Dovresti tu essere gioia per il tuo animale, non lui il tuo salvagente

UNA VOLTA AVEVO UN CANE, ORA HO UNA VITA

Mi sembra che troppo spesso, molte persone, si aggrappano ai loro amici pelosi in modo morboso come se questi fossero la loro ancora di salvezza. Lo comprendo. Ci sono individui che non amano gli animali o non li vogliono vicino pur rispettandoli e altri, invece, più deboli o tristi, hanno solo il loro grande amico sul quale contare e non sta a me giudicarli (neanche voglio). Vorrei solo spiegare, secondo il mio pensiero, che cos’è un animale.

Un animale non è un ammasso di pelo che fa delle feste, mangia e fa i bisogni come possiamo credere. Non è neanche soltanto colui che ci sta vicino e ci considera la cosa più importante che ha, perché, fondamentalmente, oltre all’amore che prova, da noi dipende.

Un animale è una FONTE ENERGETICA. È un ammasso di vibrazioni. Questo è e vale per tutto ciò che compone l’Universo. Ha un corpo sì, degli organi, una voce, un istinto, etc… ma è un generatore e un magnete di frequenze energetiche.

Significa, spiegandolo banalmente, che un mucchio di onde elettromagnetiche, lo riempie, lo contorna, lo fa vivere.

Gli animali non sono come noi. Non usano mente o ragionamento. Non parlano come noi. Loro comunicano attraverso vibrazioni. O meglio, loro SONO vibrazioni.

Immaginatevi un branco di lupi che si accorda per cacciare con tanto di furbizia e piano “bellico”. Mica si siedono a tavolino e discutono. Comunicano attraverso le vibrazioni. Voi direte – Ma è l’istinto -; ok, ma da dove arriva l’istinto? I più intellettuali rispondono – Dalle memorie cellulari! -; va bene, ma cosa sono le memorie e da cosa nascono? La risposta unica, a tutte queste domande, la si trova nel lavoro delle VIBRAZIONI.

IO CHE AMO SOLO TE… FORSE HO UN PROBLEMA

Le vibrazioni si emanano e si ricevono in un continuo e perpetuo scambio perfetto e universale sia che lo vogliamo sia che non lo vogliamo. Vale per ogni creatura vivente.

Dopo aver visto cos’è un animale, torniamo al discorso iniziale. Dal momento che, più di noi, egli usa le vibrazioni e vive grazie ad esse, chiediamoci: cosa accade nel momento in cui un animale è obbligato a vivere con una persona triste che riversa su di lui tutta la sua angoscia e si aggrappa a lui pretendendo (inconsciamente) da lui sostegno?

So già che una persona così potrebbe dirmi – Eh, ma io tutti i giorni lo coccolo. Ma io gli do da mangiare. Gli metto sempre la copertina e gli compro giochi nuovi -. Bellissimo.

Però, vorrei chiedere a questo animale, che è una spugna (infatti dite sempre che “loro sentono”) come si sta a dover assorbire tutti i giorni frequenze negative obbligatoriamente, senza poterne fare a meno, doversele tenere dentro e dover, in cambio, cercare di emanare frequenze di supporto.

Beh, ecco, io penso che nonostante tutto l’amore che possiamo provare per i nostri amici animali e nonostante tutto l’amore che loro possono provare per noi non abbiamo nessun diritto di riversare su di loro la nostra stanchezza o la nostra frustrazione ogni momento della loro/nostra vita.

COSÌ NON SI ALIMENTANO LE ENERGIE DELL’AMORE

Basta con le solite frasi – Meno male che ci sei tu – di continuo, ogni giorno, per anni… perché, quel “tu”, in certe occasioni, appare più come un bidone dell’immondizia dove buttare i nostri sentimenti negativi che altro.

Basta con il nostro egoismo e il nostro parassitismo. Dobbiamo noi essere fonte di gioia per loro non solo fonte di cibo e carezze. Gioia, quella vera, quella piena. Se vogliamo fare i San Francesco pensiamo soltanto a dare e non a prendere, proprio come faceva lui. Il “prendere” sarà una conseguenza. Una meravigliosa conseguenza, perché attraverso l’ovvio scambio energetico, dando gioia, si riceverà tutto quello che la gioia comporta moltiplicato per molte volte. E la gioia non ve la da il vostro cane anche se questo può sembrarvi assurdo. Non ve la da nessuno. È un qualcosa che si ha dentro, che ci appartiene, ci deve appartenere, che divampa nel nostro cuore, costantemente. Se c’è.

PER FORTUNA (???) HO TE!

Se non c’è o meno, non è responsabilità di un animale. Non nutrite il vostro animale solo di crocchette. Nutritelo d’amore ma non amore bisognoso. Siate voi fonte di ricchezza per lui.

Venne detto all’uomo – Fatto a immagine e somiglianza di Dio -. Venne detto all’uomo non all’animale. Perché l’uomo è Dio. L’uomo è un essere divino, inteso come colui che racchiude in sé la forza dell’Amore, quello vero. Quello che muove il creato e dona la vita. Quello dal quale tutto il resto… tutto (anche gli animali) dipende.

Tu devi essere àncora. Le creature ti appartengono non appartieni tu a loro. Non è una maestra che impara a scrivere a scuola ma gli alunni. Non invertire i ruoli visto che di ruoli vuoi trattare. Non è vero che non hai nessuno, che non puoi contare su nessuno, che hai solo il tuo animale, che nessuno ti capisce come lui. Tu sei potenza divina. Tu sei il tutto. Amati, cogli la meraviglia dell’essere solo e solo non lo sarai più. Ama te stesso, senza mendicare amore. Perdonati. Coccolati. Rispettati. Stimati. E allora sì, sarai fonte d’acqua fresca e dissetante per chiunque abbia voglia e bisogno di abbeverarsi.

Penso che, se ti reputi infelice e solo, dovresti cercare di fare un lavoro su di te anziché prenderti un animale disposto a ricevere la tua frustrazione, perché secondo me ti farebbe bene davvero diventare più gioioso a prescindere.

Gli animali non sono sacchetti, sono creature da amare. E solo se abbiamo amore dentro possiamo dare amore. E’ meraviglioso il rapporto che alcuni riescono ad instaurare con il loro animale da compagnia ma è sbagliato, secondo me dipendere dal loro affetto. Per tanto grande e ricco sia quell’amore, unico nel suo genere e stupendo, è simbolo di povertà se è l’unica cosa che si possiede. Soprattutto se non si possiede amore per se stessi.

C’è chi invece sceglie nella vita di amare solo ed esclusivamente un animale, condividendo la sua esistenza soltanto con lui ma dentro è un essere colmo di gioia, che ha felicità attorno e la si percepisce. E’ tutta un’altra storia in pratica.

Prosit!

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Rifornimento di bellezza per i periodi di magra

QUEL CHE SERVE FARE

Chi mi conosce sa bene che non sono qui a dirti di essere sempre felice qualsiasi cosa ti accada. Al massimo parlo del tentativo di accoglienza e accettazione, di quel dramma, tenendo ovviamente conto della difficoltà di questi processi. Una difficoltà che ho conosciuto in prima persona.

È vero però che trovo sia giusto non cedere, anche quando i momenti che viviamo sembrano strazianti e anche quando ci concediamo un totale abbandono, pronti a farci annientare dall’evento.

Occorre sempre tirarsi su, provare a farcela, e comprendere che siamo comunque noi i più forti e che dentro di noi c’è un potere che neanche immaginiamo.

Ma oggi voglio parlarti di un’altra considerazione che ho potuto valutare e comprendere proprio nel mio più intimo sentire. L’ho trovata assai utile e confortante, per questo, intendo rivelartela e potrai farne l’uso che vuoi.

Ho potuto appurare che se si fa rifornimento di positività possiamo averne anche quando questa scarseggia.

All’inizio del mio percorso verso una crescita personale, la vita rifletteva quello che ero senza filtri e senza pietà. In breve, se stavo bene mi accadevano cose piacevoli, se stavo male cose spiacevoli. Molto semplicemente.

Come star bene e stare male intendo: come si pensa, come si affronta quella cosa, quanta paura si ha, quanto attrito si fa, cosa si dice, quanto impegno ci si mette a vedere la bellezza, quanto ci si ama, etc…

COS’HAI DENTRO AL SACCHETTO?

Col tempo, e con tanto allenamento, attraverso molti esercizi atti al nutrire energia positiva, ecco però che le cose hanno iniziato lentamente a modificarsi. Più riusciamo a mantenerci su frequenze positive e più richiamiamo a noi le stesse frequenze sotto forma di vibrazioni. Inoltre, siamo inconsciamente come dei sacchetti. Che cosa mettiamo dentro a questi sacchi? Quello che mettiamo saremo.

