Quando le anime si incontrano

È UN INCONTRO D’ANIME

Eros Ramazzotti cantava – È un incontro d’anime…! – ma il suo, seppur vero, voleva essere un messaggio dedicato all’amore di coppia. Oggi andiamo oltre questo tipo di amore e proviamo a guardare cosa succede al di là della nostra percezione fisica.

Ti è mai capitato di avere deja-vù con persone mai viste prima? E di provare una profonda confidenza con chi conosci da poco tempo? Oppure qualcuno proprio non vuole uscire dalla tua vita, mentre un altro non vuol saperne di entrare?

Perché vedi, gli incontri dei corpi, gli avvicinamenti fisici o le conoscenze del mondo materiale sono una cosa, ma gli incontri delle anime sono tutt’altro.

Questa è la storia del nostro disegno, già delineato, nell’infinità del cielo. Un disegno che però scegliamo noi come creare, che colori usare, che tecnica utilizzare. Se riusciamo a vederlo.

Questa è la storia di due (o più) anime che vanno ben oltre la fisicità e, contro il loro volere, non possiamo fare nulla in quanto tutto è al di sopra.

GUARDANDO OLTRE

Spesso ci piace una persona, vorremmo amarla, o possederla, o averla come compagna ma, se la sua anima non è destinata a rimanere con la nostra, sarà ben inutile forzare le cose verso una sofferenza che prima o poi si paleserà nella realtà. All’incontrario, sarà inutile evitare una persona se le anime hanno già deciso da tempo di incontrarsi o di stare insieme.

Lascia andare. Lasciati andare al disegno stellare, divino, preparato per te, per la tua evoluzione (e per la sua). Lascia quell’anima libera di andare incontro a chi deve e poter così svolgere il suo ruolo. Non porre attrito, ne’ in modo positivo, ne’ negativo.

I corpi vogliono o non vogliono, bramano o non bramano ma le anime no. Non hanno fretta. Non hanno mente.

Questa non è una storia d’amore, è la storia dell’Amore inteso come unica e grande forza universale che vede ogni tipo di rapporto (non dovete pensare solo ad una relazione di coppia, si parla di qualcosa di più grande che osserva ogni tipo di legame tra l’umanità).

Tutto quello che la tua parte Spirituale decide di farti vivere è perfetto. Anche gli incontri che ti fa fare sono perfetti. Tutti sono scelti per farti vedere le tue parti nascoste, belle o brutte che siano. Sono degli specchi. Non puoi sottrarti a questo insegnamento.

QUANTE VITE TI SERVONO?

Puoi farlo in una vita, in due vite, in tre vite, ma prima o poi dovrai affrontare quello che la tua anima vuole che guardi. L’anima non prova emozioni, ne dolore o piacere fisico. Lei cerca sempre di condurti verso il Sé Superiore ma, non ascoltandola, e credendo di soffrire in base a certe scelte, ci si allontana dalla sua voce e si fa quello che la mente, con i suoi deleteri schemi mentali, ci consiglia o ci vieta di realizzare. E allora, soprattutto per paura, non ci diamo il permesso di vivere in piena libertà inibendo il nostro cuore.

Le anime sono già d’accordo. Hanno realizzato il tutto ancor prima che tu nascessi. A livello vibrazionale si conoscono da molto tempo. Hai già vissuto vite e altre ne vivrai tu dove ci sono state e ci saranno sempre loro, figlie della stessa monade, ad incontrarsi ogni volta, con ruoli diversi.

LE ANIME NON HANNO RUOLI

Quante volte succede che due persone si amano ma essendo già con altri compagni continuano a stare con questi ultimi perché la società ancora non fa vedere di buon occhio una separazione? – Mio marito non merita di soffrire -, – Ai miei figli poi cosa dico?  -, – Mia moglie da sola non ce la farebbe -, – Per i parenti sarebbe un trauma -, – In fondo siamo una bella coppia… -.

