coppia. Tutto è bene quel che finisce bene e pare che i due abbiano ora trovato un metodo per evitare in futuro frustrazioni sciocche e parlare liberamente… che non c’è cosa più bella.

Interessante è stato vedere come a C. il corpo provò a comunicare (visto che stiamo toccando l’argomento “comunicazione”) in tutte le maniere possibili.

Dapprima iniziò a perdere parecchi capelli. Strano, non gli era mai successo. Inoltre eravamo all’inizio dell’estate, non in autunno, quando i nostri nonni dicevano “cadono le foglie, cadono le castagne e cadono anche i capelli”. Cos’era diventato? Un gatto che eliminava il sottopelo?

Poi, il suo corpo ha iniziato a riempirsi di brufoli (manifestazioni di rabbia) soprattutto nelle cosce (simbolo di potere). Le gambe rappresentano il nostro avanzare nella vita. Nello specifico, le cosce, simboleggiano il potere che abbiamo nell’andare avanti in una situazione della nostra vita.

Aveva anche prurito sparso, qua e là, soprattutto nella testa e agli arti (classica espressione di fastidio). La testa corrisponde alla Mente, la sede nella quale elaboriamo i pensieri consci o immagazziniamo quelli inconsci.

“Sarà il caldo” pensavano entrambi.

E’ vero. Il caldo di certo aumenta queste manifestazioni. La fermentazione all’interno del nostro organismo aumenta e ci possono essere sfoghi esterni. E’ molto utile controllare anche l’alimentazione.

Quando il caldo è opprimente siamo anche più deboli, meno energici e tutto fa. Ma basarsi soltanto sul caldo, peraltro in un momento così significativo ed evidente del loro rapporto, vuol dire avere una visione troppo superficiale.

Finchè iniziò ad andare di dissenteria, praticamente due o tre volte al giorno. La dissenteria, come già avevo raccontato, significa voler espellere velocemente da dentro di noi quello che mal sopportiamo.

“Sarà un virus intestinale”. Si cerca sempre un motivo esterno, raramente ci si guarda dentro.

Infine, comparvero delle bolle rosse (sempre rabbia) dei grossi ponfi sul pettorale sinistro (cuore) e sulle braccia (che indicano il modo in cui afferriamo la vita o una situazione).

“Sarò allergico a qualcosa”.

Iniziò persino a lacrimargli un occhio (un classico: la tristezza). Ovvio, a vivere così mica si può essere felici?! L’occhio sinistro per giunta! Ma che caso! Guarda che coincidenza… la parte sinistra è legata alla femminilità che chiunque possiede al suo interno, sia uomo che donna, o è correlata a qualcuno di femminile nella nostra vita: madre, compagna, figlia, collega, etc…

Non andarono dal medico perché, fondamentalmente, C. non stava male. Aveva queste manifestazioni corporee ma, tutto sommato, si sentiva bene (ovvio, non era malato). E’ anche, per sua natura, un uomo dinamico e sportivo.

Alla fine però D. mi chiamò, in verità voleva anche raccontarmi altre cose di sua figlia.

Le dissi che operare unicamente sul fisico di C. era poco utile secondo me e poi io non sono un medico. Posso dare dei consigli ma mai mi permetterei di svolgere un lavoro che non è il mio. Cosa invece le consigliai di fare e anche “presto e bene”, fu di rivedere il suo rapporto con C. dall’inizio e dall’interno.

Lei è più forte di lui e, da diversi anni, pratica filosofie in grado di aiutarla nonostante la rabbia che ha nascosto per diversi mesi in questa relazione.

C., invece, totalmente inconsapevole, solo e debole, non aveva aiuti da quel punto di vista. D. era il suo pilastro.

Feci a lei vedere la situazione attraverso i miei occhi, esterni al loro rapporto. A volte una visuale non coinvolta può essere utile e decise infatti di agire immediatamente capendo che, con un po’ di impegno, la situazione era ancora risolvibile. Anche perché non meritavano nessuno dei due di vivere in quella maniera solo per alcuni demoni che avevano dentro. In fondo, si amavano ed erano (sono) proprio carini assieme.

D. iniziò a vedere tutta la situazione da un altro lato, anzi, dall’alto, e s’impegnò a fare sia per lei che accompagnare lui. Come per magia, la loro storia, dopo qualche giorno iniziò a prendere una piega completamente diversa. C. iniziò a parlare (cosa che D. desiderava ardentemente) e lei iniziò a percepire una pace dentro che le conferiva il potere di continuare in questa missione che aveva deciso di intraprendere, per il bene della sua storia d’amore. Una pace che ha anche indebolito quella rabbia celata.

