Elimina i Compromessi e conquista la tua Libertà

CHIUNQUE HA UN RAPPORTO CON NOI

So bene che nella vita c’è compromesso e compromesso, alcuni hanno un prezzo che paghiamo volentieri soprattutto se il ritorno è ottimo per noi ma quelli di cui voglio parlarti oggi sono mani che ti tengono attanagliato, stretto tra le loro dita aguzze.

Nel momento in cui impari davvero a stare bene con te stesso non sei più dipendente da niente e nessuno.

Non ce ne accorgiamo ma molto spesso, più spesso di quello che crediamo, abbozziamo e accettiamo da altri comportamenti che non ci piacciono per timore di perdere quella relazione che sia sentimentale, di amicizia o di parentela.

Ci sottoponiamo continuamente ad una sorta di ricatti che ci auto infliggiamo la maggior parte, delle volte per paura della solitudine ma non solo: “Che brutto vizio che ha! Lo detesto ma devo sopportarlo altrimenti se gli dico qualcosa si arrabbia e poi non mi fa più questo e quello…

Questo e quello – possono essere appagamenti di diversa natura ma che ovviamente appagamenti non sono. Sono COMPROMESSI.

IMPARIAMO A DISTINGUERE BENE LE COSE

Il compromesso è deleterio. Una sorta di espediente carico di ipocrisia e omertà al fine di ottenere il famoso Quieto Vivere, laddove, come Quieto Vivere, si intende una parvenza di star bene. Tutto questo però è un’illusione. Una sciocca, tossica, distruttiva illusione.

E’ un piacere totalmente effimero al quale ci appendiamo con le unghie e con i denti e ci sembra chissà che.

Questo o quello – possono essere esibiti da: prestiti in denaro, accompagnamenti comodi in auto, compagnia, promesse di matrimonio, viaggi, condivisione di passioni, risparmio, babysitteraggio, posto di rilievo, orario lavorativo ridotto e potrei andare avanti all’infinito.

Per ottenere ognuna di queste cose e molto di più, ogni volta, mandiamo giù bocconi amarissimi in quanto ci sembra più salato il prezzo da pagare nell’arrangiarci o nello stare da soli che non quello da spendere nel sopportare determinati atteggiamenti. Erroraccio!

Ebbene questa è un’idea totalmente distorta e fasulla. E’ una credenza. Uno schema mentale falso.

LE ABITUDINI

Innanzi tutto bisogna comprendere che siamo abitudinari in ogni cosa che facciamo pertanto anche nei pensieri. Ossia, è come se nel nostro cervello ci fossero delle strade, tipo canali (e ci sono davvero, sono quelli utilizzati dalle sinapsi) e i pensieri passano sempre di lì. Siamo abitudinari nell’agire, nel reagire, nelle emozioni, nel comportamento, in tutto. Questo perché siamo dei “dormienti”, cioè utilizziamo soltanto una piccola parte delle nostre capacità sia cognitive che spirituali.

Detto questo va quindi detto anche che ci basta cambiare abitudine per abituarci all’altra (perdonatemi il gioco di parole) e l’affare è fatto. In pratica, se preferisci andare da quel Macellaio antipatico solo perché è più vicino a casa tua (ecco il compromesso) dopo un po’ di tempo non ti peserà più andare da un altro Macellaio che, anche se sarà più distante e ti farà camminare di più, è gentile e affabile. Immagina se il Macellaio antipatico dal quale vai chiudesse, cosa fai? Diventi vegetariano? Ok, puoi anche farlo se vuoi ma se di vegetarianismo non ne vuoi sapere sei obbligato a fare qualche metro in più.

La domanda che voglio porti è: Perché non inizi fin d’ora a fare quei metri in più mettendola in barba al commerciante sgradevole e ti liberi di un trattamento poco rispettoso? Questo cambio del meccanismo oltre ad appagarti molto perché conoscerai un venditore fantastico, suggerisce alla tua mente una cosa bellissima – Io posso! Io non dipendo da nessuno! Se voglio posso! Se non amo il tuo trattamento lo cambio! E sono più felice! -. Oh già! Questo perché “modi di fare” e “mente” si parlano.

