Il Demone nelle Registrazioni Telefoniche

IL NEMICO IN CASA

Può capitare a chiunque di essere succube di un’altra persona. Per amore, per interesse, per paura, per lavoro… Spesso ci facciamo trattare come mai avremmo pensato ma, in quel momento e davanti a lei, non siamo in grado di reagire. Abbiamo paura di perderla o di perdere ciò che può darci. Accade così che: gli aggressivi, i colpevolizzatori, gli invidiosi, i manipolatori, i narcisisti e un’altra marea di – persone nocive – possono farci del male. A volte ci rendiamo subito conto dell’offesa o dell’accusa ricevuta, altre volte invece il loro attacco è malizioso, silente, si insinua come un tarlo ma chi ne è vittima non lo vede. Questo tarlo però viene accolto, e inizia piano piano a lavorare sempre più ricco di strumenti, che la vittima stessa gli fornisce e che il carnefice alimenta.

UN AIUTO DALLA TECNOLOGIA

Esistono delle App che permettono di registrare le telefonate effettuate e ricevute ma ciò che voglio raccontare non ha niente a che vedere con lo stalking o con eventuali denunce alla Polizia. Anzi, la persona con la quale avete a che fare e che ogni giorno vi opprime, anche se vi sembra di avere con lei un “bel rapporto”, deve essere a conoscenza delle registrazioni, altrimenti una bella denuncia sulla privacy ve la beccate voi.

A causa delle passioni che svolgo, spesso mi chiamano persone che mi forniscono molti dati, magari di fretta o in grande quantità, oppure amici con i quali collaboro a testi verso i quali ricevo molte informazioni. Tutte cose che, dopo dieci minuti, non ricorderei se non registrassi, pertanto, dopo averli ovviamente avvertiti, registro la comunicazione. A volte addirittura sono loro che, entusiasti di qualche complessa idea venuta alla mente e timorosi di scordarla essi stessi, mi chiedono – Meg! Stai registrando? -.

Non c’è nulla di male. Risentendo con calma poi certi concetti, ne possono fuoriuscire altrettanti e da una semplice telefonata si realizzano opere davvero interessanti. In fondo, mica si dicono cose private, non facciamoci spaventare dai mass media, e inoltre, quella telefonata, basta cancellarla eventualmente.

IL REGISTRATORE

Detto questo vi starete chiedendo cosa c’entra il registrare le telefonate con la storia delle persone nocive a inizio post. C’entra per sentire con le vostre orecchie il cambiamento che siete riusciti a svolgere dopo aver lavorato sulla vostra debolezza. Immaginando ovviamente di aver voluto lavorare sulla vostra debolezza e di aver deciso di trasmutare il vostro piombo in oro. Supponiamo ch’io abbia un partner parecchio offensivo nei miei confronti. Io accetto, sopporto, e mi faccio maltrattare. Questo accade finché io per prima non mi rispetto e lui riesce a farmi sentire un povero paramecio che non vale nulla.

Quando la svalutazione, l’angoscia, la rabbia, la tristezza iniziano ad essere troppo grandi da sopportare, decido però di far qualcosa per me stessa e di modificare quella situazione (a volte accade). Decido di farmi rispettare a costo di rimanere single. Caspita come cambia il suo tono! E come cambiano le sue parole! Però, fin qui, la sorpresa è piacevole ma relativamente poco… sorprendente. Ciò che davvero farà sgranare i vostri occhi sarà ciò che avete modificato dentro. Sarà la trasformazione del bisogno di quella persona in amore per voi stessi e, di quella persona, non avete più necessità. Ma non solo.

L’ILLUMINAZIONE

La cosa più importante accade quando quella persona minava alla vostra autostima (dicendovi di amarvi tanto) e voi non vi rendevate assolutamente conto del suo gioco maligno. Lei sapeva appagare i vostri bisogni e voi, beati e contenti, l’amavate ogni giorno di più, o la stimavate ogni giorno di più, a seconda del rapporto. Potrebbe essere vostra mamma, il vostro capo, il vostro fidanzato. Gente verso la quale non era nemmeno contemplata un’eventuale vostra ribellione.

Nel periodo in cui siete vittime e riascoltate le telefonate, magari quotidiane con quel tizio, potreste rendervi conto che qualcosa non va, oppure farvi pena da soli, oppure ancora non accorgervi di nulla. Quando invece riascoltate le telefonate dopo essere “guariti”, eccoli lì tutti i demoni di quell’altro che escono fuori pronti per venirvi a ferire. E ora ben riconoscibili!