Passò una settimana e così, proprio come erano arrivati, sparirono tutti i fastidi dal corpo di C. Nessun brufolo sulla sua pelle, iniziò ad andare in bagno normalmente, i capelli non cadevano più nel lavandino e sparirono anche le bolle. Eppure le temperature erano sempre le stesse, soffocanti. Un caldo torrido non lasciava quiete alle persone. E la sua alimentazione, anche, era sempre la stessa!

Erano sereni. Ricordo che lui guardava lei ridere con aria interrogativa, come a dire “Ma è vero? Fino a ieri avesse potuto mi avrebbe mangiato vivo…!”.

Il mio consiglio è quello di non soffermarsi solo sui classici schemi mentali che abbiamo. Il caldo, il freddo, il lavoro, etc… seppur assolutamente importantissimi e da migliorare se possibile. Serve anche guardare dentro di noi. Il nostro fisico può sopportare più di quello che crediamo se è accompagnato da una buona ed equilibrata emissione di ormoni. La maggior parte di ormoni o neurotrasmettitori che le nostre ghiandole secernono sono soprattutto emessi a causa delle emozioni che proviamo.

Finchè continuiamo a dare la colpa all’esterno non potremo mai fare nulla per migliorare la nostra situazione! Se diamo solo colpa all’afa estiva, ci auto-obblighiamo a sopportare ulteriormente nell’attesa che arrivi settembre , fino a quel momento, la nostra parola d’ordine sarà: sofferenza. Siamo vittime, tronchi in balia delle onde… no! Siamo anche creatori.

Segnali dati da sfoghi cutanei, dissenteria, vomito, lacrimazione, prurito, starnuti, bruciori di stomaco… di norma indicano fastidi provati e repressi. Mal digeriti. Se si riesce a sciogliere i nodi che queste intolleranze causano dentro di noi, si sta decisamente meglio. Senza questi “grumi” tutto fluisce, così come il nostro benessere. Proviamo a lavorare sui fastidi che percepiamo. Riconosciamoli. Non soffermiamoci davanti ad un sospiro di sopportazione e via…!

La nostra natura intrinseca non accetta un semplice sospiro, vuole liberarsi da quello che la fa sentire legata. E questo vale anche per gli allergici pur essendo un discorso più ampio ma, se servisse a qualcuno, questo mio post di un po’ di tempo fa forse può tornare utile https://meginvestigatriceliminale.com/2015/04/03/guardare-le-allergie-e-le-intolleranze-da-un-altro-punto-di-vista/

Buona osservazione a chi non vuole più sopportare.

Photo: nonsprecare.it – allergologo.net – caffeina magazine – ilcorpoinmente – corriere.it – vegolosi.it – azzurro.it – pinterest

L’Innamoramento – il Riflesso della tua Bellezza

Negli ultimi anni, attraverso movimenti sempre più concentrati alla ricerca del benessere interiore e alla connessione dell’Uomo verso il Divino, si è iniziato a parlare molto dell’”amore incondizionato”, quello stato d’essere, difficile da raggiungere, in quanto, completamente centrato all’offrire senza desiderare di ottenere nulla in cambio (…ma non solo). Questa filosofia di pensiero, in molte persone, ha iniziato a far crescere in loro una sorta di denigrazione nei confronti dell’Innamoramento tanto che, hanno iniziato a definirlo: periodo fatuo, abbagliante, ma che niente aveva a che vedere con il vero amore.

Che non abbia nulla a che vedere con il vero amore, del quale tanto si parla, è vero ma, l’Innamoramento, è una fase della vita di una persona molto importante e che non sottovaluterei.

Al di là del fatto che permette al nostro organismo di secernere ormoni utili al nostro totale star bene, sia psicologico che fisico (a effetto bomba di salute!), l’Innamoramento ci offre la possibilità di vedere, chiaramente, una particolare bellezza: la nostra.

Come spesso vi ho detto, le persone che incontriamo nella nostra vita, se causano in noi delle emozioni (positive o negative) sono degli specchi che riflettono, nel bene e nel male, quello che abbiamo dentro e che, nascosto, non riusciamo a vedere.

Quando ci innamoriamo di una persona (ricordatevi che ogni incontro è sempre voluto dalle anime in qualche modo che un giorno spiegherò) i primi tempi, vediamo di lei soltanto i lati positivi e la consideriamo meravigliosa. Ebbene, non stiamo facendo altro che notare la meraviglia che c’è in noi ma, di questo, non ne siamo consapevoli.

