Se stai bene te ne accorgi dalla Gente

Ho fatto questa prova più volte e mi ha sempre dato la conferma di quello che sto per dirvi.

Se si sta bene, spiritualmente intendo, se si è felice davvero e di buon umore, la gente, nei nostri confronti, è diversa. Appare più solare, più gioviale, più ridente.

Ci sono stati periodi, fortunatamente brevi, di pochi giorni, in cui mi sentivo svogliata e giù di tono. La gente che incontravo per strada, mi salutava ovviamente, ma con ben poca enfasi nonostante io, salutando per prima o rispondendo al saluto, mostrassi tutti i miei denti in un sorriso gioioso. Il loro, appariva più come un – Ciao – di cortesia che altro.

Quando invece ero o sono veramente in forma, sentendomi appagata dalla vita, gaia e serena, non solo mi salutano tutti in modo nettamente diverso e con molto più calore, ma si fermano anche volentieri a parlare con me e lo fanno con voglia, con interesse e con entusiasmo dipinto sul viso.

Accorgendomi di questo, nelle giornate in cui ero down, ho provato a mascherare il tutto come una vera attrice. Volevo vedere se era davvero una questione energetica o se traspariva dalla mia espressione che c’era qualcosa che non andava ed ero abbacchiata.

Come a recitare un ruolo, sfoderavo così sorrisi a destra e a manca mostrando attenzione a chi incontravo e voglia di scambiare quattro chiacchiere. Si, come sempre, per educazione si fermavano e parlavano con me, di certo non mi mandavano a spigolare, ma erano diversi. Erano svogliati, stanchi o di fretta, poco dilettati e attratti dalla mia persona.

Capii presto che avrei potuto fare tutte le finte che volevo, come su un vero palcoscenico, ma l’energia non la si può fregare. O meglio, non la si può trasformare. L’energia è energia e parte da dentro di noi, dalla parte più intrinseca verso la quale, non abbiamo alcuna possibilità di governo. E’ lo stato emozionale ed è ciò che in quel momento siamo.

La mia energia veniva percepita dall’energia dell’altra persona che rispondeva così di conseguenza. La stessa persona che magari il giorno prima era divertita e contenta di vedermi. Ovviamente capita anche all’inverso ossia da me verso loro. Sembra una banalità tutto questo ma non lo è. Quest’energia esiste in ogni frangente della nostra vita.

Siamo collegati e connessi. E’ come quando un animale sente la nostra paura. E’ la stessa cosa, solo che tra noi e su di noi non ce ne accorgiamo.

Non siamo dotati soltanto dei cinque sensi fisiologici che abbiamo imparato a scuola durante l’ora di scienze: il gusto, l’olfatto, la vista, il tatto e l’udito. Ce n’è un altro, ancora più preciso, ancora più sensibile, ancora più viscerale ed è quello energetico il quale comprende anche il nostro intuito.

Quest’ultimo senso, non solo sensibilizza tutti gli altri che ho elencato poc’anzi, ma accende dei campanelli all’interno di noi i quali sviluppano sensazioni che, nonostante spesso non riusciamo a tradurre, ci fanno vivere quella determinata situazione in un determinato modo.

Mi sento oggi di dire, e oserei anche di confermare, che se vogliamo sapere davvero come stiamo nel nostro interno e nel nostro inconscio, possiamo tranquillamente specchiarci nella gente che è un nostro riflesso ed emana a noi le stesse frequenze che noi emaniamo. Molto spesso, crediamo di essere felici ma in realtà non lo siamo. Abbiamo mille paure che nemmeno conosciamo e, allo stesso modo, molte volte, pensiamo di essere più angosciati o sfortunati di quello che in realtà il nostro cuore sente di essere. Le persone che incontriamo per la strada ci possono dare la conferma di tutto questo.