Il Macellaio è soltanto un leggero esempio che può essere utile come inizio per poi cominciare ad andare a toccare i tasti più dolenti e cioè le persone alle quali teniamo di più e che di più ci tengono in pugno. Fino ad arrivare alle considerazioni più grandi.

VOLERE E’ POTERE… DAVVERO!

Devi convincerti che c’è sempre una soluzione. Se non la trovi la puoi inventare ma c’è. Non è impossibile è solo che tu non hai voglia di metterla in pratica. Non voglio essere offensiva dicendo che sei un fannullone, non mi permetterei mai. Voglio solo convincerti che volere è potere e lo è davvero.

Una donna che conosco, alla meravigliosa età di 58 anni, ha preso la patente pur di non farsi più scorrazzare dal figlio che bestemmiava in turco ogni volta che doveva accompagnarla da qualche parte. Non crederai a quello che sto per dirti ma dopo qualche tempo, di sua massima indipendenza, è stato proprio il figlio ad offrirsi per accompagnarla! Ho vissuto questa cosa con i miei occhi!

Un’altra mia conoscente, invece, era davvero stanca di sottostare ai ricatti della madre per poter sistemare il bambino quando voleva uscire qualche sera con gli amici (di giorno il bimbo andava all’asilo e lei andava a lavorare). Ebbene, si è messa d’accordo con una sua amica e hanno iniziato a scambiarsi i favori; una teneva il cane all’altra quando questa voleva andare in vacanza e l’altra teneva il bimbo a una quando questa voleva uscire. Inoltre ha iniziato a lavorare la lana cardata realizzando diversi gadgets che ha iniziato a vendere e, con i soldi ricavati, si pagava una ragazza che le teneva il figlio una sera alla settimana. Anche qui, non mi crederai, ma la nonna, tra lo sbigottimento e la solitudine, ha iniziato ad implorare la figlia di lasciarle di nuovo il nipote. Non ti sto prendendo in giro!

LA VERA LIBERTA’

So bene che ci sono situazioni più gravi che dobbiamo patire e tollerare ma è altrettanto vero che possiamo, se vogliamo, modificare la nostra vita o comunque renderla di gran lunga migliore e respirare più libertà. Perché sì, questa è la vera libertà.

Cerchi compromessi con tutti. Con i tuoi figli, con il tuo partner, con i tuoi genitori, con gli amici, con i colleghi… cerca di limitare il più possibile la quantità di queste false convenzioni.

Vorrei farti capire che la ragazza di cui ti ho appena parlato, che ha iniziato a lavorare la lana cardata (tu puoi trovare altre soluzioni, alcune possono costarti più fatica altre meno) ha in pratica messo sulla bilancia due cose: il comportamento della madre su un piatto che le causava un’oppressione indescrivibile e, sull’altro, la stanchezza e l’impegno di restare a volte fino a tarda notte con l’ago in mano per finire le sue opere. Ebbene non c’è stato paragone per lei. Nonostante lo sforzo dei suoi occhi attenti sul lavoro, nonostante il sonno, nonostante tutto, è decisamente più felice perché crea molte cose, riceve complimenti e apprezzamenti, si sente più libera ma anche brava, capace di fare, vede gli altri felici quando regalano un suo pezzo, dà sfogo alla sua fantasia e ora sì che è davvero appagata.

Quando arrivi a non dover più dipendere da nessuno e stai bene con te stesso qualsiasi cosa accada tu non hai da temere nulla. Non hai paura di perdere qualcuno perché se anche quel qualcuno va via (o non ti fa più quel favore, cioè si stacca da te da quel lato) tu vivi comunque sereno. Lo lasci andare liberando anche lui da quella specie di “favore” che ogni giorno ti fa. Fosse anche solo – compagnia -. Quando non senti più la paura di perdere “quella cosa” o “quella persona” allora sì, sei davvero libero. Quando non sei più servo di nessuno. Perché vedi, ci sono casi semplici in cui si tollerano cose semplici ma ci sono situazioni anche più gravi nelle quali ci si riduce davvero ad essere schiavi. E’ come costruirsi una gabbia attorno senza uscita e questo è dolorosissimo. E’ un peso abnorme da sopportare giorno dopo giorno.