Gli esercizi che ora ti spiegherò e che chiamare “esercizi” forse non è esatto, in quanto si parla di allenarsi a prendere la vita in un certo modo, coltivando cose diverse da quelle che si nutrivano prima, mi hanno permesso di riempire il mio sacchetto di cose belle dalle quali oggi attingo, o ne ho il beneficio, anche quando mi sembra che di “bello” non ci sia proprio nulla. Proprio come la riserva di un animale che va in letargo.

In pratica, coltivando giornalmente la gratitudine incondizionata o cercando di capire l’oltre di una situazione, ho modificato la percezione della mia esistenza. Ma non solo. Provando a evitare parole dannose per me, come ad esempio, – Non ce la faccio – o allenandomi nella preziosa arte della generosità, il mio sacco contenitore continuava a riempirsi di benessere. Osservando le mie emozioni attentamente ho potuto trasmutarle e cercando di rimanere in presenza il più possibile non ero più un automa che compie azioni meccaniche ma ero padrona di me stessa e quindi libera. Rendendomi responsabile degli eventi che vivevo non dipendevo più dagli altri o dalla sfortuna, ma ne ero amministratrice e potevo modificarli. Tutte cose che finivano nel sacchetto.

COME UNA FORMICHINA 

Giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno, oggi, sono contenta di aver raggiunto il livello che vivo, pur riconoscendo che potrei ottenere molto di più ma, quello che ho notato e volevo esporti, è che anche quando mi capitano dei momenti di sconforto, di bassa energia, di tristezza (perché mi capitano ed è giusto così, oggi voglio un gran bene a questi periodi) mi rendo conto che non solo non soffro più come prima ma mi accadono comunque situazioni splendide. Ciò significa che emano ugualmente frequenze positive.

All’inizio non lo credevo possibile dal momento che mi sentivo uno straccio, o piangevo, o ero nervosissima. Mi aspettavo che lo specchio riflettesse eventi orrendi e, invece, si manifestavano davanti ai miei occhi avvenimenti che gradivo molto. Poi ho capito, anzi, ho com-preso. Nel senso che ho percepito dentro di me. Il mio sacco era comunque pieno di bellezza, tutta la bellezza che avevo messo lì nei giorni precedenti e più felici. Tutta quella bellezza che, quando sei gaio e ne approfitti, è potente come una bomba e risponde doppiamente. Tutta quella bellezza che avevo nutrito, giorno dopo giorno, e lei si era gonfiata, era cresciuta e ora mi riempiva. Così adesso vivevo di rendita. Era lì e solo smettendo di coltivarla e riempiendo il sacco di negatività sarebbe sparita. Cosa che… lungi da me fare…

DOVE L’ ACQUA E’ PIU’ BLU

In pratica è come se avessimo un vaso pieno d’acqua trasparente. Se noi mettiamo del liquido azzurro, dopo un po’ tutta l’acqua sarà azzurra, ma se poi mettiamo di nuovo acqua trasparente, l’azzurro svanira’ e il liquido tornerà incolore. Bene, io ora ero riuscita a tingere la mia acqua di un bel colore azzurro vivo e volevo continuare a mantenere quella tinta vivacizzandola sempre di più. Se anche mi capitava qualche situazione “trasparente” era come mettere solo qualche goccia in quel turchese e non accadeva nulla. L’azzurro rimaneva indisturbato. Qualche stilla non poteva di certo schiarirne il tono.

Perciò, quello che desideravo consigliarti era di fare il possibile per immettere dentro di te energie buone. Quando sei triste questa cosa ti verrà difficile anche se ti consiglio di provare ugualmente, costi quel costi. Ne trarrai vantaggio un domani. Ma approfittane soprattutto quando sei felice. Cerca di moltiplicarle in te.

Fai rifornimento di bellezza per quando andrai incontro a periodi di magra. Inizia ora, non è mai troppo tardi e farai un grande regalo a te stesso.

Prosit!

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Il Maestro Spazzino – non tutto è come sembra

MICHELE LO SPAZZINO

C’era una volta un uomo che si chiamava Michele e faceva lo spazzino in un piccolo paese di provincia. Aveva cinquantacinque anni e strani poteri che si potrebbero definire magici.

Michele era in grado di prevedere avvenimenti, di percepire lo stato d’animo delle persone, di immedesimarsi in un insetto, aveva un’istruzione da premio Nobel, sapeva salvare gli altri dai pericoli, leggere nella mente della gente, trasformare la realtà, fare prodezze con il proprio corpo… insomma era un uomo davvero speciale. Era un Mago.

Era assurdo vedere un Mago pulire le strade di un paese. Un lavoro rispettabilissimo, ma definito umile dalla società e soprattutto faticoso e poco piacevole. Michele, infatti, aveva a che fare con la maleducazione degli abitanti, ogni giorno, e i suoi occhi vedevano cose anche raccapriccianti. Vagabondi che facevano i loro bisogni nel parco, tossicodipendenti che lasciavano i loro strumenti per strada, ubriachi che vomitavano dove gli capitava, rifiuti ovunque, sporchi, puzzolenti, pericolosi. Sotto al sole cocente, o sotto alla pioggia, o al freddo intenso, Michele, ogni dì, doveva svegliarsi prima del sole e iniziare a pulire le vie di quel borgo.

MA PERCHÉ?

E Michele non era triste per questo e nemmeno particolarmente euforico. Nessun picco emozionale lo rapiva e sapete perché? Perché quello, per lui, era semplicemente l’ovvio. Quel determinato lavoro, in quel determinato tempo e in quel determinato posto era ciò che di perfetto stava esistendo. Michele sapeva di essere nel posto giusto, nel giusto momento e nel giusto luogo. Scusate queste ripetizioni da cantilena ma è proprio ciò che è, e vorrei le assaporaste così. In quel momento, quello era lo scopo di Michele.

Ma perché? Cosa doveva realmente fare Michele? Un uomo con le sue capacità, il quale avrebbe potuto tranquillamente essere il Presidente di uno Stato…

Michele non si poneva queste domande dalle risposte spesso incomprensibili. Sapeva e accettava soltanto l’ovvio. Se era lì, era lì per un motivo, per uno scopo, per un suo passaggio e per il passaggio di chi aveva a che fare con lui nella piena consapevolezza del – tutto è perfetto -.

IL VELO SULLO SGUARDO

C’è una cosa alla quale non pensiamo mai, soprattutto quando svolgiamo un lavoro che poco ci piace o ci sentiamo obbligati a stare in un luogo che detestiamo, con persone che ci infastidiscono. Non pensiamo al fatto che forse potremmo essere lì perché lì c’è bisogno di noi. Per quello che siamo. Fosse anche perché in quel posto noi dobbiamo portare la gioia. Perché le caratteristiche che ci formano sono quelle perfette per “aiutare” chi vive quel luogo ma non ce ne rendiamo nemmeno conto. Non ci pensiamo nemmeno. Non ci poniamo neanche attenzione e quindi non lo sappiamo. Non osserviamo che ogni nostro gesto, ogni nostra parola, ogni nostro sorriso a quella determinata persona potrebbe aver fatto del bene o del male al fine di portarla a evolvere, e che solo noi siamo i più adatti in quel contesto perché, per una vibrazione energetica di frequenze, le nostre qualità si sposano perfettamente con quelle di un altro. La realtà esterna rispecchia il nostro interno e se io ho le perfette caratteristiche per rispecchiare un qualcosa in qualcun altro io allora mi troverò lì. Devo svolgere il ruolo del Maestro.

La nostra mente però, piena di immondizia, non ci permette di vedere questi piccoli miracoli. Quante volte durante la giornata ci viene da dire che intorno a noi non sta succedendo nulla? Invece attorno a noi c’è la vita, la vita vera e noi non la percepiamo neppure.

Perché ho incontrato quella persona lì?

Perché mi è successo questo?

Perché ho visto quello?

Non ci poniamo queste domande galleggiando nel fluido dell’esistenza come burattini.

FORSE C’È QUALCOS’ALTRO 

Non guardiamo con gli occhi dell’anima e non ci accorgiamo che siamo qui anche per essere “al servizio dell’umanità”. Non spazzando strade, ma rispondendo con le nostre frequenze.

In ambito lavorativo pensiamo che la nostra missione sia solo quella di guadagnare, di avere un posto sicuro, ore di riposo, ferie, mansioni di pregio ma le leggi dell’Universo non funzionano così e, volenti o nolenti, in mezzo a queste leggi, noi ci viviamo. Dobbiamo certamente stare il meglio possibile e pensare al nostro benessere ma, come prima cosa, dovremmo proprio osservare anche queste sfumature se vogliamo sentirci più sereni e appagati.