Eppure quella frase l’ha sempre detta e io non mi rendevo conto!

Eppure quel tono di disapprovazione l’ha sempre usato e io non mi rendevo conto!

Oh! Ecco il ricatto! Era mascherato! Ma ora è palese!

Ah! Ecco la sua delusione! Vuole farmi passare come uno che non vale niente!

E questo aiuto? Senti senti… ma questo non è un aiuto, gioca tutto a suo favore! Ma come ho fatto ad essere così stupido! -.

È incredibile quello di cui riuscirete a rendervi conto adesso. È incredibile come ora vi rendete conto di quanto quei dialoghi hanno un’altra sostanza. Saprete valutare anche le piccole cose come ottimi investigatori:

“Qui ha fatto una pausa, non sapeva cosa dire… qui balbetta, era imbarazzato… qui si sta arrampicando sui vetri! Ha torto marcio e io gli ho dato ragione!”

Libertà

Il demone è stato smascherato e osservarlo attraverso le registrazioni, ascoltandolo e riascoltandolo, è illuminante e di grande aiuto.

Vi fa sentire bravi e orgogliosi di voi. Vi mostra la sua debolezza che un tempo scambiavate per potere. Vi apre nuove porte che potete varcare. Vi dona stupore che è sempre piacevole. Vi regala la determinazione di continuare verso la strada della libertà. Vi fa sentire un gradino sopra rispetto a dove eravate. Insomma è un vero toccasana!

Succede, a volte, che ci si chiede “perché penso di non piacere a quella persona? Eppure lei mi dice che mi stima tanto…”. Eccole lì le risposte, nascoste tra le righe ma ora chiare e lampanti.

Se riuscirete ad usare questo mezzo vi renderete conto di come le cose sono cambiate.

Prosit!

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La Cataratta – la Visualizzazione di un Triste Futuro

Gli Occhi sono gli organi che ci permettono di vedere e, secondo il parere della Psicosomatica, ci permettono di vedere non solo il mondo reale che ci circonda ma anche la vita stessa, immaginando, ogni secondo che passa, il nostro prossimo futuro.

Senza neanche rendercene conto, siamo spesso proiettati verso il futuro, verso quello che accadrà, che sta per succedere. Ci pre-occupiamo sovente o, semplicemente, visualizziamo quello che stiamo per fare: “oggi dovrò andare a comprare il pane perché è terminato”.

Gli Occhi quindi, non solo filtrano e proiettano nel nostro cervello le forme e i colori attorno a noi, ma ci permettono immaginazioni, spesso minacciose, per la nostra parte intrinseca.

Se io ad esempio vedo il mio partner stare poco bene e soffrire di una malattia abbastanza grave, mentre lo guardo, automaticamente e inconsciamente, immagino il mio futuro travagliato che può essere senza di lui, perché la sua patologia potrebbe portarmelo via, o mi vedo affannata nel dovermi prendere cura di lui senza altri aiuti e senza più una quotidianità tranquilla e serena.

Oppure ancora, una grande spesa che devo affrontare per i prossimi anni mi turba. Più passa il tempo e più il mio debito rimane lì, non permettendomi una vita agiata.

La Cataratta, disturbo del quale parlo in questo post, è proprio la concretizzazione di questa paura inerente al mio futuro che mi rende triste. Immaginando così l’angoscia e il tormento, posso sviluppare questo disturbo dell’Occhio che è la formazione di un velo sul cristallino il quale diminuisce la mia vista. In alcuni casi può diventare così grave da rendere la persona completamente cieca.

Il Cristallino, membrana trasparente e convessa posizionata dietro l’iride, con la funzione di lente, in pratica si opacizza e io vedo di meno, proprio come a dire “non voglio vedere, questo futuro mi spaventa, mi angoscia, non voglio guardarlo”.

Possiamo notare come proprio la maggior parte delle persone che soffrono di Cataratta sono anziane. Questo disturbo, nella maggior parte dei casi, subentra infatti ad una certa età quando si inizia a percepire il futuro in modo diverso e più preoccupante rispetto a quando si è giovani. La paura della solitudine, della malattia, della morte sono tutti timori che, più si avanza con gli anni e più prendono piede in noi, pertanto, ecco comparire il problema oculare.

Una madre che vede i figli andare via e magari ha un marito malmesso dal punto di vista della salute.