Questa è la vera libertà. Essere e sentirsi pienamente liberi non significa fare solo il lavoro che ci piace, avere la casa che ci piace, andare in vacanza quando vogliamo, poterci comprare l’auto che preferiamo e avere un partner che ci ama tanto. Essere liberi vuol dire soprattutto uscire da questi schemi quotidiani. Eliminare dalla nostra vita tutto ciò che è nocivo e negativo. Non usare espedienti. Non farsi assoggettare.

Non restare sotto la tirannia della pigrizia, della menzogna, del bisogno, dell’avarizia, della lussuria, del biasimo, della manipolazione… questi sono tutti demoni che portano a subire le voglie di altri demoni come quello dell’invidia, della gelosia, del giudizio, dell’opportunismo, dell’ipocrisia… Via, via tutto questo! Guarda quanto male c’è e te lo stai mangiando ogni giorno! Ti stai nutrendo di questo.

Liberandoti da ciò, crei spazio alla felicità. Alla serenità. A quella gioia piena che nessuno può portarti via e ti riempie.

Allora sì sarai davvero felice e potrai vibrare in frequenze positive sentendoti veramente bene. Questa è la vera libertà.

Prosit!

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A modo mio: Interpretazione di “Gesù guarisce il servo dell’Ufficiale”

Dal Vangelo secondo Meg 1° – niente di religioso ma di molto curioso

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“Come Gesù entrò in Cafarnao, gli venne incontro un Ufficiale a scongiurarlo: – Signore, il mio servo a casa è a letto paralizzato e soffre terribilmente -. Gesù gli disse: – Verrò io a curarlo -. Ma l’Ufficiale rispose: – Signore, non merito che tu entri in casa mia. Dì soltanto una parola e il mio servo guarirà. Infatti io che sono un subalterno ma ho ai miei ordini dei soldati, se dico a uno vai, egli va, e a un latro vieni, quello viene, e al mio servo fai questo, lo fa -. Sentendo Gesù ne fu ammirato e disse a quelli che lo seguivano: – Ve l’assicuro che in nessuno degli israeliti ho mai trovato una tale fede. Vi dichiaro che verranno dall’Oriente e dall’Occidente per prendere posto al banchetto nel regno dei cieli con Abramo, Isacco e Giacobbe. Invece gli eredi naturali del regno saranno gettati fuori nella tenebra a piangere e rammaricarsi -. Poi Gesù disse all’Ufficiale: – Và a casa, e ti avvenga come hai creduto -. E in quell’istante il servo fu guarito”.

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Ciò che si comprende da questa parabola è innanzi tutto l’incredibile fede dell’Ufficiale, in alcuni testi chiamato Centurione, una fede smisurata, esagerata, tant’è che lo stesso Gesù afferma che nemmeno in tutto il popolo d’Israele aveva mai trovato un credo così grande. Quell’uomo aveva riconosciuto l’immensa diversità di potere tra lui e il Messia perciò, con molta umiltà, esclama parole che stupiscono il Maestro. Un Maestro che arriva ad ammirare quell’uomo. Nella fede totale l’essere umano supera se stesso entrando in comunione con Dio. Infine Gesù premia questa fede posta in lui e guarisce il servo dimostrando a tutti che occorre sempre impegnarsi per il bene del prossimo, soprattutto quando è più bisognoso di noi.

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Questo è il messaggio che riporta la religione cattolica e non è un brutto messaggio, ma limitato a mio avviso, e anche un po’ errato.

La citazione principale di questa parabola è – Basta che tu dica una parola e il mio servo sarà guarito

La stessa frase che si recita al momento dell’Eucarestia durante la S. Messa – Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa: ma dì soltanto una parola e io sarò salvato -.

Cosa significa tutto ciò?

Detta così la recitazione sembra indicare il fatto che io peccatore devo essere perdonato prima di potermi permettere di sedere alla mensa del Signore. Il messaggio per molti viene preso in modo denigratorio – Io non sono degno…-, molto giudice, molto severo, – Ho commesso peccato e quindi non posso avvicinarmi alla mensa di Dio… -.

