Animale Guida – Come si usa? E se è disgustoso? – parte 1°

BLEAH! CHE SCHIFO!

Perbacco quante cose che ho da dire in questo periodo! Anche stavolta dovrò dividere l’articolo in due o diventerebbe troppo lungo. E poi, vuoi mettere la suspense dell’attesa nell’aspettare la seconda parte? Vabbè… scherzavo, veniamo a noi. Il titolo del post è chiaro soprattutto verso la sua parte finale: il tuo Animale Guida non è per forza il tuo animale preferito. Partiamo da lì.

Può capitare che lo sia, che sia il tuo prediletto, e poi ti spiegherò perché, ma non sempre questa “coincidenza” accade e, spesso, quando si scopre che il proprio Animale Guida è il Topo, o il Maiale, o lo Stercoraro… si storce il naso con fastidio e disapprovazione auto-impedendosi così di ricevere, qualora servissero, i flussi energetici del determinato animale. Si pensa ad un “errore di calcolo”, quindi non lo si considera e ci si distacca da lui.

Questo lo reputo un male, in quanto, sottolinea la schiavitù di cui si è vittime nei confronti della nostra mente (uno dei temi basilari dell’articolo). Con questo post vorrei farti riflettere sulle tante cose che neghiamo a noi stessi perché non intendiamo guardare oltre, soffermandoci sull’estetica/simpatia/gradevolezza della vetrina che la società ci propone.

Ma andiamo con ordine; innanzi tutto cos’è, realmente, un Animale Totem? Se ne fa un gran parlare e un tanto scrivere, là, dove si vuole restare affascinati da un alone di esoterismo e sciamanesimo senza però prendersi la briga di addentrarsi profondamente nel discorso cogliendone ogni lato. Positivo o negativo che sia. Oggi, tutti, o quasi, hanno un Animale Guida come se fosse un brand  o una tendenza ma senza sapere cosa farne di tanta ricchezza.

INNANZI TUTTO, TU, COSA SEI?

Tutti gli animali, tutte le piante, tutti i minerali, ogni creazione e ogni manifestazione della natura ha delle caratteristiche che le appartengono. L’Essere Umano, la più grande manifestazione di Dio (inteso come ormai sapete ch’io intendo) essendo egli stesso Dio, possiede al suo interno tutte queste caratteristiche. Ogni Essere Umano compreso in Sé Superior, Coscienza Cristica, Spirito e Corpo ha in sé contenute tutte le qualità della natura in quanto lui È la natura.

Per moda, o maggior conoscenza, gli animali sono stati maggiormente presi come possibili scrigni di virtù in grado di servirci. Ovviamente anche perché risiedono un una dimensione superiore rispetto ai vegetali o ai minerali o agli elementi.

Per completare la bellezza infinita del creato, ogni animale possiede alcune doti e, l’animale definito Animale Guida, è quello caratterizzato dalle qualità che ti servono in quel momento. È infatti normale che questo animale può cambiare con l’andar del tuo tempo. Se oggi hai bisogno delle peculiarità della Tigre, dopo un po’ potrebbero servirti quelle del Lupo, o del Delfino, o del Cane, o del Corvo. Già a questo punto può nascere una sorta di tragedia, laddove ci si affeziona con attaccamento all’animale che ci conduce e non si accetta il prossimo. Anche questo è un limite della mente ed è pertanto sbagliato.

OGNI ANIMALE HA DOTI MERAVIGLIOSE

L’errore che si compie, come dicevo prima, è quello di non accettare come accompagnatore un animale che a noi non piace o consideriamo addirittura repellente. Non per essere banale ma, ogni animale, ha doti meravigliose. Sono quelle che occorre guardare e non il suo aspetto esteriore o il suo modo di vivere. Se in questo momento della tua vita (momento, o mese, o anno) hai bisogno di fare un salto quantico, probabilmente sarà la Cavalletta ad ispirarti. Se invece hai bisogno di scavare tra le macerie del tuo Io e trasmutare quell’immondizia in oro, allora potrà esserti d’aiuto la Mosca. Non soffermarti a quello che la società indica. Vai oltre. Ogni creazione è sacra e ogni animale ha delle abilità incredibili. Non dimenticarti, inoltre, che ti potrà capitare di averne due, di animali, contemporaneamente. Oppure, quello prediletto per il periodo della vita che stai vivendo, può, a sua volta, affiancarti o mostrarti un altro animale. Potrebbe infatti accadere che con uno sei particolarmente connesso a livello spirituale, la tua natura è simile alla sua, e può restare ad essere una parte di te, mentre un altro, o altri, ti “servono” come un fido braccio destro.

