Quando alcuni nostri particolari Amici soffrono

Sono assolutamente convinta che le piante e gli animali hanno delle facoltà speciali. Facoltà che, in realtà, vivono anche in noi ma abbiamo un pò spento col tempo; non le sappiamo o vogliamo ascoltare, “inquinati”, per così dire, da mille altri pensieri. WP_20150502_001

Piante e animali invece, hanno sempre mantenuto molto attiva questa grande sensibilità e questa loro potenza emozionale e sono perciò più predisposti alle forze energetiche positive o negative che siano, nel riuscire a scacciarle, o nel riuscire a farle arrivare e soprattutto nell’assorbirle. Mi è sempre capitato di notare quindi che quando una persona è fondamentalmente triste, infelice o insoddisfatta della propria vita, le sue piante o i suoi animali, ne risentono. altAheNTjhz_SqiXR1w8GtwB_pVKN0ahVl5wxf9DblsmfvJ

Finché riescono ad impregnarsi di negatività senza patirne, lo fanno, eliminandone così una gran quantità dalla persona e dalla casa stessa ma, quando queste energie, iniziano a diventare troppo grandi e opprimenti, ecco che alla fine essi si ammalano, fino a morire. Non sono immortali, è ovvio che purtroppo, prima o poi ci lasciano con tanto dolore da parte nostra ma hanno, diciamo, una durata di esistenza, a seconda della specie, che molte volte viene nettamente dimezzata se non anticipata di parecchio. WP_20150510_003

Parlando di casi estremi ovviamente. Negli altri casi, si avranno piante che patiscono o animali costantemente in visita dal veterinario che continuano a rimanere in vita ma soffrendo. Loro si nutrono delle vostre energie. Vi è mai capitato di entrare in una casa e sentire una “brutta energia”? Quella sensazione inspiegabile che si percepisce a pelle? Ebbene, in quel caso, potrete stare quasi certi che chi vive quella dimora non sta bene e parlo di qualsiasi essere. Potrei farvi esempi infiniti per non limitarci a dire solo – Oh! Povera bestia! – oppure – Povera piantina! -. Cosa c’era o cosa c’è ancora quindi che non va’ nei vostri animi? Nella vostra vita? Rabbia? Tristezza? Paura? Inquietudine? Emozioni che probabilmente non si conoscono, non si crede di possedere. WP_20140711_002

Ci vuole a volte un po’ d’introspezione nei confronti di noi stessi e degli altri componenti della famiglia. Come gli esseri umani, anche le piante o gli animali hanno diversi limiti. Diverse misure. C’è chi riesce a sopportare di più e chi meno. Quante volte ci capita per esempio, nei confronti di una pianta, di averle provate tutte ma, quell’esemplare, continua a morirci mentre, la nostra amica, che ha lo stesso soggetto da anni, in tutta tranquillità ci dice – Non le faccio niente! Mi dimentico persino di darle da bere! -. Che rabbia vero? Parlo ovviamente di condizioni medesime. WP_20150518_011

E’ naturale che vengono presi in considerazione anche diversi fattori: clima, esposizione solare, annaffiature, concimazione, etc… Ma ci sono piante davvero resistenti, che si adattano a tutto, che hanno bisogno di poche cure eppure, in quella casa, proprio non reggono. Se tutte le piante, in quell’abitazione, si comportano così, ponete attenzione, potrebbe esserci un motivo ben più profondo. Sono anche convinta che questi esseri abbiano dei sentimenti. WP_20141211_001

Se vengono trattati bene e amati, vivono meglio e più a lungo ma, se in noi non c’è amore e non amiamo nemmeno noi stessi, come possiamo pretendere di dare amore a loro? E’ un sentimento che non conosciamo, non potendolo provare dentro di noi, mentre loro, ne hanno estremo bisogno pur amando, a differenza nostra, incondizionatamente. Ricordo le lamentele della mia amica B.: – Meg, ma possibile che nemmeno con le piante grasse ho speranza? Le ho già provate tutte. Acqua, non acqua, sole, non sole, concime, non concime… Stesso balcone con la mia vicina diviso soltanto da un pannello trasparente. Le sue piante, identiche alle mie, a due centimetri da me, sono stupende. Le mie, continuano a morire. Le ho persin detto di avvisarmi quando le bagna in modo tale da trattarle proprio alla stessa maniera ma niente… Basta, ci rinuncio! -. Le cosiddette piante grasse, pur avendo in realtà bisogno di diverse cure, sono famose per essere specie molto resistenti anche solo per il fatto che, pur dimenticandoci di loro, continuano a esistere serenamente regalandoci persino parecchie soddisfazioni. Ebbene, la mia  amica B., che è una persona molto buona, tranquilla, generosa e ricca di virtù, porta in cuor suo una grande insoddisfazione nei confronti del sistema in cui viviamo. Come la capisco! Sono molto contraria anch’io a come i potenti ci obbligano a vivere, a come hanno imbruttito il nostro mondo, a come hanno rovinato la vita di tutta la popolazione ma non devo e non voglio, farmene una malattia. Non devo permettere loro di rovinare la mia parte più intrinseca. Non devo permettere loro di uccidere la mia gioia. E’ faticoso non lasciarsi andare ma non lo faccio. B. invece, anima sensibile e battagliera, si sente come un Don Chisciotte impotente e si strugge nel non accettare questa realtà. Ci stà proprio male! Inoltre, è una romantica, una sognatrice, una persona che vaga con la fantasia in altri mondi sicuramente migliori di quello che vive. Stare in questo mondo che non accetta è una sofferenza! Vorrebbe cambiarlo ma non può. Vive perciò nella tristezza. Una tristezza nascosta, che non traspare ma c’è. Sottile. Ingannevole. B. è una persona meravigliosa, e vi dico questo perchè quando vi parlo di esseri umani carichi di negatività, non dovete immaginare solo gente che appare come zombie senza speranza. Come vi ripeto, alcune emozioni sanno celarsi molto bene. Dopo aver spiegato a B. qual’era secondo me il problema nel suo rapporto con le piante, lei, incredula ma caparbia, ha deciso di tentare. Ha lavorato molto su di se e, ad essere sincera, non è “guarita” del tutto ma ha migliorato tantissimo. Ha capito che così stava facendo del male innanzi tutto a se stessa e poi ad altri. Ha impiegato diverso tempo ma, dovete credermi, avreste dovuto vedere come si son riprese le sue piantine che hanno percepito immediatamente il cambiamento! Ho regalato poi a B. una piccola talea di Crassula Capitella Campfire (della quale purtroppo non ho una foto) fatta da me, che ho impregnato il più possibile di energia positiva, e oggi, è diventata una splendida pianta. La gioia di B. è esplosa e così anche i boccioli delle sue amiche succulente. A volte è solo questione di pollice verde ma a volte non è così.

