Cosa mi dai?

IMPARA AD ACCETTARE L’ABBONDANZA

Hai presente cosa significa “accontentarsi”? Trovo questo termine a volte mal interpretato. Quando si dice – Bisogna sapersi accontentare di quello che si ha per essere felici -? Ecco, non è proprio così.

Si confonde il verbo accontentare con apprezzare. Apprezzare inteso come Amare. Se ti accontenti non vai oltre e non puoi avere di più. Neghi pertanto all’abbondanza infinita universale di entrare nella tua vita attraverso il suo flusso e riempirti di tutto quello che puoi immaginare.

Ci hanno insegnato ad accontentarci come a “mettere una toppa” e questo ci ha reso umili e modesti.

È assolutamente giusto, invece, amare ciò che si ha per piccolo o povero che sia, come se fosse la cosa più bella del mondo. Ma l’approccio è assolutamente diverso. È inutile cercare oltre se non si sa provare amore per quello che già si possiede e se non lo si nutre facendolo divampare in milioni di scintille di magia. È inutile ammalarsi alla ricerca di un qualcosa che non abbiamo senza tener da conto delle meraviglie che già possediamo. Ma, tutto questo, non ha nulla a che vedere con l’accontentarsi.

Accontentarsi non è neanche sinonimo di accettazione. Il filo è sottile ma mentre l’accontentarsi, come dicevo prima, non ti spinge a desiderare di più perché ti senti già contento così, accettare significa dire – Ok, accetto questo e lo benedico ma più avanti posso avere di più-.

SI PUO’ AVERE DI PIU’

Chi troppo vuole nulla stringe! – recita un famoso proverbio in grado di tarpare le ali. Questo detto è vero se non si ama ciò che si ha e, se con presunzione, si pretende ciò che non si merita senza la minima gioia o amore nel cuore. Ma quando il nostro volere è impregnato di gratitudine, di bellezza, armonia, compassione e puro affetto si può desiderare ogni cosa.

Veniamo quindi al nocciolo della questione. Come saprai ci sono molte persone che si accontentano. Prendiamo un esempio che possiamo vedere o vivere spesso: La donna accompagnata da un uomo stitico in fatto di apprezzamenti o carinerie. Non andiamo a tagliare il capello in quattro. So bene che ci sono uomini che, anche senza parlare o fare niente, riescono a far sentire la propria donna come una principessa. Ogni esempio che posso tirare fuori ha il suo contrario ma, un esempio, devo pur farlo. Possiamo anche parlare di quelle donne che vengono lasciate spesso dal proprio partner, poi però, appena lui fa trillare il telefono con un messaggino con sopra scritto “ciao” eccole distese a terra a ringraziare la Madonna per aver ricevuto tanto ben di Dio. Si accontentano. È la decima volta che vengono scaricate ma si accontentano e giustificano persino quell’uomo rispondendo – Ma lui è fatto così, non riesce ad esprimere di più, per lui questo È GIÀ TANTO! -. Santa madre vergine Maria di Leuca e di tutta la provincia di Lecce! È già tanto?!

Ok, allora io da domani andrò nei negozi a comprare, deciderò io il prezzo della merce, e se il venditore mi dirà qualcosa in contrario gli risponderò – Senta! È già tanto! -.

A SCUOLA DI BUONE MANIERE

Ma quanto vali tu? Vali solo un – Ciao – dopo quel trattamento? Un piccolo sforzo da parte sua non lo meriti? Se stai pensando ch’io pretenda che lui devestrisciarecomeunvermeaituoipiedicomeminimo sbagli. Non dico questo ma ci sono le vie di mezzo.

Un – Ciao, volevo sentirti, mi manchi – ti farebbe così schifo? E già ti sento dirmi – Ma figurati! Non lo ammetterà mai! -. Sai, nemmeno io vorrei fare certe cose ma sono obbligata a farle altrimenti non potrei vivere. Nemmeno io vorrei… farei… direi… sai che se a mio figlio non avessi mai detto – Ti amo – probabilmente sarebbe cresciuto peggio di come è cresciuto? Con dei problemi proprio! Bada che ci sono genitori che non lo dicono! Sai che se non avessi mai oltrepassato alcuni gradini della mia vita sarei ancora al punto basso e di partenza? Nell’humus.

E rieccoti con quella vocina immacolata – Ma io non pretendo che… -. Beh, sbagli a non pretendere. Allora non devi pretendere nulla. Non pretendere che la strada sia libera quando vai al lavoro, non pretendere uno stipendio, non pretendere che gli amici ti chiamino, non pretendere di trovare parcheggio, non pretendere di respirare, non pretendere, mentre piangi, da sola, alla sera, di essere più amata. Non pretendere niente. Vivi come un paramecio. Un pezzo di carta. Totalmente inutile. Al massimo potresti fare il battiscopa se ti sdrai in un angolo e stai ferma.

Ricordati che hai ragione a non pretendere e a non avere aspettative ma hai confusione in testa.

NESSUNA PRETESA E NESSUNA ASPETTATIVA

Confondi il non pretendere con la mancanza di dignità. Confondi il non pretendere con “quello che realmente meriti”. Meriti di più di quel – Ciao – che, torno a dire, è solo un esempio.

Meriti di più di quello che ti danno al lavoro, meriti di più di come vieni trattata in famiglia o da chi incontri per la strada. Ma continuerai a ricevere quelle briciole se non avrai il coraggio di affrontare un cambiamento. Quello di intraprendere il percorso verso l’amore per se stessi, autovalutazione, la stima verso quello che siamo.

Oggi, se quell’uomo a te ci tiene deve dimostrarlo. Deve mostrare il valore che hai per lui. Fidati se ti dico che se il suo è vero amore non avrà nessun problema a darti tanto. L’amore non conosce ostacoli. È più forte anche dell’orgoglio quando è vero. È più forte delle insicurezze, degli inciampi, e persino della paura. Davanti a lui non esiste dire – Di più non riesco – perché l’amore non conosce limiti. Sei tu quella che ha paura di perdere quell’uomo pretendendo da lui. Nel momento in cui impari ad amarti, l’Universo ti riempie di uomini pronti a dimostrarti tantissimo. Perché torna sempre ciò che emaniamo. Fatti valere. Se sogni una cosa permetti al Creato di esaudirla per te. Tieni duro, abbi coraggio e arriverà.

Capisco che puoi aver trovato diversi concetti sbagliati in questo articolo ma dovevo spiegare in qualche modo il valore di ognuno di noi in una delle situazioni più comuni. Altre volte ho parlato di amore incondizionato, del fluire, dell’accettazione, del non pretendere ma, questa volta, volevo dedicare questo post a te. A te che pensi di aver già ricevuto troppo solo perché ti è arrivato un messaggio.

Che le mie parole, anche se colme d’impeto e con pochi fronzoli, possano farti bene perché tra queste righe c’è affetto sincero.

Prosit!

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Onore a te, nemico mio!

MESSAGGI SCRITTI

Qualche giorno fa, mentre stavo guidando, mi sono resa conto di essere dietro ad un camion frigo, con il cassone bianco, che riportava una scritta davvero particolare. Le lettere erano incollate con una carta strana che sotto ai raggi del sole sparivano e soltanto all’ombra si potevano leggere.

Percorrendo una strada a picco sul mare e illuminata dal sole, con solamente qualche albero qua e là a rendere l’ambiente più scuro, feci fatica a decifrarla chiedendomi anche se avevo allucinazioni visive o se invece avevo visto bene. Riuscii a leggere dopo un bel po’, ogni albero mi regalava una parola in più e rimasi molto colpita da quello che lessi.

La frase recitava più o meno così – Ti onoro e ti benedico, mio nemico, affinché tu possa assistere al mio successo -. Un augurio di lunga vita a chi ci vuol male con lo scopo di sbattergli sul muso la nostra gioia.

Essendo che sono sempre molto attenta ai messaggi che l’Universo mi sparpaglia qua e là durante il giorno, presi anche quello come un avvertimento.

RIFETTENDO…

In effetti, anziché farsi tanta rabbia o lasciarsi rodere dalla voglia di vendetta verso qualcuno, questa soluzione sembra la migliore per il nostro benessere ma, riflettendo, non avevo nessun nemico al quale dover dedicare quel comportamento. Inoltre, sono una persona che tende a lasciar perdere. Non m’interessa dimostrare il mio successo ad un altro; quando sto bene, mi basta. L’eventuale “nemico” non viene da me preso in considerazione. Può farsi la sua vita come io mi faccio la mia.

