Una Vita di M….

A COSA TI FA PENSARE QUELLO CHE VEDI O VIVI?

Le filosofie che studio e che seguo m’insegnano come l’Universo, non avendo altri mezzi a sua disposizione per mostrarmi le pagine della mia vita o per darmi suggerimenti, mi mette davanti persone o situazioni in grado di recarmi quel determinato messaggio. Tutto sta nel saperlo tradurre. Ed è difficile. Quello che c’è nel nostro inconscio, ossia la parte sott’acqua del famoso iceberg, non riusciamo a vederlo. Per questo, spesso, ci accadono eventi incomprensibili per noi, ma possiamo osservare quello che viviamo per comprendere cosa si cela in questo grande magazzino degli arcani.

Questa specie di operazione è fattibile in ogni momento della nostra vita. Senza impazzire nell’assolutismo o nell’estremismo, basta cogliere il senso più significativo. Quindi, anche mentre camminiamo per strada, possiamo notare tutto quello che si cela all’interno di noi come se la realtà che viviamo è uno specchio che riflette.

Per questo oggi voglio raccontare la storia di M. prendendola come spunto per riflettere. Per una riflessione atta ad aprire le vedute e poter notare quante cose esistono dietro a quello che consideriamo solitamente un semplicissimo “fatto”.

UN NUOVO TIPO DI “OSSERVAZIONE”

M. é una ragazza sulla quarantina. Oggi fa l’educatrice in un Asilo Nido ma, da giovanissima, per mantenersi, è stata l’addetta alla pulizia dei gabinetti in un grosso Autogrill.

M. ha anche avuto un cane e un figlio. Questi accenni sulla sua vita, che sembrano non avere nulla a che fare l’uno con l’altro, è bene che ve li spieghi così da mostrarne il filo conduttore.

Il filo conduttore in questione tratta di: feci e urina.

Ebbene sì.

Nei bagni dell’Autogrill si può facilmente capire che cosa ogni giorno M. era obbligata a vedere e pulire. E anche adesso, che lavora al Nido, ha sempre a che fare con questi “regalini”, ma non solo. Il cane che aveva, per fortuna di piccola taglia, aveva l’abitudine di sporcare in casa e lo stesso figlio di M. fu un vero disseminatore di pupu’ e pipì una volta raggiunta l’età del – togliamo il pannolino -. Per M. cane e figlio erano una sorta di dramma.

Ora, i significati di tutto questo o delle varie cose prese singolarmente, possono essere molteplici ma, in questo post, le racchiudo assieme e mi riferisco ad M. soltanto, senza soffermarmi sul bimbo o sull’amico a quattrozampe che, anche loro, avevano e hanno il loro percorso.

Vedere, o avere a che fare sovente con feci e urina, cose che non apprezziamo e che indichiamo come qualcosa che – ci fa schifo – può significare lo schifo che proviamo nei confronti della vita. Un qualcosa di disgustoso verso l’esistenza risiede in noi e, lo specchio, ce lo mostra alla sua maniera. Qualcosa proprio non ci piace. Quando vedo quei negozi pieni di escrementi di cane e di gatto davanti alla vetrina, nonostante ci siano anche dinamiche territoriali e abitudinarie da parte dell’animale (tutto è da includere) penso che, probabilmente, il gestore di quell’esercizio reputi poco bella la propria vita e sia fondamentalmente una persona infelice o arrabbiata. Questo ovviamente non vuole essere un giudizio ma solo un punto di vista, forse nuovo, per alcuni. Ebbene sì, anche se di rado, capita anche a me di vedere certi spettacoli e devo ammettere che in quei periodi mi riconosco scontenta o disgustata da diversi eventi che mi sono successi.

LA VITA NON PARLA UNA SOLA LINGUA

Ma cacca e pipì rappresentano schifezza solo per noi umani. In realtà, da altre creature e dalla Terra stessa, sono doni molto apprezzati che, addirittura, in certi casi, vanno a nutrire altre forme di vita perciò risultano indispensabili.