Basta il – Buongiorno! – del postino, o il – Mi dica? – del negoziante, o ancora, il saluto amichevole di un conoscente dall’altra parte della strada. Osserviamo i suoi occhi, l’espressione del suo volto. Proviamo a capire se ci sorride per circostanza o se gli ride anche il cuore. Che gesti fa con la mano? Quanto calore mette in quel saluto o quanto è piacevolmente sorpreso di vederci? Anziché camminare guardando il marciapiede, alziamo la testa e osserviamo i passanti, ci guardano a loro volta? Attiriamo il loro interesse? Siamo “belli” (energeticamente)?

Quando diciamo “nessuno mi considera”, chiediamoci anche il perché. E credetemi, non serve essere sensuali o appariscenti. E’, come ripeto, una questione energetica. Sarà la nostra energia a far girare i volti degli altri, sarà lei a mandare uno sconosciuto da noi per chiedere un’informazione, perché lo attiriamo.

Incontrare persone che sorridono, che si abbracciano tra loro, che mostrano al nostro sguardo il loro lato bello e positivo deve farci capire che, quel giorno, in noi, c’è bellezza e positività nei confronti della vita. A volte invece potremmo vedere mummie che ci camminano intorno come zombie. Perché, quegli zombi, in realtà, siamo noi.

Provateci, se non altro, è divertente.

Prosit!

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Tutti gli Uomini che incontro sono Tirchi

Tutti gli uomini che incontro sono tirchi! -, così mi disse una cara amica qualche giorno fa. Alti, bassi, biondi, mori, simpatici, antipatici… uomini diversi ma con un elemento uguale tra loro: la tirchieria.

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Si, si Meg, so già cosa stai per dirmi – continuò prima ancora di farmi parlare – ma dentro di me non c’è tirchieria, io non sono avara anzi… se lo fossi un po’ di più forse avrei qualche soldo da parte… -.

Ciò che riflette il nostro essere attraverso le altre persone o le situazioni che viviamo, argomento al quale si stava riferendo la mia amica pensando di conoscere già la mia risposta, non è come un’operazione di matematica, ovvia e perfettamente riportata. E’ il senso che si rispecchia e lo fa attraverso differenti modalità.

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La mia amica infatti, è vero, non è una spilorcia. E’ una ragazza di cuore, molto generosa e anche un po’ sbadata. Non è oculata per così dire e, sovente, le capita di faticare ad arrivare a fine mese. Ma allora perché le capita di conoscere solo uomini che le mostrano avarizia?

Di solito è più l’uomo ad essere tirchio rispetto alla donna, ma sono sicura che in realtà anche persone del suo stesso sesso le hanno mostrato questa particolarità tant’è che, proprio sua madre è una signora che su un piccolo quaderno annota ogni entrata e ogni uscita, anche la più piccola, considerando persino i centesimi e, ogni volta che occorre spendere qualche soldo, un profondo dispiacere l’assale rovinandole l’intera giornata. La mia amica però non se ne rende conto, è abituata. Nota questo fenomeno negli uomini perché sono loro che la privano di un qualsiasi bel momento pur di non spendere. O la sfruttano per evitare di sborsare qualche soldo. Ecco perché lei lo vede solo in loro.

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Ma perché questa caratteristica le si presenta davanti?

Quando, ad esempio, un ladro ruba in casa vostra e voi vivete in prima persona questa bruttissima esperienza con tanto di emozioni (negative) a condirla, non significa assolutamente che anche voi siete dei ladri ma tale fatto potrebbe volervi mostrare l’attaccamento alle cose materiali. Il troppo attaccamento. Questo non vuol dire essere tirchi o egoisti. Essere attaccati alle cose materiali può anche voler dire dare solo importanza a ciò che tangibile. Concreto. Senza minimamente tener conto della spiritualità, dell’energia o di ciò che ci circonda di astratto e che non vediamo. La materia non è una cosa brutta.