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Provate a pensarci. Fate un patto con loro, per fargli del bene e per farne a voi. Le vostre piante e i vostri animali saranno i primi ad aiutarvi in questa avventura e vi ripagheranno con avvenimenti palpabili che vi emozioneranno.

Prosit!

E’ tutta Fortuna?

 

Quello che voglio affrontare oggi è un argomento con un punto di vista prettamente personale che potete condividere come no.

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E’ un mio particolare modo di vedere questa cosa. A me personalmente, fa anche stare bene quindi, essendo che sono anche dell’idea che qualsiasi cosa che – fa star bene – è la benvenuta, benvenuto sia anch’esso.

Vorrei parlarvi della Fortuna.

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La Fortuna è indicata dalla lingua italiana come “buona sorte”. Ok. Ci può stare, ma che cos’è? Da cosa è composta? Da dove arriva? Piove da cielo? Questa è la concezione che diamo ad essa, un particolare meccanismo formato da non si sa bene cosa, che aleggia costantemente sulle nostre teste andando a zonzo a baciare di tanto in tanto…. chi? Chi è più bello? Chi è più bravo? Chi più ha sofferto? Mmmmhmm… E che criteri di scelta utilizzerebbe per questa sua cernita? Forse becca chi gli capita a tiro avendo una specie di volto bendato con tanto di nastro nero sugli occhi. Ma soprattutto, come fa poi a far accadere l’evento cosidetto – fortunato -? Troppo comodo dire “per caso!” non trovate?

Mi sembra sia solo perché non si sa dare una vera spiegazione. Anche perché parecchie filosofie, soprattutto di genere orientale, sono convinte nell’affermare che…. Il caso non esiste. Un motivo c’è sempre. E qui inizia il difficile. L’incomprensibile.

Già vi sento inalberarvi in quanto, se c’è un motivo per la buone sorte ci sarà dunque anche quello della sfiga sua antagonista. Io penso di si. Vi ripeto è un mio personale pensiero. E a me fa star bene. C’è chi per star meglio vive con gli angeli vicino, chi fa riti propiziatori, chi guerreggia ogni giorno come Don Chisciotte o chi fa entrambe le cose. Io vivo pensando che quando ci capita qualcosa, un motivo dietro c’è sempre.

Non esordite ora con domande spacca-schermo tipo “allora qual’è il motivo che a me mi è venuto a mancare Tizio o Caio…” perché vedete, dal punto di vista universale, la morte non è vissuta come la viviamo noi; così come non è vissuta allo stesso modo nostro, da altre popolazioni che condividono il nostro stesso pianeta. Per cui, il soggetto “morte” sappiate che è soggettivo e, come seconda cosa, la morte sarà un argomento che sicuramente affronterò in altre occasioni ma non questa. In questo articolo desidero parlare della Fortuna. E desidero anche non darle tutti questi meriti che siamo abituati a rivolgerle.

Ma insomma, pensate davvero che voi, esseri speciali quali siete, formati da un’anima, un corpo, uno spirito, una pische, intelligenze, emozioni, capacità di attrazione, pensieri, istinti, non c’entrate proprio nulla??? Siete davvero convinti che tutto ‘sto popò di roba quale siete sia solo uno spreco che cammina, lavora, parla, mangia, ama, s’incazza, etc… etc…? Ma io non credo proprio.

Mi accuserete, non conoscendomi, di avere un Ego particolarmente alto ma sottovalutarsi così mi par davvero offensivo per quel che siamo, cioè, una delle cose più belle di questo Universo. Oggi, non vi voglio fare esempi. Vi lascio semplicemente queste parole che potranno forse portarvi a riflettere. Continuerò il discorso e allora probabilmente, capirete meglio cosa intendo dire. Sappiate solo questo, la Dea Bendata, è una simpatica, allegra, meravigliosa, appagante amica che stupisce ogni qual volta viene a trovarci ma lei è lei. Voi siete voi. Qualcosa di magico e di grande, e di inspiegabile c’è sicuramente ma anche voi siete magici, fidatevi.

Prosit!

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