L’utilizzo della Mente: Subconscio, Conscio e Superconscio

SEI TU CHE DEVI USARE LA MENTE, NON E’ LA MENTE CHE DEVE USARE TE

Dire – L’utilizzo della Mente… – è giusto, in quanto sei tu che devi usare la tua Mente e le sue straordinarie capacità, nonostante, nel 90% del tempo, è lei a governare te. Per usufruire delle sue funzioni al meglio devi imparare a gestirla, cosa che, da quando sei nato, non hai mai potuto fare in quanto nessuno te lo ha mai insegnato.

Questa mancanza di sapere ci ha reso schiavi e dipendenti. Schiavi di schemi mentali, di reazioni, di emozioni, di inconsapevolezza, di disequilibrio e chi più ne ha più metta… fino a divenire vasi di Pandora pieni di caos e totalmente inconsapevoli del nostro Potere Interiore.

Prima di capire come poter usare la Mente al meglio, la quale, tuttavia, è uno strumento assai utile pur avendo preso una brutta piega nel corso dell’evoluzione dell’Essere Umano, bisogna innanzi tutto capire com’è fatta.

Anche se forse non te ne rendi conto, essa è costituita principalmente da tre grandi parti: il Subconscio, il Conscio e il Superconscio e ora cerca di capire bene che cosa sono queste porzioni e di quale lavoro si occupano.

– IL SUBCONSCIO è la parte più potente ma, attenzione, non ha direzioni. In pratica fa quello che vuole e va dove vuole, vagando nei sentieri da lei preferiti e soliti. E’ una forza motrice. Non invita, brucia solo del combustibile e fa, fa, fa, per lei è importante fare. E’ la nostra fotocopiatrice. Essa imprime in sé quello che l’Essere Umano immagina e poi lo realizza. Ogni cosa, nel bene o nel male.

– IL CONSCIO viene definito anche Mente Carnale. E’ la Mente prettamente fisica, quella che più conosciamo e consideriamo quando parliamo di Mente. E’ la sezione che impressiona il Subconscio.

– IL SUPERCONSCIO è la porzione Divina. La Mente Divina, cioè la parte scintillante che ci collega al nostro Divino. Al nostro Spirito Infinito e alla sua grandezza. In essa è custodito il nostro intento, ciò che dovremmo realmente fare in ogni occasione. Ciò che dovremmo diventare. Ci parla attraverso la verità, le intuizioni che abbiamo, è la nostra voce interiore ma che noi non ascoltiamo mai. E’ la parte che vede e prevede, è l’intuito, la preveggenza ma della quale non abbiamo fiducia.

IL RISVOLTO DELLA MENTE

Ma perché prima ho detto che la nostra Mente ha preso una brutta piega? Perché tende a guardare sempre il brutto. La povertà, l’umiliazione, la limitazione, la paura, il bisogno, la mancanza, la prevaricazione e ora ti spiego il perché.

Tutto questo è dovuto al cercare di sopravvivere, ossia:

siamo dotati della Mente per essere salvati e difesi. Grazie ad essa l’uomo ha potuto progredire e salvaguardarsi nell’evoluzione della specie. Si sarebbe estinto se non avesse avuto la Mente. Grazie a lei ha potuto scegliere, classificare, decidere. – Quella bacca rossa è commestibile o è tossica? Questa azione è utile o pericolosa? Cosa può accadere se opero in questo modo? Come posso fare per sfamarmi? -. La valutazione ci ha salvati ma la paura della morte, per istinto intrinseco di sopravvivenza, ha preso il sopravvento. Dalla valutazione si è passati al giudizio preponderante, oggi grande governatore del nostro Essere, e dalle prove si è passati al terrore. All’evitare determinate esperienze per non rischiare di morire (ammalarci, non farcela, essere presi in giro, essere giudicati, non essere amati, etc…). Tutto gira attorno a questa paura atavica. Il che è umano e normale ma questo non significa che non si possa usare la Mente in altri modi, più sani e più utili.