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I frutti di Madre Terra appartengono alla materia ma quello che bisognerebbe capire è che ci vuole equilibrio. Nella vita si dovrebbe tener conto sia di quello che possiamo toccare con mano, sia di quello che invece non possiamo vedere. Il ladro che ci ruba qualcosa inoltre può anche dimostrarci la paura che abbiamo di perdere quello che possediamo. Magari siamo proprietari di “poco o niente” e quel “poco o niente”, che ci siamo guadagnati con tanta fatica, abbiamo il timore di perderlo. Sembra un brutto tiro mancino da parte del destino, in verità, dal momento che con la nostra immaginazione possiamo creare la realtà, avendo il terrore di venir privati delle nostre cose, disegnamo noi stessi l’avvenimento.

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La vita a volte ci appare proprio crudele. Agisce esattamente dove non dovrebbe. Ma la vita non ne può nulla.

Un’altra situazione che ci riflette il ladro è il nostro agire in modo furtivo e di nascosto. Quindi occorre chiedersi:

Ho mai ingannato qualcuno? Ho mai approfittato di qualcuno? Ho mai agito in modo che nessuno mi vedesse? Ho forse mai rubato qualcosa a qualcuno?… -. …Il parcheggio magari! Il posto in fila alla banca! L’uomo della mia migliore amica! La verginità di quella ragazza al solo scopo di soddisfare il mio piacere personale!

I significati di un’azione sono tanti. Quello che un ladro può mostrarci è molto. Quali sono le emozioni più forti che vi ha fatto provare? Vi siete sentiti defraudati, traditi nella vostra parte più intima? Ora provate insicurezza perché persino il vostro nido è stato violato? Il fatto è che quella insicurezza nei confronti della vita l’avevate già. Il ladro ve l’ha solo chiarificata. Paura di perdere il lavoro, i soldi, la casa, gli affetti e bla… bla… bla… ecco, il ladro ha messo i vostri timori su un vassoio d’argento.

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Ormai quello che vi ha rubato difficilmente lo recupererete ma potrete prendere quel vassoio, con tutto il suo contenuto, e farne buon uso: imparare a fidarvi di più della vita, della grande energia cosmica che ci ha messo al mondo. Imparare a vivere con meno paure e preoccupazioni.

Ok, ma… alla fine, questa mia amica, perché incontra solo uomini tirchi?

Bhè, nel suo caso, visto che la conosco, il discorso è molto semplice. Per lei il denaro è una cosa “sporca”, cattiva, che ha rovinato il mondo e l’umanità. Perché è spendacciona? Perché inconsciamente se ne vuole liberare come se avesse in mano una bomba che potrebbe scoppiare da un momento all’altro. Lei rifiuta il denaro come rifiuterebbe della droga. Vorrebbe averne di più si, perchè sa perfettamente che in questa società se non se ne possiede non si vive, ma fondamentalmente vorrebbe starne senza, come agli albori della creazione dell’uomo quando si viveva del proprio e del baratto.

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Rifiutando dentro di sè i soldi, è normale che gli uomini che incontra non gliene offrono di certo (attraverso avvenimenti intendo). Non le offrono una cena, non le offrono un viaggio, non le fanno un regalo…

Vedere la madre che ad ogni ora del giorno annota sul taccuino spese e ricavi è per la mia amica una fatica. Nota che per sua mamma quella è una fonte di preoccupazione perciò il denaro è una cosa “brutta” che fa del male. Quindi… – Via da me! Non voglio avere niente a che fare con lui! -.

I meccanismi di questi fenomeni non sono naturalmente uguali per tutti. Quello che ho scritto potrebbe non essere valido per voi che leggete ma sono sicura che qualche spunto di riflessione può darlo a molti e soprattutto alla mia amica che ieri mi ha telefonato e mi ha detto – Oh Meg! Io adoro il denaro! Lo amo! E’ meraviglioso! Io ne ho tantissimo e ne avrò sempre di più! -. Brava lei.