Dopo qualche tempo, andando a scavare e iniziando a vedere tutto, strato dopo strato, subentrano quelli che definiamo – difetti – e ci scontriamo con i comportamenti dell’altro che troviamo spiacevoli. Questo accade perché quella persona è giunta a noi proprio per mostrarci anche le nostre zone d’ombra e ciò che di noi non sopportiamo e non vogliamo vedere ma non dobbiamo dimenticare quanta meraviglia abbiamo visto prima, intorno a quelle caratteristiche negative, della nostra parte intrinseca.

L’Innamoramento non è un adescamento, ne’ un tranello, semplicemente, dopo averti mostrato tutta la bellezza che risiede in te vuole permetterti di smussare quegli spigoli bui che intaccano, della tua bellezza, la totalità. E’ invece proprio dopo la fase dell’Innamoramento che, se non si prova più piacere, ci si lascia come coppia e questo accade perché non si riesce o non si vuole osservare oltre, più in profondità.

Non dico che con una persona, con la quale non si sta bene, bisogna rimanere fidanzati lo stesso ma prima di chiudere la relazione bisognerebbe essere consapevoli e consci di quello che il partner ci ha fatto vedere e lavorarci poi sopra cercando di trasmutare quel metallo poco pregiato, dentro noi, che gli alchimisti chiamano piombo. Trasmutarlo in oro.

La forza per eseguire questo duro lavoro di trasformazione possiamo trovarla proprio ricordando e rivivendo quella bellezza che avevamo notato all’inizio e che se riusciamo concretamente a considerarla appartenente a noi ci regala la giusta carica e il giusto entusiasmo per migliorare, o meglio, per evolvere.

E’ un duro lavoro perché è molto difficile ammettere che ora, quella “bruttura” che vediamo nell’altro ci appartiene come la bellezza notata prima. Ci vuole molta umiltà per riconoscere che la rabbia dell’altro, o il suo menefreghismo, o il suo fastidio, o la sua paura, etc… è dentro di noi e, spesso, anche volendo, non riusciamo a riconoscere queste qualità perché celate nel nostro inconscio ma credendo al fatto che quello è un riflesso potremmo allora fare miracoli su noi stessi.

L’Innamoramento è lo stato d’essere di un incontro sacro e non è assolutamente da sottovalutare perché smuove energie che altrimenti non conosceremmo.

Quando incontri qualcuno ricorda che è un incontro sacro. Come lo vedi, ti vedi. Come lo tratti, ti tratti. Come lo pensi, ti pensi. Ricorda che attraverso di lui o ti perderai o ti ritroverai – (Franco Battiato)

Permette di vibrare in frequenze che, più vivaci e gaie di quelle dell’amore, hanno la capacità di aprire porte di connessione come scosse impetuose. Funzionano come scintille, come le vibrazioni dei mantra ma in modo più veloce ed energico.

Che ruolo svolge il mantra?

E’ un discorso lungo, sia spirituale che tecnico, che non approfondirò in questo articolo ma, grazie allo stato fisico e psichico in cui il mantra ci fa scivolare è da immaginare come un picozzino che spacca, giorno dopo giorno, barriere dentro di noi che non ci consentono la totale connessione al Divino.

Le frequenze dell’Innamoramento non sono più forti di quelle dell’Amore (con la A maiuscola) semplicemente svolgono una determinata funzione. Hanno un loro compito. Il voler crescere e passare dall’Innamoramento all’amare, filosoficamente parlando, è un altro discorso, non alchemico, e comunque è una scelta di chi lo vive.

L’Innamoramento è una sensazione che fa parte di noi e come tale non va considerata negativamente, sarebbe come disprezzare un qualcosa che siamo in grado di fare, di creare, per altro in correlazione energetica con un altro essere, sovente, un connubio incredibile, pertanto, dobbiamo amare profondamente quella fase della nostra vita.

La consideriamo finta quando non ne sappiamo coglierla bellezza e l’utilità perché, troppo mentali e materiali, non riusciamo a vedere con gli occhi dell’anima (con gli occhi di Dio). Andando oltre l’ovvio. Espandendo le nostre capacità. Può lasciare l’amaro in bocca, non lo nego, ma trovo sbagliato osservarne soltanto la parte ombrosa e superficiale.

Quello che consideriamo un offuscamento, assume il valore di un offuscamento se valutato solo attraverso il ragionamento. Se le stesse frequenze che proviamo durante l’Innamoramento (e sto andando oltre le famose farfalle nello stomaco) le provassimo ogni volta che intendiamo realizzare una magia diventeremmo maghi nel giro di pochissimo tempo.