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Però i propositi sono buoni, a questo Dio basterà pronunciare una sola parola (se mi pento e mi dolgo dei miei peccati), io verrò perdonato e potrò avvicinarmi a lui.

…“Ok, non si è capito bene come funziona questa cosa, ma così mi hanno detto di fare e io lo faccio”.

Una nota molto bella perché induce al perdono, ma al perdono di un Dio superiore staccato da noi, io penso invece che non esista nessuna separazione tra noi e quel Dio. Noi non siamo in comunione con Dio, noi siamo Dio, quindi siamo noi stessi a doverci perdonare. La frase “ma dì soltanto una parola ed io sarò salvato” stà proprio a significare che nel momento in cui mi accorgo di questo, di essere Dio, (sento la voce/parola di Dio “dentro di me”) mi rendo conto di essere Dio. “…Fatto a sua immagine e somiglianza“. Formato dalla sua stessa sostanza, perché Dio è il Tutto. E’ l’onnipresenza.

Il DIVINO che noi abbiamo sempre considerato appunto un Dio, un personaggio sovrannaturale, non è nient’altro, e questo lo spiegavano già gli antichi greci ancor prima della discesa di Cristo sulla terra, che il nostro Sé Superiore, la scintilla dell’Energia cosmica, propria di ogni essere umano, capace di infondere sensazioni di gioia travolgente, una beatitudine totale che l’uomo, attraverso la fede, potrebbe arrivare a provare solo volendolo.

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Un’Energia cosmica fuori e dentro di noi, unita in un tutt’Uno. E se non c’è malessere nel cosmo non può nemmeno esserci all’interno di un essere umano, perché è attraverso la propria Energia che quest’essere umano è in grado di auto guarirsi e guarire.

Il perdono è una delle più alte forme di guarigione fisica e psichica, è uno strumento potentissimo che non fallisce mai. Perdonarsi induce automaticamente ad amarsi e non corrisponde al giudizio di qualcun altro, né al nostro giudizio personale. Il giudizio porta alla malattia, cosa significa questo? Significa che giudicando si va incontro a frequenze negative, si emanano e si attraggono frequenze negative, le frequenze che fanno ammalare. Perdonare permette di percepire il DIVINO, di sentirne la voce, o meglio la presenza. Ecco da cosa dobbiamo essere salvati, dal non aver mai ascoltato la vera Energia divina universale. Non abbiamo mai creduto alla sua potenza, non abbiamo mai creduto alla nostra parte spirituale, alla nostra anima. Credendoci, avendo fede, si guarisce automaticamente. Ed è persino sbagliato dire “avere” fede perché in realtà bisognerebbe usare il verbo essere: “essere” fede.

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A guarire il servo non è stato Gesù, ma la fede stessa dell’Ufficiale, così potente che divenendo Spirito divino, pura e miracolosa Energia, ha potuto, solo volendolo, solo considerandolo, guarire il proprio schiavo. Una convinzione così grande che “nemmeno tutto il popolo d’Israele messo assieme aveva”.

Pensate che basterebbe in realtà….  – Un goccino di fede grande quanto un misero granello di senape – parola di Gesù.

Và a casa, e ti avvenga come hai creduto – dice infine il Messia. Come TU hai creduto che avvenisse. Come TU hai creduto, ossia come TU hai voluto. Hai TU creato quella realtà.

Il Regno di Dio è dentro di voi – dice anche in altri contesti, ossia, dentro a ciascuno di noi c’è l’Energia universale, noi stessi siamo Dio, noi stessi conteniamo l’Universo al nostro interno. Ci perdoniamo perché non abbiamo creduto in questo.

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Il danno più grande che abbiamo potuto fare è stato quello di non vivere in corrispondenza con il divino, con il creato (siamo formati dai stessi suoi quanti, le più piccole e indivisibili parti dell’Energia, e dai suoi stessi atomi, le più piccole e indivisibili parti della Materia).

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Questo è il perdono.

