Imparare a chiedere ciò che si desidera

Quando quella mattina mi svegliai chiesi ad alta voce – Oggi vorrei ricevere una piacevole sorpresa -. Che ci crediate o no l’ho ricevuta.

In realtà la frase era stata formulata male, troppo generica, l’Universo non percepisce, bisogna essere più precisi perché, per lui, anche solo veder spuntare il sole potrebbe essere una piacevole sorpresa mentre a noi potrebbe non fregarcene nulla.

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Ebbene, dicevo, mi svegliai, pronunciai quella frase e la lasciai andare nell’atmosfera intorno a me dimenticandomene. Presi il mio caffè, feci i miei mantra mattutini davanti allo specchio, pieni d’amore nei miei confronti, diedi da mangiare ai miei animali e poi mi misi al lavoro.

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Verso le 11:00, mi arrivò un messaggio su Whatsapp. Guardai il telefono e, con mio grande stupore, vidi che quel messaggio me l’aveva inviato una persona che da tre anni non vedevo e non sentivo. Si trattava di una persona che stimavo molto in passato ma, conoscendola meglio, mi resi conto che così tanta stima non meritava. I nostri rapporti così si raffreddarono fino a che le nostre telefonate andarono scomparendo del tutto. Il feeling morì letteralmente e capimmo che, nonostante le nostre tante passioni in comune, potevamo tranquillamente vivere senza più avere a che fare l’una con l’altro.

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Il quel messaggio, stranissimo per giunta visto il lungo tempo di silenzio, questa persona mi stava proponendo uno dei suoi corsi spirituali che tiene costantemente e mi resi conto che non c’erano né saluti, né convenevoli ma semplicemente la descrizione del corso in modo parecchio sterile.

Forse si vergognava un po’ oppure era un semplice messaggio inviato a molti.

Fatto sta che mi venne voglia di salutarla quella persona e, senza nemmeno nominare la sua proposta, risposi in modo cordiale riferendomi alla sua vita e al suo stato di salute chiedendogli un ovvio – Come stai? -.

Fu felice di rispondermi e fu felice ch’io ruppi il ghiaccio in quel modo. Iniziò così una corrispondenza di messaggi che durò all’incirca mezz’ora nella quale, con molta umiltà, mi chiese d’incontrarci e parlare dei suoi e dei miei progetti. L’idea mi piacque. Probabilmente era cambiato (si tratta di un uomo, una persona che ho ritenuto un mio Maestro), probabilmente la “lezione” gli era servita e ora si stavano prospettando cose belle e mille propositi in una lingua che conoscevamo bene entrambi.

Decisi che sì, avremmo dovuto rivederci, in fondo per me poteva essere di grande aiuto in quanto, a livello di conoscenze, non è sicuramente uno degli ultimi.

Ci accordammo quindi e posai il telefono sulla scrivania di fianco al pc.

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Stavo per riprendere il lavoro che avevo interrotto quando mi venne in mente la richiesta che avevo fatto quella mattina.

M’irrigidii e mi venne la pelle d’oca.  Sapevo di non essere stata chiara formulando il mio volere ma, nonostante tutto, mi era arrivata quell’occasione. Una bella occasione.

Ringraziai immediatamente e mandai amore, cose che avevo già fatto al momento della domanda ma lo rifeci perché ero davvero emozionata.

Tre anni, vi rendete conto? Tre anni di silenzio. Mi sono stupita che avesse ancora il mio numero di telefono. Tre anni di allontanamento con tanto di chiusura, ai tempi, poco carina.

Avevo smosso qualcosa. Avevo smosso delle frequenze e queste, per una ovvia Legge di Risonanza, stavano rispondendo.

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Mi venne immediatamente e umanamente voglia di chiedere altro ma non lo feci. Non perché bisogna essere parsimoniosi, nell’Universo c’è tutto per tutti in abbondanza, ma perché io non sarei poi riuscita a star dietro a tutto quello che mi sarebbe successo. L’Universo non ha i nostri stessi tempi e modi, avrei rischiato di fare un gran casino. Se chiediamo lui manda, senza mezzi termini, e noi ci ritroviamo a non saper organizzare tutte quelle cose. Bisogna avere pazienza, pazienza e costanza, come vi ho sempre detto. Quello che mi accadde quella mattina mi bastò e fu una bellissima testimonianza di ciò che possiamo ottenere.

Chiedi e ti sarà dato – affermava Gesù ma in pochi hanno capito che questa è fisica e non religione.

Queste cose, alcune persone, le chiamano coincidenze, io no. La Legge di Risonanza appartiene alla fisica, è scienza e non si può discutere. Un famoso detto orientale dice – Il caso non esiste – e io ci credo.

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Cosa accadrà ora? Quale sorpresa per me si cela dietro a questo nuovo incontro? Non lo so ancora ma una cosa è certa: l’Universo ha risposto e se ho mandato nella mia richiesta energia positiva non può che rispondermi con altrettanta positività.