Un figlio che vede la madre prossima alla fine dei suoi giorni.

L’operaio che deve andare in pensione e si sentirà solo ed escluso da quella azienda per la quale ha lavorato una vita intera.

Occorre quindi chiedersi: – Che cosa mi spaventa del futuro da rendermi così triste? -.

E’ difficile rispondere a questa domanda perché spesso non lo sappiamo neanche noi. Sono turbamenti celati nel nostro inconscio. Vediamo la fonte della nostra preoccupazione ma non ci accorgiamo che ci sta facendo preoccupare. Lo so, sembra assurdo ma è proprio così.

Una soluzione quindi è quella di immaginare semplicemente il nostro futuro rosa. Senza catalogare ciò che ci fa male, che ci mette ansia, che ci scombussola. Sappiamo di avere questo problema e anche quest’altro e quest’altro ancora ma non consideriamoli per questo esercizio. Mettiamoli da parte. Non ci servono.

Sappiamo che esistono e questo basta e avanza. Ora dobbiamo allenarci a vedere il bello e a stare tranquilli a livello generale. E’ molto dura, me ne rendo conto, ma così facendo è possibile non permettere alla Cataratta di formarsi ed eliminiamo un ulteriore problema che affliggerebbe direttamente noi stessi. Anziché chiudere il sipario nei confronti di quella situazione dobbiamo spostare da un lato questi eventi e scegliere di guardare la nostra prossima esistenza con gioia.

Questo non significa comportarsi come dei menefreghisti davanti al dolore degli altri o davanti al nostro malessere. Significa soltanto non dare a quel dolore la possibilità di governare ed essere padrone della nostra vita, nonché dei nostri disturbi fisici. Quel malessere c’è, esiste, me ne rendo conto ma non gli permetto di rendermi sua schiava. Lo vivo, lo affronto, lo accudisco ma faccio di tutto per rimanere nelle frequenze della pace almeno il più possibile. Devo fiduciosa nel credere che una soluzione perfetta per me arriverà.

E’ ostico comportarsi così? Moltissimo. E’ un lavoro straordinario e coraggioso ma è possibile. Sarà inoltre proprio grazie a questo risultato che potremmo essere ancora più d’aiuto a chi ci sta vicino e, soprattutto a noi stessi, continuando a vivere nella centratura. Nessuno infatti sta dicendo che dovete fare i salti dalla felicità ma la centratura occorre non scordarla mai.

Rimanere centrati e padroni di sé come un Guerriero. Viviamo prove difficili ma dobbiamo cercare di affrontarle con consapevolezza agendo nel migliore dei modi.

Prosit!

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Sei una donna fantastica!

Ieri mi sono sentita dire da un ragazzo di 17 anni e una ragazza di 14 che sono una donna fantastica.

Vista la loro età, questa cosa, mi ha riempita di gioia.

E’ molto facile sentirselo dire da un uomo al quale piaci, o dalla migliore amica, o da un bambino che pende dalle tue labbra (che per carità fa sempre assai piacere!) ma, da due ragazzi, che hanno ben altro solitamente a cui pensare, rimanere impressa, in positivo, è davvero una gioia. Tocca nel profondo.

Lo stereotipo ci insegna che, a quell’età, vivono nel loro mondo, per non dire di peggio…

Il mio non è un vanto, bensì un essere orgogliosa nell’aver insegnato a due giovani individui, che stanno scalciando per farsi una strada nella vita, che non bisogna mollare mai, nonostante tutto. E che se ne può uscire anche vincitori. Eh si! Questa frase la dedico a tutti i pessimisti e a tutti i pauristi e a tutti i preoccupisti.

Ci insegnano che vincere non è possibile. Che prima di andare bene va sempre male, che bisogna in qualche modo soffrire ma, soprattutto, ci insegnano che niente è facile e bisogna assolutamente avere paura. Sì, perché il pericolo è sempre pronto e nascosto dietro l’angolo. In agguato per noi. Le cose si possono ottenere solo dopo aver lottato duramente e, da una parte è vero ma… c’è lotta e lotta. Un conto è mirare al proprio obiettivo e scavalcare con decisione e fermezza ogni ostacolo anche se ostico. Un altro è prendere schiaffi dalla vita che arrivano da ogni dove come ad essere in balia degli eventi verso i quali non comandiamo nulla.