Però, se mi ero data l’opportunità di leggere quella frase così importante e ben scandita un motivo doveva pur esserci. Considerando anche la fatica che ho dovuto fare per riuscire a leggerla! Una fatica che, però, fece si che mi rimase impressa quella dicitura.

Pensai e ripensai senza arrovellarmi il cervello. Stancarsi e far lavorare troppo la mente non è mai salutare, inoltre, le risposte di cui abbiamo bisogno, prima o poi arrivano, quindi non serve sprecare energia inutilmente ma, prendendolo come un gioco, una specie di quiz, provai a indovinare il risultato.

In effetti non è detto che come “nemico” si debba per forza intendere una persona in carne e ossa.

AND THE WINNER IS…?!

Anche se è un approccio sbagliato siamo abituati a considerare nemici persino i nostri demoni oppure alcuni eventi della vita. E allora, a questo punto, si aprono nuovi varchi. Qui si che si possono trovare tanti “nemici”. E io trovai il mio.

Il mio nemico non apparteneva a nessuno, soltanto a me stessa, in quanto io ho dato a lui l’opportunità di esistere.

Proprio in quei giorni stavo decidendo per un cambio abbastanza significativo della mia vita in un determinato argomento. Questo perché avevo bisogno di libertà e di mostrare a me stessa e al mondo chi ero davvero senza dover più nascondermi nella mia zona di comfort permettendo agli altri di tarparmi le ali. La preoccupazione del riuscire, il timore di non farcela, la paura del giudizio degli altri, del castigo divino (che vi assicuro non esiste). Tutte cose alle quali IO ho permesso di diventare mie carnifici. Nessuno ha colpe.

Nonostante comunque la mia unica responsabilità, eccolo qui il mio nemico, dal momento che tutte queste sensazioni si possono raggruppare assieme in un solo stato d’animo. Nemico di me stessa. Io era la nemica di me.

Una parte di me era ostile all’altra parte. Una parte che ora, però, avrebbe dovuto restare inerme ad osservare che invece ce la stavo facendo e ce l’avrei fatta.

Ma che bellissimo messaggio quindi mi aveva mostrato l’Universo! Grazie! In sostanza mi stava dicendo che ne sarei uscita vincitrice dal momento che il “mostro” avrebbe dovuto assistere al mio successo. Era come se le potenti forze universali mi stessero dicendo – Meg, non badare a lui. Non stancarti nel cercar di eliminare il tuo avversario. Amalo. Amalo e basta. E preoccupati di te stessa. Amalo affinché possa resistere ad osservare il momento in cui capirà di essere stato sconfitto senza che tu non gli abbia nemmeno torto un capello. Pensa a te. Guarda te. Ama lui e te -. Una meraviglia.

Decisi di seguire quell’angelico consiglio e mi misi in moto per dimostrare a quella mia parte antagonista che viveva attraverso i miei schemi mentali, la mia educazione, la mia cultura, etc… che mi governavano come un burattino, che c’era in me un qualcosa di più forte di lei.

Ecco, in questo caso era ovvio che non potevo fare come mio solito, ossia, non badare al nemico e andare avanti per la mia strada. Come potevo non badare ad una me?

E allora, in questo caso, è proprio opportuno dirlo: onore a te, o mio nemico! Vivi e… guarda!

Prosit!

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La donna dei morti

“Ermesyn era una giovane donna dai lunghi capelli corvini e la carnagione chiara. La sua corporatura era così sottile e leggera da apparire eterea nascosta dai lunghi abiti che indossava. Trascorreva la sua vita abitando una piccola casa nel bosco, nutrendosi dei doni che la natura le concedeva e aiutando la gente del villaggio vicino in diverse mansioni.

Era buona, socievole, dolce ma, soprattutto, una bizzarra qualità la rendeva unica. Ermesyn avvolgeva con la sua pura compassione le anime dei morti.

Quando uno Spirito decideva di abbandonare quel corpo, utilizzato ormai da diverso tempo, e di prepararsi per una nuova vita terrena, anche l’anima di quell’essere doveva staccarsi da quella parte fisica per congiungersi alla prossima. Vagando nell’energia cosmica, in un primo momento, senza più una parte materiale con la quale coagularsi, l’anima attendeva la reincarnazione del Sé. Nel frattempo, volteggiando adagio accanto alla Fonte, attraverso un movimento vibrazionale delle grandi forze energetiche, poteva percepire in quali nuove missioni avrebbe dovuto aiutare il prossimo corpo. Quali demoni da sconfiggere, quale materialità ricondurre nell’Universo, quali prove da superare.

Era in quel mentre senza tempo che, Ermesyn, vibrando in totale armonia con essa, si trasformava per lei in una carezza d’amore.

Nel suo silenzio, la ragazza, pregava affinché nulla turbasse il cammino di quella scintilla di Dio. La sua preghiera era un decreto e non un bisogno. Ermesyn non chiedeva nulla, semplicemente parlava, accogliendo e accompagnando il dovere di quell’anima. Attraverso la delicata luce di una candela che accendeva appositamente, illuminava quel percorso e quello stato di apparente destabilizzazione, e con la sua generosa dolcezza, rendeva quell’angolo della Fonte un luogo sicuro dove riposare serenamente.

Come un Caronte, che però conduce al vero paradiso, Ermesyn, come una soffice coperta custodiva il travaglio del vagare rendendolo lieto. La sua pietà gentile nutriva d’amore il momento e il suo sorriso confermava la retta via. Regalava accompagnamento e la solitudine veniva distrutta.

Le sue onde vibrazionali erano così potenti che i corpi dei defunti apparivano come più belli e meno sofferenti e la gente tutta, che piangeva il caro scomparso, percepiva una sorta di sollievo nel cuore.

Per tre giorni e tre notti il lavoro di Ermesyn era questo. Un compito scelto che iniziava in modo potente  e persistente per svanire man mano che le ore passavano. Conclusa la notte del terzo giorno l’anima era più pacata e pronta ad avviarsi là, dove la Grande Madre la stava aspettando.

Vola serena, avvolta dalla mia protezione, verso i sacri corpi celesti! – diceva la ragazza.

Sapeva che nel suo volteggiare, quell’anima, avrebbe acquisito le qualità dell’atmosfera che le sarebbero servite per l’esistenza terrena futura. Qualità che potevano rivelarsi, nel mondo della materia, caratteristiche positive o negative con le quali il nuovo corpo avrebbe dovuto affrontare la vita trovando il divino equilibrio e riconoscendosi sempre di più nel suo Sé Superior.

Le braccia di Ermesyn si levavano al cielo, le sue mani erano aperte e le dita affusolate conducevano alla totale libertà. – Procedi anima! Abbandona ogni paura e ogni emozione deleteria. Corri tra le braccia della Sorgente dalla quale sei nata e preparati per il tuo nuovo ciclo. Non temere nulla, io sono qui con te -. La giovane donna sapeva bene che tutto le apparteneva. Tutto. Come quell’anima. E si faceva carico del fatto che tutto andasse per il meglio come il curare una delle sue tante cellule.

E l’anima andava. Nulla poteva eliminarle prove e sacrifici ma l’amore di Ermesyn era con lei”.

Questa è la favola della donna che coccola le anime di chi lascia questo mondo. È la storia di una Maga. È la storia di chi sa di essere Mago e tutto accoglie e niente abbandona.

Perché io sono. Ora stai calmo e ascolta: io sono Dio – (Conte di Saint-Germain).

Prosit!

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Il vero significato del numero 666 – il percorso dell’Evoluzione

In tempi antichi i simboli erano molto più usati di adesso. Si usavano per definire un gruppo di persone, una filosofia, un evento o per abbreviare paragrafi dal momento che tutto veniva scritto a mano e non poteva essere fotografato. Simboli ma anche numeri, o lettere, o segni. Nascevano allo scopo di tradurre determinati messaggi e, la maggior parte delle volte, si trattava di messaggi positivi dal momento che erano più i maghi bianchi a voler trasmettere ai posteri che non i maghi neri, avidi di ciò che sapevano.