Provate anche voi. Funziona con tutti. Il segreto è sempre il solito. Dovete solo crederci. Dovrete iniziare con cose piccole che ritenete possibili. Avverabili.

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Vedete, se una persona obesa ad esempio, chiede di perdere cinquanta chili questo sarà ben difficile che possa accadere perché nel momento stesso in cui essa lo richiede una vocina nella sua testa gli sta già dicendo – Cinquanta chili? Ma sei matto? Sono trent’anni che non perdi un etto e adesso chiedi di perdere cinquanta chili? Ma ti rendi conto della castronata che stai dicendo?! Ah! Ah! Ah! -.

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Se invece questa persona chiede di perdere solo due chili ecco che automaticamente per il suo inconscio la cosa può essere più fattibile. “Due chili… mmhmm… si… può essere. Sono solo due chili in fondo. Mi basta mangiare un goccino meno e li ho già persi”. Ecco che la convinzione riesce ad esistere di più. Riesce a essere più vera. E quindi il risultato si può ottenere. Una volta conquistata questa tappa non resterà che chiedere di perdere altri due chili e poi due chili ancora e così via.

Purtroppo nessuno ci ha mai insegnato a volere e a chiedere le cose per noi come se avessimo una bacchetta magica, quindi dobbiamo comportarci come quando solleviamo dei pesi in palestra per la prima volta. Non possiamo sollevare all’improvviso cento chili di attrezzi ma inizieremo con cinque, poi dieci, poi venti e così via…

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Così come dobbiamo allenare i nostri muscoli dobbiamo allenare la nostra mente e soprattutto le nostre emozioni che abbiamo sempre vissuto e fatto vivere in modo diverso.

Prosit!

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Durante un periodo di Angoscia ci sono cose fondamentali da fare: queste…

Immagino conosciate tutti il detto “le brutte notizie (e situazioni) non arrivano mai da sole” e, in effetti, è proprio così. Viviamo periodi in cui sembra davvero che qualcosa di grande e misterioso ce l’abbia con noi, ci prenda di mira e… senza pietà, ogni giorno, ci ferisce regalandoci messaggi dei quali avremmo fatto volentieri a meno.

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In realtà, quello che accade è una cosa ovvia. Ho passato ultimamente un brutto periodo e, nonostante gli sforzi che facevo per pensare in positivo e immaginare le mie giornate tinte di un bel colore rosa, nella parte più profonda di me ero addolorata. Come vi ho spiegato molte volte, l’energia non percepisce solo quello che diciamo o pensiamo ma soprattutto quello che veramente siamo dentro.

I giorni passavano e, tra una bella frase e un buon proposito, mi sentivo comunque contorcere lo stomaco.

Quello che stavo emanando intorno a me era quindi angoscia, tristezza, rammarico e, ovviamente, l’Universo, che noi definiremmo “crudele”, ha subito risposto rimandandomi indietro le stesse frequenze.

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Ecco infatti il sopraggiungere di un’altra notizia davvero poco piacevole. E poi un’altra e poi un’altra ancora.

“Meg, devi smetterla” pensavo tra me e me “prova davvero a sentire la gioia dentro”.

Cavoli… era difficilissimo. Non mi reputo il Guru di nessuno ma sento di essere già ad un buono stato di consapevolezza ma, come dicono anche i più grandi maestri, pure loro hanno bisogno di un personal coach di tanto in tanto e questo mi tranquillizzava un po’.

Mi ero lasciata andare. Il dolore aveva preso il sopravvento sulla fiducia che nutro nei confronti della vita e la mia solita frase – Tutto quello che accade è un perfetto disegno divino – così perfetto non riuscivo a vederlo.

Una cosa però di buono facevo: continuavo a chiedere all’Universo, a parlare con lui e a cercare di convincermi della sua grandezza. Continuavo imperterrita a CONSIDERARE (e non a SPERARE) situazioni belle per me come se fossero già avvenute. Cosa non da poco perché anche solo l’intenzione ha un’importanza fondamentale.

“Meg, sforzati, lasciati andare, va tutto bene, tutto va per il meglio” continuavo a ripetermi capendo che se non uscivo da quel vortice in cui mi ero infilata avevo ben poche speranze di ottenere del “bello” dalla mia stessa vita. Che è semplicemente uno specchio.

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Mi concentrai. Mi misi d’impegno per non uscire con la mente dagli argomenti che m’interessavano.

Erano pensieri di gratitudine e di amore. Ringraziavo costantemente quello che avevo persino il letto, il bagno, il cibo, il cane, il figlio, qualsiasi cosa (questo sgombera la testa dai pensieri negativi) e, ogni tanto, chiudevo gli occhi e, con le braccia leggermente aperte a mezz’aria, regalavo alla vita parole di fiducia e serenità. M’immaginavo sorridere e mi ripetevo in continuazione – Io sono felice! -.

