Se non hai una laurea non vali niente

LA TUA BELLEZZA PROIBITA AL MONDO

Premetto che, nonostante il titolo abbastanza diretto, questo articolo nasce con lo scopo di infondere fiducia e stima in tutte quelle persone, e sono molte, che hanno davvero tanto da dare, tanto di bello, ma si auto-castrano a causa di convinzioni mentali che la società è riuscita a inculcarci nel cervello.

Così facendo non solo si soffoca il cuore e l’emanazione della propria anima, troppo schiavi di cliché, ma si proibisce al mondo di assaporare un operato del quale potrebbe godere.

Questo articolo nasce perché troppe volte ho incontrato persone splendide, con ricchezze dentro incredibili che si rifiutano di condividere per una vergogna che nasce dalla mancanza di un titolo di studio. La loro risposta infatti è sempre la stessa – Ma… ma io non sono nessuno… non ho una laurea, non posso insegnare nulla… -.

E non mi riferisco solo ai fantastici artigiani o artisti che realizzano opere degne d’ammirazione senza lauree, mi riferisco a qualsiasi qualità possiamo donare e ci appartiene.

MA DOVE VAI SE UNA LAUREA NON CE L’HAI?

Sia chiaro che non ho niente contro i laureati e sono convinta che anni di studio in una determinata materia ti portano ovviamente a saperne di più rispetto a chiunque altro, ma ci sono materie che l’Università non insegna e, al contrario della nostra cultura che vuole vederle morte, io vorrei elogiarle.

Tanto di cappello a tutti quelli che consumano i loro migliori anni studiando su banchi di scuola al fine di dare un domani al prossimo ma, se parliamo di – dare -, posso assicurarvi che tante cose benefiche si possono elargire anche senza un titolo di studio; però l’amputazione che si prova fin dentro allo stomaco non lo permette.

Posso assicurarvi anche che, come ci raccontano la storia e la scienza, le più grandi scoperte sono state ricercate, volute e studiate da persone che non sapevano nemmeno cosa fosse una scuola, in un periodo dove la scuola era semplicemente la vita, la strada, l’osservazione costante, la riflessione e il battito del proprio cuore. In un periodo in cui la scuola era persino proibita.

Chi mi conosce sa che per me l’istruzione è importante, l’istruzione ci rende liberi ma l’istruzione della quale parlo è collegata al sapere, un sapere che non si trova solo attraverso un’educazione scolastica, anzi…

COSA TI SERVE PER…

Non serve una laurea per far del bene.

Non serve una laurea per essere luce e illuminare il mondo.

Non serve una laurea per essere quell’amore che spesso una laurea spegne fornendo input di schiavismo. Per far vivere alle persone quello che nutri dentro. Per far conoscere al mondo ciò che ti ha stupito e coltivi con gioia. Un qualcosa che potrebbe riempire l’intera umanità di entusiasmo perché di questo, l’umanità, ha bisogno.

Ti racconto un aneddoto che scelgo tra mille e scelgo solo perché è l’ultimo che mi è capitato di vivere.

Qualche giorno fa, parlando con un amico che ha una visione tutta sua e particolare sulle piante e sul loro esistere, gli ho consigliato di donare al mondo il suo modo di vedere come fosse una luce.

Ovviamente vi sto parlando di una persona che si intende molto di flora sotto ogni suo aspetto e non va contro la scienza dicendo o supponendo “castro nate”. Semplicemente è convinto di una comunione tra pianta e pianta che ora non spiego in quanto spero lo faccia lui prima o poi. Una visione non contemplata dalla biologia e non contemplata neanche dalla maggior parte delle persone. Ciò che lui afferma, a parer mio, non lo si può giudicare giusto ma neanche sbagliato. Il suo è un “sentire” e potrebbe semplicemente rivelarsi una riflessione da fare, utile al fine di comprendere molto altro. So che non stai capendo, naturalmente, perché non conosci il discorso, ma il punto focale sul quale vorrei portare la tua attenzione è quello che individua le risposte che ho ricevuto da lui:

Ma Meg io non sono un biologo. Io non sono un fitoterapico. Io non sono un agronomo. Io non sono…

IO (NON) SONO

Io NON SONO…“. La sua risposta era quella di un disco rotto totalmente auto-Svalutante.

