Cambia le Sinapsi – parte 2°

Dopo il precedente articolo, che dovreste leggere per capire questo, “Cambia le Sinapsi – parte 1°” che potete trovare qui https://prositvita.wordpress.com/2018/06/11/cambia-le-sinapsi-parte-1/ eccoci agli esercizi promessi i quali devono naturalmente essere accompagnati da una buona dose di: volontà, positività e fatica.

MEGLIO DI ROCKY BALBOA

La sentite? E’ “Gonna Fly Now” (Bill Conti), colonna sonora del film – Rocky Balboa -, tutta per voi. Forza, iniziamo, a muso duro, campioni!

Si parlava di abitudini e allenamento. Infatti è proprio l’allenamento ad aiutarci. Perché? Perché l’allenamento è una sorta di “abitudine” e, l’abitudine, è proprio quella situazione nella quale la nostra mente sguazza. Praticamente inganniamo la mente utilizzando le sue stesse armi. Il cervello eseguirà semplicemente, in silenzio, ciò che noi vogliamo fargli fare. Povero cervello, sembra un tontolone, ma in un certo senso… beh… diciamo che non ha autonomia ecco. Bando alle ciance ora. Qualche esercizio utile? Eccolo qui:

Trasformiamoci in Deficienti.

Ecco non fatelo spesso che impazzite davvero. Sapete che però è anche un ottimo allenamento per la famosa Presenza? Vabbè… poi ne parleremo.

Vi sembrero’ una fuori di testa ma funziona. Supponiamo ch’io stia prendendo un caffè e arriva il pensiero assillante. Mi devo concentrare sul caffè, su quel momento. Ma concentrarsi sul caffè risulta difficile quando l’ossessione fa capolino presuntuosa. Quindi ci aiuteremo con il descrivere, o a voce o dentro di noi, tutto quello che vediamo, sentiamo, percepiamo attraverso un monologo allucinante. Ad esempio: sto prendendo il caffè, ecco la tazzina, è bianca, è calda, è tonda, è quadrata, è grande, è piccola, è bianca, è nera…. etc… la descrivo come se parlassi ad un cieco che non può vederla. E il caffè? Brucia, è scuro, è amaro, è dolce, è tanto, è poco, è forte, è profumato… etc… il tavolo sul quale è appoggiata la tazza com’è? E avanti così. Ci sono biscotti nei paraggi? E allora, anche con i biscotti, stesso meccanismo. Noterete che non avrete potuto pensare al resto facendo bene questo esercizio.

Eliminiamo una parola.

Eliminiamo una parola dal nostro vocabolario. I modi di dire saranno più difficili da togliere ma se ci imponiamo di non dire, per qualche dì, ad esempio, la parola “Buongiorno” possiamo farcela. Utilizzeremo dei sinonimi come: buona giornata, salve, ciao, buona mattinata, saluti, etc…

Eliminiamo un piccolo gesto abitudinario.

Senza rendercene conto, durante la giornata, facciamo quasi tutti dei piccoli gesti, senza neanche rendercene conto. Non parlo dei tic, mi riferisco a quelle piccole abitudini gestuali che possono essere vissute come coccole o come rilassanti metodi contro la noia o di “sopravvivenza”. Possono essere anche altro. Tipo: toccarsi i capelli, grattarsi le pellicine delle dita, mordicchiarsi le labbra, battere il tempo con il piede, lisciarsi il mento, strofinarsi il naso…. Eliminiamone uno. Poniamo attenzione ad uno e togliamolo (non sarà semplice vedrete).

ANDIAMO A COMANDARE!

Questi esercizi servono per governare la mente e far capire a lei che siamo noi a gestire i nostri pensieri e siamo padroni di noi stessi. Non lei. Lei non potrà andare dove vuole, verso i suoi lidi. Non siamo dei dormienti, siamo svegli e sappiamo bene cosa stiamo dicendo o cosa stiamo facendo. Soprattutto… a cosa stiamo pensando! Allenandoci in questi, che appaiono come esercizi sciocchi e semplici, ci rendiamo intanto forti e capaci anche per gli altri, quelli più difficili e complessi, quelli inerenti al cambiamento del percorso delle sinapsi che vi dicevo prima. Prima di iniziare a correre, bisogna imparare a camminare ma è proprio imparando a camminare e a reggerci in piedi che potremmo diventare dei velocisti campioni del mondo.

Non sentitevi in colpa, mi raccomando, se non ci riuscite. Datevi del tempo. Ci vuole tempo. Sarebbe davvero inutile e deleterio incolparvi. Si cerca di migliorare non di addossarsi ulteriori colpe in collo. Tutto, con il tempo, diverrà più semplice e ognuno ha il SUO tempo. Il fatto di rendersi conto di “aver sbagliato” e di aver detto – Buongiorno! – quando non lo si doveva dire, è già un fantastico passo avanti.