Simboli che divennero, col tempo, una vera ricchezza in quanto nascondevano risoluzioni su un particolare potere appartenente all’Essere Umano. Un potere che ancora oggi è cosa nostra ma che ci è stato sempre tenuto nascosto. Non voglio però trasformare questo articolo in uno scritto di magia, al quale in molti potrebbero non credere. Voglio parlare in modo più storico, più reale; o reale per lo meno per le testimonianze che abbiamo risalenti dal passato. In pratica, tra queste righe, intendo anche consigliare che a volte bisognerebbe leggere di più, informarsi, studiare, anziché pendere dalle parole che ci sono state dette definendole come realtà assoluta. Per argomentare questo discorso userò un temutissimo numero ma potrei scrivere di molto altro perché, la cifra della quale parlerò oggi, non è la sola ad essere stata traviata nel tempo da chi forse ha voluto passarci altri messaggi. Da chi forse ha preferito inculcarci paure anziché potenza e sicurezza. Da chi forse ha voluto tenerci schiavi, o comunque esseri spenti e privi di libertà, anziché grandi e immensi quali siamo e con diritto di magnificenza.

E allora prendo come esempio il temutissimo numero 666 conosciuto da quasi tutti come: il Numero del Diavolo o della Bestia. Alcuni ci scherzeranno su ma vi garantisco che esistono persone che ne hanno realmente paura. Una paura completamente infondata. Se solo sapessero… sicuramente vivrebbero meglio!

Il 666 può comparire nella nostra vita. Un numero di telefono, la targa di un’auto, un tagliando. Oggi poi, tutto è un numero. Ebbene, questi individui, fanno qualsiasi cosa per modificare tale cifra qualora gli capitasse e non li giudico, perché so che i timori possono diventare veri spaventi o ansie, ma vorrei tranquillizzarli.

666 tre volte 6. Proviamo subito, per non farla troppo lunga, ad analizzare quindi il 6 così importante, evidentemente, da venir scritto per ben 3 volte. 3, il numero perfetto.

Esiste un importante collegamento tra i numeri 3, 6 e 9.

Per spiegare il 6, cosa che farò immediatamente, devo però prima dare una nozione importante da tenere a mente che riguarda il numero 9 e cioè questa: il 9 è il numero dell’Amore. Un Amore visto come amore incondizionato e divino, universale, ovvero come forza primordiale, apice dell’elevazione: unica grande potenza dell’Universo e del Cosmo. – L’amor che move il sole e l’altre stelle – (Dante Alighieri) cioè che può tutto.

Il 9 simboleggia questo perché ha una forma simile ad una spirale, emblema da sempre, anche per Celti e Egizi e altre popolazioni, di “rinascita” e ciclo della vita. La spirale doppia è proprio l’unione tra 6 e 9 anche se spesso viene usata quella semplice o viene persino suddivisa in base alla sua rotazione. La spirale doppia è simile all’8 numero indiscusso dell’Infinito. Ri-nascere, nascere ancora e poi ancora e poi ancora… il cerchio senza fine. All’infinito appunto come infiniti sono l’Universo e il suo ciclo.

Lo stesso emblema di Yin e Yang rappresenta un 6 e un 9 e, insieme, il Tutto.

Quando si parla di “rinascita” si intende l’avvicinamento a Dio, che non è il Dio con la barba bianca che il cattolicesimo vuole farci conoscere, ma è il Dio inteso come forza, bellezza e armonia cosmica universale, cioè Amore.

Torniamo al numero 6

Ma chi deve evolversi? Chi è che ri-nasce?

Ovviamente è l’Uomo. Vi dice niente la frase – Fatto a sua immagine e somiglianza? -… e questa non è religione ma capirete tutto a breve.

Il 6, quindi, simboleggia proprio l’Uomo come se fosse all’incontrario, cioè che deve capovolgersi (elevarsi) per arrivare a Dio. Questo capovolgimento ha facilitato la negativa pubblicità del satanismo vedendolo come – allontanamento da Dio -. Cioè l’opposto. Il male.

In realtà, si intende, come “contrario”, il seme che deve fuoriuscire, capovolgersi, nascere ed esplodere in tutta la sua manifestazione divina e meravigliosa, unendosi così a Dio =  forza, bellezza e armonia cosmica universale, cioè Amore.

Sta nascendo. Deve farlo. Sta simboleggiando la scintilla divina già esistente in lui che, nel suo percorso obbligatorio, andrà ad unirsi alla Fonte Madre (gira gira = spirale). Da 6 a 9.

Il 6 è simbolo dell’Uomo in assoluto e Gesù (che sia esistito o meno), visto come messaggio alchemico e spirituale (non cattolico, il cattolicesimo se ne è appropriato 1700 anni fa!) diceva – Io sono il Figlio dell’Uomo – perché l’Uomo è… Dio. Un essere divino. “Fatto a sua immagine e somiglianza” che racchiude forza, bellezza e armonia Cosmica. Energia Cosmica. L’Essere Umano, come tutta la natura stessa, ma l’Uomo ancor di più perché ha la Coscienza ed essa è la rappresentazione di Dio. E’ il Sé.

666 – 6+6+6 = 18

1+8 = 9

Ecco il percorso rappresentato in modo criptico e, alla fine, Dio-Amore. Basta decodificarlo.

Il 9, inoltre, è la fine, l’arrivo, nel senso che racchiude in sé tutti gli altri numeri. Tutti. Sono infiniti ma racchiusi tutti lì. 0, 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9 (immaginiamoli in cerchio). Quindi è il Tutto.

Occorre anche osservare che non è l’arrivo ad essere importante. Quasi non lo si considera. Si considera invece il noto percorso. Il cammino. Il cammino dell’evoluzione e della crescita personale. Il momento del 6, più che del 9.

3 volte 6 – il percorso e l’unione all’Amore perché tutto è Amore e tutto deve andare a finire lì.

Ovviamente è un discorso molto lungo e che contiene molti altri “segreti” ma non posso certo scrivere un libro oggi. Per aiutarvi a espandere la vostra conoscenza in tal senso, vi consiglio questo bellissimo ed esaustivo articolo che tratta anche altri temi interessanti rispetto al numero citato. Come la bellezza del sesso, vista come energia sessuale e quindi vitale della creazione. Come gli elementi naturali che ci appartengono: l’acqua, il fuoco, l’aria, la terra. Il tutto racchiuso in questo splendido numero: 666. L’articolo è questo: https://www.visionealchemica.com/uomo-666-sole-666/ io quindi mi fermo perché prima di terminare il post ho ancora due cosine da dire.

Quelle che noi oggi conosciamo come feste religiose con tutti i loro emblemi connessi: Pasqua, Natale, Epifania, Immacolata, etc… erano in realtà tutti riti pagani antichi, davvero utili e terapeutici per l’Essere Umano, e proponevano un vivere con la natura in modo unico. Stupendo e incredibile. Permettevano di usufruire delle forze del Cosmo e di guarire.

La Chiesa, attraverso il tempo, attraverso varie decisioni, attraverso studi o eventi come il Concilio di Nicea, per opera dell’Imperatore Costantino e le Bolle Papali in seguito che sono solo tra gli esempi più eclatanti, se ne è appropriata trasformandoli e gongolandosi nell’ignoranza della gente alla quale non veniva permessa neanche l’eventuale istruzione. Chi provava ad informarsi o a conoscere veniva bruciato vivo (per farla breve) e non mi riferisco solo alle famose streghe. Così, oggi, viviamo un Natale credendo sia il compleanno di Gesù Bambino quando invece non c’entra assolutamente nulla. Stessa cosa vale per simboli, usi, costumi, etc… li hanno fatti propri e ne hanno dato il valore voluto. Questo è scritto a livello storico, non lo dico io.

Se in qualche modo, nella vostra vita, vi capita il numero 666 provate a tradurre il suo messaggio anziché scappare a gambe levate. Vedrete che è un messaggio bellissimo.

Prosit!

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Dovresti tu essere gioia per il tuo animale, non lui il tuo salvagente

UNA VOLTA AVEVO UN CANE, ORA HO UNA VITA

Mi sembra che troppo spesso, molte persone, si aggrappano ai loro amici pelosi in modo morboso come se questi fossero la loro ancora di salvezza. Lo comprendo. Ci sono individui che non amano gli animali o non li vogliono vicino pur rispettandoli e altri, invece, più deboli o tristi, hanno solo il loro grande amico sul quale contare e non sta a me giudicarli (neanche voglio). Vorrei solo spiegare, secondo il mio pensiero, che cos’è un animale.

Un animale non è un ammasso di pelo che fa delle feste, mangia e fa i bisogni come possiamo credere. Non è neanche soltanto colui che ci sta vicino e ci considera la cosa più importante che ha, perché, fondamentalmente, oltre all’amore che prova, da noi dipende.