E là, dove il mio credo e tutte le filosofie dei più importanti pensatori della storia umana ripetono di riconoscersi affermando – IO SONO -, lui, come tutti quelli non “qualificati” dalla società in cui viviamo, si tarpava le ali da solo dicendo – Io NON sono -.

Aggiungo che questo mio amico, inoltre, segue fioriture che non tutti hanno voglia di ammirare o non possono farlo. Significa ad esempio partire di notte per cogliere il momento giusto di quel sbocciare, significa sopportare qualsiasi intemperia, significa viaggiare e quindi spendere soldi e tempo. Quanti vorrebbero vedere, attraverso i suoi video e le sue foto, queste meraviglie che non potrebbero vedere altrimenti? Quanti penderebbero da quelle labbra che raccontano leggende o verità? Secondo me molti. Per questo lo incito – Organizza incontri! – gli dico – Permetti agli altri di vivere tali bellezze da te arricchite! -.

Lo farebbe volentieri ma la paura di non essere “dottore” lo frena. – E se poi qualcuno mi fa una domanda alla quale non so rispondere? – mi chiede preoccupato.

Ah! Questo timore di “sbagliato”. L’errore, il dubbio, lo sbaglio, l’uomo nero.

La perfezione è per noi una spada di Damocle. Il giudizio degli altri ci spaventa. La società ci vuole preparati a tutto, un “non lo so” non è ammesso; non vali niente se rispondi così. Se rispondi così hai una tacca, sei imperfetto, quindi uno scarto, un – non degno –.

E allora provo a parlargli – Non sei uno scienziato e lo dici fin da subito. Non prendi in giro nessuno! Se qualcuno ti chiede qualcosa che non conosci, semplicemente lo dici. “Io sono qui per farvi vedere una mia riflessione che non siete obbligati a condividere. Sono qui per mostrarvi cosa la natura partorisce e per farvi passare una serata diversa dalle altre, tutti assieme, ragionando assieme! Sorridendo insieme! Non è mia intenzione insegnare nulla ma solo farvi vedere che esiste anche questo. Condividere. Condividere con gioia. Su quello che non conosco possiamo informarci assieme ma intanto ammirate quello che non avete ancora potuto vedere”. Questo devi rispondere -.

LA PASSIONE E’ VITA

Se ami fotografare le rocce e le montagne che appartengono ai tuoi luoghi e vuoi mostrarle ad un pubblico, nessuno ti obbliga ad essere un Geologo. Stai solo mostrando il tuo territorio. Sbaglieresti se ti mettessi a dire cose che non hai mai studiato e, in questo caso, mancheresti di rispetto agli altri ingannandoli ma se ti limiti a elargire del tuo non puoi che fare del bene. E se il tuo sapere interessa solo a dieci persone avrai fatto un bel regalo a dieci persone. Avrai donato a dieci persone cose che senza di te non avrebbero mai potuto vivere.

Al mondo ci sono persone senza gambe che non possono arrampicarsi in cima a un monte per vedere determinati panorami.

Ci sono persone oppresse che non riescono a trovare una via d’uscita verso la serenità e brancolano nel buio.

Ci sono persone cieche che non possono osservare ma solo toccare per conoscere e amerebbero moltissimo tu mettessi la tua opera d’arte tra le loro mani.

Ci sono persone che hanno necessità di quello che tu puoi dare loro, alle quali non gliene frega niente del tuo titolo di studio. Vogliono ridere, stupirsi, conoscere, piangere, provare emozioni. Vogliono vivere perché stanno morendo dentro e non sono i diplomi che ti riportano in vita in questo argomento che non ha nulla a che vedere con la medicina.

Non privare questa gente della tua bellezza. Offrila. Piantala di guardare il cliché. Non sai nemmeno perché sei qui. Cosa ne sai se sei venuto su questo mondo, in questo tempo, solo al fine di mostrare fiori? Cosa ne sai? Ti sembra stupido e inutile? Allora pensa che senza te quel fiore non verrà visto. Rimarrà nel buio. Sboccia per nulla, per se stesso… Come natura vuole d’altronde. Ma se il suo fascino facesse del bene a chi lo ammira pensi che quel fiore si sottrarrebbe da tale mansione? E se avesse bisogno di te e della tua nobile opera per mostrarsi?