Quante volte non educhiamo i figli come vorremmo a causa del giudizio della società? – Questo dicono sia pericoloso -, – Così non va bene perché lo vieta la morale! -, – Se faccio così gli do troppa libertà -, – Sicuramente così soffrirà perché io soffrirei -, – Non è bene fargli fare quella cosa -, – Bisogna lasciarlo più libero… -.

Quante volte avremmo piacere di vedere una persona, di esserle amica, ma purtroppo lei ha litigato con un nostro caro e non possiamo tradire lui frequentandola – Lo perderei e non voglio rimanere senza di lui -, – Ci rimarrebbe male -, – Se lui lo facesse a me? -, – L’onestà che mi hanno insegnato non prevede questo… -.

E intanto le anime sbattono e urlano sempre più forte.

Quanto gioco mentale c’è qui! Quanto chiacchiericcio inutile! Quanto inquinamento! Un arrovellamento di pensieri pieni di filtri.

Si può davvero fare del male agli altri e non bisogna. Occorre sempre comportarsi con onore ma, l’onore, non contempla la morale che ci è stata insegnata. La morale di cui siamo colmi tarpa le ali, non ci permette di vivere le nostre voglie, i nostri desideri, il nostro stile personale. Le scelte.

ASSUMERSI SOLO LE PROPRIE RESPONSABILITA’ E NON LE EMOZIONI DEGLI ALTRI

Quando nel proprio onore ci si comporta chiaramente e correttamente, si può decidere di fare quello che si vuole e che più ci aggrada. Se l’altra persona (mamma, figlio, marito, padre, amico, nonna, collega…) soffre, è un problema suo, non nostro, e non è un problema ma semplicemente il suo personale disegno che serve anche a lei, come a noi, ad evolvere seppur con l’eventuale sofferenza. Il mio non è cinismo, serve tener da conto il rispetto e la delicatezza ma non tutti i percorsi prevedono maschere appannate.

La sofferenza che prova colui al quale “hai fatto del male” (dove così non è) appartiene a lui e se non la conosce attraverso te, perché tu fai attrito e non vuoi donargliela, la conoscerà attraverso altri corpi, in altri luoghi, in altri momenti o in altre vite ma, prima o poi, se deve trasmutare attraverso quel cambiamento, che lui percepisce come sofferenza, lo vivrà.

Quando nel nostro popolo una persona a noi cara muore, stiamo malissimo.

Quando il nostro compagno ci cornifica, stiamo malissimo.

Quando ci ammaliamo, stiamo malissimo.

Esistono culture, su questo pianeta, come spesso ho scritto, che agiscono esattamente al contrario. Questo non è un giudizio, non significa che una cultura sia meglio di un’altra, serve solo a far comprendere come l’educazione che abbiamo ricevuto fin da bambini ci ha plasmato. Se andassimo a vivere in alcuni paesi dell’Africa o dell’America, rimarremmo scioccati dalle loro usanze, in verità loro vivono benissimo a quel modo, non muoiono per questo, e pensano sia la normalità. Per tanto, sono i nostri schemi mentali a guidarci.

Soffriamo per quello che ci hanno inculcato. Gioiamo per quello che ci hanno inculcato.

DECISIONI INDISCUTIBILI

Mentre la mente guida e noi la seguiamo, però, qualcosa dentro di noi non è assolutamente in accordo con essa. Si tratta del Cuore, sede dell’anima, ossia la nostra vera natura intrinseca. E si percepisce un qualcosa…

A lei dei nostri schemi mentali non gliene frega nulla e, ogni volta che noi ne seguiamo uno, convinti di fare la cosa migliore e avere la coscienza pulita, è come se le procurassimo una ferita. Una ferita oggi, una domani, e così via, finché alla fine, in qualche modo, deve farci capire che così non va bene. Dai più piccoli fastidi si passa a cose più gravi che recano sempre un messaggio ma che noi non vogliamo sentire e nemmeno tradurre. Preferiamo disperarci.