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P.S.= La tirchieria è figlia della Paura perciò le persone avare non sono cattive, sono spaventate.

Prosit!

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I Gabbiani mi parlano, così sento il mio Chiacchiericcio Mentale

Vivo in un paese bagnato dal mare e i Gabbiani sono praticamente miei concittadini. Ce ne sono tantissimi e sono molto grandi, bianchi e affascinanti. Volteggiano liberi nell’aria, non si preoccupano di nulla, osservano e, ogni giorno, si posano sui tetti e sui terrazzi vicini a casa mia.

Qualche mese fa, durante un periodo per me faticoso e insopportabile, mi resi conto di quanto questi Gabbiani, in particolar modo due di loro, sempre appollaiati sul balcone di fronte a me, facevano tanto di quel fracasso da non permettermi nemmeno di lavorare. Con quelle loro urla e starnazzate m’impedivano di pensare, di ideare e di concentrarmi. Un casino incredibile, sembravano in cinquanta!

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I loro discorsi parevano quelli di due comari incavolate contro chissà cosa, vogliose di litigare col mondo intero.

Mi chiesi perché quei Gabbiani dovevano venire a garrire e stridere proprio vicino alle mie orecchie ma, dal momento che ciò che vediamo e sentiamo altro non è che il film inconscio della nostra vita, messo in mostra per noi dall’Universo, che altrimenti non potremmo vedere, iniziai a cercare risposte per quelle domande.

Queste , per lo meno, sono le mie convinzioni.

Cosa stavano realizzando in me quei Gabbiani? Fastidio.

Cosa stavano facendo quei Gabbiani? Blateravano stizziti.

Che modo di fare avevano quei Gabbiani? Irritato, nervoso, inquieto.

Ero io. Ero proprio io! Mi stavano rappresentando. O meglio, stavano rappresentando quello che avevo dentro in quel momento.

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La mia mente in quei giorni lavorava all’impazzata, senza sosta, a causa di quello che stavo attraversando, nemmeno me ne accorgevo ma, a fine giornata, mi sentivo spossata.

Grazie ai due uccelli, la mia attenzione si raffinò ulteriormente.

Al mattino e al pomeriggio passavano, sotto casa mia, i bimbi che dovevano andare a scuola accompagnati dai genitori.

Quei bambini piangevano, urlavano, le mamme innervosite gli tiravano pacche sul sedere, i padri stanchi li sgridavano.

Come se non bastasse clacson e sirene di ambulanze, o vigili del fuoco, completavano giornalmente un quadretto per nulla rilassante che frastornava, inaspriva e faceva perdere la pazienza.

Come ho detto prima, l’emozione maggiore che provavo e che regnava sopra tutte, era il Fastidio contornato da Confusione e Nervosismo.

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Non potevo certo cambiare il modo di fare dei Gabbiani, o quello dei genitori adirati, men che meno potevo modificare il traffico sotto casa.

Ma potevo modificare un’altra cosa per giungere alla pace ossia: me stessa.

Se fossi cambiata io la realtà circostante di sarebbe trasformata di conseguenza, solo così potevo ottenere ciò che desideravo: la quiete.

Una quiete che prima di tutto avrebbe fatto bene a me. Una quiete che mi avrebbe permesso di passare le giornate diversamente, che mi avrebbe fatto dormire la notte, che avrebbe rilassato i miei muscoli e la mia mente. I miei pensieri.

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Già solo per il fatto che avevo riconosciuto questo riflesso e queste sensazioni del mio essere mi ritenevo a buon punto. E’ una cosa alla quale nessuno pensa invece è fondamentale.