Quindi la loro vista può anche simboleggiare la generosità. Essendo che però, ai nostri occhi, ciò è sempre visto con disprezzo, e l’Universo questo lo sa, perché così è scritto nelle nostre memorie, l’insegnamento suggerisce che, probabilmente, si è poco generosi e quindi si è persone che disprezzano (esagero) chi è bisognoso di aiuto. Cioè persone che, anziché dare, volgono la faccia dall’altra parte.

Un altro significato simpatico da parte degli escrementi parte da quello che essi sono: scorie. Gli escrementi sono parti di cibo e sostanze dell’organismo delle quali l’organismo stesso non ha bisogno e quindi espelle. A volte succede anche che vengono espulse sostanze utili ma parlo per ciò che accade di solito.

Ebbene, si stanno quindi osservando tante scorie e cioè tanta “spazzatura” attorno a noi. Per il nostro corpo quella infatti è proprio immondizia. E allora, forse, la vita ci sta dicendo che ne siamo pieni al nostro interno il che non vuol dire essere pieni di feci o urina, perché non si è andati al bagno, ma significa essere pieni, nell’inconscio appunto, di spazzatura mentale. Schemi sbagliati, pensieri nocivi, emozioni negative, riflessioni stancanti che non servono a nulla e ci impediscono soltanto di giungere alla leggerezza.

LA COSA IMPORTANTE E’: PROVARE

Quando spiegai tutto questo a M. lei, dapprima, mi guardò con ironia e sorpresa ma poi decise di provare a vedere le cose anche da questo nuovo e strambo punto di vista.

Decise di cambiare il suo interno per modificare anche l’esterno ma non sapeva cosa fare.

Io non potevo dirle qual’era, dei tanti, il messaggio adatto a lei. Questo soltanto la persona stessa può comprenderlo e, a volte, non si riesce. Non siamo abituati al silenzio e all’introspezione (panacea di ogni male).

Alla fine però le sembrò che i fatti le parlassero di come lei percepiva la sua esistenza: brutta.

M. non era contenta ne’ soddisfatta della sua vita. Era dovuta andare via di casa giovanissima perché non andava d’accordo con i genitori sposando poi il primo uomo incontrato solo per ottenere la parvenza della famiglia tanto desiderata. Il figlio, in realtà, lei non lo aveva desiderato col cuore e il suo sogno non era quello di fare la maestra in una Scuola dell’Infanzia come invece sua madre l’aveva obbligata facendole fare le Magistrali. M. amava la matematica e i calcoli, adorava contare e ragionare ma dovette cedere al volere dei suoi.

Adesso, guardandosi attorno e ricordando il passato, non era contenta. Non era gioiosa della sua quotidianità… anzi…

Decise quindi di modificare, dopo un lungo e duro lavoro, quello che provava al suo interno nei confronti della vita e di se stessa. Piano piano iniziò ad accettare, senza giudizio e con benevolenza, quello che era e aveva. Poi riuscì ad amarlo (per capire questo consiglio di leggere il mio articolo https://prositvita.wordpress.com/2018/04/23/va-che-me-ne-sono-inventata-unaltra-si-chiama-o-a-p-a/).

Iniziò a stare meglio e ad essere più felice. E persino la sua realtà cambiò. Venne infatti trasferita, all’interno dello stesso Complesso Scolastico, alla Scuola Materna (questo è successo proprio pochi giorni fa), nella quale, i bimbi, più grandicelli, andavano da soli in bagno a fare i loro bisogni e sapevano pulirsi in modo autonomo. Si separò dal marito e incontrò un uomo che probabilmente stava aspettando proprio lei perché la ama e la considera ogni giorno la cosa più importante della sua vita. Il cane, nel frattempo, è passato a miglior vita e il figlio è cresciuto.