Ebbene, penso di aver mostrato che questo non sempre è vero, l’ho mostrato a me e a loro e ne sono davvero felice di aver dato a questi ragazzi tale dimostrazione di vita.

Che cosa ho fatto? Vi starete chiedendo. Vedete, non è importante saperlo. Qualsiasi cosa potrebbe essere appropriata a ciò che sto descrivendo se fatta con il cuore, con la grinta, con la centratura di un Guerriero. Con l’ansia forse, perché essere veri Guerrieri è molto difficile, ma con la voglia di farcela e di vincere e di essere oltre, di più. Anche là, anche dove chiunque dice che non è possibile.

Loro, i due ragazzi di cui parlo, mi hanno aiutata, sono stati al mio fianco rispondendo ai miei “ordini” egregiamente. Mi hanno dato una grande mano perciò, l’insegnamento, lo hanno appreso bene toccandolo con la loro stessa pelle.

Ma mi hanno anche insegnato molto. Vedere nei loro occhi quella volontà e quell’energia che si sposavano con le mie, mi faceva venire brividi di entusiasmo lungo la spina dorsale e allora ho capito che nessuno poteva fermarci. I miei occhi nei loro occhi, le mie mani nelle loro mani, le mie gambe nelle loro gambe. A muoversi. Insieme. Il loro affanno era il mio e la mia voglia era la loro, presa, ingurgitata, sentita, tradotta, sviluppata.

Non è stata solo una storia raccontata. Tutto questo lo hanno vissuto assieme a me e assieme a me hanno vinto. Stanchi, spompati ma con il sorriso sulle labbra. – Una squadra fortissimi – come direbbe Zalone. Ce l’hanno messa tutta anche loro. Non si sono lasciati intimorire da niente. Forse lo hanno fatto più per me che per loro stessi ma per qualcosa l’hanno fatto e ne sono usciti fieri e vittoriosi. Mettendo da parte tutto. Mi hanno emozionata.

Non è stato il nulla a regnare in loro. Non è stato il calcio da tirare contro la vita. La voglia di essere compresi e la depressione adolescenziale. Niente di tutto questo. Solo armonia, convinzione e gioia.

E allora permettetemi di dirvi che se io sono stata una donna fantastica, loro lo sono stati cento volte più di me.

Grazie di cuore L. e M., i miei eroi.

Prosit!

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Occhi e Palpebre – Cosa ci dicono?

Sugli occhi ci sono tante cose da dire e, dopo aver scritto questo articolo, https://prositvita.wordpress.com/2016/01/08/hai-occhi-grandi-o-occhi-piccoli/ voglio ampliare il discorso. Occhi sporgenti, occhi incavati, occhi ravvicinati, occhi distanti, chiari, scuri… scrivere diversi post tenendo anche conto delle ciglia e sopracciglia, palpebre, cavità orbicolari, insomma, gli occhi possono comunicare davvero molto su di noi.

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Ecco, a proposito degli occhi sporgenti, alcune persone li hanno, mi viene in mente come questa caratteristica indichi che quella persona è un individuo che ama tenere tutto sotto controllo. Vedere tutto, notare tutto. A volte addirittura cade nel credere che senza di lui le cose non funzionano per il verso giusto. Sono persone molto socievoli, o comunque amano stare in compagnia, possono patire la solitudine. Inoltre, possono essere impulsive, soprattutto nel parlare e coraggiose. Piene di ardore.

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Si parla quindi di profondità dell’occhio, una profondità fisica in questo caso.

Le persone invece con gli occhi più incavati sono persone che amano e vogliono guardare dentro loro stesse. Sarà difficile quindi per loro prendere una decisione velocemente su due piedi. Sono riflessive e spesso anche titubanti. Più introverse e molto accurate nelle scelte.

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La zona orbitale del viso, la fascia che comprende non solo gli occhi ma l’inizio del naso, il procero, la palpebra inferiore, l’arcata sopraccigliare fino alle tempie, dice molto. Essa può avere un colorito più scuro o più chiaro. Quando è scuro potrebbe esserci della depressione e quando le palpebre, sia superiori che inferiori, sono rigonfie, e magari scure, è segno di tristezza. Io le chiamo “le sacche del pianto”. Indicano anche un malfunzionamento dei Reni, sedi dell’emozione Paura, la quale infatti rende tristi e, dal punto di vista dell’alimentazione, palesano un consumo esagerato di proteine e prodotti animali. Le persone con “le sacche del pianto” molto accentuate possono avere la tendenza ad ingrassare ma per questo aspetto bisogna prendere in considerazione molti altri fattori. Queste “borse”, se rigonfie, mostrano un eccesso di liquidi e quindi eventualmente uno stato edematoso in tutto il corpo mentre quando sono asciutte, e a volte addirittura rientrano nella cavità, suggeriscono mancanza di idratazione.