Un animale è una FONTE ENERGETICA. È un ammasso di vibrazioni. Questo è e vale per tutto ciò che compone l’Universo. Ha un corpo sì, degli organi, una voce, un istinto, etc… ma è un generatore e un magnete di frequenze energetiche.

Significa, spiegandolo banalmente, che un mucchio di onde elettromagnetiche, lo riempie, lo contorna, lo fa vivere.

Gli animali non sono come noi. Non usano mente o ragionamento. Non parlano come noi. Loro comunicano attraverso vibrazioni. O meglio, loro SONO vibrazioni.

Immaginatevi un branco di lupi che si accorda per cacciare con tanto di furbizia e piano “bellico”. Mica si siedono a tavolino e discutono. Comunicano attraverso le vibrazioni. Voi direte – Ma è l’istinto -; ok, ma da dove arriva l’istinto? I più intellettuali rispondono – Dalle memorie cellulari! -; va bene, ma cosa sono le memorie e da cosa nascono? La risposta unica, a tutte queste domande, la si trova nel lavoro delle VIBRAZIONI.

IO CHE AMO SOLO TE… FORSE HO UN PROBLEMA

Le vibrazioni si emanano e si ricevono in un continuo e perpetuo scambio perfetto e universale sia che lo vogliamo sia che non lo vogliamo. Vale per ogni creatura vivente.

Dopo aver visto cos’è un animale, torniamo al discorso iniziale. Dal momento che, più di noi, egli usa le vibrazioni e vive grazie ad esse, chiediamoci: cosa accade nel momento in cui un animale è obbligato a vivere con una persona triste che riversa su di lui tutta la sua angoscia e si aggrappa a lui pretendendo (inconsciamente) da lui sostegno?

So già che una persona così potrebbe dirmi – Eh, ma io tutti i giorni lo coccolo. Ma io gli do da mangiare. Gli metto sempre la copertina e gli compro giochi nuovi -. Bellissimo.

Però, vorrei chiedere a questo animale, che è una spugna (infatti dite sempre che “loro sentono”) come si sta a dover assorbire tutti i giorni frequenze negative obbligatoriamente, senza poterne fare a meno, doversele tenere dentro e dover, in cambio, cercare di emanare frequenze di supporto.

Beh, ecco, io penso che nonostante tutto l’amore che possiamo provare per i nostri amici animali e nonostante tutto l’amore che loro possono provare per noi non abbiamo nessun diritto di riversare su di loro la nostra stanchezza o la nostra frustrazione ogni momento della loro/nostra vita.

COSÌ NON SI ALIMENTANO LE ENERGIE DELL’AMORE

Basta con le solite frasi – Meno male che ci sei tu – di continuo, ogni giorno, per anni… perché, quel “tu”, in certe occasioni, appare più come un bidone dell’immondizia dove buttare i nostri sentimenti negativi che altro.

Basta con il nostro egoismo e il nostro parassitismo. Dobbiamo noi essere fonte di gioia per loro non solo fonte di cibo e carezze. Gioia, quella vera, quella piena. Se vogliamo fare i San Francesco pensiamo soltanto a dare e non a prendere, proprio come faceva lui. Il “prendere” sarà una conseguenza. Una meravigliosa conseguenza, perché attraverso l’ovvio scambio energetico, dando gioia, si riceverà tutto quello che la gioia comporta moltiplicato per molte volte. E la gioia non ve la da il vostro cane anche se questo può sembrarvi assurdo. Non ve la da nessuno. È un qualcosa che si ha dentro, che ci appartiene, ci deve appartenere, che divampa nel nostro cuore, costantemente. Se c’è.

PER FORTUNA (???) HO TE!

Se non c’è o meno, non è responsabilità di un animale. Non nutrite il vostro animale solo di crocchette. Nutritelo d’amore ma non amore bisognoso. Siate voi fonte di ricchezza per lui.

Venne detto all’uomo – Fatto a immagine e somiglianza di Dio -. Venne detto all’uomo non all’animale. Perché l’uomo è Dio. L’uomo è un essere divino, inteso come colui che racchiude in sé la forza dell’Amore, quello vero. Quello che muove il creato e dona la vita. Quello dal quale tutto il resto… tutto (anche gli animali) dipende.

Tu devi essere àncora. Le creature ti appartengono non appartieni tu a loro. Non è una maestra che impara a scrivere a scuola ma gli alunni. Non invertire i ruoli visto che di ruoli vuoi trattare. Non è vero che non hai nessuno, che non puoi contare su nessuno, che hai solo il tuo animale, che nessuno ti capisce come lui. Tu sei potenza divina. Tu sei il tutto. Amati, cogli la meraviglia dell’essere solo e solo non lo sarai più. Ama te stesso, senza mendicare amore. Perdonati. Coccolati. Rispettati. Stimati. E allora sì, sarai fonte d’acqua fresca e dissetante per chiunque abbia voglia e bisogno di abbeverarsi.

Penso che, se ti reputi infelice e solo, dovresti cercare di fare un lavoro su di te anziché prenderti un animale disposto a ricevere la tua frustrazione, perché secondo me ti farebbe bene davvero diventare più gioioso a prescindere.

Gli animali non sono sacchetti, sono creature da amare. E solo se abbiamo amore dentro possiamo dare amore. E’ meraviglioso il rapporto che alcuni riescono ad instaurare con il loro animale da compagnia ma è sbagliato, secondo me dipendere dal loro affetto. Per tanto grande e ricco sia quell’amore, unico nel suo genere e stupendo, è simbolo di povertà se è l’unica cosa che si possiede. Soprattutto se non si possiede amore per se stessi.

C’è chi invece sceglie nella vita di amare solo ed esclusivamente un animale, condividendo la sua esistenza soltanto con lui ma dentro è un essere colmo di gioia, che ha felicità attorno e la si percepisce. E’ tutta un’altra storia in pratica.

Prosit!

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L’assurda e nascosta paura di ricevere e meritare

SANTI NUMI QUANTA ROBA!

Come indica già il titolo, l’argomento che affronto oggi sembra assurdo, in realtà è reale e molto comune, posso dirlo con sicurezza visto che mi appartiene e ho notato appartenere a molti.

Abbiamo paura di ricevere. Inconsciamente pensiamo di non essere degni di ricevere e, quando qualcosa ci viene dato, una serie di allarmi, figli del timore e della preoccupazione, si accendono dentro di noi. Mi viene in mente l’immagine di un uomo anziano, grande e grosso, dalle maniere un po’ spartane, al quale viene messo in braccio un neonato. Riuscite a vedere quanto si sente impacciato? Ha paura di fargli male, di non farlo stare comodo, paura di non piacere a quell’esserino. Si ritrova tra le mani tutta quella ricchezza ma è rigido, lontano con il proprio torace, c’è poco abbraccio, poca accoglienza e, la sua, non è cattiveria ma paura. Magari gli scende anche una lacrima per l’emozione ma non riesce a far sua quella creatura che, in quel momento, gli sta dando un qualcosa di più grande di lui, che lui non riesce a gestire. Non riesce a diventare un tutt’uno con lei.

Nell’Universo c’è un’infinita risorsa di abbondanza per ciascuno di noi e quello che chiediamo ci arriva ma, la paura di ricevere, non solo non ci permette di domandare nel modo esatto costringendoci a non ottenere nulla, ma ci obbliga anche a non vivere con gioia quello che viene a noi, rompendo un meccanismo fantastico che dovrebbe essere vissuto in modo completamente diverso.

Come abbondanza non si parla solo di cose materiali, come il denaro, ma si intende qualsiasi cosa: fama, affetto, complimenti, gentilezza, attenzioni e anche, ovviamente, materialità.

MIIIII…! CHE PAURA!

Ricordo i primi tempi in cui ho aperto questo blog. All’inizio, piena di entusiasmo e convinta di poter aiutare le persone, mossa dal mio spirito di condividere quello che ritenevo salutare per tutti, ambivo all’essere letta da più persone possibili. Naturalmente, viste le aspettative, la brama di piacere, la voglia di essere conosciuta e la paura inconscia della quale vi sto parlando in questo articolo, ciò non si avverava e i miei lettori erano solo pochi conoscenti.

Quando imparai a lasciar andare ciò di cui ero conscia, e cioè quello che vi ho appena detto, tranne la paura di ricevere (che è inconscia), tutto cambiò. Iniziai a scrivere solo per amore. Scrivevo con amore, per me stessa e senza aspettarmi di ricevere qualcosa in cambio. Neanche un – grazie -.