La stessa grande potenza ch’essa emana nel dirigerci verso la preoccupazione può emanarla anche per condurci verso la salvezza, l’abbondanza e l’utilizzo della magia che risiede in noi. Questa non è una fiaba. E’ realtà. E’ scienza se preferisci questo termine.

Delle tre parti che ti ho elencato prima ne utilizzi soltanto due e una di queste la usi senza neanche rendertene conto. E’ come se tu avessi un cellulare di ultima generazione, pagato fior di quattrini, in grado anche di prepararti il caffè alla mattina, ma tu lo impiegassi solo per telefonare. Ok, è un esempio sciocco, in quanto l’utilizzo ridotto di un telefonino non nuoce alla tua salute (forse la migliora persino) ma per quanto riguarda la Mente, invece, le cose sono diverse. Un mal funzionamento di essa, dato dall’adoperare male le sue capacità, causa un malessere generale.

Inoltre, cavoli, avresti l’opportunità di valerti delle sue infinite e potenti virtù e non lo fai… è spiacevole, riduttivo, invalidante.

IL FILO CONDUTTORE

Essa è come una specie di cordone ombelicale collegato all’Universo, la Fonte Creatrice e Divina della quale sei emanazione. Ciò che immagini si riflette attraverso Lui. Ciò che esiste in lui entra dentro di te, costantemente. Tu e l’Universo siete coagulati in un dare e avere perpetuo.

Non ti servirà a nulla immaginare ricchezza se con il Subconscio percepisci in te povertà. Ti senti in qualche modo un bisognoso.

Non ti servirà a nulla pensare alla salute se nel tuo Subconscio ha valenza la paura della malattia.

Con il Conscio pensi e speri nel Benessere ma nel Subconscio fotocopi l’inverso senza ascoltare il Superconscio che ti dice – Non aver paura! Sei una scintilla di Dio, non esiste in te la malattia, sei composto da Energia Cosmica e cioè Amore! -. Ecco cosa accade.

E questo accade in ogni attimo della tua vita. Per qualsiasi motivo. In ogni minuto della tua giornata. Nel prendere delle decisioni, nel parlare, nel pensare, nell’immaginare, nell’agire:

quando pensi di non trovare parcheggio o ti convinci di rimanere bloccato in coda nel recarti al lavoro, quando devi incontrare una persona e già immagini che ti romperà i gioielli di famiglia, quando speri che tuo figlio non si ammali, quando speri di non essere interrogato, quando sposti un oggetto perché se lo lasci lì potrebbe rompersi, quando rientri a casa e già assapori una brutta aria, quando temi di prendere una multa… crei in continuazione la tua realtà. Ed è attraverso la Mente che lo fai. Attraverso il rimuginare, le elucubrazioni, arzigogoli mentali che, senza rendertene conto, macini tutto il giorno nella tua testa.

Quello che di importante devi fare è imprimere nel tuo Subconscio, attraverso il Conscio, delle belle immagini. Non puoi pretendere di credere ciecamente e all’improvviso al Superconscio, quindi la cosa più saggia è imparare e allenarsi a rendere pieno di “cose belle” il motore che abbiamo. Più immettiamo in lui positività e più essa si rifletterà e si concretizzerà nella nostra vita.

Finchè saturi il Subconscio di pensieri, ad esempio, che riguardano il tuo “non essere all’altezza”, continuerai a manifestare questo: al non sentirti degno e a non ricevere stima e apprezzamenti. Stai semplicemente vivendo quello che hai disegnato. Devi cambiare foglio.

Ci vorrà tempo ma non è impossibile. Questo è quello che significa riuscire ad usare bene la Mente. Che sia lei il nostro dipendente, il nostro fedele e nobile servitore e non l’incontrario.

Prosit!

photo tuseiluce.atervista.org – facciopaceconme.com – youtube.com – leggotenerife.com – istitutodibioenergia.it – cure-naturali.it

Dovresti fare come dico io: promuovere la sofferenza!

