Una risata vi seppellirà

UN GRAMMO O UN CHILO DI “PRESA IN GIRO”?

Capisco che dal titolo questo articolo possa sembrare a sfondo politico ma posso assicurarvi che non ha nulla a che vedere con movimenti politici o quant’altro.

Ho preso in prestito questo motto anarchico dalla dubbia paternità (che al completo sarebbe: La fantasia distruggerà il potere e una risata vi seppellirà!) per parlare di un fenomeno esistente da sempre e che, da sempre, miete vittime a non finire.

Si tratta della classica e conosciutissima: presa in giro.

Chi non è mai stato preso in giro? Nessuno. Chi più, chi meno, tutti quanti siamo passati sotto le grinfie di questo meccanismo. E per il cognome, e per l’altezza, e per i vestiti, e per i difetti fisici… ognuno di noi ha avuto la sua bella dose di – presa per i fondelli – soprattutto durante l’infanzia. Ognuno nella nostra quantità. E, questa frase, che può sembrar banale, ha la sua importanza.

Infatti… chi decide la quantità della presa in giro che ci viene rivolta?

Non certo il salumiere che già lo sento chiedere – Che faccio? Lascio? -.

IL FAMOSISSIMO – QUELL’ ALTRO –

Proviamo a rispondere:

Il nostro difetto? No, non può essere perché quell’altro ha un difetto molto più grande o ridicolo del mio ma non viene schernito quanto me!

I nostri “aggressori”? No, non può essere perché cambio situazione, ambiente, persone ma vengo preso in giro lo stesso.

Il nostro modo di fare? Ma no, non può essere… sono sempre gentile, onesto, mi comporto bene… se io vengo preso in giro allora a quell’altro, che si comporta in quel modo assurdo, cosa dovrebbero dire?

Le mie scelte? No, neanche questo può essere. E’ vero che spesso scelgo cose bislacche ma allora a quell’altro, che decide sempre in quel modo sbagliato e strampalato, cosa dovrebbero dire?

E allora? Cos’è che fa sì che quel tot di scherno sia dedicato a noi?

Tu che hai solo un piccolo ciuffo di capelli fuori posto vieni scanzonato dal mattino alla sera, in modo pesante e offensivo, ma a quell’altro che ha tutti i capelli arruffati e sparati come se avesse preso una scossa elettrica non viene detto nulla, anzi… viene persino trattato con rispetto! Perché?!

IL RISPETTO, QUESTO SCONOSCIUTO

Beh, è molto semplice! Perché si rispetta lui. Lui si rispetta, nel vero senso della parola e la realtà che lo circonda non può che rispecchiare ciò che lui prova dentro. Ti vedo che stai storcendo il naso e non mi credi ma prova a ragionare e trova alcuni esempi. Puoi provare ad osservare te stesso oppure ricordare quel tuo povero compagno di scuola preso in giro da tutti. Dimmi, lui si rispettava? Provava per se stesso una sana autostima (da non confondere ovviamente con stupida boria)?

Ti sei mai chiesto perché tu che sei fisicamente “normale”, così ci giudicano, che hai un buon lavoro, che ti reputi simpatico e intelligente non riesci a trovare una donna mentre quell’altro che è considerato dalla società non normodotato e pare persino che se la tiri ha un mucchio di ragazze al seguito? Ha un lavoro decisamente migliore del tuo che lo rende felice. Ha una bella casa e una famiglia amorevole. Ha sempre il sorriso sulle labbra, lui è felice!

Al contrario poi c’è chi par d’essere d’acciaio. Non si vanta ma ha un modo di fare granitico. Di massimo rispetto verso la sua persona. Neanche lui viene preso in giro. Anche se a te pare supponente, perché evita le smancerie che la nostra morale ci obbliga spesso a mettere in pratica, in realtà non è alterigia la sua ma fierezza. E’ fiero di sé. E, di conseguenza, lo sono anche gli altri.

Se ti convinci che chi ti prende in giro sta soltanto riflettendo ciò che tu stesso pensi di te ti verrà più facile il lavoro per far finire questa brutta situazione che stai vivendo.

Le prese in giro maggiori nascono a scuola è risaputo ma purtroppo alcune e forse ancora più dolorose, travestite da altro, continuano anche in età adulta. Fanno male, le viviamo come ingiustizie, come inganni ma non capiamo che siamo noi i primi ad essere ingiusti nel considerare ciò che siamo.

LA MODA DEI RAGAZZI

Ti voglio raccontare un fatto che riguarda un giovane ragazzo adolescente.

Saprai bene anche tu che oggi, i ragazzi di una certa età, vanno tutti in giro vestiti alla stessa maniera. Lo abbiamo fatto anche noi. Ci sono le mode e bisogna seguirle altrimenti guai, veniamo esclusi dal gruppo. L’essere vittime di una tendenza ci sta, anche se la trovo una cosa sbagliatissima ma il problema è che pochi hanno il coraggio di uscire dal coro. Ebbene, nella compagnia di questo ragazzo bisognava assolutamente portare i pantaloni attillati e con il risvoltino e un berretto con visiera. Era una tragedia vestirsi in modo differente.

