Liberiamoci Dei Rompipalle 8° – IL SUPERBO

Sapete che i Superbi tra noi sono davvero molti? Più di quelli che possiamo immaginare.

Si perché, quando si parla di SUPERBIA, si pensa immediatamente ad una persona tracotante e supponente che, guardandoci dall’alto in basso, ci ordina determinate cose, credendosi chissà chi, e ci tratta come poveri mentecatti.

Oh no! Questo è vero, ma il Superbo, in realtà, è anche molto più subdolo e, per questo, sovente, passa inosservato.

Vi faccio subito un esempio che capita spesso tra umani e che lo si può comparare a mille altre situazioni.

All’interno di una comune famiglia, un figlio confessa che amerebbe tanto avere un cane. – Va bene – dicono i genitori e, l’indomani stesso, ecco un bel cagnolino, nuovo membro di quella casa. Uno splendido Bassotto.

Ma io non volevo un Bassotto! – lamenta il ragazzo – non mi piace, volevo sceglierlo io, volevo andare in un canile e guardare quello che più mi piaceva!

Il padre, a quel punto, gli mette una mano sulla spalla attirandolo a sé e, guardandolo come lo guarderebbe un caro amico consigliere, gli dice – Ma come? Volevi un cane e te lo abbiamo preso, alla mamma piace tanto e poi… guarda che occhioni dolci ha! Come può non piacerti?

Stiamo quindi parlando di un padre (e di una madre) convinti di aver fatto la scelta migliore. Il Superbo crede di sapere meglio di voi cosa fa bene a voi o cosa va bene per voi. Questo è alla BASE della Superbia.

Questo significa instillare il senso di colpa introducendolo nell’animo del malcapitato. Dovrebbe suonare un allarme dentro di voi a questo punto. Tutto ciò significa: “Sei un figlio ingrato, noi ti abbiamo accontentato immediatamente e tu non sai apprezzare il nostro gesto. Sei anche un menefreghista perché non consideri i gusti di tua madre che ti è venuta incontro nel prendere un cane. Noi siamo buoni e tu cattivo. Tu non meriti nulla. Etc… etc…”. Ok? E ora pensate bene a quante volte accade, o è accaduto, nella vostra vita. Magari lo avete subito o lo avete commesso. Magari lo avete vissuto, non per forza dai genitori ma da qualsiasi altro.

In parole povere:

– Hai due genitori che ti hanno prontamente accontentato e tu non apprezzi il loro gesto

– Non consideri i gusti di tua madre

– Stai preferendo un essere vivente ad un altro essere vivente; questa è discriminazione

E poi…. attenzione bene…. c’è… l’inganno!

L’inganno dato dalla finta complicità del padre: mano sulla spalla, tono calmo e convincente, sguardo ammaliante.

(Tenete conto, inoltre, che un cane non è un giocattolino che dopo un mese si rompe e lo si cambia; un cane può vivere parecchi anni e, per parecchi anni, il ragazzo dovrà tenersi un cane che non desiderava)

Badate bene: tre sensi di colpa (più il tradimento del papà) in una sola frase, detta con dolcezza, pacatezza e cercando di convincere l’altro.

Questa è Superbia. La Superbia, come dicevo, di credere di saper sempre fare il meglio e meglio degli altri, la cosa più giusta, senza nemmeno ascoltare chi si ha di fronte e i suoi desideri fino in fondo. L’utilizzare le proprie capacità quasi astute (truffaldine) per ottenere ciò che si vuole, incuranti dei sogni e necessità altrui.

Questa è anche manipolazione.

Ora, è vero che palesemente il Superbo è una persona convinta, irremovibilmente, di essere superiore a tutti ma, quello che occorre capire, è che non sempre palesa questa sua convinzione attraverso un agire schietto e ben visibile che urta. La sua Superbia, in realtà, può passare totalmente inosservata ma viene comunque subita dalla nostra percezione, dalla nostra parte più intrinseca e, una volta recepita, rimane lì, e ci fa del male.