Se siamo riusciti ad ascoltare la voce della nostra anima, quella che dice – non vergognarti di essere grasso, sei bello così

quella che dice – non giudicare l’altro, fai del male a lui e a te stesso

quella che dice – non aver paura della vita affidati al tuo potere

quella che dice – la vita ti ama non ti abbandonerà mai

quella che fa notare che non esisti solo tu al mondo, quella che permette di ascoltare i suoni della natura senza zittirli, quella che ordina – Chiedi! E ti sarà dato ciò che vuoi, credici!

e dice molte, molte altre cose, allora vuol dire che ci siamo salvati.

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Vuol dire che abbiamo capito. Che siamo entrati in uno stato di consapevolezza che permette di credere all’Energia. E’ tutta una questione di Energia.

Saremo salvi, si perché finalmente potremo iniziare a vivere come non abbiamo mai vissuto. Potremo vivere creando la nostra realtà, potremo vivere senza negatività, potremo vivere nell’amore e non nella vergogna, non nel giudizio, o nell’ipocrisia.

Senza confondere troppo le idee mi viene in mente un’ulteriore frase di Gesù, cioè – Diventa Re e un Regno ti sarà dato – meravigliosa citazione che potremmo tradurre in – Diventa Dio, sentiti Dio, ciò che sei, e la pace totale, la più grande forma di gioia, ti sarà data così come la salute corrispondente

Nel momento in cui si riesce a sentire anche la voce della propria divinità interiore, e non solo quella mentale, si comprende come in realtà bisognerebbe condurre la vita.

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Purtroppo siamo abituati a tener conto solo di ciò che vediamo, che tocchiamo, e che percepiamo con i sensi, non vogliamo capire che ci sono forze intorno a noi e dentro di noi così potenti da poterci aiutare a modificare la nostra vita.

Quando l’Ufficiale chiede a Gesù di guarire il suo servo, affermando che basterebbe solo una sua parola, significa che non sa che se solo quel servo avesse creduto alla propria potenza, sarebbe guarito automaticamente, il miracolo sarà poi compiuto dall’Ufficiale stesso, premiato da Gesù per la sua fede, senza sapere di possedere quella capacità.

Non c’è magia, così è.

La fede è la medicina migliore. Una fede che ci hanno sempre mascherato. La fede è dentro di noi e dev’essere dedicata a noi stessi, alla nostra forza intrinseca, cioè il potere smisurato che conteniamo nel nostro profondo.

Ma di soltanto una parola ed io sarò salvato – è vero, ma se sei sordo possono essere pronunciate tutte le parole del mondo, tu non le sentirai mai. Ascolta. Impara a sentire. Impara a percepire la parola che vuole salvarti, ti sta già parlando.

E come dico sempre – Devi credere per vedere e non vedere per credere -.

Prosit!

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Dai un Colore alle Emozioni – è molto utile per…

Lo sappiamo tutti, le emozioni positive sono una tale gioia che ce le viviamo e non ci preoccupiamo di altro. Quelle negative invece, proprio loro, qualche problemuccio ce lo danno.

Dolore, angoscia, rabbia, tristezza, fastidio, paura, malinconia… sono tutte sensazioni che ci eviteremmo volentieri e anzi, spesso proprio facciamo finta di non provarle. Tentiamo di scacciarle, di passarci sopra facendo finta di nulla. Niente di più sbagliato. Mai reprimerle, bisogna tener conto che è come se distruggessimo una nostra opera d’arte con la differenza che esse rimangono dentro di noi a farci del male.

Dobbiamo tenere conto che quelle emozioni, seppur malvolute, le abbiamo create noi.

Ora tu dirai – No! E’ tizio che mi ha fatto arrabbiare! -. Lo so, ma se tizio ha avuto su di te il potere di farti provare rabbia, come già ti ho spiegato in passato, vuol dire che sei schiavo di altri e non un vero e proprio Mago. Vuol dire che qualcun altro ha potere su di te.

Ma non importa, capita a tutti. Il fatto è che nessuno ha in realtà potuto creare in te rabbia, o paura, o tristezza. Solo tu puoi averlo fatto e quindi, devi capire che queste tue creazioni sono come dei tuoi figli. Un figlio, appena nato, farà di tutto per farsi ascoltare: se ha fame, se vuole essere cambiato, se vuole dormire. E se non viene ascoltato urla ancora più forte. La stessa cosa la fanno le tue emozioni.

