Giordano Bruno, Cartesio, Fabio Marchesi, Gregg Braden… ma chi gliel’ha fatto fare?

Possiamo credere come no a certe teorie, possiamo essere d’accordo solo in parte, possiamo anche detestarle e andarci contro ma io mi sento in dovere di dire – Grazie! – ad alcune persone.

Alcuni, dopo aver letto questo articolo, potrebbero divergere dal mio pensiero e affermare persino  – Ma chi gliel’ha fatto fare? – e a questa domanda rispondo con un – Non lo so, ma ciò che dicono è capace di farci stare bene e, soprattutto in passato, ci sono stati soggetti che hanno compiuto per l’umanità opere grandiose -.

Persone dalle visioni affascinanti, dai poveri mezzi, attraverso i quali sono riusciti a capire che in questo Universo non siamo solo osservatori ma partecipanti assoluti. Interagiamo con lui, siamo parte di lui, possiamo anche modificare l’andare delle cose.

Persone che hanno scoperto la vera entità Divina ossia, semplicemente e incredibilmente, un’espressione di gioia assoluta e travolgente. Senza dottrine, senza religioni. L’Amore puro in ogni sua forma.

– L’amor che move il sole e l’altre stelle… – (Dante Alighieri)

IL POTERE DELLA SCRITTURA. Scripta manent – Gli scritti rimangono. (Evviva!).

Pensiamo a Giordano Bruno, padre del libero pensiero, che accettò la sua condanna al rogo dopo che gli venne proposto, dall’Inquisizione, di abiurare la sua ideologia cioè che l’anima continua a vivere perciò è immortale. – Maiori forsan cum timore sententiam in me fertis quam ego accipiam – (Forse tremate più voi nel pronunciare contro di me questa sentenza che io nell’ascoltarla) rispose dopo aver sentito l’accusa contro se stesso e morì bruciato vivo, il 17 febbraio del 1.600, dopo aver dedicato l’intera vita a studi su un Dio, inteso come Infinito e come Tutto, completamente diversi dalla dottrina Cattolica soprattutto dell’epoca. Fortunatamente tutti i suoi trattati furono ritrovati e custoditi cari. Molte le sue ricerche, tante le sue teorie, ognuna volta alla comprensione dell’infinita potenza che risiede in ognuno di noi pari a quella universale.

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Pensiamo a Isaac Newton il quale, trovandosi a vivere nel bel mezzo della peste che non aveva pietà per nessuno, che stava decimando l’umanità del 1.600, si preoccupava di conoscere la luce e capire la forza gravitazionale universale, che amava studiare la natura collegandola all’uomo e le sue filosofie, mentre la gente gli moriva di fianco. Lui non ha badato a questo, non ha badato alla malattia e non ne è stato colpito. Lui voleva andare avanti, voleva conoscere, inventare, scoprire. Voltaire, presente al funerale del genio, disse – La natura e le leggi della natura giacevano nascoste nella notte. Dio disse: “Che Newton sia!”, e luce fu -.

Pensiamo a Cartesio che, nel 1.500, ha rischiato ogni giorno della sua vita di essere ucciso se trovato in possesso di un libro vietato e, ai tempi, erano veramente tanti i testi proibiti. Pensiamo alla sua vita passata di nascosto, in buie stanze, con la voglia di trascrivere per i postumi le sue verità e le sue scoperte. Padre della famosa citazione – Ego Cogito, ergo sum, sive existo – (Io penso, dunque sono, ossia esisto), nella quale è trascritto tutto il senso e l’onnipotenza dell’essere umano. – Solleciterò la mia immaginazione per conoscere meglio chi io sia -, disse anche. Il termine “immaginare”, come vi ho già detto diverse volte, deriva dalle parole In Me Mago Agere, ossia In Me c’è un Mago capace di Agire. Immaginando possiamo creare la nostra realtà.