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E’ quasi buffo pensare, come dicono molti luminari orientali, che solitamente quando sentiamo lo stimolo della fame in realtà il nostro corpo ci sta chiedendo acqua e non cibo. L’acqua è fondamentale per noi, per la terra, per ogni forma di vita. Siamo costituiti dal 70% d’acqua ed essa depura. Non bisogna esagerare con la sua assunzione ma sicuramente non deve mai mancare.

Questa fascia comprende anche la distanza degli occhi dal naso. Quando gli occhi sono ravvicinati tra loro possiamo avere davanti un soggetto che osserva a lungo le cose, magari giudicandole anche, può avere buon gusto e saper valutare. Una persona analitica che solitamente apprezza chi la pensa come lei. Sarà anche in grado di concentrarsi con semplicità.

Chi invece ha occhi più distanziati ha larghe vedute, può cambiare idea facilmente ma non solo perché si lascia trasportare bensì è in grado di adattarsi alle situazioni della vita e valutare diverse prospettive senza assolutismo.

Come ho già detto nell’articolo precedente diffidate dal make-up. Le donne con occhi ravvicinati tendono sempre ad allungarli e distanziarli.

L’angolo esterno dell’occhio è una delle zone più truccate del viso e ha anche lui una posizione soprattutto da osservare in correlazione all’angolo interno.

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Quando l’esterno è infatti più in alto rispetto l’interno quasi sicuramente quella persona è curiosa, molto sveglia, sa il fatto suo, potrebbe essere anche vanitosa, avere uno spiccato orgoglio personale ma soprattutto ambiziosa.

All’incontrario c’è un po’ di infelicità, di pessimismo e poca autostima. Tanto buon cuore ma poca soddisfazione nei confronti della vita.

Questi angoli, soprattutto quello esterno, sono in stretto collegamento con la palpebra superiore. Quando questa è particolarmente polposa, carnosa, piena, ci si può ritrovare davanti un individuo che non è in grado di amare con tutto il suo cuore e quindi soffrirà molto meno per il proprio partner rispetto a quello che ha invece la palpebra superiore incavata e vuota. I primi perdono meno energia, la trattengono di più, alimentano il loro fuoco interiore  e potrebbero essere più portati a focalizzarsi e a dedicarsi alla propria professione e al denaro piuttosto che alle relazioni intime. I secondi invece si svuotano di energia proprio come le loro orbite e solitamente questo accade per passione.

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Accanto all’angolo esterno possono formarsi delle rughe (avvallamenti della pelle che meriterebbero un articolo a sé) chiamate, in gergo, “zampe di gallina”. Questi solchi indicano il socchiudere gli occhi come a volerci – vedere chiaro -. Mirare quella determinata cosa e valutarla. E’ un riflesso viscerale che, dai primitivi, ha permesso la conservazione della specie. Porre attenzione, cercare di capire cosa sta succedendo. Misurare il rischio. Ovviamente più queste rughe sono marcate o precoci e più l’individuo sarà scettico nei confronti del benessere che la vita può regalare gratuitamente. Sarà una persona che fiuta il pericolo e lo percepisce magari anche quando non c’è. Previdente, forse troppo. Ma sono anche le rughe del sorriso per questo bisogna confrontarle alle rughe del procero in mezzo alle sopracciglia. Quindi, come dico sempre, le parti del viso, o del corpo, non vanno mai valutate singolarmente ma bisogna osservare l’essere umano in tutto il suo insieme. Alcuni dettagli generici però si possono dare come ci suggerisce la fisiognomica. Ma torniamo alle palpebre.

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Le palpebre invece svuotate ma con eccesso di pelle che ricade oltre al bordo ciliare (cosa che accade solitamente durante la vecchiaia) è un segno di critica e autocritica. Si è stati criticati, si critica molto e, sovente, si critica al negativo. In questo caso c’è anche poco entusiasmo nei confronti della vita, si è come stanchi e non si ha più voglia di molte cose. Chi ha questo tipo di palpebre, pur non essendo anziano, è una persona “vecchia dentro” parlando da un punto di vista interiore ed emozionale.

