Perché le manifestazioni di Madre Natura ci disturbano?

Le manifestazioni di Madre Natura, attraverso le quali ci parla e si mostra, sono tutte splendide. Accettate e amate soprattutto dagli animali. Per quanto riguarda noi esseri umani, invece, la cosa cambia. Spesso, e comprensibilmente, alcuni elementi naturali, alle volte, possono infastidirci. Sto parlando prevalentemente di: pioggia, vento e sole i più comuni e i più detestati.

Il fastidio lo si inizia a percepire quando queste rivelazioni cominciano a prolungarsi nel tempo e la nostra intolleranza può derivare da diversi motivi.

Dopo giorni e giorni di pioggia, si inizia a desiderare il sole. Ci si vuole “asciugare”, godere dell’aria aperta ma, all’incontrario, dopo troppo tempo di siccità, si vuole l’acqua. Come ripeto, sono ovvie considerazioni ma oggi vorrei parlare di cosa accade, dentro di noi, energeticamente, in correlazione al meteo del nostro Pianeta Terra.

Siamo un tutt’uno con lui, estremamente collegati e connessi. Noi siamo lui. Siamo la natura. Pertanto, le sue manifestazioni, sono le nostre. Ci appartengono.

Il fondamentale equilibrio – Se non abbiamo equilibrio nel nostro processo naturale e generale possiamo percepire malessere. Il fattore principale è il non sentirsi in armonia totale e in sintonia con la vita, con se stessi e con gli altri.

LA PIOGGIA

La pioggia è una ricchezza assoluta per la terra. E’ il suo sperma. E’ l’acqua che assieme alla luce solare crea la vita o ridona la vita mentre questa sta appassendo. Essa però riguarda anche la nostra acqua interna. L’acqua è per noi indice di tristezza, quando è in abbondanza, rappresentata dalle lacrime, dal muco, dalle secrezioni liquide del nostro corpo. Urinare troppo, sudare in modo eccessivo, sono tutti sintomi di tristezza. La tristezza, è una delle figlie maggiori della paura e infatti sappiamo che la paura ha sede nei reni, organi che filtrano la nostra acqua. Il sangue, rappresentazione della vita, è soprattutto acqua pur essendo considerato un tessuto connettivo. La pioggia del cielo e della terra che ci appartiene, è la nostra pioggia, ossia la nostra acqua. Quando non smette di scendere, non smette di mostrarsi, è come se ci riempisse, ci circondasse, ci accompagnasse giorno dopo giorno e, passato quel tot di tempo che varia da persona a persona, ci si sente sazi, anzi, in esubero. Non se ne vuole più. Tutta quell’acqua aumenta la nostra tristezza. Vorremmo liberarcene.

Qualcuno potrebbe notare che ci sono individui molto tristi che però amano la pioggia e vorrebbero piovesse sempre. E’ vero. Questo accade quando si trova in quella pioggia l’ambiente più favorevole, la culla migliore. Come una sorta di comfort-zone. Non si apprezza la pioggia i sé, i suoi benefici e quant’altro di bello essa porta ma quello che ci fa provare. L’atmosfera che crea. Ci permette di non uscire, di rintanarci, di osservare il mondo da un velo appannato e distorto dalle gocce; più scuro, umido, quasi stantio. Se si è chiusi e introversi si ama questa ambientazione che solo la pioggia può creare ma, tutto questo, che è assolutamente umano, non è da scambiare con l’entusiasmo vero e proprio nei confronti della pioggia o di qualsiasi altra manifestazione climatica che la si arriva a benedire per il suo esistere. Una benedizione che nasce dal nostro cuore, ricolmo di vera e pura gioia.

La pioggia batte, incessante, come – la lingua batte dove il dente duole -. Liberarsi dal rancore, che spesso neanche sappiamo di avere, è la cosa migliore per amare davvero la pioggia e trovarsi in comunione con lei.

IL VENTO

Il vento rappresenta i nostri pensieri e la nostra elettricità. Più siamo elettrici, energici, vigorosi, grintosi e nervosi e più il vento sarà visto come un nemico. Amplifica quell’impeto che già possediamo e con il quale affrontiamo la vita. Ne abbiamo già del nostro e abbiamo confusione dentro. Confusione mentale e emozionale governate prevalentemente dall’ansia. Si tratta di un’ansia subdola, non si mostra. Sembriamo forti, ferrei, imperativi e invece è proprio l’ansia ad amministrare le nostre riflessioni ingarbugliate. L’ansia verso il giudizio degli altri, verso decisioni da prendere, verso il futuro… La pre-occupazione fa parte di noi.