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Immaginatevi Cartesio, di notte, da solo, in un umido locale, nel silenzio più assoluto alla fievole luce di una candela. Quando al primo rumore nascondeva tutto, si fermava, bloccava anche il respiro, mentre il cuore accelerava il battito. Aspettava, ascoltava e poi, riprendeva lentamente tutto in mano continuando dal punto in cui aveva dovuto fermarsi all’improvviso.

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Pensiamo a Gregg Braden, a Roy Martina, a Salvatore Brizzi, a Jiddu Krishnamurti, a Fabio Marchesi, a Eckhart Tolle, a Louise Hay e potrei andare avanti all’infinito. Medici, filosofi, scienziati, fisici, casalinghe… persone che hanno deciso di dedicare tutte le loro conoscenze, tutta la loro vita o gran parte di essa, al benessere dell’umanità. Ognuno a modo suo. Ognuno regalando gli strumenti che possedeva.

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Che hanno deciso di dedicare le loro ricerche, i loro studi, tutto il loro sapere, a farci capire l’onnipotenza divina dell’essere umano. La nostra. Ognuno di loro svela ciò che può funzionare, perché con esso così è andata, e vuole regalare tale gioia e soddisfazione a tutti gli altri. E allora scrivono libri, pubblicano video, organizzano corsi.

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Questo è altruismo. Non significa basarsi sulla veridicità delle loro filosofie (nonostante sia davvero ben difficile attaccarle) o meno, parlo del loro impegno, per molti addirittura non retribuito. Per altri invece si, ed è giusto che sia così. Il denaro non è il male; è come ce l’hanno mostrato, come ci hanno obbligato ad usarlo che è diventato – il male –. Inoltre, se per conoscere e diffondere determinati concetti, ci si ritrova a spendere, è giusto venir ripagati e riuscire così a scoprire ulteriori informazioni da diffondere ancora.

E allora un – Grazie! – glielo vogliamo dire? Io si, io mi sento di dirglielo e lo considero il minimo. E se non siete d’accordo con me, provate, prima di giudicare, ad ascoltare le loro parole, ad interpretare il loro messaggio perché credetemi, loro, in un modo o nell’altro, riescono a farci stare bene. Il Telegiornale, che sono così felice di vedere alla sera perché almeno rimango costantemente informata su quello che accade intorno a me…. Bhè… ho smesso di guardarlo da parecchi anni.

C’è una rivoluzione che dobbiamo fare se vogliamo sottrarci all’angoscia, ai conflitti e alle frustrazioni in cui siamo afferrati. Questa rivoluzione deve cominciare non con le teorie e le ideologie, ma con una radicale trasformazione della nostra mente – (Jiddu Krishnamurti).

E chi ha riportato le parole di Gesù, di Buddha, di Maometto? Chi si è preso la grande rottura di balle di trascrivere tutto quello che questi individui dicevano e facevano… chi? Per poi essere pure “interpretati male” (mio umile pensiero). Chi ha pensato a noi? A noi che oggi leggiamo e nemmeno poniamo attenzione a quello che stiamo apprendendo. Nemmeno ci poniamo la semplice domanda del – Perché? – sono state scritte cose di questo genere e tramandate per anni, per secoli.

Favole… come se i fratelli Grimm non fossero bastati. Oppure pazzi! Si. Con questo aggettivo ci mettiamo il cuore in pace.

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E gli artisti? Cantanti, pittori, scrittori, registi che hanno fatto di tutto, sottilmente, per aprirci gli occhi, per farci pensare, per allargare le nostre menti. Ma poco abbiamo saputo ascoltare e vedere.

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Bhè, è poco, si, ma un – Grazie! – a queste persone voglio dirlo.

Come affermava Nicola Tesla – La scienza è solo una perversione, se non ha come fine ultimo il miglioramento delle condizioni dell’umanità – e parecchi di loro hanno provato.

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Sei divino*, non lo dimenticare mai – (Giordano Bruno).

Prosit!

*Divino – in te risiede il potere di vivere nella totale gioia, nell’estasi; è la mente che ti impedisce di vederlo.

