Mangia bela me Fia – Quando cadi e non lo sai

LA BELLEZZA DEL DIMAGRIRE

Ho perso diversi chili ultimamente. Si sa, qualsiasi donna è ben felice di perdere dei chili soprattutto quando questo non avviene a causa di una malattia o di un grave stress. Io, anche se molti possono non credermi, li ho persi per via di un lungo e faticoso lavoro alchemico di trasmutazione, attraverso il quale ho potuto buttare via molta “spazzatura” che risiedeva in me e dove il mio fuoco interiore, divampando, ha potuto bruciare tutto l’inutile e fondere il piombo trasformandolo in oro. Ricordiamoci che (pur essendo un discorso molto lungo) dimagrire significa – stare bene – mentre ingrassare è un verbo associato – all’insoddisfazione -. Detto questo, ero comunque contenta di rientrare dentro a vecchi jeans che non mettevo da tempo, nonostante un dimagrimento abbastanza repentino.

In pratica, ero molto tranquilla, in fondo mangiavo, e non mi sentivo senza forze, ne’ avevo giramenti di testa. Mi guardavo allo specchio. Vedevo ossa che da anni erano nascoste e mi giravo e rigiravo osservando la mia nuova persona. Ero davvero carina, proprio come la società vuole, correlando la magrezza alla bellezza.

Mhmm… Eeeh… ma la tonicità? E la smagliatura? E la pancia ora incavata? “Meg… sinceramente sembri un po’ un manichino…”. E le tette? Le mie tette! Nooo! Disastro! Ma perché i chili devono sempre sparire prettamente da lì?! Meno male che ho il lavoro a rassodarmi quindi di danni (a parte le tette) pochi o niente in realtà.

Insomma… ero contenta sì ma non sprizzavo gioia da tutti i pori. Comunque sia, come ripeto, stavo bene davvero sia fisicamente che psicologicamente.

L’ARRIVO DEL MESSAGGIO

Un giorno, mentre stavo rincasando e guidavo verso casa, sorpassai una signora anziana che, a piedi, camminava appoggiandosi a delle auto parcheggiate. Era magrissima. Mi colpì molto il suo fisico. Sembrava anoressica e una rigidità strana non le permetteva passi fluidi e sicuri. Andai avanti qualche metro, molto lentamente, finché qualcosa mi suggerì di guardare nello specchietto retrovisore.

Alzai lo sguardo e vidi la donna cadere all’improvviso per terra in un modo surreale. Come un fantoccio privo di vita. Non si inciampo’ e nemmeno sembrò avere un giramento di testa. Sembrava proprio che, di punto in bianco, le sue gambe avessero deciso di non reggerla più. Cadde rimanendo seduta in un’innaturale posizione, io fermai la macchina ma vidi che tre o quattro persone andarono a soccorrerla. La vidi tirarsi su e sorridere come ad essere abituata a questi eventi. Mi tranquillizzai. La signora non era sola e io stavo iniziando a bloccare il traffico quindi ripresi il cammino.

Sono solita osservare gli avvenimenti esterni come fatti riflessi del mio interno e soprattutto del mio inconscio cioè quello che fatico a vedere ma che risiede in me. Esiste. Quale poteva essere il messaggio che l’Universo, attraverso la lettura di quella pagina, voleva darmi?

TRADURRE DA UNA LINGUA SCONOSCIUTA

Ci ragionai un po’ su e poi, senza dubbio, ebbi la mia risposta.

Mantenendo la giusta percentuale di causa, consiglio sempre di evitare l’estremismo e l’assolutismo, quella donna mi aveva mostrato la preoccupazione inerente la mia magrezza raggiunta in poco tempo.

Siamo contenti di dimagrire per via della cultura in cui viviamo ma siamo cresciuti con un’educazione che va contro questi schemi. La maggior parte di noi, infatti, si sarà sentita dire più di una volta nella vita – Mangia! – o – Guarda che devi mangiare altrimenti non ti reggi in piedi! – o – Sacco vuoto non sta in piedi! – o – Chi è grasso è più felice – o ancora, durante la gravidanza – Devi mangiare per due! -. Una continua battaglia interiore tra società e famiglia. Da una parte ci volevano tutti come dei fotomodelli mentre, dall’altra, ci prediligevano pasciuti e robusti.

MANGIA BELA ME FIA

Per le nostre mamme e le nostre nonne non mangiare e dimagrire era fonte di preoccupazione. Guardavano i magri con una sorta di espressione dispiaciuta sul viso e ricordo io stessa che, quando andavo a mangiare da mia zia (una zia che mi ha fatto da nonna), ogni giorno era Natale. Pur di farmi mangiare si alzava alle 5 del mattino per impastare cibi sani, genuini e pieni di energia. Per lei ero sempre deperita. – Mangia bela me fia che ti me stai mà pœi, ti me pai in ratin – (Mangia bella la mia bambina che poi mi stai male, mi sembri un topino) mi diceva. Forse l’aver vissuto la guerra e la fame la portavano a pensare così.