Riesce a farci del male perché può portare, all’interno di noi stessi, tanti messaggi ma tutti a sfondo negativo come: l’autosvalutazione, la sottomissione, l’insicurezza, la rabbia, l’avversione, la tristezza…

Adesso, dimenticandoci l’esempio del padre e del ragazzo che vuole il cane, c’è da dire però che, anche se può sembrare strano, spesso, un Superbo non si accorge di esserlo nel senso che stà, egli stesso, così facendo, appagando delle sue necessità. In modo sbagliato certamente ma questo c’è alla radice. La moglie che, ad esempio, manipola il marito, pur non accorgendosene, sente il bisogno di farlo per PAURA. E’ sempre, o quasi, la PAURA a governare. La paura che vada con un’altra donna, la paura di rimanere sola, la paura di venir sottomessa, la paura di non essere amata… e quindi, con Superbia, lo obbliga ad avere comportamenti che, secondo lei, le dimostrano amore. Lo tiene in pugno e, i suoi timori, sono placati. Un giro poco sano certo, ma questo è.

Vedete che meccanismo arzigogolato? Per questo occorre precisare bene cos’è la Superbia, perché non è soltanto quella conosciuta la maggior parte delle volte, ma nasconde anche, e soprattutto, questo aspetto. La Superbia può essere un’azione ma anche un vestito che si indossa e quindi cambia sembianze.

Non è facile riconoscerla prontamente, dal vivo. Siamo molto, troppo abituati a sentirci dire determinate frasi. Ponete attenzione. Ascoltate il vostro intuito. Quel piccolo, pungente, sentire nel vostro stomaco.

Prosit!

photo wikipedia.org – promozioneumana.it – photoshopcreative.co.uk – kijiji.it – fanpop.com – stateofmind.it – gallery.yopriceville.com

Liberiamoci Dei Rompipalle 6° – IL MANIPOLATORE

La persona manipolatrice è davvero particolare. Quante cose ci sarebbero da dire sul suo conto! E quanti strani meccanismi include questa personalità. Non so nemmeno se riuscirò a spiegarla al meglio perché, credetemi, è davvero incredibilmente ricca di sfaccettature con infinite dinamiche e un funzionamento realmente variegato.

manipolatore-perverso

Il Manipolatore è un soggetto molto conosciuto ma, nonostante tutto, continua a mietere vittime, giorno dopo giorno, perché lo si conosce etimologicamente e se ne conoscono le caratteristiche psicologiche ma difficilmente si riesce a identificare sul campo, in azione.

Se si è vittime di questo tipo di individuo, non ci si rende conto che si ha a che fare proprio con chi manipola i nostri sentimenti e il nostro essere.

La persona manipolatrice può manipolare in diversi modi: attraverso l’aggressività, l’inganno, o addirittura costruendo un palcoscenico che la vede come un tenero agnellino, davanti al quale cede anche chi meno se lo aspetta.

lupi-travestiti-da-agnelli1

Oggi è stato riconosciuto persino il gaslighting, come forma di abuso mentale. Si tratta anche qui di una violenza psicologica che tenta di modificare addirittura la percezione della realtà di una persona e, in questo articolo che vi segnalo, è ben descritto http://psicoadvisor.com/essere-vittime-di-abusi-mentali-senza-accorgersene-il-gaslighting-994.html

Sì, il Manipolatore arriva ad usare l’altro attraverso parecchie strategie. Alcuni Manipolatori si rendono conto di esserlo e lo fanno con cognizione, sapendo di provocare del male nel prossimo; altri invece lo sono inconsciamente.