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Pensiero Positivo – i due Lati della Medaglia

Molto spesso si sente parlare di “Pensiero Positivo” senza però essere ben certi di quello che in realtà esso sia.

La definizione “Pensiero Positivo” ci porta immediatamente al meditare in modo gioioso nei confronti della vita ma dicendo così però, mi da l’impressione che il – pensatore positivo – venga visto un po’ come un ingenuo farfalletto che prende la vita come viene.

Il vero concetto, molti, non lo comprendono. È giusto parlare di allenamento nell’imparare a pensare positivo, in quanto non si è abituati a vivere in tale modo, ma non è una pillola da assumere. E’ un metodo da attuare piuttosto. Non bisogna inventare nessun esercizio, bisogna soltanto trasformare. Trasformare le situazioni. La percezione che si ha di esse in verità.

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Nel cercare di vivere il “Pensiero Positivo” occorre iniziare a guardare (sempre – in ogni occasione) i due lati della medaglia perché ce n’è sempre uno brutto (che è quello che vediamo, che ci è capitato) e uno bello (che è quello che dobbiamo imparare a vedere e tirare fuori).

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Quando viviamo un avvenimento spiacevole ci focalizziamo solamente sulla protezione verso noi stessi. L’istinto di sopravvivenza ci obbliga a rimanere concentrati sull’evento e a non guardare altro. La paura, ci tiene legati ad essa. Dobbiamo fare qualsiasi cosa pur di soffrire il meno possibile. Stando attenti, come un gladiatore da solo, nell’arena, alle prese con un leone.

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Quando mi è capitato di rimanere immobile nel letto a causa del mio problema alla schiena del quale parlai tempo fa, all’inizio ho pianto, ho sofferto, ho maledetto quel dolore lancinante e quella scomoda situazione ma poi, capendo peraltro che quel male in realtà era arrivato solo per recarmi un messaggio e per aiutarmi, iniziai ad amarlo; ormai è conosciuto il mio metodo in questo blog. Il fatto di rimanere però invalida, in piena estate e con un magnifico sole fuori la mia finestra, proprio non mi andava perciò, mentre ringraziavo Signor Dolore dovevo anche cercare di trovare dei lati positivi a quello che consideravo un vero fattaccio.

1- Figli, marito e parenti tutti mi coccolavano, mi servivano e riverivano come se fossi stata una gran dama (…se mi sentono!) però ne approfitto per ringraziarli di cuore

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2- Stavo risparmiando soldi non potendo uscire (Ah! Ah! Ah! Manco fossi una spendacciona!)

3- avrei di sicuro ricevuto un gran bel premio a fine indisposizione tipo: andare in vacanza

4- avevo tempo per leggere, guardare film, ascoltare musica, tutte cose che dovevo fare sempre con il contagocce

5- avevo modo di ragionare su quel disturbo (che nel mio caso arrivava per un’autosvalutazione di sè) e quindi cercare di porvi rimedio e imparare ad apprezzarmi di più

6- tutti cercavano di farmi ridere, c’era un clima di gioia in quei giorni (a parte i primi momenti guidati dallo spavento)

E insomma… vado avanti? E’ ovvio, ci mancherebbe, la salute prima di tutto, ma ormai bloccata lo ero, tanto valeva cercare il bello anziché rimanere a piangere facendosi logorare anche dalla tristezza oltre che dal tormento.

Questo è soltanto un esempio, forse sciocco per alcuni, ma fa capire che quella medaglia dobbiamo sforzarci di girarla e guardare anche l’altra parte.

In quel periodo capii molte cose e quando diciamo che – non tutto il male vien per nuocere – diciamo il vero.

Iniziai a rispettarmi di più, a fare più attività fisica (da qualche anno ero pigra come un Moscardino durante il letargo), a volermi più bene. Imparai a governare di più Signor Dolore, a non avere paura di lui, a vederlo come un amico ed egli non mi spaventava più.