Le nostre memorie cellulari rimangono e perdurano per diverso tempo. Sono tremende. Tutto questo per dirvi come, nonostante io non mi sentissi assolutamente allarmata e mi ritenessi invece in ottima forma, dentro di me, qualcosa aveva risvegliato queste paure con le quali son cresciuta e mi appartenevano. Non l’avrei mai detto.

A VOLTE RITORNANO

Il cambiamento del mio fisico, ben significativo, aveva portato a galla sì un piacere visibile ma anche queste tracce mnestiche arcaiche non rimosse. E non mi riferisco alla guerra vissuta da mia zia ma a tutte le frasi che, negli anni, mi hanno inculcato il messaggio “se sei magra, non ti reggi in piedi“.

Attraverso la caduta della donna le ho potute vedere.

Avevo in realtà una celata preoccupazione di non reggermi in piedi. E come avrei fatto col lavoro? E come avrei fatto con i miei genitori che avrebbero iniziato a “rompermi” pieni di timore per me? E come avrei fatto nei confronti delle mie amate passeggiate dove serve tanta energia? Oh! Bene! Eccole! Ora potevo vedere le mie angosce tutte belle lì davanti a me. Quindi che avrei dovuto fare? Ingrassare di nuovo? Salvo sfiorare l’esagerazione del dimagrimento direi proprio di no.

In realtà la nostra parte intrinseca pretende semplicemente di vivere senza preoccupazioni inutili e deleterie per il nostro stato d’essere. Ma intende anche avvisarci mostrandoci ciò che non vediamo da soli. E qui occorre tradurre. Dovevo imparare ad eliminare quella paura da me e porre attenzione, in modo sereno, al mio peso.

Non è vero che chi è magro è triste e sta male anzi… ovviamente nei limiti. Non è vero che se salti un pasto muori anzi… Non è vero che la ciccia ti rende una persona solare anzi… Dovevo imparare a stare bene del tutto. In ogni mio ambito. Soprattutto emozionale. Dovevo imparare a godere del mio nuovo corpo considerandolo bellissimo e immaginarmi sempre sana e gioiosa se così volevo essere.

Ma quello sul quale volevo porre l’attenzione è: come sono brave, queste memorie, a nascondersi o mimetizzarsi in noi. Io proprio non le vedevo! Attenzione quindi a dire – No, no io non sono per niente preoccupato! -. A livello conscio è vero, ma è l’inconscio che ci frega. E, ahimè, non ci arriva ciò che vogliamo ma ci arriva ciò che siamo.

Vi auguro una buona “lettura” dei vostri eventi. Sempre con leggerezza mi raccomando.

Prosit!

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Le Cellule del mio Grasso vanno fino in Africa

In questo post, se anche le prime righe dovessero sembrarvi parecchio strambe vi consiglio di continuare nella lettura per capire così che non mi sono ammattita del tutto e per comprendere anche un qualcosa che forse avete sempre sottovalutato: la potenza del nostro volere, servita qui, su un piatto d’argento.

Sono sempre stata convinta, e in questo caso l’ho provato sulla mia pelle, che se al FARE aggiungiamo anche un qualcosa in più, attraverso il nostro cervello, otteniamo un risultato molto più grande. Quel qualcosa in più si chiama: ORDINE. Dare un ordine. Un comando. COMANDARE = con + mandare. Ossia mandare attraverso il nostro pensiero.

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Vi spiego subito. Se io vi dicessi che mentre cammino in spiaggia e guardo l’orizzonte le mie cellule di grasso si staccano da me e volano verso chi ne ha bisogno? Oppure, che mentre sto facendo ginnastica nella mia camera esse cadono a terra e io poi le spazzerò via e le butterò nella pattumiera?

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Pensereste che il cervello io, me lo sia bevuto. Vi capisco, ma fatemi continuare. Vedete, il progetto di cui vi sto parlando è quello del dimagrire. Lo prendo come esempio ma il meccanismo può essere applicato ad ogni cosa che noi facciamo nella vita.

Ora, se io vado a camminare in spiaggia per tonificare il mio corpo, per perdere peso, per elasticizzarmi e via discorrendo, naturalmente dimagrirò (accompagnando l’attività ad una dieta equilibrata e una vita sana).

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Però, ipotesi, quanto grasso perderò? Allora… cammino per circa 4 Km, peso per esempio 60 Kg, sono una donna e brucio più o meno 200 Kcal. Ho praticamente perso 7 grammi di grasso (si lo so che vi sembra pochissimo ma il grasso è una cosa, il peso è un’altra). Fin qui, tutto perfetto. Un calcolo matematico praticamente. Io mi sono mossa e automaticamente ho bruciato energia. Quel tot.