 

Se la tua anima ha deciso di vivere un periodo breve, o lungo, con una persona, tu come corpo non puoi farci nulla. Se tuo figlio non ti piace, se non ami le sue scelte, chiediti: perché è mio figlio? Perché quell’individuo non è un semplice conoscente ma tuo figlio?

Se ti piace una ragazza non devi arroccolarti (sì, ogni tanto mi invento qualche verbo) in mille peripezie per averla, se le vostre anime hanno deciso che qualcosa assieme devono fare, voi, come corpo, lo farete.

Il corteggiamento va sempre bene, i tentativi anche, in quanto si crea, e l’Universo ama ogni tipo di creazione, ma non flagellarti. Resta sereno. Se è sì è sì. Se è no c’è un motivo, accettalo, appartiene al tuo disegno stellare e non è mai brutto. Lo rendiamo brutto noi non “seguendo i puntini”.

L’ACCETTAZIONE PORTA SEMPRE BUONI FRUTTI

Questo vale anche per i figli, i genitori, i fratelli. Non dico che non si debbano educare o non ci si debba rapportare con loro in un certo modo ma senza rovinarsi la vita. L’amore verso l’accoglienza di ciò che ci accade e di ciò che ci presentano gli altri, porta sempre buoni frutti.

Quindi, cercando di rientrare di più nel tema, impariamo a chiederci maggiormente – Perché? – anziché giudicare persona o evento, in bene o in male, senza neanche rendercene conto.

Impariamo a riflettere. Perché quella persona fa parte della mia vita o è entrata nella mia vita? Cosa vuole darmi/dirmi? Cosa vuole farmi vedere?

Una volta compreso il messaggio cerchiamo di seguirlo abbandonando tutte le nostre paure, evitando di precluderci situazioni, emozioni, libertà. Non è facile, lo so. Capita a volte che si deve stravolgere completamente la vita ad esempio. Ma, in qualche modo, proviamo a seguire di più la voce dell’anima.

Il suo compito è quello di essere messaggero tra il corpo e lo Spirito e, lo Spirito, non sbaglia mai, nonostante a noi, le sue scelte possono terrorizzarci o destabilizzarci. Proviamo il più possibile a vivere secondo la nostra vera natura non quella imposta da educazioni e società. È la nostra vita. E, divenendo sempre più Divini, la nostra, potrà diventare un’esistenza cosmica.

Prosit!

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Ti spiego perché fai del bene ma ricevi del male

L’INTENTO NASCOSTO

Quello che leggi nel titolo l’ho già spiegato molte volte ma forse in modo troppo generico e senza dare alcuni suggerimenti importanti da prendere e mettere in pratica come se fossero esercizi. Un allenamento vero e proprio per te che fai sempre del bene ma ricevi dagli altri il male, un male che indossa diversi abiti: lo sfruttamento, l’approfittamento, la presa in giro, il tradimento, l’assenza di ringraziamento, etc…

Vedi, tutto risiede in un punto ben preciso del tuo essere. Sì, hai capito bene, anche la reazione “sbagliata” degli altri nei tuoi confronti, risiede proprio lì, in quel punto assolutamente fondamentale ma nascosto. Forse, non è proprio così nascosto ma passa inosservato.

In pratica, tutto sta nel tuo INTENTO.

Ora ti spiego. Sai cos’è l’intento? L’intento è il movente che ci fa compiere tutto ciò che intendiamo compiere. Prendere una decisione, fare una cosa, dire una parola… Arriva persino prima del pensiero, pensa. A volte, magari, preferiamo agire diversamente dal nostro intento ma, il nostro intento, comunque, risiede in noi. Se io volessi mandarti a quel paese, ad esempio, ma per il quieto vivere lascio perdere e sto zitta, quel “vaffanculo” (mi si perdoni ma rende l’idea) dentro di me continua ad esistere. E rimane lì. Scusa se cambio un attimo discorso ma mi preme dirti che, al centesimo “vaffanculo” non detto, potrebbe venirti un mal di gola tremendo eh!