L’animo di questo ragazzo andava totalmente contro a questa moda ma non poteva far diversamente se non voleva perdere gli unici amici che aveva. Guai a cambiare cappello o a mettere dei jeans più larghi e più lunghi sulle scarpe!

Quando era a casa da solo e lontano da occhi indiscreti, passava diverse ore davanti allo specchio provando abiti che stavano prendendo la muffa a forza di rimanere chiusi nell’armadio. Indossava cappelli strani che, tra l’altro, gli donavano moltissimo! Si piaceva ma la paura dell’esclusione era più forte del piacere che sentiva rimirandosi allo specchio.

Ogni tanto faceva qualche debole tentativo per poi tornare a casa svilito e promettendo a se stesso che non avrebbe mai più tentato un tale azzardo ma più passava il tempo e più la sua vera natura scalpitava con forza in quel cuore che voleva palpitare libero.

NELLA MORSA DEL GIUDIZIO

Il giudizio lo teneva in pugno come una tigre tiene un topolino tra le fauci. Era naturale che accadesse questo perché lui per primo giudicava. Giudicava molto, giudicava tutto e giudicava se stesso. Non poteva che ricevere giudizio da parte degli altri, un giudizio negativo in quanto negativo era lui per primo quando giudicava il resto del mondo. Il suo stesso demone gli si stava girando contro e non era per niente piacevole avere a che fare con lui.

Arrivato al limite della sopportazione, ma questo lo condusse a soffrire prima per diversi anni, decise di prendere una decisione: o gli amici o la propria libertà evitando, come esercizio, di giudicare se stesso e gli altri.

Decise per la seconda. Si presentò in compagnia vestito come voleva e per tutti fu quasi uno shock ma non poterono far altro che accettarlo.

Lui si era accettato per ciò che era e aveva avuto il coraggio di mostrare al mondo intero chi era davvero quindi, gli altri, hanno risposto di conseguenza. Non solo, ma dopo poco tempo fu egli stesso promotore di nuove tendenze e i suoi amici iniziarono ad indossare i suoi stessi bizzarri cappelli. Se dapprima fu guardato in modo storto e ben poco si desiderava parlare con lui, ora era diventato quello che tutti volevano. Il primo ad essere invitato da qualche parte e il più corteggiato dalle ragazzine. Se prima era un mostriciattolo che non seguiva la moda ora era un gran figo!

FERMARSI E AGIRE

Rivoltarsi verso gli altri reagendo alle loro provocazioni con urla, pianti, brutte parole o altro non serve a niente. Serve solo a subire ulteriori prese in giro. Fermarsi e concentrarsi su quello che c’è da fare, su quello che davvero serve trasmutare, allora sì che è di grande aiuto.

Agire e non re-agire. Agire significa creare un qualcosa di nuovo (e con amore possibilmente, amore verso di noi stessi ad esempio). Re-agire significa invece agire in base a quello che fanno gli altri, essere cioè dipendenti delle azioni degli altri, la nostra azione sarà in pratica un’appendice del gesto altrui pertanto il “ceppo madre” è dell’altro e non nostro. E, se è dell’altro, non è piacevole visto che è contro di noi, visto che ci sta deridendo.

Solo in questo modo si blocca la presa in giro da parte degli altri. Chi nasce con questa dote, o la nutre dentro di sé in base all’educazione che ha ricevuto in famiglia, è sicuramente più avvantaggiato; per gli altri sarà invece una prova da imparare e superare ma tutti, chiunque, ha prove da superare. Chi ti prende in giro, ad esempio, troverà altri tipi di ostacoli nella vita e non saranno facili, credimi. Ma non preoccuparti degli altri. Preoccupati solo di te e cerca di far smettere questo logorio.

Rispettati, sii te stesso. Mostrati senza vergogna o accadranno cose che ti faranno vergognare sempre. Più ti vergogni, più gli altri ti faranno vergognare. Più ti reputi un non degno e più gli altri ti svaluteranno. Più prendi in giro te stesso e più gli altri ti tratterranno da zimbello. Se inizi anche solo a riconoscere che la responsabilità di tutto questo è tua e non degli altri (anche se può sembrarti impossibile o difficile da accettare) sei già a metà dell’opera.

Provaci soltanto e vedrai, fin dai primi tempi, dei cambiamenti. Potrai subire burla ancora più grandi, tieni duro, è soltanto la tua vecchia identità che si arrabbia e si ribella, ma vedrai che con il tempo tutto si modificherà e in meglio per te. E allora sarai tu a ridere.

Potrai così seppellire quel vecchio demone che ti amministrava, potrai seppellire il lato negativo dei tuoi amici e le loro sciocche risate denigratorie. Potrai anche, volendo, seppellire molte cose del tuo passato e fare nuove amicizie perché, indubbiamente, arriveranno a te persone che dovranno riflettere la bellezza che sei ora.