Mi è stato chiesto, in modo abbastanza imperativo, da diverse persone, di pubblicare LA VITA VERA. Mi è stato chiesto di postare foto cruente di violenza e tristezza visto che in parecchi mi leggono (grazie). Di far vedere a tutti com’è realmente il mondo. Mi è stato, in pratica, chiesto di non parlare del mio mondo ma del loro, forse perché da soli non riescono e hanno bisogno di complici, laddove non ne vedo l’utilità. Io riesco benissimo ad andare avanti da sola, senza chiedere ad altri di parlare di ciò che vivo. Ma, a questa richiesta, ho deciso di rispondere con un articolo intero. Accade raramente.

Non ditemi che non vi ho considerato. “Mi avete” fatto scrivere per un’ora… ma ci siete riusciti solo perché, ancora una volta, vi contrasto con con-passione.

SE SEI FELICE NON PUOI STARE QUI

Molto spesso le persone felici e portatrici di messaggi positivi vengono accusate d’insensibilità e, ancor più grave, vengono scambiate per perbenisti.

Trovando queste frettolose soluzioni completamente errate, mi è barlumato per la testa di buttare giù due righe a tal proposito.

Forse, secondo te, alcuni esseri non hanno un cuore o non hanno un cervello, non vedono, non capiscono, non soffrono. Si preoccupano esclusivamente di fare voli pindarici in mondi irreali ai quali tu non hai accesso e per questo sbagliati. Forse pecchi di superficialità. Qui non si parla di farfalline che vivono su una nuvoletta rosa in un’esistenza di pura finzione. Qui si parla di chi fa una scelta e opera. Il fatto che della sua azione, ne vedi solo una parte, non ti permette di giudicare. Non ti è MAI permesso di giudicare a dire il vero.

Dare amore, perché se si è felici, nel senso di gioia plena, se ne è colmi e non si può dare altro (che ti piaccia o meno) e cercare d’infondere gioia piuttosto che negatività, non significa essere conformisti e ipocriti affidandosi alle norme convenzionali del vivere.

Credere, volere e agire dal profondo del proprio cuore per la pace, verso tutto quello che porta alla serenità dell’animo, piuttosto che alla guerra, non ha niente a che vedere con il falso moralismo di chi vuole farsi figo propinando teorie che nemmeno è in grado di dimostrare, capire e soprattutto sostenere alla prova dei fatti. Questo vorrei tu capissi: ti parlo di cose che so fare, faccio e potrei fare qualora ce ne fosse bisogno.

Non sono in grado di ammazzare un cane dopo averlo torturato, non sono in grado di dichiarare guerra alla Siria e uccidere vittime innocenti, non sono in grado di fare sommosse, commettere atti truci, distruggere il pianeta. Non sono in grado perché non voglio.

E meritare di sentirsi dire, com’è capitato a qualcuno di mia conoscenza – Vorrei vedere se succedesse a te… – è un’affermazione a mio avviso davvero molto piccola e misera, più distruttiva che costruttiva e nettamente fuori questione dal momento che “un felice”, non perbenista e non cinico, sta semplicemente cercando d’infondere vibrazioni positive anziché negatività e angoscia come fai tu.

Osserva attentamente la tua vita. Dimmi cosa vedi. E poi dimmi cosa vedi nella vita di quello che vorresti veder soffrire. Ti ergi a giudice invidioso assumendo una posizione che non meriti e non ti è stata chiesta da nessuno. Ti sei auto-nominato paladino del “vi faccio vedere io” ma non hai minimamente pensato che se tutti gli esseri viventi si comportassero esattamente nella tua maniera, lo stesso pianeta che tanto dici di amare ci avrebbe già scrollati di dosso come fossimo acari di rogna.

Ma un’intelligenza più potente della tua sa che dobbiamo esistere entrambi. Sa che tu a tuo modo servi così come servo io che non ho il rantolante tuo bisogno di chiederti d’essere come me.

