L’assurda e nascosta paura di ricevere e meritare

SANTI NUMI QUANTA ROBA!

Come indica già il titolo, l’argomento che affronto oggi sembra assurdo, in realtà è reale e molto comune, posso dirlo con sicurezza visto che mi appartiene e ho notato appartenere a molti.

Abbiamo paura di ricevere. Inconsciamente pensiamo di non essere degni di ricevere e, quando qualcosa ci viene dato, una serie di allarmi, figli del timore e della preoccupazione, si accendono dentro di noi. Mi viene in mente l’immagine di un uomo anziano, grande e grosso, dalle maniere un po’ spartane, al quale viene messo in braccio un neonato. Riuscite a vedere quanto si sente impacciato? Ha paura di fargli male, di non farlo stare comodo, paura di non piacere a quell’esserino. Si ritrova tra le mani tutta quella ricchezza ma è rigido, lontano con il proprio torace, c’è poco abbraccio, poca accoglienza e, la sua, non è cattiveria ma paura. Magari gli scende anche una lacrima per l’emozione ma non riesce a far sua quella creatura che, in quel momento, gli sta dando un qualcosa di più grande di lui, che lui non riesce a gestire. Non riesce a diventare un tutt’uno con lei.

Nell’Universo c’è un’infinita risorsa di abbondanza per ciascuno di noi e quello che chiediamo ci arriva ma, la paura di ricevere, non solo non ci permette di domandare nel modo esatto costringendoci a non ottenere nulla, ma ci obbliga anche a non vivere con gioia quello che viene a noi, rompendo un meccanismo fantastico che dovrebbe essere vissuto in modo completamente diverso.

Come abbondanza non si parla solo di cose materiali, come il denaro, ma si intende qualsiasi cosa: fama, affetto, complimenti, gentilezza, attenzioni e anche, ovviamente, materialità.

MIIIII…! CHE PAURA!

Ricordo i primi tempi in cui ho aperto questo blog. All’inizio, piena di entusiasmo e convinta di poter aiutare le persone, mossa dal mio spirito di condividere quello che ritenevo salutare per tutti, ambivo all’essere letta da più persone possibili. Naturalmente, viste le aspettative, la brama di piacere, la voglia di essere conosciuta e la paura inconscia della quale vi sto parlando in questo articolo, ciò non si avverava e i miei lettori erano solo pochi conoscenti.

Quando imparai a lasciar andare ciò di cui ero conscia, e cioè quello che vi ho appena detto, tranne la paura di ricevere (che è inconscia), tutto cambiò. Iniziai a scrivere solo per amore. Scrivevo con amore, per me stessa e senza aspettarmi di ricevere qualcosa in cambio. Neanche un – grazie -.

A chi arrivava il mio dono speravo facesse del bene, altrimenti non importava, io andavo comunque avanti a scrivere per una mia passione. Ecco che, all’improvviso, le visite sul blog aumentarono notevolmente e ora voglio raccontarvi di quella mattina in cui mi accorsi che 400 (!) persone avevano letto un mio articolo.

Per i grandi blogger, 400 visitatori sono il nulla ma per me erano tantissimi, così tanti che… mi spaventai. Ma come? Era proprio quello che avevo sempre desiderato! E invece, completamente destabilizzata, iniziai a preoccuparmi. Mi darete dell’idiota, e lo accetto, ma tutto questo nacque dentro di me senza che io potessi fare nulla, completamente in balia di emozioni che si permettevano di governare al posto mio e io non ero in grado di prendere le redini in mano di quella situazione.