Con questo articolo non intendo dire che non bisogna avere ambizioni o non bisogna auspicare ad altro. Il mio vuole solo essere uno spunto di riflessione per poter guardare anche oltre, anziché soffermarsi alla rabbia e al fastidio di svolgere ogni giorno mansioni che non amiamo.

Provate a guardarvi attorno. Come mai oggi quel vostro collega vi ha fatto disperare? Cosa dovevate imparare? La pazienza forse…

Perché davanti al capo vi ha prevaricato? Avete per caso prevaricato qualcuno nella vostra vita?

Perché quella vostra collega ha chiesto aiuto a voi? Perché é stata felice di quel vostro sorriso?

Questi sono solo esempi. Potete farvi mille domande per imparare (se non riuscite ad accettare con fede totale come ha fatto Michele) ma sappiate che potreste essere davvero anchenel posto perfetto al momento perfetto -.

Prosit!

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Foto Animali Maltrattati – come comportarsi

SECONDO ME

Oggi voglio esprimere il mio personale pensiero su come comportarsi davanti alle immagini di violenza e maltrattamento di animali. Sono molte e, i social, pullulano di codeste brutalità. Immagino e spero vivamente sia inutile, da parte mia, dover dichiarare che:

– mi dispiace tantissimo

– amo qualsiasi essere vivente

– sono contro la violenza in ogni sua forma

– etc….

Quindi proseguo andando ad osservare le dinamiche che si sviluppano attorno a tali fotografie.

ALLA VIOLENZA RISPONDE LA VIOLENZA

Alla violenza fisica risponde quella verbale e il brutto di tutto questo è che la maggior parte della gente è convinta che quella verbale sia meno grave di quella fisica in quanto si percepisce un altro tipo di dolore. Questo è un serio errore. Soprattutto, ad esempio, verso l’educazione dei bambini.

Cosa fanno molte persone? Commentano. Commentano quella foto dicendo le peggio cose. Supponiamo che un cucciolo di cane sia stato abbandonato in un tombino. Il commento più gentile che si legge è – Brutto bastar@@ ti farei fare la stessa fine a te e ti infilerei il tombino su per il cu@@ -. Immagino possiate confermare.

Ora, è assolutamente vero che ognuno è libero di esprimersi come meglio crede, proprio come me che in questo blog sono a casa mia e quindi dico anch’io ciò che penso. Senza giudicare tali risposte, mi limito a descrivere quello che faccio io nel momento in cui noto immagini di questo tipo: amo me stessa, mi perdono e mando amore a quella creatura. E adesso vi spiego il perché.

Siamo un Tutto. Ciò che appartiene a me, appartiene anche a te e all’altro così come a quel cane. Siamo un unico Tutto nell’immenso disegno divino. Attraverso la meravigliosa Legge dello Specchio è facile percepire come quella violenza che mi si è mostrata davanti mi appartenga. Palesa la rabbia, la collera, l’indignazione, che io ho dentro, non per la foto che vedo ma che nutro dentro di me da sempre o da diverso tempo. Per questo mi amo e mi perdono, perché amandomi e perdonandomi mi riempiro’ d’amore ed emanero’ amore, la vera e sola cura necessaria a tutto. Anche a quel povero cane! Amor vincit omnia

Che lo vogliamo accettare o meno, viviamo circondati da frequenze e questo non sono io a dirlo ma persone molto più capaci di me. Frequenze e vibrazioni che OVVIAMENTE e AUTOMATICAMENTE possono attirare o agganciarsi soltanto a frequenze a loro simili (questa è fisica). Pertanto non comprendo l’utilità di scrivere un commento come questo  – Brutto bastar@@ ti farei fare la stessa fine a te e ti infilerei il tombino su per il cu@@ – emanando odio, sapendo bene che queste mie emozioni si collegheranno ad altro odio richiamando ulteriore odio. Ampliandolo quindi. E l’indomani vedere così, nuovamente, altre foto di altri cani maltrattati, oppure subire io situazioni o persone che mi fanno provare fastidio. È normale; se provo odio e emano odio, mi arriveranno eventi che mi faranno odiare. Questa è una evidente legge universale. Funziona così il cosmo, non è colpa mia.

FUNZIONA DAVVERO IL TUO SISTEMA?

Allorché, dal momento che peraltro non risolvo assolutamente nulla bestemmiando nei confronti di quel carnefice, forse ottengo molto di più mandando amore alla bestiola e a tutto il creato di conseguenza. In pratica, io non divento schiava dell’azione che un’altra persona ha fatto nei confronti di un animale e soprattutto già, ahimè, avvenuta, non reagirò di conseguenza ma agiro’, invece, nel risollevare le vibrazioni di gioia e entusiasmo. Ci penseranno poi loro, tali emozioni, a fare tutto.

Molte persone non comprendendo questo messaggio, cadono nell’accusare di menefreghismo chi la pensa così. Ebbene vorrei rispondere a loro dicendo che chi opera come me, in realtà, compie un lavoro enorme e un grande sacrificio per il bene di quella bestiola, perché mentre alcuni si fermano ad un insulto, o possono anche piangere e disperarsi e strapparsi i capelli, stanno solo buttando fango e immondizia nella meravigliosa dimensione universale nella quale vivono. Chi invece si preoccupa di amarsi e mandare amore sta compiendo un lavoro eroico perché credetemi è il compito più difficile da svolgere. Davvero pochi e rari individui si amano sinceramente e sono certa che non commenterebbero mai a quel modo.

Naturalmente è giusto che ci sia anche questo rancore. Tutto deve essere un equilibrio anche se questo può sembrare assurdo. Ma ci tenevo ugualmente a fare questa riflessione. Nel momento in cui ti si presenta davanti la violenza in tutta la sua forza… tu crea la meraviglia. Crea lo stupore. Solo così l’annienterai. Non è creando ulteriore ira e mettendoti al suo pari che migliorerai la situazione.

VAI DI MAGIA

Voglio sia chiara una cosa: questo non è un discorso buonista. Questa è una GUERRA ma fatta con gli strumenti, a parer mio, più opportuni. Questa è creazione, è energia, non è passività. Ci vuole fuoco, dedizione, coraggio, centratura per fare ciò che ho detto. Ci vuole fatica. Perché a tutti verrebbe da sfogarsi a quella maniera che, per l’appunto, è solo uno sfogo. Una gettata di sporco.

Operare con la propria magia, verso un’azione tanto ignobile, è un lavoro e uno sforzo sacro. Significa annientare il nemico con la sola forza delle proprie emozioni. Con decisione e potenza. Senza salamelecchi, senza benevolenza, ma con tutta la passione possibile (mi auguro ricordiate cosa si intende in realtà con il termine “Compassione” che più volte vi ho spiegato).

Hai visto quella foto? Bene. Ora trasmuta i tuoi sentimenti, quel piombo fallo diventare oro, non lasciarti prendere da quel mostro che ti fa sprofondare negli abissi delle sue sabbie mobili. Non puoi fare altro. Non sei davanti al fatto che si sta compiendo ed eventualmente puoi fermare. Sei davanti ad una situazione che si è già compiuta. Crea la tua magia. Puoi. Comprendi dentro di te quel cane, fallo tuo e risanalo grazie alle onde energetiche delle quali sei dotato.

Prosit!

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E’ Impossibile stare Bene

ESSERE FELICI E’ NORMALE

Lo so che può sembrare assurdo quello che sto per dire ma per molti (quasi tutti)… è impossibile stare bene. Sentirsi bene. Gioire. Soprattutto dopo una sofferenza. Sì, sì… anche se non lo credete. Poi, se mi sbaglio, non posso che essere felice per voi (e per me) ma lasciatemi spiegare che mica voglio fare l’uccellaccio del malaugurio eh?!

Con chi crede questo normale invece vorrei condividere infatti una riflessione che mi è venuta alla mente e  mi ha lasciata alquanto perplessa.

Supponiamo che, quella determinata persona, alla quale io tengo, per esempio, mi tratta male e io soffro a causa del suo modo di fare nei miei confronti. Dopo un po’ mi tratta ancora male e io soffro di nuovo. Poi mi tratta male per l’ennesima volta e io, per l’ennesima volta, soffro. In pratica – dipendo – dal suo modo di fare. Se lei si comporta bene con me io mi sento felice, se lei mi maltratta con sgarbo e superbia, io mi rattristo. Questo accade un po’ a tutti. Pensiamo al rapporto con il nostro partner o con uno dei nostri genitori. Pensiamo ai nostri figli adulti che ci offendono, pensiamo ai nostri colleghi di lavoro. Ci sono persone, nella nostra vita, alle quali “diamo” la possibilità di modificare il nostro stato d’animo.

