Vivere il Presente e “staccare” davvero quando si è nella Natura

La maggior parte delle persone che mi racconta l’ultima esperienza vissuta in natura si sofferma molto su un qualcosa che è successo di eclatante ma mi rendo conto che non va oltre.

Prendiamo, per esempio, come luogo, la montagna. Amo la montagna, la vivo, sono un’escursionista e un’esploratrice per cui, amici e no, vengono spesso a raccontarmi le loro avventure per poterle così condividerle con me. Per imparare, per coinvolgermi o anche per insegnarmi.

Finchè mi parlano di tecnica non discuto su nulla, anzi, posso solo che stare zitta e ascoltare ma se il discorso vira verso mete più… spirituali o emozionali, mi accorgo subito che molti di loro, in realtà, non sanno neanche di cosa stanno parlando. Questa però non vuole essere una critica, ognuno è libero di vivere come vuole gli eventi ma, essendo che essi stessi ricercano con smania ciò che raccontano, ho deciso di scrivere quest’articolo per aiutare e quindi non per giudicare.

Per ricollegarmi alla frase iniziale di questo post, come dicevo, vengono registrate solo immagini eccezionali. Cioè: se avviene un incontro a sorpresa con un animale, se si può godere di un panorama mozzafiato, se si nota un fiore bellissimo, se si vive un fenomeno particolare regalato da Madre Natura, etc… allora lo si serba dentro, lo si ricorda e lo si riporta, ma se mentre si cammina per un sentiero io chiedessi – Che alberi c’erano dieci minuti fa attorno a noi? – in pochi risponderebbero. Questo non significa che bisogna sapere per forza il nome di tutte le piante, il problema è che non si saprebbero neanche descrivere. Quelle foglie com’erano? Grandi o piccole? Che forma avevano? Che venature avevano? Non si sa.

ESSERCI

Non si sa perché non si osserva ma, in questo particolare caso, “osservare” non significa solo “guardare”. Significa “esserci”. Inoltre è anche molto utile “osservare”, in luoghi montani, al fine di evitare di perdersi e riuscire ad orientarsi.

Quando abbiamo iniziato questo percorso, hai camminato su pietre o su terra battuta? L’edicola con dentro quella piccola Madonnina, all’inizio della strada, l’hai vista? Che due farfalle stavano facendo l’amore su quell’Orchidea selvatica l’hai notato? -. La risposta è (quasi sempre) – No -.

Questa non è una colpa. Tutto ciò accade semplicemente perché, in realtà, non riusciamo a staccare con la nostra parte materiale. La cosa è un po’ difficile da fare e anche da spiegare. La nostra porzione fisica ci serve durante un’escursione, così come ci serve in ogni azione della nostra vita. In un’avventura in montagna la Mente deve essere presente. Ci aiuta a scegliere, a valutare, ad essere attenti. Il corpo deve rispondere a determinati impegni, ci avvisa se ci stiamo disidratando, ci permette di raggiungere luoghi meravigliosi. Non possiamo e non dobbiamo distaccarci del tutto da quello che siamo nella materia ma non dobbiamo neanche percorrere quel momento in totale fisicità.

La nostra parte spirituale è quella che più di tutte può servirci. Essa è ricca delle virtù quali: la preveggenza, la visione a 360°, la forza, il coraggio, l’amore, il riconoscere la bellezza, la gratitudine, la comunione, la contemplazione, l’osservazione, l’esserci e molte altre. Ogni giorno della nostra vita dovremmo vivere riflessi in questa parte di noi ma è ostico mentre si deve esistere all’interno della nostra quotidianità con tutto quello che comporta. Una giornata in montagna, che nasce proprio al fine di “staccare”, termine usato da tutti, permette questo più facilmente e può anche essere un buon allenamento da inserire poi nella vita di tutti i giorni e in ogni luogo.

Quante volte si sente dire appunto la frase – Andare a fare una passeggiata in natura per “staccare” -. Per non pensare, per rifocillarsi di energia positiva, per acquisire salute sia fisica che mentale, per svagarsi e rasserenarsi, per allontanare da noi i problemi. Tutto bellissimo, il fatto è che non serve a niente se non si vive – quel modo – in un – determinato modo -.