Spesso ti appaiono davanti nella vita reale, a volte insistentemente, fisicamente, disegnati, sognati, ma tu non badi a loro convinto che il tuo Animale Guida sia quello che più ti piace perché ci sei affezionato fin da bambino. Ma questo non vuol dire nulla anche se è vero che può nascere con esso un forte legame e, intrinsecamente, può nascere tra voi due una comunione che nessuno può slegare. Dovresti però comunque “usarlo” come va usato (che non vuol dire sfruttare).

NON E’ UN ANGELO CUSTODE

In pochi conoscono il metodo di come si possono utilizzare le forze di un Animale Guida e, in tanti, non ne conoscono le caratteristiche negative. L’Animale Guida diventa una specie di angelo, un essere magico che ci protegge con le sue virtù. Non è così. Non è lui a proteggerti. Sei tu che sarai in grado di proteggerti connettendoti a lui e usufruendo della sua capacità. L’Animale Guida, che io preferisco definire Animale Spirituale, non è da idolatrare. Abbiamo sempre ‘sto vizio di chiedere e pregare e idolatrare come facciamo con la statua della Madonna. L’Animale Guida è da onorare non idolatrare. È da usare! È pronto a concedersi a te. È lì per te. Come se fosse uno strumento.

Prendiamo ad esempio il Topo. Come Guida, il Topo, è anch’esso meraviglioso. È veloce, furbo, sa adattarsi ad ogni situazione, vuole osservare le cose da vicino e da ogni lato, è prudente, meticoloso, ordinato… hai forse bisogno di essere anche tu così per superare una fase della tua vita o per modificare un lato del tuo carattere che ti sta rovinando l’esistenza da quando sei nato? Forse devi mettere ordine nella tua confusione mentale, o devi essere meno istintivo e più cauto? Ok. Ecco cosa devi fare.

Ma… dovrai aspettare il secondo articolo altrimenti esce fuori un libro anziché un post.

Ti aspetto per la parte 2°

Prosit!

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Tu partorirai… tra Malocchi e Scaramanzie!

Facciamo un salto nel passato per conoscere una figura che oggi, possiamo dire, non esiste più: la Levatrice.

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L’idea mi è nata quando mi è stato regalato l’interessante libro di Massimo Centini “Medicina e Magia Popolare – un viaggio tra i misteri, i riti e le credenze della tradizione popolare”. Avevo già parlato, nei miei scritti, di questo libro e oggi lo riprendo contemplando il capitolo dedicato alla – venuta al mondo – e alle bizzarre (alcune) usanze della Levatrice, caparbia e coraggiosa, e della gente di un tempo che fu. Mi sono ricordata di avere qua e là sparsi, in qualche cassetto, anche documenti curiosi e intriganti.

“Venire alla luce”, è sicuramente un momento fondamentale e molto significativo della nostra vita che inizia però antecedentemente a questo atto. E’ una sorta di rinascita, un tema adatto al mese nel quale siamo adesso, Marzo, e alla stagione che sta per giungere: la Primavera. Ho già preparato un articolo su di lei ma oggi mi divertirò a ripescare le strane e folkloristiche tendenze che ci hanno preceduto e che ogni popolo e ogni epoca ha e ha avuto.

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Nascere è un attimo indimenticabile anche se per noi non è così dal momento che non lo ricordiamo. Rimane invece scolpito nelle nostre memorie, nelle nostre cellule, disegnando quindi, in parte, anche il nostro vivere futuro. Ora si capisce bene come lei, la Levatrice, l’ostetrica di ieri, era una protagonista in questo importantissimo evento. E chissà perchè, quest’evento, la tradizione spesso ha voluto contornarlo di misteri e strane usanze.

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Anche la gestante era naturalmente incorniciata all’interno di un quadro che descriveva consuetudini per noi ora davvero bizzarre.

Mi raccontava mia zia (le sue parole sono le testimonianze più care e che custodisco gelosamente) che un tempo, qui nella mia valle, una donna incinta non doveva più uscire dopo il suono delle campane che intonavano l’Ave Maria perchè gli spiriti maligni avrebbero potuto portare malformazioni al nascituro o addirittura ucciderlo all’interno del grembo materno. Era bene però andare, di giorno e a piedi, fino alla statua della Madonna del proprio paese, portando con sé una manciata di sale; solo così il figlio avrebbe avuto “del sale in zucca”.

Ovviamente per chi quel figlio “lo voleva”. In caso contrario, se si desiderava perderlo quindi, bisognava mangiare del gran Prezzemolo (con potere abortivo) o, meglio ancora, scaraventarsi giù dalle scale facendo più ruzzoloni possibili. Tecnica infallibile oserei dire.

Sfortunato però il poveretto, ben accettato, qualora fosse nato di Venerdì!