A chi arrivava il mio dono speravo facesse del bene, altrimenti non importava, io andavo comunque avanti a scrivere per una mia passione. Ecco che, all’improvviso, le visite sul blog aumentarono notevolmente e ora voglio raccontarvi di quella mattina in cui mi accorsi che 400 (!) persone avevano letto un mio articolo.

Per i grandi blogger, 400 visitatori sono il nulla ma per me erano tantissimi, così tanti che… mi spaventai. Ma come? Era proprio quello che avevo sempre desiderato! E invece, completamente destabilizzata, iniziai a preoccuparmi. Mi darete dell’idiota, e lo accetto, ma tutto questo nacque dentro di me senza che io potessi fare nulla, completamente in balia di emozioni che si permettevano di governare al posto mio e io non ero in grado di prendere le redini in mano di quella situazione.

Ovviamente, dopo, lavorai sodo dentro di me e riuscii a modificare tutto quel trambusto, ma inizialmente, se devo essere sincera, sembravo un burattino nelle mani di Mangiafuoco. La mia mente iniziò a chiedermi – Guarda in quanti ti hanno letto! Hai almeno scritto le cose giuste per non fare una colossale figura di cacca? E quanti errori grammaticali e di sintassi hai fatto come tuo solito? Prima, quando a leggerti erano solo in 50 potevi avere solo 50 giudizi negativi, ora 400! Immagina che sfacelo! E ora hai anche più possibilità che ti vengano chieste cose. Sei in grado di rispondere? Ti sei messa in piazza e… “fa più rumore un albero che cade che un’intera foresta che cresce” (Lao Tzu) lo sai! Ora voglio proprio vedere come te la cavi Meg, tu che hai sempre amato restare dietro le quinte…

Oh! Insomma basta! – urlai alla mia mente che mi stava trascinando in un pozzo scuro senza fine. Mi sentivo quasi soffocare, vuoi l’emozione e vuoi la preoccupazione. Dov’era la gioia? Da nessuna parte. La paura mi aveva totalmente inglobata in sé e, ahimè, lo spazio per l’entusiasmo e la felicità non c’era. Che tristezza.

IO PIU’ DI QUELLO NON MERITO

Ma potete capire? Ok, io sarò anche un caso anomalo ma, come vi dicevo prima, ho scoperto di avere molti simili. Siamo vittime del giudizio degli altri. In noi è stato inserito il tarlo di essere peccatori e poveri schiavi debosciati. Non meritiamo la bellezza! So che, dall’altra parte, ci sono invece persone convinte di meritare molto e, vantandosi, chiedono sempre di più (infatti ottengono). Magari risultano antipatiche e presuntuose e, quello che sto dicendo, a loro può sembrare impossibile ma mi rivolgo a quelli come me.

Quante donne ci sono, ad esempio, che non mirano a uomini belli, ricchi e facoltosi? Sono convinte di non meritarli. Sono convinte di essere adatte all’operaio medio (senza offesa per l’operaio ma intendo far capire un concetto) e non si sognano neanche di puntare gli occhi addosso a un fotomodello o all’imprenditore di quella grande azienda. Stessa cosa per l’uomo che, con l’immaginazione, sogna la vamp di turno ma è convinto di non piacere e di non meritarla – Tanto non mi guarderà mai – dice tra sé e sé, senza neanche rendersene conto. Si viaggia per schemi e solo se sei alto, bello, ricco, laureato, etc… puoi sperare nell’avere di più. Invece per l’Universo non è così.

Sogniamo amore, affetto, complimenti ma quando arrivano ci trovano imbarazzati, non sappiamo gestirli e ci premuriamo subito di dire – Ma no, ma no… ma figurati… non ho fatto niente di che… -. È vero che devono esistere la gentilezza e l’umiltà ma, troppe volte, sostituiamo l’umiltà con una mancanza di dignità e questo è sbagliato.

MAGOLAMAGAMAGIA!

Immagina di voler diventare famoso. Lo brami, lo desideri con tutto te stesso e un bel giorno accade. Puf! Eccoti su un palco sotto al quale mille persone sono pronte ad ascoltare tutta quella beltà che hai da dire. Il tuo sogno si è avverato. L’Universo ti ha dato quello che volevi. Cosa fai ora? Ti caghi addosso, ecco cosa fai. Scusa l’espressione ma rende l’idea.

Siamo abituati a dare. O, al massimo, come ho detto prima, a chiedere. Ma non a ricevere! C’è una bella differenza.

Per non parlare del senso di colpa.

Un giorno, un mio caro amico, fece per me una cosa grandissima ma, anche qui, anziché godermela fino in fondo mi preoccupai del suo sacrificio e mi sentii in colpa di aver detto, tempo prima, che mi avrebbe fatto piacere ricevere quella determinata cosa. Ha fatto tutto lui, io non gli ho chiesto nulla, ma lo ha fatto perché mi ha sentito esprimere un desiderio. Se solo fossi stata zitta lui non avrebbe dovuto fare quella fatica. Così, oltre a non godere io, inquinata dal “non merito così tanto”, anche lui non poté godere della mia gioia dopo tutta la fatica che aveva fatto. Che casino! Ero proprio un danno. E mi sentivo colpe su colpe. Basta! Dovevo smetterla. Dovevo a tutti i costi imparare a ricevere. A convincermi di meritare.

DARE SENZA RICEVERE

Non dobbiamo cadere nell’inganno che ci hanno insegnato: “se ti dimostri piccolo, remissivo e semplice allora sei una BELLA persona”. No! Sei un guaio! Disastroso.

Porca zozza avrei piuttosto dovuto dire – È il minimo! Merito persin di più! -.

E, da qui, sorge spontanea una riflessione: merito di essere amata? Ah! Tasto dolente! Chi mi ha amato ha sempre dovuto scontrarsi con questa mia “meravigliosa” caratteristica. Convinta, quindi, che il loro NON FOSSE AMORE… potete immaginare i casini vero? Non fatemeli elencare per favore. Quando sei convinto di non meritare amore sei un danno, credimi. E il tuo danno è deleterio. Puoi leggere qui https://prositvita.wordpress.com/2018/08/26/far-male-credendo-di-non-meritare-amore/ quello che avevo scritto a proposito.

È difficile guarire da questa “malattia” della paura di ricevere, è molto difficile, ma per il nostro bene e quello degli altri bisognerebbe farlo. Si apriranno per noi anche le porte dell’abbondanza ed è una figata pazzesca, te lo assicuro. Allora sì, che riceviamo anche amore e lo riconosciamo, perché abbiamo amore dentro anziché altre emozioni-spazzatura.

Ricevere è assai difficoltoso. Il nostro senso di inferiorità lavora contro di noi. Siamo stati educati a dare. Ci hanno insegnato a dire – Buongiorno – non a riceverlo, a imprestare o regalare quello che abbiamo non a ricevere, a dare aiuto non a riceverlo, ad essere gentili non a ricevere gentilezza, a preoccuparci per gli altri non a ricevere attenzione, ad essere onesti non a ricevere correttezza, a non pretendere, ad accontentarsi, a ringraziare… (parlo sempre per quelli come me). Mamma mia, quanto è difficile.

Questo discorso potrebbe continuare all’infinito, andando poi a toccare i tasti dell’autosvalutazione, dell’autostima, etc… ma una cosa, alla fine, è certa: dobbiamo convincerci che meritiamo e che possiamo avere una vita prosperosa e – possiamo possiamo possiamo essere felici -. Ci spetta di diritto. E spetta a ognuno di noi. L’Universo e la vita non fanno discriminazioni.

Prosit!

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Quando non sai che pesci prendere l’Universo risponde ma come?

QUESTO O QUELLO PER ME PARI SONO

In questo articolo voglio provare a spiegarti come risponde l’Universo alle tue domande, che tipo di linguaggio usa e come lo si traduce. Provo a fare questo perché, spesso, è difficile interpretare la sua lingua e lo faccio in base a delle mie esperienze personali quindi… nulla di assoluto. Con quello che desidero raccontarti puoi non trovarti d’accordo ma il mio intento è farti capire che, per me, l’Universo, grande sorgente della quale noi siamo emanazione, risponde sempre, è obbligato a farlo, ma non sapendo decifrare il suo messaggio pensiamo non ci abbia ascoltato o, addirittura, smettiamo di chiedere. IN QUESTO POST NON INTENDO PARLARTI DI SOGNI E DESIDERI MA DI DOMANDE VERE E PROPRIE CHE PUOI RIVOLGERE A LUI IN CASO DI INDECISIONI O PUNTI INTERROGATIVI CHE TI FRULLANO NELLA TESTA.