Nel momento stesso in cui si fa ritorno a casa, a cullarci vagamente, può essere solo il ricordo di quello che abbiamo passato, ma questo non giova a nulla e ci ritroviamo fin dalla sera stessa, più stanchi forse, ma non con un animo diverso o migliore.

Sai… è che quando cammini su quei monti, cambia il luogo ma tu sei esattamente dov’eri prima, nella tua dimensione di sempre, quella piena di problemi e fastidi e preoccupazione. Ebbene sì.

Ti sembrerà assurdo quello che dico perché tu affermi di aver avuto accanto a te degli alberi, un torrente, delle pietre e le farfalline. Tutto ciò ti ha donato gioia perché son cose che non vedi sempre. I profumi che penetrano nelle tue narici non sono paragonabili a quelli che respiri ogni giorno e quei panorami non hanno nulla a che vedere con quelli che puoi osservare dal tuo balcone.

Non parliamo poi se ti capita di vedere un animale selvatico (come dicevo prima): un Camoscio, o un Capriolo, o un’Aquila che tu ovviamente non riconosci come Aquila, ma hai visto un coso enorme volare, nettamente diverso dai Piccioni ai quali sei abituato. Ecco, in quei momenti, ti sembra di aver vissuto qualcosa di grandioso e pensi di essere riuscito nel tuo intento.

Non è così. Ponendo attenzione puoi notare che la tua Mente è sempre proiettata verso un tempo che non è quello che stai vivendo. O è il passato o è il futuro. Quando si parla di passato e futuro non si intende un distacco di anni. Nel passato regna la depressione mentre nel futuro regna l’ansia. Detta così sembra grave e lo è ma ho voluto prendere gli stadi massimi di questi tempi per farti comprendere meglio.

Mentre cammini in montagna pensi magari a tuo marito che è rimasto a casa… “chissà cosa starà facendo, poteva venire con me quel pigrone!”. Pensi che quello è il tuo ultimo giorno di ferie e dall’indomani ti aspetta un periodo di lavoro molto intenso. Vedi un Giglio meraviglioso “oh! A mia mamma piacerebbe tanto, quasi che glielo colgo, no… però… non è giusto toglierlo da qui e poi seccherebbe fino a stasera”. In casa hai tutto? “Chissà se arrivo in tempo per comprare quelle cose che mi mancano e preparare cena”. “Cavoli, domani è il 15 del mese, mi scade la bolletta della luce”. “Ma guarda se doveva venire anche lei oggi, non la sopporto”. “Che stanchezza ma quanto manca?”. “Dio, speriamo di non incontrare Vipere perché ne ho il terrore”. “Stasera chiamo Giovanni e gli dico che questo è un posto magnifico per i funghi!”. “Che nuvole laggiù! Ma pioverà? Speriamo di no, è così piacevole questo sole”. “Sono le dieci e quel vigliacco non mi ha ancora scritto”. E intanto la montagna, con tutte le sue meraviglie, ti scorre sotto il naso e non vedi nulla.

Se si riuscisse a vivere il Presente, chiamato anche “Qui e Ora” tutto sarebbe diverso. E di molto. Non solo per il momento in sé, per quel godere in toto e in assoluto il luogo in cui sei con tutti i suoi ingredienti, ma soprattutto perché, così facendo, coagulandoti totalmente con Madre Natura, allora sì che potrai portarti a casa tutti i suoi benefici i quali dureranno giorni in voi.

Sii quella foglia! E a casa potrai sentirti leggero e capace di accettare ogni cambiamento.

Sii quell’acqua! E a casa potrai sentirti fresco e nutrimento per gli altri.

Sii erba! E a casa potrai sentirti forte e pronto ad ogni evenienza.

Sii pietra! E a casa potrai sentire che nulla può scalfirti o buttarti giù.

Sii vento! Sole! Tuono! Pioggia!