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Il giorno in cui è morto Gesù Cristo. Avrebbe avuto una vita infelice di sicuro e, nel cercare di render minori le sue certe disgrazie, lo si doveva immergere, una volta nato, nell’olio d’oliva con l’intento di far scivolare via tutti gli esseri malvagi che l’avrebbero attaccato per fargli vivere un’esistenza infernale.

Non parliamo poi, e questo valeva principalmente per le bambine, se si nasceva con i capelli rossi!

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Questa non era tanto questione di malasorte quanto l’essere identificate come streghe ossia figlie di Lucifero. – De pè russu mancu a vacca! – (Di pelo rosso nemmeno la mucca!) si diceva dalle mie parti, chiarendo bene il concetto che il pelame, color carota, proprio non si poteva accettare. Non si mungeva nemmeno una mucca di quel colore! Il latte sarebbe stato come minimo avvelenato!

E tra queste “dicerie”, come le definiamo adesso, la Levatrice era la protagonista assoluta. Ebbene si, perchè a lei, non si chiedeva solo di “tirar fuori” il pargolo ma, avrebbe dovuto accompagnare anche la donna gravida durante tutta la sua dolce attesa per poter dare i suoi validi consigli e soprattutto avrebbe dovuto combattere per difenderla, o meno, da superstizioni che portavano a riti e credenze assai bislacche. A suo libero arbitrio. Il sacro e il religioso hanno sempre influenzato molto.

Era la Levatrice che doveva impedire alla quasi mamma di indossare collane; avrebbero fatto nascere il bambino con il cordone ombelicale intorno al collo.

Doveva lei, senza pietà, legare le mani della giovane madre in caso di voglie. Legargliele bene, dietro alla testa. Gli sconosciuti angiomi, erano scambiati per esigenze di alimenti che la madre non era riuscita a soddisfare durante la gravidanza e si era grattata la parte in cui si presentava la macchia sul corpo del neonato.

E, sempre lei, doveva spegnere le candele al momento della – buonanotte -. Il fuoco era il Diavolo tramutato e non dovevano quei fumi entrare nelle narici della futura partoriente.

E la povera Levatrice non doveva occuparsi solo della gestante ma, una volta fatto nascere il piccolo, doveva occuparsi di lui e della sua mamma contemporaneamente. Il lavoro si duplicava. E qui iniziava per lei il duro mestiere nel quale, capace e impavida, senza pensarci due volte, si prodigava in virtuosismi per la maggior parte direi… sconvenienti: con l’unghia lunga del pollice destro doveva recidere il filetto sotto la lingua del piccolo piangente (che doveva poi essere “abbandonato” a urlare, in quanto piangendo il più possibile, avrebbe dilatato polmoni e torace e, da grande, avrebbe avuto una bella voce). Poteva rimanere muto altrimenti.

Da questo punto aveva inizio tutta una serie di processi contro folletti, gnomi cattivi e megere. Nessuno doveva far del male a quella creatura. Una lista davvero infinita e fantastica.

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Ad esempio, leggo in questo splendido libro che venivano allontanati tutti i gatti in val Graveglia perchè si sarebbero mangiati la placenta e questo avrebbe portato molta sfortuna. La placenta andava invece sotterrata per rendere la terra, Madre Terra, ancora più fertile.

Sempre zia, mi racconta delle piccole fronti cosparse di olio e sale per sconfiggere colui che aveva mandato (sicuramente) qualche Malocchio. Non esistevano le coliche; era Malocchio, punto e basta.

Al collo del piccolo si metteva un amuleto (pericoloso a mio avviso) perchè nessuno potesse morderlo alla gola. Il collo è attraversato dalla carotide, un’arteria nella quale passa la “vita”. Quella vita non si poteva succhiare via!

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Un deterrente come l’aglio, o il peperoncino, vicino alla culla inoltre… et voilà, si potevano fare sonni tranquilli. I più fortunati erano i maschi che meritavano, secondo l’usanza, più protezione rispetto alle femmine. Oh si, le streghe potevano rapirli per donarli in sacrificio al loro Principe, o cercare il loro prossimo successore tra essi. Per non parlare poi di quelli molto belli, sarebbero diventati sicuramente i loro amanti.

Che faticaccia, povera Levatrice! E dire che si sta parlando dell’atto più naturale del mondo e anche il più prezioso. Sarà per questo che lo si voleva proteggere così tanto? Ogni cosa nasce: animali, umani, piante, stelle, montagne, nuvole. L’uomo ha fatto suo questo momento con proprie teorie e proprie credenze. Curiose, stravaganti, forse illogiche e folli ma noi, ne siamo i figli. E quante ancora ce ne sono! Non posso certo scriverle tutte, voi ne conoscete qualcuna?

Prosit!

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