Il vento scompiglia ancora di più le cose nel nostro intimo e quindi inizia a darci fastidio. Se il vento ci infastidisce è perché siamo troppo autoritari, troppo schematici, troppo aggressivi. Di sicuro chi vive con la testa fra le nuvole ama molto di più il vento rispetto agli altri perché lo vede come uno strumento capace di trasportare i suoi sogni in tutto l’Universo.

Il vento è collegato allo scorrere dell’energia in noi e allo scorrere del nostro sangue. Quando questi elementi sono già di per loro prorompenti e troppo affaccendati, si sente il bisogno inconscio della calma o si arriva a sopportare, al massimo, una lieve brezza.

Anche chi è troppo pacato e apatico nell’animo sopporta malvolentieri il vento, il quale, vuole dargli una sferzata di energia per lui troppo drastica e violenta.

Il vento muove le nostre frequenze, siamo fonti di energia, siamo corpi elettromagnetici e emaniamo onde dopo averle generate. Certi scompigli, se manchiamo d’equilibrio in noi, possono risultare intolleranti.

IL SOLE

Il sole è la vita eppure, da molti, non è amato per niente. Il caldo che produce può addirittura far star male oltre che provocare fastidio e anche la sua luce, troppo forte, può essere una seccatura… e sì, che “secca”, inaridisce tutto.

A non amare il sole cocente sono le persone irose o che celano una rabbia completamente nascosta. Parlo di una rabbia potente. Il sole, ripeto, è la vita e la nostra vita, rappresentata come ho detto dal sangue, è mossa dal cuore, organo propulsore di questa fonte. Organo della passione e dell’amore. La passione può essere ardore e, quando è già tanto, non serve calore in più. Oppure può essere patimento e, in questo caso, l’entusiasmo solare può disturbare.

Il sole stanca, affievolisce gli impeti pur essendo gioia. Dona calma. Si cerca l’ombra per spegnere quel fuoco. Tutta la natura, durante le ore di sole più forte, si nasconde e riposa. E’ come se in quel momento passasse il Re e occorre lasciarlo fare, attendendo orari più disponibili per ricominciare le attività.

Colui che non si adegua energeticamente a queste frequenze patisce. Il suo cuore può subire accelerazioni o affanno, oppure calmarsi troppo, procurando un senso di affaticamento non previsto. Si perde idratazione e, senza quella, ci si sente spenti. Ogni nostra più minuscola cellula è composta dall’80% circa di acqua. Se già si è aridi, a livello emozionale oltre che fisico, ulteriore siccità non solo infastidisce ma la si detesta proprio.

IL METEO EMOZIONALE

Saper tradurre quello che manifestiamo attraverso Gaia penso sia importante per conoscerci. E’ come uno strumento in più che ci permette di capire in che stato è il nostro equilibrio. In teoria, anche se questo è quasi impossibile, ma lo dico al fine di spiegarmi, dovremmo poter amare sinceramente ogni manifestazione e anche il suo periodo di presenza. Al di là dei danni che può provocare, al di là di quello che può fare al pianeta. Mettendo un attimo da parte queste che sono delle conseguenze e osservando soltanto il principio primario dentro di noi, occorre vedere cosa scaturiscono nella nostra parte più intrinseca queste rivelazioni. Tutto il resto lo si potrà guardare, certamente, in un secondo momento ma il nostro benessere energetico può essere considerato anche qui.

Inoltre, allenarsi a guarire sotto questo aspetto e cioè equilibrare il movimento energetico in noi, ci aiuta anche ad amare di più queste condizioni climatiche e ad amarle veramente. In questo modo ci fortifichiamo e anziché patire, quando una di esse si presenta in modo continuativo e senza cessare, possiamo continuare a sentire gioia dentro di noi. A quel punto potremo desiderare che finisca, certo, ma in noi ci sarà comunque bellezza, ci sarà ammirazione, trasporto, e quindi emaneremo frequenze positive le quali non potranno che rimandarci felicità.

Prosit!

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Clima, Progetti e Avvenimenti – i Magici Giorni di Gennaio

Per alcuni partono dal 27 di Dicembre e vanno fino al 6 di Gennaio, per altri invece partono dal 1’ di Gennaio sino al 12. Sono i giorni della Calandra, così chiamati, in quanto, strumenti meteorologici dei contadini che ne sapevano sempre una in più.

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Secondo la mia tradizione si parte da inizio anno e si considerano quindi i primi dodici giorni del primo mese. Si considerano per quel che riguarda il clima, il famoso – che tempo che fa? -. Secondo gli agricoltori di un tempo, tra i quali sicuramente parecchi dei nostri nonni, il tempo che si notava durante una di quelle giornate equivaleva al mese corrispondente a quel numero.

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Ad esempio, il giorno 2 Gennaio, da me, in Liguria ha piovuto, e quindi il mese di Febbraio (mese numero 2 del nostro calendario), dovrebbe essere prevalentemente piovoso oppure molto umido.