Assorbi in te le caratteristiche di quello che ti circonda. Tocca quello che ti circonda. Annusalo. Guardalo con attenzione. Portati dentro ciò che è. Diventalo. Allora si che davvero ricaricherai le tue batterie e sveglierai in te qualità sopite da tempo.

Aguzza la tua vista, libera le tue orecchie, ascolta con il naso e impara ad usare altri sensi non biologici. La percezione, l’intuito, la capacità di vedere oltre, la bellezza sospesa dell’attesa, il brivido del coraggio. Senti con la tua pelle. Nessun organo, se non il cuore, è così adatto come la pelle per “sentire”. Diventa un tutt’uno con gli alberi, gli animali, i crinali, ti appartengono e tu appartieni a loro.

In quei momenti non esistono le bollette, il marito, la mamma, la paura delle vipere, il fidanzato che non ti scrive… esisti solo tu. Esistete solo tu e Madre Natura.

Provaci. Non ti sarà facile le prime volte ma quando ti sarai abituato non potrai farne a meno. Non farti ingannare dalla mente che considera questa un’evasione dalla realtà. Non credere di essere “fuori con la testa” in quel momento e di non poter fare attenzione o non riuscire a goderti quegli istanti. In realtà, acquisisci ancora più capacità. Tutto si amplifica e si moltiplica. Il cuore della Terra che batte ti passa tutto di sé. Nulla può sfuggirti. Fidati. Devi solo aver pazienza perché le prime volte ti sentirai all’inverso, come a non esserci.

Punta una foglia. Guardala come se fossi un microscopio vivente. Guardane ogni più piccola particella. Immedesimati in lei. Cosa sta sentendo? Quella lanugine che la ricopre, ricopre anche te. Se senti quella sua delicatezza è perché quella delicatezza ti appartiene. E’ anche la tua. Respira come respira lei. Impara a percepire il tuo sangue che scorre nelle vene come lei è consapevole della linfa che la nutre. Punta un ramo e poi un intero albero. E tutto quel bosco. I suoi suoni, il suo respiro, la sua voce. Che energia emana quel bosco? Cosa senti? A tua percezione personale, che tipo di vibrazioni sta emanando? Quello stato di Presenza che riesci a mantenere non racconta menzogna alcuna.

Se riesci in questo, col tempo, allora capirai cosa davvero significa “staccare” e potrai godere a lungo di quel contatto terapeutico. E non ti mancherà quel benessere perché sarà dentro di te. Impara le lezioni che questa grande Maestra ti insegna, sono tante e assolutamente adattabili alla tua vita in città. Sono lezioni meravigliose.

Ti auguro tantissime escursioni indimenticabili.

Prosit!

 

Eppure sembrava proprio vero

“DIO – TV” NON DICE BUGIE

Possiamo davvero fidarci delle notizie che vengono date dai mass media? A questa domanda la maggior parte delle persone risponde un bel – No – carico di orgoglio come a voler sembrare di essere più lupi che pecore peccato però che, alla fine, le stesse notizie vengono condivise, ri-condivise, analizzate, prese in considerazione, divulgate, eccetera eccetera… fino ad appropriarsi di ogni spazio disponibile sui mezzi di comunicazione e social.

Alcuni di questi annunci riescono addirittura a EDUCARCI, a creare un nostro stile di vita.

Realizzano in noi schemi mentali, ci spaventano, ci rallegrano, ci rattristano. Hanno un potere indescrivibile nei confronti della nostra vita. Li studiamo persino a scuola, per anni (!) per poi scoprire che erano totalmente falsi. “Nuove ricerche hanno dedotto che invece…”… avete presente no?

Religioni, grandi personaggi, significativi fatti storici… insomma, parecchie news sono, e sono state false, eppure sono riuscite ad entrare nelle case di ognuno di noi e questo perché, anche se la maggior parte delle persone oggi dice – Io non ci credo! -, in realtà ci crede, ne parla e soprattutto non fa nulla per contrastare quella notizia ne’ per farla andare a morire.