La natura è perfetta, il Cosmo che ci ha creato è perfetto, il nostro corpo è una macchina perfetta. Pensate che queste tre cose ci avrebbero dotato di un inconscio incomprensibile senza darci modo di saperlo decifrare? Assolutamente no. Ed è per questo che ci rispecchiano lui, escogitando come strategia quella di mostrarci ciò che ci circonda e che viviamo. Le persone che frequentiamo, le situazioni che ci accadono, le sensazioni che proviamo. Noi, abituati ad usare solo i nostri cinque sensi, senza mai tenere conto dell’energia. Bene, e allora ci fanno vedere, ci fanno sentire, ci fanno toccare, annusare, quello che sta accadendo fuori di noi ma che in realtà vive nella nostra parte più intrinseca.

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Tutto è perfetto.

Lavorai su questo. Lavorai su di me. Su ciò che m’infastidiva riconoscendo che avrei potuto prendere le cose in modo diverso e, vi assicuro che tutto cambiò. E no, a infastidirmi non erano i volatili, non erano i bambini, non erano gli automezzi, tutti loro erano solo una conseguenza, o meglio l’immagine, di ciò che precedentemente aveva causato del Fastidio in me. Qualcosa al quale avevo permesso di sottomettermi, di piegare il mio Mago interiore e trasformarmi in Schiava, rovinando l’armonia del mio essere.

I giorni passarono e i Gabbiani, nonostante continuassero a venire ad appollaiarsi vicino, avevano un altro atteggiamento, più tranquillo, più sereno. In silenzio, se ne stavano appallottolati sul ciglio del terrazzo a prendere il sole, scrutando di tanto in tanto le persone che passavano sotto al loro enorme becco.

I bambini andavano a scuola ma ora cantavano canzoncine divertenti assieme ai genitori che, spesso e volentieri, se le inventavano sul momento per distrarre i figli dall’entrata in aula.

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Ricordo addirittura il passaggio di un’intera scolaresca che, assieme alle maestre e ordinatamente in fila per due, si allenava divertita a cercare con lo sguardo il colore che l’insegnante pronunciava.

Clacson non ne sentii più se non raramente e, finalmente, le sirene dei mezzi di soccorso si zittirono.

Tutto era cambiato perché io ero cambiata. Tutto si era rasserenato perché io avevo iniziato a prendere la vita con più serenità. E’ stato bello, toccante. Emozionante. Ho potuto constatare che realmente la realtà risponde, vibra delle nostre stesse frequenze, rimanda ciò che noi emaniamo. Sembra incredibile ma è proprio così.

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Una mia amica, alla quale raccontai l’episodio, mi chiese – Ma allora chi vive ad esempio nel centro di Milano? – domanda lecita. Pensai che, a dire il vero, conosco gente che vive nel centro di Milano ed è serena e felice ma non la maggior parte. La mia amica continuò – …Il traffico, lo smog, il rombo dei motori, altro che clacson! – era vero. Infatti penso sia difficile vivere con la piena serenità nel cuore se non si prende il sole, se non si può godere di spazi aperti che la natura offre, come il mare o un grande prato incontaminato, se si deve condurre una vita frenetica. Stress sopra stress che viene emesso nell’energia cosmica e di rimando offre il medesimo logorio dell’anima. Per chi vive nel centro di una metropoli sovente è così. E’ uno stile di vita. Conosco diverse persone che vivono in grandi città. Mi dicono di avere, si e no, due ore circa alla settimana da concedere a loro stesse. La maggior parte del tempo la passano sui mezzi pubblici per andare e venire dal lavoro. Cavoli!

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La realtà attorno a noi va osservata e ascoltata attentamente. In ogni momento ci mostra quello che abbiamo dentro e ci consiglia eventualmente cosa cambiare per vivere meglio, per elevarci e condurre un’esistenza più felice. Senza sopprimere nulla o trattenere ma prendendo in modo diverso alcuni aspetti della vita che ci riguardano.

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Prosit!