Non fate questi esercizi tutti assieme. Fatene uno per volta, uno alla settimana ad esempio. Sembrano facili ma sono prove dure per il cervello. Non esagerate. Avete vissuto per tanti anni in un modo, ora non potete pretendere di riorganizzare il vostro essere in poche ore. Inoltre, più esagerate e più la mente si arrabbierà e scalpiterà. Se invece svolgete questo lavoro piano, lentamente, senza farvi accorgere proprio dalla mente, tutto si risolverà nel migliore dei modi.

Ora, potete fare la famosa associazione di pensiero che descrivevo nell’articolo 1°. Vi verrà molto più semplice.

Penso di aver detto tutto. Non mi resta che augurarvi una buona padronanza di voi stessi e di imparare a comandare! (Senza più essere schiavi della mente).

Prosit!

photo artistwaves.com – it.freepik.com – wikyhow.it – dermes.com – actionmagazine.it

Cambia le Sinapsi – parte 1°

Questo è un lungo argomento perciò lo dividerò in due articoli. In questo, il primo, avrete la spiegazione di come stanno le cose e nel secondo degli esercizi per riuscire a diventare padroni di se stessi e vivere decisamente meglio, senza essere vittime dei propri pensieri che, spesso, assillano. Educare la mente ad essere una nostra valida aiutante e un buon mezzo, e non all’incontrario, essere noi, suoi schiavi.

NUOVI PENSIERI

Ma si! Che ci vuole?

Il tuo ragazzo ti ha lasciata? Tua moglie ti ha tradito? Tua madre ti ha sgridato ingiustamente? Uno sconosciuto ti ha fatto fare una pessima figura davanti a tutto il paese? Questi episodi, quando diventano ricordi, assillano e rovinano la vita. Vorremmo dimenticarli, non pensarci più. A volte sono così presenti, tremendi e consueti che vorremmo addirittura staccarci la testa per non pensare. Staccarsi la testa però potrebbe essere pericoloso e allora torna comodo un altro metodo: quello di modificare le sinapsi del cervello. O meglio, modificarne il percorso. Non ci vuole nulla! È un gioco da ragazzi! È semplicissimo! È… è…. è una tragedia! Ecco cos’è! È una delle cose più difficili che un essere umano possa riuscire a fare. Ma, senza scherzare più, andiamo con ordine. Innanzi tutto cosa sono le sinapsi? E perché modificando loro possiamo vivere meglio? Lo spiegherò in modo semplicissimo spero che nessun neurochirurgo legga! Ma voglio sia comprensibile a chiunque.

Le sinapsi sono delle connessioni che permettono una comunicazione tra neurone e neurone o tra neurone e altre cellule. In pratica, il determinato messaggio, riesce a passare nel tessuto nervoso proprio grazie alle sinapsi. Esse sono dapprima elettriche e poi diventano chimiche come se il messaggio diventasse concreto e può così accedere, fisicamente, al luogo che lo sta aspettando. L’input quindi arriva e parte poi l’informazione. Nel cervello, come già vi avevo spiegato qui https://prositvita.wordpress.com/2018/04/20/erezione-maschile-e-cervello-in-vasca/ , la maggior parte dei messaggi prende dei percorsi chiamati “percorsi facilitati” (ossia già vissuti) in modo totalmente abitudinario. Stiamo parlando di informazioni che passano dal quel dato “sentiero neurale” milioni e milioni di volte nell’arco della nostra vita o di un solo periodo di essa. Il cervello non trasforma niente se non siamo noi a cambiare e nemmeno le sinapsi che condurranno quel messaggio sempre nella stessa direzione.

Questo, quando accade troppo spesso, diventa OSSESSIONE ma non è colpa di nessuno, semplicemente un procedimento normale che avviene chimicamente e, possiamo dire, “fisicamente” in noi. Così funziona anche la memorizzazione e quindi i ricordi. Hanno la loro tana, anch’essa facilitata, comoda, e di lì non si schiodano. E’ la nostra reazione ad essere sempre la stessa quando qualche avvenimento lo colleghiamo ad un avvenimento precedente (es. trauma). Avvenimento, o persona, o situazione, o cosa, etc… E’ comunque la nostra volontà, anche se non ce ne rendiamo conto e non lo facciamo apposta, a permettere tutto questo. Possiamo però fare anche qualcosa di diverso ma, ogni cosa a suo tempo, continuate a leggere. Ho affermato il tutto semplificando molto un procedimento in realtà parecchio complesso spero sia stato chiaro.

COME COZZE APPICCICATE ALLO SCOGLIO

Bene. Se ne deduce quindi che un pensiero (un ricordo) rimane lì e siamo noi stessi, nutrendolo, a dargli forza, sostanza e… onnipresenza. Avete presente le ossessioni che citavo prima? Sarà capitato a tutti di dire – Non riesco a non pensarci. Non riesco a togliermelo dalla testa! -.