SEI UN’OPERA MERAVIGLIOSA E CIO’ CHE FAI E’ UN’OPERA MERAVIGLIOSA

Non ti rendi conto di quanto bello e immenso sei e di quanto lo è la tua opera.

Conosci Louise Hay? Puoi trovarla assieme alle sue parole scrivendo il suo nome in rete. Puoi credere o meno a quello che afferma. Parlo al presente, fin qui, perché il suo corpo è morto ma i suoi insegnamenti sono ancora talmente tangibili in noi che non posso usare altri tempi verbali.

Louise era una donna che, a malapena, ha fatto le elementari. Abbandonata dalla madre, stuprata dal patrigno, malata di cancro. Ha risvegliato mezzo mondo.

I suoi insegnamenti non hanno mai nuociuto a nessuno. Non credendole, semplicemente, restavi ciò che eri. Forse migliore, forse no. Credendole potevi nettamente abbellire la tua vita.

Non regalava scienza. Non regalava tecniche e dottrine. Offriva semplicemente quello che provava nel cuore. Spiegava solo come conduceva la sua giornata. Non rispondeva a domande di medicina, non ne era all’altezza, ma è ricordata oggi più di molti medici.

Tu non sei inferiore a lei. Non sei inferiore a nessuno. Semplicemente lei ha deciso di mostrarsi. Di offrire.

Il tuo piacere potrebbe interessare cento persone, il mio mille, e quello di un altro duemila, ma i numeri non contano. Se tutti noi ci dessimo di più, l’umanità si arricchirebbe. Fregatene della tua scuola.

Se non dici falsità, se non inganni, se non sei un opportunista concediti in purezza. Sii generoso. Non sai quanto bisogno c’è di te in questo mondo.

Non sai che, altrimenti, non saresti neanche nato. La natura non crea cose inutili.

Prosit!

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Non muori!

Non muori.

Ehi! Sveglia! Non muori se fai un complimento.

Non muori se chiedi scusa o dici che ti dispiace.

Non muori se ammetti un errore.

Non muori se dici – Grazie! – o regali un sorriso.

Non muori, posso giurartelo, non muori!

Sai quando muori?

Quando permetti all’orgoglio di non essere più dignità ma superbia.

Quando alzi muri che, alla fine, sono solo barriere di paura.

E allora sei un debole, uno schiavo, servo dei tuoi stessi timori che hai fatto diventare fobie.

Perché non riesci a vedere la bellezza nel porgere una lode ma ti pare solo un abbassarti, un mostrarti che ti rende vulnerabile.

Se mi complimento con lui/lei chissà poi cosa si crede!”. Ecco a cosa pensi senza focalizzarti invece sulla meraviglia del dono.

Non chiedo scusa altrimenti poi chissà cosa si crede!”. Smettila di pensare a cosa credono gli altri, pensa a te, anzi no, non pensare nemmeno, apri il cuore, semplicemente, agisci con esso se davvero… non vuoi morire.

L’unica domanda che devi porti è – Che cosa farebbe l’Amore al mio posto? – e fai esattamente quello che ti suggerisce. Perché ti risponde ma devi saper ascoltare solo lui.

Se davvero non vuoi che il tuo orgoglio, il tuo nero nascondiglio, inizi a rosicchiarti anche le ossa.

Non celarti dietro a povere giustificazioni – Non sono capace a fare apprezzamenti! -. Impara. Come pretendi che gli altri li facciano a te perché, se sei così, è proprio questo quello che vuoi. Impara.

C’è gente al modo che ha imparato a curare un caro morente, che ha imparato a scalare montagne, che ha imparato a fare da madre e da padre. Penso tu possa benissimo imparare a dire una qualsiasi frase capace di fare del bene nel momento di maggior necessità. Non essere incoerente col tuo tanto saper fare e saper dire del quale ti vanti.

Non muori, anzi, vivi di più e meglio, facendo vivere meglio anche chi ti è vicino, chi accetta il tuo modo d’essere e fa sempre il primo passo.

Non muori e nemmeno ti si stacca la lingua, puoi fidarti.

Scavalca i tuoi ostacoli. Impara la preziosa arte della dolcezza e della tenerezza. Quella leggera eleganza che appare come una carezza. Che ha lo stesso tocco di un bacio lieve. Sii gentile.