600x476xtumblr_m0km26syxa1qdtdz6o1_500-pagespeed-ic-joyhe1wnbz1

Il Manipolatore, in genere, è comunque un soggetto che cerca la soddisfazione dei propri interessi e bisogni abusando degli altri e, molto spesso, può essere dotato di un’intelligenza sopra la media. Sa bene dove mirare e quali macchinazioni usare per appagare le sue necessità. Uno tra i più noti è il Narcisista che non è soltanto un individuo amante della propria immagine riflessa allo specchio, come molti credono bensì, si stratta di una personalità davvero complessa e tra le più devastanti per chi la subisce dall’esterno come vittima ma anche per chi la porta dentro.

C’è una cosa che va sottolineata; mentre il Falso racconta bugie a chiunque, persino a se stesso, il Manipolatore invece, pur essendo anch’egli falso, conosce perfettamente la sua vittima e la sceglie con cura; non manipola chiunque. Questo dimostra come sia la vittima stessa a farsi manipolare altrimenti, il Manipolatore, non avrebbe modo di esistere, ma andiamo con ordine.

Solitamente questo tipo di “persona nociva” tende a sminuire offendendo la persona che ogni giorno gli sta affianco (la manipolazione è un lavoro lungo e duraturo, non avviene in un minuto come la menzogna raccontata) ma, come dicevo prima, possono esistere invece casi in cui si dimostra carino e servizievole (accontentando la vittima si assicura di poter ottenere ciò che gli farà comodo in futuro) solo allo scopo di soddisfare ed esaudire i propri desideri. E’ comunque sempre uno sfruttatore.

Pensate che addirittura, sovente, agli occhi degli altri, la vittima sembra lui!

psicoadvisorcom

Ho conosciuto tempo fa una coppia di amici in cui lui era invidiato da tutte le donne. Carino, affettuoso, innamorato perso di sua moglie. Il marito che tutte desiderano. In realtà, questo ragazzo, aveva solo bisogno di lei. Negli anni gli erano accadute diverse brutte situazioni da risolvere e soprattutto durante la sua vita di coppia: problemi con i propri genitori, problemi di salute, problemi con la legge e molto altro.

81148

La moglie, affetta sicuramente da – sindrome della crocerossina – (le migliori vittime per un manipolatore/insicuro/egoista) risultava essere il suo faro nella nebbia e lui sembrava avere occhi solo per lei finchè, un bel giorno, un giorno qualunque, dopo dieci anni di matrimonio, sparì abbandonando moglie e figli e iniziando la sua nuova vita. Stop. I problemi più gravi della sua esistenza ormai erano stati risolti, adesso poteva preoccuparsi di trovare qualcun altro disposto a servirlo in altri contesti. Aveva probabilmente notato, da bravo vampiro energetico, che dalla moglie esausta, dopo dieci anni di aiuto, non poteva più succhiare nulla. Andò via senza dare spiegazioni, senza avvisare, senza preparare nessuno al suo gesto.

Ovviamente la ragazza soffrì moltissimo mentre lui godeva di una nuova realtà pronto a ricercare un’altra fontana dalla quale potersi dissetare. Il Manipolatore è infatti anaffettivo. Non è capace ad amare ha solo del “bisogno”. E’ egoista, egocentrico, spesso egotista. Convinto di avere sempre ragione non riesce a mettersi nei panni dell’altro. Difficilmente ammette di avere torto almeno che non gli serva a manipolare ulteriormente.

Addirittura egli confessò di non avere nessun senso di colpa nei confronti di lei e dei bambini e di avere la coscienza completamente pulita. Ma è ovvio, lo pensava davvero. I suoi schemi mentali erano quelli. Il Manipolatore non è empatico; nonostante riesca a capire bene cosa vuole l’altro e si offre di darlo per essere ripagato, non capisce e non sente i sentimenti provati dalle altre persone.

7

Il Manipolatore è comunque, alla base, un BISOGNOSO e lo siamo un po’ tutti in fondo ma alcuni esagerano.

Il Manipolatore, pur arrivando a credersi grande e potente, può avere molte paure, addirittura fobie.

E’ sempre invidioso di chiunque ma ama anche creare invidia negli altri. Ama piacere. Giudica, ma teme il giudizio.