Emmmappperchè la gente deve sapere! -. Ma cosa deve sapere? Un falso? Tu puoi affermare con massima certezza che quello che hai sentito e stai riportando è il vero? Ti stai assumendo la responsabilità di questo? No. E allora ho provato a raccogliere un po’ di prove che, attenzione, non sono la verità ma sono la dimostrazione che può esistere un contrasto inerente a quella determinata notizia.

Ora, è assolutamente vero che la scienza compie passi in avanti di anno in anno. È quindi ovvio che quello che si sa oggi non si poteva sapere ieri, ma quello che mi preme far comprendere è quell’assolutismo, quell’immenso valore che diamo, noi pubblico, a ciò che ci viene detto. Se non siamo in grado di entrare nel profondo di un tema scientifico, o medico, o politico, va bene, ma su molti altri argomenti cerchiamo il più possibile di evitare questo idolatrare tutto ciò che ci servono nel piatto. Quando ci dicono che è giallo per noi è giallo. Non vediamo altri colori. Non li vogliamo vedere perché il Gran Visir della televisione ci ha detto che è giallo e così sia. È sbagliato secondo me. Molto sbagliato.

CANE SI, CANE NO

Bene, al di là del fatto che siamo cresciuti tutti ingurgitando grandi quantità di fluoro e olio di palma, che oggi sono diventati i nostri peggiori nemici (chi ha ragione?) di tutte le belinate che ci sono state vendute (taaaaaante… mamma mia quante!) ne ho scelta una a caso, quella che riguarda la cagnolina Laika spedita nello spazio il 3 novembre del 1957 per fare da test e vedere cosa poteva accadere ad un astronauta mandato in orbita.

Molto probabilmente si tratta di una delle notizie con più contrasti e non li elencherò tutti.

Ok, fino a qualche anno fa ci è stato comunicato che la bestiola è morta senza soffrire e tutto il mondo era felice. Si, vabbè, un po’ storceva il naso per il fatto che si fosse usato un cane per esperimenti scientifici ma quando io ero bimba, ancora gli animali si potevano usare come test e tutto andava bene (condizione mentale). Poi qualcuno ha iniziato a dire che non era giusto e allora si sono creati movimenti contro questo modo di operare dell’uomo, movimenti così potenti che ora per venderti un cosmetico sono obbligati a scrivere sulla confezione “NON TESTATO SU ANIMALI” e tu ci credi (ahahhaha!).

Ma torniamo alla dolce Laika, giovane cagnolina di tre anni definita dai giornali – randagia – così faceva meno pena al popolo.

Come dicevo, fino a un po’ di tempo fa, ci hanno edulcorato la scena della sua morte. In pratica, Laika, avrebbe mangiato all’ultimo del cibo avvelenato, messo apposta lì qualora ce ne fosse stato bisogno e sarebbe morta immediatamente senza neanche accorgersene. A parte il fatto che, immediatamente, mi chiedo come possa accadere una cosa così. Ossia, Laika è un cane, ed è da sola nello spazio. Ha diverse scatolette di cibo (al gel) ma su una c’è scritto “AVVELENATO” e lei sceglie quella accorgendosi del pericolo e sapendo leggere?! Oppure no, forse Laika aveva tutto il cibo a disposizione, ma come mai non ha mai mangiato prima quello avvelenato? Mhmmm… considerando che la capsula era davvero piccola, di cibo doveva essercene ben poco… Oh! Ma certo! Sapevano che sarebbe morta subito! (Alcuni dicono 4 ore).

Ma andiamo avanti. Tolte le torture pre-partenza, per testare la reazione del suo corpo, e si parla di prove davvero terribili, pare invece che quando venne ritrovata, nell’aprile del 1958, al largo delle Antille, all’interno della capsula, quel suo corpo era completamente carbonizzato a causa di un surriscaldamento della cabina della navicella durante il rientro. (fonte mitidasfatare, 105.net, e molti altri). C’è però da dire anche che, tale capsula, nominata Sputnik2, non era destinata al rientro quindi già si sapeva che la cagnetta sarebbe morta tra le stelle e, attenzione, di disidratazione.