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Durante un periodo di Angoscia ci sono cose fondamentali da fare: queste…

Immagino conosciate tutti il detto “le brutte notizie (e situazioni) non arrivano mai da sole” e, in effetti, è proprio così. Viviamo periodi in cui sembra davvero che qualcosa di grande e misterioso ce l’abbia con noi, ci prenda di mira e… senza pietà, ogni giorno, ci ferisce regalandoci messaggi dei quali avremmo fatto volentieri a meno.

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In realtà, quello che accade è una cosa ovvia. Ho passato ultimamente un brutto periodo e, nonostante gli sforzi che facevo per pensare in positivo e immaginare le mie giornate tinte di un bel colore rosa, nella parte più profonda di me ero addolorata. Come vi ho spiegato molte volte, l’energia non percepisce solo quello che diciamo o pensiamo ma soprattutto quello che veramente siamo dentro.

I giorni passavano e, tra una bella frase e un buon proposito, mi sentivo comunque contorcere lo stomaco.

Quello che stavo emanando intorno a me era quindi angoscia, tristezza, rammarico e, ovviamente, l’Universo, che noi definiremmo “crudele”, ha subito risposto rimandandomi indietro le stesse frequenze.

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Ecco infatti il sopraggiungere di un’altra notizia davvero poco piacevole. E poi un’altra e poi un’altra ancora.

“Meg, devi smetterla” pensavo tra me e me “prova davvero a sentire la gioia dentro”.

Cavoli… era difficilissimo. Non mi reputo il Guru di nessuno ma sento di essere già ad un buono stato di consapevolezza ma, come dicono anche i più grandi maestri, pure loro hanno bisogno di un personal coach di tanto in tanto e questo mi tranquillizzava un po’.

Mi ero lasciata andare. Il dolore aveva preso il sopravvento sulla fiducia che nutro nei confronti della vita e la mia solita frase – Tutto quello che accade è un perfetto disegno divino – così perfetto non riuscivo a vederlo.

Una cosa però di buono facevo: continuavo a chiedere all’Universo, a parlare con lui e a cercare di convincermi della sua grandezza. Continuavo imperterrita a CONSIDERARE (e non a SPERARE) situazioni belle per me come se fossero già avvenute. Cosa non da poco perché anche solo l’intenzione ha un’importanza fondamentale.

“Meg, sforzati, lasciati andare, va tutto bene, tutto va per il meglio” continuavo a ripetermi capendo che se non uscivo da quel vortice in cui mi ero infilata avevo ben poche speranze di ottenere del “bello” dalla mia stessa vita. Che è semplicemente uno specchio.

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Mi concentrai. Mi misi d’impegno per non uscire con la mente dagli argomenti che m’interessavano.

Erano pensieri di gratitudine e di amore. Ringraziavo costantemente quello che avevo persino il letto, il bagno, il cibo, il cane, il figlio, qualsiasi cosa (questo sgombera la testa dai pensieri negativi) e, ogni tanto, chiudevo gli occhi e, con le braccia leggermente aperte a mezz’aria, regalavo alla vita parole di fiducia e serenità. M’immaginavo sorridere e mi ripetevo in continuazione – Io sono felice! -.

In realtà stavo piangendo come una bambina ma non importava, osservavo la mia sofferenza di un bel colore rosa scuro, la ringraziavo, le passavo in mezzo e ripetevo tra i singhiozzi – Io sono felice! -.

Una pazza totale direte voi.

Come ho detto prima infatti, dentro in realtà, non lo ero per niente ma continuando, giorno dopo giorno a dirlo, iniziai così a illudere il mio cervello e piano, piano, iniziai a sentirmi meglio. I problemi sembravano lontani. Ve lo giuro.

Sicuramente qualcuno di voi dirà – Si ma i problemi hanno continuato ad esistere -. E’ vero, ma non li stavo più affrontando con angoscia e tristezza bensì con gioia e positività e, così facendo, anche loro, si risolvevano di conseguenza in modo gioioso e positivo. Ve lo ri-giuro. E’ una questione ovvia di frequenze.

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Di colpo era come se qualcuno avesse preso la matassa e fosse riuscito a dipanarla al meglio.