Ovviamente, dopo, lavorai sodo dentro di me e riuscii a modificare tutto quel trambusto, ma inizialmente, se devo essere sincera, sembravo un burattino nelle mani di Mangiafuoco. La mia mente iniziò a chiedermi – Guarda in quanti ti hanno letto! Hai almeno scritto le cose giuste per non fare una colossale figura di cacca? E quanti errori grammaticali e di sintassi hai fatto come tuo solito? Prima, quando a leggerti erano solo in 50 potevi avere solo 50 giudizi negativi, ora 400! Immagina che sfacelo! E ora hai anche più possibilità che ti vengano chieste cose. Sei in grado di rispondere? Ti sei messa in piazza e… “fa più rumore un albero che cade che un’intera foresta che cresce” (Lao Tzu) lo sai! Ora voglio proprio vedere come te la cavi Meg, tu che hai sempre amato restare dietro le quinte…

Oh! Insomma basta! – urlai alla mia mente che mi stava trascinando in un pozzo scuro senza fine. Mi sentivo quasi soffocare, vuoi l’emozione e vuoi la preoccupazione. Dov’era la gioia? Da nessuna parte. La paura mi aveva totalmente inglobata in sé e, ahimè, lo spazio per l’entusiasmo e la felicità non c’era. Che tristezza.

IO PIU’ DI QUELLO NON MERITO

Ma potete capire? Ok, io sarò anche un caso anomalo ma, come vi dicevo prima, ho scoperto di avere molti simili. Siamo vittime del giudizio degli altri. In noi è stato inserito il tarlo di essere peccatori e poveri schiavi debosciati. Non meritiamo la bellezza! So che, dall’altra parte, ci sono invece persone convinte di meritare molto e, vantandosi, chiedono sempre di più (infatti ottengono). Magari risultano antipatiche e presuntuose e, quello che sto dicendo, a loro può sembrare impossibile ma mi rivolgo a quelli come me.

Quante donne ci sono, ad esempio, che non mirano a uomini belli, ricchi e facoltosi? Sono convinte di non meritarli. Sono convinte di essere adatte all’operaio medio (senza offesa per l’operaio ma intendo far capire un concetto) e non si sognano neanche di puntare gli occhi addosso a un fotomodello o all’imprenditore di quella grande azienda. Stessa cosa per l’uomo che, con l’immaginazione, sogna la vamp di turno ma è convinto di non piacere e di non meritarla – Tanto non mi guarderà mai – dice tra sé e sé, senza neanche rendersene conto. Si viaggia per schemi e solo se sei alto, bello, ricco, laureato, etc… puoi sperare nell’avere di più. Invece per l’Universo non è così.

Sogniamo amore, affetto, complimenti ma quando arrivano ci trovano imbarazzati, non sappiamo gestirli e ci premuriamo subito di dire – Ma no, ma no… ma figurati… non ho fatto niente di che… -. È vero che devono esistere la gentilezza e l’umiltà ma, troppe volte, sostituiamo l’umiltà con una mancanza di dignità e questo è sbagliato.

MAGOLAMAGAMAGIA!

Immagina di voler diventare famoso. Lo brami, lo desideri con tutto te stesso e un bel giorno accade. Puf! Eccoti su un palco sotto al quale mille persone sono pronte ad ascoltare tutta quella beltà che hai da dire. Il tuo sogno si è avverato. L’Universo ti ha dato quello che volevi. Cosa fai ora? Ti caghi addosso, ecco cosa fai. Scusa l’espressione ma rende l’idea.

Siamo abituati a dare. O, al massimo, come ho detto prima, a chiedere. Ma non a ricevere! C’è una bella differenza.

Per non parlare del senso di colpa.

Un giorno, un mio caro amico, fece per me una cosa grandissima ma, anche qui, anziché godermela fino in fondo mi preoccupai del suo sacrificio e mi sentii in colpa di aver detto, tempo prima, che mi avrebbe fatto piacere ricevere quella determinata cosa. Ha fatto tutto lui, io non gli ho chiesto nulla, ma lo ha fatto perché mi ha sentito esprimere un desiderio. Se solo fossi stata zitta lui non avrebbe dovuto fare quella fatica. Così, oltre a non godere io, inquinata dal “non merito così tanto”, anche lui non poté godere della mia gioia dopo tutta la fatica che aveva fatto. Che casino! Ero proprio un danno. E mi sentivo colpe su colpe. Basta! Dovevo smetterla. Dovevo a tutti i costi imparare a ricevere. A convincermi di meritare.