Beh, insomma, se andate a fare ricerca su questo fatto noterete davvero molte incongruenze; gli stessi siti che ne parlano asseriscono spesso “…furono rese pubbliche varie versioni in parte anche contrastanti fra di loro”. (fonte wikipedia e molti altri).

Non posso riportarvi tutto qui in un articolo. Il fatto è: chi ha ragione? Chi dice il vero (che è poi quello che noi vogliamo)?

E poi… questa Laika, ma davvero è andata in orbita???

VERO O FALSO?

Non avete mai notato come, a volte, pare davvero strana la ripresa di un video? Ossia, non vi viene mai da dire “ma come poteva, quella persona, riprendere in un momento come quello?” oppure “ma in un caso come quello lui riprende?”, “ma proprio lì in quel momento?”.

Possibile ci sia sempre il fenomeno coraggioso che sta lì e riprende tutto con il telefonino anziché scappare come qualsiasi altro essere umano? Il – sempre – un po’ stroppia.

Questa non è una questione di “bufale” o “fake news” come si usa dire. Qui si parla di masse educate in un certo modo e poi condotte in un altro senso.

I Vaccini, fanno bene o fanno male? Se hai il diabete puoi mangiare carboidrati o no? L’uomo è andato sulla Luna? I tumori sono incurabili? Il latte fa bene o fa male? Davvero devo bere due lt di acqua al giorno? Michael Jackson è morto veramente? Il pianeta Terra è malato? Quante donne davvero vengono uccise ogni giorno? Basta un bacio per trasmettere quella malattia? Dopo aver mangiato puoi fare il bagno? I Vangeli sono solo quattro? Gesù è esistito o no?

Abbiamo prove che dicono… niente, lasciamo perdere cosa dicono.

ASCOLTATI ATTENTAMENTE

Ascolta più attentamente te del giornale.

Beh, ecco, io penso che forse sia davvero il caso di iniziare a sviluppare un nostro sentire. Abbiamo davvero necessità, non per tutto certo, ma per molto, di cominciare ad attivare quelli che sono sensi che mai usiamo.

Quello che voglio dire è che possiamo accogliere qualsiasi notizia in cuor nostro ma accogliere una notizia, ascoltarla e saperla è un conto, mentre pendere totalmente da quella notizia è un altro. Solo questo.

Non voglio pigiare il tasto del – complotto – semplicemente voglio farti riflettere sul come puoi cercare di essere meno schiavo e più indipendente. Cerca di ragionare, cerca di utilizzare anche la tua di testa e il tuo cuore soprattutto.

Non voglio fare quella delle “sfumature di grigio” ma penso che nulla sia dannoso se assunto in quantità modiche o giuste, così come tutto può diventare deleterio se preso esageratamente. Inoltre, sono estremamente convinta che se tu sei certo che quella cosa non ti causa del male non te ne causerà. Ma devi esserne sicuro te; le tue emozioni non devono fidarsi di quello che sentono alla TV o che leggi sui giornali. Imparare ad utilizzare le proprie percezioni rende indipendenti e dunque liberi. E sei libero di comprendere ogni tipo di notizia e farne l’uso che vuoi. E’ come se ti scrollassi di dosso un velo appiccicoso che ti tiene sotto di lui limitandoti i movimenti e i pensieri.

Aspetta, informati, aspetta ancora, studia, controlla l’opposto di quello che arriva al tuo orecchio, creati una tua visione. Questo ti aiuta a divenire sempre più padrone di te stesso.

Prosit!

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Quando non sai che pesci prendere l’Universo risponde ma come?