C’E’ UN VIOLINO DENTRO DI NOI

Bene. Ma, visti gli effetti, io rompo le regole e decido di eseguire un lavoro dentro di me. Se lei riesce a farmi soffrire è perché riesce ad agganciarsi a delle frequenze mie, interne, schiacciando così tasti che io vivo come traumi ma sono miei non suoi. Tant’ è che, il suo medesimo comportamento verso un altro individuo, a quell’altro non comporta nessun disturbo. Ora voi direte – Non c’è lo stesso sentimento – e invece posso assicurarvi che per due fratelli i genitori sono gli stessi e si comportano allo stesso modo con entrambi ma, mentre uno subisce determinati effetti, l’altro non ne subisce alcuno. Al di là di questo però è che dobbiamo vedere quali corde del mio inconscio vengono fatte vibrare.

Detto questo continuo. Come dicevo lei mi tratta di nuovo male e io soffro nuovamente, poi ancora e poi ancora e diventa un loop. Fino al giorno in cui lei mi tratta male, per l’ennesima volta, e io… non soffro per niente. Il lavoro svolto sta dando i suoi effetti e io sono diventata, anche se solo in parte, più padrona di me. Ora, la cosa buffa è che, mentre mi viene da ridere e mi sento felice, mi dico – No… no aspetta… non è possibile. Com’ è possibile ch’io stia bene? Mi ha appena maltrattato e io sto bene? No… è uno scherzo della mente, in realtà sto soffrendo e qualcosa mi illude ch’io stia bene così poi cado e mi faccio ancora più male -. Mon Dieu! Ma vi rendete conto? Vi rendete conto dei giri allucinanti e dei merletti che la nostra mente compie?

TRABOCCHETTO INSIDIATO, DANNO CREATO

Invece occorre comprendere che è proprio l’inverso. È il credere di non essere veramente felici il tranello. Come ad aver paura di toglierci da quella sofferenza. Perché, in fondo, toglierci da quella sofferenza significa effettuare un cambiamento e, i cambiamenti, o più o meno, spaventano sempre. Quei “click!” che partono nel cervello ci lasciano sempre dubbiosi e timorosi. Si sente la gioia e si ha paura a lasciarsi andare perché si ha paura di rimanere poi fregati. Il male è sempre dietro l’angolo, pensiamo, dobbiamo stare sempre in allerta con spade e antenne ben diritte! Abbiamo imparato questo grazie al nostro Istinto di Sopravvivenza. Per poter sopravvivere appunto ma abbiamo esagerato un po’ diramando tale congegno un po’ ovunque nella nostra vita. Senza dimenticare il perverso e celato meccanismo del “io non merito di essere felice”. Uno strano fenomeno che s’innesca già nella prima infanzia e, se non facciamo nulla per cambiarlo, ci accompagna, mortificandoci, per tutta la vita. Non siamo degni di provare quella gioia, di sentirci lievi, senza pesi inutili.

Esiste inoltre il – sentirsi in colpa nei confronti degli altri – cioè: io mi sento bene ma tante persone invece soffrono e non lo meritano di soffrire quindi io sono sbagliata. Toh! Deduzione perfetta!

Ecco, descritti tutti questi balordi tafferugli del cervello, si può stabilire come sia realmente difficile se non impossibile stare bene. Non vi pare? Posso dirvi che a me, tempo fa, è successo. Una sorpresa totale nel momento in cui mi è accaduta quella determinata cosa che da sempre mi faceva soffrire e io invece provavo dentro la gioia. Una gioia piena, grande, reale. Ma appunto così sorprendente da risultare INcredibile.

Continuavo titubante a dirmi – Non è possibile! Non è possibile! Non puo’ essere! – e questa diffidenza non mi permetteva di godere appieno di quell’entusiasmo che voleva pervadermi, non mi permetteva di lasciarmi andare completamente abbandonata in quella pace e in quella soddisfazione. Una sensazione stranissima. Allenarci ad accettare la felicità. Al solo dirlo mi sembra davvero insensato, pazzesco. Eppure… accade anche questo. Ma dobbiamo assolutamente farlo. E’ un nostro diritto. Meritiamo di stare bene.

Prosit!

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Le Frequenze dei Miracoli

In questo blog, a sprazzi, ho parlato spesso del fenomeno spettacolare che accade nella vita di ognuno di noi, oggi studiato anche dalla scienza, riguardante il: cambiare se stessi per cambiare la realtà che ci riguarda ma, questa volta, ho intenzione di dedicare a questo incredibile meccanismo un intero articolo. In realtà ci vorrebbe un libro ma iniziamo da questo post e da un’infarinatura generale. Il termine “incredibile”, che ho usato poc’anzi, è adatto in quanto non ci si crede. Non ci sembra possibile, perché credendo fermamente in questa teoria, si potrebbe realizzare la vita che si vuole e questo sembra davvero un’enorme baggianata. Non sono un fisico, ne’ un maestro spirituale. Quello che vi racconterò è semplicemente ciò che accade e ciò che io stessa ho vissuto ma mi si perdoni se sarò meno tecnica rispetto ad un professionista del campo.

Non siamo solo un corpo. Siamo un corpo con una mente. Una mente che sviluppa dei pensieri, i quali, a loro volta, sviluppano emozioni.

Esempio – Arriviamo a fine mese. Penso di dover pagare l’affitto. Penso che ho pochi soldi e ancora non mi hanno pagato al lavoro. Attraverso questo pensiero, nasce la pre-occupazione e, in seguito, l’emozione: paura.

Le emozioni sono un’insieme di vibrazioni. Immaginiamo le famose “farfalle nello stomaco” o la “suspense” provocata dai film horror così capiamo meglio. Quando l’emozione è forte, o immediata, la si percepisce bene fisicamente, come in questi due esempi, mentre, quando è più lieve la sentiamo meno, ma lei c’è comunque ed esegue comunque il suo lavoro. Quale? Quello, tra tanti, di far secernere ormoni da alcune ghiandole del nostro corpo, a seconda dell’emozione provata e della sua natura e, dose ormonale dopo dose ormonale, ecco accadere come una specie di cristallizzazione dell’emozione stessa. Se io provo spesso paura, vivendo una vita in ansia, secerno più Adrenalina e in modo costante. Irrigidisco quindi più volte i miei tessuti, consumo più Potassio, etc… e tutto questo mi porterà ad avere dei disturbi fisici, più o meno gravi, che metteranno in mostra i miei timori un tempo solo emozionali.

Le vibrazioni di cui parlavo prima, formano delle frequenze e, tali frequenze energetiche, perché che si voglia o meno siamo anche Energia, vanno a collegarsi a frequenze uguali a loro. L’esempio delle Onde Radio è il più calzante e noi funzioniamo esattamente allo stesso modo.

Se pensiamo alle onde FM (a modulazione di frequenza), esse si potranno collegare soltanto ad altre onde FM a causa del fatto che l’antenna ricevente deve essere captata dall’emittente o quantomeno riflessa. Le onde AM invece (a modulazione di ampiezza) si collegheranno tra loro senza trovare ostacoli sul loro cammino attraversando qualsiasi tipo di “barriera”.

Non vediamo con gli occhi le nostre frequenze ma esse esistono, così come non possiamo vedere le Onde Radio ma esse esistono, così come non possiamo vedere ultrasuoni, infrarossi, ultravioletti ma essi esistono.

Detto questo possiamo capire come le frequenze della paura si andranno a collegare alle frequenze della paura. Simili con simili.

Così come il segnale radiofonico “torna indietro” e io posso fisicamente ascoltare, con le orecchie, la mia canzone preferita fuoriuscire dalla radio, allo stesso modo se io emano frequenze di paura esse compiranno questo determinato percorso:

– io emano paura

– le mie frequenze di paura andranno a collegarsi alle frequenze di paura attorno a me

– torneranno indietro moltiplicate da tutte le frequenze di paura trovate nel raggio di azione

A questo punto, senza rendermene conto, ho una dose molto grande di paura, dentro e attorno a me, ed ecco… il miracolo (capirete poi perché di miracolo si tratta). Siamo quindi i creatori (non colpevoli ma responsabili) di questa paura.