Solitamente si pensa al Manipolatore come una persona aggressiva e autoritaria che impone il suo volere ma spesso invece, il suo operare, può rivelarsi subdolo. Molto subdolo e può durare anni interi.

La madre che regala al proprio figlio una maglia come piace a lei, obbligando il giovane a mettersela perché l’ha acquistata “con tanto amore”, e sarebbe un dolore tremendo vedere che lui non la indossa, sta attuando una pratica di manipolazione.

henri-lloyd-1140958_0x410

Prodigarsi in mille faccende ed essere generosi oltre le righe, pur di avere l’affetto dei propri cari, comprando un amore che altrimenti non sarebbe tale, è manipolazione.

Ma come ci si può difendere da questi individui?

Innanzi tutto il Manipolatore riesce ad agire solo se si trova davanti una persona che non ha un’elevata autostima.

10-regole-autostima

Bisogna per prima cosa mettere davanti la nostra dignità e poi la gentilezza.

Per chi non ha autostima e pensa di non meritare amore come semplice essere umano, appagare le necessità di un altro e vedersi corrisposti è l’estasi totale, ma bisogna fare attenzione a chi si ha di fronte perché, nel caso del Manipolatore, si sta dando tutta la nostra vita in mano a chi se ne approfitta soltanto.

liberta-1

Quindi se dopo qualche tempo accanto ad un individuo che può essere un amico o un parente, che frequenti giornalmente, inizi a sentirti brutto/a, non adatto/a, pieno di lacune in diversi ambiti, etc… prova ad addrizzare le antenne. Probabilmente è lui a farti sentire così pur non dicendotelo chiaramente.

narcisista-manipolatore

Impara ad ascoltare la voce del tuo cuore e del tuo intuito, se senti che c’è qualcosa di poco chiaro valuta bene quella persona, prova a scansare un attimo l’affetto che provi per lei e osservala dal punto di vista razionale. Chiedi aiuto ai tuoi amici, quelli meno coinvolti, se tu sei innamorato/a, ad esempio, forse non riesci a vedere chiaro ma loro sì dall’esterno.

Se ti rendi conto che stai dipendendo in qualsiasi modo da qualcuno, fosse anche tuo figlio, fatti delle domande ed elimina questa sorta di dipendenza voluta o meno dalla tua vita.

charles-eugene-plourde-se-non-trovi-la-felicita

Non essere ingenuo, non credere a tutto anche se a parlarti è la persona più importante della tua vita, cerca di sondare il terreno e soprattutto non aprirti esageratamente con lei. Ci sono dei segreti che appartengono solo a te. Sfogandoti e tirando fuori le tue più intime riflessioni, in realtà dai in mano al Manipolatore un mucchio di armi adatte a manipolarti.

Diffida anche da chi non trova mai un difetto in te, da chi ti loda in continuazione soprattutto in caso di convivenza. Le caratteristiche negative le abbiamo tutti e prima o poi saltano fuori e danno fastidio, ma chi ti reputa sempre perfetto/a potrebbe avere altri scopi nella vita, diversi da quello dell’amarti e basta.

In ultimo, chiediti sempre perché un Manipolatore è entrato nella tua vita. Sei forse una persona che giudica le caratteristiche di un Manipolatore? Sei forse una persona senza midollo che si lascia troppo guidare dagli altri? Insensibilità, falsità e menefreghismo ti irritano? Bene. Continueranno ad irritarti finchè tu non impari ad accettare e amare queste caratteristiche nell’altro, perché se le vedi fanno anche parte di te e perché non spetta a te giudicarle. Giudicando ti abbassi ad un livello che è all’opposto di quello che tu sei o potresti realmente essere.