Prosit!

photo shpock.com – radiocatania.it – adolescienza.it – nygal.com – annunziata.to.it – lacitta.eu – twitter.com – tribugolosa.com – wefree.it – pinterest.com

L’abito non fa il Monaco ma può farti Imperatore

SEI O NON SEI (ANCHE) CIÒ CHE VESTI? 

Il titolo di questo articolo indica che l’apparenza può ingannare. L’esempio più tipico è quello della persona vestita di stracci che invece possiede in banca un conto corrente invidiabile o ha tre lauree chiuse nel cassetto anche se non le si darebbe la minima goccia di stima.

Questo perché, appunto, non sono l’abito o la pettinatura a definire una ricchezza intrinseca o materiale ma soddisfano semplicemente i canoni che la società vuole vedere attorno a sé. Vero è anche che, per rimanere nel settore – proverbi – “l’occhio vuole la sua parte” ma siamo troppo abituati a guardare solo l’esterno di un pacchetto piuttosto che il contenuto.

Detto questo, però, oggi vorrei sottolineare una cosa che può non venirci in mente.

Per quanto riguarda un lavoro d’amore verso noi stessi e di auto-valutazione anche il modo di vestirsi può avere la sua importanza. Questo non significa che è basilare ma voglio parlare di una specie di strumento.

Immaginiamo una donna, una bella donna, sempre in tuta e scarpe da ginnastica, che poco si valorizza e poco si apprezza. Il suo abito è quasi goffo e spegne la sua sofisticata e femminile figura.

Nel momento in cui decide di realizzare una trasmutazione alchemica, sul proprio valore e la propria considerazione, anche un cambio d’abito può risultare utile. E’ una trasmutazione faticosa questa. Non serve vestirsi in modo diverso per il pubblico. All’inizio, tutto può avvenire tra le mura della propria casa ma risulta ugualmente un valido mezzo.

TRASFORMAZIONE

Quando si tolgono le ciabatte per indossare un paio di ballerine, andando per gradi senza mirare immediatamente ai tacchi a spillo, e ci si accorge di piacere (e di piacere più di prima) questo va a rafforzare il lavoro che si sta facendo su se stessi. È come ricevere un appagamento verso i propri sforzi ma, anche se non si esce fuori, come dicevo, il solo fatto di guardarsi allo specchio e trovarsi più carina, se non addirittura una gran gnocca, aiuta moltissimo. Figuriamoci, poi, se sono gli altri a manifestare opinioni positive.

È come se qualcosa di energetico partisse da quelle vesti e si andasse a impregnare nella nostra pelle, poi, sempre più giù, andasse a toccare il nostro cuore per arrivare allo stomaco e alla pancia e, lì, si comincia a provare una sensazione nuova, strana ma piacevole. Ci si alza di tono, di livello e se ci si sofferma ad osservare bene il comportamento del corpo, si può notare che ora anche le spalle e la testa sono più dritte. Il collo si allunga leggermente e ci si sente un po’ più superiori. Ci piacciamo di più. In quel momento stiamo vibrando in autostima e valore. Stiamo emanando buona valutazione nei nostri confronti e piacere. Due cose che l’Universo accoglierà e, come sempre, rimanderà moltiplicando.

TUTTO STA’ IN QUELLO CHE SI EMANA

Mentre viviamo le nostre giornate è inevitabile vedere i propri piedi, le proprie gambe, la propria figura riflessa in una superficie, le mani poco curate, etc… tutto questo, inconsciamente, va a sottolineare che si vale poco, che si è sciupati, e l’autostima, col tempo, finisce sotto alle suole delle scarpe.

Pensiamo a quante volte, durante il giorno, vediamo le nostre mani. Mille volte! E se queste sono trasandate, senza neanche rendercene conto, emaniamo desolazione. Magari solo una minima quantità ma… l’oceano è fatto di gocce.

Goccia dopo goccia, questa donna (ma vale anche per gli uomini) vive senza amarsi, senza perdonarsi, senza piacersi e la cosa grave è che avrà attorno persone che, in qualche modo, le mancheranno di rispetto come lei manca di rispetto a se stessa. Non perché si veste male ma perché si dona poca valutazione positiva: sarà sfruttata, sarà offesa, non sarà considerata, etc…

L’abito non fa il monaco, ed è vero, ma cerchiamo di non cadere nell’assolutismo e quell’abito usiamolo come strumento a nostro favore se abbiamo bisogno di esercitarci in tal senso. Un domani, quando l’amor proprio e l’autostima avranno preso piede in noi, allora potremmo decidere di vestirci anche solo con degli stracci perché dentro saremo luce ma, fino a quel momento, conviene aiutarsi e usare degli escamotages al fine di vibrare in giuste frequenze.

– Diventa Re e un Regno ti verrà dato – (Gesù)

Prosit!

photo bergamonews.it – amichedismalto.it – guide.supereva.it – lacooltura.com – abcsalute.it – ilmessaggero.it – intemirifugio.it