Siamo cioè anche i creatori della concretizzazione di questa paura che deve manifestarsi proprio come la canzone alla radio. Ecco così che mi ritrovo a vivere una situazione reale che mi spaventa: posso perdere dei soldi o il lavoro, posso trovarmi davanti ad una persona che mi terrorizza, posso rimanere da sola di notte in un luogo isolato, posso iniziare a capire che il mio partner mi tradisce… non c’è modo, non c’è tempo, non c’è nulla ma la mia paura prende forma. Ho creato questo grazie alle mie forze energetiche in connessione con il meccanismo energetico universale del quale ovviamente faccio parte, come chiunque, come qualsiasi cosa. Siamo delle antenne di ricezione e di trasmissione.

L’Universo non ha altri mezzi se non quello di permettermi di creare tale manifestazione realmente per vedere cosa ho dentro, cosa si nasconde dentro al mio inconscio. E, nominando l’inconscio, tocco un tasto dolente. Infatti, io creo gli avvenimenti della mia vita con tutta la mia mente (con le emozioni che sono create dai pensieri che sono creati dalla mente) ma, della mia mente, io conosco in modo conscio solo il 5% circa. Il 95% nascosto (iceberg) esiste e crea anch’esso ma io non lo conosco, così, quando mi capita qualche evento spiacevole trovo davvero difficile poter credere di essere stata io a crearlo (crearmelo).

Ora però arriva il bello perché come riusciamo a creare, anche senza rendercene conto, eventi per noi “brutti”, allo stesso modo possiamo creare quelli belli ecco perché possiamo parlare di miracoli.

La realtà risponde sempre proprio come le onde FM e AM, sta a noi sintonizzarci alle giuste frequenze. Ora è sicuramente più chiara la frase – Non c’è nulla là fuori – proprio perché tutto è dentro di noi e nasce dentro di noi. Se cambiamo noi, cioè se mutiamo le nostre frequenze, cambia tutto il mondo, cioè il mondo risponde in base alle nostre frequenze.

Se emaniamo gioia, risponde la gioia, e può farlo attraverso persone, animali, eventi, manifestazioni di ogni tipo ma, attenzione, deve essere una gioia vera, intrinseca, non solo una facciata. A rispondere è ciò che davvero proviamo. Non possiamo prendere in giro ne’ noi stessi, ne’ l’Universo (è impossibile mentire semplicemente perché riflettiamo ciò che siamo e non qualcos’altro).

Le situazioni incomprensibili dobbiamo capire che, in realtà, portano anch’esse un messaggio come tutte le altre. Ogni cosa che viviamo vuole farci vedere qualcosa ma che, per evolvere, non è importante comprendere. E’ importante invece notarlo e, nel caso, trasmutare le frequenze da negative a positive. Il messaggio c’è sempre però, anche se incomprensibile e anche se quell’avvenimento può sembrarci assurdo, fastidioso, orribile.

Il meccanismo del quale parlo non ha parti emotive (lui no!) per cui non sente dolore, non prova vergogna, non si stupisce, ne’ si infastidisce. E’ la nostra mente che percepisce tutte queste sensazioni ma l’Universo invece rispecchia soltanto.

Quindi è importante trasmutare per poter vedere in quello “specchio” sempre cose piacevoli.

Per comprendere invece il messaggio, anche se non ci si riesce sempre, bisogna andare oltre, guardando con altri occhi, senza soffermarsi a quelle che sono le sensazioni umane di superficie date da abitudini, morale, traumi, educazione, cultura, etc…

Esempio – Se io subisco un furto non significa solo che qualcuno mi ha rubato qualcosa. Potrebbe significare anche che io, a mia volta, rubo cose agli altri (il loro tempo, il loro sapere, il loro affetto…), oppure significa che sono troppo gelosa delle mie cose (sono vittima del demone della possessività), oppure ancora, ho paura di essere derubata e ciò si concretizza.

Per capire qual’è il messaggio giusto serve guardarsi dentro facendo una lunga introspezione e dotarsi di una grandissima dose di umiltà e di sincerità.

Sembra strano ma anche quel furto lo abbiamo creato noi per imparare, per evolverci, per scendere nelle nostre viscere, buie e vischiose, e osservare le nostre ombre e poter un giorno giungere alla luce in connessione con il Divino.

Senza però andare a toccare tasti così dolenti, proviamo a parlare di una persona che conosciamo ma che ci sta antipatica perché magari è troppo aggressiva nei nostri confronti. E’ inutile sprecare energie per cambiare lei. Non serve a nulla. Lei ci sta praticamente mostrando la rabbia che è in noi. Una rabbia celata, repressa o magari evidente ma comunque coltivata in noi. In quel momento, quella persona, è come se fosse per noi un Maestro (se scaturisce un’emozione s’intende) e soltanto trasmutando la nostra collera in gioia, o eliminandola, possiamo far cambiare quell’individuo nei nostri confronti. E succede realmente. Lui è obbligato a comportarsi così perché riflette esattamente ciò che noi siamo dentro come viceversa noi riflettiamo lui. Si diventa spettatori di cose che fino a ieri credevamo impossibili. Per questo, ripeto, si parla di miracoli.

Prosit!

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L’Innamoramento – il Riflesso della tua Bellezza

Negli ultimi anni, attraverso movimenti sempre più concentrati alla ricerca del benessere interiore e alla connessione dell’Uomo verso il Divino, si è iniziato a parlare molto dell’”amore incondizionato”, quello stato d’essere, difficile da raggiungere, in quanto, completamente centrato all’offrire senza desiderare di ottenere nulla in cambio (…ma non solo). Questa filosofia di pensiero, in molte persone, ha iniziato a far crescere in loro una sorta di denigrazione nei confronti dell’Innamoramento tanto che, hanno iniziato a definirlo: periodo fatuo, abbagliante, ma che niente aveva a che vedere con il vero amore.

Che non abbia nulla a che vedere con il vero amore, del quale tanto si parla, è vero ma, l’Innamoramento, è una fase della vita di una persona molto importante e che non sottovaluterei.

Al di là del fatto che permette al nostro organismo di secernere ormoni utili al nostro totale star bene, sia psicologico che fisico (a effetto bomba di salute!), l’Innamoramento ci offre la possibilità di vedere, chiaramente, una particolare bellezza: la nostra.

Come spesso vi ho detto, le persone che incontriamo nella nostra vita, se causano in noi delle emozioni (positive o negative) sono degli specchi che riflettono, nel bene e nel male, quello che abbiamo dentro e che, nascosto, non riusciamo a vedere.

Quando ci innamoriamo di una persona (ricordatevi che ogni incontro è sempre voluto dalle anime in qualche modo che un giorno spiegherò) i primi tempi, vediamo di lei soltanto i lati positivi e la consideriamo meravigliosa. Ebbene, non stiamo facendo altro che notare la meraviglia che c’è in noi ma, di questo, non ne siamo consapevoli.

Dopo qualche tempo, andando a scavare e iniziando a vedere tutto, strato dopo strato, subentrano quelli che definiamo – difetti – e ci scontriamo con i comportamenti dell’altro che troviamo spiacevoli. Questo accade perché quella persona è giunta a noi proprio per mostrarci anche le nostre zone d’ombra e ciò che di noi non sopportiamo e non vogliamo vedere ma non dobbiamo dimenticare quanta meraviglia abbiamo visto prima, intorno a quelle caratteristiche negative, della nostra parte intrinseca.

L’Innamoramento non è un adescamento, ne’ un tranello, semplicemente, dopo averti mostrato tutta la bellezza che risiede in te vuole permetterti di smussare quegli spigoli bui che intaccano, della tua bellezza, la totalità. E’ invece proprio dopo la fase dell’Innamoramento che, se non si prova più piacere, ci si lascia come coppia e questo accade perché non si riesce o non si vuole osservare oltre, più in profondità.

Non dico che con una persona, con la quale non si sta bene, bisogna rimanere fidanzati lo stesso ma prima di chiudere la relazione bisognerebbe essere consapevoli e consci di quello che il partner ci ha fatto vedere e lavorarci poi sopra cercando di trasmutare quel metallo poco pregiato, dentro noi, che gli alchimisti chiamano piombo. Trasmutarlo in oro.

La forza per eseguire questo duro lavoro di trasformazione possiamo trovarla proprio ricordando e rivivendo quella bellezza che avevamo notato all’inizio e che se riusciamo concretamente a considerarla appartenente a noi ci regala la giusta carica e il giusto entusiasmo per migliorare, o meglio, per evolvere.