O forse sei una persona troppo incline a servire gli altri e appagarli? Forse stai mancando di rispetto a te stesso/a pur di rendere felice chi ti sta davanti ma, per la tua parte intrinseca, per la natura, questo non è un bene perché se le cose stanno così significa che non ti ami e che ti reputi un burattino. Ascolta la tua anima e anche se può sembrarti assurdo, ringrazia quel Manipolatore che è entrato nella tua vita; o per un motivo o per l’altro, ha fatto si che tu, capendolo e riconoscendolo, ti elevassi come persona.

manipolatore-psicologico

Oppure ancora, senza volerlo, inconsciamente, sei un Manipolatore a tua volta? Riflettici e prova ad appagare i tuoi bisogni in altri modi, senza calpestare gli altri, perché solo così troverai la vera felicità.

Ricorda, la vita, attraverso persone, cose o situazioni, ti mette sempre davanti uno specchio grazie al quale poter vedere cosa si cela realmente in te. Impara ad osservare attentamente.

Prosit!

photo freeyourmind – psicoadvisor.com – psicoluce.it – amando.it – tiamocosicomesei – GQitalia – lucidamente – michelemocciola.it – stefaniavalagussa.it – liostile

Liberiamoci Dei Rompipalle 2° – IL COLPEVOLIZZATORE

– Dopo tutto quello che ho fatto per te, è così che mi ripaghi adesso? –

(“E’ facile liberarsi dei rompipalle se sai come farlo” Ed. Corbaccio)

Questa può essere una frase, molto tipica per altro, che una madre dice al proprio figlio ma che chiunque potrebbe recitare e la prendo in prestito per continuare il tema delle “persone nocive” che vi avevo mostrato QUI con l’aiuto di Bernardo Stamateas anch’egli presentato nello stesso articolo. Iniziando con l’aggressore verbale, continuiamo oggi con il colpevolizzatore.

femminilitaestile.it

Par di parlare di un despota, di un tirranno, sentite solo il nome: col-pe-vo-liz-za-to-re. Che durezza. Un mirino puntato addosso pronto a sparare. In realtà non è una rara forma di carrarmato che s’incontra sporadicamente nella vita. Non è un mostro e nemmeno un alieno. Il colpevolizzatore è una personalità che si frequenta, purtroppo, molto più di quello che pensiamo. Magari fa persin parte della nostra famiglia. E perché è nocivo questo individuo? La risposta è semplice: instilla negli altri, in modo subdolo, il senso di colpa. Un certo Anonimo diceva

Di novanta malattie, cinquanta sono provocate dal senso di colpa e altre quaranta dall’ignoranza -.

I sensi di colpa, ormai lo sanno molte più persone rispetto a un tempo, causano davvero seri malesseri nella nostra parte più intrinseca che si rivelano poi anche in quella fisica e fisiologica.

medicitalia.it

Possiamo quindi dire in tutta tranquillità che, il colpevolizzatore, ci fa ammalare. Come impedirglielo? Innanzi tutto, la cosa principale e più difficile è quella di riconoscerlo. Si perché come spiegavo prima, utilizzando l’aggettivo – subdolo – ho rivelato che esso lavora in modo viscido, ambiguo, infido. Non lo si nota. Riprendiamo l’illuminante frase di inizio articolo – Dopo tutto quello che ho fatto per te, è così che mi ripaghi adesso? -. Oh! Bene. Una frase ricca di diritti giusto? Io ti ho partorito, io ti ho dato da mangiare, io ti ho pulito il sedere, io ti ho mandato a scuola, etc, etc…. E scusate se mi permetto di chiedere cos’altro si sarebbe dovuto fare dal momento che si decide di mettere al mondo un figlio. Che importa se questo figlio poi l’ho fatto crescere solo per sconfiggere la mia solitudine, che importa se l’ho nutrito dell’odio che provavo verso il suo stesso padre (o verso la madre), che importa se l’ho riempito di paure o se non l’ho ascoltato o non gli ho dedicato tutto il tempo di cui aveva bisogno. Ciò che la legge e la morale dice l’ho compiuto e ora lui, volente o nolente, deve essermene riconoscente. Quale altro animale, al di là dell’Uomo, concepirebbe frasi e comportamenti di questo genere? Nessuno. Tre anni fa circa, un mio caro parente, è stato ricoverato presso il Santa Corona di Pietra Ligure, in provincia di Savona. Per quel che mi riguarda, un ottimo Ospedale e anche molto grande. Nella stanza delle speranze vane erano in due: il mio caro e un altro anziano. Anziano è poco a dire il vero. Un corpo ossuto di cartapesta, giaceva immobile, completamente intubato, con gli occhi chiusi, la testa priva di vitalità reclinata all’indietro e la bocca spalancata. Era davvero il ritratto della morte terrena. Potei vederlo per circa un mese visto che la “nostra” fu una storia parecchio lunga. Notai immediatamente la solitudine di colui che pareva un nonnino abbandonato a se stesso. Se gli altri pazienti avevano ogni giorno almeno un familiare che andava a trovarli con il quale, com’è ovvio in certe circostanze, si stringeva anche amicizia, lui era perennemente e completamente solo.