Focalizziamoci su quella energia. Proviamo a percepirla ogni volta che vogliamo chiedere qualcosa all’Universo anche se è difficile perché non abbiamo niente e nessuno nel quale riflettere lo splendore che ci caratterizza. Non siamo in grado di vederlo in noi purtroppo… perciò… innamoriamoci e benediciamo questo momento!

Prosit!

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Ama e ama e ama…

E’ davvero difficile amare. Amare in modo vero, sincero, puro, quando…. non si è corrisposti.

Quando ad ogni nostro slancio di entusiasmo si riceve una mazzata sulle orecchie che ci rintrona per un attimo moooolto lungo.

Poi ti ripigli, sbatti un po’ le palpebre e ti dici – Ama, non fa niente, tu ama, continua ad amare, ama, oltre qualsiasi cosa, sopra il tutto, ama, spingiti oltre… – e intanto lo stomaco si lacera, il cuore si vena, gli occhi si riempiono di lacrime e vorresti urlare.

Ok, dopo questa introduzione penso sia giusto scrivere anche una premessa al fine di comprendere questo post al meglio anche perché già sento che mi verrà fuori confuso….

Si, mi sto riferendo a quando si decide di amare incondizionatamente. A prescindere. Che già il termine “decidere” è sbagliato perché è una cosa che non la si determina anticipatamente, ma ci sono avvenimenti nella vita che ci accadono, al fine di insegnarci qualcosa, e spesso dovremmo prenderli, nonostante forse la sofferenza che ci regalano e, anziché tenerli come una spada di Damocle puntata sulla nostra testa per tutta la vita, quasi fieri di avere un melodramma triste da raccontare, trasformarli in qualcosa di positivo. In una specie di allenamento, per cercare di riuscire a vivere meglio. In modo più felice. Per evolversi si potrebbe dire.

Il tema che ho scelto, quello dell’amare in tale maniera, è sicuramente il più difficile tra tutti a mio avviso. E’ collegato ad un milione di altre cose.

Detto questo, non intendo affermare che è giusto farsi maltrattare da qualcun altro o permettere a chi ci sta di fronte di mancarci di rispetto, ma vorrei sottolineare quanto è dura accettare i comportamenti dell’altro quando non sono come i nostri, quando non ci appartengono, quando ci fanno più male che bene, quando non rispondono alle nostre aspettative provocano malessere. Mi riferisco ad un altro che non la pensa come noi e che si, è vero che ci reca dolore, ma non lo fa apposta. Non ci pensa. E’ innocente. Ma noi sentiamo male. Questo è il dramma. Un male tremendo e… vorremmo concluderla lì. Certo, sto naturalmente parlando prevalentemente di un rapporto di coppia, ma potrebbe non essere l’unico tipo di legame al quale correlare tali affermazioni. Quando si è in Amore, in modo totale, non c’è sofferenza di alcun tipo e quindi nemmeno le mazzate sulle orecchie esistono, ma arrivare all’amore incondizionato è un percorso di scalini, duri e faticosi, ci sono degli step e, prima di giungere al traguardo, purtroppo, si sta anche male.

Ora, mettendoci tutto il nostro impegno, credetemi che ce ne vuole parecchio, si potrebbe anche riuscire a sorpassare il dolore della fitta nel fianco che subiamo, ma la cosa più importante da fare è chiedersi – Ma sono davvero felice? -.

Riuscendo ad ascoltarsi attentamente, nel più profondo, e producendo una buona dote di sincerità, vedrete che si può rispondere tranquillamente – No -. Perché è difficile dare amore mentre si viene feriti. Perché è difficile essere felici quando per la prima volta, dopo sette mesi di relazione, lui ti chiama “Amore”, tu fai i salti di gioia e poi scopri che è stato solo uno scherzetto del correttore automatico. Sul serio! E’ difficile essere felici dopo che da due giorni si aspetta di sentire la sua voce, poi finalmente riesci a chiamarlo e lui ti risponde di corsa salutandoti di fretta perchè sta iniziando la partita di calcio. E’ difficile essere felici quando lei ha organizzato di andare a fare un viaggio, prospettandolo come uno dei più belli della sua vita, e non ti chiede di accompagnarla. E’ difficile… accettare. L’accettazione è qualcosa che può rodere, che graffia forte come artigli possenti.

A questo punto, tante persone potrebbero iniziare a parlare di mancanza di rispetto ma altre invece potrebbero rispondere che il rispetto nasce proprio nel lasciar libera, al 100%, quella persona che sta assieme a noi. Senza interferire nella sua vita, senza costringerla, senza amputare nulla della sua libertà. Permettergli persino di andare a letto con un’altra. Certamente. L’amore è amore, il sesso è sesso. Due cose completamente differenti.