E’ un duro lavoro perché è molto difficile ammettere che ora, quella “bruttura” che vediamo nell’altro ci appartiene come la bellezza notata prima. Ci vuole molta umiltà per riconoscere che la rabbia dell’altro, o il suo menefreghismo, o il suo fastidio, o la sua paura, etc… è dentro di noi e, spesso, anche volendo, non riusciamo a riconoscere queste qualità perché celate nel nostro inconscio ma credendo al fatto che quello è un riflesso potremmo allora fare miracoli su noi stessi.

L’Innamoramento è lo stato d’essere di un incontro sacro e non è assolutamente da sottovalutare perché smuove energie che altrimenti non conosceremmo.

Quando incontri qualcuno ricorda che è un incontro sacro. Come lo vedi, ti vedi. Come lo tratti, ti tratti. Come lo pensi, ti pensi. Ricorda che attraverso di lui o ti perderai o ti ritroverai – (Franco Battiato)

Permette di vibrare in frequenze che, più vivaci e gaie di quelle dell’amore, hanno la capacità di aprire porte di connessione come scosse impetuose. Funzionano come scintille, come le vibrazioni dei mantra ma in modo più veloce ed energico.

Che ruolo svolge il mantra?

E’ un discorso lungo, sia spirituale che tecnico, che non approfondirò in questo articolo ma, grazie allo stato fisico e psichico in cui il mantra ci fa scivolare è da immaginare come un picozzino che spacca, giorno dopo giorno, barriere dentro di noi che non ci consentono la totale connessione al Divino.

Le frequenze dell’Innamoramento non sono più forti di quelle dell’Amore (con la A maiuscola) semplicemente svolgono una determinata funzione. Hanno un loro compito. Il voler crescere e passare dall’Innamoramento all’amare, filosoficamente parlando, è un altro discorso, non alchemico, e comunque è una scelta di chi lo vive.

L’Innamoramento è una sensazione che fa parte di noi e come tale non va considerata negativamente, sarebbe come disprezzare un qualcosa che siamo in grado di fare, di creare, per altro in correlazione energetica con un altro essere, sovente, un connubio incredibile, pertanto, dobbiamo amare profondamente quella fase della nostra vita.

La consideriamo finta quando non ne sappiamo coglierla bellezza e l’utilità perché, troppo mentali e materiali, non riusciamo a vedere con gli occhi dell’anima (con gli occhi di Dio). Andando oltre l’ovvio. Espandendo le nostre capacità. Può lasciare l’amaro in bocca, non lo nego, ma trovo sbagliato osservarne soltanto la parte ombrosa e superficiale.

Quello che consideriamo un offuscamento, assume il valore di un offuscamento se valutato solo attraverso il ragionamento. Se le stesse frequenze che proviamo durante l’Innamoramento (e sto andando oltre le famose farfalle nello stomaco) le provassimo ogni volta che intendiamo realizzare una magia diventeremmo maghi nel giro di pochissimo tempo.

Focalizziamoci su quella energia. Proviamo a percepirla ogni volta che vogliamo chiedere qualcosa all’Universo anche se è difficile perché non abbiamo niente e nessuno nel quale riflettere lo splendore che ci caratterizza. Non siamo in grado di vederlo in noi purtroppo… perciò… innamoriamoci e benediciamo questo momento!

Prosit!

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Parenti-Serpenti per fortuna Presenti

La Legge della Risonanza o dell’Attrazione dice (e dimostra) che noi otteniamo ciò che sentiamo. Vale a dire che se io mi sento veramente ricco, nella parte più viscerale di me, provo davvero, realisticamente, la sensazione che la ricchezza può donare (cosa veramente difficilissima da sentire), qualche strano meccanismo universale mi darà abbondanza a profusione affinchè, il mio stato d’essere e di percepire, si possa concretizzare divenendo realtà.

Non si otterrà pertanto ciò che si pensa o ciò che si desidera, ma ciò che si prova proprio nel profondo che è, solitamente, molto diverso da quello che la mente vuole farci credere.

Questo è naturalmente un lavoro molto faticoso per noi, sentirsi ricchi intendo, perché se siamo poveri o se ci hanno insegnato che per essere ricchi occorre essere fortunati e nascere in una ricca famiglia, il nostro inconscio risulta inquinato da queste affermazioni e… ciao Pippo!

Sul vero o sul falso di queste teorie e sul come fare per allenarsi in tali dinamiche, ho già scritto diverse volte quindi, oggi, passerò oltre, andando a toccare un altro tasto.

Supponiamo quindi che, dopo varie ed estenuanti esercitazioni, si riesca davvero a credersi così e si possa quindi iniziare a ricevere. Ad un certo punto riusciamo realmente ad avere fiducia nell’Universo e a percepire una sorta di ricchezza in noi comportandoci come se avessimo un mucchio di soldi. Ecco che, a quel punto, dopo tutto il gran lavoro svolto, proprio mentre stiamo mettendo il piede nella casella “arrivo”, giunge il parente di turno e, tutto preoccupato, ci dice: – Guarda che devi cercare di guadagnare di più perché altrimenti così non puoi farcela! -, – Spegnila ‘sta luce in sala se sei in cucina che poi devi pagare una cara bolletta! -, – Ne hai appuntamenti in ‘sti giorni? Riesci ad arrivare a fine mese? -, – Per il bambino hai tutto? Ti serve qualcosa? Dimmelo eh! Che te li do io i soldi -.… Azz…. E si ricade giù, al punto di partenza.

Benedetti parenti!

Ovviamente la loro è pura e sincera preoccupazione, senza colpa alcuna, dettata dall’affetto che provano per noi ma, così facendo, non sanno che stanno alterando il nostro stato d’essere. Lo stanno alterando perché ci intossicano di frequenze negative, perché contribuiscono a formare per noi un futuro povero, perché nutrono verso di noi pre-occupazione anziché abbondanza e armonia, etc, etc…

Ho fatto l’esempio dei soldi ma vale per qualsiasi cosa. Per la salute, per i rapporti sociali, per la vita di coppia, per tutto.

Non mi se ne voglia per il titolo. Anche i miei parenti si comportano in questo modo e li amo sopra ogni cosa, a dismisura, e guai non li avessi nella mia vita.

Il Serpente è stato identificato come simbolo delle tentazioni. Le tentazioni sono maliziose, s’insinuano, nella nostra zona più intrinseca, senza che noi nemmeno ce ne accorgiamo. Strisciano proprio silenti come una serpe. La tentazione del lasciarsi andare, di cadere nel tranello del “Cavoli… non ho abbastanza soldi” oppure “Cavoli, se mia madre è preoccupata forse è bene che inizi a preoccuparmi anch’io” è davvero molto molto inequivocabile.

Posso resistere a tutto tranne che alle tentazioni – (Oscar Wilde)

E’ una tentazione perché tenta di portare ad una tranquillità che, fisicamente ed economicamente, si può anche trovare ma, se si fossero seguiti altri impulsi, forse, si poteva stare ancora meglio. Diecimila volte meglio. Ma la paura a livello generale, e la paura del dolore, sono enormi.

Lo capisco bene. Sono umana anch’io. Dico solo che bisognerebbe difendersi da certe negatività e continuare a pensare positivo.

Sorridi e la vita ti sorriderà – (cit.)

Non si può certo zittirli o maltrattarli. Il loro modo di fare è tanta manna, siamo circondati da persone che ci vogliono bene ed è bene essere grati a loro di conseguenza. Sono le nostre colonne. E saranno loro, sempre ben disposti, a darci una mano qualora gliela dovessimo chiedere. L’unica cosa dunque, che possiamo fare, è proteggerci. Proteggerci dalle loro onde. Sempre che, parlandoci insieme, non capiscano che sarebbe più salutare per noi un altro tipo di comportamento.

Far capire a chi ci sta vicino di non sovraccaricarci di timori e di ridere lietamente e con serenità, immaginando il nostro futuro rosa, non è offensivo, e sicuramente farà bene anche a loro, oltre che a noi, e si acquieteranno i loro animi.

Si può davvero comunque, nell’eventualità, creare una specie di scudo con la nostra immaginazione. Uno scudo “vero” che, come una coperta atta a proteggere, non lascia passare quelle frequenze e, naturalmente, ci si deve allenare in cuor nostro a risalire di frequenze dopo che il parente è andato via.

Ciò che le nostre orecchie ascoltano, o i nostri occhi vedono, viene immagazzinato nel cervello e finisce nell’inconscio. A noi sembra non vederlo più, non percepirne l’esistenza e crediamo sia andato via da noi. Crediamo non ci abbia neanche sfiorato. Ma invece è lì. Latente. Ormai c’è. E inizia lentamente a lavorare come un semino. Attraverso i nostri modi, del vivere la vita, possiamo nutrirlo e farlo crescere oppure, appunto, possiamo ridimensionarlo, facendolo diventare sempre più piccolo, o facendolo scomparire davvero del tutto, prima o poi.