anziani

Fu soltanto una mattina, quando vidi il suo letto vuoto e un’infermiera che lo stava rifacendo, che notai di sfuggita una figura allontanarsi da quel comodino color verde-acqua, pronto a servire qualcun altro. Quell’infermiera era per me ormai una conoscente e mi osai quindi a chiederle dove avessero trasferito quel vecchio. Sarei persino andata a trovarlo dal momento che quando era nella stanza del mio parente provavo a dargli sostegno senza problema.

– E’ morto – mi rispose lei – questa notte –

– Uh! – feci io senza riuscire ad emettere nessun’altra parola

– Quello che è uscito era il figlio – continuò lei – forse è la seconda volta che viene in tanti mesi di ricovero –

– Ehm… già, avevo notato che non era circondato da… –

M’interruppe – La figlia una sera mi disse che il loro padre era un mostro. Un violento. Un dittatore. Picchiava la loro mamma e non risparmiava botte neanche a loro. Lo odiavano. Io poi non so se è vero naturalmente -.

E nemmeno io lo so. Non posso permettermi di giudicare. E, per l’appunto, non si dovrebbero mai giudicare i comportamenti degli altri.

tp24.it

Tutto questo discorso, fin troppo esagerato, per sciogliere i requisiti posteriori che potrebbe avere una frase apparentemente così tanto materna ma che, Stamateas per primo, prende proprio come esempio perché, che se ne dica, è una frase che crea un senso di colpa. Anche questa è manipolazione. Vale a dire uccisione della libertà dell’altro. Esattamente. Un omicidio.

faredelbene.net

Premettendo che, nel caso specifico dei genitori, si sta parlando comunque di altrettante vittime precedenti a noi, tale frase non ha nessun diritto di esistere. Soprattutto se l’amore e ciò che si compie nel senso del suo nome è incondizionato. Questa citazione (e simili) non la si dovrebbe pronunciare in nessuna forma. Nasce nel momento stesso in cui, quella persona, per poter appagare determinare compulsioni proprie quali: bisogno d’affetto e di stima, paura della solitudine, paura del giudizio degli altri, paura della vita, cerca di ottenere ciò che gli manca attraverso la superbia e la malizia. A volte anche attraverso l’arroganza, a volte no. Spesso, il colpevolizzatore infatti, usa persino le lacrime e un tono lieve, sottile, supplichevole. E’ un fenomeno che s’innesca automaticamente in questi individui che, anziché procacciarsi ciò che gli serve da soli, buttandosi nella vita con coraggio, preferiscono arretrare, nascondendosi dietro un dito e obbligare gli altri a servirli in ciò che più gli è utile. Il problema avviene appunto quando si accetta di accontentarli. Quando si pensa, edulcorati dalla società e dall’educazione che abbiamo ricevuto, “in effetti ha ragione, che brutta persona che sono”.  Ma dicevamo…. Come riconoscerli? Oh, in realtà è molto semplice e non così difficile come accennavo prima. Basta ascoltare il cuore e non è retorica la mia. Siamo tutti vittime o vincitori delle nostre scelte. Dai, lo percepiamo tutti benissimo quando un qualcosa ci da’ fastidio o ci fa male all’interno del nostro cuore, giù in fondo, dietro allo stomaco. Perciò non cerchiamo di cambiare lui. Il colpevolizzatore non si cambia, come non si cambia nessun tipo di persona nociva. Il miglior modo per cambiare l’altro è non cercare di cambiarlo per nulla. Ogni volta che prendi una decisione, chiediti se quella decisione ti aiuterà ad essere la migliore versione di te stesso. Se non è così, ti stai violentando. Ti stai ammalando. Ti stai mascherando. Mentre sei nato per essere libero e, come tutti gli esseri viventi, hai il diritto di essere felice.