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Pupilla. Dal latino [pupìlla] che significa “bambina, bambino, bambolina”. Infatti, gli occhi sono l’unico organo che non cresce. È lo spazio attraverso il quale è possibile vedere il bambino, dentro l’adulto -.
(guidofruscoloni, Twitter)

Prosit!

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Orzaiolo – cosa ti fa Arrabbiare?

L’Orzaiolo è un’infiammazione delle ghiandole sebacee delle palpebre. Potrebbe sembrare, a prima vista, una specie di foruncolo e può presentarsi sia nella zona esterna della palpebra che interna. Solitamente scompare nel giro di qualche giorno o persino l’indomani, raramente invece può anche trasformarsi in una ciste (definita calazio) perciò è sempre bene non irritarlo, non toccarlo con mani sporche e non applicare cosmetici. E’ parecchio fastidioso. A volte sembra di avere un corpo estraneo nell’occhio oppure questa zona può prudere e addirittura fare male.

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Chi segue il mio blog sa già che quando parlo di infiammazione, o in alcuni casi anche di infezione, c’è sempre alla base l’emozione della rabbia. Rossore, calore, sostanze purulenti all’interno di quel preciso punto… sono tutte caratteristiche che si collegano all’ira che si presenta simile all’infiammazione stessa: calda, rossa (se vogliamo darle un colore) e dolorosa. Che “brucia”.

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Nel caso dell’Orzaiolo, parlando quindi esclusivamente degli occhi, bisogna associare a tutto questo l’azione del “guardare” ed è facile quindi capire che probabilmente è un qualcosa che vediamo quotidianamente ciò che ci fa arrabbiare. Una persona? Una situazione? Un oggetto che ci ricorda un brutto momento? Ovviamente è tutto un lavoro dell’inconscio ed è come se in questo inconscio si accendesse una lampadina ogni volta che i nostri occhi guardano ciò che gli fa male; alla fine il risultato è la comparsa di uno o più Orzaioli.

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Non per niente, anche se non ce ne accorgiamo, ogni volta che ci arrabbiamo tendiamo a pressare leggermente le labbra e a tendere le palpebre sia inferiori che superiori obbligandole ad una impercettibile posizione per loro innaturale. A volte anche le sopracciglia si abbassano verso l’occhio, aggrottando la fronte, quasi come in un atto di difesa nei confronti del nostro sguardo.

E’ una questione inconscia ma suggerendovela è possibile pensarci e ragionarci su e spesso può capitare che si arrivi a capire cosa ci provoca rabbia e quindi eliminare l’elemento dal nostro campo visivo ove è possibile.

Oppure ancora, si può cercare di osservarlo con “occhi diversi”. Senza provare rabbia. Ne va del nostro benessere.

Ricordiamoci anche sempre di considerare in quale occhio è comparso l’Orzaiolo. Destro o Sinistro? Sapete che la parte destra è la parte relativa al maschile perciò indica il padre, il figlio, il fratello, il collega, l’amico o oggetti collegati a queste persone. Mentre la parte sinistra, femminile quindi, è correlata alla madre, alla figlia e così via. Per chi vuole saperne di più su questo argomento consiglio di leggere anche questo mio articolo https://prositvita.wordpress.com/2015/08/20/la-destra-e-la-sinistra-il-padre-e-la-madre/

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Tali settori possono essere volti anche al nostro stesso sesso, maschio o femmina, e allora, sempre in riferimento alla comparsa di un Orzaiolo, possiamo porci la domanda di quanto sopportiamo la vista del nostro corpo che probabilmente non ci piace, oppure di quanto ci fa arrabbiare vedere il nostro partner, ogni giorno, che sinceramente non sopportiamo più.

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Noi stiamo magari soffrendo e lui/lei lo/la vediamo dormire beato/a e menefreghista… che rabbia!

O vediamo che fa una cosa che proprio non dovrebbe fare e magari gliel’abbiamo già detto mille volte!

Bisogna eliminare la rabbia da dentro di noi se vogliamo stare bene.

Raramente, e in questo caso ci colleghiamo anche alla congiuntivite, infiammazione dell’occhio che in futuro spiegherò meglio, può anche capitare che ci faccia arrabbiare quello che NON vediamo più. All’incontrario quindi. Ossia, noi vorremmo vedere una cosa, una persona che ci manca, un luogo che ci provoca belle emozioni, un ricordo… ma ci viene impedito, oppure non ci riusciamo. Questo può comunque provocare in noi rabbia.