In realtà, dentro di te, le risposte esistono già perché sai molto più di quello che pensi di sapere ma non riesci a individuarle. Nessun problema, ti basta chiedere. Proprio come se chiedessi informazioni su un lavoro ad un professionista. Ad esempio, supponiamo che sei indeciso tra due scelte da prendere. Supponiamo che ti propongono due lavori da fare e devi scegliere quello più adatto a te.

QUANDO NON SAI CHE PESCI PRENDERE

A prima vista entrambi ti piacciono, entrambi hanno i loro lati positivi e quelli negativi e tu proprio non riesci a decidere. Quale sarà però quello più conveniente per te nel futuro, non riesci a vederlo. Non ti resta che domandarlo a chi ne sa più di te, cioè all’Universo, rappresentato dal tuo Sé Superiore. Poni la domanda in modo chiaro, ringrazia anticipatamente e fiducioso per la risposta ricevuta, e mettiti in attesa. Lui risponderà. E’ obbligato a farlo perché riflette quello che abbiamo dentro e, in noi, come ti ho detto prima, esistono già le risposte.

Grandi forze si muoveranno per te con l’intento di farti capire quale lavoro scegliere ma non si siederanno a tavolino dicendoti, chiaramente, in italiano, dove andare. Durante la tua attesa dovrai drizzare le antenne perché un mucchio di messaggi stanno per giungere a te attraverso: simboli, persone, ritrovamenti, frasi, sorprese, coincidenze, etc… Queste energie hanno tanti modi per comunicare, a volte assai strambi! Devi diventare più bravo di quelli che traducono i geroglifici antichi!

Ok, supponiamo che la tua indecisione riguarda il diventare idraulico o imbianchino. Un’ipotesi stupida ma tanto serve solo a comprendere il meccanismo.

A DOMANDA RISPONDO

Poni la domanda chiara e lampante, possibilmente ad alta voce (la voce è un ulteriore fonte energetica) e attendi. Devi fare attenzione però: attendere la risposta è una cosa, mentre rimanere attanagliato a questo pensiero è un’altra, e questo secondo punto non devi farlo.

Una volta posta la domanda, liberatene. Non restare sempre appeso lì, pensa ad altro, anche se la risposta ti serve urgentemente. Più ci stai sopra e più sarà la tua mente inquinata a risponderti, invece è la voce dell’anima che devi imparare ad ascoltare. Questo è molto difficile e potrà capitare che a volte sbagli, facendo le scelte errate, ma non è colpa dell’Universo e nemmeno tua. Soltanto che la nostra mente è davvero brava ad ingannarci anche quando sei super convinto di aver sentito la voce del cuore. Con l’allenamento imparerai e imparerai soprattutto, senza forzare gli eventi inerenti alle risposte che stai aspettando, accettando quello che accade e provando a percepire il tuo intuito. Inoltre, ti consiglio di svolgere questo lavoro da solo. Non chiedere ad altri. Il significato di quella risposta è chiuso nel tuo cuore e in nessun altro.

Una volta a me è successo di ricevere in risposta l’atteggiamento di una persona che tutti, e ripeto tutti, hanno letto in un modo ma nel mio cuore io ho percepito altro e avevo ragione. Il suo era stato un comportamento standard che, chiunque, in base agli stereotipi sui quali facciamo affidamento, aveva compreso come solitamente lo si comprende ma non io perché quel messaggio era per me. E nonostante la voce della mente subdola mi diceva – Dai Meg, é palese che sia così infatti lo dicono tutti – io affermai – No – e stetti a vedere. Fui accontentata e capii, da lì, come srotolare il gomitolo di una matassa che mi premeva dipanare.

DOMANDARE E’ LECITO, RISPONDERE E’ CREANZA

Ma torniamo a te che non sai se lanciarti nell’idraulica o nel tinteggiare pareti. Ti potrà capitare di vivere una brutta esperienza con l’acqua, ti si allaga la casa. Oppure ti si ottura il lavandino e tu sai benissimo come procedere. Oppure cammini per strada e sovente incontri cartelli con su scritto “vernice fresca”. O qualcuno ti dice che sei bravissimo a – sbloccare – le situazioni. O tua mamma ha una perdita in cucina. O ancora, tua figlia, torna dall’asilo e ti dice che ha pitturato bene. O vai dal barbiere e quando esci i tuoi amici ti dicono che sembri un pennello. O ultimamente tutti ti dicono che – non capisci un tubo -. O in tv ecco la pubblicità di un silicone che non avevi mai visto e ora invece ti tampina. Insomma… potrei andare avanti all’infinito. Sono millemila i collegamenti che puoi fare. Devi essere attento e sensibile. E acuto. Ma il tuo cuore ti parlerà, fidati. Appena vedrai o sentirai un qualcosa ti verrà spontaneo pensare – Ah! Ecco! – e sentirai come una specie di apertura piacevole del torace. Gli esempi che ho citato poc’anzi non arrivano da soli. L’Universo, come a volersi assicurare che tu possa comprendere al meglio, te ne manda sempre diversi, raramente uno solo, almeno che, quell’unico non venga da te percepito come un’illuminazione e allora sai di non aver bisogno d’altro.

Ma le difficoltà non sono finite. C’è ancora una cosa che devi fare. Supponiamo che vai dal barbiere e quando esci con il nuovo taglio di capelli i tuoi amici ti dicono che sembri un pennello. Bene, cosa significa questo? Che devi fare l’imbianchino perché hai sentito il nome di questo oggetto o, visto che è una presa in giro, ti si sta consigliando di non fare l’imbianchino? Sei solo all’inizio e quindi ti consiglio questo: innanzi tutto devi aspettare altre risposte per chiarirti le idee e poi devi concentrarti. Cosa hai sentito dentro di te, in profondità, dopo che i tuoi amici hanno esclamato quella valutazione?

L’IMPORTANZA DEL SAPERSI ASCOLTARE

Cosa senti nel cuore?

Stato positivo: i tuoi amici in fondo ti hanno fatto ridere, erano amorevoli, in realtà volevano farti un complimento ma sono grezzi e non te lo faranno mai. C’era ilarità, uno dei tuoi amici ti ha imitato e si è fatto fare lo stesso taglio. Il tuo barbiere era particolarmente soddisfatto. Tua moglie ti dice che sei un figo mai visto. I tuoi amici provano a spettinarti perché così sei troppo bello. Ti hanno donato considerazione. Etc… etc… etc…

Stato negativo: la frase è stata pronunciata con espressione denigratoria, ci sei rimasto male. Le tue sicurezze vacillano e forse quel taglio non dona al tuo viso. Evitano subito il discorso per non doverti dire frasi peggiori. Il tuo barbiere aveva un’espressione perplessa come a dire – Contento te… -. Tua moglie ti preferiva prima. L’amico più delicato, con tatto, ti consiglia almeno un po’ di gel. Ti vengono proposti nomi di altri barbieri. Hai la sensazione di aver fatto una cavolata. Te ne freghi di non essere piaciuto a nessuno ma un po’ ti dispiace. Non c’è gioia. Etc… etc… etc…

Ecco, ora é più facile comprendere cosa ti ha voluto dire l’Universo, non trovi?

Naturalmente non posso scrivere qui tutti gli esempi che possono capitarti anche perché saranno inerenti alla tua vita che io non conosco. Sarai tu, quindi, che dovrai lavorare sodo ma posso assicurarti che, alla fine, se ti impegni, non è poi così difficile.

Prosit!

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Non aver paura del buio e del silenzio

LO STATO MAGICO

Non aver paura del buio e del silenzio. Non aver paura della tua solitudine. Di questa scura sensazione di essere solo. È la tua amica più grande, é lo stato basilare nel quale rinascerai a nuova vita, fidati di quello che ti dico. Fidati se ti dico che é uno stato magico ed é assolutamente a tuo favore.

Se non usi questo momento per lamentarti, per non accettare, per agitarti, per aver paura, bensì riesci a coglierne la bellezza, nonostante il timore che può far nascere dentro di te, ne uscirai migliore, più forte, più felice, più evoluto, più grande. Più connesso all’infinita e potente energia cosmica della quale siamo emanazione.

Prova a riflettere un secondo:

Un seme germoglia nel buio e nel silenzio.

Un animale, se ferito, per rigenerarsi, cerca il buio e il silenzio, visti come riposo.

In un uovo accade il miracolo della vita nel buio e nel silenzio.

Quando vieni concepito, vieni concepito nel buio e nel silenzio.