In realtà stavo piangendo come una bambina ma non importava, osservavo la mia sofferenza di un bel colore rosa scuro, la ringraziavo, le passavo in mezzo e ripetevo tra i singhiozzi – Io sono felice! -.

Una pazza totale direte voi.

Come ho detto prima infatti, dentro in realtà, non lo ero per niente ma continuando, giorno dopo giorno a dirlo, iniziai così a illudere il mio cervello e piano, piano, iniziai a sentirmi meglio. I problemi sembravano lontani. Ve lo giuro.

Sicuramente qualcuno di voi dirà – Si ma i problemi hanno continuato ad esistere -. E’ vero, ma non li stavo più affrontando con angoscia e tristezza bensì con gioia e positività e, così facendo, anche loro, si risolvevano di conseguenza in modo gioioso e positivo. Ve lo ri-giuro. E’ una questione ovvia di frequenze.

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Di colpo era come se qualcuno avesse preso la matassa e fosse riuscito a dipanarla al meglio.

Tutto quello che chiedevo e avevo chiesto si stava avverando anzi, fin troppo velocemente, non riuscivo a starci dietro e ora piangevo per l’emozione e non più per la tristezza.

Vi sto raccontando questo perché mi piacerebbe che anche voi riusciste a fare come ho fatto io e credetemi se vi dico che i miei problemi di quel periodo non erano bazzecole.

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La vita mi si era trasformata di colpo e la destabilizzazione regnava sovrana. Per di più, la mancanza di una persona che amavo tantissimo mi lacerava il cuore. Tasse da pagare, figlio in bilico perché la mancanza di questa persona l’aveva sentita anche lui, e tutte le varie conseguenze.

Ecco, i soldi, mannaggia a loro, erano proprio una delle cose che mi spaventava di più.

Mi dissi più volte queste parole:

L’Universo non ha mai abbandonato nessuna sua creatura. Se non mi auto-abbandono io, lui farà si ch’io abbia tutto ciò che merito e di cui ho bisogno.
L’Universo non ha mai lasciato senza cibo un uccello o senza acqua una pianta. Abbiamo sempre causato tutto noi.
Lui è un padre responsabile e mai vorrebbe il mio male.
Devo solo crederci. Devo solo imparare ad affidarmi a lui.
E’ difficile. Sembra impossibile.
Ma in realtà in lui c’è tutto in abbondanza per tutti. Per ognuno di noi.
Devo sforzarmi di credere in questo.
Devo farlo, per il mio bene
-.

Fino ad affermare ad alta voce – Io ho tutti i soldi che mi servono -. Parlando al presente come se già li avessi in quanto, per la Legge d’Attrazione, bisogna già vedersi il problema risolto. Se io avessi detto “avrò”, l’Universo non avrebbe capito. Il suo tempo non è uguale al mio tempo, magari me li avrebbe anche dati ma dopo trent’anni e a me servivano in quel momento.

Naturalmente non mi ha fatto trovare i milioni sul comodino l’indomani mattina ma, il giorno dopo, un signore che mi aveva chiesto un anno prima l’amicizia su FaceBook, ebbe da ridire su un articolo che avevo postato sul mio profilo. Non era d’accordo con le mie riflessioni. Bene, ci può stare. Parliamone.

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Scambiammo i nostri pareri con umiltà e intelligenza fino a che, dopo un pò, lui mi scrisse in privato su Messenger chiedendomi di contattarlo telefonicamente per parlare di una nuova attività all’interno della sua azienda. Un’attività ovviamente spirituale.

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Come andò a finire? Vedete, l’importante non è come andò a finire. La cosa fondamentale è il cammino, è la strada giusta. Il fatto che io avessi mosso delle forze energetiche che stavano rispondendo al di là di come finì il rapporto con questa persona. La cosa potrebbe fallire più e più volte ma l’importante è avere ottenuto la possibilità di scelta piuttosto che il nulla e rimanere affranti nell’apatia e nella desolazione.

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Anche se vi sentite stupidi, anche se vi sembra impossibile, anche se vi hanno insegnato che sono solo sciocche illusioni, quando vi sentite giù e un problema vi affligge fate come ho fatto io e credeteci. Crederci di pancia. Vi sentirete meglio ve lo garantisco. Magari non subito, non il primo giorno. Io ho iniziato a sentirmi meglio, e non ancora del tutto, dopo il venticinquesimo giorno. Perciò abbiate pazienza e convinzione… sono davvero le virtù dei forti.

In questi casi il segreto risiede nella COSTANZA. Continuate, continuate senza demordere. Continuate con le affermazioni positive, continuate a immaginarvi felici, continuate a ridere, continuate a visualizzare per voi il meglio, continuate a credere, nonostante sia difficile, di avere la piena fiducia nella vita, continuate senza smettere.

E ce la farete.

Prosit!

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