Oggi M. ha un Cocker che non si permette di fare nemmeno una goccia di pipì in casa. Sicuramente M. ha anche imparato, dalla lezione precedente, ad educare meglio un cane o può aver avuto aiuto dal nuovo compagno, come dicevo prima le dinamiche e le motivazioni sono sempre tante ma, alla fine, questa è la nuova, serena, appagante… vita di M.

Prosit!

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Attento a quello che chiedi e a come lo chiedi

Che ci crediate o no, la Legge della Risonanza, conosciuta anche con il nome di Legge dell’Attrazione, esiste davvero.

Cioè, non è che esiste o che funziona, è così. Punto. Il mio non vuole essere estremismo o assolutismo e, al di là dell’aver provato sulla mia pelle tali effetti, il discorso più preciso è che appartiene ed è formata da una serie di meccaniche scientifiche indiscutibili. Lo diceva persino il buon Einstein spiegando come funziona l’energia e soprattutto cosa sono le frequenze che emettiamo e come ritornano a noi. Ho scritto molto su questo argomento e, in questo blog, potrete farvene un’idea.

Tutto è energia e questo è tutto quello che esiste. Sintonizzati alla frequenza della realtà che desideri e non potrai fare a meno di ottenere quella realtà. Non c’è altra via. Questa non è Filosofia, questa è Fisica – (Albert Einstein)

Detto questo, che equivale a crearsi la realtà ogni giorno, ovviamente si vede come l’Universo può rispondere, automaticamente, dandoci quello che chiediamo. In realtà, come ho già detto spesso, non è quello che chiediamo, o che vogliamo, che si concretizza a noi ma quello che siamo nella nostra parte più intrinseca.

Non ti arriva ciò che vuoi ma ciò che sei – (cit.)

Ossia, se io voglio dimagrire, e faccio di tutto per dimagrire, ordinando anche all’Energia Cosmica di farmi dimagrire ma, nel mentre, dentro di me, sono convinta di essere grassa, brutta e di non riuscire a perdere nemmeno un etto, non dimagrirò.

A vibrare, connettendosi con l’Energia Universale e divenendo un tutt’uno con essa infatti, sono le frequenze che appartengono alla nostra parte viscerale e non quello che formuliamo con i pensieri o con la voce, a meno che i pensieri non scaturiscano un’emozione, perché sono proprio le emozioni (viscerali appunto) a fare tutto.

Compresa questa regola, viene chiaro capire come sia possibile provare una sensazione e questa, in seguito, si manifesta. In mille e diversi modi, ma si manifesta. Sempre. Perché sempre risponde. E’ come uno specchio che riflette. Senza aggiungere o togliere nulla.

Quindi, io posso chiedere, sentendo dentro di me una cosa, e quella arriva. Attenzione però a come si chiede. Per l’Universo non è difficile rispondere e, in esso, non esiste empatia o sensibilità. Vuoi dei soldi? Credi fermamente di ottenerli? Li senti nella pancia? Vivi come se già disponessi di quel denaro? Bene, secondo le Grandi Leggi lo avrai, ma non si preoccuperanno del come. In un modo o nell’altro lo avrai e…. questo è il brutto! Si! Pare assurdo vero?

…..Mi si avvera un sogno ed è brutto? Com’è possibile?

Mi spiego. Nel momento in cui io chiedo dei soldi, qualcosa di immenso e incredibilmente complesso si mette in moto affinchè io possa ottenerli. Come? …….. magari muoiono i miei genitori e io eredito il loro patrimonio. Ecco lì. Accidenti non ci avevo pensato. Ora ho i soldi che volevo ma non ho più mamma e papà. All’Universo poco importa. Non prova i nostri affetti.