Scusa se mi permetto, ma questa frase poco ti scosta da un terrorista che crede di fare il meglio per sé e il proprio popolo. Lui agisce nella materia, chi pensa come te agisce con l’immaginazione. E grazie a Dio è disarmato.

Il fanatico è soltanto un figlio della paura. La fierezza nobile non ha necessità di fanatismo alcuno. Quel chiasso insopportabile che nessun essere al mondo, tolto uomini come te, si permette di fare.

Cos’hai risolto nell’augurare, ad esempio, la morte di un caro? Dimmi, o bieco. Hai forse realizzato il tuo volere? Sei ora stracolmo di ricchezza e meraviglia? Ti senti divinamente bene? Non credo.

La citazione che sta girando in questi giorni e che afferma – C’è gente che ammazza altra gente per insegnare che ammazzare la gente è sbagliato – mi sembra riesca bene a spiegarsi da sola ma c’è ancora chi esige che tutti quanti parlino in modo aggressivo e bellicoso nei confronti di un’epoca che stiamo vivendo, senza rendersi conto che quell’ira è soltanto lo sfociare delle proprie paure.

Come diceva qualcuno, molto più saggio di me, dall’inizio dell’umanità non si è mai vista spegnersi una violenza con altrettanta violenza. (Il fuoco non lo spegni con il fuoco).

In caso di bisogno sono la prima ad agire ma perché promuovere e nutrire la collera?

Mi chiedo perché mi viene suggerito di postare immagini cruente, vista la mia attività sui social e i miei diversi (amatissimi) followers che mai vorrebbero quello che mi stai chiedendo tu. Mi chiedo perché tu pensi male di me se continuo a pubblicare belle notizie nel mondo che stiamo vivendo e dal momento che, probabilmente, nemmeno tu hai una risposta valida a tal proposito che non sia: “bisogna fare come IO dico”, la spiegazione te la do io:

Sei un insofferente. Un infelice. E non ti ami.

Mi chiedi, con disgusto dipinto sul viso, di amalgamarmi al tuo realismo divulgando brutture perchè la gente – deve vedere! -.

Sai cosa penso? Che se tu ammazzi un uomo, è come se uccidessi l’intera umanità. Cento saranno le persone che soffriranno per quella morte. Hai ferito la Terra, sua madre, ma non mi permetti di aiutarla, mentre tu vorresti sorpassare tutti al Pronto Soccorso per ricevere le giuste cure in caso di bisogno. Se io sottolineo la tragedia che tu hai compiuto, non solo alimento il male che è in te, ma soprattutto alimento l’energia negativa che il tuo gesto ha scaturito andando così ad uccidere (perché credimi che di sofferenza si muore di morte lenta) altre mille persone. Perché ingrandisco la paura. Che cosa abbiamo ottenuto alla fine? Che 1.101 persone sono morte. Che 1.101 persone hanno prevalentemente perso un diritto sacro, quello della LIBERTA’, perché saranno state manipolate e angosciate dal tuo gesto e dal mio post. Post costanti che vorresti quotidiani come gocce cinesi. Allora, se di manipolazione vuoi parlare, mi scelgo lo strumento.

Stai facendo la stessa cosa che fanno le multinazionali ogni giorno per venderti dei prodotti spazzatura andando a lavorare costantemente nel tuo inconscio, ma non sono normale nel dire queste cose vero?

Stai facendo quello che fa la religione che ti inietta ogni giorno dosi di peccati nel sangue. Stai facendo quello che fa il Governo quando ti insegna a reputarti povero e meschino. Uno schiavo.

Lasciamo l’immenso dolore a chi ne è stato toccato da vicino pregando per lui (e il mio non è un discorso cattolico) affinché si possa quanto meno sperare di alleviare la sua silenziosa devastazione d’animo. Condividiamo il suo dramma con l’amore “la forza più potente del mondo”, almeno ad Einstein mi auguro crederai.

