La Crema dolce ai Mandarini

La pianta di Mandarini (Citrus reticulata), dietro casa di zia, che nonno con devozione curava così come tutto l’orto, in questo periodo, è piegata dal peso dei frutti accesi da quell’arancio vivo che li contraddistingue.

SONY DSC

Il loro profumo si mescola all’aria e allappa le narici per divenire ogni giorno sempre più dolce e più intenso come il loro sapore. Alcuni, davvero troppi, cadono a terra scoppiando nel loro liquido appiccicoso e rimangono lì, ad aspettare di essere beccati dalle galline che il nonno, e oggi la zia, ogni giorno faceva uscire dal pollaio. E’ davvero un peccato sprecare questo ben di Dio, voglio dire, i pennuti hanno tutto il cibo che desiderano anche se qualche Mandarino glielo lascio volentieri, ma nemmeno si può noi mangiare ogni giorno Mandarini su Mandarini tralasciando Mele e Cachi.

WP_20160118_14_22_14_Pro

E si, ci sono anche loro. E allora ci si inventa torte, marmellate, macedonie anche se, con il freddo inverno, probabilmente sono meno gradite. La mia idea, è stata quella di creare una crema al Mandarino, chiamato in realtà Esperidio, buona da gustare anche calda che, premetto, richiederebbe all’ultimo l’aggiunta di un liquore agli agrumi per renderla più “seria”. Io non l’ho messo, proponendola così più adatta anche ai piccini. E non ho nemmeno messo lo zucchero bianco usando, al suo posto, zucchero biologico di canna in quantità un pò più abbondante e miele. Anche la farina, che la ricetta voleva bianca e di tipo 00, è stata sostituita con un mix di semi-integrale e biologica. Questi ovviamente sono solo consigli personali lanciando un’occhiata ad un’alimentazione sana, ognuno poi la trasforma come meglio crede, aggiungendo o eliminando ingredienti e quindi inventando ricette sempre nuove. Le dosi e le spiegazioni che vi riporto qui appartengono alla ricetta originale, starà a voi modificarla eventualmente. Ve ne verrà una quantità tale (immaginate un piatto fondo pieno) adatta a farcire una torta ma è squisita da assaporare assieme a biscotti, crustoli o paste secche, frutta, oppure, tenetelo a mente per il prossimo anno, con il Pandoro.

Ingredienti:

  • 350 ml di succo di Mandarini biologici
  • 120 ml di acqua
  • la buccia grattugiata di 3 Mandarini (i miei non erano enormi ma nemmeno piccolissimi)
  • 120 gr. di zucchero (se di canna 150 più un cucchiaio abbondante di miele)
  • 35 gr di farina (o 40 più ne mettete e più diventerà densa, non consiglio quella completamente integrale ma va a gusti)
  • 3 tuorli d’uovo (io ne ho messi 4 in quanto le galline di nonno stavolta si son sprecate)
  • e come dicevo, per chi vuole, un bicchierino di liquore tipo Mandarinetto o all’Arancia.

Nell’acqua, in un pentolino, ho messo le scorze grattugiate (senza grattate la parte bianca) e l’ho portata ad ebollizione per poi spegnere il fuoco e lasciarla riposare.

WP_20160118_14_19_59_Pro

Vedrete che diventerà arancione impregnandosi bene dell’aroma delle bucce. Nel mentre ho spremuto i mandarini fino ad ottenere la quantità di succo desiderata.

WP_20160118_14_40_27_Pro

In una terrina ho mescolato i tuorli con lo zucchero e, una volta ottenuto un impasto omogeneo e spumoso, ho aggiunto la farina poco per volta.