Nella savana, un leone che si tromba dieci leonesse, mica subisce le angherie della leonessa precedente una volta rientrato in tana. La natura vuole che si prolifichi, noi non prolifichiamo, godiamo solamente, appaghiamo un nostro bisogno, un piacere, ma è comunque sempre un bisogno intrinseco. Ancestrale. Senza nominare gli animali che hanno sicuramente una mente meno sviluppata della nostra e non hanno una morale o una ragione, potremmo prendere popoli di altri Paesi che non temono assolutamente, nè rifiutano, il fatto di andare a letto con più persone contemporaneamente. Quindi, i nostri, sono solo schemi mentali. Quindi siamo praticamente vittime, e soffriamo per questo, di una nostra educazione ricevuta.

Altri ancora invece pensano che se davvero ami una persona non ti viene lontanamente in mente di fare sesso con un’altra. Ma io mi chiedo se questo criterio può continuare per molti anni, anche dopo la famosa “abitudine” o se ha modo di esistere anche in caso di rapporti a distanza. Quei rapporti in cui ti vedi magari solo una volta al mese.

E quindi insomma che, detta così, sembra davvero facile ma non lo è per niente. Non è facile dare a qualcuno un “buongiorno”, al mattino, pieno di gioia e caloroso affetto e ricevere un freddo – ‘giorno – semplicemente perché quella persona non è calda come noi, o non ha mai ricevuto affetto e non sa come offrirlo. Penso altrettanto però che, molte cose, non si debbano imparare. Le abbiamo dentro e nascono spontaneamente. Se si ama davvero.

Il discorso alla fine è un altro. Si ha voglia di continuare così o è meglio andarsi a cercare una persona più simile a noi che ci saluta affettuosamente al mattino o che se va a fare un viaggio ci invita perché ha piacere a stare con noi? Direi la due. Ma, dopo aver detto la due, sorgono i primi dubbi: è allora davvero amore incondizionato, a questo punto, o soltanto l’appagamento inconscio di alcune nostre umane necessità? Umane e più che comprensibili.

Non voglio estremizzare. Ci sono coppie che stanno insieme solo per un vero e proprio ritorno, io non parlo di questo tipo di legame che davvero non mi piace e lo trovo abietto. Mi si perdoni il giudizio. Mi riferisco alla via di mezzo, a quei bisogni umili e che hanno modo di esistere proprio perché… dove sta il limite? E c’è un limite? Quanto posso accettare? Fin dove posso spingermi? Per quanto tempo ancora posso provare quella puntura forte nelle viscere che non mi fa stare bene?

Basta, vaffanculo, non lo sopporto più. Vorrei che facesse… vorrei che dicesse… -. Alt! Dov’è l’Amore in tutti questi “vorrei”?

E quel “basta”, che in verità non riusciamo a dare, è davvero amore o è paura della solitudine? Perché in realtà si può amare comunque anche lontani. Si può amare anche una persona che non è con noi o non lo è più, anche se il vero amore, presumo, riesca a far andare tutto a pennello e il puzzle si crea. Si crea perché l’amore è alla base di tutto. Non c’è niente di più forte dell’amore. Perché se è vero che l’amore move il sole e l’altre stelle pensate davvero non riesca a far combaciare due esseri umani se la loro unione è vita? E’ creazione di qualcosa di meraviglioso? (Non parlo di figli). Se sei amore sei luce e quella luce la si vede. Abbaglia. L’amore è il nutrimento primario della creatività. Quando si è pieni d’amore si crea, deve uscire in qualche modo o scoppieremmo. Se c’è apatia, non c’è amore. O per lo meno ce n’è molto poco. Se c’è paura, insofferenza, tristezza, de-pressione, non c’è amore.

E insomma, sapete bene ormai, se mi conoscete, che io sono quella delle sfumature di grigio e per me ce ne sono ben più di 50 e con meno erotismo.

E allora che si deve fare? Mollare tutto e quindi perdere la possibilità di capire, di provare un qualcosa di nuovo grande come l’amore?

O bisogna continuare rodendosi l’anima perché a tutti i costi occorre spingerci oltre il limite se vogliamo capire qual è, il vero amore di cui parla l’Universo?

Solitamente, in questo mio blog, sono io quella che offre il risultato bell’è pronto su un vassoio d’argento. Lieta oggi di mostrarvi la mia umanità. Non potrei mai, perdonatemi, competere con la maestosa, potente, complessa, o forse semplicissima, forza dell’amore.

Ma qualche riflessione probabilmente avviene.

Prosit!

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