Anziché condividere uccisioni guardati dentro e prova a comprendere che quella morte è avvenuta per gente come te che ha soltanto esaltato all’ennesima potenza i tuoi stessi sensi. Preoccupati del fatto che la tua infelicità, per qualcun altro è arrivata a livelli tali da fargli commettere un omicidio. Perché mi duole immensamente dirtelo ma una persona pregna d’amore non uccide.

Ora, bisogna quindi tacere davanti a tanti drammi e vivere come se tali cose non accadessero? No.

Non ti chiedo questo. Non ti chiedo un àut àut perché io non sono come te. Non sempre vige l’espressione tertium non datur.  Non sono imperativa, non nel tuo stile per lo meno.

Ti chiedo la trasformazione. La curiosità. Sei nato scopritore di cose nuove, tanti tanti anni fa, continua ad esserlo. Pensa alla tua di vita e non alla mia. Cerca di migliorarla. Impegnati a diventare una fotocopiatrice di sorrisi se vuoi veder ridere il mondo.

Ogni messaggio può essere mandato in diversi modi differenti e ottenere addirittura ancora più potenza. Non esiste solo il bianco o il nero. Sono mille i colori che puoi utilizzare e altri mille che puoi creare. Fallo. Non disperdere energia a giudicare me che non ho scritto quello che volevi tu. Accetta che entrambi dobbiamo vivere ma se mai ti venisse la voglia di divenire come me quell’energia usala per prendere dalla tua tavolozza la sfumatura giusta a riportare ciò che vuoi riportare, facendo stare bene il mondo. Fallo stare bene questo mondo. Fai di tutto per riuscirci. Ci vivi anche tu.

E’ dura, è difficile ma non impossibile. E se proprio non riesci, almeno non giudicare. Ricordati che quell’omicidio, che tanto ti fa arrabbiare, è nato proprio dal seme del giudizio.

Mostra, realizza e diffondi ciò che sogni non ciò che dici di odiare. Abbassa la testa e chiedi permesso per entrare in quella tanta bellezza che c’è e non vuoi conoscere, privando anche gli altri di tanta maestosità.

Sei un essere incredibilmente potente e potresti fare molto, prova a farlo per favore. Le cose prova a cambiarle davvero.

Ti ringrazio.

Crea. Trova soluzioni nuove se vuoi mostrare che esistono certe brutture ma che a te non stanno bene e non le vorresti. Spreca un attimo del tuo tempo a trovare nuovi sistemi. Inventa. Si fa presto a fare “click” da un cellulare.

Ricorda che ad ogni tua immagine feroce rispondono due tipi di persone: quelle che mai commetterebbero una cosa del genere e alle quali stai provocando DOLORE (assumiti la responsabilità di questo) e quelle felici di vedere tanta crudeltà e che stai aiutando a nutrire, le stai facendo diventare belle pasciute (assumiti la responsabilità di questo).

Infine, se la cosa ti fa sogghignare posso anche concludere con un – Amen! – ma preferisco dirti – Prosit! -.

Quella volta in cui Polpaccio mi prese da parte

DOLOR TREMENDO DOLOR

Si si. Mi prese da parte e… mi mise da parte. Il mio caro Polpaccio… quando si impunta su una cosa non gli fai cambiare idea neanche pregandolo. Ora ti racconto bene cos’è successo perché potrebbe interessarti.

Una splendida e soleggiata mattina di luglio decisi di darci dentro con le pulizie indoor e outdoor, cioè quelle pulizie che quando hai finito occorre rifare l’attestazione di agibilità dell’edificio.

Fu mentre trascinai un peso che, all’improvviso, sentii una specie di rottura nel muscolo del mio Polpaccio. Dolor tremendo dolor! Attuai immediatamente le mie tecniche di consapevolezza nei confronti di quel dolore ma il male fisico, comunque, si sentiva eccome.

Considerando che una delle mie più grandi passioni è l’escursionismo puoi ben capire quanto mi “giravano” ma, farsele girare, è la cosa peggiore da fare se conosci il comportamento da attuare nei confronti del malessere che ho spesso consigliato.