WP_20160118_14_35_06_Pro

Ho mescolato bene con la frusta e ho aggiunto il composto all’acqua che, intanto, si era raffreddata. Continuando a girare con un cucchiaio di legno ho riacceso il fuoco, basso, e ho iniziato a versare lentamente il succo. Una volta aggiunto completamente ho continuato a mescolare fino all’ebollizione. Ho fatto quindi cuocere per due minuti… et voilà. La crema era bella e pronta. Ancora calda, l’ho versata in un piatto fondo e guarnita.

WP_20160118_14_59_12_Pro

Avrò impiegato mezz’ora in tutto per realizzare una ricetta sana, colorata e davvero buona! Pensate che il Mandarino è un dono davvero eccezionale. Ricco di vit. C che previene raffreddori e malanni invernali, contiene anche tanti sali minerali e tante fibre che aiutano l’intestino. Inoltre favorisce il sonno e disintossica il sangue. Ha davvero tantissime proprietà benefiche! E lo sapevano bene in Cina, paese che si pensa essere la terra madre di questo frutto, fin dai tempi più antichi. Un frutto che infatti, nel 1828, quando per la prima volta giunse in Europa, lo si chiamò Mandarino in segno di elogio dei più importanti capi cinesi, i “Mandarini” appunto, che vestivano con abiti arancioni. Con un pò di fantasia e l’aiuto di Madre Natura, si possono creare sempre tantissimi piatti differenti senza sprecare nulla ne’ annoiarci. E facendoci del bene.

WP_20160118_14_58_13_Pro

Nel mio personale caso inoltre, ho ricordato parecchio mio nonno ed è stato emozionante realizzare qualcosa di goloso grazie ai frutti di una pianta che, per anni, lui ha mantenuto sana e robusta. A questo punto non mi rimane altro che augurarvi, buon appetito e…. come sempre

Prosit!

I Frugamai

Il termine “Frugamai” deriva dalla mia terra, la Liguria, e si usa per indicare un particolare tipo di pasta, fatta a mano ovviamente, che si può creare in modo semplice e veloce. La particolarità di questo cibo però sta nel fatto che risulta essere molto sostanzioso soprattutto per i bambini che devono crescere, per le persone che soffrono di inappetenza e nei cambi di stagione dove sovente si perde l’appetito. WP_20150119_001

Preparare i Frugamai, che letteralmente significa “fregare le mani” è semplice, infatti, si consiglia di farli al momento. In una terrina, metteremo della farina, la quantità che basta, a seconda di quanta pasta vogliamo ottenere. Potete senza problemi regolarvi al momento e aggiungete appena un pizzico di sale. Io consiglio sempre un mix di farina bianca e integrale, meglio se biologica, in quanto meno raffinata delle altre. Versiamo un filo d’olio, del buon olio extra vergine d’oliva sulla farina e iniziamo a impastare. La maggior parte della farina che rimane asciutta e pulita, rimarrà nella ciotola mentre, quella che si sporca di olio, rimarrà attaccata alle nostre mani. Inizieremo quindi a strofinarle tra di loro e, a quel punto, si formeranno dei grumi, degli straccetti, delle palline, di forme diverse che faremo ricadere assieme al resto del composto. Con un setaccio, o anche un colino, li divideremo poi da tutto il resto.

WP_20150119_002

Versiamo dell’altro olio nella farina rimasta e ripetiamo la stessa azione. Andremo avanti così finchè non avremo ottenuto la quantità di pasta gradita. Nel mentre, l’acqua che avevamo messo a bollire, prima d’iniziare questo lavoro, avrà raggiunto la giusta temperatura e, a quel punto, dopo averla salata, potremo versare i pezzettini di pasta ottenuti. Nel breve tempo di 1/2 minuti, essi saranno cotti e saranno da scolare magari con una schiumarola come si fa per gli gnocchi. Eccoli pronti da servire in bianco o al sugo, come si vuole. Io però li preferisco in brodo per cui li tratterete come la pasta della minestrina tenendo conto che non dovranno però cuocere molto. Divertenti da fare e buoni da mangiare. Per una ricetta nuova, salutare e genuina.

Prosit!