Si, purtroppo sono tanti i motivi e non è semplice azzeccare quello giusto ma la motivazione principale sulla quale bisogna focalizzarsi è l’emozione sentita. Sarebbe curioso e appagante capire la fonte ma per il nostro organismo e per la nostra psiche non è così importante. L’importante è l’eliminazione della rabbia perché è quella che fa male indipendentemente da cosa la provoca. E’ difficile da accettare questo discorso ma è così che ragiona la nostra parte intrinseca, in modo completamente diverso dalla nostra mente.

Guardate la collera dentro di voi. Osservatela. Amatela se vi è possibile (è una vostra creazione) e concentratevi sul lasciarle fare il suo mestiere prima di andare via. Solo così vi abbandonerà. Solo permettendole di lavorare la potrete riconoscere in futuro e cercare di evitarla. Cercare di modificare i vostri sentimenti prima che arrivi (senza mai reprimere!). Questo è il metodo migliore per non essere colpiti da Orzaioli e nemmeno da qualsiasi altro tipo di infiammazione.

Prosit!

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Hai Occhi Grandi o Occhi Piccoli?

A volte gli occhi sono un gran problema, parlano anche se non dovrebbero farlo

( Anonimo)

Gli occhi, si sa, sono lo specchio dell’anima.

wheresup.com

In molte filosofie orientali, prima fra tutte il Mian Xiang, che spiega come interpretare il carattere e addirittura il destino dell’individuo guardandone il volto, questa teoria si studia come una reale sorgente della verità. Gli occhi, queste nostre speciali e fantastiche “finestre”, costituiscono pertanto un tratto davvero importante del nostro Essere e vanno tenuti molto in considerazione. Lo sanno bene anche i disegnatori dei cartoni animati ad esempio, i tecnici grafici di stili come i famosissimi “Manga” giapponesi, attraverso i quali dovevano, soltanto con l’utilizzo di matite colorate, riuscire a dimostrare i sentimenti provati a chi guardava il video.

otakurevolution.forumcommunity.net

Cosa non facile davvero. E’ proprio grazie alla loro bravura che bastano al pubblico pochi attimi per conferire ad ogni personaggio una certa personalità.

nanoda.com

L’occhio grande, scuro, profondo infatti, appartiene solitamente a chi è buono d’animo e viene riservato al protagonista e ai suoi più cari amici. Ricorderete tutti la piccola Georgie – che corre felice sul prato… -. Aveva occhi enormi e sempre lucidi e frementi, parecchio più grandi rispetto a quelli della mamma adottiva che, se pur non crudele, provava un certo astio nei confronti di quella tenera bimba bionda che le stava dividendo la famiglia. Per non parlare di Candy Candy, della quale si vedevano praticamente solo gli occhi a sottolineare la sua infinita dolcezza.

angolodellamicizia.forumfree.it

Per la persona più “cattiva” invece, il famoso nemico presente in ogni favola, si usava creare occhi più piccoli, solitamente chiari, in quanto più freddi, con un sopracciglio molto vicino alle palpebre in caso di espressione accigliata e questo stava a suggerire una personalità arrogante, superba e arcigna.

takano.altervista.org

Nella vita reale possiamo vedere bene che ciò non è proprio così. Ci sono assassini senza pietà con occhi enormi e persone di cuore con occhi molto piccoli ma, in verità, nella fisiognomica, anche questo significa qualcosa. In effetti c’è una grande differenza tra le due persone ma non si tratta di cattiveria o bontà bensì di diffidenza. Proprio così. La persona con gli occhi piccoli o stretti è semplicemente, di solito (senza assolutismo), una persona più diffidente nei confronti degli altri o della vita in generale. Una persona cauta quindi, che riflette, che sonda parecchio e rimugina molto prima di fare un passo avanti e prendere una decisione. Non è impulsiva e non si fida ciecamente di chiunque. Rifugge l’estraneo pur non avendone magari una vera e propria paura ma preferisce stare con chi già conosce. Può risultare spesso anche pignola.