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Il 3 era invece soleggiato, vale a dire che Marzo sarà soleggiato, e così via. E’ da qualche anno che controllo la Calandra e devo dire che ci azzecca parecchio. Meteorologia di un tempo.

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Non so nemmeno se la tale situazione abbia una spiegazione scientifica (penso proprio di no) in quanto ammetto di essere abbastanza ignorante in campo ma, grosso modo, come dicevo, non sbaglia. Ed è così bello rimanere figli delle nostre tradizioni e di quel tempo ormai sgombrato via dalla modernità. Occupandomi di questa simpatica curiosità della nostra cultura, mi sono imbattuta in un discorso però molto più ampio e questo grazie alla mia amica Milly,  autrice del fantasioso blog “I Colori del Vento” che mi ha messo un’arzilla pulce nell’orecchia. Ebbene ho scoperto che questi particolari giorni, oltre che ad essere unici nel loro genere, sono anche un po’ magici in quanto non trattano solo di clima ma molto di più. I nostri sogni ad esempio. Che sogni abbiamo fatto la notte del 3 Gennaio? E gli avvenimenti; cosa ci è accaduto il giorno 4? E ancora i messaggi.

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Abbiamo ricevuto qualche notizia speciale in questo periodo? Ci siamo sentiti particolarmente felici o particolarmente tristi? Abbiamo vissuto un malessere? Una gioia immensa? Insomma, tutto è come una specie di previsione. E non dobbiamo vivere l’eventuale situazione negativa come un qualcosa di brutto. Si tratta semplicemente di concetti giunti a noi per illuminarci e che ci danno quindi anche la possibilità di cambiare in meglio. Vi racconterò una cosa. E’ dall’inizio dell’anno che mi addormento molto tardi la notte e, al mattino, vorrei dormire tutto il giorno. E’ normale in realtà, viste le feste, Capodanno in primis, ho fatto le ore piccole e adesso ho preso un giro poco consono a me che sono abituata ad alzarmi presto al mattino e godere delle prime ore della giornata. Fin dal secondo giorno ho provato, senza riuscirci, a cambiare le cose, a riprendere il mio tran tran quotidiano. Approfittavo del sonno che percepivo per addormentarmi serenamente ma bastava un nonnulla, fosse anche solo quello di dovermi grattare una gamba, che rieccomi con gli occhi spalancati e la sensazione del sonno svanita in fumo. Desta come se fosse stato mezzodì. Che rabbia! Adoro la notte, la sua tranquillità, la sua pace, la sua Luna e le sue Stelle ma amo molto di più il Sole e quindi mi piace vivere le ore notturne solo raramente.

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Poi però ho capito una cosa, anzi, l’ho intuita. E’ stato proprio verso la fine del 2015 che continuavo a ripetermi nella testa mille e mille buoni propositi per l’anno che stava arrivando. Dovevo fare quello e quell’altro, avrei dovuto compiere e questo, e poi quello, mi sarei per prima cosa occupata di quell’altro ancora e così via. Tutto un insieme di fantastiche idee e grandi progetti che trotterellavano nella mia testa impazienti che giungesse l’atteso 2016. Dalla stessa notte di San Silvestro, ecco spalancarsi finalmente le porte di tutti i miei piani che, naturalmente, agitati e galoppanti, sono usciti tutti assieme. Guarda caso, non dormo. E dopo ore di posizione orizzontale, mi stanco, mi alzo e faccio qualcosa. Faccio, faccio, faccio, faccio. Un pozzo di cose da fare. Sarà bene ch’io mi dia una calmata ma è così grande l’entusiasmo! Perché frenarlo?! Quello che intendo dire è, che ciò che ho letto dapprima come cosa negativa, è in realtà quello che ho voluto io e che, a modo suo, si sta già realizzando dentro di me.

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Di negativo quindi, in realtà, non ha proprio nulla. Avevo anche chiesto all’Universo, il primo giorno dell’anno, di farmi divenire più attiva, ehm… si… sono un po’ pigrotta, lo ammetto, ma cavoli, non intendevo così tanto! Con l’Universo bisogna sempre specificare bene, guai a dimenticarsi anche solo una congiunzione! Ora si fa per ridere ma le cose sono realmente andate così. Sono sicura che, appena pianificherò più ordinatamente il tutto, oppure deciderò di riposare un attimo tranquilla, riuscirò anche a stabilire nuovamente le mie ore di sonno, calmando un po’ l’adrenalina che scorre in me. Vi farò sapere. Ora scusatemi ma… yaownnn! Vado a fare un riposino. Ah! E ovviamente Buona Befana a tutti!

Prosit!