Ma torniamo all’intento, quel punto massimo, quello che può, quello che decide, hai capito quindi cos’è? Quella forza che ti fa muovere. Quella intrinseca. E può effettuare scelte sia positive che negative.

SII SINCERO

Bene, ora, per andare avanti ho bisogno di tutta la tua sincerità. Per favore, togli un attimo tutte le maschere che a volte sei costretto ad indossare e leggi con il cuore le mie parole. Tanto non ti sta vedendo nessuno. Spogliati di ogni imbarazzo e guardati dentro con occhi sinceri perché dovrai rispondere la verità alla domanda che sto per farti.

La domanda è: nel tuo più profondo, perché hai sempre così tanta premura nei confronti degli altri? Cosa si muove davvero dentro di te?

Se risponderai a te stesso, in modo ben ponderato, potrai osservare che un mondo nuovo si sta aprendo dentro di te. È un mondo che è sempre esistito ma che celavi inconsciamente perché lì risiedevano cose che non ti andava di guardare. Guardale adesso, in tutta tranquillità, tanto ci sono io e ti potrò dare un valido aiuto per modificare in meglio questo lato della tua vita.

In questo mondo, rispondendo onestamente alla domanda, noterai che esistono tanti motivi. Io te ne elenchero’ qualcuno, ma sarai tu che dovrai fare lo sforzo di sentire quale ti risuona dentro o cercarne dei nuovi. Solitamente, mi duole dirtelo, ma in realtà è un bene, quello che più ti infastidisce o rifiuti, è proprio il motivo che più ti appartiene. Eccone diversi:

– perché i miei genitori mi hanno insegnato a fare così e se facevo così ero apprezzato da loro.

– perché facendo così dimostro di essere una bella persona e piacero’ agli altri. Ho bisogno di piacere agli altri.

– perché facendo così mi assicuro una ricompensa, una sorta di premio.

– perché facendo così distruggo la sofferenza degli altri. Io odio la sofferenza, la tristezza e tutte le emozioni negative.

– perché facendo così mi metto nella posizione del brav’uomo e nessuno farebbe mai del male ad un brav’uomo.

– perché facendo così ho più possibilità di essere amato, visto. Le persone pendono sempre dalle labbra di chi le salva.

– perché facendo così dimostro la mia rettitudine, la mia onestà e mi sento pulito davanti alla mia coscienza.

– perché facendo così vengo giudicato bene e non male dalla gente.

Questi, come dicevo, sono solo alcuni esempi. Ora dovresti rispondere. So bene che certi possono sembrarti biechi, subdoli e sporchi ma così è, o potrebbe essere, e non devi sentirti in colpa. Sei semplicemente un essere umano che, come tutti, ha dei bisogni. Ognuno diverso, ma che discendono sempre dalla mancanza d’amore. Quindi, sii corretto con te stesso e ammetti il perché ti prodighi tanto per gli altri. Non nasconderti dietro al – Mi piace vederli felici! – perché tu puoi mentire a te ma non all’Universo e, se ricevi del male dagli altri, vuol dire che un motivo c’è e che ora ti spiego.

SE NON E’ AMORE CHE AMORE E’?

Tutti gli esempi che hai letto, per belli che possono essere, non contengono amore incondizionato. Nessuno di quelli che ho scritto. Non contengono generosità pura (figlia dell’amore) e non contengono entusiasmo. Ora ti dirò una cosa che forse ti lascerà interdetto. Lo sai che a volte nemmeno per un figlio si fanno cose piene soltanto di amore incondizionato?

Lo sai che la maggior parte delle volte che si dona una moneta ad un mendicante, in realtà, la si dà più per il giudizio della gente (mendicante compreso) attorno a noi, che per il nostro cuore traboccante di amore puro?