Nel momento quindi in cui qualcuno ci dice – Per il bambino hai tutto? Ti serve qualcosa? Dimmelo eh! Che te li do io i soldi – s’innesca in noi una specie di ordigno che, come la goccia cinese, ogni giorno ci suggerirà “ Sei sicuro che a tuo figlio non manchi nulla? Ce la farai a comprargli sempre tutto quello che gli serve? E un imprevisto? Riusciresti ad affrontarlo?” fino allo scoppiare della bomba che potrà essere anche solo un malessere che percepiamo e che non riusciamo a riconoscere ma che comunque non ci farà vivere bene.

In ultimo, qualche suggerimento ai parenti. Le frasi migliori da dire sono:

– Ah! Che meraviglia! Tutto è perfetto e va’ alla perfezione –

– Se c’è un problema c’è anche una soluzione altrimenti non c’è nessun problema –

– Devo andare al negozio, ti serve qualcosa? –

– Quanti clienti hai questa settimana? Due? Allora non c’è il due senza il tre! –

– Avevo pensato di prendere al bambino un paio di pantaloni blu che mi piacciono molto, secondo te possono piacere anche a lui? –

Insomma, inventate. Inventate sempre al positivo, e senza mai usare termini di negazione o che inducano a pensare alle negatività. E cercate di mantenere sempre un’espressione sorridente e allegra.

Prosit!

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Attento a quello che chiedi e a come lo chiedi

Che ci crediate o no, la Legge della Risonanza, conosciuta anche con il nome di Legge dell’Attrazione, esiste davvero.

Cioè, non è che esiste o che funziona, è così. Punto. Il mio non vuole essere estremismo o assolutismo e, al di là dell’aver provato sulla mia pelle tali effetti, il discorso più preciso è che appartiene ed è formata da una serie di meccaniche scientifiche indiscutibili. Lo diceva persino il buon Einstein spiegando come funziona l’energia e soprattutto cosa sono le frequenze che emettiamo e come ritornano a noi. Ho scritto molto su questo argomento e, in questo blog, potrete farvene un’idea.

Tutto è energia e questo è tutto quello che esiste. Sintonizzati alla frequenza della realtà che desideri e non potrai fare a meno di ottenere quella realtà. Non c’è altra via. Questa non è Filosofia, questa è Fisica – (Albert Einstein)

Detto questo, che equivale a crearsi la realtà ogni giorno, ovviamente si vede come l’Universo può rispondere, automaticamente, dandoci quello che chiediamo. In realtà, come ho già detto spesso, non è quello che chiediamo, o che vogliamo, che si concretizza a noi ma quello che siamo nella nostra parte più intrinseca.

Non ti arriva ciò che vuoi ma ciò che sei – (cit.)

Ossia, se io voglio dimagrire, e faccio di tutto per dimagrire, ordinando anche all’Energia Cosmica di farmi dimagrire ma, nel mentre, dentro di me, sono convinta di essere grassa, brutta e di non riuscire a perdere nemmeno un etto, non dimagrirò.

A vibrare, connettendosi con l’Energia Universale e divenendo un tutt’uno con essa infatti, sono le frequenze che appartengono alla nostra parte viscerale e non quello che formuliamo con i pensieri o con la voce, a meno che i pensieri non scaturiscano un’emozione, perché sono proprio le emozioni (viscerali appunto) a fare tutto.

Compresa questa regola, viene chiaro capire come sia possibile provare una sensazione e questa, in seguito, si manifesta. In mille e diversi modi, ma si manifesta. Sempre. Perché sempre risponde. E’ come uno specchio che riflette. Senza aggiungere o togliere nulla.

Quindi, io posso chiedere, sentendo dentro di me una cosa, e quella arriva. Attenzione però a come si chiede. Per l’Universo non è difficile rispondere e, in esso, non esiste empatia o sensibilità. Vuoi dei soldi? Credi fermamente di ottenerli? Li senti nella pancia? Vivi come se già disponessi di quel denaro? Bene, secondo le Grandi Leggi lo avrai, ma non si preoccuperanno del come. In un modo o nell’altro lo avrai e…. questo è il brutto! Si! Pare assurdo vero?

…..Mi si avvera un sogno ed è brutto? Com’è possibile?

Mi spiego. Nel momento in cui io chiedo dei soldi, qualcosa di immenso e incredibilmente complesso si mette in moto affinchè io possa ottenerli. Come? …….. magari muoiono i miei genitori e io eredito il loro patrimonio. Ecco lì. Accidenti non ci avevo pensato. Ora ho i soldi che volevo ma non ho più mamma e papà. All’Universo poco importa. Non prova i nostri affetti.

Naturalmente questo esempio vuole esagerare ed estremizzare anche un po’ l’argomento per farvi comprendere. Ma è vero, bisogna imparare a chiedere perché, molto più di quello che possiamo credere, il risultato che otteniamo può recarci dolore, dure prove e sofferenze, anziché il piacere del quale ci eravamo convinti e già pregustavamo. E’ vero anche che ci sono diversi esercizi da fare e una sorta di protezioni esistenti che ci insegnano ad incanalare al meglio la richiesta, ma il tema principale di questo articolo vuole proprio porre l’attenzione su quella che è una questione fondamentale ma che purtroppo, molto spesso, viene sottovalutata. E poi si sta male.

Alcuni esempi:

– Voglio dimagrire! E diventi “anoressica/o” (che non vuol dire che sei diventata/o anoressica/o perché l’hai chiesto. Non imbrigliamoci in questi meandri complessi e rimaniamo nel rispetto totale di chi soffre di questo disturbo).

Molto meglio proclamare: Voglio perdere un solo kg! E poi dopo averlo perso, volerne perdere un altro, con calma, e così via. Tanto non è che l’Universo si “scarica” eh?

– Voglio un naso bello dritto e piccolino. Et voilà che prendi una trona e finisci al reparto maxillo-facciale dove ti rifanno il naso completamente.

Molto meglio essere precisi. Anche la più piccola parola (sensazione) viene percepita. Davanti ad uno specchio, anche il più minuscolo pelucco di lanugine, viene rispecchiato. E l’Universo è uguale.

– Voglio un lavoro entusiasmante e che mi offra ogni giorno nuove possibilità! E ti tocca partire in giro per il mondo abbandonando la tua famiglia e i tuoi luoghi natii.

Molto meglio stabilire dove, quando, come e perché, se si vuole essere sicuri di non stravolgere completamente la propria vita.

Tutto questo nasce perché bisogna capire molto bene il valore della Responsabilità. Soprattutto la Responsabilità del nostro chiedere. E’ troppo comodo chiedere alla rinfusa. Così come siamo responsabili di noi stessi, e della nostra vita, dobbiamo imparare ad essere responsabili di ciò che vogliamo perché ciò che vogliamo formerà, in seguito, giorno dopo giorno, proprio la nostra vita.

Prestate dunque attenzione.

Ci sono inoltre studiosi che affermano sia giusto applicare anche alcune regolette come, ad esempio, quella di non utilizzare mai termini di negazione nella richiesta stessa. Ad es. – Non voglio più ingrassare -. Pare che la negazione “non” faccia perdere il valore del desiderio, ma non solo. Enunciando il volere in questa maniera, la nostra mente (che poi creerà l’emozione), si focalizza sul termine “ingrassare” e così si ingrassa. Conviene quindi esprimersi sempre al positivo, utilizzando il più possibile le parole più adatte sulle quali, se anche dovessimo focalizzarci sopra, non succede alcunché di male. Credetemi non è semplice. Io, cerco di seguire questo metodo ma non sono così tassativa. Ci sono casi in cui la negazione può anche starci, in quanto, ripeto, la cosa principale è quella che si prova al nostro interno. Nel cuore. E’ l’emozione che facciamo scaturire.

Per esempio, io adoro la citazione “NON DUBITARE MAI”. Una frase cortissima che contiene ben due negazioni, “non” e “mai”, e un verbo non proprio positivissimo, “dubitare”. Eppure, ogni volta che la penso, anzi, che la provo, con tutta me stessa, mi fa stare bene, fa fluire in me grande gioia. Sorrido. Mi fa sentire protetta e aiutata dall’Universo e mi riempie d’entusiasmo. Un entusiasmo così potente che mi permette di emanare frequenze positive, le quali, a loro volta, attrarranno a me altre frequenze positive. E’ ormai per me un motto e posso assicurarvi che funziona. Se la frase, o il pensiero, riescono a farci provare tali emozioni, allora va tutto bene. Questo è lo spirito giusto.