QUESTO O QUELLO PER ME PARI SONO

In questo articolo voglio provare a spiegarti come risponde l’Universo alle tue domande, che tipo di linguaggio usa e come lo si traduce. Provo a fare questo perché, spesso, è difficile interpretare la sua lingua e lo faccio in base a delle mie esperienze personali quindi… nulla di assoluto. Con quello che desidero raccontarti puoi non trovarti d’accordo ma il mio intento è farti capire che, per me, l’Universo, grande sorgente della quale noi siamo emanazione, risponde sempre, è obbligato a farlo, ma non sapendo decifrare il suo messaggio pensiamo non ci abbia ascoltato o, addirittura, smettiamo di chiedere. IN QUESTO POST NON INTENDO PARLARTI DI SOGNI E DESIDERI MA DI DOMANDE VERE E PROPRIE CHE PUOI RIVOLGERE A LUI IN CASO DI INDECISIONI O PUNTI INTERROGATIVI CHE TI FRULLANO NELLA TESTA.

In realtà, dentro di te, le risposte esistono già perché sai molto più di quello che pensi di sapere ma non riesci a individuarle. Nessun problema, ti basta chiedere. Proprio come se chiedessi informazioni su un lavoro ad un professionista. Ad esempio, supponiamo che sei indeciso tra due scelte da prendere. Supponiamo che ti propongono due lavori da fare e devi scegliere quello più adatto a te.

QUANDO NON SAI CHE PESCI PRENDERE

A prima vista entrambi ti piacciono, entrambi hanno i loro lati positivi e quelli negativi e tu proprio non riesci a decidere. Quale sarà però quello più conveniente per te nel futuro, non riesci a vederlo. Non ti resta che domandarlo a chi ne sa più di te, cioè all’Universo, rappresentato dal tuo Sé Superiore. Poni la domanda in modo chiaro, ringrazia anticipatamente e fiducioso per la risposta ricevuta, e mettiti in attesa. Lui risponderà. E’ obbligato a farlo perché riflette quello che abbiamo dentro e, in noi, come ti ho detto prima, esistono già le risposte.

Grandi forze si muoveranno per te con l’intento di farti capire quale lavoro scegliere ma non si siederanno a tavolino dicendoti, chiaramente, in italiano, dove andare. Durante la tua attesa dovrai drizzare le antenne perché un mucchio di messaggi stanno per giungere a te attraverso: simboli, persone, ritrovamenti, frasi, sorprese, coincidenze, etc… Queste energie hanno tanti modi per comunicare, a volte assai strambi! Devi diventare più bravo di quelli che traducono i geroglifici antichi!

Ok, supponiamo che la tua indecisione riguarda il diventare idraulico o imbianchino. Un’ipotesi stupida ma tanto serve solo a comprendere il meccanismo.

A DOMANDA RISPONDO

Poni la domanda chiara e lampante, possibilmente ad alta voce (la voce è un ulteriore fonte energetica) e attendi. Devi fare attenzione però: attendere la risposta è una cosa, mentre rimanere attanagliato a questo pensiero è un’altra, e questo secondo punto non devi farlo.

Una volta posta la domanda, liberatene. Non restare sempre appeso lì, pensa ad altro, anche se la risposta ti serve urgentemente. Più ci stai sopra e più sarà la tua mente inquinata a risponderti, invece è la voce dell’anima che devi imparare ad ascoltare. Questo è molto difficile e potrà capitare che a volte sbagli, facendo le scelte errate, ma non è colpa dell’Universo e nemmeno tua. Soltanto che la nostra mente è davvero brava ad ingannarci anche quando sei super convinto di aver sentito la voce del cuore. Con l’allenamento imparerai e imparerai soprattutto, senza forzare gli eventi inerenti alle risposte che stai aspettando, accettando quello che accade e provando a percepire il tuo intuito. Inoltre, ti consiglio di svolgere questo lavoro da solo. Non chiedere ad altri. Il significato di quella risposta è chiuso nel tuo cuore e in nessun altro.

Una volta a me è successo di ricevere in risposta l’atteggiamento di una persona che tutti, e ripeto tutti, hanno letto in un modo ma nel mio cuore io ho percepito altro e avevo ragione. Il suo era stato un comportamento standard che, chiunque, in base agli stereotipi sui quali facciamo affidamento, aveva compreso come solitamente lo si comprende ma non io perché quel messaggio era per me. E nonostante la voce della mente subdola mi diceva – Dai Meg, é palese che sia così infatti lo dicono tutti – io affermai – No – e stetti a vedere. Fui accontentata e capii, da lì, come srotolare il gomitolo di una matassa che mi premeva dipanare.