Naturalmente questo esempio vuole esagerare ed estremizzare anche un po’ l’argomento per farvi comprendere. Ma è vero, bisogna imparare a chiedere perché, molto più di quello che possiamo credere, il risultato che otteniamo può recarci dolore, dure prove e sofferenze, anziché il piacere del quale ci eravamo convinti e già pregustavamo. E’ vero anche che ci sono diversi esercizi da fare e una sorta di protezioni esistenti che ci insegnano ad incanalare al meglio la richiesta, ma il tema principale di questo articolo vuole proprio porre l’attenzione su quella che è una questione fondamentale ma che purtroppo, molto spesso, viene sottovalutata. E poi si sta male.

Alcuni esempi:

– Voglio dimagrire! E diventi “anoressica/o” (che non vuol dire che sei diventata/o anoressica/o perché l’hai chiesto. Non imbrigliamoci in questi meandri complessi e rimaniamo nel rispetto totale di chi soffre di questo disturbo).

Molto meglio proclamare: Voglio perdere un solo kg! E poi dopo averlo perso, volerne perdere un altro, con calma, e così via. Tanto non è che l’Universo si “scarica” eh?

– Voglio un naso bello dritto e piccolino. Et voilà che prendi una trona e finisci al reparto maxillo-facciale dove ti rifanno il naso completamente.

Molto meglio essere precisi. Anche la più piccola parola (sensazione) viene percepita. Davanti ad uno specchio, anche il più minuscolo pelucco di lanugine, viene rispecchiato. E l’Universo è uguale.

– Voglio un lavoro entusiasmante e che mi offra ogni giorno nuove possibilità! E ti tocca partire in giro per il mondo abbandonando la tua famiglia e i tuoi luoghi natii.

Molto meglio stabilire dove, quando, come e perché, se si vuole essere sicuri di non stravolgere completamente la propria vita.

Tutto questo nasce perché bisogna capire molto bene il valore della Responsabilità. Soprattutto la Responsabilità del nostro chiedere. E’ troppo comodo chiedere alla rinfusa. Così come siamo responsabili di noi stessi, e della nostra vita, dobbiamo imparare ad essere responsabili di ciò che vogliamo perché ciò che vogliamo formerà, in seguito, giorno dopo giorno, proprio la nostra vita.

Prestate dunque attenzione.

Ci sono inoltre studiosi che affermano sia giusto applicare anche alcune regolette come, ad esempio, quella di non utilizzare mai termini di negazione nella richiesta stessa. Ad es. – Non voglio più ingrassare -. Pare che la negazione “non” faccia perdere il valore del desiderio, ma non solo. Enunciando il volere in questa maniera, la nostra mente (che poi creerà l’emozione), si focalizza sul termine “ingrassare” e così si ingrassa. Conviene quindi esprimersi sempre al positivo, utilizzando il più possibile le parole più adatte sulle quali, se anche dovessimo focalizzarci sopra, non succede alcunché di male. Credetemi non è semplice. Io, cerco di seguire questo metodo ma non sono così tassativa. Ci sono casi in cui la negazione può anche starci, in quanto, ripeto, la cosa principale è quella che si prova al nostro interno. Nel cuore. E’ l’emozione che facciamo scaturire.

Per esempio, io adoro la citazione “NON DUBITARE MAI”. Una frase cortissima che contiene ben due negazioni, “non” e “mai”, e un verbo non proprio positivissimo, “dubitare”. Eppure, ogni volta che la penso, anzi, che la provo, con tutta me stessa, mi fa stare bene, fa fluire in me grande gioia. Sorrido. Mi fa sentire protetta e aiutata dall’Universo e mi riempie d’entusiasmo. Un entusiasmo così potente che mi permette di emanare frequenze positive, le quali, a loro volta, attrarranno a me altre frequenze positive. E’ ormai per me un motto e posso assicurarvi che funziona. Se la frase, o il pensiero, riescono a farci provare tali emozioni, allora va tutto bene. Questo è lo spirito giusto.

Nel caso inverso, siate pronti a sostenere quella che è il seguito della Responsabilità, vale a dire, l’Accettazione. Accettare ciò che ci accade. E anche se tutto quello che accade è perfetto, spesso non è molto bello da vivere.

Prosit!

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