Ma veniamo al sodo. Tutti questi motivi, che possono anche contenere della generosità ma è una generosità appannata, sono gli intenti di cui parlavo prima. E sono sinceri e senza orpelli. Nessuno li vede, stanno dentro di te e tu hai imparato, negli anni, per sopravvivenza, a camuffarli bene. Il problema però è che la risposta da parte degli altri (del mondo) riguarda proprio il tuo intento, pertanto, se nel tuo intento non c’è stato puro amore non riceverai puro amore bensì ciò che hai mandato come messaggio intenzionale, raddoppiato, affinché tu possa vederlo bene. Perché ricevi inganni? Perché tu per primo hai ingannato. Magari hai ingannato te stesso. Perché ricevi dei – No -? Perché tu per primo hai detto – No – al rispetto verso di te, quando hai dovuto abdicare davanti a un bisogno che ti pareva più appagante. Perché neanche un – Grazie -? Perché non sei stato generoso, hai solo risposto a un dovere.

Tu vali quello che dai non quello che ricevi. Il valore sta nel tuo gesto, quello che ricevi è solo una conseguenza di quello che hai dato, o meglio dell’emozione che permeava ciò che stavi dando in quel momento. Capisci?

Inoltre, se ti aspetti dagli altri un – Grazie – o un – – è come se attendessi in cambio un qualcosa, pertanto, è come se il tuo interesse fosse focalizzato lì, su quel qualcosa, nulla a che vedere con il puro amore!

LA VOGLIA DI CAMBIARE

Ma come fare a diventare veramente generosi e ricevere così generosità vera, gratitudine sacra, regali, favori e molto altro? Ti sembrerà strano ma, come per tutte le cose, occorre allenarsi.

Inizia con cosine piccole. Dalle o falle, al prossimo, anche se non ti vengono chieste. Inventa dei modi per far del bene, per far nascere un sorriso. Fai della beneficenza, a piccole dosi, senza farlo sapere in giro. Prova, più avanti, a donare uno sguardo dolce e sincero proprio a chi detesti.

All’inizio, tutto questo, prima di passare dal cuore sarà solo mentale e potrà sembrarti strano se non addirittura fastidioso ma, col tempo, ti abituerai.

La regola numero 1° è quella di mettersi nei panni di chi riceve. Ossia, tu cosa proveresti se ricevessi quella determinata cosa? Ecco, devi creare la stessa situazione. Ipotesi: se arriva una persona da te che hai un ristorante e ti chiede un panino ma ti dice che non può pagare, dovresti fargli il panino più buono e più grande del mondo. Lo stesso sandwich che vorresti mangiare tu affamato. Dona quindi ciò che ti renderebbe molto gioioso. Cerca di provare le stesse sensazioni. Fai finta di essere tu quello che sta ricevendo e invece sei il donatore. Naturalmente, un domani, saprai valutare. Non ti sto dicendo che devi andare in malora per aiutare gli altri. Ti sto suggerendo alcuni metodi e le sensazioni che devi imparare a provare nel tuo cuore.

Tutto ti tornerà indietro e moltiplicato, così funziona. Non aver paura.

I primi tempi, lo scombussolamento delle tue frequenze, potrebbe creare un po’ di confusione e potresti vivere situazioni peggiori di quelle antecedenti ma continua, non demordere. Pian piano tutto si stabilirà a tuo favore. Vedrai che presto, quando sarai tu a chiedere un piacere, ne riceverai il doppio e di bellissimi. E, soprattutto, dati con gioia senza nessuna pesantezza.

Buon allenamento e preparati a ricevere il meglio. Sta arrivando!

Prosit!