napolistyle.it

E sapete perché il colpevolizzatore riesce così bene nel suo intendo senza neanche sapere egli stesso da dove arriva tutta questa magia? Perché il senso di colpa è un sentimento indescrivibilmente doloroso. E’ una piaga. L’erosione dell’anima e della carne. Un mostro che vive dentro di noi e che, con i suoi tentacoli, ci avviluppa ogni organo vitale. Siamo disposti a fare qualsiasi cosa pur di non sentirlo muoversi lentamente dentro noi stessi. Pur di non udirlo condizionarci la vita talvolta anche per anni. Il colpevolizzatore è fondamentalmente un approfittatore anche se indossa i panni di una dolce vecchina. Approfitta del vostro dolore per ottenere il proprio benessere. E’ un egoista. E un menefreghista. Un egocentrico. La sua problematica deve stare al centro di ogni esperienza, trascurando la presenza e gli interessi degli altri. Gli altri sono solo umili servitori. Impara a dire no ad un colpevolizzatore.

marinabisognoblogger.eu

Il più bel concetto ch’io abbia mai sentito a tal proposito, e non solo inerente ai colpevolizzatori, che tra l’altro già vi avevo scritto in un precedente post, appartiene a Salvatore Brizzi, studioso della trasmutazione alchemica delle emozioni e diverse altre tematiche, ed è la seguente:

quando dai la colpa a qualcuno gli stai dando anche Potere, il tuo Potere. Gli dai il Potere di renderti felice o infelice. Ma se una persona o un evento possono renderti felice o infelice, allora tu non sei un uomo libero, sei un servo; sei condannato a vivere sperando che nessuno ti faccia mai niente di male. Se hai questa consapevolezza sei una maga o un mago; se non ce l’hai sei una vittima, un piegato, un lamentante.

(“Risvegliare la macchina biologica per utilizzarla come strumento magico” Ed. Antipodiedizioni)

Il colpevolizzatore ha modo di esistere perchè chi ha di fronte glielo permette. E naturalmente non solo di genitori si parla. Datori di lavoro, amici, persino i vostri stessi figli possono esserlo.

– fallo per me che ti voglio bene –

– se non ti fossi comportato così non sarebbe accaduto questo –

– te la sei voluta –

– tu hai fatto, tu hai detto, la colpa è tua –

– tu non hai fatto, tu non hai detto, la colpa è sempre tua –

– avresti dovuto… non avresti dovuto… –

Mangiateveli crudi a colazione e sollevate la bocca dal fiero pasto. Ma sia chiaro…, io non vi ho detto niente. Non date possibilità ad un colpevolizzatore anche perchè, è ovvio, egli sta facendo in primis, gran male a se stesso. E sarà proprio non concimando queste sue angosce che riuscirete ad aiutarlo.

Prosit!

photo camillani.it – faredelbene.net – femminilitaestile.it – marinabisognoblogger.eu – medicitalia.it – napolistyle.it – tp24.it