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Roy Martina, un medico di Curaçao che pratica la Medicina Alternativa, racconta un episodio molto divertente (avevo messo il video nel post – Forse non sei sfigato, forse “qualcosa” vuole aiutarti – che consiglio di vedere) riguardante un suo amico. Questo suo amico una mattina uscì di casa per andare a firmare un contratto di lavoro e, come accade spesso, non aveva letto quelle clausole scritte in piccolo in fondo al foglio. Appena uscito di casa, un gabbiano gli fece la cacca sulla spalla e lui dovette rientrare e cambiarsi. Ignaro di quello che l’uccello stava cercando di dirgli, si incamminò nuovamente verso la hall dell’hotel dove avrebbe incontrato i suoi nuovi datori di lavoro ma, svoltato l’angolo, un altro gabbiano gli fece i suoi bisogni in testa. Infastidito, si pulì alla bell’è meglio dentro alla toilette dell’albergo e, puntuale, si presentò davanti ai futuri capi. Essi si trovavano nel dehor e stavano sorseggiando un aperitivo che offrirono anche all’amico di Martina. Proprio mentre l’uomo prese in mano la penna per firmare, un piccolo passerotto, volteggiando sotto gli ombrelloni, defecò sul foglio. Fu in quel momento che, tra il ridere dei presenti, a lui qualcosa suggerì che non si trattava più di una banale coincidenza. La maggior parte di noi avrebbe semplicemente pensato – Mamma mia! Che giornata di mXXXa! -, lui invece, dopo aver letto meglio il contratto decise, per il suo bene, di ritrattare tutto e non firmare.

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Le situazioni che viviamo, non sono sempre e solo negative. Sovente sta a come noi le interpretiamo. Dobbiamo capire che l’Universo, e la nostra parte intrinseca collegata ad esso, hanno i loro mezzi per comunicare e non sono uguali ai nostri. E’ difficile tradurre il loro linguaggio ma non impossibile e basterebbe a volte porre attenzione anziché soffermarsi a vedere subito e solo nero e basta.

A forza di lavorare con il cervello, in questo modo, ci verrà sempre più facile e presto saremo abituati a trovare il lato positivo ogni volta. Capire di avere dalla nostra parte anche una metà positiva ci aiuta a risolvere meglio, con maggiore forza d’animo e più gioia, la parte negativa che risulterà così meno pesante da sopportare e soprattutto più rimediabile. Questo non è poco, è alla base delle nostre giornate. E non sono semplici ripieghi o giustificazioni, bensì piccoli grandi miracoli che diventeranno sempre più importanti.

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Quando qualcuno ti fa del male, devi convincerti del fatto che automaticamente ne sta facendo a se stesso e, quella lama a doppio taglio che ha tirato fuori, un domani, potrà invece tagliare bene per te. Questo non è assolutamente un messaggio di vendetta voglio solo spiegare come a volte, le azioni di quelli che noi consideriamo nostri nemici, vengono spesso a nostro vantaggio al di là di far loro del male. Un vantaggio che, senza quella tempesta prima, non avremmo mai potuto ottenere. Il più, come ripeto, è riuscire a vederlo. Porre attenzione, e quando arriva, afferrarlo facendone l’uso migliore per noi. Solo per noi, senza più tener conto degli altri. Non limitarti a difenderti dall’attacco, rifletti, trasforma ciò che stai ottenendo in positivo. Allo stesso modo, chi ti sta facendo del male, ha i due stessi lati della medaglia. In quel momento vede solo quello positivo (ossia l’averti “sconfitto”) ma, dall’altra parte, dovrà fare i conti con quello negativo ed è su quello che devi ragionare. Attaccandoti, ti sta dando in mano uno strumento. Sta creando un “qualcosa”, usalo nel migliore dei modi.