DARE SENZA RICEVERE

Non dobbiamo cadere nell’inganno che ci hanno insegnato: “se ti dimostri piccolo, remissivo e semplice allora sei una BELLA persona”. No! Sei un guaio! Disastroso.

Porca zozza avrei piuttosto dovuto dire – È il minimo! Merito persin di più! -.

E, da qui, sorge spontanea una riflessione: merito di essere amata? Ah! Tasto dolente! Chi mi ha amato ha sempre dovuto scontrarsi con questa mia “meravigliosa” caratteristica. Convinta, quindi, che il loro NON FOSSE AMORE… potete immaginare i casini vero? Non fatemeli elencare per favore. Quando sei convinto di non meritare amore sei un danno, credimi. E il tuo danno è deleterio. Puoi leggere qui https://prositvita.wordpress.com/2018/08/26/far-male-credendo-di-non-meritare-amore/ quello che avevo scritto a proposito.

È difficile guarire da questa “malattia” della paura di ricevere, è molto difficile, ma per il nostro bene e quello degli altri bisognerebbe farlo. Si apriranno per noi anche le porte dell’abbondanza ed è una figata pazzesca, te lo assicuro. Allora sì, che riceviamo anche amore e lo riconosciamo, perché abbiamo amore dentro anziché altre emozioni-spazzatura.

Ricevere è assai difficoltoso. Il nostro senso di inferiorità lavora contro di noi. Siamo stati educati a dare. Ci hanno insegnato a dire – Buongiorno – non a riceverlo, a imprestare o regalare quello che abbiamo non a ricevere, a dare aiuto non a riceverlo, ad essere gentili non a ricevere gentilezza, a preoccuparci per gli altri non a ricevere attenzione, ad essere onesti non a ricevere correttezza, a non pretendere, ad accontentarsi, a ringraziare… (parlo sempre per quelli come me). Mamma mia, quanto è difficile.

Questo discorso potrebbe continuare all’infinito, andando poi a toccare i tasti dell’autosvalutazione, dell’autostima, etc… ma una cosa, alla fine, è certa: dobbiamo convincerci che meritiamo e che possiamo avere una vita prosperosa e – possiamo possiamo possiamo essere felici -. Ci spetta di diritto. E spetta a ognuno di noi. L’Universo e la vita non fanno discriminazioni.

Prosit!

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Abbracciare un Albero – Dubbi e Perplessità

CONTROMODA

Premetto che non amo le mode e le tendenze ma amo chi le inventa e si attiene a loro, altrimenti, se tutti fossero come me si sarebbe forse troppo misantropi ma continuo, io personalmente, a non far molto parte della massa. Le mode, oltre a non piacermi molto, riescono anche a volte a preoccuparmi e infastidirmi un po’, non tanto a causa del giudizio ma per puro dispiacere. Nel senso che, quando si insegna un qualcosa, e molti discepoli quel qualcosa iniziano a seguirlo, se le informazioni date sono errate, ci ritroviamo con moltissime persone che non solo non hanno capito nulla, ma indirettamente, viene loro vietato di godere di una meraviglia di bene solo perché gli è stata data un’informazione diversa o addirittura opposta a quella reale. Mi rendo conto che il termine reale sia sbagliato. Di reale c’è davvero poco. Può aver valore sia quello che dico io, sia quello che dice un altro. Nessuno può stabilire cosa sia meglio o peggio, perciò, trovo sia giusto e utile fare ciò che si sente, provando, se si percepisce entusiasmo. Così facendo dovrebbe proprio andar bene.

È esatto però anche passare un’informazione ulteriore, e magari più corretta, in modo che la gente possa scegliere e consiglio sempre, a tutte le genti, di studiare e informarsi anche per conto proprio perché alcune cose non sono e non potranno mai essere delle mode. Sono gesti o riti o modi emozionali, trascendentali e fortemente spirituali. E’ proprio un peccato sminuirli rendendoli semplici attitudini.