E allora prendi quel telefono e scrivilo quel messaggio, falla quella telefonata, vai sotto a quel portone. Non allontanare le persone da te.

Non fa niente se pensi di aver perso punti è solo un tuo pensiero. Non esiste.

Non privarti della possibilità di dire – Io l’ho fatto, ho provato – perché è una sensazione bellissima. E’ la pace dell’animo mentre tu stai coltivando rancore. Attento. Ti stai facendo del male. Stai facendo soffrire qualcuno ma, quel qualcuno, soffrirà solo per qualche giorno, per un mese, per un anno, poi smetterà. Tu no. Il tuo cuore non smetterà mai di tormentarsi perché non gli hai aperto la porta. L’hai rinchiuso in una gabbia buia, nell’oscurità dei tuoi ossessivi turbamenti e lì l’hai lasciato.

Non cedere al demone della presunzione. Apriti, spacca i muri, uccidi quel demone e che accada quel che deve accadere… tu comunque non sei uno schiavo ma un domatore di te stesso. E se sbagli, sbagli per conto tuo, perché l’hai voluto tu, non per il volere di un mostro che ti possiede.

Cerca la felicità oltre alla forza.

Permettiti di dire – io so amare – perché se saprai mettere da parte l’orgoglio, allora sì, potrai dirlo.

L’orgoglio è una maschera e tu la stai indossando. Non stai mostrando ciò che sei. Come puoi pensare d’incontrare volti puliti? E come puoi credere che i pochi visi puri che conoscerai rimarranno per sempre con un qualcosa che non conoscono?

Impara ad essere tu ad usare l’orgoglio. Come uno strumento. Quando occorre, quando serve. Non accettare mai di essere usato da lui, quando vuole, quando lo brama.

O muori.

Impara a sparare anche fiori. Ad esplodere dal nulla con una sorpresa che toglie il fiato, credimi è stupefacente, e quel fiato poi deve correre veloce per tornare. E lì, in quella corsa agitata, si crea il movimento, l’energia, la vita e allora l’amore.

Perchè solo la staticità conduce alla morte. E muori.

Non pensar di aver già fatto troppo perchè hai detto mezza parola… continua, esagera!

Il mondo ha bisogno di grandi sentimenti, grandi idee, grandi persone!

Vai oltre al comune, fa qualcosa di grandioso, fa sbocciare il sorriso sul viso di una persona.

Divampa nel tripudio dello stupore.

Prosit!

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Il mio Dono al Mondo

Donare, donare, donare. Non stancatevi mai di donare. Donate qualsiasi cosa. Siate generosi e vi ritornerà indietro tutto persino ampliato. Credetemi, funziona davvero, l’ho provato sulla mia pelle. Dovete solo porre attenzione all’intento. Quello è importantissimo, ossia, non dovete donare per ricevere, ma donare e basta, con tutto il vostro cuore. Donare per far del bene, per rendere felice quella persona, quell’animale, il pianeta…

Posso dire di essere sempre stata una persona generosa e infatti posso anche dire che, nella mia vita, non mi sono mai mancati regali, parole dolci, conforto da parte anche di gente mai conosciuta nei momenti di bisogno. Le cose belle mi sono sempre arrivate prima o poi.

In quest’ultimo periodo però ho voluto fare delle prove ben precise per poter scrivere questo articolo.

E sapete di cosa parleremo oggi? Della cacca. Si, della nostra cacca. Oh su, non storcete ‘sti nasi che tanto la facciamo tutti e per quanto se ne dica è sacra, sappiatelo. Forse vi sembrerà un articolo assurdo questo ma posso assicurarvi che così assurdo non è.

La cacca è sacra e lo avevo scritto già qui https://prositvita.wordpress.com/2015/11/09/unaltra-complice-carica-di-indizi/  ma è sacra soprattutto perché, mentre da noi viene considerata una “schifezza”, una semplice sostanza di rifiuto, disgustosa e puzzolente, per molti altri esseri che popolano il nostro pianeta, anche microscopici, è invece di fondamentale importanza. E’ un ciclo. Un po’ come un albero che si nutre, fa i frutti e poi se ne libera. Frutti dei quali noi ci nutriamo. Quei frutti sono i suoi figli, la sua creazione che poi non gli serve più e, anche la cacca, per noi, è una specie di creazione.