Il dolore continuò a esistere per giorni e giorni, sotto forma di fitta pungente e invalidante. Avevo già capito cosa voleva suggerirmi ma essendo per me un tasto dolente quanto lui, ho preferito non ascoltare facendo finta di niente.

Lui però non fece finta di niente e, vedendo che volevo fare la furbetta, ci andò giù secco.

PINOCCHIOOOO MA DOVE VAI?

Mi vien da ridere se penso a quanta resistenza opponiamo spesso nei confronti della vita e verso i consigli della nostra Anima. La paura riesce sempre a farla franca e il cambiamento, che ci intimorisce molto, lo viviamo come un turbinio di timori e preoccupazioni.

Pensando di farla in barba a Polpaccio (io so che è impossibile ma la mente no) andai avanti per la mia strada… zoppicando ovviamente.

Bene, per farla breve, immagina che furbona, mi portai dentro quel dolore per ben tre mesi. Oh si!

Vabbè, ma sai… fa molto caldo, si va in vacanza, si sospendono le gite e il procrastinare diventa la culla prediletta soprattutto per una come me. Fu un peccato che l’autunno giunse veloce e con lui altre nuove escursioni fantastiche, in cima ai monti, da organizzare! E… Yeppa! Eeee… Ehm…

Meg? – disse la mia Coscienza

Siiiiiiiii?????? – risposi

Hai un Polpaccio inutilizzabile ricordi?

Tananana’… Tanananaaaaa’…!

L’urlo, prettamente mentale, che spingeva con forza per uscire dal mio osso frontale lo sentirono riecheggiare anche nelle valli limitrofe.

Porcaccia di quella porcaccia zozza porcaccia, stai a vedere che l’aveva vinta lui!

ROCKY BALBOA VS IVAN DRAGO

Facendo man bassa di tutta la diplomazia e la pazienza che mi competono decisi di prepararmi così per il primo round con Polpaccio. Tra l’altro, già che ci sono, avviso amici e parenti che come sanno tali due qualità in me scarseggiano e le ho completamente esaurite a causa del muscolo irriverente.

Una sera, dopo essermi schiarita la gola, chiamai a me la sua attenzione come la povera Clara chiamava Heidi.

Polpy… possiamo parlare un attimo? – gli chiesi.

Oh ciao Meg! Finalmente! Qual buon vento?

Dopo questa sua risposta, l’80% della mia umiltà era andata già a farsi benedire e avrei voluto stritolare i Gemelli (muscolo conosciuto anche con il nome di Gastrocnemio) nel palmo della mia mano ma mi trattenni.

Eh, ho bisogno di dirti una cosa

Dimmi pure – fece con quel fare solenne che mi stava assai sul groppone.

Ascolta, volevo dirti che ho capito. Ho capito il tuo messaggio, quello che hai cercato di dirmi con il tuo dolore. Ho capito e ti prometto che farò quello che mi consigli…

La sua grassa risata la sentirono anche i vicini di casa – FARAI? Ahahha! Sei troppo forte Meg! Farai… certo! Sono quarant’anni che “farai”, come no?! Non FAI ma farai… sesese…

Mi stava irritando come pochi e se ne accorse – Lo so che ti sto dando fastidio, da mesi ormai, ma vedi, ti sei messa in una bruttissima posizione Meg! Posso capire chi non comprende certi linguaggi ma… tu? Mi prendi in giro? Sai benissimo cosa significa avere un dolore a un Polpaccio eppure fai finta di niente e poi mi vieni a dire “lo farò”? Sai benissimo anche che, se sono arrivato, è proprio perché quel “lo farò” lo hai già detto mille volte ma non sei mai stata di parola

Senti Polpy hai ragione ma è difficile! Santa Madre, potrai capire che ho anch’io paure e preoccupazioni?

Meg, io capisco tutto ma tu dimentichi che le scelte da effettuare sono grandi quanto te e la tua evoluzione. Io penso che tu possa farcela ma non vuoi. E mi dispiace, su questo, sarò irremovibile. Ho sopportato fin troppo

Ti prego…

No!