DOMANDARE E’ LECITO, RISPONDERE E’ CREANZA

Ma torniamo a te che non sai se lanciarti nell’idraulica o nel tinteggiare pareti. Ti potrà capitare di vivere una brutta esperienza con l’acqua, ti si allaga la casa. Oppure ti si ottura il lavandino e tu sai benissimo come procedere. Oppure cammini per strada e sovente incontri cartelli con su scritto “vernice fresca”. O qualcuno ti dice che sei bravissimo a – sbloccare – le situazioni. O tua mamma ha una perdita in cucina. O ancora, tua figlia, torna dall’asilo e ti dice che ha pitturato bene. O vai dal barbiere e quando esci i tuoi amici ti dicono che sembri un pennello. O ultimamente tutti ti dicono che – non capisci un tubo -. O in tv ecco la pubblicità di un silicone che non avevi mai visto e ora invece ti tampina. Insomma… potrei andare avanti all’infinito. Sono millemila i collegamenti che puoi fare. Devi essere attento e sensibile. E acuto. Ma il tuo cuore ti parlerà, fidati. Appena vedrai o sentirai un qualcosa ti verrà spontaneo pensare – Ah! Ecco! – e sentirai come una specie di apertura piacevole del torace. Gli esempi che ho citato poc’anzi non arrivano da soli. L’Universo, come a volersi assicurare che tu possa comprendere al meglio, te ne manda sempre diversi, raramente uno solo, almeno che, quell’unico non venga da te percepito come un’illuminazione e allora sai di non aver bisogno d’altro.

Ma le difficoltà non sono finite. C’è ancora una cosa che devi fare. Supponiamo che vai dal barbiere e quando esci con il nuovo taglio di capelli i tuoi amici ti dicono che sembri un pennello. Bene, cosa significa questo? Che devi fare l’imbianchino perché hai sentito il nome di questo oggetto o, visto che è una presa in giro, ti si sta consigliando di non fare l’imbianchino? Sei solo all’inizio e quindi ti consiglio questo: innanzi tutto devi aspettare altre risposte per chiarirti le idee e poi devi concentrarti. Cosa hai sentito dentro di te, in profondità, dopo che i tuoi amici hanno esclamato quella valutazione?

L’IMPORTANZA DEL SAPERSI ASCOLTARE

Cosa senti nel cuore?

Stato positivo: i tuoi amici in fondo ti hanno fatto ridere, erano amorevoli, in realtà volevano farti un complimento ma sono grezzi e non te lo faranno mai. C’era ilarità, uno dei tuoi amici ti ha imitato e si è fatto fare lo stesso taglio. Il tuo barbiere era particolarmente soddisfatto. Tua moglie ti dice che sei un figo mai visto. I tuoi amici provano a spettinarti perché così sei troppo bello. Ti hanno donato considerazione. Etc… etc… etc…

Stato negativo: la frase è stata pronunciata con espressione denigratoria, ci sei rimasto male. Le tue sicurezze vacillano e forse quel taglio non dona al tuo viso. Evitano subito il discorso per non doverti dire frasi peggiori. Il tuo barbiere aveva un’espressione perplessa come a dire – Contento te… -. Tua moglie ti preferiva prima. L’amico più delicato, con tatto, ti consiglia almeno un po’ di gel. Ti vengono proposti nomi di altri barbieri. Hai la sensazione di aver fatto una cavolata. Te ne freghi di non essere piaciuto a nessuno ma un po’ ti dispiace. Non c’è gioia. Etc… etc… etc…

Ecco, ora é più facile comprendere cosa ti ha voluto dire l’Universo, non trovi?

Naturalmente non posso scrivere qui tutti gli esempi che possono capitarti anche perché saranno inerenti alla tua vita che io non conosco. Sarai tu, quindi, che dovrai lavorare sodo ma posso assicurarti che, alla fine, se ti impegni, non è poi così difficile.

Prosit!

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