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Se farai finta di non provare paura essa si sentirà messa da parte e, per farsi vedere, dal momento che l’hai realizzata e scomodata, busserà con più forza e diventerà sempre più grande affinchè tu la possa considerare. Perché ti sta dicendo – Ehi! Sono qui! Perché mi hai creata? Perché mi hai chiamata? Cosa devo fare? Ehi? Devo difenderti? Devo rattristarti? Ehiii???!!! – . Sempre di più.

Bisognerebbe infatti riconoscerla, salutarla, amarla, in quanto è appunto una cosa nostra (ed è come se non amassimo nostro figlio altrimenti) e passarci attraverso facendole vedere che non abbiamo timore di lei. Che l’affrontiamo perché noi siamo più potenti, siamo i suoi artefici. Padroni di noi stessi come faremmo con la nostra creatura.

E’ però difficile individuare certe emozioni. Ad esempio, quando siamo tristi ci sembra di essere tristi a livello generico. Ci sembra di essere tristi ovunque, persino nelle dita dei piedi. Una sensazione totale ci avvolge e ci sentiamo avviluppati all’interno di un qualcosa di scomodo che non ci piace.

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In verità, quella tristezza sta dentro di noi, lo sappiamo ma non la individuiamo. C’è però un metodo per riuscire a distinguerla da tutto il resto di noi ed è importante fare questa divisione perché già solo compiendo questo atto facciamo capire al nostro inconscio che tutto il resto di noi invece è sano.

Io consiglio di dare un colore alle emozioni.

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Fermarsi, concentrarsi bene, chiudere gli occhi, guardarsi dentro e immaginare un fumo all’interno di noi. Questo fumo avrà un colore diverso a seconda dell’emozione che proviamo.

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La tristezza ad esempio potrebbe essere grigia. Così facendo possiamo notarla bene. Il dolore nero, la rabbia rossa, la paura azzurra, la malinconia gialla, e così dicendo.

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Una volta individuato quel fumo, quel vapore che s’innalza sempre di più proprio al centro del nostro corpo, e colorandolo sarà più semplice, lo ringrazieremo e gli diremo queste parole:

Ti ho visto, so che ci sei. Ti amo, grazie di essere venuto a portarmi il tuo messaggio ma non mi fai paura, io non ti temo, io ti ho creato

In quel momento dovremmo immaginare questo fumo aprirsi in due come le acque del Mar Rosso al passaggio di Mosè fiero e orgoglioso, e infatti dovremmo poi vedere la nostra figura passarci in mezzo con una lunga spada senza temere nulla ma piena d’amore e vedere quelle onde vaporose e impalpabili inchinarsi al nostro cospetto da entrambi i lati.

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Saremmo stati, in quel momento, dei veri guerrieri.

Una volta effettuato il passaggio fino alla fine della nube colorata, possiamo ringraziare sia l’emozione che noi stessi per il coraggio avuto e riaprire gli occhi e non fare più nulla. Anzi, cercare di distrarci. L’importante sarà ripetere questo breve esercizio più volte al giorno o a seconda della necessità.

All’inizio potrà sembrare sciocco effettuare questi pensieri, in realtà sono utilissimi per ingannare il cervello che ci sta portando nel baratro della nostra angoscia sempre di più, senza farci vedere altre vie d’uscita.

Vedi, se lasci comandare te stesso dalle tue emozioni, esse comanderanno anche il tuo cervello e la paura non potrà che spaventarlo, la rabbia non potrà che farlo infuriare, la malinconia non potrà che farlo soffrire incredibilmente.

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Quando tuo figlio piange perché ha fame, e sbraita come un forsennato, è lui a comandare in quel momento e tu ti ritrovi a vivere quei momenti solo ed esclusivamente in base al suo bisogno. Sei un suo servo! La stessa cosa lo diventi per le tue emozioni alle quali hai permesso di manipolare la tua mente. Ma loro purtroppo, anche se sono create da te e sono venute per insegnarti, non ti danno la gioia che può darti il tuo bimbo.

Allenati a vedere il colore e tutto ti sembrerà più semplice.

Prosit!

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