I pensieri generano le emozioni. Cioè, se io ricordo una violenza subita, rivivro’ le emozioni di terrore, paura e angoscia di quel giorno. Il senso di nullità, la voglia di vendetta, etc… tutto questo ci fa vivere bene? Assolutamente no. Ma non solo. Diversi traumi, subiti da bambini, li riviviamo in eventi che noi consideriamo simili anche nell’età adulta nonostante non abbiano nulla a che vedere con l’evento subito. In qualche modo, per noi, e soprattutto per i nostri meccanismi di difesa, ci “assomigliano” e reagiamo alla stessa maniera. L’emozione madre si scatena sempre allo stesso modo e le pulsioni saranno dello stesso tipo.

Come dicevo, modificare un pensiero e quindi dimenticarlo, è superdifficile. Sta abbarbicato come un koala ad un eucalipto senza smuoversi neanche di un millimetro, ma noi non abbiamo più voglia di fare gli alberi da appoggio e quindi andiamo alla ricerca di soluzioni. Perché sì, ci sono le soluzioni. Finalmente una buona notizia. Il dramma è nel metterle in pratica ma ne parleremo.

Vedete, il nostro cervello è abitudinario a livello cronico, pertanto, se noi gli abbiamo sempre fatto pensare al verde ora sono cavoli amari convincerlo a focalizzarsi sul rosso, o comunque, al verde, non pensare più.

21 GIORNI… ALL’ALBA

I grandi esperti dicono che per modificare una sinapsi ci vogliono 21 giorni. Facciamo un esempio pratico. Se io guido una macchina normale e quindi sono abituata ad usare la frizione, nel momento in cui acquisto un’auto automatica, il mio piede sinistro impiegherà 21 giorni (circa) per disabituarsi dal premere il pedale della frizione. Quindi, se un brutto ricordo mi assilla, dovrei impiegare 21 giorni per eliminarlo, così come l’abitudine del piede sinistro. Ma dobbiamo dargli il nuovo “sistema” ossia dobbiamo dare al nostro cervello una “macchina automatica”. Creare il cambiamento nuovo al quale può aggrapparsi mollando il vecchio.

Se perciò mi viene alla mente quella determinata cosa che mi fa male, per mandarla via, mi dovro’ sforzare a pensarne un’altra. Il pensiero rivolto ad un ex compagno, ad esempio, diverrà il pensiero rivolto ad un blog, o ad un amico, o a una cosa che piace, o ad un lavoro. Dobbiamo cioè creare UN’ASSOCIAZIONE DI PENSIERO. Quella cosa nuova (che dovrà essere “bella”) verrà correlata all’ ex e, man mano che passano i giorni, ogni volta che il pensiero cadrà sul non più partner, automaticamente, si inizierà a pensare a quell’altra cosa. Via il pensiero via il dolore, o il fastidio, o altro. La nuova riflessione può essere dirottata ad un qualcosa di non ancora accaduto, fantasticando attimi magnifici, o a qualcosa di già successo che riporta a splendide emozioni. Praticamente stiamo creando una nuova sinapsi e, piano piano, quella piccola nuova comunicazione scaverà un nuovo percorso da intraprendere e seguire, poi lo inizierà, si abituerà a quello e passerà sempre di lì. Vi dimenticherete così l’ex compagno (certo non del tutto, la memoria l’avrete sempre, ma cambieranno gli stati emozionali correlati al percorso di prima). Non è questione di menefreghismo è un qualcosa di biologico. Il nostro cervello funziona così. So che non è buono essere rivolti al passato o al futuro ma, vivere il “Qui e Ora” e fare la Presenza, lo sospenderei un attimo, per il momento, come discorso. Un passo alla volta. Oggi parliamo di sinapsi, poi parleremo del vivere l'”Adesso”.

Torniamo a prima, insomma che, detta così, sembra semplice ma non lo è per niente. Ricordatevi che sono koala, anzi chewing gum, anzi cozze! E sappiate che, mentre il cervello sta ai vostri ordini, la mente invece cercherà sempre di remarvi contro. Cosa gli abbiamo fatto di male a sta mente poi, un giorno, qualcuno me lo deve spiegare eh?

Comunque, dicevo, non è facile. Bisogna quindi usare al meglio gli esercizi adatti.

ALLENARSI.

Bene, per il momento mi fermerei qui. Nel prossimo articolo leggerete degli esercizi che io personalmente ho trovato utili e interessanti. Funzionano e quindi ve li racconterò. Intanto provate a pensare se avete anche voi pensieri che, troppo spesso, passano per sentieri che vorreste modificare.

Prosit!

photo automobilandia.com – greenstyle.it – ansa.it – theonlyoroscopo.com – studioarmonia.net