OK, MA QUINDI COSA SIGNIFICA?

Avrei voluto pestare i piedi e fare i capricci come i bambini e mi sentivo proprio un po’ bambina. Quello che Polpaccio mi stava chiedendo mi sembrava enorme, gigantesco.

Il Polpaccio, o meglio i Polpacci, sono letteralmente i motori delle gambe, la parte sulla quale più grava il movimento dei nostri arti inferiori. Come ti ho sempre detto, le gambe rappresentano il nostro avanzare nella vita e questo avanzamento avviene prettamente grazie ai Polpacci. Non solo, i Polpacci ti permettono anche di andare più veloce, o più lentamente, seguendo obbedienti la velocità che tu decidi con i piedi. Quindi anche un andare avanti rapido o lento è da osservare.

Ad esempio, nella tua vita, qualcosa sta andando troppo veloce per te e non riesci a stargli dietro? Vorresti mettere dei freni, degli stop, ma non riesci? Ecco che il Polpaccio traduce il tuo volere. Oppure, all’incontrario, ti trovi in una situazione che vorresti cambiare ma non riesci a smuoverti da lì? Ti senti la vita scorrere di fianco ma tu ti trovi sempre nello stesso punto? Anche in questo caso il Polpaccio ti parla, ti fa sentire come lo stai irrigidendo a causa della tua paura a muoverti assieme a quella vita e fluire con l’esistenza tutta. Solitamente sono le scelte da prendere e che coviamo dentro, con le preoccupazioni, a renderci i Polpacci doloranti.

Quando si vorrebbe vedere tutto già finito e invece non si è neanche ancora iniziato, quando le cose vanno all’incontrario di come vorremmo, quando vorresti andare da una parte e invece qualcuno o qualcosa ti costringe ad andare in un’altra direzione, quando hai paura di non avere più tempo, quando vorresti tornare indietro ma non puoi, quando ti mettono fretta… queste sono tutte situazioni che possono provocarti tremendi dolori ai Polpacci. O anche un fastidioso prurito.

TROVARE UNA SOLUZIONE

Parlavo tra me e me: “Cosa c’è Meg che vorresti vedere diverso nella tua vita e non hai più voglia di sopportare? Da dove vorresti andartene? Cosa vorresti modificare? Dove vorresti andare? (Attenzione, non si intende per forza un luogo, alle volte te ne vuoi andare da una persona o da una situazione)”. La risposta arrivò immediata. Il mio cuore, in fondo, lo sapeva da anni.

Il problema era che non AGIVO a tal proposito. Agivo con la mente, con l’immaginazione… Oh! Ero bravissima con l’immaginazione, laddove nulla di male poteva capitarmi e io continuavo fondamentalmente a vivere nella mia zona di comfort. Troppo facile.

Basta. Tutta quella roba doveva finire. Stavo opprimendo la mia vera natura. La parte intrinseca, La “Bambina” che era in me.

Composi il numero di telefono in un miscuglio emotivo di trepidazione e ansia.

Buongiorno, mi scusi, volevo sapere, per caso è ancora libero quel…? Bene, e potrei prendere un appuntamento?… […] … ok, la ringrazio molto, a domani allora!

Le porte iniziarono ad aprirsi. Sentivo di essere sulla strada giusta nonostante tutti gli ostacoli che avrei potuto incontrare. Sentivo la voce della mente che mi diceva – Sei pazza? Cosa stai facendo? Te lo impedirò sappilo! Non puoi fare quello che vuoi, non sei libera! – e sentivo quella dell’Anima – Vai così Meg! Grande! Sei speciale! Ti lovvo!!! – (si, la mia anima è molto hippie)…

Accadrà? Non accadrà? Poco importa. Mi sono tolta dalla comfort zone dimostrando alla paura che son più forte di lei. Solo questo serviva.

Il dolore al Polpaccio è scomparso del tutto.

Prosit!

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