UCCELLINI TRADITORI

Insomma, per farla breve, diversi uccellini mi hanno raccontato di questa tendenza uscita fuori da qualche tempo inerente all’abbracciare un albero. Se fino a poco fa chi lo faceva era considerato un pazzo, ora, se si vede uno attaccato a un tronco lo si considera uno spirituale o una persona molto sensibile e questo, per carità, è cosa buona. Praticando anch’io, ma molto privatamente, questa filosofia, sono felice di tale nuova considerazione.

Gli stessi uccellini però mi hanno spifferato anche che questo certo individuo, cioè “lo spirituale sensibile”, dal momento che così gli è stato insegnato, sta appiccicato lì all’albero come un insetto stecco perché…. sta prendendo energia dall’albero. Cioè, praticamente, questo è: stressato, stanco, infastidito dalla sua vita e allora, per trovare pace ed energia, abbraccia un albero affinché, come elemento naturale, ricco di linfa vitale, gli passi energeticamente un po’ della sua energia buona per farlo stare meglio.

A questo punto gli uccellini sapevano che mi sarei infuriata e son volati via. Quindi, rimanendo senza amici volatili mi rivolgo direttamente a te che, la domenica, non sapendo cosa fare, vai in giro ad abbracciare alberi e ti chiedo… se questo è il tuo scopo… la vuoi finire di succhiare energia da chiunque? La vuoi finire di fare il vampiro energetico pure con ‘ste povere creature che non si possono muovere ne’ tirarti una ramata per allontanarti da lì?

L’ALBERO E’ DENTRO DI TE

Conosci il vero significato della parola – Compassione -? Come spesso ho spiegato non significa provare pena o pietà per qualcuno come è divenuto in uso sviando il vero valore di questo bellissimo termine. – Compassione -, che in realtà sarebbe “con-passione” e quindi provare passione o fare con passione qualcosa, significa anche comprendere. Comprendere non come capire ma come prendere in sé, far proprio l’altro. Sentirlo parte di te riuscendo a percepirlo nel suo essere. Se tu riesci così a “comprendere” l’albero, ossia a renderlo parte di te, a sentirlo vibrare dentro di te come vita, non puoi chiedere che ti venga data energia da lui. L’unica cosa che puoi fare, per lo meno questo è il mio credo ed è anche il credo di chi la pensa come me, è dare Amore a quella pianta. Abbracciarla per darle tutto il tuo amore.

Sì, hai capito bene: tu a lei e non lei a te.

Facendo questo crei e nutri amore che, con l’amore incondizionato della pianta stessa, crea ulteriore Amore (l’energia più potente) il quale intacchera’ positivamente te, l’albero e tutta la zona attorno espandendosi per tutto il creato.

Abbraccia per DARE non per PRENDERE, perché solo dando, offrendo di cuore, riceverai qualcosa in cambio. Anche da un albero.

So bene che ci sono persone che sanno tutto questo ma molti, purtroppo, non l’hanno capito e pretendono di ricevere e basta. Questo è ingiusto sotto ogni tipo di legge universale. Senza scambio, senza equilibrio, non si arriva a nulla. Se vuoi godere dei benefici di una pianta, amala. Così vale per ogni settore, ogni persona e ogni evento. Ama la vita se vuoi amore in cambio, ogni giorno e da ogni dove. Apri il tuo cuore, dona i tuoi talenti, regala il tuo entusiasmo. Tutti gli alberi del mondo te ne saranno grati e l’universo intero si muoverà affinché tu sia sempre circondato dalla stessa forza che emani e non potrà essere differente.

Elargisci gratuitamente amore puro. Tornerà a te moltiplicato, e in una quantità tale da stupire, nella quale potrai veder accadere miracoli.

Ora esci, vai in un bosco, e abbraccia un albero se vuoi.

Prosit!

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