Nel caso inverso, siate pronti a sostenere quella che è il seguito della Responsabilità, vale a dire, l’Accettazione. Accettare ciò che ci accade. E anche se tutto quello che accade è perfetto, spesso non è molto bello da vivere.

Prosit!

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Non alimentare le Energie Negative!

Credimi, non sono cinica, non sono menefreghista. Non avrei aperto un blog come questo con l’intento di aiutare le persone a vivere un po’ meglio, osservando anche altri punti di vista, se fossi una che se ne frega del dolore degli altri (cazzarola). Perciò, il mio appello di oggi, non prenderlo per impassibilità, o per indifferenza. Non ti chiedo di essere d’accordo con me, ti chiedo solo di riflettere.

Ti ho detto, più e più volte, che tutti noi emaniamo un’energia. Quest’energia viene emessa attraverso delle frequenze invisibili che vanno a collegarsi a frequenze simili a loro, attratte da loro, e ritornano a noi attraverso una specie di porta aperta, connessa con l’energia universale che ci circonda. Questi argomenti non li ho inventati io, li spiega la fisica, lo diceva Einstein e molti altri assieme a lui. Scienziati (perbacco!), gente che queste cose le ha dimostrate, puoi vederlo tu stesso attraverso internet. Informati!

Tutto è energia e questo è tutto quello che esiste. “Sintonizzati” alla frequenza della realtà che desideri e non potrai fare a meno di ottenere quella realtà. Questa non è filosofia, è fisica – (Albert Einstein).

Cosa accade quindi in parole molto povere? Accade che se noi emaniamo una “brutta” energia attraverso: la sofferenza, la rabbia, il fastidio, la paura e altre emozioni negative, stiamo arricchendo l’energia cosmica di queste sensazioni. Stiamo riempiendo, quello che chiamiamo “vuoto”, attorno a noi, di sofferenza, di rabbia, di fastidio, di paura e di altre emozioni negative. Esse, come dicevo prima, andranno a collegarsi con le stesse frequenze e torneranno indietro.

Non hanno il mirino. Fluttuano nell’aria. Colpiranno poi di nuovo te, ma anche me, e anche l’altro e così via. Così come quelle di quell’altro verranno a colpire me e colpiranno anche te. Una ragnatela.

La stessa cosa ovviamente accade con le frequenze positive. Tanta manna! Questo è importante. Possiamo costruire una ragnatela di frequenze positive. Si! 

Detto questo, immagina ora cosa succede quando sentiamo parlare della guerra, quando accade un fatto tragico nel mondo, inspiegabile e orrendo per noi. Quando ci vanno di mezzo bambini e vittime innocenti. Quando l’uomo mostra il suo lato più disgustoso, o la natura, apparendo senza pietà, distrugge mille vite. Ci rattristiamo, ci arrabbiamo. E’ ovvio, non possiamo farne a meno. E sentiamo di dover dimostrare la nostra tristezza e la nostra rabbia.

Se non facessimo così passeremmo per cinici. Addirittura potremmo sentirci complici dei barbari evitando di provare lo stesso dolore che quelle persone come noi, nostri fratelli, hanno provato. Ci sentiamo connessi empaticamente. Se non facessimo così, la nostra coscienza la sentiremmo sporca. E quindi?

E quindi alimentiamo ulteriormente l’energia negativa che regna sovrana su quel fattaccio. Ce ne prendiamo un pezzo anche noi, e l’ampliamo, cosicché mitighiamo un po’, forse, la sofferenza altrui senza renderci conto però che, così facendo, colmiamo nel mentre l’energia attorno di tutte queste emozioni negative che colpiranno… te, me e anche l’altro. E’ sempre una ragnatela.

E come si manifestano poi queste energie negative colpendoci a loro volta? Come prendono forma? E’ semplice: altre guerre, altre barbarie, altri devastanti regali da Madre Natura. Tutte situazioni scientificamente ovvie, quelle naturali intendo, e che devono accadere come sono sempre accadute negli anni e nei secoli passati. La terra trasmuta, si riforma, è viva, ha i suoi movimenti e poco gli importa di noi, lei fa pulizia. Ma questa terra è anche viva. Facciamo parte di lei. La sua energia è collegata alla nostra come la nostra a quella di lei. Come l’allattamento a un figlio, nel quale c’è uno scambio di latte e amore. E come la nutriamo noi Madre Terra emanando emozioni negative a dismisura? Le facciamo male. La nutriamo nel modo più sbagliato che c’è.

Il fuoco non si spegne con il fuoco. Occorre l’esatto opposto: l’acqua. Punto. Su questo siamo tutti d’accordo. Cosa può combattere e distruggere la sofferenza quindi? Il suo opposto: un sorriso. La gioia.

Sembra assurdo lo so. Muoiono cento vite innocenti e noi sorridiamo. E’ come bestemmiare. In realtà è una soluzione incredibilmente potente. Sorridere non significa denigrare il fatto, fregarsene, godere della morte altrui. Significa soltanto trasmutare quell’energia negativa in positiva affinché le cose migliorino. Trasformare in silenzio, e nel totale rispetto, la tristezza e la rabbia in… Amore.

Trasformandole in amore si avrà amore. Alimentando le altre si avranno le altre. Per l’Universo è molto semplice.

Davanti alla notizia di una guerra prova a scendere nei tuoi silenzi e prova, in modo alchemico, a modificare quella sensazione da negativa a positiva. Esiste un potere infinito dentro di noi e non vogliamo metterci in testa che siamo co-creatori della realtà. Lasciamo la disperazione e l’angoscia a chi è stato toccato da vicino. Noi, tutti intorno, più forti, meno colpiti dall’evento, proviamo a creare una fantastica luce di benessere. Per alleviare i cuori e per bloccare altri fatti tragici.

Ricordi il terremoto di quest’anno? Ricordi Amatrice? Le parole del Sindaco Sergio Pirozzi? – Non so se abbiamo fatto qualcosa di male, me lo chiedo da ieri, un metro e mezzo-due metri di neve e ora pure il terremoto. Che devo dire? Non ho parole. Da settanta anni non nevicava così. Proviamo a rialzarci, tanti sacrifici, poi la scossa del 30 ottobre, poi la più grande nevicata dagli anni 50, le temperature più basse degli ultimi 25 anni. Tutto insieme -.

Esatto. Tutto insieme. Senza sosta.

L’Italia era spaventata dopo gli altri terremoti degli ultimi anni, era afflitta, sofferente e, guarda caso, senza sosta, un accanimento micidiale. E naturalmente mica si poteva gioire a vedere quelle persone senza più niente, senza nemmeno più speranza. No, gioire no, ma potevamo forse donare della sana energia senza ampliare quella infelice. Tristezza sui social da tutto lo Stivale ma soprattutto….. Paura!

Si leggeva soltanto “E se adesso viene anche da noi il terremoto? E se adesso viene anche da noi il terremoto? E se adesso viene anche da noi il terremoto?”

E se quando si dice che creiamo la nostra realtà ci si credesse un po’ di più?

Chiedi e ti sarà dato – …diceva qualcuno molto tempo fa…

Ma io non chiedo un terremoto! – dirà qualcun altro.

Si che lo stai chiedendo. Lo stai immaginando. Lo stai creando. Tu, così come altre mille persone assieme a te. Vuoi mettere la forza che prende un tale pensiero? La potenza che può avere? E’ sotto ai tuoi occhi. Osserva.

Il termine “accanimento” dovrebbe farti ragionare. Attacchi terroristici, piaghe, disgrazie… quando tutto sembra non fermarsi, non avere fine… Rifletti.

Mi verrebbe da dire una frase banale – Tanto non è che pensando in negativo risolvi la situazione… – e non la dico, mi sembra sciocca e fuori luogo. Citerò solo la sua seconda parte – …e allora pensa positivo, mal che vada hai creato dentro di te e in chi ti sta attorno… un po’ di gioia. Che ce n’è sempre bisogno, ed è la cura migliore per ogni male -.

Ogni volta che senti una brutta notizia, modificala dentro di te. Non ingigantirla, non darle potenza. Rendila in qualche modo positiva, riempila di gioia anche davanti alla morte, anche davanti alla violenza. Solo così, a mio umile avviso, puoi fare qualcosa di davvero utile. Hai la magia dentro di te per farlo, tutti ce l’abbiamo. E se vuoi fare ancora di più, datti da fare. Vai da quelle persone, chiedi se hanno bisogno di te, offri anche solo una carezza, ma con l’amore dentro. Senza rancore, senza disperazione, solo amore.

Prosit!

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