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Storia di un Salto di Qualità

SEMPRE SOLDI SONO MA…

La mia amica M. ha un bar, un bar frequentato prevalentemente da persone anziane. Spesso, come accade a qualsiasi esercente, si trova senza monete da uno e da due euro ritrovandosi così obbligata a dare il resto con monete da 50 o 20 o 10 centesimi. Per i suoi clienti questa è una tragedia. Le trovano da ridire e si arrabbiano perché tutto quel “ciarpame” in tasca non lo vogliono. M. allora, quando può, cerca di tenere le monete dal valore più alto per loro e le altre le usa con i giovani che, in questo frangente, si mostrano più comprensivi rispondendo con – Non preoccuparti, sempre soldi sono! – alle sue scuse.

Il fatto è che la persona anziana, solitamente, non ci vede bene, e aver a che fare con tutte quelle monetine è per lei un patimento. Ogni volta che deve pagare qualcosa impiega mezz’ora, faticando, per riuscire a capire di quale moneta si tratta. Se poi ha anche vissuto la povertà della guerra, non intende, comprensibilmente, regalare nulla a nessuno; l’essere avari è un retaggio del non avere avuto nulla e quindi, rischiare di dare più del dovuto, all’eventuale commerciante ed essere ingannati, non piace proprio.

LE NOSTRE CAPACITA’

Gino è un vecchietto un po’ particolare. È simpatico, paziente, alla buona. Molto istruito e sempre molto disponibile con tutti. Anche a lui, con l’avanzare dell’età, si è abbassata la vista ma, per sentirsi sempre centrato e non inferiore, ha deciso di utilizzare altri mezzi. Si tratta di strumenti dati dalla società e sensi che ci appartengono da quando siamo venuti al mondo.

Gino è un vecchietto in pensione. Si alza molto presto al mattino e, pur coltivando diverse passioni, ha parecchio tempo libero. Ha iniziato a studiarsi bene le lineette attorno alla circonferenza delle monete. Le righe dei bordi. Ognuna diversa per moneta perché create proprio per i non vedenti. Questa soluzione, assieme al preciso tatto di cui siamo dotati, ulteriormente allenato, è diventata per Gino un risultato sorprendentemente utile e comodo.

Per chi sta già sbuffando, insinuando che la cosa sia troppo lunga e difficile, dichiaro che il signor Gino ha impiegato appena una ventina di giorni, facendo anche molto altro durante questo periodo, per imparare a riconoscere le monete senza nemmeno guardarle.

Automaticamente, attraverso questa precisa osservazione fatta con occhi ma soprattutto dita, le monete hanno iniziato a distinguersi tra le sue mani anche attraverso peso e grandezza.

Insomma, Gino, come prende un soldino nel palmo della mano, sa precisamente e velocemente di che soldo si tratta. È anche più veloce di molti giovani dotati di vista da falco.

OTTIMI RISULTATI

Questo comportamento io lo definisco un salto di qualità. Un bellissimo balzo in avanti. E, dietro questa storia, c’è un messaggio che può tornare utile in molte occasioni che si presentano nella vita di chiunque, anziani o meno.

Mi sento davvero di complimentarmi con il signor Gino che ha deciso, per suo libero arbitrio e diritto, di non rimanere uno schiavo bensì di tirare fuori nuove armi per essere sempre più entusiasta e positivo.

Gino ha deciso di vedere la bellezza dove pochi la vedono e, anziché lasciarsi crogiolare dal fastidio, la lamentela e l’invalidità di una vista poco buona, ha deciso di rifiorire in un nuovo argomento della propria vita.

Oggi, si sente un gran figo ogni volta che deve pagare, soprattutto quando si trova davanti agli amici ed è una persona felice anche per questo.

Bravo Gino, hai tutta la mia stima! Di certo, una persona come lui, non “farà mai la muffa” per capirci. Non farà mai del vittimismo e nemmeno si farà rabbia inutile. La rabbia – un’energia che può essere trasformata in CREAZIONE.

Gino ha fatto anche un’altra cosa bellissima: si è amato. Ha posizionato la sua persona in una condizione ottima per vivere e affrontare la vita e la società.

Prosit!

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