Tutto quello che chiedevo e avevo chiesto si stava avverando anzi, fin troppo velocemente, non riuscivo a starci dietro e ora piangevo per l’emozione e non più per la tristezza.

Vi sto raccontando questo perché mi piacerebbe che anche voi riusciste a fare come ho fatto io e credetemi se vi dico che i miei problemi di quel periodo non erano bazzecole.

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La vita mi si era trasformata di colpo e la destabilizzazione regnava sovrana. Per di più, la mancanza di una persona che amavo tantissimo mi lacerava il cuore. Tasse da pagare, figlio in bilico perché la mancanza di questa persona l’aveva sentita anche lui, e tutte le varie conseguenze.

Ecco, i soldi, mannaggia a loro, erano proprio una delle cose che mi spaventava di più.

Mi dissi più volte queste parole:

L’Universo non ha mai abbandonato nessuna sua creatura. Se non mi auto-abbandono io, lui farà si ch’io abbia tutto ciò che merito e di cui ho bisogno.
L’Universo non ha mai lasciato senza cibo un uccello o senza acqua una pianta. Abbiamo sempre causato tutto noi.
Lui è un padre responsabile e mai vorrebbe il mio male.
Devo solo crederci. Devo solo imparare ad affidarmi a lui.
E’ difficile. Sembra impossibile.
Ma in realtà in lui c’è tutto in abbondanza per tutti. Per ognuno di noi.
Devo sforzarmi di credere in questo.
Devo farlo, per il mio bene
-.

Fino ad affermare ad alta voce – Io ho tutti i soldi che mi servono -. Parlando al presente come se già li avessi in quanto, per la Legge d’Attrazione, bisogna già vedersi il problema risolto. Se io avessi detto “avrò”, l’Universo non avrebbe capito. Il suo tempo non è uguale al mio tempo, magari me li avrebbe anche dati ma dopo trent’anni e a me servivano in quel momento.

Naturalmente non mi ha fatto trovare i milioni sul comodino l’indomani mattina ma, il giorno dopo, un signore che mi aveva chiesto un anno prima l’amicizia su FaceBook, ebbe da ridire su un articolo che avevo postato sul mio profilo. Non era d’accordo con le mie riflessioni. Bene, ci può stare. Parliamone.

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Scambiammo i nostri pareri con umiltà e intelligenza fino a che, dopo un pò, lui mi scrisse in privato su Messenger chiedendomi di contattarlo telefonicamente per parlare di una nuova attività all’interno della sua azienda. Un’attività ovviamente spirituale.

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Come andò a finire? Vedete, l’importante non è come andò a finire. La cosa fondamentale è il cammino, è la strada giusta. Il fatto che io avessi mosso delle forze energetiche che stavano rispondendo al di là di come finì il rapporto con questa persona. La cosa potrebbe fallire più e più volte ma l’importante è avere ottenuto la possibilità di scelta piuttosto che il nulla e rimanere affranti nell’apatia e nella desolazione.

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Anche se vi sentite stupidi, anche se vi sembra impossibile, anche se vi hanno insegnato che sono solo sciocche illusioni, quando vi sentite giù e un problema vi affligge fate come ho fatto io e credeteci. Crederci di pancia. Vi sentirete meglio ve lo garantisco. Magari non subito, non il primo giorno. Io ho iniziato a sentirmi meglio, e non ancora del tutto, dopo il venticinquesimo giorno. Perciò abbiate pazienza e convinzione… sono davvero le virtù dei forti.

In questi casi il segreto risiede nella COSTANZA. Continuate, continuate senza demordere. Continuate con le affermazioni positive, continuate a immaginarvi felici, continuate a ridere, continuate a visualizzare per voi il meglio, continuate a credere, nonostante sia difficile, di avere la piena fiducia nella vita, continuate senza smettere.

E ce la farete.

Prosit!

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