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Un po’ come la favola de “Al lupo! Al lupo!” anche se Esopo ha voluto darle una morale differente. All’inizio, il ragazzo della storia, si diverte molto a ingannare gli altri, a farli spaventare, e la gente del villaggio si focalizza solo sulla presa in giro ricevuta, sulla fatica, sul terrore subito, si arrabbia, si sente tradita, senza tener conto che quel ragazzo, nel mentre, stava costruendo attorno a sé la non credibilità, la sfiducia, agendo a quel modo. Perché le due facce della medaglia esistono sempre.

Al lupo!

Il mio precedente articolo, che ti ho segnalato prima – Forse non sei sfigato, forse “qualcosa” vuole aiutarti -, si collega molto a questo post perciò te ne consiglio la lettura.

Focalizzati sempre sul lato positivo.

Prosit!

 

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Forse non sei Sfigato, forse “qualcosa” vuole aiutarti

Quel giorno D. andò in Posta per pagare la bolletta della luce già scaduta da parecchi giorni. Sovente le capitava di lasciar scadere le bollette, non navigava nell’oro e ogni più piccola moneta era per lei davvero preziosa. Quando arrivò davanti all’Ufficio Postale però, una lunga coda di gente non le permise di effettuare il pagamento. Non sarebbe mai arrivata in tempo al lavoro, l’avrebbe pagata al ritorno, fermandosi dal Tabaccaio. Fece proprio così, verso sera, parcheggiò l’auto, si recò nel negozio ma mortificato, il venditore, le annunciò che il computer quel giorno non gli funzionava e non poteva quindi farla pagare. D. ringraziò, salì in macchina, guardò la bolletta e disse – Oggi proprio non riesco a pagarti… – ma sapeva che un chilometro dopo circa, c’era un altro Tabaccaio. Mise in moto e si avviò verso il nuovo Sali&Tabacchi prima di rientrare a casa stanca e piena di cose da fare. Purtroppo, non c’era nemmeno un parcheggio e per giunta stavano anche girando due vigili poco simpatici che D. ben conosceva. Si soffermò, aspettò che qualcuno andasse via, ma niente. Automobili in seconda fila, clacson che strombazzavano, quattro frecce accese, persone che litigavano, un vero caos che D. preferì evitare – Mi ci manca anche una multa! – e decise quindi di rincasare un po’ preoccupata per il fatto che quella bolletta avrebbe dovuto attendere ancora. “Speriamo non mi stacchino la luce” pensava tra sé e sé. Aprì il portone e, immediatamente, lo sguardo andò sulla sua cassetta delle lettere. C’era qualcosa dentro. Aprì ed ecco un’altra bolletta della luce. “Che strano” pensò “ho già ricevuto il sollecito! Vuoi vedere che si sono sbagliati e mi hanno mandato un’altra bolletta dello stesso mese? Speriamo, devo ancora pagarne una che ho già l’altra, mamma mia!”. L’aprì e la bolletta nuova riportava un’altra cifra ma il periodo le sembrava praticamente lo stesso di quello che, dalla mattina, stava cercando di pagare. Salì in casa e andò subito a rovistare nel cassetto dove teneva tutte le scartoffie burocratiche che ognuno di noi ha in casa e risolse il mistero. La bolletta che avrebbe dovuto pagare quel giorno ma che, per un insieme di fatti bizzarri e impedimenti, non era riuscita a pagare l’aveva in realtà già pagata e se ne era completamente scordata. Non sarebbero stati soldi persi ma, per lo meno, ora poteva subito pagare un’altra utenza o farsi la spesa il giorno dopo senza dover aspettare un eventuale rimborso. Le banconote che aveva ben ripiegato nel portafogli assieme al bollettino, le prese sospirando e le mise nel taschino del portamonete. Potevano essere usati per altri scopi. Infine ringraziò ”.

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Perché D. quel giorno non era riuscita a pagare? Cosa davvero gliel’aveva impedito? Coincidenze*?