Le grandi bellezze nascono dentro, internamente, come sotto terra, per esplodere poi, in tutta la loro meraviglia, al di fuori.

Il buio e il silenzio ti permettono di osservare acutamente e attentamente ciò che va osservato e che, nel caos giornaliero, non riusciresti a vedere.

Nel buio e nel silenzio ci sei soltanto tu e nient’altro, e tu sei il guaritore di te stesso, l’unico e il solo grande Dio al quale devi credere.

Il tuo potere interiore è illimitato e soltanto attraverso la pace puoi comprendere di averlo, anche se ti verrà poi difficile metterlo in pratica.

É quando si cade in fondo al pozzo che si sente la voglia di sopravvivere e, in fondo al pozzo, ci sono il buio e il silenzio. Non odi nulla, non vedi nulla, non parli, non ti muovi, non hai azioni da compiere se non quella di creare la tua nuova vita come un vecchio alchimista chiuso nella sua grotta in totale segreto.

Un tempo, gli antichi saggi, cercavano scuri antri nel tentativo di non essere intaccati nemmeno dalle onde vibrazionali degli altri, per poter lavorare alla propria crescita personale nella più totale solitudine. Non dico che devi fare questo ma voglio solo mostrarti il loro intento e l’importanza che davano all’isolamento.

Lavora… lavora… crea la tua nuova realtà, attraverso le lacrime se vuoi, e la scontentezza, ma sono, in quel momento, gli strumenti che possiedi e puoi renderli utili a tuo favore. Non sei inquinato da nulla, niente ti disturba, niente ti distrae.

TUTTI POSSIAMO GODERE DELLA RESURREZIONE

Non aver paura del buio e del silenzio. Se ti è capitato un periodo assieme a loro è perché probabilmente sei pronto per salire un nuovo gradino. Tutto, in natura, prende vita nel buio e nel silenzio. La vita… – vita -… senti quanto é bella questa parola?

Sei una Fenice. Siamo tutti delle Fenici. “Post fata resurgodopo la morte torno ad alzarmi”

Risorgi dal grembo che ti sta tenendo suo. Non vuole farti del male, il male lo stai percependo tu. Lui vuole solo accudirti, proteggerti e coccolarti.

Se anziché dibatterti ascolti attentamente cosa ti sta dicendo, puoi sentire parole d’amore a te rivolte dentro a quell’oscurità che tanto ti sta spaventando. Quel nero che vorresti allontanare da te ti sta accarezzando amorevolmente. Lo so che vuoi la luce, che vuoi quello che tu consideri realtà ma, la vita, quella vera, si accende nel buio e nel silenzio come una scintilla. Non la vedresti se fosse al chiaro del giorno o tra il vociare chiassoso delle genti e dei tuoi pensieri.

Lì, dove ti pare di non aver più nulla, dove ti sembra di esser giunto alla morte, stai in verità uccidendo una parte di te per trasmutarla in qualcosa di migliore. Una parte di te che non ti ha permesso di vivere come l’essere divino che sei. Quella sensazione di angoscia é  un qualcosa di percepito dal tuo corpo, una macchina prettamente biologica, ma dove lei ha paura, puoi sentire la voce dell’anima che intende aiutarti a riconoscerti spirito. Cioè ciò che sei.

DOPO LA NOTTE ARRIVA SEMPRE IL GIORNO

Perché quando si ipnotizza una persona la si manda in uno stato di buio e di silenzio? Te lo sei mai chiesto?

Per poter riuscire a vedere ciò che in altri modi non si riuscirebbe, attraverso lei stessa.

Non temere, la luce tornerà e tu potrai assaporarla diversamente. Ne trarrai più benefici.

Ti stai trasformando. Una parte di te lo sta facendo e ha bisogno del buio e del silenzio per farlo. Proprio come staresti galleggiando nell’Universo.

In questo momento, attraverso le sensazioni che ti opprimono, sei molto più sensibile e quindi più connesso all’energia cosmica. Sfrutta questa situazione a tuo favore. Come? Ti basta amarla. Amarla anche se non ti piace, anche se pensi ti stia facendo male. Amala e accettala proiettando il tuo sguardo sicuro verso il bello. Cerca di avere fiducia che qualcosa di meraviglioso si sta preparando per te, sta per schiudersi dopo essersi sviluppato nel buio e nel silenzio. Prova soltanto e vedrai che così sarà.

Prosit!

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Imparare a specchiarsi negli altri: ma io non sono così!

LO SPECCHIO E’ UN BUGIARDO!

LA LEGGE DELLO SPECCHIO E’ UNA FARSA… FORSE… O E’ UN FORSE… FARSA

Mi capita spesso, inerente all’argomento della Legge dello Specchio, sentire molte persone che, con espressione totalmente basita, mi chiedono – Meg, sto incontrando molta sopraffazione da parte della gente ma io non sono così! Non voglio prevaricare nessuno, anzi! – oppure – Meg, mi capita spesso di imbattermi contro dei megagalattici ignoranti ma non mi sembra di essere così inetto! -.

In parole povere, Meg, la tua (che mia non è) Legge dello Specchio, che tanto proclami, non funziona. È un falso!

Purtroppo, si pensa questo perché si è abituati a guardare sempre e solo l’esterno. Troppo. Ci si concentra sul comportamento palesato da quella persona ma senza andare al nocciolo della questione; un nocciolo che palpita, invece, dentro di noi.

Voglio farti due esempi perché, secondo me, con gli esempi si capiscono bene i concetti e hai anche, se mi credi, la garanzia che tali fatti sono accaduti realmente.

I MOSTRI SERVITI SU UN VASSOIO D’ARGENTO

Qualche tempo fa ebbi a che fare con una persona, un uomo, che mi irritava parecchio col suo modo di fare. Non era un mio parente, ne’ un partner, ma dovevo avere a che fare con lui tutti i santi giorni (chissà come mai…).

Quello che m’infastidiva del suo comportamento era il modo in cui denigrava gli altri, senza mezzi termini, pur di risultare lui fantastico. Voleva spegnere la brillantezza degli altri per risultare lui più luminoso e lo faceva in un modo parecchio offensivo, sia con me che con chiunque altro. Anzi, ad essere sincera, con me neanche tanto, ma comunque vivevo in prima persona quello che regalava alla gente. Quindi mi riguardava ugualmente.

Questo suo modo di fare mi irritava parecchio. D’in principio avrei voluto offenderlo davanti a tutti, avrei avuto molti esempi da tirare in ballo, visto che era in realtà un incapace, e avrei voluto anche tirargli una scarpa in testa, non lo nego. Ma mi dissi invece di osservare. Di osservare in lui il mio riflesso. Lui era un mio specchio.

Perbacco… guardai, ragionai, pensai… ma nulla mi venne alla mente che potesse paragonarmi al suo modo di fare. Ho molti difetti ma di certo non quello di voler inabissare gli altri per godere io di splendore. Quindi non capivo. Io non ero così! Non ero così maleducata, denigratoria, svilente, presuntuosa, lo giuro! Ma… non cedetti, continuai a rimanere focalizzata su quel riflesso e, col tempo, ecco accendersi una lampadina. Parliamo infatti di illuminarsi no? Beh, forse una piccola abat-jour l’ho accesa. Un lumino flebile flebile.

EUREKA!

Perché quell’uomo si comportava così? Cosa lo faceva muovere in quel modo? Qual’era l’emozione intrinseca che governava il suo comportamento? Il bisogno di essere visto. Ebbene sì. Non voglio giustificarlo, ma non c’era cattiveria in lui, soltanto un grandissimo ed estremo bisogno di essere visto dal mondo, di essere amato! Di non essere un codice dimenticato nel buio come credeva d’essere. Ecco tutto il suo dolore. La convinzione di non esistere. Di passare inosservato. Se ci sei o non ci sei fa lo stesso, tanto nessuno ti ama. È davvero brutto, fa male.

Fu allora che mi guardai meglio e dovetti ammettere che anch’io volevo a tutti i costi essere vista. Non usavo i suoi mezzi, non ero cafona agli occhi degli altri, ne’ cercavo di spegnere gli altri ma, anch’io, avevo bisogno di essere vista e amata, e tanto anche. Più di quello che pensavo. Ognuno usa i mezzi che ha. Avrei pagato oro un complimento, mi scioglievo se qualcuno si accorgeva di me, mi piaceva tantissimo essere vista e volevo piacere. Certo, io, come ho detto, avevo altri strumenti. Al contrario di quell’uomo, bramavo dentro, risultando più amorevole ed educata ma il bisogno era lo stesso e, affinché io potessi vederlo, l’Universo doveva porgermelo in modo eclatante, sconvolgente. Doveva toccarmi e lo fece. Come vi ho detto, infatti, avrei voluto picchiarlo quel tizio, all’inizio.