Ci sono poi cacche che usiamo persino per concimare le verdure del nostro orto quindi, insomma, questa cacca, è un regalo prezioso. Ci dice come stiamo, se sappiamo “leggerla”, cosa abbiamo mangiato e, anche a livello psicosomatico, traduce il nostro stato d’essere proprio come avete potuto leggere nell’altro post.

Ma torniamo al discorso del donare. Quando andiamo in bagno quindi, anziché guardare il cellulare o leggere un libro, bisognerebbe concentrarsi un attimo sul dono che stiamo per elargire e con l’intenzione di regalare qualcosa di nostro per il semplice piacere di farlo.

Prendete e mangiatene tutti questo è il mio corpo (offerto in sacrificio per voi)

Vi vedo che state ridendo ma sentite qui. Come vi dicevo, ho sempre ricevuto in quanto ho sempre dato ma, che mi crediate o no, nell’ultimo mese, sono accadute cose davvero eclatanti. Nel breve giro di trenta giorni appena!

– Vado a fare un lungo trekking e inizia a formarsi una vescica sul mio tallone. Spavento. Come potevo tornare indietro? Motivo? Calze troppo spesse e larghe. Ebbene, non solo sono stata curata e medicata da diverse persone contemporaneamente, tutte rivolte a me, ma mi hanno persino imprestato un paio di calze più adatte per poi riprendersele sudate come se fossi stata una di famiglia. Ho potuto finire la mia escursione perfettamente, divertendomi e senza il minimo dolore, li ringrazierò per sempre.

– Una signora che ho conosciuto da poco, senza nessun motivo particolare, un giorno mi ha scritto questo messaggio “Quando penso a te sto bene, mi riempi di gioia e serenità, grazie di esistere, ti abbraccio forte”. Emozione…

– Mi sono messa a disegnare e dipingere, chi mi segue lo ha visto. Cose che ho sempre fatto nella mia vita ma mai nessuno mi ha chiesto di realizzargli un quadro, o se per favore quel dipinto che avevo fatto potevo regalarglielo. E’ successo e ne sono stata entusiasta. Che onore!

– La mia vicina di casa, come a non essere contenta di prepararmi solo del buonissimo pane, si è presentata alla mia porta con tanto di biscotti caldi appena sfornati di ben quattro tipi diversi, golosissimi! Grazie, grazie, grazie!

– Per strada, la gente che incontravo, non solo mi salutava da lontano alzando il viso, o la mano, ma mi mandava anche affettuosi baci volanti.

– Mi sono addirittura arrivate due proposte di lavoro proprio in quest’ultima settimana.

– Mio figlio mi ha persin regalato un bellissimo voto di latino, il primo dall’inizio dell’anno.

E poi ancora gente che mi ringraziava in modo felice e commovente per delle sciocchezze, i miei piatti preferiti preparati ad opera d’arte senza averli chiesti, gente che decideva di portarmi i sacchetti della spesa come se fossi stata una povera vecchietta (ma che bello!), frasi meravigliose da Whatsapp, da Facebook… e mille, mille, altre cose. Insomma, devo andare avanti? Un trionfo di meraviglie tutte per me. Quotidianamente! Era un piacere alzarsi al mattino e pensare “Chissà cosa mi accadrà oggi di bello?!”.

Un boom! Ogni giorno un mucchio di regali. Credetemi!

Donare è vita. E’ un meccanismo che s’innesca e s’ingrandisce sempre di più. E’ dinamismo, movimento, creazione. E’ amore.

Donate un bacio, una carezza, una parola gentile. Donate quello che volete ma metteteci il cuore.

Donate una briciola. Ve ne torneranno indietro due.

E cercate di leggere e tradurre i messaggi che vi tornano. Alcune persone sbagliano non accorgendosi dei regali che ricevono. Qualsiasi cosa bella è un dono stupendo. Provate, è meraviglioso ma ricordatevi sempre l’INTENTO. E’ fondamentale.

A volte si sente dire che è impossibile cambiare questo mondo, io non penso sia impossibile. Se ognuno di noi assumesse questo comportamento il mondo cambierebbe eccome! La cacca ad esempio, come ripeto, la facciamo tutti. E se anche non avessimo tutti questo slancio di generosità, per chi lo fa, la cosa non può passare inosservata. Perciò… uno… due… tre… via! Donate!

Prosit!

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