Vi ho raccontato questa storia, realmente accaduta, perché molto spesso, quando non riusciamo a fare ciò che vogliamo e che abbiamo programmato, ci preoccupiamo o addirittura ci arrabbiamo molto mentre, quello che può sembrarci negativo è in realtà qualcosa che ci sta salvando da ulteriori situazioni. Si tratta di una specie di messaggi che arrivano dall’Universo ma che non sappiamo comprendere e li definiamo soltanto intralci nella nostra vita oppure ci definiamo degli sfigati (divenendolo poi realmente).

Conosco D., solo qualche anno fa, anziché dire alla bolletta – Oggi proprio non riesco a pagarti -, avrebbe urlato – Ma porca zozza miseria, ma che sfiga! Eccheccavoli! Ma guarda se oggi che ho deciso di fare questa cosa IO deve succedere di tutto! Ma tutte a me! Ma qui, ma là, ma su, ma giù! – gridando e inveendo contro la vita che le stava mettendo il bastone tra le ruote. Avrebbe reagito come la maggior parte della gente reagisce.

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Ora, prima di continuare nella lettura, vorrei farvi ascoltare questo video, tra l’altro anche molto divertente, che parla delle tanto detestate….. cacche di uccello! Colui che parla è Roy Martina medico, psicologo e molto altro, che a voluto specializzarsi in Medicina Alternativa.

https://youtu.be/ZS9O39-Y330

Amici, vi posso assicurare che è vero. A me capita quasi ogni giorno e, ogni giorno, mi emoziona. Bisogna solo farci attenzione. Osservare il dopo e non il mentre. Questa cosa sembra andare in contrasto con il vivere il famoso “Qui e Ora” ma è proprio perché non siamo capaci di vivere il “Qui e Ora” che queste forze ci vengono in aiuto e ci avvisano di non fare determinate cose. Dovremmo quindi addirittura ringraziarle.

Insomma, a me cosa me ne viene in tasca se voi vi arrabbiate o meno? Potete fare ciò che volete ma se imparate a ragionare in questo modo la vita vi sembrerà molto più bella. Credetemi.

Quando qualcosa vi fa arrivare tardi ad un appuntamento, o vi impedisce addirittura di andare dove volevate, non prendetevela. Non potete sapere cosa in realtà avete evitato. Lo so che è difficile, a volte abbiamo incontri davvero importanti per noi da realizzare, ma tanto non è con la rabbia che ci arriveremmo. La rabbia non è un mezzo di trasporto! Sfogatevi sì, arrabbiatevi pure, ma che sia una rabbia esterna, buttata fuori per semplice espressione, non provatela dentro. Non permettetele di contrarre il vostro stomaco. Imprecate, ma solo con la voce. Poi, col tempo, eviterete anche quello.

Non siamo abituati a vivere in concomitanza e circondati da altre forze. Siamo noi e basta. Se dobbiamo andare in Banca, siamo noi che dobbiamo andare in Banca e nessun altro. Teniamo solo conto delle persone fisiche che conosciamo, quelle che possiamo vedere e toccare, non pensiamo minimamente che attorno a noi può esserci anche del resto. Delle forze molto più grandi e potenti, delle frequenze, delle onde elettromagnetiche. Particelle microscopiche e invisibili. Così le chiamano gli scienziati. Angeli le chiamano alcuni, energie le chiamo io. C’è energia assieme a noi e questa energia è viva.

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– … quello che abbiamo chiamato “materia” altro non è che energia, la cui vibrazione è stata abbassata in modo da essere percepibile ai sensi, la materia in sè non esisteTutto è energia e questo è tutto quello che esiste. Sintonizzati alla frequenza della realtà che desideri e non potrai fare a meno di ottenere quella realtà. Non c’è altra via. Questa non è Filosofia, questa è Fisica – Albert Einstein.

Come esistono il suono, la luce e altri tipi di vibrazioni, esistono anche quei movimenti che emozionano e si sentono nella pancia. Sono la stessa cosa.

Prosit!

* termine solitamente utilizzato quando non riusciamo a dare una spiegazione per noi valida all’avvenimento.

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