Un altro esempio che voglio raccontarvi riguarda un altro uomo, un anziano, che si mostrava agli occhi di tutti di un’ignoranza e una cattiveria incredibili. Soffriva tantissimo la sconfitta e, ogni volta che gli succedeva di perdere, sia nel gioco che nella vita, la colpa era sempre degli altri e si rivolgeva loro con frasi cattive, denigratorie e imprecando.

Anche qui, dapprima, non mi riconobbi. Se chiedi a cento persone che mi conoscono, nessuna di loro ti direbbe che sono così; lo direi io stessa. In effetti, mai mi sono rivolta a qualcuno in tale maniera ma questo non c’entra proprio nulla. Ciò che l’Universo voleva solo mostrami, e anche qui dovette farlo in modo lampante perché non vedevo, era il mio bisogno di vincere perché, vincendo, risultavo più “brava” e quindi più adulata e lusingata.

OH! MI VEDI?!

Anche qui, ecco il mio bisogno di essere amata dagli altri. Alla fine, bene o male, tutto torna al demone principale che, nel mio caso, era quello del non amarmi e del pensare di non valere abbastanza. Una “vincita” ti assicura invece “valore”. Questo secondo uomo, stava solo palesando con l’evidenziatore un qualcosa che io non mostravo ma che esisteva dentro di me. Rodeva dentro di me!

Ora capisci che quando incontri invidiosi non significa che tu ti comporti da invidioso o sei invidioso. Quando incontri dei violenti non significa che ti comporti in modo violento o sei violento. E così via. A volte, può anche essere semplicemente quello il riflesso, molto semplicemente, e dovresti accettarlo. Altre volte, invece, significa che devi andare oltre. Devi scavare in profondità, dentro te stesso, e scoprire il messaggio che si cela al di là del famoso Velo di Maya.

Se tu non ti oseresti mai a dire ad una persona che è una cretina, ma lo pensi e questa cosa ti infastidisce, incontrerai persone che danno a tutti dei cretini, che passeranno quindi da maleducati e tu li giudicherai come se fossero degli arroganti zoticoni. Invece vogliono solo mostrarti cosa c’è dentro di te. Quanto giudichi gli altri? Quanto giudichi il loro essere stupidi? Quanto non lo sopporti? E magari ti fai un mucchio di rabbia inutile perché quell’altro è un emerito imbecille.

Spero tu abbia compreso meglio il lavoro che si deve fare per conoscere i segreti che si nascondono nella Legge dello Specchio, la quale, non voglio passare per assolutista, ma non sbaglia mai. Non può sbagliare visto che solamente riflette e, credimi, reca sempre con sé un messaggio utile per te.

A proposito, posso assicurarti che trasmutando dentro di me quello che i due uomini di questo articolo mi hanno voluto mostrare, essi hanno cambiato il loro modo di fare. Per lo meno lo hanno cambiato davanti a me. Quello che fanno in altri luoghi non è affar mio, non è più una lezione che io devo imparare, non mi riguarda più e quindi non devo più vederla.

Cambia te e il mondo attorno a te cambierà.

Prosit!

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Fotoni e DNA: la loro Comunicazione

Di alcune importanti scoperte scientifiche ne abbiamo sentito parlare ben poco, mentre, a mio parere, dovrebbero essere decisamente più conosciute.

Solo per riflettere un po’, quando avrai finito di leggere questo articolo, chiediti come sarebbe la vita di tutti noi se, ciò che ora sai, fosse per l’essere umano una cosa ovvia come: – se decido di scrivere prendo una penna e scrivo -. Semplice.

AMORE A PRIMA VISTA

Innanzi tutto vediamo cos’è un Fotone e cos’è il DNA umano.

Il fotone è una particella di luce e cioè, per la fisica quantistica, materia.

Il DNA (o acido desossiribonucleico) invece è una struttura che porta l’informazione genetica. Umana, in questo caso.

Come ci fa sapere Gregg Braden, scienziato e scrittore, il quale, con premura, tenta di aprire e risvegliare le menti, alcuni suoi colleghi tra i quali Vladimir Poponin e Peter Garaiev, decisero di immettere in un piccolo tubo trasparente alcuni Fotoni. Tali Fotoni si muovevano all’interno di questo cilindro senza un senso logico, semplicemente fluttuando nello spazio a loro disposizione.

Decisero, in seguito, di aggiungere a queste particelle delle altre particelle di un’altra sostanza ossia di DNA umano. In breve tempo poterono assistere ad un fenomeno assai curioso e cioè che, i Fotoni, non rimasero indifferenti alla presenza del DNA ma anzi si affiancarono ad esso e soprattutto ne assunsero la stessa forma. In pratica, lo imitarono, agganciandosi a quello che per loro era divenuto una sorta di “comandante”. Togliendo a questo punto il DNA, e lasciando nuovamente i Fotoni da soli, accadde che l’influenza antecedente del DNA sui Fotoni rimase, come se per i Fotoni fosse una memoria.

Bene, questo esperimento ci fa capire innanzi tutto cosa si intende quando si dice: che qualcosa di quella persona rimane anche dopo la sua morte (detto in termini molto spicci) ma soprattutto ci aiuta a comprendere come l’Universo intero si muove in base al nostro volere.

CREDERE SOLO A QUELLO CHE SI VEDE

Le minuscole particelle di DNA che ci rappresentano e ci compongono non le vediamo a occhio nudo, eppure, tutto intorno a noi è ricco del nostro DNA. Anche la nostra auto, o il luogo nel quale lavoriamo. L’energia risponde a queste microscopiche parti così come la materia. Noi, però, non vedendo nulla di tutto questo non lo diamo per scontato, anzi, nemmeno ci crediamo.

Il non riuscire a vedere con i nostri occhi particelle così piccole è per noi un vantaggio in realtà, una difesa stessa dell’organismo, ma noi ne abbiamo fatto un limite. Immaginatevi cosa potrebbe significare riuscire a vedere come un microscopio. Andare in giro e avere davanti ai nostri occhi, ogni secondo della nostra vita, milioni e milioni di microbi, cellule, pulviscolo e quant’altro. Sarebbe insopportabile. Si parla di numeri infiniti di cose nello sguardo.

Questo però non significa che, i fatti, nel microcosmo e poi anche nel macrocosmo, non avvengano.

L’UNIVERSO E’ LUCE

I Fotoni si trovano ovunque e quindi ovunque il nostro DNA può modificarne la forma. Tra loro avviene una vera e propria comunicazione e questo penso sia l’indizio più importante da ricordare. COMUNICANO! Non è fantastico? In pratica, ciò che noi siamo prende forma attorno a noi. Due mondi, apparentemente differenti tra loro, parlano lo stesso linguaggio.

Per sottolineare ancor meglio questo importante evento, occorre però osservare un altro grande esperimento e cioè quello che ha scoperto che il DNA si modifica in base alle nostre emozioni.

Ebbene sì, come è stato visto dagli scienziati dell’Institute of HeartMath (letteralmente Istituto di Matematica del Cuore) quando proviamo emozioni negative come la paura, o la rabbia, o la frustrazione, il nostro DNA assume una forma contrita e più accorciata, mentre, durante il sentire emozioni positive come l’affetto, la compassione o la gratitudine esso si distende e si allunga.

E’ risaputo infatti che provare spesso “brutte” emozioni fa ammalare di più perché indebolisce il nostro sistema immunitario e adesso sapete il perché anche dal punto di vista scientifico e fisiologico.

Rispondendo a questa eco, quando i Fotoni si modificano in base al DNA, non si può che avere un riflesso reale dello specchio nel quale ci stiamo specchiando.

Tutto questo è bellissimo. Stabilisce che esiste realmente una connessione tra le nostre emozioni e la nostra realtà. Noi siamo convinti che le emozioni che proviamo possono disturbare soltanto noi o far star bene solo noi. Siamo convinti che possono influire sugli altri nel momento in cui le palesiamo e, invece, dobbiamo metterci in testa che trasformano anche il nostro futuro.

La fisica quantistica sta scoprendo, o sta rivelando, un mare di cose interessanti. Mi sa che è giunta l’ora in cui dobbiamo uscire dal guscio e diventare realmente co-creatori con l’Universo.

Prosit!

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