Se però io, oltre a camminare per 4 Km, immagino anche letteralmente che le mie molecole di grasso si staccano dal mio corpo e mi abbandonano, quando arriverò a casa e farò i miei calcoli, noterò che grammi di ciccia in realtà ne ho persi 10, o 9, o 12, insomma, di più. Non ci credete? Provate! E’ gratis.

Naturalmente per fare questo ci vuole convinzione e per far nascere la convinzione in noi, edulcorati da mille altri impedimenti che ci sono stati insegnati nella vita, bisogna trovare uno scopo. Un qualcosa che ci interessa particolarmente. Gli esempi possono essere tanti:

– possiamo immaginare che queste molecole vanno a rinvigorire bambini denutriti

– possiamo immaginare che cadono e il vento le spazza via

– possiamo immaginare che di esse se ne nutriranno acari e microorganismi vari

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Ognuno può pensare ciò che più gli sta a cuore, a seconda della sua personalità e del suo carattere, l’importante è idealizzare qualcosa. Qualcosa che davvero ci interessa, al quale crediamo ciecamente e vorremmo si realizzasse. Dovrete vedere con i vostri occhi quelle celluline che vagano, che si distaccano da voi. Dovrete visualizzare seriamente una persona magrissima diventare un poco più robusta e sorridere e ringraziarvi, o pesci contenti per l’alimento sostanzioso ricevuto. Dovrete realizzare con la vostra mente il vostro intento. C’è gente che cura a distanza, solo grazie alla sua concentrazione. E cura realmente. Non accadrà nessuna magia (o forse si potrebbe chiamare così), non arriverete a casa esili come fuscelli ma otterrete un risultato nettamente maggiore. Come già avevo spiegato, immaginare è fondamentale e importantissimo. Il termine Immaginare, rappresentare con la mente un’immagine, deriva dall’insieme delle parole – in me mago agere – che significa in me c’è un mago in grado di agire.

Walt Disney diceva – se lo puoi immaginare lo puoi fare -. E’ molto difficile in realtà. Il signor Disney la faceva facile, ma difficile non dev’essere sinonimo di impossibile ed è per questo che, con l’aiuto di uno scopo ben preciso, possiamo riuscire dove ci sembra completamente irrealizzabile. Alcune filosofie dichiarano che per dimagrire basta la forza del pensiero. Io ci credo fermamente ma non ve lo dirò mai perché chiudereste il mio blog e non lo leggereste più. E non avreste tutti i torti. Purtroppo non ci si riesce, è inutile, non siamo capaci, non siamo mai stati educati, formati ed abituati a farlo. Ma visto che in realtà, queste filosofie, non dicono il falso bisogna, a mio avviso, trovare la via di mezzo che potrà magari abituarci col tempo a rinforzare i nostri meccanismi mentali e diventare sempre più potenti da questo punto di vista.

E’ molto bello fare sport assieme a degli amici o camminare con qualcuno e scambiare quattro chiacchiere ma, per fare questo esercizio bisognerebbe, soprattutto le prime volte, essere da soli e stare in silenzio. Come vi ho detto, dovrete usare molto la mente e l’immaginazione e non avrete possibilità di essere inquinati e scombinati da discorsi e risate o, peggio ancora, disgrazie. La concentrazione è alla base. E dev’essere una concentrazione positiva in quanto, se lo fate solo perché lo avete letto qui ma senza la minima convinzione, non otterrete proprio nulla. Ricordatevi bene che quello che può ottenere qualcuno con la mente lo possono ottenere tutti. Qui non si parla di intelligenza, o istruzione, o fantasia, niente di tutto questo, l’unica cosa è la convinzione:

Ecco i vostri muscoli che lavorano, iniziano a piegarsi e distendersi… sopra di loro, uno spesso strato di grasso si piega e si distende con essi.

tuttogratis.it

Ecco, a forza di muoversi, questo tessuto adiposo dal colore biancastro, piano piano si sgretola e le sue particelle andranno nel sangue per essere poi espulse attraverso la pipì o le feci o il sudore (che poi è davvero quello che accade).

slideplayer.it

Si, eccole fuoriuscire infatti dalla nostra pelle, attraversare i vestiti e…. ffffffffffff…… andare via, col vento, con l’aria che ci accarezza.

Anche le nostre arterie e le nostre vene hanno del grasso dentro, dobbiamo svuotarle, liberarle.

dimagrisci.com

Immaginiamo questi tubicini muoversi come i nostri muscoli e piccolissimi dischetti di grasso sciogliersi nel sangue che ci passa in mezzo. E andare via. Via da noi. Ok? Questo è quello che dovrete visualizzare. Provateci. E i risultati saranno reali.

Il potere della mente è incredibile.

Prosit!

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