stranomavero.solobuonuomore.com

La persona invece con gli occhi molto grandi è forse anche un po’ più ingenua, in senso buono, con una spiccata emotività e dote artistica. E’ aperta al mondo, si fida di più, non teme chi non conosce, difficilmente osserverà, studiando, le persone intorno a se’ nel momento in cui deve sedersi tra tanta gente. Siete sicuramente andati in Chiesa o al Cinema qualche volta. Le persone che entrano in ritardo, quando un pubblico è già seduto e devono prendere posto, hanno tutte un comportamento differente. C’è chi indugia, chi osserva scrupolosamente, chi avanza e poi retrocede, chi si siede senza problema, chi si tuffa per fare prima, incurante di chi può avere di fianco. Ognuno ha il suo comportamento, ognuno ha i suoi occhi.

didatticarte.it

Come dicevo prima, non si può assolutamente fare dell’assolutismo, scusate il gioco di parole, soprattutto in questo argomento in quanto, come dico sempre, i tratti somatici non si dovrebbero mai prendere singolarmente ma, grosso modo, questo potrebbe essere un indizio. Un indizio che può aiutare. Tant’è che, se ci troviamo davanti una persona con occhi molto piccoli, dovremmo tener da conto che non si aprirà facilmente a noi soprattutto se ci porgiamo con poco garbo o irruenza. Con lei ci vorrà tatto. Ha bisogno di conoscerci. Probabilmente le stiamo infondendo preoccupazione, quindi cerchiamo di essere educati e umili. Sensibili. Se non vogliamo che si metta sulla difensiva. E’ acuta, e vuole e deve studiarci. Con quelli che hanno occhi invece grandi e profondi possiamo concederci anche più enfasi, ne saranno felici e ci considereranno presto degli amici. Ciò non significa che uno sia meglio dell’altro, c’è solo una differenza, tutto qui. Naturalmente, tanto fa anche cosa una persona ha subito nella propria vita, ma qui entreremmo in un discorso aggrovigliato e psicologico. Scrivendo questo post mi viene alla mente come le donne siano più fortunate rispetto agli uomini grazie alla possibilità di utilizzare del trucco. Attraverso esso possono correggere le imperfezioni, il colorito, rendere la propria pelle come quella di una pesca vellutata e possono anche trasformare le forme del loro viso. Ridimensionare o ampliare il naso, omogeneizzare l’ovalità del volto, incavare di più o di meno zigomi e orbitali. Ingrandire e rimpicciolire gli occhi. Tanananà… Ma certo!

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E di tanto anche! Con un buon make – up artist, specialista del chiaro/scuro e un valido gioco di luci. Perciò, mi raccomando, osservate i visi “acqua e sapone” privi di qualsiasi maschera. Privi anche degli occhiali. Anche questo ultimo accessorio molto spesso inganna. Alcune persone che soffrono di una miopia molto accentuata hanno allo stesso tempo anche preoccupazione per ciò che riguarda il futuro. Per quello che possono perdere o che possono vivere. Da notare che, le lenti che vengono da loro indossate, mostrano occhi più piccoli di quello che in realtà sono (oppure può accadere l’incontrario a seconda del disturbo). E’ vero che si tratta semplicemente di un fenomeno ottico ma mi piace leggerlo anche come un messaggio: “apri di più la tua anima alla vita senza paura, guarda che occhietti piccoli che hai! La tua anima è stretta, chiusa in sè!”.

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Davvero carino, non trovate anche voi che sia un bel aiuto? In fondo, anche gli occhiali servono proprio ad aiutare no? Hanning Hai Lee Yang, scrittore e astrologo norvegese conosciuto nel suo Paese anche come – indovino -, il quale si è concentrato molto sulla lettura del viso, applica alla forma dell’occhio anche la costituzione delle ciglia. Ma è ovvio!

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Suddivide quest’ultime in tre categorie:

Folte e lunghe – per una persona tenera, sensibile e con grandi possibilità spirituali

Folte e corte – per una persona forte, solitamente in salute e anche abbastanza irascibile

Sottili e rade – per una persona prettamente pigra e inattiva e con, probabilmente, una circolazione energetica in se’ poco armoniosa.

Tutto forma i nostri occhi, come le pieghe delle palpebre superiori o il gonfiore di quelle inferiori, il loro allineamento, la loro vicinanza, il loro essere incavati, lo spostamento più o meno arzillo e fluido del corpo ottico, che noi vediamo attraverso le sclere che si propongono a noi. La loro lucentezza, la loro vivacità. Anche le sopracciglia e il colore dell’iride hanno la loro fondamentale importanza, ma non posso dirvi tutto oggi, per queste cose, dovrete aspettare il prossimo articolo.

Prosit!

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